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Antropologia Medica

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Antropologia Medica
Antropologia
Medica
Anno Accademico 2010-11
Patrizio Polisca, M.D.
Antropologia
Medica
Riflessione sulla
persona umana
“sub specie
infirmitatis”

Cosa significa che un sapere sia
antropologicamente rilevante?
 Possiede
una certa precomprensione di ciò
che significa essere uomo.

Chi è l’uomo?

Unità del sapere (dall’unità dell’uomo)

Critica della scienza biomedica: approccio
riduttivo della biologia e visione unitaria della
clinica.

Integrazione degli aspetti biologici con quelli
più antropologici (ontologia - epistemologiaetica) in riferimento all’atto medico.

Rapporto medico – paziente.
logica clinica
Fisiopatologia
etiologia
Problema clinico
decisione clinica
Antropologia e logica clinica
Antropologia di riferimento
Problema clinico
decisione operativa
“Il corpo umano”
“La natura del corpo è il principio
del discorso in medicina” - ( Scuola
di Kos – V sec. a.C.)

Rapporto corpo-persona
in relazione a:

Inizio della vita
embrionale,

Temi della salute,

Malattia e morte.
Principali modelli di antropologia
greca (note storiche).

E’ l’anima il principio unificante del corpo? Dove
risiede? (ricerca del primum movens come
principo fondante di tutte le facoltà vitali e di tutto
l’individuo).

Il corpo umano è un insieme di parti senza unità o
un tutto organizzato?

Le sue parti sono in ordine monarchico, gerarchico
o pluricentrico?

L’anima è indipendente dal corpo o è solo una
funzione organica?
Principali modelli di antropologia
greca (note storiche).

Cosa significa percepire?

Quali processi sono all’origine del pensiero?

L’anima si può ammalare a causa del corpo?


L’anima è indipendente dal corpo o è solo una
funzione organica?
Le malattie dell’anima possono intaccare il corpo?
Principali modelli di
antropologia greca

Encefalalocentrismo

Medici ippocratici (VI-V secolo a.C.)
(primum movens)

Emocentrismo

Empedocle (484/481 – 424/421a.C.)
(riproduce perfezione
cosmo).

Cardiocentrismo

Aristotele (384 – 322 a.C.)

Sistem. pluricentrico

Galeno (129 – 200 d.C.)
Encefalocentrismo
(Ippocrate)

“ Il cervello è il veicolo della coscienza
; giacchè quando l’uomo aspira il
respiro , questo dapprima giunge al
cervello, e così l’aria è diffusa nel resto
del corpo , avendo già lasciato nel
cervello la parte più attiva e quanto ha
di più atto a favorire l’attività mentale e
l’intelligenza”.
Ippocrate
Emocentrismo (Empedocle
di Agrigento)

Riproduce la perfezione del cosmo
come perfetta miscela degli elementi
primordiali (aria, acqua, terra , fuoco).

La fluidità del sangue veniva a spiegare
l’unità tra centro e periferia
nell’organismo.

Teoria accolta da Aristotele
Empedocle
Cardiocentrismo (Aristotele)

Visione finalistica della natura con il
prevalere del ruolo della funzione
sull’organo.

Il cuore = il primum vivens ed ultimum
moriens.
Aristotele
Cardiocentrismo (Aristotele)


Visione dell’anima come sintesi tra forma
(εντελήχεια) ed energia (ενεργεια).
L’anima è il principio da cui deriva la forza
vitale necessaria affinchè quel corpo diventi
vivente; In più conferisce unità ed identità
all’essere nell’assegnargli il progetto di
sviluppo verso la sua specifica realizzazione.
Cardiocentrismo (Aristotele)



“ l’anima non è senza il corpo, ma l’anima non
è corpo. Giacchè essa non è un corpo, ma è
qualcosa del corpo, e per ciò è nel corpo, e in
un corpo così e così determinato ..” ( De Anima,
B, II, 413 a, 29-b 17.).
L’anima non soltanto struttura e identifica
l’uomo, ma gli assegna anche una finalità:
vivere una vita razionale.
Dall’empiria all’unità, alla trascendenza
dell’uomo.
Sistema pluricentrico (Galeno di
Pergamo)





Su cervello, cuore , fegato.
Cervello, organo del movimento volontario, del
pensiero, della sensazione. Il cuore principio del
movimento involontario e del calore. Fegato
presiede alla nutrizione.
Il nesso tra centro e periferia sarebbe l’anima
razionale che circola nel sistema nervoso; il
pneuma vitale-sangue circola nel cuore e nelle
arterie.
Il sangue darebbe luogo ai temperamenti:
bilioso, melanconico, sanguigno, flegmatico.
Ricerca della localizzazione dell’anima che ,
però , diventa mortale.
Galeno
Il dogma della sintesi
proteica
Stadi dell’ Embriogenesi
Day 1
Fertilized egg
Day 2
2-cell embryo
Day 11-14
Tissue Differentiation
Day 3-4
Multi-cell embryo
Day 5-6
Blastocyst
Un’unica storia: l’inizio
della vita umana
Nella specie umana, ab initio,
non vi è soluzione di
continuo.
Nell’individuo vi sono due
punti di discontinuità::
* concepimento.
* morte dell’organismo.
Natura dell’embrione. Il genoma:
suo significato.

Il nuovo genoma, derivato dai due gameti,
conferisce l’appartenenza alla specie

Il nuovo genoma assegna una identità
individuale come una singolarità (che lo
distingue da altri organismi: parenti,familiari,
individui della stessa specie umana))
Natura dell’embrione. Il
Genoma: suo significato

Il genoma, una unità che identifica
l’organismo umano, è portatore di una
informazione biologica con valore di
causa nei confronti della successiva
attuazione della nuova unità biologica
perciò dotata di autofinalismo.
Natura dell’embrione

Le informazioni contenute nel genoma
conferiscono all’embrione la proprietà
dell’autofinalismo.

Day 2
La Biologia mostra lo zigote
quale momento del vero passaggio 2-cell embryo
qualitativo.
Natura dell’embrione

L’embrione possiede il suo proprio
finalismo.
Day 5-6
Blastocyst

Fin dallo stadio unicellulare non si
riscontra alcuna discontinuità ma
sussiste continuità.
L’uomo dal’embrione

Dall’embrione
all’adulto non
vi è
discontinuità
Studi di Leonardo
da Vinci 14521519.
11/08/2016
La natura dell’embrione : sua
attuazione
 L’embrione
potrà a volte non manifestare la
"natura razionale" del soggetto:
 Cause
intrinseche (genetiche) o estrinseche
(ambientali),
 Potrà
non dare luogo ad uno sviluppo
completo. (aborti spontanei)
 Indurre
uno sviluppo degenerativo (teratomi)
Materia inerte e corpo
vivente

E’ evidente che l’uomo sia materiale:



Movimento nello spazio
Limiti (stanchezza, vulnerabilità,
malattia e morte)
Non è solo materia:

Il fatto di “rendercene conto”
superando con il pensiero la materia.
Con la riflessione possiamo capire che
il corpo fa parte di noi stessi.
Il corpo come sistema: organismo.
Organicità: piano strutturale.


Sistema in cui le parti sono ordinate e finalizzate
alla perfezione del tutto.
L’ordine interno del corpo vivente è gerarchico:
ogni parte contribuisce alla perfezione del tutto
in modo proprio e possiede una propria funzione
nell’insieme.

sistemi interni : respiratorio, circolatorio,
immunitario ecc. Specialmente nervoso ( consente
esperienze anche immateriali).
Il corpo animato sul piano dinamico:
“intenzionalità”.

Il vivente ha qualcosa di proprio come se avesse
una certa interiorità (immaterialità) che lo
distingue dall’ambiente.

Nel vivente tutto è auto-finalizzato e tutto è al
servizio del soggetto in vita.

La complessa struttura organismica implica che
ogni parte sia ordinata alla perfezione del tutto
come proprio fine: non v’è organo senza funzione
o finalità specifica.
Il corpo animato sul piano dinamico:
“autofinalismo” .




Anassagora: “l’uomo è il più sapiente dei viventi
perchè ha le mani”.
Aristotele: “ L’uomo ha le mani perchè è il più
sapiente”.
Tommaso d’Aquino.: la natura non ha dato
all’uomo armi e protezioni, come agli altri animali,
ma gli ha dato la ragione e le mani, con le quali
acquistare tali cose”.
Vi è un certo rapporto fra intelligenza e morfolgia
del corpo con la sua massima “apertura” o “non
specializzazione”.
Organo: anatomia e fisiologia.


Organo: parti dell’organismo diversificate in virtù
della struttura e funzione proprie (relazione tra
morfologia e dinamismo): quanto più perfette le
operazioni, tanto più specializzati gli organi.
Si nota un crescendo di perfezione dal regno
vegetale a quello animale a cui corrisponde una
maggiore specializzazione organica.
Il corpo come sistema:
omeostasi

Autoregolazione in funzione di
variazioni ambientali
Dallo statuto biologico a
quello ontologico

dal fenomeno al fondamento.

Dal fatto biologico alla sua
interpretazione ontologica
Brevi premesse meta-fisiche
ogni realtà materiale è un composto
di “sostanza” e “accidenti”.

La “sostanza “ è composta, a sua
volta, di “ forma sostanziale” e

“materia prima”
Brevi premesse meta-fisiche
Materia e forma non vanno intesi
come due termini irriducibili che
appaiono in contrasto con l’unicità
di ciò che esiste; esse designano le
“relazioni costitutive” di ciò che
esiste, ..per mezzo della loro
relazione causale qualcosa esiste
con una determinata natura (G. Basti,

dall’informazione allo spirito: abbozzo di una nuova
antropologia, in Aa,Vv., l’anima, Milano 2004)
Brevi premesse meta-fisiche
La forma sostanziale è la prima
specificazione di una realtà, il modo
d’essere più radicale di una realtà, ciò
che la fa appartenere ad una certa
specie e svolgere le attività di quella
specie.

la materia prima non è di per se
niente di determinato: è solo il
principio
basilare
di
ogni
determinazione; è ciò che viene
determinato dalla forma sostanziale.

Brevi premesse meta-fisiche
la sostanza, composta di forma
sostanziale e materia prima, a sua
volta, diviene la base di diverse
determinazioni
parziali,
rappresentate dagli accidenti.

Anima come “forma sostanziale”
dei viventi
Dal VI sec. a.C. l’anima = principio
più radicale della vita umana.
 Nell’uomo c’è la vita anche se non
la scorgiamo in ogni momento,
perciò ci deve essere qualcosa che
lo mantiene in vita anche quando
non svolge alcuna operazione: tale è
l “ anima”.
 L’anima distingue i viventi dai nonviventi.

Anima come “forma” del corpo
(Aristotele)
Anima quale “atto primo di un
corpo naturale che ha la vita in
potenza”. Atto primo e forma
sostanziale
coincidono.
“Corpo
naturale” è la materia adeguata per
essere costituita in corpo vivente.

L’anima è principio di questa realtà
unitaria ed ordinata.

L’anima è l’atto o “forma corporis”
ed il corpo è il principio materiale
della sostanza vivente.

Anima come “forma” del corpo
(Aristotele)
Affermare che l’anima umana è la
forma del corpo vuol dire che ciò per
cui l’uomo vive ed è cosciente è lo
stesso principio, la medesima realtà
per cui ha un determinato corpo.
(Vanni Rovighi).

Anima come “forma” del corpo
(Aristotele)
Affermare che l’anima umana è la
forma del corpo vuol dire che ciò per
cui l’uomo vive ed è cosciente è lo
stesso principio, la medesima realtà
per cui ha un determinato corpo.
(Vanni Rovighi).

Anima come forma del corpo e
primo principio delle operazioni.
(Aristotele) Sue caratteristiche
fondamentali.
l’anima è semplice. Non ha parti.
 L’anima è incorporea ( traduce in atto
la potenzialità della materia e la rende
un corpo organizzato)
 L’anima è inestesa. (l’estensione è
proprietà della materia non della
forma).
L’anima è unica. E costituisce con il
corpo un’unica sostanza, l’essere
vivente.

Anima come forma del corpo e
primo principio delle operazioni.
(Aristotele) Sue caratteristiche
fondamentali.
anche se l’anima umana è forma del
corpo constituendo con esso un’unica
sostanza,
contemporaneamente
possiede una “relativa” indipendenza
nell’essere
e
nell’agire
,
distinguendola dall’anima dei viventi
non
razionali
(Lombo
Russo:
Antropologia filosofica).

Anima come “forma sostanziale”
dei viventi
L’anima è anche causa formale del
corpo (forma sostanziale).

La materia nell’uomo, informata
dall’anima spirituale, acquista il suo
stesso rango

Antropologia di riferimento:
Anima come atto primo del
corpo
Nel contesto cristiano l’anima viene
creata da Dio e diventa forma del
corpo.

Si tratta di una forma emergente,
spirituale, con operazioni che
trascendono la materia (immateriali).

L’anima è unita in modo sostanziale
alla “materia prima” che la riceve.

Platone , Leggi
“fra tutte le cose che l’uomo
possiede, essa è quella più vicina
agli dei, e le sue proprietà sono le
più divine e vere”.

L’anima procede dal Creatore
ed immediatamente vivifica ed
attualizza il corpo
Ciò avviene nel momento
procreazione (simultaneità
cause seconde).
della
delle
Antropologia di riferimento: il
corpo

L’anima ha bisogno del corpo
Sia nell’essere che nell’operare ha
sempre una certa dipendenza dalla
corporeità.

La vita conoscitiva dipende dalla
attività dei sensi.

La vita affettiva , le
implicano la corporeità.

passioni
La dignità del corpo umano
la corporeità appartiene all’essenza
dell’uomo.

In nessun modo si può prescindere
dalla corporeità
quando si tratti
dell’essenza dell’uomo

Se l’uomo è un essere composto
l’anima e il corpo sono due coprincipi costitutivi. Uno senza l’altro
non costituisce l’uomo.

Il corpo umano:
Il corpo umano non è identificabile
con la materia prima che verrebbe poi
messa in atto dall’anima .
 Il corpo che noi vediamo e tocchiamo,
è già lo stesso vivente , costituito da
forma e materia.
La forma e la materia sono due principi
metafisici
della
realtà
che
non
possiamo né vedere né toccare; le
cogliamo attraverso la riflessione (non
sono oggetto dei nostri sensi ma del
nostro intelletto).

Il corpo umano:
Aristotele: anima quale “atto primo del
corpo naturale” :

siccome l’amina è il principio di tutte
le perfezioni e le attività del vivente, il
corpo “senza “ l’anima non ha la
struttura né può svolgere le attività
vitali;

si può perciò parlare di “corpo
vivente” : possiede la struttura ed il
dinamismo degli esseri che hanno vita.

Rapporto causale fra anima e
corpo:
Prospettiva dell’integralità: la natura
umana non è né puramente materiale
né puramente spirituale, ma una realtà
integrata da un principo materiale
(corpo) e un principio spirituale (anima
razionale).

costituiscono una unità “sostanziale”:
l’uomo totale.

Rapporto causale fra anima e
corpo:
L’influsso causale dei due co-principi
è riferito al singolo.

Fra l’anima e il corpo c’è un rapporto
causale innanzitutto rispetto alla
sostanza rappresentata dall’individuo
umano.

Rapporto causale fra anima e
corpo:
Ma sono anche causa l’uno rispetto
all’altro: l’anima è causa del corpo
(causa formale) il corpo dell’anima (
causa materiale).

la causa formale è ciò che determina
qualcosa ad essere un certo tipo di
realtà.

La causa materiale è ciò di cui
qualcosa è fatto o in cui si trova ad
esistere.

Rapporto causale fra anima e
corpo:
L’anima è causa formale del composto
umano: lo fa essere di una certa specie.

E’ anche causa formale del corpo,
poiché lo rende di un certo tipo:
vivente, sensibile ecc.

Il corpo è causa materiale del vivente
(è ciò di cui è fatto), ma anche
dell’anima poiché questa si trova a
esistere “nel” corpo.

Rapporto causale fra anima e
corpo:
L’anima è causa efficiente del corpo e
di tutto il vivente (poiché è il primo
principio di ogni attività): essa agisce
attraverso le facoltà (principi immediati
delle azioni).

L’anima è anche causa finale del
corpo: questo è finalizzato allo
svolgimento delle attività che hanno
l’anima come principio.

Brevi premesse meta-fisiche
Materia e forma non vanno intesi
come due termini irriducibili che
appaiono in contrasto con l’unicità
di ciò che esiste; esse designano le
“relazioni costitutive” di ciò che
esiste, ..per mezzo della loro
relazione causale qualcosa esiste
con una determinata natura (G. Basti,

dall’informazione allo spirito: abbozzo di una nuova
antropologia, in Aa,Vv., l’anima, Milano 2004)
Corpo e corporeità:
prospettiva dell’integralità
Corpo (Korper): prevale l’aspetto della
fisicità.

Corporeità (Leib): esperienza della
propria situazione esistenziale, di ente
corporeo – spirituale.

IL corpo (spazialità, temporalità,
sessualità)
manifesta
l’io.
La
dissociazione tra dimensione corporea
e psichico-spirituale si può dare solo in
situazioni estreme.

Corpo come creaturalità

Verità della “creazione” –

Nella Sacra Scrittura viene descritto come
qualcosa di diverso da quello degli altri viventi,
diviene vivente quando Dio infonde un “alito di
vita” non concesso ad altri.

Anche nelle funzioni si distingue dagli altri (esseri
del regno vegetale ed animale).
Corpo come creaturalità (2)

“La persona umana creata a immagine di Dio è
un essere corporeo e spirituale….l’uomo tutto
intero è quindi voluto da Dio” – “ il corpo umano
partecipa alla dignità di immagine di Dio: è corpo
umano perchè animato dall’anima spirituale.
“(Catechismo della Chiesa Cattolica , LEV, Roma
1998, n 362)
Corpo umano e questione
ontologica: il corpo umano è
“Persona”?
L’uomo dall’embrione

Dall’embrione
all’adulto non
vi è
discontinuità
Studi di Leonardo
da Vinci 14521519.
11/08/2016
Definizione di “Persona”?
Problemi nella definizione di persona

esistono umani non-persone?

Quali tratti definiscono la persona?

A chi compete tale definitione?

La società ha escluso certi umani
dai diritti della persona (e.g.,
schiavi africani, cinesi, etc.).
Realizziamo un nuovo elenco di
umani non-persone?
Definizione di “Persona” ?

La perdita di certi tratti eliminerebbe dalla
definizione di persona :

Quelli che sono in coma

anziani con disordini degenerativi (Alzheimer',
etc.)

Insufficienze mentali:
 Genetiche
 Malattie
neurologiche
 Infermità

mentali
E’ giusto considerare questi esseri-umani come
non-persone?
Definizione di “Persona”

T.H. Engelhardt non riconoscendo la possibilità di
conoscere il bene e il male dall’ esame della relatà
(non - cognitivismo etico), attribuisce al soggetto la
fonte ultima della moralità. Distingue tra “esseri
umani” e “persone”.

Persone potenziali - Persone 2 e 3 (bambini e
neonati )

Furono persone ma non lo sarebbero piùPersone 4: (anziani, malati mentali , in coma)

Non persone - Persone 5 (handicappati gravi
congeniti).
Definizione di “Persona”

Singer (Locke) individua nella autocoscienza e nella
razionalità lo specifico della persona:

Esseri autocoscienti (vita personale): umani adulti
capaci di intendere e volere, animali non-umani adulti
con un certo grado di razionalità (gorilla, scimpanzè..)
– rispetto delle loro preferenze.

Esseri coscienti (vita cosciente): tutti gli altri animali
non umani adulti, feti sviluppati, neonati e umani affetti
da disabilità o patologie mentali.- massimizzare il
piacere e minimizzare dolore.

Esseri non coscienti (vita non cosciente): embrioni, feti
non sviluppati, anencefali, in stato vegetativo
persistente, piante…) – non sono degni di
considerazione etica.
Differenti concetti di persona: concetto
relazionale

La
vita
personale
coinciderebbe con la
vita dell’organismo solo
quando questa entra in
relatione con un’altra
vita personale (corpo
materno).
Differenti concetti di persona:
funzionalista od operativo

La persona come fascio
di operazioni
Definizione classica di
“Persona”

La definizione classica di persona:
"Individua substantia rationalis
naturae" (Boethius, 480 AD)
Concetto di persona: sostanza individuale
di natura rationale

“Sostanza“:

“Individuo“:

"Natura":
Concetto di persona: sostanza individuale
di natura rationale



“Sostanza“(ciò che esiste in
sé)
“Individuo” (esistente con
caratteristiche distintive
rispetto agli altri individui
della stessa specie)
"Natura“ (= essenza : ciò per
cui una cosa è ciò che è) in
quanto principio di
operazioni; ciò che compete a
tale natura è la “razionalità”)
Il concetto di “Persona”: sostanza
individualizzata di natura razionale

La persona è il singolo, unico
ed irripetibile

La persona agisce per sé
stessa quale principio delle
proprie azioni.
Antropologia di riferimento:
la definizione di “persona”


“sostanza individuale":
La persona rimane identica a se
stessa pur nel mutare delle sue
funzioni e proprietà.
“natura razionale":
La persona (a causa della sua
natura) possiede la capacità di
esprimere se stessa
simbolicamente, di conoscere , di
relazionarsi ed aprirsi in libertà alla
totalità dell’essere.
Un’unica storia: l’inizio
della vita umana
Nella specie umana, ab initio,
non vi è soluzione di
continuo.
Nell’individuo vi sono due
punti di discontinuità::
* concepimento.
* morte dell’organismo.
L’embrione è persona ?

Il processo biologico del concepimento
segna l’inizio dell’esistenza di un nuovo
essere umano e

coincide con la generazione di una nuova
“sostanza individuale“ umana.
L’embrione è persona fin dallo
stadio unicellulare
Le età della vita
11/08/2016
GIORGIONE, Venetian school (b. 1477, Castelfranco,
d. 1510, Venezia).
The Three Philosophers, 1509
Kunsthistorisches Museum, Vienna
Il concetto di “Persona”

la “persona" risulta coesistente con
l’individuo umano lungo tutto il suo
ciclo vitale: infatti vi è “continuità
nell’essere” a cominciare dallo stadio
unicellulare all’individuo adulto.
Una “unica storia”
attraverso la quale l’essere personale
attua il suo modo d’essere, nel tempo,
mediante il divenire.

così l’embrione è istantaneamente e
simultaneamente:
* un individuo biologico (organismo)

* individuo metafisico (persona).
La persona umana possiede l’essere in
se stessa e per se stessa ma non da sé
stessa, poiché non si crea da se.
Il suo “essere “ è partecipato dall’
”Esse Subsistens”
Dignità della persona umana
La persona ha quindi valore assoluto in
quanto ha ricevuto l’ “essere” da Dio
mediante un atto specifico. Non può mai
essere voluta soltanto come mezzo per un
altro fine.

Ritrovare il significato del
“corpo” all’interno della
persona.

La comprensione della malattia (morte) e
degli atti medici si giovano del recupero di
questo elemento.
La dignità del corpo umano
la corporeità appartiene all’essere
dell’uomo.

La dignità dell’uomo procede dalla
sua forma che è di natura spirituale.

La Redenzione
la
salvezza
riguarda
interamente la persona nella
sua anima e nella sua
corporeità.

L’Incarnazione: il Corpo di
Cristo
L’Incarnazione rafforza e
riconferma
l’elevata
dignità dell’uomo (corpo e
spirito).

La Passione e Risurrezione di
Cristo.
Garantiscono
la
risurrezione
corporea della umanità.

confermano la grandezza
corporeità umana.

della
“La perfezione futura non è da
intendersi come uno stato separato
dell’anima da sola, ma lo stato
dell’uomo
definitivamete
e
perfettamente “integrato” attraverso
l’unione dell’anima con il corpo” .
(Giovanni Paolo II, Uomo e donna lo
creò..)

Proprietà delle persone
Sono immortali. (Infatti non sono sussistenti
soltanto per un certo periodo di tempo).
 Interiorità.
Capacità di azioni immanenti
(intelligenza e volontà).
 Possono amare: volere in modo spirituale.
 Hanno una coscienza che permette
loro di
discernere il bene dal male.
 sono libere, quindi responsabili.
 sono sociali: sono in relazione costitutiva con
il Creatore ed in particolare relazione con le altre
persone.
 Sono insostituibili.

Quali proprietà derivano dalla
prospettiva di una metafisica
della creazione?
1) INALIENABILITA’.
2) COMPLETEZZA.
3) INTENZIONALITA’ e RELAZIONALITA’.
4) AUTONOMIA.
Conseguenze dalla
prospettiva metafisica
(sussistenza):
1) INALIENABILITA’ .
La persona appartiene a
se
stessa
alienabile.
e
La
non
è
persona
umana non inerisce
in
altro ma sussiste in sé
stessa: è irripetibile. (un
originale non ripetibile).
Conseguenze dalla
prospettiva metafisica
(sussistenza):
1) INALIENABILITA’ .
Il mio “essere persona”
non mi può venire
tolto
anche se posso perdere
un determinato ruolo o
alcune
fisiche.
caratteristiche
Conseguenze dalla prospettiva
metafisica (sussistenza):
2) COMPLETEZZA, pienezza, integralità. In virtù della
ricchezza del suo “atto d’essere”, la persona è una
realtà completa, un tutto in sé, anche se dalla nascita
all’età adulta conoscerà diverse fasi di sviluppo, dal
punto di vista ontologico non le manca nulla per
essere persona.
“la persona è un fine in sé e mai un semplice mezzo”
(Kant).
dalla prospettiva
metafisica (razionalità):
3)
INTENZIONALITA’
RELAZIONALITA’:
alla
e
apertura
realtà e agli altri. E’
ricollegabile direttamente alla
razionalità
ed
anche
in
riferimento alla inalienabilità
metafisica.
dalla prospettiva
metafisica (razionalità):
4) AUTONOMIA - gli individui
razionali hanno il dominio
delle proprie azioni agendo
per sè (da se stessi).
Le persone hanno una dignità assoluta
“Dignitas est de absolutis dictis”
(S. Tommaso)

Rispetto alla materia.

Rispetto alla specie.

Rispetto al fine.
Rispetto alla materia
L’ “essere” degli individui umani è
spirituale
e
non
dipende
intrinsecamente e costitutivamente
dalla materia.

ogni individuo umano gode di un
essere che lo “svincola” dalle
condizioni limitate materiali e lo eleva
al di sopra di esse : “ ab-solutum”.

Rispetto alla materia (2)
“ la dignità, la nobiltà ontologica della persona,
sono infinitamente superiori a quella di tutti gli
altri enti creati: si colloca ad un grado di essere
la cui distanza, rispetto ai gradi di essere degli
altri enti, è infinitamente infinita. Mentre a causa
della sua diversa costituzione ontologica,
l’individuo non personale è un “momento” di una
linea, una parte di un tutto, un evento
passeggero del disporsi della materia; la
persona è in se, non è parte di un tutto, è un
soggetto eterno” F.Perez de Oliva, Dialogo de la
dignitad del hombre. Madrid 1995.

Rispetto alla specie
La persona non può subordinarsi alla specie. Ciò
è possibile perché dipende da Dio quale causa
efficiente. Il suo carattere personale non può
avere origine dalla sola generazione biologica.
Non può essere il puro consenso tra gli uomini
quello che determina un determinato valore.
Verrebbe a stabilirsi una radicale dipendenza
degli uni rispetto agli altri, contraria alla dignità,
perché contraria alla verità. (Melendo, metafisica
del concreto, Roma 2000).

Rispetto al fine
le persone partecipate sono per Dio,
come Causa efficiente, e, per Dio come
Causa finale.
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