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Presentazione di PowerPoint
Aspetti Epistemologici dell’Informatica
Prof.ssa Stefania Bandini
Dott. Gianluca Colombo
Dott. Luca Mizar Federici
Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Comunicazione
Università di Milano-Bicocca
[email protected]. 02 6448 7835
[email protected] tel. 02 6448 7879
[email protected] tel. 02 6448 7857
Scienza, Fisica e cosmologia in Aristotele
Scienza, Fisica e cosmologia in Aristotele
Teoria delle Cause
Per un essere naturale
Causa efficiente:
Padre o il seme del padre
Causa materiale:
Mestruo della madre
Causa formale:
Forma del cavallo
Causa finale:
Forma del cavallo riprodotta nel figlio
Teoria delle Cause
Per un oggetto artificiale
Causa efficiente:
Scultore
Causa materiale:
Bronzo
Causa formale:
Cavallo reale
Causa finale:
Forma del cavallo riprodotta nel bronzo
Teoria delle Cause
Causa interna e causa esterna
Tra i due esempi vi sono analogie ma anche differenze:
-Nella produzione artificiale il processo non è guidato dalla forma interna alla
materia. Il legame tra forma e materia è debole (lo scultore avrebbe potuto fare la
statua anche con legno, o marmo).
-Nella produzione naturale invece la forma è interna alla materia e la causa
efficiente opera solo all’inizio del processo. Il legame tra materia e forma è molto
più stretto.
- Per Aristotele l’identità strutturale tra i processi naturali e quelli artificiali deriva
dal fatto che l’arte imita la natura.
La causalità naturale per A. è prioritaria, costituisce l’ordine stesso della natura
e risiede nella natura stessa, al contrario di ciò che pensava Platone.
Teoria delle Cause
Limiti
La teoria della causalità spiega causalmente ciascuna specifica sostanza naturale
ma:
-non spiega l’insieme delle sostanze naturali, né la loro interazione.
- la natura di Aristotele ha l’ordine debole di una collezione, non quello forte di
un sistema. Non c’è un nesso causale unitario e globale.
- inoltre la stessa cosa può fungere da materia per una dato processo e forma per
un altro (es. il legno è la forma per una data mescolanza di elementi ma è
materia per la nave).
-E’ impensabile una scienza autonoma della materia in generale
La fisica di Aristotele
Elementi e luoghi naturali
Aristotele accetta la teoria di Empedocle dei quattro elementi ( aria, terra, fuoco, acqua) non
tanto come corpi fisici, ma quanto come modi di essere. Egli cerca di giustificare con
argomenti a priori, perché gli elementi debbano essere proprio quattro:
-la terra è l’elemento freddo e secco, che tende verso il basso;
-il fuoco, che è caldo e secco, e tende verso l’alto;
- l’acqua, fredda e umida;
-l’aria, calda e secca.
In base a queste teorie, il mondo sublunare risulta divisibile in quattro sfere:
-una più interna costituita di terra, e poi via via altre tre costituite ordinatamente di
acqua, aria, fuoco;
-queste sfere però non vanno intese in senso assoluto, perché già sappiamo che di fatto i
quattro elementi non sono integralmente separati tra loro;
- ma anzi sono mescolati e proprio la loro mescolanza dà origine agli esseri corruttibili. Esse
rappresentano soltanto dei "luoghi naturali", cioè quattro sfere verso cui ognuno dei quattro
elementi tende spontaneamente a portarsi, non appena libero di muoversi.
La Fisica di Aristotele
Alcuni assunti
- la teoria dei “luoghi naturali” gli serve anche a dimostrare (contro Anassagora e
Democrito) l’unicità del mondo.
- La polemica di Aristotele contro il vuoto è uno dei cardini della sua fisica, e pone in
luce il carattere decisamente antidemocriteo di tutta la concezione aristotelica.
Nel vuoto infinito (cioè quello democriteo), egli spiega che se un corpo si muovesse non
incontrando alcuna resistenza esso dovrebbe muoversi con velocità infinita, e anche
questo è assurdo.
-uno dei più noti “errori” della sua fisica che più un corpo è pesante, più grande
dovrà essere la sua velocità di caduta.
-Aristotele crede inoltre che il mondo sia eterno.
L’universo di Aristotele
I moti
La dottrina di Aristotele dei moti verte su un campo che è oggi pertinenza della
fisica ma è importante pensare che essa è pensata nel quadro della cosmologia
(oggi è l’inverso). Aristotele parte da un assetto cosmologico assunto come dato
ed elabora una spiegazione di questo.
Esiste un ordine nel mondo, ed esso ha per natura una stabilità data dalla
naturalità dei moti elementari.
Semplici (rettilineo e circolare)
Moti
Moti propri
Degli Elementi
E delle Sfere
Composti
Contro natura (marginali)
L’assetto dell’universo Spiegato
quindi come frutto
Del moto naturale degli elementi
I 4 elementi formano le
4 sfere in virtù del loro
Moto naturale
L’universo di Aristotele
I moti
I moti naturali degli elementi sono rettilinei. Pertanto gli
elementi non possono costituire il corpo del cielo dato che questo
si muove circolarmente.
Ne segue che deve esistere un elemento celeste. L’Etere anche
detto primo corpo e successivamente quintessenza. La sfera del
primo corpo è esente da disordine.
Anche qui si adotta un punto di vista giustificazionista per
spiegare la natura.
Concezione degli esseri viventi
4 elementi (aria, acqua, terra fuoco) mescolati nel mondo
sublunare danno così luogo alla varietà dei corpi:
-La funzione spiega l’organo (parti aneomeomere)
Alcune comuni a tutte le specie, altre, ad es funzione nutritiva o riproduttiva. Ciascun organo ha poi la propria
struttura, è fatto così come è fatto al fine di svolgere la funzione richiesta.
-Anatomia comparata
I polmoni hanno la funzione di ispirare l’aria nei mammiferi, come le branchie hanno la funzione
di ispirare l’acqua nei pesci.
-Specie ordinate secondo scala gerarchica di complessità, e uomo
è all’apice.
-Fissità delle specie
Cosmologia
Esigenza di ordine e di stabilità
Sistema di Eudosso (404 a.C.-351 a.C):
Modello matematico in cui la sfera celeste è scomposta in 26 sfere
Omocentriche (Callippo le porterà a 33)
Sistema di Aristotele:
Reinterpreta le sfere come entità corporee. Il cielo aristotelico risulta a un
insieme di 55 trottole sferiche corporee una dentro l’altra, ciascuna con l’asse di
rotazione imperniatosulla superficie interna di quella immediatamente esterna
Tolomeo “salverà le apparenze”
La scienza qualitativa di Aristotele
Aristotele come ostacolo alla scienza moderna
La cosmologia artistotelica, e la dottrina dei moti, è uno dei principali ostacoli alla
nascita della fisica moderna:
-Aristotele “introduce una spaccatura tra cielo e terra”
Tale tesi risiede nel modo in cui Aristotele considera la varietà dei moti,
qualitativamente differenti e assegnati a elementi anch’essi differenziati
qualitativamente.
E’ questa differenziazione interna del mondo (della materia) ad essere così
distante dai presupposti della fisica moderna. Così come la differenziazione
delle “ c a .u s e ”
Ogni elemento si muove di un proprio moto qualitativamente differenziato.
Nell’orizzonte aristotelico pertanto non era possibile nessuna fisica unitaria, ne
tantomeno quantitativa.
Era proprio grazie alle differenze (tra cause, tra elementi ecc) che spiegava il
mondo.
La scienza qualitativa di Aristotele
Aristotele come ostacolo alla scienza moderna
Per Aristotele una scienza universale non esiste. Le scienze sono molte. Così come
è impossibile unificare la molteplicità categoriale.
- Aristotele è influenzato dalla geometria, che per mezzo di Eudosso si stava dando
un assetto interno sotto forma di assiomi e teoremi. Tale assetto passerà poi negli
Elementi di Euclide.
-Aristotele generalizza il modello geometrico, estendendo la sua validità a
qualsiasi scienza, anche per quelle che vertono sulle cose naturali, come per
esempio la biologia.
-Ma questo non implica che le scienze siano riducibili alle matematiche, ciò
che è riducibile è solo l’assetto dimostrativo. Le matematiche fungono da modello,
sotto un altro profilo i principi e gli ambiti rimangono distinti.
Sarà questa una delle grandi differenze con la scienza moderna.
Eredità scientifica di Aristotele
-Metodo scientifico deduttivo
-Principio di causalità (ridotto alla causa efficiente)
-Universo stabile e sistematizzato
Sarà contestato
-Isomorfismo tra proposizioni e realtà;
-Assunto dell’unicità del mondo;
-Assunto dell’inesistenza del vuoto;
-Assunto dell’eternità del mondo;
-Esistenza dell’etere;
-La non esitenza dell’infinito;
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