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Presentazione di PowerPoint - Istituto Comprensivo "G. e G. Robecchi"

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Presentazione di PowerPoint - Istituto Comprensivo "G. e G. Robecchi"
Milano 1°maggio-31 ottobre 2015
VILLAGGIO GLOBALE … CIBO
SENZA CONFINI
In un mondo sempre più piccolo, in cui
le nuove forme di comunicazione
annullano le distanze, si assiste ad un
processo di globalizzazione
economica, culturale, politica, sociale e
dei consumi.
Un ambito in cui possiamo trovare
elementi di cultura globalizzante è
quello dell’alimentazione.
I cibi propri di alcune culture culinarie si
sono propagati e inseriti ormai nella
dieta quotidiana di migliaia di persone
che vivono lontane tra loro.
Oggi è possibile consumare cibi che
sono stati prodotti agli antipodi del
globo o in stagioni diverse da quelle in
cui erano tradizionalmente offerti.
Alimentazione e salute
Nutrirsi è fondamentale.
Secondo l’OMS nutrizione adeguata e salute sono da considerarsi
diritti umani fondamentali fortemente correlati l’uno all’altro.
Una dieta corretta è un valido strumento di prevenzione per molte
malattie.
Piramide alimentare
La piramide alimentare,
è strutturata orizzontalmente,
gli alimenti sono classificati nei
seguenti gruppi:
-Cereali e derivati (alla base
della piramide);
-Verdura;
-Frutta fresca;
-Latte e latticini;
-Carne, pesce, uova e legumi
secchi;
-Zuccheri e grassi (in cima alla
piramide).
FABBISOGNO CALORICO
COSA SONO I NUTRIENTI?
I nutrienti sono: i carboidrati, le proteine, i grassi, i
minerali, le vitamine, le sostanze fitochimiche e le fibre
Solo alcuni di questi nutrienti, denominati
"macronutrienti", hanno anche un ruolo energetico, cioè
apportano calorie: sono proteine, carboidrati, e grassi. Gli
altri nutrienti non apportano direttamente energia, ma
sono altrettanto importanti. I nutrienti hanno un ruolo
non solo nella "sopravvivenza" dell'organismo, ma anche
nel mantenimento dello stato di salute e nell'insorgenza
delle malattie.
I carboidrati, (o glucidi) sono la fonte energetica principale
in quanto vengono rapidamente metabolizzati
in glucosio che viene usato come "carburante" per lo
svolgersi di tutte le funzioni delle cellule e dei tessuti(50%).
Si trovano nel pane, nella pasta, nei legumi, nelle patate,
nella farina nella frutta, nel miele, nello zucchero e nel latte.
Le proteine sono il principale materiale plastico che
serve per la costruzione dei tessuti e degli organi. I
muscoli per esempio sono principalmente costituiti da
proteine(20%). Si trovano nella carne, nel pesce, nel
latte, nel formaggio e nelle uova.
I lipidi (o grassi) sono un'importante fonte di energia e
possono servire come riserva in quanto vengono utilizzati
più lentamente che i glucidi. Sono inoltre fondamentali per
il mantenimento delle membrane cellulari e per
l'assorbimento di alcune vitamine (A, D, E e K)(30%). Si
trovano nel burro, nel salame, nel formaggio, nell’olio
d’oliva, nell’olio di semi e nella margarina.
È un pasto veloce, un sistema rapido di
ristorazione che a partire dagli anni
ottanta ha avuto una vasta diffusione a
livello mondiale.
Questa cucina è costituita
principalmente da hamburger,
FAST FOOD
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sandwich
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McDonald’s è in assoluto il simbolo più riconoscibile della
globalizzazione del gusto, accusato di essere, tra le altre cose,
corruttore di giovani palati, artefice della standardizzazione del gusto,
causa di obesità in occidente, ambasciatore dell’impero americano,
flagello delle tradizioni culinarie di tutto il mondo.
Tuttavia se è innegabile che questa multinazionale del panino è
presente ormai in tutto il mondo, è anche vero che con il tempo è stata
costretta ad adeguarsi alle diverse realtà culinarie, attuando strategie di
diversificazione, adattandosi di volta in volta ai gusti locali.
SCHEDE NUTRIZIONALI PANINI
Mc Chicken
Proteine: 21g = 42%
Grassi: 17g = 25%
Calorie: 428 = 21% del
fabbisogno giornaliero
Crispy Mc Bacon
Proteine: 27g = 53%
Grassi: 28g = 40%
Calorie: 492 =25% del
fabbisogno giornaliero
KFC
Stato Stati Uniti
Fondazione 1952 a North
Corbin, KY, USA
Sede principale Louisville, KY, USA
Gruppo Yum! Brands, Inc.
Persone chiave Harland Sanders
Settore ristorazione rapida
Prodotti •Fast food
•Pollo e lavorazioni
correlate facenti
parte della cucina
tradizionale degli
stati meridionali
degli USA
Bucket Tenders 10 pezzi +2
salse +2 contorni +2 bibite
15.90€
Hot Wings Bucket
18 pezzi +
2 contorni + 2 bibite 15,90€
Bucket Kentucky OR 8 pezzi +
2 contorni + 2 bibite 15,90
Bucket Tenders Maxi 20 pezzi+
4 salse + 4 contorni+ 4
bibite 29,90€
Bucket 2 Mix 20 pezzi (10 hot
wings + 10 tenders) + 2 salse +
4 contorni + 4 bibite
29,90€
Bucket 3 Mix 16 pezzi (6 hot
wings + 6 tenders + 4 Kentucky
OR) + 2 salse + 4 contorni + 4
bibite 29,90€
Un KFC petto di pollo alla griglia fornisce
circa 210 calorie. Ci possono essere un po’
più o meno calorie per pezzo a seconda
delle sue dimensioni. Rispetto al pollo
croccante, un petto di pollo alla griglia
contiene meno della metà delle calorie di
pollo croccante, che fornisce circa 510
calorie per pezzo.
A petto di pollo alla griglia da KFC contiene
circa 8 g di grassi che lo rende un alimento
basso contenuto di grassi. Questo è molto
meno grasso di un petto di pollo croccante
supplementare da KFC, che contiene 33 g di
grassi. L'American Heart Association, o AHA,
nonché le linee guida dietetiche USDA per
gli americani, raccomanda di tenere
l'assunzione totale di grassi sotto il 25 al 35
per cento delle calorie totali al giorno. Pollo
alla griglia KFC può essere un basso opzione
di cibo grasso che può aiutare a mantenere
il vostro apporto complessivo di grassi nella
dieta più basso e il vostro cuore sano.
Il primo ristorante Burger
King, originariamente
chiamato “Insta Burger
King”, fu aperto nel 1954 a
Miami, in Florida, da James
McLamore e David
Edgerton.
I prodotti più noti di Burger King sono:
l’hamburger “Whopper”;
il “Tender Crisp” panino con cotoletta ed
insalata;
il panino Steakhouse;
i “King Nuggets”, pollo impanato;
gli “Onion Rings”, anelli di cipolle;
le Satisfries, patatine a zig-zag;
i “Wrap” piadina con carne;
il “Big King XXL” variante del panino Big King;
i “Chicken fries”, bastoncini di pollo;
le “Chicken wings” ali di pollo;
le insalate “Green Salad”, “Grilled Chicken
Salad” e “Crunchy Chicken Salad”;
Hot Brownies al cioccolato fondente, bianco e
ai lamponi, la Cheesecake, il Tiramisù, i
Muffins al cioccolato, i Sandy al cioccolato,
alla fragola e al caramello e i BK Fusion ai
gusti strawberry crunch, oreo e kitkat e il
Waffle caldo;
le bevande sono: Coca-Cola o Pepsi.
Un Veggie Burger o hamburger vegetariano
è un impasto simile all'hamburger, ma che
non contiene carne, esso può essere fatto
con verdura, proteine vegetali tessurizzate
(soia), legumi, noci, latticini e derivati, funghi,
grano e uova.
L'origine del nome Veggie Burger viene fatta
risalire al 1982 ad opera del londinese
Gregory Sams, che chiamò un hamburger
vegetale VegeBurger. Sams e suo fratello
Craig aprirono un ristorante vegetariano a
Paddington negli anni sessanta.
I Veggie Burger precotti sono venduti anche
nei supermercati di tutto il mondo. In Italia i
Veggie Burger sono commercializzati da
Valsoia.
Dall’estate 2013, in tutti i ristoranti
italiani della catena McDonald’s è
disponibile un panino Gluten Free,
già sperimentato in Spagna, con
l’avallo dell’Associazione dei celiaci
spagnoli, FACE. Il panino garantito
dall’azienda è la versione "base"
dell’ hamburger McDonald’s: carne e
salsa (ketchup e/o senape). È stata
pertanto sospesa in tutti i ristoranti
della catena la procedura che
ammetteva la possibilità di portarsi il
panino da farcire da casa.
L'Happy Meal è un pasto specificatamente creato per i
bambini e venduto solo presso le catene di Fast Food
McDonald's dal giugno 1979. Di solito l'Happy Meal è
venduto all'interno di una scatola di cartone e ad ogni pasto
viene abbinato un giocattolo a sorpresa.
In Italia nel menù Happy Meal sono attualmente inclusi:
•Un hamburger, un Chicken McNuggets da 4 pezzi o un
McToast.
•Una bevanda
•Una confezione di patatine fritte o delle carote
•Un dessert a scelta tra: Parmigiano Reggiano, yogurt o
frutta.
In Australia, la scelta del menù Happy Meal si è espansa
per includere opzioni più "salutari" come insalate, pasta o
altro e sostituire la bevanda con un succo di frutta e le
patatine fritte con della frutta. Tale possibilità è stata
adottata anche nel Regno Unito, in Canada ed altri paesi.
Street food e recupero delle
tradizioni
Da qualche anno il cibo da strada è tornato in auge, contaminato da
formule innovative.
C’è una corsa al recupero di ricette e tradizioni, adattate nella forma
e nella sostanza alle esigenze di oggi: qualità, certificazioni, cibo bio,
vegan.
IL RUOLO DELLE DONNE NELLO
STREET FOOD
Un aspetto socio-economico molto
importante è legato al ruolo che
rivestono le donne nel fenomeno del
cibo da strada, intervenendo nelle
varie fasi produttive, comprendenti la
preparazione, il trasporto e la vendita
finale per strada. Soprattutto nei
paesi in via di sviluppo, le donne
giocano un ruolo importante e, in
alcuni contesti economici ed etnici,
rappresentano addirittura la
componente lavorativa largamente
maggioritario
Una caratteristica del cibo preparato
da mani femminili appare essere la
sua maggiore vicinanza alla
tradizione, nella varietà e nell'uso di
ingredienti, rispetto a quello di
produzione maschile. Secondo alcuni
studi, il cibo da strada di
preparazione femminile è anche di
miglior qualità per quanto riguarda la
presenza di cariche batteriche (si
veda la sezione Sicurezza alimentare
del cibo da strada).
Street food vegan
In Italia è boom per il cibo da strada. Da un sondaggio della Coldiretti
emerge che nel 2014 tre italiani su quattro hanno acquistato cibo di
strada, facendo registrare una vera e propria impennata per questa
forma di ristorazione alternativa e low cost.
Per Street Food intendiamo quell'insieme di alimenti già pronti per il
consumo che sono preparati o venduti soprattutto in strada. Il
fenomeno avrebbe contagiato quest'anno ben 35 milioni di Italiani, tutti
pronti a scoprire lo Street Food locale, per sperimentare nuovi sapori e
per risparmiare.
Non sempre però lo Street Food è esattamente salutare (pensiamo al
continuo riutilizzo degli oli di frittura). Un problema che si può benissimo
risolvere con preparazioni casalinghe più leggere e curate,
all'insegna dell'autoproduzione e del risparmio, ma soprattutto
dell'alimentazione sana.
Piadina romagnola, olive all'ascolana, arancini siciliani, farinata di ceci,
panelle, focacce farcite, panzarotti: gli esempi di Street Food che
possiamo incontrare nelle varie città italiane sono davvero tanti.
Siete vegan e non sempre l'offerta dello Street Food si adatta alla
vostra scelta? Ecco allora alcune ricette per preparare i vostri piatti
preferiti tipici dello Street Food in versione vegan, con ingredienti il
più possibili naturali e salutari.
Slow food e biodiversita’
Slow food, fin dalla sua nascita, ha posto la difesa della biodiversità al
centro delle sue strategie. Biodiversità è una parola recente che indica la
varietà della vita presente sul pianeta. Nella storia della Terra tutto ha
avuto un’origine e una fine e, in ogni epoca, si sono estinte delle specie.
Ma mai alla velocità impressionante di questi ultimi anni, di mille volte
superiore alle epoche precedenti. Dopo uno studio approfondito
l’università inglese di Exeter ha dichiarato che la Terra sta attraversando
la sesta grande estinzione di massa. C’è però una differenza tra questa e
le estinzioni del passato: per la prima volta la causa scatenante è l’Uomo
che continua a distruggere le foreste, a cementificare il territorio, a
inquinare le acque e i terreni con pesticidi e fertilizzanti. E che continua a
emarginare gli ultimi custodi della terra: quei piccoli contadini, pastori e
pescatori che conoscono e sanno rispettare l’equilibrio fragilissimo della
Terra. Insieme alle piante e agli animali selvatici, scompaiono anche le
piante addomesticate dall’uomo, le razze da latte e da carne selezionate
dall’uomo. Secondo la Fao il 75% delle specie vegetali è perso
irrimediabilmente. Oggi il 60% dell’alimentazione mondiale si basa su tre
cereali: grano, riso e mais, in particolare su pochi ibridi selezionati e
venduti agli agricoltori da una manciata di multinazionali.
PRESIDI SLOW FOOD IN ITALIA:
Agrì di Valtorta (Lombardia)
Valtorta è un piccolo centro della Val Brembana dove ancora resiste una
tradizione casearia unica: nella locale latteria cooperativa, ma anche nelle
case, si produce l'Agrì. Un piccolo formaggio cilindrico di latte vaccino intero
a pasta cruda la cui particolarità è data dalla tecnica di produzione che
richiede tre giorni di lavorazione e una speciale manualità del casaro.
Dopo una coagulazione acida del latte crudo ottenuta grazie all'innesto con
un po’ di siero acido conservato dalla lavorazione precedente e l'aggiunta di
caglio, si lascia riposare nel bacile coperto da un telo. Dopo un giorno si fa
sgrondare la massa in teli di lino appesi per un altra giornata. Infine si
mette in fascere da ricotta e si lascia ancora 24 ore. Quindi si impasta la
cagliata con del sale e la si manipola formando dei cilindri di tre centimetri e
di circa 50 grammi, poi posti ad asciugare per alcuni giorni. L'Agrì si
consuma tra gli 8 e i 15 giorni. Esso è un formaggio dal sapore dolce,
aromatico e dal profumo delicato. La pasta è bianca e morbida nel
formaggio fresco, ma diviene più compatta in quello stagionato ed è priva di
occhiatura. La crosta con la stagionatura si trasforma, assumendo un colore
dal giallo al grigio.
Tajarin al sugo e salsiccia di Bra
Ingredienti:
400 gr farina di frumento 00
100 gr semola rimacinata di grano duro
4 uova intere e 5 tuorli d’uovo
Olio extravergine di oliva
Sale
Semola o farina gialla per infarinare
Per il sugo:
300 gr salsiccia di Bra
200 gr carne magra di vitello tritata
200 gr di passata di pomodoro rustica
1 scalogno
1\2 carota
1\2 costa di sedano
1 ciuffo di salvia – 1 rametto di rosmarino
1 foglia di alloro
1 bicchiere di vino rosso o rosato
Olio extravergine di oliva
Albicocca di Scillato (Sicilia)
Il paese di Scillato situato nella valle del fiume Imera, in
provincia di Palermo. Floridi agrumeti caratterizzano da
sempre le sue campagne, con varietà molto particolari.
Ma questo territorio è la zona di produzione di una
particolare albicocca: i contadini della zona sanno che
questa varietà è considerata un frutto prezioso; un
tempo c’era chi arrivava da lontano, seguendo la fama
del suo profumo e del suo sapore. E’ una varietà di
albicocca precoce, dal frutto piccolo, spesso sfaccettato
di rosso, molto profumato e dal sapore intenso. La
raccolta inizia a fine maggio e dura circa due o tre
settimane. La coltivazione è tradizionale: ogni anno si
potano gli alberi, non si fanno trattamenti chimici e si
raccoglie a mano, in modo scalare. Gli alberi sono grandi
e hanno più di 30-40 anni. I frutti sono sensibili alle
manipolazioni e ai trasporti e la loro
commercializzazione è limitata ai mercati vicini.
A Scillato tutte le famiglie contadine preparano ogni
anno un’ottima confettura di albicocche. Ma la pressione
di prodotti più redditizi e di mercati più dinamici ha reso
questa varietà a rischio di scomparsa.
Pera cocomerina (Emilia Romagna)
Carciofo violetto di Castellammare (Campania)
Testarolo artigianale pontremolese (Toscana)
Expo Milano 2015 vede
protagonisti i Paesi di tutto il
mondo che sono stati invitati ad
interpretare il tema Nutrire il
Pianeta, Energia per la Vita.
L’alimentazione, tema vitale e
quotidiano per l’intera popolazione
mondiale, porta con sé profonde
problematiche. Ogni Paese,
partendo dalla propria cultura e
dalle proprie tradizioni, è
chiamato a interrogarsi e a
proporre soluzioni rispetto alle
grandi sfide legate alle prospettive
dell'alimentazione.
L’AFRICA
L’AFRICA
L’Africa è il continente più antico ed è anche la “culla dell’umanità”.
Anche la nostra specie, l’Homo sapiens, ha origini africane: resti fossili
di Sapiens sono stati trovati in Etiopia.
Enormi risorse, estrema povertà
L’Africa è ricca di materie prime, diamanti, oro, petrolio, manganese,
cobalto, fosfati, legnami pregiati, tuttavia il suo sviluppo continua ad
essere caratterizzato da grandi contraddizioni e ci sono ancora molti
Paesi in cui l’indice di povertà è tra i più alti al mondo.
Le cause di questa situazione sono numerose e vanno ricercate nella
politica di sfruttamento delle potenze coloniali europee e nella forte
dipendenza dell’economia africana dai Paesi sviluppati e dalle
multinazionali straniere che gestiscono sia le piantagioni sia
l’estrazione che la commercializzazione delle enormi risorse del
sottosuolo e nell’instabilità politica e nei contrasti etnico-religiosi che
spesso sfociano in sanguinosi conflitti e ostacolano gli investimenti
stranieri. A ciò si aggiungono le malattie (malaria, Aids, lebbra,
Ebola), le frequenti carestie, gli episodi di siccità e l’analfabetismo.
L’agricoltura in Africa
L’Africa è il continente meno industrializzato del mondo. Nella
maggior parte dei Paesi l’attività prevalente con il 60% degli
occupati è l’agricoltura di sussistenza. Essa è praticata nei
terreni meno fertili: si produce ciò che si consuma, ma spesso i
raccolti sono insufficienti al bisogno della comunità.
Tra i prodotti coltivati ci sono: ortaggi, mais, manioca, sorgo,
miglio.
I terreni più fertili sono utilizzati per monoculture di
piantagione destinate all’esportazione e in mano a imprese
multinazionali europee e statunitensi.
Tra i prodotti destinati all’esportazione ci sono: cotone, caffè, tè,
canna da zucchero, banane, arachidi, cacao.
Il settore industriale è poco sviluppato e molti paesi africani
sono costretti ad importare prodotti lavorati, indebitandosi
ulteriormente.
I servizi sono scarsi e il terziario, se si esclude il turismo in zone
limitate e il commercio nelle aree costiere, è una risorsa poco
conosciuta. Anche le vie di comunicazione sono insufficienti.
Il futuro dell’Africa
“Non si può svendere la terra africana agli stranieri. La
terra dell’Africa appartiene ai giovani africani”
Questo ha detto Carlo Petrini, presidente di Slow Food,
lanciando un nuovo progetto:” 10.000 orti per il futuro
dell’Africa”.
Fare un orto aiuta a risolvere il problema della malnutrizione, a
difendere la sovranità alimentare, liberandosi, per esempio, dei
semi selezionati delle multinazionali, spesso troppo costosi e
non adatti ai luoghi in cui sono utilizzati.
Inoltre gli orti hanno un ruolo fondamentale perché
proteggono e promuovono la biodiversità del territorio africano
e aiutano i consumatori a recuperare e a consumare i prodotti
tradizionali.
L’obiettivo più importante, però è formare giovani agronomi
che “prendano in mano” la loro terra e costruiscano un futuro
sostenibile per il loro continente.
Forse l’Africa sarà salvata proprio dall’agricoltura
familiare.
MOZAMBICO
"Dalla tradizione all’innovazione: nutrire le vite,
coltivare i sogni"
Con la sua partecipazione a Expo Milano 2015, all’interno del Cluster Cereali
e Tuberi, il Mozambico vuole attirare l’attenzione dei visitatori raccontando
storie, curiosità e caratteristiche dei suoi prodotti tipici, come la manioca, le
patate, il mais, il miglio e alcuni tipi di radici. Esso vuole mostrare la sua
storia, le sue usanze e le sue ricchezze culturali attraverso due itinerari a
tema: “Il ruolo delle donne in agricoltura” e “Biodiversità e conservazione
dell’ecosistema”, con l’obiettivo di presentare la ricchezza delle varietà
agroalimentari presenti nel Paese e di raccontare gli sforzi compiuti nella
ricerca di tecniche agricole più efficaci, favorendo lo scambio di conoscenze
e competenze sui temi della sicurezza alimentare.
L’allestimento dello spazio espositivo rispecchia la mappa geografica del
Mozambico, i contenuti saranno infatti suddivisi per province e regioni di
produzione.
Agricoltura e sicurezza alimentare
L'agricoltura è la più importante attività economica e fornisce i
mezzi di sussistenza alla maggioranza della popolazione. Nel
2009, il settore ha contribuito per il 20% al valore totale delle
esportazioni (pesce, gamberi, legname, anacardio, agrumi, noci
di cocco, tè, cotone e tabacco). Le colture alimentari interessano
circa l'80% della superficie coltivata mais e manioca sono i
principali prodotti, seguiti da sorgo, miglio, riso, fagioli, arachidi e
patate dolci. Le colture commerciali più importanti sono tabacco,
cotone, sesamo, canna da zucchero, tè, cocco e anacardio.
Il potenziale agricolo è alto, nonostante le frequenti siccità e
inondazioni. Vi è inoltre abbondanza di risorse marine, che non
sono pienamente sfruttate. La varietà dei suoli e le condizioni
climatiche diverse offrono una vasta gamma di opportunità di
produzione e le risorse idriche sono relativamente abbondanti.
Tuttavia, il Paese è altamente indebitato e si stima che il 64%
della popolazione sia in condizioni di insicurezza alimentare.
La Manihot esculenta, anche nota come
manioca o tapioca è una pianta della
famiglia delle Euphorbiaceae originaria del
Sudamerica. Ha una radice a tubero
commestibile, coltivata in gran parte nelle
regioni tropicali e subtropicali del mondo.
DOLCE DI MANIOCA
Si grattugia la noce di cocco e nel latte di
cocco si fa cuocere la manioca, tagliata a
cubetti. Si aggiungono quindi zucchero, sale
e altro latte di cocco, più denso di quello già
usato in modo che la pasta si addensi sul
fuoco. Infine, si spruzza la cannella in
polvere. Si può servire caldo o gelato.
GUINEA
"Frutta e legumi, motore di sviluppo socioeconomico e di riduzione della povertà in Guinea"
Il Paese ha scelto di partecipare a Expo Milano 2015 con uno spazio espositivo di
125 metri quadri all’interno del Cluster di Frutta e Legumi, identificando nel settore
ortofrutticolo un motore fondamentale per la crescita economica e la lotta alla
povertà. Inoltre, a questi due obiettivi fondamentali, va aggiunto quello della
sicurezza nell’approvvigionamento del cibo. Visto che la produzione interna non è
ancora sufficiente per soddisfare il fabbisogno di tutta la popolazione, la nuova
politica agricola nazionale identifica in questo settore uno dei possibili strumenti
per garantire l’autosufficienza alimentare. Nel corso dell’Esposizione la Guinea
vuole entrare in contatto con imprese pubbliche e private, con le Organizzazioni
Non Governative, con le istituzioni internazionali e gli istituti di ricerca al fine di
migliorare l’efficienza della produzione agricola, stringere accordi e condividere
best practices con gli operatori internazionali che operano nel settore. Tutto ciò in
vista dello scopo comune di raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio
stabiliti dalle Nazioni Unite.
L’ agricoltura
L’attività principale in Guinea è l'agricoltura che impiega oltre il
70% della popolazione attiva e contribuisce alla formazione di
un quarto del prodotto interno lordo. I programmi di sviluppo
del governo agiscono soprattutto in questo apparato economico,
ancora oggi basilare per la crescita dell'economia.
La superficie coltivata è molto limitata, corrisponde (solo al 3%
di quella totale. Le colture più importanti sono quelle
alimentari: riso, mais, sorgo), manioca, patate e altro, la
maggiore produzione è quella di riso. Altre coltivazioni sono
riservate alle esportazioni, come caffè, ananas, agrumi, arachidi
e palme da olio.
Elaeis guineensis è una specie di palma comunemente chiamata
palma da olio per via della polpa del suo frutto ricco di grassi che
la rende una delle piante più rilevanti da un punto di vista
economico. Essa è ritenuta originaria di una vasta zona dell'Africa
inclusa tra il Gambia e l'Angola di fronte al vasto Golfo di Guinea,
da cui deriva il suo nome scientifico. Il nome con cui è più
conosciuto il suo frutto è dendè, di derivazione portoghese. In
Angola è chiamato dendem (da cui deriva il nome vernacolare).
Oggi è diffusa e coltivata in vaste zone tropicali anche del
continente americano e soprattutto del Sud-est asiatico.
Piatto tipico della Guinea
Pollo alle banane
Tipico piatto della Guinea, il pollo unito alle banane potrebbe sembrare un
accostamento strano, per le nostre tradizioni culinarie. Eppure il mix di sapori
contrastanti ma ben mischiati e vi permetterà di apprezzare il connubio.
Preparazione:
Preparate e tagliate il pollo a pezzi. Scaldate olio e burro piuttosto abbondanti,
mettetevi a rosolare il pollo; quando questo ha preso colore aggiungete la cipolla
tritata e l'aglio che butterete via quando sarà dorato. Cospargete il pollo con un po' di
farina, versate il vino bianco secco, lasciatelo evaporare, poi versate un mestolino di
acqua calda, salate, pepate e aggiungete i pomodori tagliati a pezzi (devono essere
maturi) e la foglia di lauro. Fate cuocere per una ventina di minuti, quindi unite le
patate dolci sbucciate e tagliate a pezzi. Continuate la cottura per altri trenta
minuti. Nel frattempo sbucciate le banane e tagliatele a fette spesse, fatele rosolare
nel burro. In un piatto di portata ponete il pollo al centro e circondate il tutto con le
fette di banana.
370 CALORIE
PER PORZIONE.
COSTA D’AVORIO
"Produrre Cacao per il Pianeta in maniera
sostenibile"
La Costa d’Avorio, uno dei principali produttori mondiali di cacao, partecipa a Expo
Milano 2015 all’interno del Cluster del Cacao. Al primo posto per la propria capacità
produttiva da più di vent’anni, la Costa d’Avorio fa della sostenibilità il proprio vessillo
nella gestione dell’industria agroalimentare interna.
Essa avrà la possibilità di illustrare ai visitatori la propria esperienza, riguardo
all’utilizzo di innovazioni tecnologiche e ai sistemi di produzione sostenibili anche per i
sottoprodotti del cacao. Il padiglione della Costa d’Avorio sarà simile a un museo
virtuale in cui saranno esposte in modo documentale le varie fasi della produzione:
dalla coltivazione e mantenimento delle piante, alla raccolta delle cabosse, fino alla
trasformazione in alimenti e prodotti derivanti da questo ingrediente. Inoltre il
visitatore scoprirà tutti i metodi d’utilizzo del cacao anche in campo medico e
cosmetico. La virtualità dell’esposizione non toglierà spazio a una conoscenza diretta
dell’elemento con un arredamento composto da oggetti naturali che richiamano
l’habitat delle piantagioni di cacao. L’offerta per i visitatori sarà arricchita dalla
proposta di spettacoli di artisti locali e danze, nonché dalla possibilità di degustare
assaggi a base di cacao e di suoi derivati.
Pollo Katoum della Costa d’Avorio
E' una ricetta che presenta aromi tipici della cucina del Mediterraneo, quali
il pomodoro, l'aglio e la cipolla, uniti a sapori più esotici, come il curry e lo
zenzero.
Ingredienti:
•1/2 pollo, tagliato a pezzi e pulito
•4 pomodori Camona
•1 cipolla
•1 spicchio aglio
•olio evo
•1 foglia di alloro
per la marinata:
•1 cucchiaino di curry in polvere
•1 cipolla tritata finissima
•1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
•1 cm di zenzero fresco grattato
•1 cucchiaio olio di semi
Mettete tutti gli ingredienti della marinata in una ciotola e fateci insaporire
il pollo per qualche ora. Tagliate a cubetti i pomodori, tritate la cipolla e
rosolatela insieme all'aglio. Unite i pomodori e cuocete per 10 minuti a
fuoco basso. Rosolate il pollo con la marinata in una padella per 10 minuti a
fuoco medio. Finite la cottura in forno a 200° per circa 10 minuti. Impiattate
con un po' di salsa di pomodori freschi, un pomodoro a fette ed il pollo.
Egitto
“Egitto, la storia infinita”
Il racconto è affidato alla figura
narrante di Iside, simbolo
universale di fertilità, che
suggerisce due dimensioni
concettuali: a livello globale è
metafora di comunicazione e
trasformazione, a livello locale è
apportatrice di vita e di
resurrezione.
La partecipazione dell’Egitto avviene all’interno del Cluster
Bio-Mediterraneo, con uno spazio espositivo di 375 metri
quadri che include anche una sala ristorante con chef
egiziani.
L’Egitto è testimone millenario di eventi, grandi stagioni, personaggi
storici, che sono narrati in riferimento alla loro dimensione mondiale,
regionale o locale, nei loro legami con la storia dell’umanità e del
cibo. “Geni e meme” è un percorso tematico che illustra, appunto, i
“geni”, ovvero le caratteristiche originarie degli alimenti indigeni, e i
“memi”, ovvero gli ingredienti e i cibi importati, che si fondono nella
cultura egiziana. Oltre al racconto di ciò che è già accaduto, l’Egitto è
conscio che si deve stabilire un nuovo modo di procedere e di
rivitalizzare il potenziale inespresso: questo è il viaggio da compiere.
Burundi
"Alla scoperta dei cinque sensi:
il Burundi"
Con la sua partecipazione a Expo Milano 2015, all'interno del Cluster del Caffè, il
Burundi intende valorizzare le sue risorse naturali, culturali ed economiche e mostrare
le proprie potenzialità e prospettive di sviluppo utilizzando la metafora dei cinque sensi
come guida verso la scoperta del Paese. Si parte dalla vista per mostrare al mondo la
bellezza dei paesaggi e degli habitat naturali ancora poco conosciuti dai viaggiatori e
dagli operatori turistici anche a causa della mancanza di infrastrutture adeguate. Si
passa poi al gusto e all’olfatto per descrivere il caffè arabica dolce, dal gusto e dal
profumo unico. La sua produzione ha contribuito a trasformare e migliorare le
condizioni di vita di intere generazioni e a promuovere l’immagine del Paese nel
mondo. L’udito e il tatto sono interpretati come strumenti per onorare l tradizione
culturale e la tenacia del popolo burundese, tra riti, suoni, canti che lo hanno aiutato
ad attraversare e superare periodi di crisi politica e sociale.
Il visitatore intraprende questo percorso sensoriale in uno spazio espositivo ispirato
all'architettura tradizionale delle case burundesi (Rugo) e caratterizzato dall'utilizzo di
materiali naturali e di piante tipiche. I visitatori possono gustare prodotti tradizionali
del Burundi, oltre che partecipare a seminari e convegni sulle innovazioni tecnologiche
in campo agricolo e sulle politiche volte a soddisfare il fabbisogno alimentare della
popolazione.
ANGOLA
"Cibo e Cultura, Educare per Innovare"
L’Angola ha scelto di elaborare il Tema di Expo Milano 2015 Nutrire il Pianeta,
Energia per la Vita con l’obiettivo di trasmettere tutta la cultura e l'anima di
nazione africana attraverso la ricchezza e la diversità delle sue tradizioni culinarie:
educare per innovare.
L'educazione è interpretata come l’impegno ad accrescere la consapevolezza della
società angolana nei confronti del cibo, partendo dalle scuole e dalle Università,
fino a giungere alla definizione di norme che regolino la produzione dei cibi locali
e importati, introducendo dei livelli qualitativi anche nei mercati locali.
L'innovazione implica da una parte il costante incoraggiamento delle buone
pratiche locali, figlie di antichi saperi e secolari tradizioni rivelatesi sostenibili e
sane, dall'altra si prefigge di integrare le migliori tecnologie che la scienza offre
per un percorso di sviluppo sostenibile “a tutto tondo”. Fondamentale è il ruolo
delle donne nella società angolana, in quanto detentrici della tradizione: dalla
preparazione del cibo all'economia familiare dall'igiene della famiglia
all'educazione.
INSETTI FRITTI
Come in altri Paesi africani, anche in
Angola gli insetti sono considerati una
vera squisitezza. In questa nazione sono
particolarmente diffusi i catatos e i
gafanhotos de palmeria.
I catatos consistono in bruchi fritti che, di
solito, si consumano con del riso. I bruchi
vengono cotti nell’aglio ed hanno un
gusto simile a quello dei gamberetti. I
gafanhotos de palmeria sono invece
cavallette tostate che si mangiano con il
funje.
Nonostante possano non sembrare
commestibili ad una prima occhiata,
questi piatti sono molto esotici e
forniscono un’ottima razione di proteine.
POLLO PIRI PIRI
Il pollo piri piri è una ricetta
originaria dell’Angola e del
Mozambico; la pietanza si realizza
facendo marinare il pollo nel
peperoncino – chiamato appunto piri
piri in Angola – prima di grigliarlo.
Le ricette variano e, dunque, la
marinatura può avvenire anche
nell’olio, nella paprika, nel cilantro,
nel prezzemolo, nel succo di limone
o di lime, nell’aceto o nel vino.
ERITREA
“Vivere in zone aride può essere una benedizione,
non una disgrazia”
Con la sua partecipazione il Paese vuole illustrare la sostenibilità della sua
agricoltura tradizionale, mostrare le potenzialità delle risorse naturali come
riserva di cibo per le comunità rurali, spiegare come affrontare le sfide legate alla
scarsità d’acqua, far conoscere il cibo della tradizione eritrea (che in molti casi ha
ottimi valori nutrizionali) e dare risalto alle potenzialità dell’approccio cooperativo.
Nel suo spazio espositivo di 125 metri quadri all’interno del cluster delle Zone
Aride, trovano posto materiali illustrativi, poster e brochure, che presentano le
diverse zone agro-ecologiche del Paese e le loro peculiarità, le sfide poste dai
processi di desertificazione e le tecniche di conservazione di “ogni goccia d’acqua”
attraverso la costruzione di argini e laghetti artificiali da utilizzare per
l’agricoltura, la pesca e l’abbeveramento del bestiame. Brevi videoclip illustrano le
fasi della catena produttiva alimentare, la coltura e la raccolta tradizionali, le
contromisure adottate.
VINO DI PALMA
Il vino di palma, insieme alla birra di mais, è una
popolare bevanda alcolica dell’Angola; realizzato con
estratto di palma, è caratterizzato da un sapore forte
dovuto alla fermentazione.
Questo alcolico si sposa alla perfezione con i piatti
tradizionali ed è particolarmente
SENEGAL
“Produrre, nutrire e proteggere: le sfide della
sicurezza alimentare e dello sviluppo sostenibile in
Senegal”
Il Senegal partecipa a Expo Milano 2015, all'interno del Cluster delle Zone Aride con
l’obiettivo di mostrare gli sforzi messi in atto per sviluppare il settore agricolo
e garantire la sicurezza alimentare a fronte di condizioni ambientali non sempre
favorevoli. La filosofia che guida il Paese è quella di adattarsi alle mutate condizioni
climatiche cercando di coprire il fabbisogno alimentare dei propri abitanti, nel rispetto
dell’ambiente; per farlo, sono stati creati programmi didattici che spingono all’adozione
di comportamenti responsabili da parte delle realtà produttive e dei consumatori.
Il Padiglione senegalese ha come simbolo il baobab, uno degli alberi più imponenti del
mondo, che garantisce nutrimento e protezione a migliaia di persone. Il visitatore ha la
possibilità di conoscere e scoprire le aree marine protette del Senegal, studiare le
innovazioni adottate dagli allevamenti ittici e le nuove tecniche di acquacoltura in uso.
Si possono assaggiare i prodotti tipici della cucina senegalese a base di miglio, mais,
riso, papaya e scoprire i loro legami con la cultura tradizionale.
MAROCCO
“Marocco, un viaggio di sapori”
Il concept Con il suo semplice e distintivo concept il Padiglione del Marocco è
costruito attorno a una scoperta sensoriale, al cibo e alla gastronomia, e vuole
rappresentare tutte le diversità esistenti all'interno del Paese, mostrando la
ricchezza dei suoi alimenti e dei suoi sapori. I visitatori, attraverso l'espressione
architettonica del Padiglione, possono fare un viaggio in Marocco, attraverso tutte le
varietà di “terroirs”, le peculiarità agronomiche e le differenti tradizioni culturali
esistenti.
Grazie a reminiscenze della terra, del suo suolo, dei suoi sapori e dei suoi profumi,
i visitatori faranno prima di tutto un viaggio di “gusto e scoperta” dei sensi, per
proseguire con un viaggio nella ragione, dove il Marocco affronta argomenti e
nuove sfide legate al Tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, di cibo e
nutrizione, per se stesso e per il mondo intero. Il Marocco ha scelto di non far parte
di nessun cluster.
ZAMBIA
"Vieni, produciamo cibo insieme"
Per il popolo zambiano è motivo d’orgoglio saper accogliere gli ospiti, i turisti e i
visitatori. Con oltre settantadue etnie lo Zambia è uno dei Paesi con la maggiore
diversità culturale in Africa e forse nel mondo. Il collante che tiene unito questo
mosaico è il cibo, che non è solo nutrimento ma è anche ciò che definisce e identifica
una società è linfa vitale della comunità.
A Expo Milano 2015 lo Zambia vuole condividere con il resto del mondo questo modo
unico e speciale di intendere il cibo, fonte di energia per la vita.
Avendo 13 milioni di abitanti e una notevole capacità agricola, grazie a un suolo fertile
e produttivo, il Paese è capace di generare addirittura un surplus agricolo da destinare
all’esportazione. I 125 metri quadri di spazio espositivo all’interno del cluster Frutta e
Legumi sono l’ambiente ideale per offrire un assaggio di questi prodotti ai visitatori, ma
anche per rivolgersi ai possibili turisti che vorranno visitare lo Zambia e agli
eventuali investitori dell’industria agroalimentare interessati a puntare su produzioni
agricole e tecniche di trasformazione rispettose della biodiversità e della sostenibilità.
Vengono mostrati i differenti modi di preparare e cuocere frutti e legumi zambiani, i
metodi biologici e le tecniche naturali di conservazione, i migliori esempi dell’uso in
cucina di frutti tradizionali, semi ed erbe, con intorno opere d’arte, cerimonie, rituali,
canzoni e danze. Le atmosfere e i colori del Padiglione cambiano in ossequio al ritmo
delle stagioni.
SIERRA LEONE
"La sicurezza alimentare - un mezzo per
l'Agenda for Prosperity"
Il riso è la coltura dominante del paese, esso è coltivato in alta pianura e in altre
regioni ecologiche, a volte anche con tecniche rudimentali.
Sradicare la fame, la sete e la malnutrizione è uno degli obiettivi di Expo Milano
2015. Per sostenere la sua attuazione, il governo della Sierra Leone si è impegnato a
produrre una dieta equilibrata dal punto di vista nutrizionale, per valutare l'efficacia
del modello tipico dell'agricoltura nei suoi villaggi e, ad assicurare che le fonti di
sussistenza umana (suolo e acqua) siano protetti. Questo obiettivo è l'ispirazione per
la sua partecipazione, con uno spazio espositivo di 125 metri quadrati all'interno
del Cluster Rice. La Sierra Leone offre ai visitatori l'esperienza completa di una
"fattoria intelligente", un luogo in cui le competenze dei vari individui si incontrano
per raggiungere un obiettivo comune, che pratica la coltivazione del riso, pesca
sostenibile e allevamento di polli e piccolo bestiame; ci sono centri per l'educazione
sanitaria e alimentare, le scuole, i mercati, irrigazione e sistemi di produzione di
energia. Uno dei suoi obiettivi è quello di studiare questo modello economico con
un istituto italiano di ricerca.
CAMERUN
"La coltivazione del cacao, un argomento in
favore delle opportunità"
Quasi un decimo della superficie del Camerun, paese ricco di etnie affacciato sul
Golfo di Guinea che partecipa a Expo Milano 2015 all’interno del cluster del
Cacao con uno spazio espositivo di 125 metri quadri, è destinato all’agricoltura. Una
vocazione supportata dalla coltivazione del cacao, il prodotto agricolo più esportato,
presente in Camerun fin dal periodo coloniale, ha consentito alle popolazioni locali
di entrare nell’economia di mercato. Il Tema di Expo Milano 2015 è anche uno
stimolo per i coltivatori di tutto il mondo a integrare i concetti di quantità e qualità
nel loro lavoro. Si deve assicurare una quantità di cibo sufficiente e ben distribuita,
con una qualità che possa garantire la salute attraverso il rispetto dell’ambiente.
La gamma di benefici che i prodotti derivati dal cacao apportano alla qualità della
vita è molto ampia: dall’industria alimentare e dolciaria a quella farmaceutica, dalla
cosmesi all’artigianato, dalla produzione di biocarburanti all’impiego dei residui
come fertilizzanti. Le politiche governative camerunensi aiutano i contadini a
superare i problemi che devono affrontare, consentendo loro di cogliere le
opportunità di un mercato in rapida espansione. catena produttiva.
ZIMBABWE
“Sicurezza alimentare e sviluppo
sostenibile: uno Zimbabwe sano”
Lo scopo della partecipazione della Repubblica dello Zimbabwe a Expo
Milano 2015 è mostrare gli sforzi compiuti in questi anni per affrontare il
problema della sicurezza alimentare e cercare di raggiungere i
Millennium Development Goals (MDGs), gli Obiettivi di Sviluppo del
Millennio promossi dalle Nazioni Unite. Il Paese si è posto quattro
impegni da rispettare al fine di garantire la sicurezza alimentare a tutta
la sua popolazione e valorizzare il ruolo delle donne in quanto custodi
delle tradizioni familiari: promuovere l’agricoltura e l’accesso universale
alle risorse alimentari; sviluppare programmi di assistenza e protezione
sociale; rispettare gli standard nazionali e internazionali di qualità e
igiene; garantire che tutti assumano la dose giornaliera di elementi
nutrizionali indispensabili per la sopravvivenza.
Lo Zimbabwe partecipa al Cluster di Cereali e Tuberi con uno spazio
espositivo di 125 metri quadri. Lo scopo prioritario è promuovere temi
fondamentali nonché mostrare l’importanza dei prodotti agricoli,
cercando di coniugare le nuove tecnologie di produzione con le tecniche
tradizionali. Come peculiarità si segnala la coltivazione di diverse varietà
di patate; cereali e tuberi hanno dei valori nutrizionali altissimi (come
minerali e vitamine) e la loro importanza è stata riconosciuta anche
dall’alta cucina.
RUANDA
“Il viaggio del caffè nella prospera
terra dalle mille colline”
È da sempre un Paese baciato da condizioni particolarmente
favorevoli per la crescita del caffè: altezza elevata, suolo
vulcanico, clima soleggiato e nebbia equatoriale. Grazie alla
notevole crescita della domanda di miscele speciali nei Paesi
occidentali, il Ruanda ha fatto della coltivazione del caffè di
qualità una priorità nazionale ed è riconosciuta a livello
internazionale come il produttore di alcune delle migliori
varietà al mondo.
L'industria del caffè ruandese ha ancora molte potenzialità
di crescita e il governo sta sostenendo questo settore. Il
Paese vuole garantire prodotti alimentari sani, naturali e di
elevata qualità grazie alla combinazione delle tradizioni
agricole locali con un sistema di produzione ecologico
attraverso l'implementazione delle ultime tecnologie.
Il Ruanda partecipa a Expo Milano 2015 all'interno del
Cluster del Caffè focalizzando l'attenzione su un prodotto
salutare e una popolazione forte e prospera.
TANZANIA
“Sperimentare la cultura della
Tanzania attraverso il cibo e le
spezie”
La Tanzania, formalmente Repubblica Unita di Tanzania
è uno Stato dell'Africa orientale. Dar es Salaam è la
città più grande ed è stata la capitale fino agli anni
settanta. Il trasferimento delle funzioni amministrative
alla nuova capitale Dodoma, posta nel centro della
Tanzania, non è stato ancora completato. E' una nazione
composta da più di 120 etnie con origini autoctone,
europee, asiatiche e mediorientali. Il periodo coloniale
arabo ha portato con sé un bagaglio culturale ricco, il
cui elemento fondamentale è l’elevata varietà di spezie
e di ricette. Dallo zafferano al cardamomo, dalla vaniglia
alla cannella. Per questo la Tanzania ha confermato di
partecipare all'EXPO 2015, all’interno del cluster delle
Spezie. Cerca di far conoscere il proprio contributo e le
opportunità già esistenti nel Paese per contribuire a
ridurre la fame nel mondo, promuovendo il turismo e
favorendo nuovi investimenti internazionali per
l’espansione dell’economia agricola.
KENYA
“La terra delle illimitate possibilità”
L’esposizione del Kenya a Expo Milano 2015 si sviluppa nel Cluster del
Caffè con uno spazio espositivo di 125 metri quadri, che invita il
pubblico a riflettere sull’importanza di un’alimentazione sostenibile,
illustrano la stretta connessione tra cibo e ambiente e, come il primo
possa compromettere il secondo. L’attenzione è puntata sulla
sicurezza alimentare; si vuole enfatizzare il ruolo del cibo, che funge
da tramite tra Paesi e culture differenti. Il padiglione consente al
pubblico anche di assaggiare le prelibatezze keniane, tra cui i famosi
tè e caffè.
Ricetta del Kenya: Matoke
Il Matoke è un piatto tipico della cucina africana dal
sapore molto deciso, poiché il suo ingrediente
principale è la banana mescolata al gusto della
cipolla. L’origine di questo piatto proviene
dall’Uganda, ma nel tempo la pietanza è stata
associata alla cucina keniota.
Oltre ad essere molto apprezzato, il Matoke è
considerato un piatto “solare”, per il suo caratteristico
colore giallo, colore del sole e del buon umore.
Ingredienti per 4 persone:
• 8 banane di platani sbucciate
• succo di limone
• 1 cucchiaio di burro
• 2 cipolle affettate
• ½ di foglie di coriandolo
• 1 peperoncino
• 2 tazze di brodo di manzo
Il tempo di preparazione è abbastanza veloce ed è da
ricordare che oltre a questi ingredienti si possono
aggiungere delle varianti che ne arricchiscono il
sapore.
GHANA
“Cacao: la tua ricchezza, il tuo
benessere e la tua eredità
Come secondo maggior produttore e
fornitore mondiale di cacao, il
Ghana garantisce il 20% del
miglior cacao all'industria
cioccolatiera e delle confezioni
dolciarie a livello globale. Con il suo
Padiglione il Ghana vuole condividere
la propria visione di una coltivazione
sostenibile del cacao, che è
cominciata come una piccola attività a
livello familiare per poi crescere e
trasformarsi in un'attività
commerciale sostenibile che crea
ricchezza e occupazione lungo tutta la
filiera, dal campo al consumatore.
Situato all'interno del Cluster del Cacao, il
Padiglione del Ghana è un’esibizione degli
straordinari benefici che il cacao e i suoi derivati
hanno sulla salute e sull'umore, proprietà
conosciute da migliaia di anni. Attraverso il
Padiglione nel percorso tematico del Ghana, la
Storia dell'Umanità, i visitatori possono infatti
scoprire come il cacao sia stato consumato per la
prima volta tra il 1400 e il 1500 a.C. Originario
delle colline delle Ande e dell'Orinoco sui bacini
amazzonici del Sud America, il “Theobroma
cacao” era considerato il “cibo degli Dei”. Nei
secoli il cacao è stato preservato e consumato
come bevanda in brocche d’oro da re e imperatori,
da uomini ricchi e potenti ed è stato utilizzato
come valuta di scambio nella regione
mesoamericana. A metà del Diciassettesimo secolo
il cacao è divenuto una bevanda popolare in
Europa prima di essere introdotto
commercialmente in Ghana nel 1879.
Catturando i palati e
l'immaginazione degli
amanti del cioccolato di
tutte le età, ma anche gli
acquirenti e i produttori di
derivati dal cacao, il Ghana
offre ai visitatori
un'indimenticabile
esperienza alla scoperta del
cacao nelle sue forme
migliori. I visitatori
potranno degustare le
sublimi qualità dei prodotti
ghanesi a base di cacao e
sperimentare la
preparazione della più
popolare cucina ghanese.
Slow Food Africa:
La rete africana di Slow Food porta avanti diverse campagne:
contro il land grabbing (terreni fertili che sono stati ceduti a
multinazionali, fondi sovrani e organismi finanziari, più della metà
dei casi registrati si trova nell'Africa subsahariana), contro
l'introduzione degli Ogm in agricoltura, a favore della piccola
pesca, della pastorizia e delle produzioni casearie a latte crudo.
Miele bianco del Tigrai (Etiopia)
Sale di canna del fiume Nzoia (Kenya)
Nelle aree del Kenya occidentale storicamente escluse dalle principali rotte del sale
marino, le comunità locali hanno sviluppato un particolare metodo di estrazione da una
pianta acquatica. Oggi la produzione di sale di canna è molto limitata a causa della
lavorazione, lunga e impegnativa, e alla presenza del sale marino d'importazione,
arrivato in zona in seguito alla colonizzazione inglese. La deforestazione su larga scala
ha inoltre causato una riduzione del livello del fiume e una conseguente riduzione delle
aree paludose in cui vive e cresce la pianta usata per il sale. Oggi la comunità Bukusu
è l'unica che continua a produrre il sale secondo questa tecnica.
Una sorta di canna sottile cresce nelle acque del fiume Nzoia nella stagione secca, da
settembre a marzo. Raggiunge un'altezza di circa due metri ed è pronta per la raccolta
quando i fiori appassiscono e le foglie più alte sono quasi secche. Prima, la
concentrazione di sale risulterebbe troppo bassa. Sistemata in fasci sui massi lungo il
fiume, si lascia essiccare e poi si brucia a fuoco lentissimo (anche per due o tre giorni).
La cenere così ottenuta è mescolata con acqua calda, filtrata e bollita in un'ampia
padella posta sulla fiamma viva. Quando tutto il liquido è evaporato, sul fondo si
deposita una purea salata, che viene raccolta, confezionata in foglie di banana ed
essiccate sotto la cenere calda per una notte intera.
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