Presentazione di PowerPoint - Istituto Comprensivo "G. e G. Robecchi"
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Presentazione di PowerPoint - Istituto Comprensivo "G. e G. Robecchi"
Milano 1°maggio-31 ottobre 2015 VILLAGGIO GLOBALE … CIBO SENZA CONFINI In un mondo sempre più piccolo, in cui le nuove forme di comunicazione annullano le distanze, si assiste ad un processo di globalizzazione economica, culturale, politica, sociale e dei consumi. Un ambito in cui possiamo trovare elementi di cultura globalizzante è quello dell’alimentazione. I cibi propri di alcune culture culinarie si sono propagati e inseriti ormai nella dieta quotidiana di migliaia di persone che vivono lontane tra loro. Oggi è possibile consumare cibi che sono stati prodotti agli antipodi del globo o in stagioni diverse da quelle in cui erano tradizionalmente offerti. Alimentazione e salute Nutrirsi è fondamentale. Secondo l’OMS nutrizione adeguata e salute sono da considerarsi diritti umani fondamentali fortemente correlati l’uno all’altro. Una dieta corretta è un valido strumento di prevenzione per molte malattie. Piramide alimentare La piramide alimentare, è strutturata orizzontalmente, gli alimenti sono classificati nei seguenti gruppi: -Cereali e derivati (alla base della piramide); -Verdura; -Frutta fresca; -Latte e latticini; -Carne, pesce, uova e legumi secchi; -Zuccheri e grassi (in cima alla piramide). FABBISOGNO CALORICO COSA SONO I NUTRIENTI? I nutrienti sono: i carboidrati, le proteine, i grassi, i minerali, le vitamine, le sostanze fitochimiche e le fibre Solo alcuni di questi nutrienti, denominati "macronutrienti", hanno anche un ruolo energetico, cioè apportano calorie: sono proteine, carboidrati, e grassi. Gli altri nutrienti non apportano direttamente energia, ma sono altrettanto importanti. I nutrienti hanno un ruolo non solo nella "sopravvivenza" dell'organismo, ma anche nel mantenimento dello stato di salute e nell'insorgenza delle malattie. I carboidrati, (o glucidi) sono la fonte energetica principale in quanto vengono rapidamente metabolizzati in glucosio che viene usato come "carburante" per lo svolgersi di tutte le funzioni delle cellule e dei tessuti(50%). Si trovano nel pane, nella pasta, nei legumi, nelle patate, nella farina nella frutta, nel miele, nello zucchero e nel latte. Le proteine sono il principale materiale plastico che serve per la costruzione dei tessuti e degli organi. I muscoli per esempio sono principalmente costituiti da proteine(20%). Si trovano nella carne, nel pesce, nel latte, nel formaggio e nelle uova. I lipidi (o grassi) sono un'importante fonte di energia e possono servire come riserva in quanto vengono utilizzati più lentamente che i glucidi. Sono inoltre fondamentali per il mantenimento delle membrane cellulari e per l'assorbimento di alcune vitamine (A, D, E e K)(30%). Si trovano nel burro, nel salame, nel formaggio, nell’olio d’oliva, nell’olio di semi e nella margarina. È un pasto veloce, un sistema rapido di ristorazione che a partire dagli anni ottanta ha avuto una vasta diffusione a livello mondiale. Questa cucina è costituita principalmente da hamburger, FAST FOOD h sandwich a l t r i c i b i d e r i v a t i d a c u c i n e e t n i c h e m a a n c h e d a o t McDonald’s è in assoluto il simbolo più riconoscibile della globalizzazione del gusto, accusato di essere, tra le altre cose, corruttore di giovani palati, artefice della standardizzazione del gusto, causa di obesità in occidente, ambasciatore dell’impero americano, flagello delle tradizioni culinarie di tutto il mondo. Tuttavia se è innegabile che questa multinazionale del panino è presente ormai in tutto il mondo, è anche vero che con il tempo è stata costretta ad adeguarsi alle diverse realtà culinarie, attuando strategie di diversificazione, adattandosi di volta in volta ai gusti locali. SCHEDE NUTRIZIONALI PANINI Mc Chicken Proteine: 21g = 42% Grassi: 17g = 25% Calorie: 428 = 21% del fabbisogno giornaliero Crispy Mc Bacon Proteine: 27g = 53% Grassi: 28g = 40% Calorie: 492 =25% del fabbisogno giornaliero KFC Stato Stati Uniti Fondazione 1952 a North Corbin, KY, USA Sede principale Louisville, KY, USA Gruppo Yum! Brands, Inc. Persone chiave Harland Sanders Settore ristorazione rapida Prodotti •Fast food •Pollo e lavorazioni correlate facenti parte della cucina tradizionale degli stati meridionali degli USA Bucket Tenders 10 pezzi +2 salse +2 contorni +2 bibite 15.90€ Hot Wings Bucket 18 pezzi + 2 contorni + 2 bibite 15,90€ Bucket Kentucky OR 8 pezzi + 2 contorni + 2 bibite 15,90 Bucket Tenders Maxi 20 pezzi+ 4 salse + 4 contorni+ 4 bibite 29,90€ Bucket 2 Mix 20 pezzi (10 hot wings + 10 tenders) + 2 salse + 4 contorni + 4 bibite 29,90€ Bucket 3 Mix 16 pezzi (6 hot wings + 6 tenders + 4 Kentucky OR) + 2 salse + 4 contorni + 4 bibite 29,90€ Un KFC petto di pollo alla griglia fornisce circa 210 calorie. Ci possono essere un po’ più o meno calorie per pezzo a seconda delle sue dimensioni. Rispetto al pollo croccante, un petto di pollo alla griglia contiene meno della metà delle calorie di pollo croccante, che fornisce circa 510 calorie per pezzo. A petto di pollo alla griglia da KFC contiene circa 8 g di grassi che lo rende un alimento basso contenuto di grassi. Questo è molto meno grasso di un petto di pollo croccante supplementare da KFC, che contiene 33 g di grassi. L'American Heart Association, o AHA, nonché le linee guida dietetiche USDA per gli americani, raccomanda di tenere l'assunzione totale di grassi sotto il 25 al 35 per cento delle calorie totali al giorno. Pollo alla griglia KFC può essere un basso opzione di cibo grasso che può aiutare a mantenere il vostro apporto complessivo di grassi nella dieta più basso e il vostro cuore sano. Il primo ristorante Burger King, originariamente chiamato “Insta Burger King”, fu aperto nel 1954 a Miami, in Florida, da James McLamore e David Edgerton. I prodotti più noti di Burger King sono: l’hamburger “Whopper”; il “Tender Crisp” panino con cotoletta ed insalata; il panino Steakhouse; i “King Nuggets”, pollo impanato; gli “Onion Rings”, anelli di cipolle; le Satisfries, patatine a zig-zag; i “Wrap” piadina con carne; il “Big King XXL” variante del panino Big King; i “Chicken fries”, bastoncini di pollo; le “Chicken wings” ali di pollo; le insalate “Green Salad”, “Grilled Chicken Salad” e “Crunchy Chicken Salad”; Hot Brownies al cioccolato fondente, bianco e ai lamponi, la Cheesecake, il Tiramisù, i Muffins al cioccolato, i Sandy al cioccolato, alla fragola e al caramello e i BK Fusion ai gusti strawberry crunch, oreo e kitkat e il Waffle caldo; le bevande sono: Coca-Cola o Pepsi. Un Veggie Burger o hamburger vegetariano è un impasto simile all'hamburger, ma che non contiene carne, esso può essere fatto con verdura, proteine vegetali tessurizzate (soia), legumi, noci, latticini e derivati, funghi, grano e uova. L'origine del nome Veggie Burger viene fatta risalire al 1982 ad opera del londinese Gregory Sams, che chiamò un hamburger vegetale VegeBurger. Sams e suo fratello Craig aprirono un ristorante vegetariano a Paddington negli anni sessanta. I Veggie Burger precotti sono venduti anche nei supermercati di tutto il mondo. In Italia i Veggie Burger sono commercializzati da Valsoia. Dall’estate 2013, in tutti i ristoranti italiani della catena McDonald’s è disponibile un panino Gluten Free, già sperimentato in Spagna, con l’avallo dell’Associazione dei celiaci spagnoli, FACE. Il panino garantito dall’azienda è la versione "base" dell’ hamburger McDonald’s: carne e salsa (ketchup e/o senape). È stata pertanto sospesa in tutti i ristoranti della catena la procedura che ammetteva la possibilità di portarsi il panino da farcire da casa. L'Happy Meal è un pasto specificatamente creato per i bambini e venduto solo presso le catene di Fast Food McDonald's dal giugno 1979. Di solito l'Happy Meal è venduto all'interno di una scatola di cartone e ad ogni pasto viene abbinato un giocattolo a sorpresa. In Italia nel menù Happy Meal sono attualmente inclusi: •Un hamburger, un Chicken McNuggets da 4 pezzi o un McToast. •Una bevanda •Una confezione di patatine fritte o delle carote •Un dessert a scelta tra: Parmigiano Reggiano, yogurt o frutta. In Australia, la scelta del menù Happy Meal si è espansa per includere opzioni più "salutari" come insalate, pasta o altro e sostituire la bevanda con un succo di frutta e le patatine fritte con della frutta. Tale possibilità è stata adottata anche nel Regno Unito, in Canada ed altri paesi. Street food e recupero delle tradizioni Da qualche anno il cibo da strada è tornato in auge, contaminato da formule innovative. C’è una corsa al recupero di ricette e tradizioni, adattate nella forma e nella sostanza alle esigenze di oggi: qualità, certificazioni, cibo bio, vegan. IL RUOLO DELLE DONNE NELLO STREET FOOD Un aspetto socio-economico molto importante è legato al ruolo che rivestono le donne nel fenomeno del cibo da strada, intervenendo nelle varie fasi produttive, comprendenti la preparazione, il trasporto e la vendita finale per strada. Soprattutto nei paesi in via di sviluppo, le donne giocano un ruolo importante e, in alcuni contesti economici ed etnici, rappresentano addirittura la componente lavorativa largamente maggioritario Una caratteristica del cibo preparato da mani femminili appare essere la sua maggiore vicinanza alla tradizione, nella varietà e nell'uso di ingredienti, rispetto a quello di produzione maschile. Secondo alcuni studi, il cibo da strada di preparazione femminile è anche di miglior qualità per quanto riguarda la presenza di cariche batteriche (si veda la sezione Sicurezza alimentare del cibo da strada). Street food vegan In Italia è boom per il cibo da strada. Da un sondaggio della Coldiretti emerge che nel 2014 tre italiani su quattro hanno acquistato cibo di strada, facendo registrare una vera e propria impennata per questa forma di ristorazione alternativa e low cost. Per Street Food intendiamo quell'insieme di alimenti già pronti per il consumo che sono preparati o venduti soprattutto in strada. Il fenomeno avrebbe contagiato quest'anno ben 35 milioni di Italiani, tutti pronti a scoprire lo Street Food locale, per sperimentare nuovi sapori e per risparmiare. Non sempre però lo Street Food è esattamente salutare (pensiamo al continuo riutilizzo degli oli di frittura). Un problema che si può benissimo risolvere con preparazioni casalinghe più leggere e curate, all'insegna dell'autoproduzione e del risparmio, ma soprattutto dell'alimentazione sana. Piadina romagnola, olive all'ascolana, arancini siciliani, farinata di ceci, panelle, focacce farcite, panzarotti: gli esempi di Street Food che possiamo incontrare nelle varie città italiane sono davvero tanti. Siete vegan e non sempre l'offerta dello Street Food si adatta alla vostra scelta? Ecco allora alcune ricette per preparare i vostri piatti preferiti tipici dello Street Food in versione vegan, con ingredienti il più possibili naturali e salutari. Slow food e biodiversita’ Slow food, fin dalla sua nascita, ha posto la difesa della biodiversità al centro delle sue strategie. Biodiversità è una parola recente che indica la varietà della vita presente sul pianeta. Nella storia della Terra tutto ha avuto un’origine e una fine e, in ogni epoca, si sono estinte delle specie. Ma mai alla velocità impressionante di questi ultimi anni, di mille volte superiore alle epoche precedenti. Dopo uno studio approfondito l’università inglese di Exeter ha dichiarato che la Terra sta attraversando la sesta grande estinzione di massa. C’è però una differenza tra questa e le estinzioni del passato: per la prima volta la causa scatenante è l’Uomo che continua a distruggere le foreste, a cementificare il territorio, a inquinare le acque e i terreni con pesticidi e fertilizzanti. E che continua a emarginare gli ultimi custodi della terra: quei piccoli contadini, pastori e pescatori che conoscono e sanno rispettare l’equilibrio fragilissimo della Terra. Insieme alle piante e agli animali selvatici, scompaiono anche le piante addomesticate dall’uomo, le razze da latte e da carne selezionate dall’uomo. Secondo la Fao il 75% delle specie vegetali è perso irrimediabilmente. Oggi il 60% dell’alimentazione mondiale si basa su tre cereali: grano, riso e mais, in particolare su pochi ibridi selezionati e venduti agli agricoltori da una manciata di multinazionali. PRESIDI SLOW FOOD IN ITALIA: Agrì di Valtorta (Lombardia) Valtorta è un piccolo centro della Val Brembana dove ancora resiste una tradizione casearia unica: nella locale latteria cooperativa, ma anche nelle case, si produce l'Agrì. Un piccolo formaggio cilindrico di latte vaccino intero a pasta cruda la cui particolarità è data dalla tecnica di produzione che richiede tre giorni di lavorazione e una speciale manualità del casaro. Dopo una coagulazione acida del latte crudo ottenuta grazie all'innesto con un po’ di siero acido conservato dalla lavorazione precedente e l'aggiunta di caglio, si lascia riposare nel bacile coperto da un telo. Dopo un giorno si fa sgrondare la massa in teli di lino appesi per un altra giornata. Infine si mette in fascere da ricotta e si lascia ancora 24 ore. Quindi si impasta la cagliata con del sale e la si manipola formando dei cilindri di tre centimetri e di circa 50 grammi, poi posti ad asciugare per alcuni giorni. L'Agrì si consuma tra gli 8 e i 15 giorni. Esso è un formaggio dal sapore dolce, aromatico e dal profumo delicato. La pasta è bianca e morbida nel formaggio fresco, ma diviene più compatta in quello stagionato ed è priva di occhiatura. La crosta con la stagionatura si trasforma, assumendo un colore dal giallo al grigio. Tajarin al sugo e salsiccia di Bra Ingredienti: 400 gr farina di frumento 00 100 gr semola rimacinata di grano duro 4 uova intere e 5 tuorli d’uovo Olio extravergine di oliva Sale Semola o farina gialla per infarinare Per il sugo: 300 gr salsiccia di Bra 200 gr carne magra di vitello tritata 200 gr di passata di pomodoro rustica 1 scalogno 1\2 carota 1\2 costa di sedano 1 ciuffo di salvia – 1 rametto di rosmarino 1 foglia di alloro 1 bicchiere di vino rosso o rosato Olio extravergine di oliva Albicocca di Scillato (Sicilia) Il paese di Scillato situato nella valle del fiume Imera, in provincia di Palermo. Floridi agrumeti caratterizzano da sempre le sue campagne, con varietà molto particolari. Ma questo territorio è la zona di produzione di una particolare albicocca: i contadini della zona sanno che questa varietà è considerata un frutto prezioso; un tempo c’era chi arrivava da lontano, seguendo la fama del suo profumo e del suo sapore. E’ una varietà di albicocca precoce, dal frutto piccolo, spesso sfaccettato di rosso, molto profumato e dal sapore intenso. La raccolta inizia a fine maggio e dura circa due o tre settimane. La coltivazione è tradizionale: ogni anno si potano gli alberi, non si fanno trattamenti chimici e si raccoglie a mano, in modo scalare. Gli alberi sono grandi e hanno più di 30-40 anni. I frutti sono sensibili alle manipolazioni e ai trasporti e la loro commercializzazione è limitata ai mercati vicini. A Scillato tutte le famiglie contadine preparano ogni anno un’ottima confettura di albicocche. Ma la pressione di prodotti più redditizi e di mercati più dinamici ha reso questa varietà a rischio di scomparsa. Pera cocomerina (Emilia Romagna) Carciofo violetto di Castellammare (Campania) Testarolo artigianale pontremolese (Toscana) Expo Milano 2015 vede protagonisti i Paesi di tutto il mondo che sono stati invitati ad interpretare il tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. L’alimentazione, tema vitale e quotidiano per l’intera popolazione mondiale, porta con sé profonde problematiche. Ogni Paese, partendo dalla propria cultura e dalle proprie tradizioni, è chiamato a interrogarsi e a proporre soluzioni rispetto alle grandi sfide legate alle prospettive dell'alimentazione. L’AFRICA L’AFRICA L’Africa è il continente più antico ed è anche la “culla dell’umanità”. Anche la nostra specie, l’Homo sapiens, ha origini africane: resti fossili di Sapiens sono stati trovati in Etiopia. Enormi risorse, estrema povertà L’Africa è ricca di materie prime, diamanti, oro, petrolio, manganese, cobalto, fosfati, legnami pregiati, tuttavia il suo sviluppo continua ad essere caratterizzato da grandi contraddizioni e ci sono ancora molti Paesi in cui l’indice di povertà è tra i più alti al mondo. Le cause di questa situazione sono numerose e vanno ricercate nella politica di sfruttamento delle potenze coloniali europee e nella forte dipendenza dell’economia africana dai Paesi sviluppati e dalle multinazionali straniere che gestiscono sia le piantagioni sia l’estrazione che la commercializzazione delle enormi risorse del sottosuolo e nell’instabilità politica e nei contrasti etnico-religiosi che spesso sfociano in sanguinosi conflitti e ostacolano gli investimenti stranieri. A ciò si aggiungono le malattie (malaria, Aids, lebbra, Ebola), le frequenti carestie, gli episodi di siccità e l’analfabetismo. L’agricoltura in Africa L’Africa è il continente meno industrializzato del mondo. Nella maggior parte dei Paesi l’attività prevalente con il 60% degli occupati è l’agricoltura di sussistenza. Essa è praticata nei terreni meno fertili: si produce ciò che si consuma, ma spesso i raccolti sono insufficienti al bisogno della comunità. Tra i prodotti coltivati ci sono: ortaggi, mais, manioca, sorgo, miglio. I terreni più fertili sono utilizzati per monoculture di piantagione destinate all’esportazione e in mano a imprese multinazionali europee e statunitensi. Tra i prodotti destinati all’esportazione ci sono: cotone, caffè, tè, canna da zucchero, banane, arachidi, cacao. Il settore industriale è poco sviluppato e molti paesi africani sono costretti ad importare prodotti lavorati, indebitandosi ulteriormente. I servizi sono scarsi e il terziario, se si esclude il turismo in zone limitate e il commercio nelle aree costiere, è una risorsa poco conosciuta. Anche le vie di comunicazione sono insufficienti. Il futuro dell’Africa “Non si può svendere la terra africana agli stranieri. La terra dell’Africa appartiene ai giovani africani” Questo ha detto Carlo Petrini, presidente di Slow Food, lanciando un nuovo progetto:” 10.000 orti per il futuro dell’Africa”. Fare un orto aiuta a risolvere il problema della malnutrizione, a difendere la sovranità alimentare, liberandosi, per esempio, dei semi selezionati delle multinazionali, spesso troppo costosi e non adatti ai luoghi in cui sono utilizzati. Inoltre gli orti hanno un ruolo fondamentale perché proteggono e promuovono la biodiversità del territorio africano e aiutano i consumatori a recuperare e a consumare i prodotti tradizionali. L’obiettivo più importante, però è formare giovani agronomi che “prendano in mano” la loro terra e costruiscano un futuro sostenibile per il loro continente. Forse l’Africa sarà salvata proprio dall’agricoltura familiare. MOZAMBICO "Dalla tradizione all’innovazione: nutrire le vite, coltivare i sogni" Con la sua partecipazione a Expo Milano 2015, all’interno del Cluster Cereali e Tuberi, il Mozambico vuole attirare l’attenzione dei visitatori raccontando storie, curiosità e caratteristiche dei suoi prodotti tipici, come la manioca, le patate, il mais, il miglio e alcuni tipi di radici. Esso vuole mostrare la sua storia, le sue usanze e le sue ricchezze culturali attraverso due itinerari a tema: “Il ruolo delle donne in agricoltura” e “Biodiversità e conservazione dell’ecosistema”, con l’obiettivo di presentare la ricchezza delle varietà agroalimentari presenti nel Paese e di raccontare gli sforzi compiuti nella ricerca di tecniche agricole più efficaci, favorendo lo scambio di conoscenze e competenze sui temi della sicurezza alimentare. L’allestimento dello spazio espositivo rispecchia la mappa geografica del Mozambico, i contenuti saranno infatti suddivisi per province e regioni di produzione. Agricoltura e sicurezza alimentare L'agricoltura è la più importante attività economica e fornisce i mezzi di sussistenza alla maggioranza della popolazione. Nel 2009, il settore ha contribuito per il 20% al valore totale delle esportazioni (pesce, gamberi, legname, anacardio, agrumi, noci di cocco, tè, cotone e tabacco). Le colture alimentari interessano circa l'80% della superficie coltivata mais e manioca sono i principali prodotti, seguiti da sorgo, miglio, riso, fagioli, arachidi e patate dolci. Le colture commerciali più importanti sono tabacco, cotone, sesamo, canna da zucchero, tè, cocco e anacardio. Il potenziale agricolo è alto, nonostante le frequenti siccità e inondazioni. Vi è inoltre abbondanza di risorse marine, che non sono pienamente sfruttate. La varietà dei suoli e le condizioni climatiche diverse offrono una vasta gamma di opportunità di produzione e le risorse idriche sono relativamente abbondanti. Tuttavia, il Paese è altamente indebitato e si stima che il 64% della popolazione sia in condizioni di insicurezza alimentare. La Manihot esculenta, anche nota come manioca o tapioca è una pianta della famiglia delle Euphorbiaceae originaria del Sudamerica. Ha una radice a tubero commestibile, coltivata in gran parte nelle regioni tropicali e subtropicali del mondo. DOLCE DI MANIOCA Si grattugia la noce di cocco e nel latte di cocco si fa cuocere la manioca, tagliata a cubetti. Si aggiungono quindi zucchero, sale e altro latte di cocco, più denso di quello già usato in modo che la pasta si addensi sul fuoco. Infine, si spruzza la cannella in polvere. Si può servire caldo o gelato. GUINEA "Frutta e legumi, motore di sviluppo socioeconomico e di riduzione della povertà in Guinea" Il Paese ha scelto di partecipare a Expo Milano 2015 con uno spazio espositivo di 125 metri quadri all’interno del Cluster di Frutta e Legumi, identificando nel settore ortofrutticolo un motore fondamentale per la crescita economica e la lotta alla povertà. Inoltre, a questi due obiettivi fondamentali, va aggiunto quello della sicurezza nell’approvvigionamento del cibo. Visto che la produzione interna non è ancora sufficiente per soddisfare il fabbisogno di tutta la popolazione, la nuova politica agricola nazionale identifica in questo settore uno dei possibili strumenti per garantire l’autosufficienza alimentare. Nel corso dell’Esposizione la Guinea vuole entrare in contatto con imprese pubbliche e private, con le Organizzazioni Non Governative, con le istituzioni internazionali e gli istituti di ricerca al fine di migliorare l’efficienza della produzione agricola, stringere accordi e condividere best practices con gli operatori internazionali che operano nel settore. Tutto ciò in vista dello scopo comune di raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio stabiliti dalle Nazioni Unite. L’ agricoltura L’attività principale in Guinea è l'agricoltura che impiega oltre il 70% della popolazione attiva e contribuisce alla formazione di un quarto del prodotto interno lordo. I programmi di sviluppo del governo agiscono soprattutto in questo apparato economico, ancora oggi basilare per la crescita dell'economia. La superficie coltivata è molto limitata, corrisponde (solo al 3% di quella totale. Le colture più importanti sono quelle alimentari: riso, mais, sorgo), manioca, patate e altro, la maggiore produzione è quella di riso. Altre coltivazioni sono riservate alle esportazioni, come caffè, ananas, agrumi, arachidi e palme da olio. Elaeis guineensis è una specie di palma comunemente chiamata palma da olio per via della polpa del suo frutto ricco di grassi che la rende una delle piante più rilevanti da un punto di vista economico. Essa è ritenuta originaria di una vasta zona dell'Africa inclusa tra il Gambia e l'Angola di fronte al vasto Golfo di Guinea, da cui deriva il suo nome scientifico. Il nome con cui è più conosciuto il suo frutto è dendè, di derivazione portoghese. In Angola è chiamato dendem (da cui deriva il nome vernacolare). Oggi è diffusa e coltivata in vaste zone tropicali anche del continente americano e soprattutto del Sud-est asiatico. Piatto tipico della Guinea Pollo alle banane Tipico piatto della Guinea, il pollo unito alle banane potrebbe sembrare un accostamento strano, per le nostre tradizioni culinarie. Eppure il mix di sapori contrastanti ma ben mischiati e vi permetterà di apprezzare il connubio. Preparazione: Preparate e tagliate il pollo a pezzi. Scaldate olio e burro piuttosto abbondanti, mettetevi a rosolare il pollo; quando questo ha preso colore aggiungete la cipolla tritata e l'aglio che butterete via quando sarà dorato. Cospargete il pollo con un po' di farina, versate il vino bianco secco, lasciatelo evaporare, poi versate un mestolino di acqua calda, salate, pepate e aggiungete i pomodori tagliati a pezzi (devono essere maturi) e la foglia di lauro. Fate cuocere per una ventina di minuti, quindi unite le patate dolci sbucciate e tagliate a pezzi. Continuate la cottura per altri trenta minuti. Nel frattempo sbucciate le banane e tagliatele a fette spesse, fatele rosolare nel burro. In un piatto di portata ponete il pollo al centro e circondate il tutto con le fette di banana. 370 CALORIE PER PORZIONE. COSTA D’AVORIO "Produrre Cacao per il Pianeta in maniera sostenibile" La Costa d’Avorio, uno dei principali produttori mondiali di cacao, partecipa a Expo Milano 2015 all’interno del Cluster del Cacao. Al primo posto per la propria capacità produttiva da più di vent’anni, la Costa d’Avorio fa della sostenibilità il proprio vessillo nella gestione dell’industria agroalimentare interna. Essa avrà la possibilità di illustrare ai visitatori la propria esperienza, riguardo all’utilizzo di innovazioni tecnologiche e ai sistemi di produzione sostenibili anche per i sottoprodotti del cacao. Il padiglione della Costa d’Avorio sarà simile a un museo virtuale in cui saranno esposte in modo documentale le varie fasi della produzione: dalla coltivazione e mantenimento delle piante, alla raccolta delle cabosse, fino alla trasformazione in alimenti e prodotti derivanti da questo ingrediente. Inoltre il visitatore scoprirà tutti i metodi d’utilizzo del cacao anche in campo medico e cosmetico. La virtualità dell’esposizione non toglierà spazio a una conoscenza diretta dell’elemento con un arredamento composto da oggetti naturali che richiamano l’habitat delle piantagioni di cacao. L’offerta per i visitatori sarà arricchita dalla proposta di spettacoli di artisti locali e danze, nonché dalla possibilità di degustare assaggi a base di cacao e di suoi derivati. Pollo Katoum della Costa d’Avorio E' una ricetta che presenta aromi tipici della cucina del Mediterraneo, quali il pomodoro, l'aglio e la cipolla, uniti a sapori più esotici, come il curry e lo zenzero. Ingredienti: •1/2 pollo, tagliato a pezzi e pulito •4 pomodori Camona •1 cipolla •1 spicchio aglio •olio evo •1 foglia di alloro per la marinata: •1 cucchiaino di curry in polvere •1 cipolla tritata finissima •1 cucchiaio di concentrato di pomodoro •1 cm di zenzero fresco grattato •1 cucchiaio olio di semi Mettete tutti gli ingredienti della marinata in una ciotola e fateci insaporire il pollo per qualche ora. Tagliate a cubetti i pomodori, tritate la cipolla e rosolatela insieme all'aglio. Unite i pomodori e cuocete per 10 minuti a fuoco basso. Rosolate il pollo con la marinata in una padella per 10 minuti a fuoco medio. Finite la cottura in forno a 200° per circa 10 minuti. Impiattate con un po' di salsa di pomodori freschi, un pomodoro a fette ed il pollo. Egitto “Egitto, la storia infinita” Il racconto è affidato alla figura narrante di Iside, simbolo universale di fertilità, che suggerisce due dimensioni concettuali: a livello globale è metafora di comunicazione e trasformazione, a livello locale è apportatrice di vita e di resurrezione. La partecipazione dell’Egitto avviene all’interno del Cluster Bio-Mediterraneo, con uno spazio espositivo di 375 metri quadri che include anche una sala ristorante con chef egiziani. L’Egitto è testimone millenario di eventi, grandi stagioni, personaggi storici, che sono narrati in riferimento alla loro dimensione mondiale, regionale o locale, nei loro legami con la storia dell’umanità e del cibo. “Geni e meme” è un percorso tematico che illustra, appunto, i “geni”, ovvero le caratteristiche originarie degli alimenti indigeni, e i “memi”, ovvero gli ingredienti e i cibi importati, che si fondono nella cultura egiziana. Oltre al racconto di ciò che è già accaduto, l’Egitto è conscio che si deve stabilire un nuovo modo di procedere e di rivitalizzare il potenziale inespresso: questo è il viaggio da compiere. Burundi "Alla scoperta dei cinque sensi: il Burundi" Con la sua partecipazione a Expo Milano 2015, all'interno del Cluster del Caffè, il Burundi intende valorizzare le sue risorse naturali, culturali ed economiche e mostrare le proprie potenzialità e prospettive di sviluppo utilizzando la metafora dei cinque sensi come guida verso la scoperta del Paese. Si parte dalla vista per mostrare al mondo la bellezza dei paesaggi e degli habitat naturali ancora poco conosciuti dai viaggiatori e dagli operatori turistici anche a causa della mancanza di infrastrutture adeguate. Si passa poi al gusto e all’olfatto per descrivere il caffè arabica dolce, dal gusto e dal profumo unico. La sua produzione ha contribuito a trasformare e migliorare le condizioni di vita di intere generazioni e a promuovere l’immagine del Paese nel mondo. L’udito e il tatto sono interpretati come strumenti per onorare l tradizione culturale e la tenacia del popolo burundese, tra riti, suoni, canti che lo hanno aiutato ad attraversare e superare periodi di crisi politica e sociale. Il visitatore intraprende questo percorso sensoriale in uno spazio espositivo ispirato all'architettura tradizionale delle case burundesi (Rugo) e caratterizzato dall'utilizzo di materiali naturali e di piante tipiche. I visitatori possono gustare prodotti tradizionali del Burundi, oltre che partecipare a seminari e convegni sulle innovazioni tecnologiche in campo agricolo e sulle politiche volte a soddisfare il fabbisogno alimentare della popolazione. ANGOLA "Cibo e Cultura, Educare per Innovare" L’Angola ha scelto di elaborare il Tema di Expo Milano 2015 Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita con l’obiettivo di trasmettere tutta la cultura e l'anima di nazione africana attraverso la ricchezza e la diversità delle sue tradizioni culinarie: educare per innovare. L'educazione è interpretata come l’impegno ad accrescere la consapevolezza della società angolana nei confronti del cibo, partendo dalle scuole e dalle Università, fino a giungere alla definizione di norme che regolino la produzione dei cibi locali e importati, introducendo dei livelli qualitativi anche nei mercati locali. L'innovazione implica da una parte il costante incoraggiamento delle buone pratiche locali, figlie di antichi saperi e secolari tradizioni rivelatesi sostenibili e sane, dall'altra si prefigge di integrare le migliori tecnologie che la scienza offre per un percorso di sviluppo sostenibile “a tutto tondo”. Fondamentale è il ruolo delle donne nella società angolana, in quanto detentrici della tradizione: dalla preparazione del cibo all'economia familiare dall'igiene della famiglia all'educazione. INSETTI FRITTI Come in altri Paesi africani, anche in Angola gli insetti sono considerati una vera squisitezza. In questa nazione sono particolarmente diffusi i catatos e i gafanhotos de palmeria. I catatos consistono in bruchi fritti che, di solito, si consumano con del riso. I bruchi vengono cotti nell’aglio ed hanno un gusto simile a quello dei gamberetti. I gafanhotos de palmeria sono invece cavallette tostate che si mangiano con il funje. Nonostante possano non sembrare commestibili ad una prima occhiata, questi piatti sono molto esotici e forniscono un’ottima razione di proteine. POLLO PIRI PIRI Il pollo piri piri è una ricetta originaria dell’Angola e del Mozambico; la pietanza si realizza facendo marinare il pollo nel peperoncino – chiamato appunto piri piri in Angola – prima di grigliarlo. Le ricette variano e, dunque, la marinatura può avvenire anche nell’olio, nella paprika, nel cilantro, nel prezzemolo, nel succo di limone o di lime, nell’aceto o nel vino. ERITREA “Vivere in zone aride può essere una benedizione, non una disgrazia” Con la sua partecipazione il Paese vuole illustrare la sostenibilità della sua agricoltura tradizionale, mostrare le potenzialità delle risorse naturali come riserva di cibo per le comunità rurali, spiegare come affrontare le sfide legate alla scarsità d’acqua, far conoscere il cibo della tradizione eritrea (che in molti casi ha ottimi valori nutrizionali) e dare risalto alle potenzialità dell’approccio cooperativo. Nel suo spazio espositivo di 125 metri quadri all’interno del cluster delle Zone Aride, trovano posto materiali illustrativi, poster e brochure, che presentano le diverse zone agro-ecologiche del Paese e le loro peculiarità, le sfide poste dai processi di desertificazione e le tecniche di conservazione di “ogni goccia d’acqua” attraverso la costruzione di argini e laghetti artificiali da utilizzare per l’agricoltura, la pesca e l’abbeveramento del bestiame. Brevi videoclip illustrano le fasi della catena produttiva alimentare, la coltura e la raccolta tradizionali, le contromisure adottate. VINO DI PALMA Il vino di palma, insieme alla birra di mais, è una popolare bevanda alcolica dell’Angola; realizzato con estratto di palma, è caratterizzato da un sapore forte dovuto alla fermentazione. Questo alcolico si sposa alla perfezione con i piatti tradizionali ed è particolarmente SENEGAL “Produrre, nutrire e proteggere: le sfide della sicurezza alimentare e dello sviluppo sostenibile in Senegal” Il Senegal partecipa a Expo Milano 2015, all'interno del Cluster delle Zone Aride con l’obiettivo di mostrare gli sforzi messi in atto per sviluppare il settore agricolo e garantire la sicurezza alimentare a fronte di condizioni ambientali non sempre favorevoli. La filosofia che guida il Paese è quella di adattarsi alle mutate condizioni climatiche cercando di coprire il fabbisogno alimentare dei propri abitanti, nel rispetto dell’ambiente; per farlo, sono stati creati programmi didattici che spingono all’adozione di comportamenti responsabili da parte delle realtà produttive e dei consumatori. Il Padiglione senegalese ha come simbolo il baobab, uno degli alberi più imponenti del mondo, che garantisce nutrimento e protezione a migliaia di persone. Il visitatore ha la possibilità di conoscere e scoprire le aree marine protette del Senegal, studiare le innovazioni adottate dagli allevamenti ittici e le nuove tecniche di acquacoltura in uso. Si possono assaggiare i prodotti tipici della cucina senegalese a base di miglio, mais, riso, papaya e scoprire i loro legami con la cultura tradizionale. MAROCCO “Marocco, un viaggio di sapori” Il concept Con il suo semplice e distintivo concept il Padiglione del Marocco è costruito attorno a una scoperta sensoriale, al cibo e alla gastronomia, e vuole rappresentare tutte le diversità esistenti all'interno del Paese, mostrando la ricchezza dei suoi alimenti e dei suoi sapori. I visitatori, attraverso l'espressione architettonica del Padiglione, possono fare un viaggio in Marocco, attraverso tutte le varietà di “terroirs”, le peculiarità agronomiche e le differenti tradizioni culturali esistenti. Grazie a reminiscenze della terra, del suo suolo, dei suoi sapori e dei suoi profumi, i visitatori faranno prima di tutto un viaggio di “gusto e scoperta” dei sensi, per proseguire con un viaggio nella ragione, dove il Marocco affronta argomenti e nuove sfide legate al Tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, di cibo e nutrizione, per se stesso e per il mondo intero. Il Marocco ha scelto di non far parte di nessun cluster. ZAMBIA "Vieni, produciamo cibo insieme" Per il popolo zambiano è motivo d’orgoglio saper accogliere gli ospiti, i turisti e i visitatori. Con oltre settantadue etnie lo Zambia è uno dei Paesi con la maggiore diversità culturale in Africa e forse nel mondo. Il collante che tiene unito questo mosaico è il cibo, che non è solo nutrimento ma è anche ciò che definisce e identifica una società è linfa vitale della comunità. A Expo Milano 2015 lo Zambia vuole condividere con il resto del mondo questo modo unico e speciale di intendere il cibo, fonte di energia per la vita. Avendo 13 milioni di abitanti e una notevole capacità agricola, grazie a un suolo fertile e produttivo, il Paese è capace di generare addirittura un surplus agricolo da destinare all’esportazione. I 125 metri quadri di spazio espositivo all’interno del cluster Frutta e Legumi sono l’ambiente ideale per offrire un assaggio di questi prodotti ai visitatori, ma anche per rivolgersi ai possibili turisti che vorranno visitare lo Zambia e agli eventuali investitori dell’industria agroalimentare interessati a puntare su produzioni agricole e tecniche di trasformazione rispettose della biodiversità e della sostenibilità. Vengono mostrati i differenti modi di preparare e cuocere frutti e legumi zambiani, i metodi biologici e le tecniche naturali di conservazione, i migliori esempi dell’uso in cucina di frutti tradizionali, semi ed erbe, con intorno opere d’arte, cerimonie, rituali, canzoni e danze. Le atmosfere e i colori del Padiglione cambiano in ossequio al ritmo delle stagioni. SIERRA LEONE "La sicurezza alimentare - un mezzo per l'Agenda for Prosperity" Il riso è la coltura dominante del paese, esso è coltivato in alta pianura e in altre regioni ecologiche, a volte anche con tecniche rudimentali. Sradicare la fame, la sete e la malnutrizione è uno degli obiettivi di Expo Milano 2015. Per sostenere la sua attuazione, il governo della Sierra Leone si è impegnato a produrre una dieta equilibrata dal punto di vista nutrizionale, per valutare l'efficacia del modello tipico dell'agricoltura nei suoi villaggi e, ad assicurare che le fonti di sussistenza umana (suolo e acqua) siano protetti. Questo obiettivo è l'ispirazione per la sua partecipazione, con uno spazio espositivo di 125 metri quadrati all'interno del Cluster Rice. La Sierra Leone offre ai visitatori l'esperienza completa di una "fattoria intelligente", un luogo in cui le competenze dei vari individui si incontrano per raggiungere un obiettivo comune, che pratica la coltivazione del riso, pesca sostenibile e allevamento di polli e piccolo bestiame; ci sono centri per l'educazione sanitaria e alimentare, le scuole, i mercati, irrigazione e sistemi di produzione di energia. Uno dei suoi obiettivi è quello di studiare questo modello economico con un istituto italiano di ricerca. CAMERUN "La coltivazione del cacao, un argomento in favore delle opportunità" Quasi un decimo della superficie del Camerun, paese ricco di etnie affacciato sul Golfo di Guinea che partecipa a Expo Milano 2015 all’interno del cluster del Cacao con uno spazio espositivo di 125 metri quadri, è destinato all’agricoltura. Una vocazione supportata dalla coltivazione del cacao, il prodotto agricolo più esportato, presente in Camerun fin dal periodo coloniale, ha consentito alle popolazioni locali di entrare nell’economia di mercato. Il Tema di Expo Milano 2015 è anche uno stimolo per i coltivatori di tutto il mondo a integrare i concetti di quantità e qualità nel loro lavoro. Si deve assicurare una quantità di cibo sufficiente e ben distribuita, con una qualità che possa garantire la salute attraverso il rispetto dell’ambiente. La gamma di benefici che i prodotti derivati dal cacao apportano alla qualità della vita è molto ampia: dall’industria alimentare e dolciaria a quella farmaceutica, dalla cosmesi all’artigianato, dalla produzione di biocarburanti all’impiego dei residui come fertilizzanti. Le politiche governative camerunensi aiutano i contadini a superare i problemi che devono affrontare, consentendo loro di cogliere le opportunità di un mercato in rapida espansione. catena produttiva. ZIMBABWE “Sicurezza alimentare e sviluppo sostenibile: uno Zimbabwe sano” Lo scopo della partecipazione della Repubblica dello Zimbabwe a Expo Milano 2015 è mostrare gli sforzi compiuti in questi anni per affrontare il problema della sicurezza alimentare e cercare di raggiungere i Millennium Development Goals (MDGs), gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio promossi dalle Nazioni Unite. Il Paese si è posto quattro impegni da rispettare al fine di garantire la sicurezza alimentare a tutta la sua popolazione e valorizzare il ruolo delle donne in quanto custodi delle tradizioni familiari: promuovere l’agricoltura e l’accesso universale alle risorse alimentari; sviluppare programmi di assistenza e protezione sociale; rispettare gli standard nazionali e internazionali di qualità e igiene; garantire che tutti assumano la dose giornaliera di elementi nutrizionali indispensabili per la sopravvivenza. Lo Zimbabwe partecipa al Cluster di Cereali e Tuberi con uno spazio espositivo di 125 metri quadri. Lo scopo prioritario è promuovere temi fondamentali nonché mostrare l’importanza dei prodotti agricoli, cercando di coniugare le nuove tecnologie di produzione con le tecniche tradizionali. Come peculiarità si segnala la coltivazione di diverse varietà di patate; cereali e tuberi hanno dei valori nutrizionali altissimi (come minerali e vitamine) e la loro importanza è stata riconosciuta anche dall’alta cucina. RUANDA “Il viaggio del caffè nella prospera terra dalle mille colline” È da sempre un Paese baciato da condizioni particolarmente favorevoli per la crescita del caffè: altezza elevata, suolo vulcanico, clima soleggiato e nebbia equatoriale. Grazie alla notevole crescita della domanda di miscele speciali nei Paesi occidentali, il Ruanda ha fatto della coltivazione del caffè di qualità una priorità nazionale ed è riconosciuta a livello internazionale come il produttore di alcune delle migliori varietà al mondo. L'industria del caffè ruandese ha ancora molte potenzialità di crescita e il governo sta sostenendo questo settore. Il Paese vuole garantire prodotti alimentari sani, naturali e di elevata qualità grazie alla combinazione delle tradizioni agricole locali con un sistema di produzione ecologico attraverso l'implementazione delle ultime tecnologie. Il Ruanda partecipa a Expo Milano 2015 all'interno del Cluster del Caffè focalizzando l'attenzione su un prodotto salutare e una popolazione forte e prospera. TANZANIA “Sperimentare la cultura della Tanzania attraverso il cibo e le spezie” La Tanzania, formalmente Repubblica Unita di Tanzania è uno Stato dell'Africa orientale. Dar es Salaam è la città più grande ed è stata la capitale fino agli anni settanta. Il trasferimento delle funzioni amministrative alla nuova capitale Dodoma, posta nel centro della Tanzania, non è stato ancora completato. E' una nazione composta da più di 120 etnie con origini autoctone, europee, asiatiche e mediorientali. Il periodo coloniale arabo ha portato con sé un bagaglio culturale ricco, il cui elemento fondamentale è l’elevata varietà di spezie e di ricette. Dallo zafferano al cardamomo, dalla vaniglia alla cannella. Per questo la Tanzania ha confermato di partecipare all'EXPO 2015, all’interno del cluster delle Spezie. Cerca di far conoscere il proprio contributo e le opportunità già esistenti nel Paese per contribuire a ridurre la fame nel mondo, promuovendo il turismo e favorendo nuovi investimenti internazionali per l’espansione dell’economia agricola. KENYA “La terra delle illimitate possibilità” L’esposizione del Kenya a Expo Milano 2015 si sviluppa nel Cluster del Caffè con uno spazio espositivo di 125 metri quadri, che invita il pubblico a riflettere sull’importanza di un’alimentazione sostenibile, illustrano la stretta connessione tra cibo e ambiente e, come il primo possa compromettere il secondo. L’attenzione è puntata sulla sicurezza alimentare; si vuole enfatizzare il ruolo del cibo, che funge da tramite tra Paesi e culture differenti. Il padiglione consente al pubblico anche di assaggiare le prelibatezze keniane, tra cui i famosi tè e caffè. Ricetta del Kenya: Matoke Il Matoke è un piatto tipico della cucina africana dal sapore molto deciso, poiché il suo ingrediente principale è la banana mescolata al gusto della cipolla. L’origine di questo piatto proviene dall’Uganda, ma nel tempo la pietanza è stata associata alla cucina keniota. Oltre ad essere molto apprezzato, il Matoke è considerato un piatto “solare”, per il suo caratteristico colore giallo, colore del sole e del buon umore. Ingredienti per 4 persone: • 8 banane di platani sbucciate • succo di limone • 1 cucchiaio di burro • 2 cipolle affettate • ½ di foglie di coriandolo • 1 peperoncino • 2 tazze di brodo di manzo Il tempo di preparazione è abbastanza veloce ed è da ricordare che oltre a questi ingredienti si possono aggiungere delle varianti che ne arricchiscono il sapore. GHANA “Cacao: la tua ricchezza, il tuo benessere e la tua eredità Come secondo maggior produttore e fornitore mondiale di cacao, il Ghana garantisce il 20% del miglior cacao all'industria cioccolatiera e delle confezioni dolciarie a livello globale. Con il suo Padiglione il Ghana vuole condividere la propria visione di una coltivazione sostenibile del cacao, che è cominciata come una piccola attività a livello familiare per poi crescere e trasformarsi in un'attività commerciale sostenibile che crea ricchezza e occupazione lungo tutta la filiera, dal campo al consumatore. Situato all'interno del Cluster del Cacao, il Padiglione del Ghana è un’esibizione degli straordinari benefici che il cacao e i suoi derivati hanno sulla salute e sull'umore, proprietà conosciute da migliaia di anni. Attraverso il Padiglione nel percorso tematico del Ghana, la Storia dell'Umanità, i visitatori possono infatti scoprire come il cacao sia stato consumato per la prima volta tra il 1400 e il 1500 a.C. Originario delle colline delle Ande e dell'Orinoco sui bacini amazzonici del Sud America, il “Theobroma cacao” era considerato il “cibo degli Dei”. Nei secoli il cacao è stato preservato e consumato come bevanda in brocche d’oro da re e imperatori, da uomini ricchi e potenti ed è stato utilizzato come valuta di scambio nella regione mesoamericana. A metà del Diciassettesimo secolo il cacao è divenuto una bevanda popolare in Europa prima di essere introdotto commercialmente in Ghana nel 1879. Catturando i palati e l'immaginazione degli amanti del cioccolato di tutte le età, ma anche gli acquirenti e i produttori di derivati dal cacao, il Ghana offre ai visitatori un'indimenticabile esperienza alla scoperta del cacao nelle sue forme migliori. I visitatori potranno degustare le sublimi qualità dei prodotti ghanesi a base di cacao e sperimentare la preparazione della più popolare cucina ghanese. Slow Food Africa: La rete africana di Slow Food porta avanti diverse campagne: contro il land grabbing (terreni fertili che sono stati ceduti a multinazionali, fondi sovrani e organismi finanziari, più della metà dei casi registrati si trova nell'Africa subsahariana), contro l'introduzione degli Ogm in agricoltura, a favore della piccola pesca, della pastorizia e delle produzioni casearie a latte crudo. Miele bianco del Tigrai (Etiopia) Sale di canna del fiume Nzoia (Kenya) Nelle aree del Kenya occidentale storicamente escluse dalle principali rotte del sale marino, le comunità locali hanno sviluppato un particolare metodo di estrazione da una pianta acquatica. Oggi la produzione di sale di canna è molto limitata a causa della lavorazione, lunga e impegnativa, e alla presenza del sale marino d'importazione, arrivato in zona in seguito alla colonizzazione inglese. La deforestazione su larga scala ha inoltre causato una riduzione del livello del fiume e una conseguente riduzione delle aree paludose in cui vive e cresce la pianta usata per il sale. Oggi la comunità Bukusu è l'unica che continua a produrre il sale secondo questa tecnica. Una sorta di canna sottile cresce nelle acque del fiume Nzoia nella stagione secca, da settembre a marzo. Raggiunge un'altezza di circa due metri ed è pronta per la raccolta quando i fiori appassiscono e le foglie più alte sono quasi secche. Prima, la concentrazione di sale risulterebbe troppo bassa. Sistemata in fasci sui massi lungo il fiume, si lascia essiccare e poi si brucia a fuoco lentissimo (anche per due o tre giorni). La cenere così ottenuta è mescolata con acqua calda, filtrata e bollita in un'ampia padella posta sulla fiamma viva. Quando tutto il liquido è evaporato, sul fondo si deposita una purea salata, che viene raccolta, confezionata in foglie di banana ed essiccate sotto la cenere calda per una notte intera.