...

L`organizzazione capitalistica del lavoro

by user

on
Category: Documents
9

views

Report

Comments

Transcript

L`organizzazione capitalistica del lavoro
L’organizzazione
capitalistica
del lavoro
La produzione di massa
Taylor e il taylorismo: i principi dell’organizzazione scientifica del
lavoro
Ford e il fordismo: la catena di montaggio
La nuova classe operaia
seconda rivoluzione
industriale
fine dell’Ottocento
l’industria riscopre un periodo di splendore definito come
seconda rivoluzione industriale
Tra le cause…
A. si ampliano bisogni
e consumi
B. la sempre più vasta
correlazione tra
produzione e consumo
è alla base della
moderna civiltà di
massa.
(dal telefono alla macchina per scrivere)
che modificano la vita quotidiana
e trasformeranno completamente
l’industria
processo di trasformazione della qualità della vita
La Seconda Rivoluzione industriale
vera e propria svolta strutturale dell'economia capitalistica
Innovazioni sul piano dello sfruttamento energetico (elettricità e petrolio) e conseguenti
impulsi a altri settori produttivi (siderurgia, meccanica, chimica),
ma soprattutto
Nuova articolazione del mercato
riorganizzazione dell'intero
sistema produttivo
,
la fabbrica si rinnova e
da luogo di produzione
diventa macchina di
produzione di massa
Sviluppo della ricerca tecnico-scientifica,
Taylor e
Gilbreth
aumento di produttività delle aziende.
le nuove
aziende
capitalistiche
cercano di
schiacciare la
concorrenza e
a tramutarsi in
monopolio.
L'attività industriale viene
finanziata nelle diverse nazioni
dalle banche
molti piccoli imprenditori
cedono il passo al trust dei
grossi imprenditori e
finanzieri.
Nuova natura delle comunicazioni
Nuovi modi di produzione
principio della
catena di
montaggio
applicato per la prima volta
da Ford presso la propria
fabbrica di Island Park
conseguenze politico-istituzionali
culturali e sociali
attuazione nei singoli stati di misure protezionistiche,
atteggiamenti imperialistici da parte degli stati e dei
gruppi economici.
Fenomeni dell’età
dell’industrializzazione
graduale spostamento dei lavoratori dalle campagne alla
città, dall’agricoltura agli altri settori dell’attività ;
diffusione terziario;
nascita della piccola e media borghesia ( ceti medi);
sviluppo della figura dell’operaio di fabbrica
concentrazione di masse
considerevoli di operai in
uno stesso luogo di lavoro
• progressiva crescita di una
coscienza di classe
•diffusione di scritti a carattere
ideologico.
•nascita dei sindacati
non più artigiano (che lavorava a mano con gli utensili
tradizionali) ma operaio di mestiere (formato attraverso un
tirocinio di fabbrica, che sapeva manovrare macchine polivalenti
capaci di compiere molte operazioni).
Figli dell'esperienza
Prima fase:
ottocentesca delle
dominati dalle
società di mutuo
aristocrazie degli
soccorso
operai;si
muovevano per
difendere il
Spesso i sindacati, di ispirazione socialista,
mestiere contro
svolsero un ruolo di contestazione del sistema
la
politico.
dequalificazione
Fase successiva:
pressione sul
momento della
contrattazione
con la
confederazione
degli industriali.
La produzione di massa
seconda rivoluzione industriale
fenomeno della produzione di massa
•
•
immissione sul mercato di una grande quantità di
manufatti
buone possibilità di vendita grazie alle accresciute
capacità di acquisto dei consumatori.
fondamentale per ogni azienda è:
• conquistare una fetta consistente di mercato
• investire grandi risorse nei settori della pubblicità, delle ricerche di mercato, della
commercializzazione e distribuzione dei prodotti.
Nasce il rapporto tra industria e consumatori
Nascono le tecniche di persusione e di controllo
Si assiste alla trasformazione del modo e della scala di produzione
Cos’è la produzione di massa?
Due significati
2. il largo
mercato di beni
di consumo
connesso alla
crescita dei
redditi nei paesi
economicamente
progrediti
1. la razionalizzazione
dei metodi produttivi
secondo la logica della
tecnologia di fabbrica
nell'ambito delle
condizioni
capitalistiche di
produzione
Alla vigilia del conflitto mondiale le auto
uscivano dalla linea al fantastico ritmo di una
ogni due minuti, un tempo che fu più tardi
dimezzato. Nel 1914 fu prodotta
complessivamente l'incredibile quantità di
oltre 300 mila vetture Ford modello T, e nel
1915 più di 500 mila
DIVISIONE DEL LAVORO
scomposizione del lavoro in operazioni eseguite da diversi lavoratori o gruppi
di lavoratori.
costituisce il presupposto della "catena di montaggio".
A. aumento
B. risparmio di
dell'efficienza
Vantaggio
tempo,
individuale e
nell'apprendistato dei
collettiva dovuta
lavoratori;
aumento
alla
specializzazione
della
C. Uso continuativo di
e al conseguente
strumenti che
produttività
aumento di
altrimenti resterebbero
abilità;
inutilizzati durante gli
D. Sviluppo di utensili,
spostamenti dei
macchinari e attrezzature
lavoratori da processo a
altamente produttivi e specializzati
processo;
Produttività
Relazione esistente tra prodotto (beni e servizi) e fattori di
produzione (terra, capitale e lavoro) impiegati per ottenerlo.
Massimizzare la produttività globale di tutti i fattori è la chiave che
porta al successo economico;
Per incrementare la produttività totale è necessario aumentare
l'apporto di capitale (investendo in macchinari) e ridurre l'apporto
di lavoro (incrementando quindi la produttività).
Produttività del lavoro:
prodotto per addetto o
per ora/lavoro
Gli aumenti salariali sono spesso legati alla
produttività: molte imprese adottano infatti un sistema
di retribuzione legato alla performance, talvolta
stabilendo già in fase di contrattazione salariale che la
concessione di aumenti retributivi possa essere
giustificata solo da incrementi nella produttività.
Taylorismo
Sistema di organizzazione del lavoro, teorizzato
dall'ingegnere statunitense Frederic Winslow
Taylor (Criteri scientifici di organizzazione e
direzione aziendale, 1911 ).
organizzazione scientifica del lavoro
al fine di ottenere una maggiore programmazione
dell’attività industriale
e, quindi, un aumento della produttività.
>
produttività…
Per raggiungere questo obiettivo è necessario partire,
secondo Taylor, da una duplice divisione del lavoro:
1. una divisione
verticale, basata sulla
separazione tra
concettualizzazione ed
esecuzione (affidate
rispettivamente ai
dirigenti e agli operai)
2. una divisione
orizzontale, fondata
sulla parcellizzazione
delle attività e sulla
specializzazione dei
compiti, fissi ed
elementari.
Cronometraggio dei tempi di
lavoro e catene di montaggio
tecniche base della razionalizzazione e sfruttamento del sistema industriale.
OBIETTIVI:
osservazione sistematica dei movimenti
degli operai e rilevazione cronometrica
dei tempi impiegati operai per svolgere
le mansioni con lo scopo di fissare le
leggi che stabilissero il modo migliore
di lavorare. In questo modo fu
possibile stabilire il giusto salario per
una giusta giornata di lavoro.
1. annullare tutti gli
sprechi di tempo – i
cosiddetti tempi
morti ;
2. eliminare tutti gli
sprechi di energia,
limitando i
movimenti degli
operai al minimo
indispensabile
Taylorismo e suddivisione del lavoro
Ogni operazione viene fatta
da un singolo operaio e
preceduta da altre
operazioni preliminari
eseguite da altri operai…
… ripartizione della
responsabilità e del
lavoro in maniera uguale
tra dirigenti e operai
Il lavoro dell'operaio perde ogni residuo legame con
quello dell'artigianato e si fa totalmente ripetitivo e
meccanico, mentre acquista sempre maggiore rilievo la
figura dell'operatore tecnico-scientifico capace di rendere
più efficiente il ciclo produttivo.
La catena di
montaggio
Sistema produttivo diviso in tante
piccole unità semplici e ripetibili
che non consentono alcuno
spreco di energia né di tempo.
Gli operai della catena di montaggio svolgono solo
determinati movimenti sempre uguali per tutta la durata della
giornata lavorativa.
Chi ha la capacità di essere
straordinariamente veloce è
anche incentivato
economicamente con un
premio di produzione.
Questo sistema di
pagamento viene
ancora oggi chiamato
cottimo
I principi del pensiero di Taylor
due punti principali:
Il principio dell’One Best Way
(l’unico miglior metodo possibile)
… dinanzi a qualunque problema
tecnico o organizzativo esiste
una sola soluzione, non una serie
di soluzioni alternative fra loro.
Questo significa che la produzione
migliore avviene se il lavoratore
smette di pensare a quello che deve
realizzare ma si concentra solo sui
gesti sempre uguali legati al
momento produttivo che gli è stato
assegnato.
Il principio dell’"operaio bue"
… il lavoratore deve fare solo
quello che gli viene ordinato senza
crearsi problemi e senza neanche
chiederne la ragione.
Deve rispettare regole, impegni e
tempi previsti senza anticiparli, né
attardarli.
Nella logica tayloristica
l’operaio pigro o quello zelante
sono sullo stesso piano perché
non rispettano i tempi
dell’organizzazione scientifica
del lavoro.
Critiche e obiezioni…
La produttività aumenta al
prezzo di una
serializzazione delle
mansioni e quindi di un
costante aumento
dell’alienazione operaia!!!!!
Il fordismo
Termine che indica comunemente la fase
industriale che introduce, nel XX secolo, la
produzione in serie, determinando una profonda
riorganizzazione del sistema di fabbrica.
Deriva dall’industria automobilistica Ford, che a
partire dal 1913, con l’introduzione della catena di
montaggio, avviò una produzione standardizzata dei
suoi prodotti, a cominciare dal primo rivolto a un
consumo di massa, il popolare Model T.
CARATTERI DEL FORDISMO
non soltanto l’organizzazione della produzione, ma anche
gli obiettivi sociali dell'attività produttiva.
…
L'approccio
fordista fece
incontrare la produzione in serie
(o di massa, resa possibile dal
progresso tecnologico) con il
consumo di massa, in quanto
considerò i lavoratori non
soltanto come un fattore di
produzione, ma anche come
consumatori dei prodotti finali.
Alla diminuzione del costo
unitario dei prodotti
(ottenuta attraverso un forte
aumento della produttività),
corrispose un aumento della
retribuzione e del consumo
(che per la prima volta si
configurò come consumo di
massa) e di conseguenza
aumento della domanda e di
nuova produzione.
L’intuizione di Ford
Ford non solo applicò il metodo messo a punto da
Taylor ma incentivò i suoi operai con dei salari alti, in
modo da consentire alle classi sociali operaie un
benessere mai conosciuto. In questo modo anche gli
operai, oltre che essere i produttori di un bene, ne
divennero anche i consumatori: molti dei modelli della
prima auto Ford chiamata "modello T" furono proprio
acquistati dagli operai che la costruivano
Gilbreth
Ingegnere statunitense che si occupò di organizzazione di lavoro
Considerò la
relazione
spazio-temporale
necessaria per
comprendere e
valutare il processo
lavorativo.
Gilbreth riuscì, attraverso
l'uso delle tecniche
fotografiche più avanzate, a
rappresentare visivamente il
processo di lavoro fissando
lo svolgimento del gesto
nello spazio e nel tempo.
Classe operaia
Classe sociale composta da coloro che svolgono un lavoro
manuale in fabbrica, alle dipendenze di un datore di
lavoro. Non tutti i dipendenti appartengono alla classe
operaia, né tutti coloro che svolgono lavori manuali. Ciò
che caratterizza gli operai, e li distingue ad esempio dagli
artigiani, è il fatto di non disporre della proprietà degli
strumenti del proprio lavoro (i cosiddetti mezzi di
produzione) e di essere quindi costretti, per vivere, a
vendere la propria capacità di lavorare (ossia la forza
lavoro).
I cambiamenti del ruolo della
classe operaia
Un’analisi del ruolo della classe operaia nella moderna società
industriale si deve principalmente a Karl Marx, per il quale gli
operai, o “proletari”, nella misura in cui acquisiscono una propria
coscienza di classe, divengono il principale soggetto sociale
contrapposto alla classe dominante (la borghesia).
Nell'odierna società postindustriale la classe operaia ha invece visto
diminuire la propria rilevanza, sia numerica, per lo sviluppo
dell’automazione nell’industria, sia politica.
LE CLASSI SECONDO MARX
Marx afferma che,
una volta stabilita
attraverso le
rivoluzioni
americana e
francese di fine
Settecento
l'uguaglianza
giuridica dei
cittadini, la società
capitalistica si era
sostanzialmente
ridotta a due classi
in conflitto tra
loro: la borghesia
e il proletariato
Proletariato: formato da quelle masse di persone che, liberate
grazie alle rivoluzioni politiche dai vincoli feudali e corporativi
e grazie alla rivoluzione industriale e alla generalizzazione del
lavoro salariato dalla dipendenza economica dai prodotti della
terra, si sono inurbate e in parte sono state assorbite dalla
fabbrica, in parte, quelle rimaste disoccupate, hanno costituito
l'"esercito industriale di riserva".
Borghesia: proprietari dei mezzi di produzione e dai loro
funzionari;
Piccola borghesia: i ceti che svolgono le funzioni necessarie al
funzionamento dello stato e dell'organizzazione sociale
(insegnanti, preti, liberi professionisti, impiegati delle
amministrazioni ecc.);
Grande borghesia : uomini dell'imprenditoria e della finanza.
Sono porzioni distinte: i proprietari terrieri, legati alla rendita
fondiaria (cui di fatto sono assimilati anche i coltivatori diretti,
o contadini);
Il primo 900 in Italia
Periodo contraddittorio: netta affermazione democratica e progressista che
in pochi anni si converte nel suo opposto (1900-1915)
Fine 800
L’Italia è governata da una destra autoritaria, che aveva ristretto le
libertà dei cittadini e represso le manifestazioni popolari.
assassinio a Monza del re Umberto nel 1900 per mano dell’anarchico Bresci.
Primo 900
Sviluppo del
socialismo
diretto da
Filippo
Turati
Ripresa cattolica e partecipazione alla vita parlamentare dei cattolici
moderati (Patto Gentiloni). Il cattolicesimo politico si rivelò una
forza decisiva nella storia italiana, che pose sempre grande
attenzione alle posizioni preminenti nell’amministrazione,
nell’economia, nella finanza e in tutte le articolazioni del potere.
Affermazione della destra liberale (Sonnino): non era né radicale
né violenta, ma si ispirava alla politica di Cavour e di Minghetti.
Potere economico: la grande proprietà fondiaria perdeva terreno di fronte alla
borghesia industriale. Per capacità produttive, al nord dell’Italia spettava il primato
economico, culturale e politico.
Caratteri del capitalismo italiano dell’900
concentrazione delle
industrie nel Nord del
paese e avvio
dell’eterno dualismo
delle due regioni nella
storia italiana.
ILLUSIONE di
essere una Grande
potenza europea
protezione delle industrie grazie a un forte
sistema di tariffe doganali
no concorrenza estera
Diffusione di una concezione
politica e culturale legata
all’imperialismo e al
nazional-imperialismo.
Fly UP