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Sistema a ripartizione

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Sistema a ripartizione
IL SISTEMA PENSIONISTICO
Introduzione
Il sistema pensionistico è un meccanismo redistributivo che
trasferisce risorse correntemente prodotte dalla popolazione attiva a
favore di chi:
ha cessato l'attività lavorativa per ragioni di età anagrafica
(pensioni di vecchiaia) o di età contributiva (pensioni di
anzianità);
non è più in grado di partecipare al processo produttivo per una
sopravvenuta incapacità lavorativa (pensioni di invalidità);
pur non avendo mai fatto parte della forza lavorativa, è legato da
rapporti familiari con persone decedute che hanno fatto parte
della forza lavoro (pensioni ai superstiti);
è sprovvisto di qualunque forma di reddito e non è in grado di
lavorare (pensioni assistenziali).
Il sistema è finanziato dai contributi sociali, con gli squilibri fra entrate
e uscite finanziati da fiscalità generale.
Funzioni
Funzione assicurativa: il sistema restituisce all’individuo in età
anziana quanto l’individuo ha accantonato quando era attivo
assicurazione contro la caduta di reddito associata alla
cessazione dell’attività lavorativa;
associa il trattamento pensionistico ai contributi versati.
Funzione previdenziale: il sistema garantisce all'individuo il
mantenimento di un tenore di vita simile a quello raggiunto nella fase
terminale della vita lavorativa (purché abbia adeguatamente
contribuito al finanziamento del sistema)
implica una preferenza per le carriere caratterizzate da una
crescita salariale rapida.
Funzione assistenziale: la collettività assicura a tutti i cittadini un
reddito adeguato ad una esistenza dignitosa
richiede una dissociazione tra contributi versati e pensioni
percepite in modo da favorire i redditi bassi.
Equità
Equità attuariale: realizzata quando a tutti gli individui è
garantito lo stesso tasso di rendimento interno (= tasso
che eguaglia in un dato istante di tempo il VA dei contributi
versati al VA del flusso di pensioni).
Equità previdenziale: realizzata quando a tutti gli individui, a
parità di durata della vita lavorativa, viene garantito lo stesso
tasso di sostituzione (= Pensione/Ultima retribuzione).
Equità assistenziale: realizzata quando tutti gli individui
possono raggiungere lo stesso livello di reddito minimo.
Giustificazioni intervento pubblico
Perché l’operatore pubblico si assume il compito di erogare le
pensioni?
PROBLEMI INFORMATIVI che non permettono di valutare
correttamente la gestione del risparmio previdenziale da
parte degli intermediari finanziari e quindi la loro solvibilità di
lungo periodo.
FALLIMENTO DEI MERCATI ASSICURATIVI che non possono
garantire copertura con rischi non indipendenti (inflazione).
INADEGUATEZZA DEGLI STRUMENTI DI RISPARMIO.
Questo non è il caso attuale dei paesi come l'Italia.
Classificazione base:
modalità di finanziamento
Esistono due periodi: lavoro e pensione; e due generazioni:
lavoratori e pensionati.
Sistema a ripartizione: in ogni periodo il gettito contributivo
(somma dei contributi sociali versati) è destinato al
finanziamento delle prestazioni erogate nello stesso periodo: Ct
⇒ Pt: PATTO INTERGENERAZIONALE
Sistema a capitalizzazione: i contributi che ogni lavoratore
versa nel periodo di attività sono investiti sul mercato dei
capitali. La pensione corrisponderà al montante accumulato,
riscosso sotto forma di rendita: Pt+1= Ct(1+i): OTTICA
ASSICURATIVA
Notazione
Wt = monte salari al tempo t (al lordo dei contributi sociali);
n = tasso di crescita dell’occupazione;
m = tasso di crescita della produttività;
α = percentuale di contribuzione;
Wt+1 = Wt (1+n)(1+m) = monte salari al tempo t+1.
RP= retribuzione pensionabile; RL= ultima retribuzione.
r = tasso di rivalutazione delle retribuzioni, i=tasso di interesse sul mercato
MC = montante contributivo individuale; VA(P) = valore attuale pensioni
future
P=pensione media pro-capite, L=numero di anni di contribuzione.
e(L)=speranza di vita al pensionamento
Nl numero dei lavoratori attivi; NP numero di pensionati
Sistema a ripartizione
Contributi versati (e riscossi) al tempo t = Pensioni erogate al tempo
t: Ct = α Wt = Pt
Contributi versati (e riscossi) al tempo t+1= Pensioni erogate al
tempo t+1: Ct+1 = αWt+1 =αWt =(1+n)(1+m)= P+1 =
Il rendimento implicito (ottenuto dalla generazione che lavora e versa
contributi al tempo t e percepisce pensione al tempo t + 1) è:
Un sistema pensionistico a ripartizione garantisce un rendimento
implicito (circa) pari alla somma del tasso di crescita
dell'occupazione e della produttività.
Sistema a capitalizzazione
Contributi versati (e riscossi) al tempo t e investiti sul mercato
dei capitali al tasso i: Ct=αWt
Pensioni erogate al tempo t+1: Pt+1= Ct(1+i) = αWt(1+i).
Il rendimento è i.
Un sistema pensionistico a capitalizzazione garantisce un
rendimento pari al tasso di rendimento garantito sui
mercati dei capitali.
Il sistema a ripartizione garantisce un rendimento superiore al
sistema a capitalizzazione se n+m>i (inferiore se n+m<i).
Effetti sul risparmio
SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE: Poiché anche il risparmio
previdenziale è investito sul mercato dei capitali al tasso i, il livello
complessivo del risparmio effettuato in ogni periodo non è distorto
dall’esistenza del sistema pensionistico: il sentiero di accumulazione
di un sistema economico non è modificato.
SISTEMA A RIPARTIZIONE: Il risparmio previdenziale in ogni periodo
finanzia l’erogazione delle pensioni nello stesso periodo.
Il risparmio non è investito sul mercato dei capitali ⇒ il livello
complessivo del risparmio e l’accumulazione di capitale vengono
ridotti dall’introduzione del sistema pensionistico.
Ha il vantaggio di poter partire da subito
Effetto prima generazione: la prima generazione della fase di
avvio riceve la pensione senza avere versato contributi.
Determinazione delle prestazioni (1)
Determinazioni delle prestazioni (2)
Sistema a ripartizione/ metodo retributivo: P=bRpL (dove b è il
coefficiente di rendimento).
Se Rp=RL il tasso di sostituzione ( P/RL ) è bL. Realizza l'equità
previdenziale.
Se Rp è una media delle retribuzioni rivalutate:
Se r=m, i metodi di calcolo sono equivalenti
Se r>m, vengono penalizzati i profili salariali dinamici (m>r)
Determinazione delle prestazioni (3)
Sistema a ripartizione/metodo contributivo: MC=VA(P)
Dove r (tasso di capitalizzazione dei contributi) e rz (tasso di
sconto delle pensioni future) sono fissati per legge
Determinazione delle prestazioni (4)
Sistema a capitalizzazione: Come nel metodo contributivo,
MC=VA. Qui però i contributi sono versati sul mercato di
capitali. E' come prima, sostituendo r con i.
Criteri di giudizio
Rischi associati al sistema
Rischi nella fase di formazione del MC
Rischio di inadeguatezza dei rendimenti
Rischi nel periodo di pensionamento
Rischio di inflazione
Rischio demografico
Rischio salariale (cambia il rapporto monte
pensioni/monte salari)
Concetti di equilibrio
Equilibrio finanziario (entrate=uscite)
Equilibrio macroeconomico (MP/PIL)
Equilibrio equitativo
Rischio di inadeguatezza dei
rendimenti
Sistema a ripartizione: i contributi vengono rivalutati ad
un tasso che riflette le grandezze reali (m e n). C'è
poca volatilità.
Sistema a capitalizzazione: Il rischio di inadeguatezza
in questo sistema è molto concreto:
Rendimenti variabili
Rischio di perdite in conto capitale per inflazione
Rischio di inflazione
Sistema a ripartizione: coperto se sono previste
forme di indicizzazione delle pensioni al tasso di
inflazione
Sistema a capitalizzazione: rischio non
assicurabile (rischi correlati, necessario
intervento pubblico).
Rischio demografico (1)
NP
Nl
Rischio demografico (2)
P
Rl
Rischio salariale
Sistema a ripartizione:
il rischio è a carico dei giovani se le pensioni sono
indicizzate al tasso di crescita dei salari. In quel caso, P/R
rimane costante e un aumento dell'indice di dipendenza
implica un'aumento dell'aliquota contributiva di equilibrio.
Viceversa se le pensioni non sono indicizzate alla crescita dei
salari.
Sistema a capitalizzazione: A carico degli anziani poiché la
dinamica salariale degli attivi non influenza la dinamica delle
pensioni percepite.
Equilibrio
Equilibrio finanziario
Sistema a ripartizione: solo con aliquota
contributiva di equilibrio
Sistema a capitalizzazione: sempre
Equilibrio macroeconomico: dipende
Equilibrio equitativo: dipende
Riassumendo...
Il sistema italiano: storia
1919: introduzione previdenza obbligatoria per i dipendenti
privati (principalmente operai), in ritardo rispetto ad altri paesi
europei
1939: introduzione previdenza a favore dei superstiti
Anni 50-60: introduzione previdenza obbligatoria per impiegati,
coltivatori diretti e lavoratori autonomi
1969: introduzione pensione sociale per anziani privi di reddito
(assistenza)
1970: introduzione definitiva del sistema a ripartizione
1992: riforma Amato
1995: riforma Dini
Sistema pre-Amato (1)
Sistema essenzialmente pubblico:
Obbligatorietà
Ripartizione
Centralità dell’INPS
Ampia copertura
Ma disomogeneità dei trattamenti: INIQUITA’.
Oneri impropri
Finalità assistenziali
Finalità di politica industriale
Squilibri finanziari
Tasso di attività basso
Invecchiamento della popolazione
Sistema pre-Amato (2)
Metodo di calcolo retributivo: P = b L Rp, dove:
Rp = media degli stipendi degli ultimi 5 anni, rivalutati al costo
della vita
b=2% (max bL=80%)
Equità previdenziale
Indicizzazione
Inflazione
Tasso di crescita dei salari
Pensioni di vecchiaia
L≥15 anni
Età = 60 anni (55 anni)
Pensioni di anzianità
L≥35 anni
Riforma Amato
Obbiettivi di stabilizzazione macroeconomica
Riduzione di Np
Innalzamento dell’età per le pensioni di vecchiaia (65 – 60);
Aumento del periodo minimo di contribuzione (a 20 anni)
Riduzione di P
Rp = media delle retribuzioni dell’intera vita lavorativa (per i nuovi
assunti)
Sfavorisce le carriere dinamiche.
Discrezionalità (legge finanziaria) dell’indicizzazione al tasso di
crescita dei salari. (rimane indicizzazione all’inflazione).
Nessun intervento sulle pensioni di anzianità e su quelle di natura
assistenziale.
Riforma Dini (1)
Obiettivi: controllo spesa, stabilizzazione e incentivazione forme
integrative
Nuovo metodo di calcolo: sistema retributivo.
= 33% o 20%; r=media dei tassi di crescita del PIL nominale nei
cinque anni precedenti; rz=tasso di interesse di lungo periodo;
e(L)=calcolata su dati ISTAT.
Denominatore aggiornabile ogni 10 anni.
Riforma Dini (2)
Introduce maggiore flessibilità:
Minimo 57 anni, massimo 65 anni
Pensione crescente con età di pensionamento
Drastica riduzione del requisito minimo di anzianità contributiva: da
20 a 5 anni
Abrogate pensioni di anzianità
Indicizzazione all'inflazione: in genere solo parziale
Abolizione indicizzazione ai salari
Ridimensionamento istituti assistenziali:
Pensioni di invalidità: ridimensionate
Pensioni sociali: sostituite dall'assegno sociale.
Confronto (1)
Tassi di sostituzione:
Pre-Amato: a parità di anzianità contributiva, il TS è simile per
tutti: equità previdenziale.
Amato: inversamente proporzionali al tasso di crescita: no equità
previdenziale
Dini: crescenti con l'età di pensionamento e decrescenti per profili
salariali più dinamici che crescono più del PIL: no equità
previdenziale
Tassi di rendimento interno:
Pre-Amato: più elevati per profili salariali dinamici e minore età di
pensionamento: no equità attuariale
Amato: tassi ridotti per profili dinamici: ancora no equità attuariale
Dini: uguali per tutti: equità attuariale.
Confronto (2)
Rischio salariale e di inflazione
Pre-Amato: Indicizzazione totale delle pensioni: rischi tutti a
carico dei lavoratori
Amato: indicizzazione totale all'inflazione e discrezionale alla
crescita dei salari: rischio inflazione a carico dei lavoratori,
rischio salariale a carico dei pensionati.
Dini: ridotta indicizzazione all'inflazione, eliminata quella alla
crescita salariale: rischio inflazione su entrambe le categorie,
rischio salariale sui pensionati.
Equilibrio finanziario:con la riforma Dini l'aliquota contributiva è
fissata in modo da garantire un equilibrio di gestione.
Incentivi al posticipo della pensione: con la riforma Dini, chi va
in pensione più tardi ottiene una pensione più elevata.
Confronto (3)
Altre riforme
Riforma Maroni
Accelerazione del superamento delle pensioni di anzianità
Limiti di età: 60 anni donne, 65 anni uomini
Riforma Fornero
Ulteriore innalzamento dell’età anagrafica (66 anni per
uomini e donne e almeno 20 anni di contribuzione)
Abolizione pensioni anzianità e introduzione pensioni
anticipate
Esodati
Attuale schema per il metodo di
calcolo pensionistico
TFR
Silenzio assenso: dal 1° gennaio 2007, salvo esplicita volontà
contraria (6 mesi), il TFR maturando confluisce in un fondo
pensione (fondi chiusi, aperti, …)
Quote di TFR maturando che non confluiscono ad un Fondo
Pensione
Se l’azienda ha più di 49 dipendenti ⇒ INPS
Se l’azienda ha meno di 50 dipendenti ⇒ azienda
Problemi: per le aziende, perchè rinunciano a una fonte di
finanziamento a basso costo
Fondi pensione
In Italia a contribuzione definita:
ogni lavoratore è titolare di una posizione nell’ambito del fondo
alla quale confluiscono i contributi.
I versamenti contributivi periodici e i frutti dei contributi
accumulati danno luogo a un capitale che si trasforma in rendita
al momento della cessazione dell’attività lavorativa.
Rischio a carico del titolare del conto (come i sistemi pubblici a
capitalizzazione).
Alternativa: a prestazione definita: il beneficio pensionistico è fissato
sulla base di una formula che lega la prestazione al salario e al
numero di anni di contribuzione. Rischio all’impresa (come schemi a
ripartizione con metodo retributivo)
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