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L’ANSIA
Crema, 20 Febbraio 2012
Ansia come ….
Lessico familiare
Prospettiva
evoluzionistica
Discorso psicologico
SFUMATURE
DIVERSE
Ansia come ….
Lessico familiare
• Preoccupazione
•Apprensione
•Affanno
Ansia come ….
Discorso psicologico
Condizione emotiva di
inquietudine
momentanea o duratura,
caratterizzata da una
complessa
combinazione di
elementi somatici,
cognitivi e
comportamentali,
originata da fattori
stressanti di diverso tipo
Ansia come ….
Prospettiva
evoluzionistica
Reazione adattiva
funzionale nella
filogenesi della specie
La capacità di prevedere potenziali
pericoli ha rivestito un importante
significato per l’uomo del passato,
costretto a vivere in ambienti ricchi di
pericoli
C. Darwin
Basso livello di ansia
• Aumento della velocità associativa
• Aumento della velocità di apprendimento
• Migliore capacità di formare giudizi validi sulla
realtà
• Miglioramento dell’efficienza fisica
• Diminuzione del tempo di reazione agli stimoli
esterni
Miglioramento
della
performance
Alto livello di ansia
Rallentamento della velocità associativa
Apprendimento difficoltoso o impossibile
Restringimento del campo di coscienza
Destrutturazione della coscienza
BLOCCO
BLOCCO
MONOIDEISMO
STATO CONFUSIONALE
Impossibilità di rapporto e comunicazione tra soggetto
ansioso e mondo esterno
Scadimento della Performance/Patologia
Etimologia di ansia
agkein = stringere forte, strangolare
Linguaggio d’organo
- Nodo alla gola
- Stretta al cuore
Etimologia di ansia
I volti dell’Ansia nell’Antichità riscontrabili nella classificazione attuale
(Cicero – Sallustio – Seneca)
Anxietas =
Disposizione naturale, stato permanente … tratto
d’ansia, personalità
Angor =
Tormento momentaneo, condizione emotiva vissuta in
un momento particolare e circoscritto.
Pavor=
Terrore, crisi di panico animata da Pan –
Timor=
Cum timore expectare … ansia dell’attesa, ansia di
separazione
Trepidatio=
Inquietudine diffusa, generalizzata
L’ansia è un’emozione che possiede una capacità
dinamica, in grado di modificare il comportamento del
soggetto in modo improvviso o progressivo.
Dal punto di vista filogenetico l’ansia appare tra le
risposte fondamentali per la conservazione della specie:
Stato d’allarme,
Percezione del pericolo,
Reazione di lotta o fuga.
1
Terminologia ed Epidemiologia
Numerose esperienze umane quali:
inquietudine,
paura,
spavento,
terrore,
vergogna,
senso di colpa,
vengono genericamente indicate con il termine di ansia.
2
Terminologia ed Epidemiologia
Nella letteratura italiana i vari termini hanno mantenuto una
distinzione discretamente chiara.
PAURA: si caratterizza per la presenza
riconoscibile, spazio-temporalmente definito.
di
un
oggetto
ANGOSCIA: ha carattere accessuale, in cui sono particolarmente
intensi i sintomi somatici e si accompagna a una certa
compromissione delle capacità di reazione psico-fisica del
soggetto.
PANICO: ansia invasiva, accompagna la sensazione di avere
preclusa ogni via di scampo e comporta una grave
disorganizzazione delle funzioni psichiche fino alla totale
paralisi dell’Io, che blocca le capacità di reazione e di difesa.
3
Terminologia ed Epidemiologia
Nei Paesi Occidentali si assiste ad un grande aumento
delle sindromi ansiose e depressive.
Ciò può essere legato in parte
riconoscimento di tali condizioni.
ad
un
miglior
Statistiche di vari Paesi riconoscono che circa il 50 % dei
pazienti che si recano da un medico generico presentano
disturbi emotivi.
Il 10-12 % di questi soggetti viene poi inviata ad
un’assistenza specialistica psichiatrica.
4
Terminologia ed Epidemiologia
La “Nevrosi d’ansia” costituisce nei paesi più sviluppati la
più comune fra le forme di nevrosi.
Negli Stati Uniti, Inghilterra, Svezia è stata rilevata la
prevalenza del 2-5 % nella popolazione normale, e del 1014 % nei cardiopatici.
Gli stati ansiosi rappresentano il 27 % di tutti i casi di
consultazione psichiatrica, secondo uno studio britannico.
5
Terminologia ed Epidemiologia
Nella società attuale esistono fattori sostanziali di
diversità rispetto a quella che l’ha preceduta (dagli anni
‘20 ai ’60) per quanto riguarda:
 l’evoluzione del costume e dei livelli di vita,
 il rapido incremento della tecnica delle comunicazioni,
 la contestazione dei valori etici e familiari,
nel passato ben più rassicuranti.
6
Terminologia ed Epidemiologia
Studi di socio-psichiatria hanno dimostrato l’importanza
fondamentale di alcuni fattori nel determinismo dell’ansia:
a)Rapidi mutamenti di status, sia in senso orizzontale
(migrazione, emigrazione), sia in senso verticale (decrementi o
incrementi di status economico, di potere, di prestigio o
responsabilità);
b)La grande esposizione ad ogni tipo di stress psicosociale oltre
che fisico (lavoro, alimentazione, malattie). La nostra epoca si
caratterizza per la rapidità dei cambiamenti e delle
trasformazioni nelle abitudini di vita individuali, familiari e
sociali. Tutti questi eventi hanno creato un complesso di stressor
psicosociali che rendono fragili le capacità di adattamento
psicologico dell’uomo.
1
Fenomenologia dell’ansia
La tensione emotiva fisiologica si manifesta con aumento
della vigilanza, dell’attenzione e dell’utilizzo delle tracce
mnesiche, cioè un aumento di tutti quei meccanismi che
rendono l‘individuo pronto nel tempo, nello spazio, nel
rapporto interpersonale ad esprimere un valido rapporto
di realtà: tale tensione emotiva è chiamata ANSIA
FISIOLOGICA.
2
Fenomenologia dell’ansia
Dalla tensione emotiva fisiologica si può passare ad uno
STATO di INQUIETUDINE e, in una fase successiva, ad
un’ANSIA PATOLOGICA che si configura come un aumento
abnorme della tensione emotiva.
Ciò appare quando il soggetto avverte uno stimolo, non
ben definibile mediante le funzioni cognitive, che
costituisce minaccia, pericolo o attacco all’integrità del
Sé o di una parte del Sé che egli ritiene essenziale.
3
Fenomenologia dell’ansia
ANSIA LIBERA o FLUTTUANTE:
Può essere considerata lo stato ansioso nella sua forma più pura,
intesa come sentimento soggettivo penoso, dilagante e privo di
motivazioni coscienti, accompagnato da un corteo di sintomi
vegetativi e tendente a coinvolgere tutta la personalità.
È frequente nei bambini, quando le capacità cognitive non sono
adeguatamente sviluppate; in quest’epoca le sensazioni
generano delle percezioni e delle rappresentazioni che restano
mal delimitate poiché ancora non sono chiari gli ambiti del reale
e del fantastico.
4
Fenomenologia dell’ansia
ANSIA ENGRAMMATICA:
È una forma d’ansia che si connota per l’esistenza di un
contenuto idetico definito, anche se a volte tale
contenuto ha subito una trasformazione psichica come
accade nella nevrosi fobica e in quella ossessivocompulsiva.
Tenendo presente che ogni stato di ansia è legato ad un
conflitto, occorre sempre ricercare il nucleo ideativo
d’origine, alla base del conflitto intrapsichico o
interrelazionale.
5
Fenomenologia dell’ansia
In ogni caso l’ansia si origina in 3 situazioni che si possono
schematizzare:
MINACCIA
PERICOLO
ATTACCO
All’integrità dell’IO
Queste 3 situazioni, a loro volta, determinano:
Minaccia
Stato
d’allerta
Inquietudine
Pericolo
Insicurezza
Ansia
Angoscia
Inadeguatezza
Ansia
Panico
Incapacità
Depressione
Attacco
La “minaccia” è rappresentata da elementi esterni, la cui
valutazione è ricca di soggettività; in questa situazione la
risposta è costituita da uno stato di “all’erta”
caratterizzato da inquietudine e instabilità motoria.
Quando negli elementi esterni è più oggettivamente
riconoscibile un “pericolo”, la risposta è un senso di
“insicurezza” legata al dubbio di non avere ad immediata
disposizione gli strumenti idonei ad opporsi al rischio che
il pericolo rappresenta.
Nella situazione di “attacco” il soggetto avverte
l’”inadeguatezza” delle proprie capacità di controffensiva
rispetto all’entità dello stimolo, per cui l’ansia si fa più
invasiva, fino al panico che scardina tutte le capacità di
difesa, sino alla paralisi.
L’ansia è un’emozione dinamica: è rapida nel prodursi,
talvolta è anche rapida nello scomparire, ma tenace nel
ricomparire.
Il risultato di queste operazioni può sfociare in due
immediate soluzioni:
-Affrontare lo stimolo, lottare: FIGHT
-Evitamento, allontanamento, fuga: FLIGHT.
La Storia dell’Ansia
La storia dell’ansia è complessa e, soprattutto, discontinua.
Mentre i sintomi ed i segni cardine delle entità cliniche che oggi
definiamo “nevrosi” o “disturbi d’ansia” erano stati osservati
già in epoca molto antica; l’unità nosografica di questi disturbi
è acquisizione recente.
Un ostacolo storico alla comprensione e considerazione
psichiatrica di tali disturbi deriva dalla visione di tipo morale
e/o religiosa (piuttosto che medica) dei problemi psichici, che
per lunghi periodi della storia dell’uomo ha considerato disturbi
come l’isteria, l’ansia, l’angoscia come forme di possessione
divina o demoniaca, piuttosto che come sentimenti connaturati
all’essere umano, espressione del suo naturale smarrimento
terreno.
Le prime osservazioni di sintomi
“nevrotici” è dovuta a Ippocrate di
Chio (V secolo a.C.). Egli individuò
l’isteria
come
entità
morbosa,
attribuendone la causa al libero
movimento
dell’utero
nel
corpo
femminile, che impediva le normali
funzioni dell’organismo. Descrisse gran
parte dei sintomi classici: cefalee,
convulsioni, paresi, bolo isterico.
Inoltre, per quanto non formulasse
esplicitamente
l’idea
di
un
collegamento tra isteria e sessualità,
suggeriva il matrimonio come “terapia”
per le isteriche nubili.
Sempre ad Ippocrate dobbiamo
la prima descrizione di una
fobia: la fobia per i ponti
(gefirofobia).
Nel quinto libro del trattato
“Delle epidemie”, Ippocrate
descrive il caso di un uomo che
era colto da paure al momento
di attraversare un ponte,
oppure di costeggiare un
precipizio o di passare sopra
una fossa.
Nella medicina ellenistica e, più tardi, in quella latina, i
fenomeni psicopatologici osservati e descritti con maggior
cura rimangono costantemente quelli correlati alla
depressione o ai deliri.
I medici antichi tendono a trovare per queste malattie
un’origine organica e fioriscono le teorie più svariate sugli
“umori” corporei, sulla umidità e secchezza del cervello e
così via.
LA TEORIA
degli UMORI
Areteo di Cappadocia,
vissuto a Roma nel I secolo
d.C., oltre ad essere colui
che inventò il termine
diabete e descrisse per
primo la Melancolia ed il
Disturbo Bipolare, fu il
primo
a
descrivere
dettagliatamente
le
manifestazioni
sintomatologiche
dell’isteria.
Anche Galeno, che nel II
secolo d.C. produsse la
sintesi più vasta della
medicina antica, aderì alle
tesi “uterina” dell’origine
dell’isteria.
La disgregazione della civiltà classica, l’avvento del
cristianesimo e la contaminazione dell’originale pensiero
cristiano con elementi di misticismo orientale condussero a un
proliferare di demonologie, che stanno alla base della
concezione predominante dei disturbi mentali nella tarda
antichità e nel medioevo:
L’intreccio tra psicopatologia e fenomeni sociali assume
dimensioni preponderanti con la stregoneria, che fu
praticata in tutta l’Europa nei secoli che vanno dall’alto
medioevo fino al Settecento.
Accanto a manifestazioni di esaltazione collettiva sono
evidenti, nei resoconti dei processi di stregoneria, sintomi
in gran parte riportabili a manifestazioni isteriche.
Di particolare interesse tutti quei casi di “isterismo
epidemico” documentati nella letteratura dell’epoca:
Il tarantismo
Epidemie di
possessione
Il ballo di San Vito
La tesi della possessione fu accettata anche dai maggiori
medici del Rinascimento: Cardano, Parè, Zacchia, Willis.
Ma, accanto all’isteria dovuta all’intervento diabolico,
medici come Zacchia distinguevano un’isteria “naturale”,
di esclusiva competenza medica.
Gli studi secenteschi di Kircher sul “magnetismo animale”
furono sviluppati nel settecento da Mesmer (1733-1815),
conducendo ad un
fiorire di terapie basate sulla
suggestione.
L’Ottocento vide una ripresa degli studi medicopsichiatrici, che a lungo procedettero paralleli a quelli sul
“magnetismo” e sull’ipnotismo, per poi confluire in un
tronco comune alla fine del secolo.
Fu il filosofo Kierkergaad a descrivere la “malattia
mortale” dell’uomo, ovvero l’angoscia depressiva.
Per lui il termine “malattia” vale soltanto come metafora,
ma una tale visione avrà influenze importanti anche sul
pensiero psichiatrico.
Nella prima metà dell’800 Esquirol descrive casi clinici che
oggi sarebbero definiti di “nevrosi fobico e ossessiva”.
È però Westphal che traccia per la prima volta una linea di
demarcazione tra fobia ed ossessione e descrive nei
dettagli una fobia specifica, che denomina “agorafobia”.
Charcot, neurologo della Salpetrière, studiò in profondità
l’isteria, sostenendo una teoria interamente psicogenetica
dell’isteria.
Nel frattempo James iniziava a studiare l’ansia dal punto
di vista scientifico
Nei primi del Novecento, Pierre Janet considera i fattori
inconsci nella genesi dei sintomi nevrotici ed inizia a
considerare la storia premorbosa dei pazienti come
dimensione essenziale della psicopatologia.
Secondo l’Autore ogni essere umano nasce con un
quantum
di
energia
psichica,
geneticamente
determinata. Gli eventi traumatici, le situazioni
stressanti, patologie somatiche, diminuiscono la
quantità di energia psichica disponibile.
Quando l’energia diminuisce sotto un valore critico, può
condurre a due situazioni fondamentali:
-Essere
percepita
(psicastenia),
direttamente
dal
soggetto
-Sfuggire al controllo dell’Io attraverso la dissociazione
(isteria).
La psichiatria descrittiva europea
del Novecento prende le mosse
dall’opera di Kraepelin (“Trattato di
Psichiatria”, 8° Ed., 1909).
Egli distingue le due grandi psicosi:
-Dementia praecox
-Psicosi maniaco-depressiva
Con minor definizione individua una
serie di quadri non psicotici che
comprendono
gli
stati
fobici,
ossessivi, isterici, nevrastenici.
Anche Bleuler, nel suo “Trattato”
(1911), include i quadri nevrotici
all’interno delle “reazioni morbose
psicogene”,
contrapposte
alle
grandi psicosi.
La storia della psichiatria del XIX secolo segue due grandi
direttive:
-La prima è l’evoluzione del trattamento dei malati di
mente verso un approccio sempre più umano e
terapeutico,
-La seconda è rappresentata dalla scoperta dell’inconscio.
L’opera di Freud (1856-1939) viene così ad essere il coronamento
di questo percorso e punto di partenza della psichiatria del ‘900.
L’interesse di Freud per le nevrosi risale al suo internato presso
Charcot.
Il libro che ne deriva, “Studi sull’isteria”, è il primo di una serie di
studi clinici in cui Freud definisce le linee della sua concezione
delle nevrosi: “Il caso di Dora” (isteria), “Il piccolo Hans”
(complesso di Edipo), “L’uomo dei topi” (nevrosi ossessiva).
La concezione freudiana sull’origine e sulla
patogenesi delle nevrosi definisce alcuni punti
fondamentali
rimasti
stabili:
1.
2.
3.
4.
Le nevrosi sono disturbi psicogeni,
A tutte le nevrosi è sotteso un conflitto,
Il conflitto nevrotico ha sede nell’inconscio,
Riportare il conflitto alla coscienza è essenziale per
la terapia della nevrosi.
Nella
più
matura
formulazione
freudiana
(1923).
Il
conflitto
all’origine della nevrosi è concepito
come conflitto tra due istanze
psichiche:
-l’ES, che riunisce l’insieme delle
pulsioni istintuali,
-e il Super-Io, che assomma le censure
derivate
dall’ambiente
e
successivamente interiorizzate.
Teatro di questo scontro è l’Io,
l’istanza psichica cosciente, che per
non soccombere al conflitto mette in
opera meccanismi di difesa, primo fra
tutti la rimozione, che impedisce ai
conflitti di accedere al campo della
coscienza.
Secondo Freud tutti i conflitti
hanno
un’origine
sessuale:
quando l’energia sessuale, o
libido, non può trovare giusta
espressione, si esprime sotto
forma di ansia, ed è proprio per
opporsi all’ansia che l’Io ricorre ai
meccanismi di difesa, costituendo
quel “compromesso” che è il
sintomo nevrotico.
Nel corso degli ultimi 20 anni si è fatta strada la tendenza
alla scomparsa, nella nosografia del DSM IV TR (e nel
prossimo DSM V), del concetto di nevrosi e psiconevrosi e
la parallela valorizzazione dell’autonomia nosografica dei
disturbi d’ansia, facendo dell’ansia stessa l’eponimo di
tutta la serie dei fenomeni ad essa connessi.
CLINICA
dell’ANSIA
APPARATO MUSCOLARE
 Dolori muscolari
 Senso di stiramento
 Irrigidimento
 Contrazioni cloniche
 Denti serrati
 Voce tremula
 Aumento del tono muscolare
ORGANI DI SENSO
 Ronzii auricolari
 Visione confusa
 Vampe di caldo e di freddo
 Senso di debolezza
 Sensazioni di bucature
 Tachicardia
 Palpitazioni
 Dolori al petto
 Pulsazioni vasali
 Senso svenimento
 Sospiri
 Dispnea
 Senso di peso o di costrizione al torace
 Senso di soffocamento
 Sospiri
 Dispnea
 Difficoltà a deglutire, Flatulenza
 Dolori addominali, Pirosi
 Senso di pienezza, Nausea
 Vomito, Borborigmi
 Meteorismo
 Perdita di peso
 Stipsi
 Pollachiuria, Stimolo alla minzione
 Amenorrea
 Menorragia
 Comparsa di frigidità
 Ejaculatio praecox
 Perdita della libido
 Impotenza
 Secchezza delle fauci
 Rossore
 Pallore
 Tendenza a sudare
 Vertigini
 Cefalea
 Piloerezione
 Teso, non rilassato
 Irrequieto (muove le mani,
batte le dita, tic)
 Inquieto (cammina avanti e
dietro)
 Tremore delle mani
 Ciglia corrugate, Facies da
sforzo
 Aumentato tono muscolare
 Sospiri, Volto pallido
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Ingoia
Eruttazione
Tachicardia a riposo
Più di 20 respiri al minuto
Cloni tendinei
Tremore
Pupille dilatate
Esoftalmo
Sudorazione
Ammiccamento
SINTOMATOLOGIA OBIETTIVA DELL’ANSIA
TENSIONE MOTORIA
IPERATTIVITÀ DEL SISTEMA
NERVOSO AUTONOMO

Tremori-mioclonie

Dispnea

Sensazione di instabilità

Palpitazioni o tachicardia

Tensione muscolare

Dolore

Irrequietezza motoria

Facile affaticabilità
Sudorazione o mani fredde e
umide


Secchezza delle fauci
Vertigini o sensazione di
testa vuota

Nausea, diarrea o altri
disturbi addominali


Vampate di calore o brividi

Minzione frequente
Difficoltà a deglutire o
sensazione di nodo alla gola

VIGILANZA ED ATTENZIONE
Sentirsi sovraeccitato con i
nervi a “fior di pelle”

Riflesso del trasalimento
esagerato

Difficoltà di concentrazione o
sensazione di testa vuota


Irritabilità

Insonnia
• Stato emotivo a contenuto spiacevole associato a
condizione di allarme e di paura, che insorge in assenza di
un pericolo reale oppure è sproporzionata di fronte allo
stimolo scatenante
• Reazione emotiva ubiquitaria comune a tutti (ansia
fisiologica)
• Ansia patologica: ansia generalizzata, attacco di panico,
fobie, ossessioni e compulsioni
• “Ieri ho vietato a mio figlio di andare a giocare a
pallone. Non avrei resistito sapendolo fuori casa;
già mi immaginavo una disgrazia”.
• “Quando sono interrogato a scuola non riesco mai
ad essere lucido come quando faccio un compito
scritto. Avverto un’emozione interiore che talvolta
mi confonde”
• “Deve farmi sapere se mi assumerà. Non resisto
nell’attesa e non vedo l’ora di poter iniziare
quell’attività”
Tratto da:Trattato Italiano di Psichiatria, Masson, Milano,
1999
Malattie fisiche che possono simulare l’ansia
•
•
•
•
•
•
Eccessivo uso di caffeina
Tireotossicosi, malattia delle paratiroidi
Ipoglicemia
Astinenza da alcool o droghe
Feocromocitoma, sindrome carcinoide
Aritmie cardiache, malattia della valvola
mitrale
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of
mental health: Anxiety. BMJ, Jun
1997; 314: 1886
DISTURBI D’ANSIA
1 DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO
1.1 CON AGORAFOBIA
1.2 SENZA AGORAFOBIA
2 DISTURBI FOBICI
2.1 AGORAFOBIA SENZA ATTACCHI DI
PANICO
2.2 FOBIA SPECIFICA
2.3 FOBIA SOCIALE
DISTURBI D’ANSIA
3 DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
4 DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS
5 DISTURBO ACUTO DA STRESS
6 DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO
7 DISTURBO D’ANSIA DOVUTO A CONDIZIONE
MEDICA GENERALE
8 DISTURBO D’ANSIA INDOTTO DA SOSTANZE
9 DISTURBO D’ANSIA NAS
CLINICA
Attacco di panico
Insorgenza acuta (nell’ arco di 10’) di 4 o più dei seguenti sintomi:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
sudorazione
tremori fini o a grandi scosse
dispnea o sensazione di soffocamento
sensazione di asfissia
dolore o fastidio al petto
nausea o disturbi addominali
sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di
svenimento
derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere
distaccati da se stessi)
paura di perdere il controllo o di impazzire
paura di morire
parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
brividi o vampate di calore
CLINICA
Disturbo da Attacchi di Panico
Diagnosi
• Ricorrenti inaspettati attacchi di panico (cioè, senza specifici
stimoli)
• Preoccupazione riguardante altri attacchi (fobofobia)
• Preoccupazioni riguardanti le conseguenze possibili degli
attacchi (perdita del controllo, “impazzire”)
• Cambiamenti nel comportamento in relazione agli attacchi
Escludere i seguenti
• Intossicazione acuta o astinenza da alcool, caffeina o sostanze
illecite (amfetamine, cannabis, cocaina)
• Epilessia
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of
mental health: Anxiety. BMJ, Jun
1997; 314: 1886
CLINICA
Fobie Specifiche (isolate)
Diagnosi
• Paura estrema, persistente e irragionevole
• Stimolata all’apparire di uno specifico oggetto o situazione
• Specifici oggetti comprendono:
– Animali (ragni, serpenti)
– Ambienti naturali (altezze, acqua, temporali)
– Sangue, iniezioni, ferite (possono provocare gravi risposte vasovagali con svenimento)
• Situazioni specifiche –guidare, volare, gallerie, ponti, spazi
chiusi
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of
• Condotte di evitamento
mental health: Anxiety. BMJ, Jun
1997; 314: 1886
CLINICA
Agorafobia
Diagnosi
• Ansia in situazioni dove la fuga è difficile o dove è
impossibile trovare aiuto immediato
• Paura di situazioni specifiche, quali
–
–
–
–
Trovarsi soli in casa
Trovarsi nella folla
Trovarsi sui trasporti pubblici
Trovarsi su ponti, ascensori
• Evitamento attivo delle situazioni temute, o, laddove
esposti, comparsa di una grave ansia
• Limitazione del funzionamento (come fare spese, lavoro,
vita sociale)
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of
mental health: Anxiety. BMJ, Jun
1997; 314: 1886
CLINICA
Fobia Sociale
•
•
•
•
•
•
Diagnosi
Estrema, persistente paura delle situazioni sociali
Paura dell’umiliazione o dell’imbarazzo
L’esposizione provoca estrema ansia
La paura è riconosciuta come eccessiva e
irragionevole
Evitamento delle situazioni
Ansia anticipatoria
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of
mental health: Anxiety. BMJ, Jun
1997; 314: 1886
CLINICA
Disturbo Ossessivo-Compulsivo
- ossessioni o compulsioni ricorrenti
- tale da far impiegare tempo (più di 1 ora al giorno) o da causare
disagio
- la persona ha riconosciuto sono eccessive o irragionevoli
Compulsioni
Ossessioni
Pensieri, impulsi o immagini
ricorrenti, persistenti e intrusivi
– vissuti
come
inappropriati
intrusivi
o
– causano ansia o disagio marcati
– contenuto spiacevole, terrificante,
oscuro o aggressivo
– riconosciuti come prodotto della
propria mente (e non imposti
dall’esterno come nell’inserzione
del pensiero)
La persona tenta di ignorare o di
sopprimere tali pensieri, impulsi o
immagini, o di neutralizzarli con
altri pensieri o azioni
Comportamenti ripetitivi (per es.,
lavarsi le mani, riordinare,
controllare), o azioni mentali (per
es., pregare, contare, ripetere
parole mentalmente)
– la persona si sente obbligata a
mettere in atto in risposta ad
un’ossessione
– secondo regole che devono essere
applicate rigidamente
– non collegati in modo realistico
con il loro scopo esplicito, oppure
chiaramente eccessivi
Disturbo Post-traumatico da stress (PTSD)
Diagnosi:
•Stress di estrema gravità
•Torpore emotivo, inizialmente distacco emotivo
•Intrusivi flash-backs, ricordi vividi, incubi ricorrenti
•Distress se ri-esposti alla situazione, fino all’evitamento di
circostanze simili
•Ipervigilanza e iperreattività
•Amnesia psicogena, insonnia, irritabilità, ridotta
concentrazione, distraibilità, diminuito interesse, umore
pessimistico
La gravità è determinata da
•Problemi premorbosi mentali o psicologici
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of
•Stress simili ripetuti
mental health: Anxiety. BMJ, Jun
1997; 314: 1886
CLINICA
Disturbo post-traumatico da stress
A. Esposizione ad un evento traumatico
B. L’evento viene rivissuto in modo
persistente
C. Evitamento di stimoli che possano
ricordare l’evento e attenuazione della
reattività generale
D. Aumentata reattività (arousal)
CLINICA
Fattori di vulnerabilità:
•
Trauma infantile
•
Tratti di personalità borderline, paranoide,
dipendente o antisociale
•
Inadeguato sistema di supporto
•
Vulnerabilità genetica a malattie psichiatriche
•
Recenti cambiamenti stressanti
•
Eccessiva assunzione di Alcol
•
Alessitimia
CLINICA
•
In soggetti giovani può seguire al trauma un
arresto dello sviluppo emozionale
•
In soggetti adulti si può verificare una
regressione emotiva
In entrambi i casi è frequente che gli individui non
siano poi più in grado di utilizzare gli stati emotivi
interni come segnali e vi è la tendenza allo sviluppo
di forme di somatizzazione
CLINICA
Ansia generalizzata
Stato d’ansia persistente che si caratterizza per un’attesa
apprensiva, eccessiva ed irrealistica con marcate
preoccupazioni per svariate circostanze esistenziali ed
anticipazione pessimistica di eventi negativi
CLINICA
Disturbo d’ansia generalizzato
• Persistente (>6 mesi) ansia “libera fluttuante" o
apprensione
• Sonno disturbato (insonnia precoce e centrale,
che non concede il riposo)
• Tensione muscolare, tremori, impossibilità di
rimanere “fermi”
• Iperattività
autonomica
(sudorazione,
tachicardia, dolore epigastrico)
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of
mental health: Anxiety. BMJ, Jun
1997; 314: 1886
EZIOLOGIA

Nella scorsa decade, la ricerca ha
fatto luce sui sistemi/circuiti neurali e
sulla biologia molecolare che
sottostanno a tante delle
manifestazioni d’ansia e che mediano
le azioni dei farmaci ansiolitici
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of
mental health: Anxiety. BMJ, Jun
1997; 314: 1886
EZIOLOGIA

Gli stimoli, percepiti come potenzialmente
pericolosi sulla base di un apprendimento precedente
(paura condizionata), sono processati da vie che
portano dal talamo e dalla corteccia sensoria a
strutture limbiche specifiche, in particolare
l’amigdala e l’ippocampo, che sono critici per
l’iniziazione e la mediazione delle risposte acquisite
alla paura

Un recente studio di neuro-imaging ha dimostrato
che l’attivazione fisiologica dell’amigdala ha luogo
quando un soggetto presenta una faccia impaurita
anche se il soggetto non ha una conscia consapevolezza
di avere tale espressione facciale !
Tratto da: Neuroanatomical Hypothesis of Panic Disorder, Revised. JM.
Gorman, JM. Kent, GM. Sullivan, JD. Coplan. Am J Psychiatry 157:4, April 2000
EZIOLOGIA
• Scimmie con lesioni a livello della
amigdala non mostrano più paura dei
serpenti
• Gatti con simili lesioni non hanno più
paura dei cani!
EZIOLOGIA
• Specifici neuroni dell’amigdala e dell’ippocampo
proiettano largamente in gruppi di cellule che
partecipano
nelle
risposte
fisiologiche
e
comportamentali associate con sentimenti di paura
e con ansia
• Queste cellule si trovano in regioni dell’ipotalamo e
del tronco cerebrale che mediano le risposte
autonomiche del sistema simpatico e parasimpatico,
nell’area del nucleo ipotalamico paraventricolare
che attiva il sistema glucocorticoide e a livello di
gruppi di cellule mono-aminergiche nel tronco
cerebrale che sono coinvolte nelle risposte
comportamentali dell’arousal (risveglio, accensione,
eccitamento sessuale) e del priming (accensione,
preparazione)
EZIOLOGIA
Neurotransmettitori implicati
• Acido glutamato-aminobutirico (GABA)
• Serotonina
• Norepinefrina
• Fattore di rilascio della corticotropina
EZIOLOGIA
• E’ stata dimostrata una somiglianza notevole tra le
conseguenze
fisiologiche e comportamentali della
risposta allo stimolo di paura condizionata e l’attacco di
panico
• Negli animali, queste risposte sono mediate da un “fear
network” (rete di paura) nel cervello che ha il suo
centro nell’amigdala ed include l’ippocampo e la
corteccia mediale pre-frontale
• Proiezioni dall’amigdala all’ipotalamo e al tronco
dell’encefalo spiegano molti dei segni osservati della
risposta alla paura condizionata
Tratto da: Neuroanatomical Hypothesis of Panic Disorder,
Revised. JM. Gorman, JM. Kent, GM. Sullivan, JD. Coplan.
Am J Psychiatry 157:4, April 2000
EZIOLOGIA
• Evidenze convergenti suggeriscono che fattori ereditari
ed eventi di vita stressanti, in particolare durante la
prima infanzia, possano essere responsabili dell’
esordio del disturbo di panico
• I farmaci, in particolare quelli che influenzano il
sistema serotoninergico, sembrano essere in grado di
desensibilizzare il “network fear” a partire dall’
amigdala attraverso le sue proiezioni all’ ipotalamo ed
al tronco dell’ encefalo
• I trattamenti psicosociali efficaci possono inoltre
ridurre la paura contestuale e le errate attribuzioni
cognitive a livello della corteccia pre-frontale e dell’
ippocampo
Tratto da: Neuroanatomical Hypothesis of Panic Disorder,
Revised. JM. Gorman, JM. Kent, GM. Sullivan, JD. Coplan.
Am J Psychiatry 157:4, April 2000
TRATTAMENTO
Gestione del paziente ansioso
• Rassicurazione
• Farmaci: antidepressivi, sedativi
• Psicoterapia
Tipi di azione delle BDZ
Tutte le BDZ condividono almeno quattro tipi di
effetti comportamentali o clinici connessi tra
loro:
 Ansiolitica
Sistema limbico
 Ipnotica
Tronco encefalico
 Anticonvulsivante
Mesencefalo-diencefalo
 Miorilassante
Corteccia-sottocorteccia
Cosa possiamo facilmente evitare
nel trattamento con le BDZ
 Intossicazione
 Scalare
gradualmente
 Dipendenza-sindrome
da sospensione
 Usare secondo
prescrizione per
tempi adeguati
 Effetto rebound
 Controllare i
pazienti che
abusano sostanze
Efficacia e utilità di vari interventi nei disturbi d’ansia
BDZ
(Alprazolam)
SSRI
Triciclici
IMAO
CBT
Altre
psicoterapie
Inibizione attacchi di panico
(trattamenti a breve termine)
+++
+++
+++
+++
+++
+/-
Rapidità della risposta antipanico
+++
+
+
+
+
+/-
Inibizione attacchi di panico
(trattamenti a lungo termine)
+++
+++
+++
+++
+++
+/-
Inibizione dell’ansia anticipatoria
+++
+
+
++
+++
+/-
Inibizione dell’evitamento fobico
++
++
++
++
+++
+/-
Mantenimento effetto antipanico
post-trattamento
+++
+++
+++
+++
+++
+/-
+
+++
+++
+++
+/-
+/-
Miglioramento qualità di vita
+++
++
+
+
+++
+/-
Mancanza di tolleranza
+++
+++
+++
+++
+++
+/-
Permanenza in trattamento
+++
++
+
+
+++
+++
Parametro di valutazione
Efficacia antidepressiva
CBT=terapia cognitivo-comportamentale
Tratto da “Il disturbo da attacchi di panico”. A cura
di M. Eandi, C. Mencacci, C. Munizza, S. Nieddu
L’ansia come manifestazione di altro
• depressione
• disturbi di stress legati ad un trauma
(trauma-related stress disorders)
• disturbi di personalità, quali il disturbo di
personalità ossessivo–compulsivo.
Tratto da:Anthony S Hale. ABC of
mental health: Anxiety. BMJ, Jun
1997; 314: 1886
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