Spettroscopia elettronica da raggi X per analisi della
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Spettroscopia elettronica da raggi X per analisi della
Spettroscopia elettronica da raggi X per analisi della struttura e della composizione dei primi strati chimici della superficie dei solidi CNR – IMIP Montelibretti, Marzo 2003 Domanda di problematiche di scienza delle superfici nel panorama merceologico italiano -Catalisi -Sensori gas di scarico -Materiali biocompatibili -Sensori di pressione -Plastica -Adesione vernice metallo -Strati sottili semic. -Pigmento/substrato -Batterie -Contatti met./semic. -Detergente,fertilizzante, farmaco/substrato -Lubrificazione -Distribuzione droganti -Display -Analisi della frattura -Attacchi chimici -Processi di saldatura Veicoli a motore -Pulitura di superfici chimica -Segregazione in leghe metalli -Cuscinetti a sfera edilizia Elettronica e optoelettr. energia fibre -Celle solari -Celle a combustibile -Cavi elettrici -Adesione su metalli -Corrosione -Corrosione -Vetri speciali -Stampa su fibre polimeriche naturali Concetti di spettroscopia elettronica delle superfici dei solidi e applicazioni Analisi dei primi strati atomici alla superficie dei materiali • Spesso nella ricerca fisica lo studio della struttura e del comportamento di un sistema ignoto (nel seguito simboleggiato come una scatola nera) viene fatto confrontando lo stato iniziale del sistema (prima dell’interazione con la particella o radiazione usata per l’analisi) con lo stato finale acquisito ad interazione avvenuta. • Nel caso evidenziato nello schema riportato successivamente, una particella A dotata di energia E e quantità di moto p si fa interagire con una scatola (ferma nel sistema di riferimento del laboratorio) da cui a causa dell’interazione avvenuta si osservano uscire le particelle A e B. Scatola nera A Stato iniziale (E, p ) A particella Particella Stato finale (E, p ) A B B Particella 3. L’energia e le quantità di moto totali acquisite dalla scatola nera e dalle due particelle uscite dalla scatola come si osservano nello stato finale del sistema devono uguagliare l’energia e la quantità di moto iniziali (E, p ). Da questi confronti si risale alla struttura interna della scatola nera, basandosi su leggi generali quali: • la Conservazione dell’ Energia • la Conservazione della Quantità di moto in una collisione (o interazione) Nel caso di interazione elementare tra un fotone ed un elettrone, non è possibile conservare contemporaneamente la quantità di moto e l’energia. Infatti, nel caso dell’effetto fotoelettrico, in cui un fotone viene assorbito da un atomo con l’emissione di un elettrone, le leggi di conservazione sono rispettate a causa della presenza della massa dell’atomo che acquisisce il difetto di energia e quantità di moto necessarie a rispettarle. E/p =v/2 m * = E/c² E = energia Elettroni E/p = c p = quantità di moto Fotoni Energia cinetica =1/2 me v ² E=hn p = me v p=hn/c h = cost. di Planck Pressione delle radiazioni 6.6·10ˉ27 erg/sec n = frequenza Spettroscopia elettronica da raggi X • Nel caso sotto riportato, la particella A è rappresentata da un fotone di radiazione X, la scatola nera è un atomo del materiale in esame, la particella emessa, osservata nello stato finale, è un elettrone. eˉ Elettrone emesso nello stato finale Radiazione X Campione materiale in esame • Stato iniziale • Stato finale • radiazione X di energia nota ed atomo del materiale • elettrone di energia misurata ed atomo del materiale in cui è stata assorbita della radiazione ed è stato emesso un elettrone, perciò allo stato ionizzato Acronimi della tecnica di spettroscopia elettronica descritta nel seguito Tecnica Electron Spetroscopy for Chemical Analysis • E.S.C.A. Spettoscopia elettronica per analisi chimica (Siegbahn inventore - Svezia) X-ray Photoelectron Spectroscopy • X.P.S. Spettroscopia fotoelettrica da raggi X (U.S.A.) Processo elementare associato alla tecnica ESCA Conservazione energia Ex - Eb = Ec Ex = Energia raggi X - Eb = Energia di legame dell’ elettrone nell’atomo Ec = Energia cinetica elettrone uscente ATOMO e- elettrone Ec Ne Eb L.V. RAGGI X Atomo eEx(hv) Ze + nucle o 2p hn hn Potenziale coulombiano (9/r) 2s 1s - Come avviene la misura - Illustrazione di come è fatta la tecnica di analisi. Schema della tecnica di analisi (primo analizzatore commerciale del 1970) Analizzatore elettrostatico di energia Fenditura di raccolta Rivelatore “channeltron”e moltiplicatore elettronico Sistema di lenti Fotoelettroni Fenditura della sorgente Ricostruzione X-Y Campione Amplificatore e contatore Generatore di raggi X Esempio di spettro XPS di un campione di argento. Sono evidenti i diversi livelli energetici dell’atomo di Ag nel metallo massivo Caratteristiche principali della tecnica X.P.S. 1. Osservabilità di tutti gli elementi eccetto l’atomo di idrogeno H 2. Capacità di analisi quantitativa (analisi della composizione elementare) 3. Osservabilità delle variazioni dei livelli energetici causate dall’influenza dell’intorno chimico (variazioni correlate con la carica ionica efficace) 4. Sensibilità alle proprietà di superficie dei solidi (spessore da cui si riceve l’informazione ~ 20 - 50 Å il segnale deriva dai primi strati atomici alla superficie) Informazioni sulla polarizzabilità del mezzo (e in alcuni casi sulla sua reattività chimica) 5. + + hn e- e- e- e- + + • • Vacanza creata dalla fotoionizzazione Orientazione dei dipoli (polarizzazione) -Cenni storici su X.P.S.- • 1839 Antoine Becquerel scopre che la corrente elettrica in una cella (soluzione elettrolitica) aumenta con la luce • 1887 H. Hertz scopre l’ effetto fotoelettrico • 1895 W. K. Rötgen scopre i raggi X • 1897 Thomson scopre l’elettrone • 1900 P. Lenard fa esperienze precise sull’effetto fotoelettrico • 1905 A. Einstein usa la nuova teoria dei quanti di Plank per spiegare l’effetto fotoelettrico. • 1911 E. Rutherford propone l’atomo nucleare • 1911-13 3 assistenti di Rutherford dall’università di Manchester: Moseley Robinson , Rowlinson lavorano con i raggi X • 1912 Moseley sviluppa eleganti e pratici strumenti per raggi X e dimostra con Bragg e Darwin l’esistenza dello spettro continuo e di righe • • • • • • • • • • • 1913 Bohr: teoria dell’atomo di Bohr 1914 H. Robinson , W. F: Rowlinson fanno il 1° lavoro sull’ X.P.S. 1921-23 M. de Broglie in Francia pubblica su X.P.S. 1923-40 Lavori di Robinson 1923 Robinson a Cambridge (19 lavori) 1930 Robinson: 1a Misura di Chemical Shift sul Cromo e Idrato di Cromo 1951 R. G. Steinard – An X-ray photoelectron spectrometer for chemical analys (risoluzione non sufficiente per vedere le righe) 1957 Comincia il lavoro di K. Siegbahn et. al 1967 Pubblicazione fondamentale lavoro di K. Siegbahn 1970 Su X.P.S ed ESCA. – primi apparecchi commerciali 1981 PREMIO NOBEL A K. Siegbahn PER X.P.S (ESCA) X.P.S. PANORAMA STORICO • La scoperta, la razionalità e la comprensione dell’effetto fotoelettrico hanno giocato una parte fondamentale nell’evoluzione nella fisica di questi ultimi anni cento anni • 1839- A. Becquerel (1788-1878) Scopre che la corrente elettrica in una cella elettrochimica aumenta con la luce. • 1887 – H.R.Hertz osservò che la luce ultravioletta cambiava il valore della tensione più bassa necessaria ad attivare una scarica fra due elettrodi metallici hn + _ Hertz non poteva a quel tempo capire tutta la portata della sua scoperta: né i raggi X, né gli elettroni erano stati ancora scoperti Dimostrazione raggi catodici = elettroni B A • Thomson osserva la deflessione, mediante l’applicazione di un campo elettrico, degli elettroni emessi da un anticatodo bombardato da raggi X, dimostrando così l’esistenza degli elettroni come particelle massive cariche negativamente • Esegue l’esperienza di Hertz a basse pressioni, eliminando l’effetto del gas ionizzato che impediva l’osservazione dell’effetto di deflessione Influenza dell’intorno chimico sulle energie di legame. Variazione energetica dei livelli elettronici profondi coinvolti in un legame chimico e loro osservabilità mediante XPS • Uno dei dati più interessanti che si possono estrarre da misure tramite X.P.S. (X-ray Photoelectron Spectroscopy) detto anche ESCA (Electron Spectroscopy for Chemical Analysis) è lo spostamento dell’energia di legame di un livello profondo dovuto all’influenza dell’intorno chimico in cui si trova l’atomo in esame. • Ciò è causato dalla diversa capacità che hanno gli atomi di attrarre elettroni (ad es. O, F, Cl, S, N sono atomi molto “elettronegativi” cioè attraggono fortemente gli elettroni verso di sé e quindi modificano l’ intorno chimico dell’ atomo primario) •Si ° (en. legame 99.3 eV) SiO2 (en. legame 103.6 eV) •Si3N4 (en. legame 101.8 eV) •E tutto ciò avviene malgrado gli elettroni dei livelli interni non prendano parte diretta al legame. • Riportiamo come esempio alcuni dati di variazioni energetiche dei livelli profondi per atomi presenti in un sistema metallico o nel suo ossido. Variazione Livello atomico Sistema energetica (METALLO – OSSIDO) interno relativa Al 2p Al° - Al2O3 2.7 (e v) Si 2p Si° - SiO2 4 Co 2p 3\2 Co° - CoO Co° - Co3O4 2.1 1.8 Ti 2p 3\2 Ti° –TiO Ti° – Ti2O3 Ti° – TiO2 0.9 3.7 5.1 W 4f 7\2 W° –WO2 W° – WO3 1.2 4.2 Se l’atomo in esame è coinvolto in un composto con caratteristiche variabili +3 Al • Strato di ossido in crescita su Al Se confrontiamo, ad esempio, l’Alluminio metallico, Al° con il suo ossido, Al2O3 , nel quale l’ Al +3 ha perso 3 elettroni e l’ ossigeno O-2 ne ha guadagnati 2, tutti i restanti elettroni interni, che compongono l’ atomo Al in questione, subiscono una piccola variazione della loro energia di legame. • Questo fenomeno permette di distinguere un atomo legato in un composto dallo stesso atomo legato in condizioni diverse in un altro composto Al0 Al2O3 Al Osservare che la carica sullo ione Al+3 aumenta con lo spessore dello strato di ossidazione presente sul foglio di alluminio Esempi di spettri Mg Spettroscopia elettronica che permette di osservare differenze tra livelli energetici atomici Esempi di spettri Energia di legame Spettro del C15 nei polimeri Viton 65 e Viton 80 Spettro del C15 nell’ etiltrifluoroacetato Descrizione delle soluzioni di un caso relativo ad un prodotto industriale. (caso della contaminazione di Magnesio segregato nei fogli di Alluminio) •Cause del distaccamento del polietilene (attivato) dall’alluminio nei contenitori del latte a lunga conservazione (TETRAPAK). •Tali contenitori sono costituiti da uno strato di cartone su cui è incollato un foglio di alluminio e su cui è “fatto aderire” un sottile strato di polietilene precedentemente attivato mediante procedimento ossidante prodotto da una scarica a corona al fine di renderlo aderente. •L’alluminio serve per non far passare l’ossigeno nel latte. •Il problema era connesso con l’insospettata presenza di Mg in superficie del foglio di Alluminio, tale Mg rende l’ossido di Al presente in superficie inattivo ai fini dell’aderenza con il polietilene attivato. •Il Mg veniva segregato alla superficie del foglio di alluminio durante la fase di laminazione del foglio di alluminio stesso. Un problema pratico connesso con l’adesione di un foglio di polietilene su alluminio per la produzione dei contenitori del latte resi impermeabili all’ossigeno presente nell’aria H H H H C C C C CH2 N H H H H Elemento ripetitivo della catena polimerica Polietilene Catena polimerica del polietilene trattata mediante scariche elettriche in atmosfera gassosa per rendere tale plastica bagnabile o adesiva H C C H O OH Gruppo ossidato Processo tecnologico di ossidazione del polietilene Polietilene liquido Scarica a corona ossidante Polietilene Rulli Osservazione della contaminazione da magnesio segregato sulla superficie di fogli di alluminio. Formazione del composto MgAl2O4 che rende la superficie del foglio inattiva ai fini della sua adesione al polietilene attivato. Osservazione mediante spettroscopia elettronica che la semplice variazione dello spessore dell’ossido di alluminio presente sul foglio di alluminio, induce su tale ossido una reattività chimica che può cambiare da un comportamento di tipo acido (simile a quello dell’ossido di silicio) ad uno basico (simile a quello dell’ossido di magnesio)