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(LEZIONE INFANZIA (inclusione stranieri))

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(LEZIONE INFANZIA (inclusione stranieri))
UNITA’ DI
APPRENDIMENTO
“”Promuova ed indichi la
candidata un progetto
accoglienza per bambini/e
provenienti da altre realtà
scolastiche
(Inclusione stranieri)
Indicazioni
Nazionali
Piano dell’offerta
formativa (POF)
della scuola
Documento di Indirizzo
per la progettazione
curricolare
Unità di
apprendimento
2
Finalità delle Indicazioni Nazionali
Fin dalla scuola dell’infanzia bisogna costruire nel bambino una visione
unitaria del sapere che gli consenta di interpretare la complessità del mondo
nel quale vive. Il bambino infatti si trova a svolgere attività di gioco-lavoro
con compagni di altre razze ed etnie: incontra nuovi linguaggi, usi e costumi
diversi. E’ già un bambino cittadino del mondo, “planetario” (I.N.2012).
Obiettivi formativi di cittadinanza attiva
Costruire competenze che siano chiavi di lettura dell’ipercomplessità sociale
del mondo postmoderno (Lyotard)
Esplorazione trasversale nei diversi campi di esperienza per relizzare l’unità
del sapere. L’apprendimento nasce da situazioni critiche o problematiche nelle
quali viene a trovarsi l’allievo: ogni problema è unità di molteplici prospettive
(Unità Molteplice di Morin) corrispondenti ai diversi campi di esperienza.
3
Scuola dell’Infanzia
 Consolidare l’identità
 Sviluppare l’autonomia
 Acquisire competenze
 Vivere esperienze di cittadinanza attiva
4
L’Unità di Apprendimento
Il curricolo verticale ex Indicazioni Nazionali 2012 è
costituito da un mosaico di Unità di Apprendimento.
Esso sviluppa una continuità verticale ed orizzontale.
Per promuovere apprendimenti è utile che nel curricolo
vi siano anche elementi di discontinuità (“discontinuità
utile” di Cerini) - situazioni critiche (J. Piaget) o
problematiche (problem posing e problem solving di
J.Bruner).
5
L’ EFFICACIA DELL’AZIONE
DIDATTICA
 Centralità della persona: Soggettività degli apprendimenti e
sviluppo delle intelligenze multiple (H. Gardner) e di un pensiero
critico e divergente (J. Piaget)
 Nuova funzione docente: abile regista dell’organizzazione della
sezione, facilitatore degli apprendimenti, accompagnatore dei
processi di sviluppo
 Ambiente educativo costruttivista: “luogo narrante”
 Nuova mediazione didattica: Didattica di Laboratorio, centrata su
problemi/attività condivisi dal gruppo-sezione
 Adozione di una metodologia ludica
6
Io, la mia identità e lo specchio:Le emozioni che
accompagnano nuovi apprendimenti
Stupore verso il nuovo
Meraviglia per le diversità
Emozione per i nuovi compagni
Ricerca delle somiglianze
Avventura in altri Paesi
Sorpresa verso abitudini diverse
Curiosità verso cibi, vestiti diversi
Destinatari
Sezione : N° allievi 25…… anni 4
Territorio :
Napoli, Quartiere Vomero
Profilo gruppo sezione:
Sviluppo del linguaggio conforme all’età.
Processi di maturazione nella norma.
Integrazione di n. 3 bambini trasferiti da altra scuola
Inclusione sociale di n. 2 bambini stranieri: un bambino Giapponese, un
bambino Australiano
Contesto:
socio culturale ed economico medio-alto.
Vocazione del territorio:
Settore: commerciale e terziario
Durata della U.A…………………………………
8
Struttura della Unità di Apprendimento : Diagramma a V di Gowin
Unità di Apprendimento-Lavoro
Versante Teorico-Progettuale
Obiettivi Generali
1) Valorizzare le esperienze
2) Contestualizzare le
conoscenze in sfondi
integratori costruttivisti
Domande focali:
Chi sono i nuovi
compagni?
<Che cosa fanno?:
amicizia
Quando: subito
Come? Con il
sorriso
Dove?nell’aula
Perché? sono
affettuosi
Obiettivi Specifici:
-Conosco i nuovi compagni
- Conosco le loro qualità
- conosco abitudini, cibi,
costumi
- conosco altri paese
- conosco parole in inglese
Competenze
- So comunicare con i linguaggi del corpo
-So comunicare con parole inglesi
So cercare e scoprire cose nuove
So orientarmi nello spazio
Conosco altri Paesi
Obiettivi Formativi
So essere comunicativo
So essere affettuoso ed accogliente
con i nuovi compagni
So essere “cittadino” del mondo
Versante Metodologico
Osservazione
Protocollo quotidiano- Diario di
bordo – Profilo
Brainstorming
con la sezione su come
conoscerci
Matrice Cognitiva
della sezione e di ciascun allievo
Progetto di lavoro: Un viaggio nei
Paesi dei compagni nuovi: i cibi, i
vestiti, le abitudini
Compito di apprendimentolavoro:Conosco gli altri. Scopro le
diversità come valore.
Organizzazione
Attività ludico-educative di gruppo
Strumenti
TIC- LIM – Didattica 3.0
Verifica e valutazione degli obiettivi:
osservazione sistematica, disegni e test,
feed-back dei genitori
Problema: “Conosciamoci”
9
Risposte
Problema:
CAMPI
D’ESPERIENZA
ambiti del fare e
dell’agire del bambino
Domande focali: chi
sono e come sono i
nuovi compagni
Conosciamoci
10
Chi sono? Un amico Giapponese
Un amico Australiano
Due compagni nuovi, che provengono
da altra scuola
Come sono?
Somiglianze e differenze
Ogni bambino si
racconta
Io
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SFONDO INTEGRATORE
L’aula deve essere organizzata come un Laboratorio ricco di materiali,
costruttivista di apprendimenti, quale curricolo implicito ricco di senso e di
significato (“La ricerca del significato”, J. Bruner), utile per contestualizzare
le esperienze degli allievi nella “vita quotidiana” (I.N. 2012)
-
L’aula-laboratorio viene arricchita con:
pannelli rappresentativi del Giappone e dell’Australia: bambini, aule , cibi,
vestiti Giapponesi.
Immagini di Dragon Ball un cartone già familiare a tutti i bambini.
Paesaggi Australiani con bambini e tanti canguri. Fotografie di Monkey Mia
dove i bambini giocano con i delfini
Immagini delle scuole di provenienza
Presenza di fotografie di cibi, abiti caratteristici dei Paesi
CD con filastrocche, canzoncine, musiche caratteristiche
Materiale per la manipolazione e le attività artistiche grafico-pittoriche,
mimico-gestuali, sonoro-musicali
12
L’Australia
La mia scuola
Il Giappone
La mia scuola
I Campi di Esperienza
Tutti i bambini esplorano trasversalmente i diversi campi di esperienza:
Confrontano parole e giochi:Daruma otoshi: un pupazzo (daruma) ; jan ken po
Comunichiamo con i linguaggi del corpo: mimica facciale, gestualità
Conosciamo il mondo: scopriamo altri Paesi, usi, costumi, tradizioni, cibi, giochi
Scopriamo immagini, suoni, colori di altre culture: recitiamo filastrocche, cantiamo
canzoncine anche in inglese, lingua veicolare, di cui molte parole sono già familiari e comuni:
girotondi in inglese
Confrontiamo il Sé e l’altro: le diverse identità. L’Io nel confronto con l’alterità:
Il corpo e il
movimento
Il sé e l’altro
Immagini
Suoni
Colori
I Discorsi
e le Parole
La
Conoscenza
del Mondo
17
Il Campo di Esperienza
prevalente
Il Sé e
l’altro
Il corpo e il
movimento
Immagini
Suoni
Colori
I Discorsi
e le Parole
La
Conoscenza
del Mondo
18
Campo d’esperienza prevalente
IL SE’ E L’ALTRO
OSA: Conosco me stesso. Mi descrivo. Mi disegno
…Conosco il mio compagno. Lo descrivo. Lo disegno. Scopro
somiglianze e differenze…
Indicatore
L’ identità: di genere, della lingua, della cultura (cibi, usi,
costumi)…….
Descrittore
Cerco, scopro, confronto come sono Io e come è il mio compagno….
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Il profilo: bambini giapponesi
• Dall’osservazione sistematica dei comportamenti dei
bambini e da metodologie di brain storming emerge
il profilo della sezione e di ciascun allievo.
• In particolare i bambini giapponesi, avvezzi ad una
scuola fortemente regolativa, finalizzata alla
costruzione di un pensiero convergente, appaiono
molto rispettosi delle regole del gruppo, tendono ad
essere riservati e ad occupare “poco spazio”:saranno
bambini poco creativi?
20
Il profilo: bambini australiani
• No, le metodologie di accoglienza e di
inclusione sociale mireranno alla formazione
di un pensiero divergente, creativo, ricco di
immaginazione scientifica (D. Antiseri) ovvero
produttivo di idee nuove.
• Il profilo dei bambini Australiani è
decisamente più comunicativo, libero da
costrizioni e condizionamenti
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Il profilo: bambini trasferiti
• I bambini provenienti da altra scuola
presentano buone capacità comunicative e
relazionali.
• Necessitano di buoni livelli di continuità del
curricolo verticale ( scuola di provenienza) e
del curricolo orizzontale (famiglia, territorio di
appartenenza)
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Accoglienza/inclusione
• I bambini stranieri vengono accolti valorizzando le
esperienze di ciascuno: ogni bambino racconta di sé
come sa fare (linguaggi del corpo, mimico gestuali,
qualche parola in inglese)
• E’ auspicabile la presenza di un mediatore culturale
per condividere le parole essenziali per la
comunicazione di base ( è opportuno, per tutti i
bambini, che ogni parola abbia la sua
rappresentazione iconica)
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LA COMUNICAZIONE
• I bambini provenienti da altra realtà scolastica,
comunque affine, troveranno nel clima comunicativo
ed accogliente del gruppo dei pari e nella ricchezza
dello sfondo integratore dell’aula, elementi di
continuità con la realtà scolastica di provenienza.
• Le attività di gioco, i linguaggi del corpo, i linguaggi
musicali ed iconici, le parole comuni in inglese, le
conoscenze pregresse nei diversi campi di esperienza
favoriranno l’inclusione di tutti i bambini nel gruppo
sezione.
24
Organizzazione degli spazi dell’aula: curricolo implicito
e sfondo integratore di conoscenze e di significati
IO
E
L’ALTRO
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Materiali-Strumenti
 Materiali cartacei; sussidi strutturati e non
(Blocchi logici; regoli, giochi di costruzione, giochi di incastro,
scivolo, casetta, cartellonistica, mappamondo, gigantografie)
 Computer – Videoproiettore - LIM
(Didattica 3.0 - Utilizzo della Lavagna Interattiva Multimediale
nell’ambito di un nuovo progetto di scuola che vede ogni bambino
protagonista ed interattivo)
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Metodologie per l’inclusione:
mediazione ludica
 BRAIN STORMING: i bambini si raccontano e si
confrontano
 COOPERATIVE LEARNING: i bambini collaborano
e
insieme condividono attività e scopi
 PEER TUTORING: scambiano conoscenze ed abilità
 RICERCA-AZIONE:esplorano
i
diversi
campi
di
esperienza
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Attività
 Ludico-educative svolte in sezione
 Motorie anche in ambienti aperti
 Grafico-pittoriche con divisione degli allievi in
gruppi mobili, flessibili, interattivi
 Giochi di costruzione, giochi di coppia
 Attività imitative
 Drammatizzazioni
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I GIOCHI
• Gioco Giapponese:
• Daruma otoshi. Un pupazzo (daruma) che
viene collocato in cima ad una “torre” di
piccoli cilindri di legno; con un piccolo
martello i bambini a turno colpiscono un
cilindretto cercando di evitare il “crollo” della
torre e la caduta del pupazzo.
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Janken
• Janken. Si pronuncia la frase jan ken po e si fa con la mano
uno di questi tre gesti:
• mano aperta > carta (pa), due dita a “forbice” (choki) o pugno
chiuso > sasso (gu). Si gioca a coppie e si tratta di un
passatempo noto anche in Italia. Come è noto le forbici
vincono sulla carta, che vince sul sasso il quale sua volta
prevale sulle forbici.
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Dragon Ball (proiezione di cartoni)
• Goku è un bambino dotato di una forza
eccezionale ed abilissimo nelle arti marziali. Il
titolo della serie si riferisce a 7 misteriose
sfere capaci, se riunite, di dar vita ad un drago
in grado di realizzare qualsiasi desiderio.
La lotta tra bene e male si svolge proprio
intorno alla “guerra” per il possesso delle
magiche “dragon balls”.
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Organizzazione della sezione
Gruppi di lavoro
Dinamiche di Gruppo
Modellamento
Contrattazione delle contingenze
Concatenamento
(cfr. “La conduzione della classe” Paolo Meazzini)
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Personalizzazione e
Individualizzazione
Ciascun bambino, nel gruppo, lavora secondo tempi, ritmi e stili
di apprendimento personali, soddisfa curiosità, motivazioni,
interessi. Egli sviluppa i Potenziali Individuali di Apprendimento
(Berlini e Canevaro), talenti ed eventuali eccellenze.
La didattica di laboratorio consente l’individualizzazione dei
trattamenti rivolti a singoli allievi per il raggiungimento degli
obiettivi comuni alla sezione.
Conoscenze – Abilità - Competenze
 …..conoscenze e abilità= “saperi“ e “saper fare”
 Il transfert di conoscenze e di abilità a situazioni
nuove per la soluzione di problemi nuovi emergenti dai
contesti di vita conduce gli allievi verso traguardi di
competenza.
Nella redazione del Progetto:”Conosciamoci” i bambini
realizzano traguardi di competenze relativi a:
- Capacità comunicative e relazionali
- Sviluppo delle intelligenze linguistiche e sociali
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Obiettivi formativi
 Il possesso di nuove competenze determina nel bambino
atteggiamenti nuovi verso il mondo: sicurezza, autostima,
autonomia
 Egli, quindi “dà forma” (obiettivo formativo) a un nuovo
“saper essere” cittadino dei diversi contesti (sezione,
famiglia, territorio, Nazione, Europa, Mondo) e nelle diverse
situazioni di vita quotidiana (I.N. 2012)




Obiettivo formativo del Progetto:Conosciamoci è
“saper essere” prosociali
Saper essere cittadini di diversi Paesi
Saper essere Se stessi nel riconoscimento dell’ alterità come
ricchezza e valore
35
Bisogni Educativi Speciali
per una scuola di tutti e di ciascuno
 Handicap dipendente da disabilità fisica, psichica, sensoriale
(Legge 104/92)
 Disturbi Specifici di Apprendimento quali dislessia, dislalia,
disgrafia, disortografia, discalculia (Legge n. 170/10) – Attività
di prevenzione
 Condizioni di disagio, svantaggio, disturbi dell’attenzione,
iperattività
 Bambini immigrati
 Bambini ospedalizzati
 …..
Individualizzazione e personalizzazione sono le condizioni per il
trattamento efficace dei Bisogni Educativi Speciali, secondo la
logica dell’inclusione
DIVERSITA’ e DIVERSE ABILITA’ = VALORE IRRINUNCIABILE
36
(IN 2012)
Sistema di valutazione
(Legge n. 169/08 e Regolamento applicativo)
Valutazione formativa:
Valutazione dei processi di crescita del bambino nelle
diverse
dimensioni
dello
sviluppo
integrale
della
personalità: cognitiva, affettiva ed emotiva, comunicativa
e relazionale
Occorre costruire un sistema di valutazione
indicatori e descrittori degli obiettivi da realizzare
con
La valutazione
processi
dei
svolge
una
funzione
regolativa
37
Sistema di valutazione
(Legge n. 169/08 e Regolamento applicativo)
Il monitoraggio dei risultati si attua mediante prove di verifica
iniziali, in itinere, finali:
Osservazioni sistematiche
Ascolto attivo in gruppo ed individuale
Prove di verifica degli OSA, mediante prestazioni autentiche dei
bambini, giochi, disegni, test
Feed-back dei genitori
Questionari somministrati ai genitori
Continuo monitoraggio degli esiti dell’azione formativa
Promuovono revisioni della mediazione didattica e degli stili
professionali dei docenti e la redazione di un Piano di
Miglioramento
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