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DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO Art.28 Pag. 1 DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL’UOMO Art.28 Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati. Pag. 2 Ogni Stato è quindi tenuto a garantire quelli che sono stati definiti “diritti naturali” (cioè quelli che riguardano l’essere umano in quanto tale, a prescindere da nazionalità, razza, religione, etc.) e a rimuovere eventuali ostacoli che ne pregiudichino il pieno godimento. Pag. 3 Per poter garantire tutto ciò, ci deve essere: • collaborazione internazionale • rispetto della dignità umana. Abbiamo scelto questo articolo, perché racchiude tutti gli altri e, proprio per questo, rende più evidenti i grandi passi che ancora ci sono da fare perché i diritti menzionati trovino un’applicazione reale Pag. 4 La situazione della ex-Jugoslavia, alcuni anni dopo la morte di Tito e in prossimità della conclusione della Guerra fredda, è tragicamente esemplificativa della ripetuta violazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo Pag. 5 dal 1987 in poi riemersero le rivendicazioni etniche e nazionalistiche iugoslave, sorsero movimenti secessionisti contro la Serbia, nel giro di pochi mesi Slovenia e Croazia si dichiararono indipendenti. Pag. 6 In territorio bosniaco la guerra fu caratterizzata inizialmente da combattimenti di croati e bosniaci musulmani contro i serbo- bosniaci, poi vi furono scontri anche tra croati e bosniaci musulmani. Pag. 7 Questi capovolgimenti di alleanze, ai nostri occhi di adolescenti, rendono ancora più incomprensibile e assurda la follia della guerra. Pag. 8 Nel nostro percorso legato al progetto “Testimoni dei Diritti” abbiamo letto il “Diario di Zlata” di Zlata Filipovic: una testimonianza commovente delle condizioni di vita di Sarajevo durante la guerra. Pag. 9 Ci siamo accostati alle tristi storie di Suada e Olga, di Admira e Bosko, di Moreno Pag. 10 abbiamo avuto l’opportunità di riflettere e commuoverci sulle parole scritte, durante l’assedio alla città di Sarajevo, in alcune poesie di Izet Sarajlić Pag. 11 A tutti loro dedichiamo le nostre canzoni di pace che abbiamo suonato con gioia. Pag. 12 La visione del lungometraggio“Rata neće biti” (La guerra non ci sarà) di Daniele Gaglianone è stata molto interessante perché ci ha reso più chiara la questione della convivenza di più etnie e religioni. Pag. 13 Il regista fa una lunga intervista a Zoran Herceg, un ragazzo di Sarajevo che ha studiato in Italia. Ci hanno colpito le affermazioni di Zoran “…noi alla cavolata della convivenza ci credevamo sul serio… poi si è scoperto che eravamo gli unici a crederci”. Pag. 14 Nell'incontro di febbraio 2013 con l'ex senatore Marcenaro abbiamo visto un filmato del centro ICMP (International Commission on Missing Persons) di Tuzla, che raccoglie e cataloga resti umani ritrovati nelle fosse comuni dopo la guerra. Pag. 15 Questo filmato ha suscitato in noi ragazzi molti interventi e domande tra cui: “come si è potuti arrivare ad una situazione tale senza che ci fossero interventi efficaci e tempestivi da parte delle Organizzazioni Internazionali ?”. Pag. 16 Il senatore Marcenaro ha risposto ammettendo che esiste una responsabilità di chi ha considerato lontana dal cuore della civiltà la tragedia dei Balcani. Pag. 17 Ha dichiarato, in particolare, che la strage di Srebrenica rimarrà una macchia sulla coscienza democratica europea. Pag. 18 Ha ribadito che oggi è assolutamente necessario che si rafforzi il processo di riconciliazione attraverso la condivisione, nella verità, dell’analisi di quell’accaduto che “nessuno poteva immaginare”. Pag. 19 FINE Tutte queste riflessioni ci accompagneranno, tra poco, per le strade che percorreremo a Trieste, Zagabria,Sarajevo,Mostar,Spalato. Pag. 20 FINE