...

shoah - Istituto di Istruzione Secondaria Superiore "Marie Curie"

by user

on
Category: Documents
10

views

Report

Comments

Transcript

shoah - Istituto di Istruzione Secondaria Superiore "Marie Curie"
SHOAH
Definizione di genocidio
•
LA DEFINIZIONE DI RAPHAEL LEMKIN (1944)
Per genocidio intendiamo la distruzione di una nazione o di un gruppo etnico … Esso intende designare un
piano coordinato di differenti azioni miranti a distruggere i fondamenti essenziali della vita dei gruppi nazionali,
per annientare questi gruppi stessi. Obiettivi di un piano siffatto:
distruzione delle istituzioni politiche e sociali, della cultura, della lingua, dei sentimenti nazionali, della
religione e della vita economica dei gruppi nazionali
Distruzione della sicurezza personale, della libertà, della salute, della dignità e persino delle vite degli
individui che appartengono a tali gruppi.
Il genocidio è diretto contri il gruppo nazionale in quanto entità, e le azioni che esso provoca sono condotte
contro individui, non a causa delle loro qualità individuali, ma in quanto membri del gruppo nazionale.
(Y. Ternon, Lo Stato criminale. I genocidi del XX secolo, Milano, Corbaccio, 1997, p. 13, Trad. di A. Agrati)
•
CONVENZIONE PER LA PREVENZIONE E LA REPRESSIONE DEL CRIMINE DI GENOCIDIO
ADOTTATA DALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE IL 9 DICEMBRE 1948
(…) Articolo II
Nella presente Convenzione, per genocidio s’intende uno dei seguenti atti, commessi con l’intenzione di
distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale:
a) Uccisione di membri del gruppo b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo
c) Il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione
fisica, totale o parziale d) misure che mirano ad impedire le nascite all’interno del gruppo e) trasferimento
forzato di bambini da un gruppo ad un altro.
Età dell’imperialismo
DIFFERENZE GENOCIDIO NAZISTA E GENOCIDI
COLONIALI
•
•
Scopo degli europei nei confronti dei sudditi
coloniali: SFRUTTAMENTO
Scopo della «soluzione finale nazista»:
STERMINIO
[…] I coloni non erano alieni dall’infliggere massacri e
perfino stermini ai loro sudditi d’oltremare, poterono
anche illudersi – in un delirio di onnipotenza- di essere
votati alla distruzione degli indigeni: ma questo
rappresentava un limite irraggiungibile, e in fondo
nemmeno auspicabile, poiché scopo del dominio era pur
sempre lo sfruttamento economico delle risorse umane e
naturali dei territori d’oltremare.
RAPPORTO GENEALOGICO TRA VIOLENZE
COMPIUTE DAGLI EUROPEI NELLE COLONIE E
GENOCIDIO NAZISTA
Esattamente al pari di quella della soluzione finale, le
vittime dei massacri e dei genocidi coloniali hanno finito
per essere tali perché avevano perso – agli occhi dei
dominatoti europei – la loro qualità di uomini […]
gli ebrei dei lager come gli indigeni da sterminare
avevano perso o non avevano mai avuto la propria
qualità di appartenenti al genere umano. Il razzismo
coloniale (che pure era un razzismo con storie, percorsi e
caratteri diversi da quello antisemita) fece perdere agli
aztechi e agli inca come agli herero e ai cirenaici la loro
qualità di uomini. Agli occhi dei loro carnefici essi si
trovarono completamente alla mercé della volontà
«bianca» .
(N. Labanca, Massacri d’oltremare: colonialismo e «soluzione
finale», in M. Cataruzza, M. Flores, S. Levis Sullam, E. Traverso (a
cura di) Storia della Shoah. La crisi dell’Europa, lo sterminio degli
Ebrei e la memoria del XX secolo. Vol. 1 La crisi dell’Europa: le
origini e il contesto, Torino, Utet, 2005, pp. 138-140)
La Prima guerra mondiale come educazione alla violenza estrema
MORTE ANONIMA DI MASSA
EFFERRATEZZA DEL COMBATTIMENTO DIRETTO
VIOLAZIONE DEI DIRITTI DEI CIVILI
ODIO DEL NEMICO ERETTO A SISTEMA
VIOLENZA ESTREMA (dal punto di vista
qualitativo e quantitativo)
Il conflitto del 1914 – prima e vera manifestazione della guerra totale – pone fin dal suo inizio il problema
della distruzione assoluta del nemico. […] Non bisogna solo intensificare al massimo la lotta militare, ricorrendo
il più possibile alla tecnologia (…) o ad una violenza diretta estrema e senza limiti, ma anche aggredire le
popolazioni di cui si vuole stroncare la volontà di resistenza. […]
La guerra del 1914-18, con le sue carneficine e il suo terrore insostenibile, ha reso banale la scomparsa di
milioni di uomini […] Il consenso alla morte di massa è inscindibile dall’improvvisa dissacrazione della vita
umana […]
[…] Si opera una distinzione manichea tra coloro che combattono per il bene, e rappresentano ciò che è umano,
e un nemico che rappresenta invece il male, cioè l’inumano, se non addirittura l’a-umano (il mostruoso, il
demoniaco). Lo stereotipo disumanizzante del nemico è allora talmente brutale e violento che la sua morte,
così come essa viene rappresentata nel testo o nell’immagine di propaganda, non suscita più alcuna pietà.
SVOLTA CULTURALE DECISIVA: la contrapposizione tra la morte dell’amico e quella del nemico in tempo di
guerra fu trasposta, in tempo di pace, nell’ ambito della lotta politica
BRUTALIZZAZIONE DELLA VITA
POLITICA
(…) per l’estrema destra nazionalista, l’assassinio politico (324 casi nei primi anni di Weimar) è soltanto
l’omicidio di un parassita e se il nemico politico, definito subumano, è ucciso, l’amico e sostenitore, invece, è
assassinato […]
(B. Bruneteau, Il secolo dei genocidi, Bologna, Il Mulino, 2005, pp. 53-63, trad. di Frores d’Arcais)
«Mein Kampf»: origini e caratteri dell’antisemitismo nazionalsocialista
•
La concezione che Hitler aveva degli ebrei ha trovato la sua più completa formulazione nell’opera:
primo tomo
(Mein leben)
prevale la componente
autobiografica
redatto in carcere, nella fortezza
di Landsberg (Baviera), dopo il
fallimento del putsch di Monaco
(9 /11/1923)
MEIN KAMPF (LA MIA BATTAGLIA)
secondo tomo
prevale la dimensione
dottrinale e teorica
redatto a partire dal 1925
La sconfitta tedesca e il «bolscevismo giudaico»
LA SCONFITTA TEDESCA
Il caporale Hitler, che si trovava nell’ospedale militare
di Pasewalk, in Pomerania, con gli occhi bruciati dal
gas, il 10 Novembre 1918 apprese della sconfitta
della Germania.
Nel Mein Kampf, a questo proposito, emergono due
elementi:
1) Per Hitler, il vero responsabile della sconfitta
tedesca è l’ebreo, con il quale – a causa della sua
perfidia congenita- non si deve mai scendere a
patti.
(«Non è possibile alcun patteggiamento con gli ebrei,
ma solo il perentorio aut-aut» da A. Hitler, La mia
IL BOLSCEVISMO GIUDAICO
•
Nel capitolo XI del primo tomo del Mein Kampf
Hitler sostiene che l’ebreo si mise a capo del
movimento operaio, in modo da poterlo
manipolare e sfruttare per il proprio scopo: la
conquista del potere da parte del popolo
ebraico.
•
In Russia , secondo Hitler, questo processo si è
già compiuto: la rivoluzione bolscevica è opera
degli ebrei che si sono serviti del marxismo per
impadronirsi dell’impero zarista ed hanno fatto
di esso una base operativa per continuare la
loro impresa di conquista del potere su scala
planetaria.
•
Per Hitler, di conseguenza, la Russia
rappresentava il primo grande stato conquistato
dagli ebrei, con i quali non si poteva né doveva
scendere a patti.
battaglia, I, VII, citato in W. Hofer, Il nazionalsocialismo.
Documenti 1933-1045, Mi, Feltrinelli, 1979, p. 18)
2) I socialdemocratici, che hanno assunto la guida
della Repubblica e, stipulando la pace, hanno
«pugnalato alle spalle la Germania», sono gli agenti
dell’ebreo, come del resto lo sono tutti i marxisti.
PROSPETTO RIASSUNTIVO
•
•
•
Concetto di «bolscevismo giudaico»
EBREI A CAPO DEL MOVIMENTO MARXISTA INTERNAZIONALE
SCOPO DEGLI ABREI: USARE IL MARXISMO PER GIUNGERE ALLA CONQUISTA DEL POTERE
MONDIALE
Conseguenze interpretative:
• GLI EBREI SONO RESPONSABILI DELLA SCONFITTA DELLA GERMANIA
• GLI EBREI SONO ALLA GUIDA DELLA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA
Conseguenze operative
• I MARZISTI – EBREI DEVONO ESSERE ELIMINATI
• CON L’UNIONE SOVIETICA NON E’ POSSIBILE ALCUNA ALLEANZA, MA SOLO LA GUERRA
I protocolli dei savi anziani di Sion
•
•
•
•
•
•
Molte opere composte in Russia tra il 1890 ed il 1920 contengono il tema dell’origine ebraica del
marxismo e della rivoluzione, tra queste troviamo i cosiddetti «Protocolli dei savi anziani di Sion».
Si tratta di un falso (come fu dimostrato dal giornalista del Times Philip Graves nel 1921)
L’opera fu scritta a Parigi negli anni 1897-98 (al tempo dell’affaire Dreyfus) per iniziativa di Peter Ivanovic
Raskovskij, responsabile dell’attività della polizia segreta russa all’estero (Ochrana).
OBIETTIVO: screditare le varie concezioni politiche moderne (liberalismo, democrazia e socialismo)
presentandole come strumenti manipolati dagli Ebrei per la conquista del potere mondiale; chiunque si
proponesse di introdurre nella Russia zarista un qualsiasi elemento di modernizzazione veniva descritto,
nei protocolli, come un burattino nelle mani degli Anziani di Sion o come agente degli ebrei, ormai vicini
alla realizzazione dei loro piani di conquista mondiale.
I Protocolli si presentano come i verbali, inventati, (24) di riunioni segretissime (inventate) in cui i capi
degli ebrei (Gli Anziani di Sion) (inesistenti) avrebbero elaborato tutti gli strumenti e fatto periodicamente
il punto del cammino che ancora restava da percorrere fino alla meta finale, ovvero la (fantomatica)
conquista del mondo.
Dal 1917 i Protocolli costituirono il principale strumento ideologico dei «Bianchi» durante la loro guerra
con i bolscevichi; ciò spiega anche l’entità dei pogrom (massacri) di ebrei che accompagnarono la guerra
civile fra «Bianchi» e «Rossi» (1918-’20) e poi, negli anni 1920-21 quella russo-polacca.
Edizione russa dei protocolli del 1912
DOCUMENTI
Il bolscevismo giudaico al potere in Russia
Prefazione all’edizione nazista dei Protocolli (1933)
«[…]Non si dimentichi che l’ebreo internazionale,
oggi padrone assoluto della Russia, vede nella
Germania non un alleato ma uno Stato condannato
alla stessa sorte della Russia. Non si conclude
alleanza con un compagno il cui unico interesse è la
distruzione dell’altro […]Egli fa la sua strada, quella di
insinuarsi nei popoli e di minarli; si batte con le sue
armi, la menzogna e la calunnia, l’avvelenamento e la
disgregazione, finché non abbia sanguinosamente
estirpato l’odiato avversario […] a meno che le sue
aspirazioni al dominio universale siano soppresse
dalla sua morte. Ma l’impotenza dei popoli, la loro
morte per vecchiaia, dipendono dal fatto che il loro
sangue non è più puro.»
«E’ dovere di ogni cittadino tedesco studiare le
terrificanti confessioni degli anziani di Sion, e
metterle a confronto con la sconfinata miseria del
nostro popolo, […]Il primo compito è disintossicare
l’anima del popolo tedesco e destare in essa la
coscienza della nobiltà della razza ariana. Con Dio,
per la resurrezione della Germania!»
(A. Hitler, La mia battaglia, Mi, Bompiani, 1939, pp. 352-354)
(Prefazione all’edizione dei Protocolli curata nel 1918 da A.
Rodionov, citata in N. Cohn, Licenza per un genocidio. I
Protocolli degli anziani di Sion: storia di un falso, Torino,
Einaudi, 1969, p. 157)
L’ antisemitismo di Stato: le leggi razziali nella Germania nazista
IL RAZZISMO NEL MEIN KAMPF (cap. XI, primo tomo: Il popolo e la razza)
«L’incrocio fra due essere di ineguale valore dà come prodotto un termine medio tra il valore dei due genitori
[…] Il ruolo del più forte è di dominare e non di fondersi con il più debole, sacrificando così la propria
grandezza»
ESISTONO RAZZE DI DIVERSO VALORE
ESISTE UNA GERARCHIA FRA GLI ESSERI UMANI
Antecedenti storici del pensiero razzista di Hitler
Arthur de Gobineau, Saggio sull’ineguaglianza delle
razze umane (1853-1855)
Il concetto di razza viene assunto come criterio per
comprendere la dinamica storica. Secondo Gobineau
esistono tre razze fondamentali (la gialla, la nera e la
bianca). Gli incroci sono sempre dannosi per la razza
superiore che dopo l’incrocio abbassa il livello della
propria creatività e della propria grandezza
spirituale, trasformandosi in «razza degenerata».
Houston Stewart Chamberlain, I fondamenti del XIX
secolo, (1899)
Le qualità che vengono attribuite alla razza
superiore bianca sono quelle tipiche della moralità
della classe media: laboriosità, senso della
rispettabilità e dell’onore, moderazione nel
manifestare le proprie passioni. Emerge, inoltre, la
tendenza a mescolare considerazioni di ordine
scientifico con presupposti di ordine estetico,
rifacendosi all’ideale di bellezza neoclassico. Per
indicare il gruppo umano superiore, di pelle bianca e
lineamenti fisici «armonici» ed equilibrati
(neoclassici), già a partire dal 1788 si iniziò ad
utilizzare il termine «ariano», adottato anche da
Hitler.
Le Leggi di Norimberga
•
15 settembre 1935
Al Congresso del partito nazista, che aveva luogo
ogni anno nella città di Norimberga, Hitler presenta
due leggi antiebraiche
1) «Legge per la cittadinanza del Reich»
stabiliva l’esistenza di due gradi di cittadinanza:
solo «l’appartenente allo Stato di sangue tedesco o affine» poteva essere considerato, da quel
momento «cittadino del Reich» e come tale godere dei «pieni diritti politici a norma di Legge»; gli
altri, primi fra tutti gli ebrei, erano declassati a «semplici cittadini dello Stato».
2) La seconda Legge
aveva come fine «la protezione del sangue e dell’onore tedesco».
Essa vietava ogni forma di rapporto sessuale fra ebrei e tedeschi; quindi, da un lato vietava i
matrimoni misti, dall’altro dichiarava nulli quelli già celebrati.
DOCUMENTI
LEGGE SULLA CITTADINANZA TEDESCA
15 Settembre 1935
Il Parlamento del Reich ha approvato all'unanimità la seguente
legge:
Articolo I
1. Cittadino dello Stato è quella persona che gode della protezione
del Reich Tedesco e che in conseguenza di ciò ha specifici doveri
verso di esso.
2. Lo status di cittadino del Reich viene acquisito secondo le norme
stabilite dai Decreti del Reich e dalla Legge sulla Cittadinanza dello
Stato.
Articolo II
1. Cittadino del Reich può essere solo colui che abbia sangue
tedesco o affine e che dimostri, attraverso il suo comportamento,
il desiderio di voler servire fedelmente il Reich e il popolo tedesco.
2. Il diritto alla Cittadinanza viene acquisito attraverso la
concessione di un Certificato di Cittadinanza del Reich.
3. Solo un cittadino del Reich gode di tutti i diritti politici stabiliti
dalla Legge.
Articolo III
Il Ministro degli Interni del Reich, di concerto con il Vice Führer,
emanerà le ordinanze e i provvedimenti amministrativi necessari
ad integrare ed attuare questa legge.
Norimberga, 15 Settembre 1935
La Legge entrerà in vigore il 30 Settembre 1935.
Il Führer cancelliere del Reich
Adolf Hitler
Il Ministro degli Interni del Reich
Wilhelm Frick
Reichsgesetzblatt, 1, 1935, p. 1146
(Y. Arad, Y. Gutman, A. Margolit, Documents on the Holocaust
(1981), Traduzione di Ugo Persiani, p 77)
LEGGE PER LA PROTEZIONE DEL SANGUE E DELL'ONORE
TEDESCO
15 Settembre 1935
Il Reichstag, fermamente convinto che la purezza del sangue
tedesco sia essenziale per il futuro del popolo tedesco e ispirato
dalla inflessibile volontà di salvaguardare il futuro della nazione
Germanica, ha unanimemente deciso l'emanazione della
seguente legge:
Articolo I
1. I matrimoni tra ebrei e cittadini di sangue tedesco o affini sono
proibiti. I matrimoni contratti in violazione della presente legge
sono nulli anche se per eludere questa legge venissero contratti
all'estero.
2. Le procedure legali per l'annullamento possono essere iniziate
soltanto dalla Procura di Stato.
Articolo II
Le relazioni extraconiugali tra ebrei e cittadini di sangue tedesco o
affini sono proibite.
Articolo III
Agli ebrei non è consentito impiegare come domestiche donne di
sangue tedesco o affini di età inferiore ai 45 anni.
Articolo IV
1. Agli ebrei è vietato esporre la bandiera nazionale del Reich o i
suoi colori.
2. Agli ebrei è consentita l'esposizione dei colori giudaici.
L'esercizio di questo diritto è tutelato dallo Stato.
Articolo V
1. Chiunque violi il divieto previsto dall'Articolo I sarà condannato
ai lavori forzati.
2. Chiunque violi il divieto previsto dall'Articolo II sarà condannato
al carcere o ai lavori forzati.
3. Chiunque violi i divieti previsti dall'Articolo III e dall'Articolo IV
sarà punito con un anno di carcere o con una ammenda, oppure
con entrambe le sanzioni.[…]
(Y. Arad, Y. Gutman, A. Margolit, Documents on the Holocaust
(1981), Traduzione di Ugo Persiani, pp 78-79)
PROSPETTO RIASSUNTIVO
•
•
•
Concetto di «purezza razziale»
L’ARIANO E’ CONSIDERATO L’UNICO ESSERE DEGNO DEL NOME DI UOMO E UNICO CREATORE DELLA
CIVILTA’ UMANA
SE L’ARIANO SI MESCOLA CON INDIVIDUI DI RAZZA INFERIORE, LA SUA CREATIVITA’ INARIDISCE E LA SUA
GRANDEZZA SI SPEGNE
•
•
•
Conseguenze interpretative
GLI EBREI TENTANO DI IMBASTARDIRE IL POPOLO TEDECSO
LA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA É LA PROVA DELL’ELIMINAZIONE DELL’ÉLITE ARIANA IN RUSSIA
•
•
•
Conseguenze operative
LO SCOPO SUPREMO DELLO STATO DEVE ESSERE QUELLO DI CONSERVARE LA PUREZZA RAZZIALE
LEGGI DI NORIMBERGA (15-09-1935)
•
•
Origini del concetto
ARTHUR DE GOBINEAU (1835-55): ASSUME IL CONCETTO DI RAZZA COME CRITERIO PER COMPRENDERE
LA STORIA, MA NON E’ ANTISEMITA.
HOUSTON STEWART CHAMBERLAIN (1899): CONTRAPPONE L’EBREO ALL’ARIANO, AL QUALE ATTRIBUISCE
QUALITA’ ESTETICHE DEDOTTE DAGLI IDEALI NEOCLASSICI E DAL SISTEMA DI VALORI TIPICO DELLE CLASSI
MEDIE
•
La «notte dei cristalli»
•
•
•
7 Novembre 1938: Il governo polacco decise di privare della cittadinanza gli ebrei polacchi residenti
all’estero da più di 5 anni
Più di 20.000 israeliti emigrati dalla Polonia, ma residenti da vari anni in Germania, divennero apolidi
Himmler ordinò il loro immediato arresto e la loro espulsione (tra questi apolidi si trovavano anche i
genitori del giovane Herschel Grynzpan, che viveva a Parigi e, quando seppe dell’accaduto, si recò
all’ambasciata tedesca di Parigi e sparò ad un funzionario tedesco)
•
Formidabile pretesto per l’inasprimento delle misure antisemite in Germania:
Notte fra il 9 ed il 10 Novembre 1939: KRISTALLNACHT (termine coniato dai nazisti stessi per
sdrammatizzare la gravità degli avvenimenti)
7.500 Negozi distrutti e saccheggiati
101 sinagoghe incendiate
66 sinagoghe demolite
36 ebrei uccisi e 36 ebrei gravemente feriti
20.000 ebrei arrestati e spediti in campo di concentramento
Il 12 Novembre 1938 il Consiglio dei ministri elaborò una serie di decreti con cui il processo di
emarginazione degli Ebrei in Germania e la loro esclusione da tutti i settori della vita, della società e
dello Stato tedeschi giunsero a piena conclusione.
DOCUMENTI
I decreti emessi dopo la riunione del 12 novembre 1938
A. Decreto di Göring relativo al tributo espiatorio
L’atteggiamento ostile dell’ebraismo nei confronti del popolo e del Reich tedesco, che non arretra neppure davanti all’assassinio
vigliaccamente perpetrato, richiede delle decise misure difensive ed una dura espiazione. Quindi in base al decreto per
l’attuazione del piano quadriennale del 18 ottobre 1936 (RGB1, I, p. 887) ordino che vengano prese le seguenti disposizioni:
par. 1. Agli ebrei di cittadinanza tedesca viene addossato il pagamento di un tributo di 1 miliardo di marchi a favore del Reich
tedesco...
B. Decreto di Göring per l’allontanamento degli ebrei dalla vita economica
par. 1. 1) A partire dal 1° gennaio 1939 agli ebrei sarà proibito condurre in proprio negozi di vendita al dettaglio, uffici di spedizioni
o agenzie di commissioni e la conduzione in proprio di botteghe artigiane.
2) Inoltre, a partire dallo stesso giorno, sarà loro proibito offrire delle merci o dei prodotti industriali sui mercati di ogni tipo, nelle
fiere o nelle esposizioni, sarà loro proibito concorrere a queste manifestazioni e assumere delle ordinazioni.
3) Le aziende ebraiche la cui produzione contravviene alle norme di queste disposizioni restrittive verranno chiuse dalla polizia.
par. 2. 1) A partire dal 1° gennaio 1939 nessun ebreo potrà più dirigere un’azienda ai sensi della legge sull’ordinamento del lavoro
nazionale del 20 gennaio 1934.
2) Se un ebreo è impiegato con mansioni direttive in un’impresa, potrà venire licenziato con un preavviso di sei settimane.
Scaduto tale termine il prestatore di servizio perde tutti i diritti previsti dal contratto, in particolare i diritti ai contributi
assistenziali e alle indennità.
par. 3. 1) Un ebreo non può essere membro di un’associazione di categoria.
2) i membri ebrei di un’associazione di categoria saranno espulsi dal 31 dicembre 1938. Non è richiesta alcuna notifica
d’espulsione...
C. Ordinanza del presidente della camera di cultura del Reich, Goebbels
...Dopo che già da oltre 5 anni lo stato nazionalsocialista ha concesso agli ebrei la possibilità di creare e di mantenere una propria
cultura all’interno di speciali organizzazioni ebraiche, la loro partecipazione alle manifestazioni della cultura tedesca non è più
compatibile. Quindi da questo momento agli ebrei è vietato l’ingresso alle manifestazioni di questo genere, in particolare ai teatri,
ai cinematografi, ai concerti, alle conferenze, alle manifestazioni d’arte varia(varietà, cabarets, rappresentazioni dei circhi, ecc.),
alle esecuzioni di danze ed alle esposizioni di natura culturale...
(W. Hofer, Il Nazionalsocialismo. Documenti 1933-1945, Milano, Feltrinelli, 1979, pp. 248-249)
L’universo concentrazionario nazista: da Dachau ad Auschwitz
i percorsi della deportazione e dello sterminio
CAMPO DI CONCENTRAMENTO
CAMPO DI STERMINIO
•
•
I campi di sterminio non erano veri e propri
campi: Chlemno, Sobibor, Belzec, Treblinka
erano centri , installazioni create non per
internare prigionieri, ma per ucciderli
immediatamente all’arrivo.
•
I deportati venivano da un ghetto o da adunate
di massa, secondo un principio numerico, non
individuale e quando giungevano a destinazione
non venivano immatricolati ma, dopo la
svestizione, venivano immediatamente uccisi
con il gas ed inceneriti nei forni crematori (in un
primo momento sepolti in fosse comuni).
Il 30 Gennaio 1933 Hitler, che aveva ottenuto 13
milioni di voti, viene chiamato dal Presidente
della Repubblica tedesca a guidare il governo.
•
Il 27 Febbraio 1933 scoppia l’incendio alla sede
del Parlamento tedesco e i nazisti ne
attribuiscono la responsabilità ai comunisti
•
Il 20 Marzo 1933, 50 giorni dopo la presa del
potere di Hitler, viene aperto un primo campo di
concentramento speciale: il campo di Dachau,
presso Monaco di Baviera.
•
Un deportato in un campo di concentramento
era un detenuto arrestato, trasferito nel lager
ove veniva registrato e inserito nel sistema,
assegnato ad un blocco e ad un gruppo di lavoro
interno.
I campi di concentramento nascono come strumenti
di terrore per reprimere le opposizioni politiche, ma
nel giro di pochi anni rinchiuderanno milioni di
persone di tutte le nazionalità e per ragioni diverse,
trasformandosi in strutture dove la morte dei
deportati diventerà un banale incidente di percorso.
Solo in due casi a noi noti le due realtà (campo di
concentramento e campo di sterminio) coincidevano:
Majdanek e Auschwizt-Birkenau. In questi due campi
avvenivano selezioni all’arrivo dei deportati tra quelli
da uccidere immediatamente e quelli da inserire nel
sistema lavorativo del lager, dove comunque sarebbero
stati portati allo sfinimento fisico e morale con uno dei
tanti mezzi a disposizione (denutrizione, fatica, freddo,
malattie, violenze…)
IMMAGINI
Dachau
Treblinka
IMMAGINI
La Bahnrampe, la rampa dei treni, all'interno del campo
di Birkenau dove, dal 1944, arrivavano i convogli dei
deportati, come si presentava nel 1945
CIMINIERE DI MAJDANEK
Nella foto, scattata nel 2004, la ciminiera e il forno
crematorio del campo di Majdanek. Situato a pochi
chilometri ad est di Lublino, in Polonia, quello di
Majdanek, istituito nel 1941, fu uno dei più grandi
campi di concentramento, concepito sin dall'inizio
come campo di sterminio. Esiste ancora l'edificio che
aveva all'interno le camere a gas, il cartello fuori con la
scritta entrata ai bagni, le docce e i tubi progettati non
per portare acqua, ma per ingannare le vittime. Inoltre
si possono ancora vedere due forni crematori con la
ciminiera che si staglia nel cielo e sette camere a gas.
Campo di concentramento di Auschwitz
(EN) Auschwitz Birkenau German Nazi Concentration and
Extermination camp (1940-1945).
Quattro fasi principali nella storia dei campi nazisti
Primo periodo sperimentale: dal 1933 al 1936
creazione di Dachau e di centri di detenzione speciali per
reprimere l’opposizione politica e tutti coloro che vengono considerati un pericolo per l’ordine pubblico
(comunisti e socialdemocratici, sacerdoti, giornalisti, funzionari, ecc…).
Nel 1934 a Dachau iniziano a venire addestrate le SS destinate a comandare i lager.
Seconda fase: dal 1935 al 1939
si allarga la popolazione incarcerata nei campi (criminali comuni, renitenti
al lavoro, omosessuali, prostitute, vagabondi, alcolizzati, zingari, testimoni di Geova). L’obiettivo primario
diventa quello di ripulire la società dagli elementi imperfetti e scomodi. Himmler, intanto, da capo della polizia
di Monaco era diventato capo delle SS, comandante dell’ufficio centrale di polizia e vice del Führer. I nuovi
campi (creati fra il ‘36 ed il ‘39) come Sachsenhausen, Flossembürg, Mauthausen, Ravensbrück dovevano avere
dimensioni ampliabili ed offrire un contributo al piano economico di sviluppo del Reich. Per questo non
sorsero più in corrispondenza di stabilimenti penali, ma nei pressi di impianti destinati all’estrazione e alla
produzione di materie prime, come cave di pietra o fabbriche di mattoni. Si privilegiavano, inoltre, luoghi dotati
di buone linee ferroviarie. (es: Mauthausen, vicino a Linz, costruito subito dopo l’annessione dell’Austria (1938)
nei pressi di una cava di granito). Ogni volta che occorre costruire un nuovo lager vengono distaccati centinaia
di deportati da un altro campo per iniziare i lavori di installamento. I prigionieri che vengono sempre trattati
peggio degli altri appartengono a tre categorie: ebrei, sovietici e slavi.
DOC. Il 30 gennaio 1939, in occasione dell’anniversario dell’assunzione del potere (30
gennaio 1933) Hitler pronunciò un solenne discorso di fronte al Reichstag in cui annunciò
la DISTRUZIONE DELLA RAZZA EBRAICA
“…Oggi voglio essere di nuovo il profeta: se il giudaismo della finanza internazionale, in
Europa o altrove, riuscisse ancora una volta a gettare i popoli in una guerra mondiale, il
risultato non sarà la bolscevizzazione della terra e la vittoria del giudaismo, ma
l'annientamento della razza ebraica in Europa.”
(A.Hillgruber, La distruzione dell’Europa. La Germania e l’epoca delle guerre mondiali (19141945), Bologna, Il Mulino, 1992, p. 382)
Terza fase: inizia con l’invasione della Polonia (1 Sett. 1939) e lo scoppio della seconda guerra
mondiale e arriva fino al 1942
- Aumentano le deportazioni da tutti i territori occupati (soprattutto per i prigionieri di guerra
russi e polacchi)
- Peggiorano le condizioni di vita per il sovraffollamento e la scarsità di cibo e delle strutture
igieniche
- Internazionalizzazione della popolazione dei lager (con conseguente miglioramento della
situazione per i detenuti di nazionalità germanica, che verranno scelti per compiti di comando
all’interno dei lager)
- Aumento della mortalità
- Sterminio di massa degli ebrei nei campi di sterminio, eutanasia nei centri speciali, uccisioni di
massa dei prigionieri nei campi di concentramento
- Moltissimi campi vengono dotati di forni crematori in previsione dell’aumento della mortalità
I forni crematori sono istallazioni che precedono l’invenzione delle camere a gas e che inizialmente
servivano per risolvere il problema dello smaltimento dei cadaveri; in seguito, con le uccisioni per
gas, servirà come catena di collegamento tra la gassazione e la liquidazione dei corpi.
Alla fine del 1941 i campi di concentramento diventano anche luoghi dove procedere ad uccisioni
di massa; ad Auschwitz, in Polonia, si procede alla fine di quell’anno alla prima gassazione
sperimentale di massa su 600 prigionieri di guerra russi.
A Mauthausen la camera a gas verrà istallata nel maggio 1942 e vedrà l’utilizzo Zyklon B, un
pesticida sperimentato con successo in Polonia.
Quarta fase: dagli inizi del 1942 al 1945, quando i nazisti decidono di concentrare tutti gli sforzi
nella produzione bellica. Persino alcune migliaia di ebrei verrano temporaneamente tenuti in vita e
ceduti in affitto ad industrie tedesche come la Bayer, la Siemens, la Telefunken,…
Aktion T-4 e Centri di Sterminio
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Il sistema delle fucilazioni di massa comportava un elevatissimo coinvolgimento emotivo da parte degli
assassini, che frequentemente abusavano di alcool. Di qui la necessità di trovare altri sistemi, impersonali
ed efficaci.
A tal fine i nazisti poterono ricorrere all’esperienza maturata nella cosiddetta «Aktion T-4», ovvero nel
programma di eutanasia attivato in Germania nel periodo 1939-1941.
Secondo Hitler era un delitto contro la stirpe mettere al mondo individui malati o deformi; già nel 1933 fu
emanato un decreto che imponeva la sterilizzazione di quanti fossero portatori di malattie ereditarie o
fossero alcolisti cronici. Nell’Ottobre 1939 Hitler autorizzò l’eliminazione dei malati di mente (anche
ariani) ricoverati nei manicomi del Reich.
Per attuare il Programma si costituì un’ «Associazione degli ospedali psichiatrici», che aveva la propria
sede a Berlino, in Tiergartenstrasse 4 (da cui il nome in codice Aktion T-4 assunto dall’intera iniziativa).
I malati venivano trasferiti dai manicomi ai centri attrezzati per la loro uccisione, che avveniva per mezzo
di ossido di carbonio in camere a gas mascherate da docce o in appositi furgoni, detti Gaswagen, in
quanto i gas di scarico venivano immessi all’interno dei furgoni stessi.
Fino all’agosto 1941, quando il Programma fu interrotto furono uccisi 70.000 malati di mente.
CHELMO: Gli ebrei affluiti dai ghetti della Polonia (soprattutto Lodz) venivano uccisi con il sistema dei
gaswagen; il totale delle vittime ammonta a 300.000-400.000.
BELZEC , TREBLINKA, e SOBIBOR: rientravano nel piano «Aktion Reinhard» (in onore di Heydrich
Reinhard, caduto in un agguato di partigiani a Lidice, in Boemia nel Maggio 1942) che si proponeva
l’eliminazione degli ebrei dei ghetti polacchi istituiti nel 1940; questi centri utilizzavano il metodo della
camera a gas fissa, alimentata dall’ossido di carbonio, emesso da un motore diesel, collegato con la
camera a gas stessa. Cifre delle vittime:
Il vero obiettivo dell’antisemitismo nazionalsocialista non fu
BELZEC
500-600.000
la riduzione degli ebrei in schiavitù, bensì la loro completa
SOBIBOR
200-250.000
eliminazione e ciò lo distingue nettamente da ogni altra
TREBLINKA
700-900.000
forma di razzismo. L’originalità dello sterminio nazista consiste
(provenienti in larga misura da Varsavia)
nella «predominanza della componente «ideologica».
La Conferenza di Wannsee
•
•
•
•
•
DOC.
Reinhardt Heydrich , (uomo di fiducia di Himmler, dal 1939 capo dell’Ufficio centrale per la Sicurezza del Reich,
controllava tutto il sistema di polizia) il 20 Gennaio 1942 convocò la «Conferenza di Wannsee» presso il «Comitato
internazionale di polizia criminale», con sede «Am Grossen Wannsee 56-58» (a Berlino).
Nel verbale della riunione figura fra i presenti Adolf Eichmann, che dal 1940 era a capo, nell’ambito dell’ «Ufficio
centrale per la Sicurezza del Reich», della sezione IV A, 4 b, che diventerà la vera centrale operativa della «soluzione
finale».
Heydrich rivendica la direzione e la responsabilità della «soluzione finale» alla SS, che avevano già iniziato
nell’estate del 1941 le «eliminazioni caotiche» in Russia e, dal Dicembre ‘41 le operazioni di sterminio nel campo di
Chelmno.
Egli, inoltre, presenta una sorta di tipologia di ebrei che si ritroveranno ad Auschwitz: gli ebrei, infatti, sono divisi in
abili al lavoro e incapaci di lavorare; di questi ultimi non si dice nulla, ma il contesto lascia capire che, una volta
arrestati, saranno immediatamente eliminati. Gli abili al lavoro, invece verranno utilizzati in attività utili al Reich.
L’essenziale, però, è che il lavoro, in realtà, è finalizzato alla morte degli ebrei. La produttività è un effetto
secondario, desiderabile, ma collocata in secondo piano rispetto al fine principale: gli scampati dovranno essere,
infine, «opportunatamente trattati».
Dal cosiddetto «protocollo di Wannsee»
[…] Ora, nel quadro della soluzione finale della questione ebraica e sotto la necessaria guida, gli ebrei devono essere utilizzati all'Est nei compiti
lavorativi giudicati più opportuni. Inquadrati in grandi colonne e separati per sesso, gli ebrei abili al lavoro saranno condotti in quei territori a
costruire strade, operazione durante la quale senza dubbio una gran parte di loro soccomberà per selezione naturale.
Il nucleo che alla fine sopravvivrà a tutto questo, e si tratterà della parte dotata della maggiore resistenza, dovrà essere trattato in maniera
adeguata, poiché rappresentando il frutto di una selezione naturale, qualora fosse lasciato andare libero, dovrebbe essere considerato la cellula
germinale di una nuova rinascita ebraica (si veda l'esperienza storica).
Nel quadro dell'attuazione pratica della soluzione finale, l'Europa verrà setacciata da ovest a est. II territorio del Reich, incluso il Protettorato di
Boemia e Moravia, dovrà essere ripulito per primo, non foss'altro che per ragioni di carattere abitativo e altre necessità socio-politiche.
Gli ebrei evacuati verranno dapprima portati, senza esitare, in cosiddetti ghetti di transito e di lì trasportati più a Est[…]
Auschwitz
•
•
•
•
•
•
•
•
La macchina dello sterminio non si fermò in seguito alla morte di Heydrich (5 giugno 1942) ma ebbe proprio in
Auschwitz il proprio centro più efficiente e micidiale.
Intorno alla cittadina omonima si stendeva una «rete di campi»: il primo fu Auschwitz I che nel 1940 divenne un
campo di concentramento per prigionieri politici polacchi, diretto da Rudolf Hoess; dal 1942 Auschwitz divenne un
grande centro di sterminio internazionale.
Le selezioni e le conseguenti gassazioni avvenivano in una località che si trovava circa 5 chilometri a sud del
villaggio di A. ed era chiamata Birkenau. Qui si trovano il terminale ferroviario e le camere a gas, oltre ad un
secondo campo per detenuti denominato Auschwitz II- Birkenau.
La novità più importante, sotto il profilo tecnico, introdotta a Birkenau fu la sostituzione dell’ossido di carbonio
(utilizzato negli altri campi di sterminio) con un altro gas, lo «Zyclon B», un insetticida a base di acido prussico, che
si presentava, prima dell’uso, sotto forma di cristalli bluastri, i quali poi vaporizzavano a contatto con l’aria.
In questo modo il contatto con le vittime era pressoché inesistente. Le camere a gas di Birkenau «riducevano il
ruolo dell’uccisore a quello di un «ufficiale sanitario» al quale si chiedeva di introdurre una certa quantità di
«disinfettanti chimici» attraverso un’apertura nel tetto di un edificio il cui interno egli non era tenuto a visitare» (Z.
Bauman, Modernità e Olocausto, Bo, Il Mulino, 1992, p. 47). In questa logica rientrava anche il fatto che i lavori più
repellenti sui cadaveri erano svolti da prigionieri ebrei, che formavano i cosiddetti Sonderkommandos ed erano
incaricati di vuotare le camere a gas dopo le esecuzioni e di bruciare i morti.
Nei campi di lavoro, inoltre, il fine rimaneva quello dello sfinimento fisico e della morte dei detenuti (Conferenza
di Wannsee). Il livello della alimentazione e le condizioni igieniche erano tali che l’individuo non poteva
assolutamente recuperare le energie spese nel lavoro. Così nella maggior parte dei casi , i prigionieri morivano nel
giro di 2 o 3 mesi, dopo essersi trasformati in «mussulmani» (esseri umani che , ormai stremati sia fisicamente
che spiritualmente, ormai erano vivi solo biologicamente e non davano più segno di alcuna reazione emotiva).
Il numero delle vittime di A. è stimato fra 1.100.000 e 1.350.000, di cui non meno di 1 milione erano ebrei.
Sulla vita nei lager vedi: Primo Levi, Se questo è un uomo; P. Levi, I sommersi e i salvati.
Raul Hilberg: le tre tappe che portarono gli ebrei verso la «Soluzione finale»
•
Il percorso che portò gli ebrei alla cosiddetta «Soluzione finale» fu diverso da quello legato all’istituzione
dei campi di concentramento e seguì un altro parallelo percorso a tappe. Raul Hilberg, storico americano,
considerato fra i massimi studiosi della Shoah, sostiene che il percorso che durante il terzo Reich ha
condotto gli ebrei dall’emarginazione allo sterminio ha seguito tre tappe fondamentali:
DEFINIZIONE DEL NEMICO: Gli ebrei tedeschi erano profondamente assimilati (non si percepiva alcuna differenza né di
stile di vita né fisica fra chi era ebreo e chi non lo era). Per questo occorreva definirli come nemici, non ariani. A tal fine
fu fondamentale il ruolo della propaganda che aveva l’obiettivo di divulgare presso la gente comune l’idea che gli ebrei
fossero diversi dai non ebrei, non affidabili, perfidi, corrotti, pericolosi per il benessere del Paese. Dal 1933 al 1939
ebbe luogo in Germania ( e dal 1938 in Austria) una pesante discriminazione degli ebrei con Leggi e Decreti volti ad
escluderli dalla vita politica, economica e culturale.
CONCENTRAZIONE DEGLI EBREI: Nel 1939, in seguito all’occupazione della Polonia, il Reich tedesco si trovò con 3
milioni di ebrei in più rispetto a quelli presenti in Germania ed in Austria. Dopo varie ipotesi si decise tra la fine del 1939
ed il 1940 per la ghettizzazione. Vennero creati i grandi ghetti polacchi (Lodz, Varsavia, Lublino, Cracovia) dove vennero
ammassati gli ebrei rastrellati ad est e deportati dal Reich. Le condizioni stesse dei ghetti (sovraffollamento,
denutrizione, condizioni igieniche, malattie…) costituirono la prima fase di sterminio in quanto la mortalità fu altissima.
ANNIENTAMENTO: Lo sterminio degli ebrei ebbe inizio con l’attacco all’Urss (estate 1941) inizialmente tramite massacri
di massa disordinati sotto forma di fucilazioni collettive effettuate dalle Einsatzgruppen, reparti speciali, formati
soprattutto da SS, che seguirono l’esercito tedesco nella grande avanzata dell’estate 1941. Questi gruppi erano quattro
ed erano nominati mediante le lettere A,B,C,D. Il loro compito era di rastrellare tutti gli ebrei e di fucilarli sul posto. Lo
storico L. Poliakov ha definito questa prima fase «fase delle eliminazioni caotiche». Alla fine del 1941 si passò via via a
sistemi più «ordinati», rapidi ed efficienti (il gas). Vennero creati 4 grandi centri di sterminio in Polonia: Chelmo, Belzec,
Sobibor e Treblinka. Nel 1942 fu creato Birkenau, che con i sui grandi crematori (1943) fu il più grande centro di
sterminio, destinazione finale di tutti gli ebrei deportati dai paesi occupati, compresa l’Italia.
IMMAGINI PROPAGANDA ANTISEMITA
Il cartello dice che lì gli ebrei non sono graditi
Un commerciante ebreo sta cercando di
truffare una donna ariana
An Antisemitic Caricature from: The Poisonous
Mushroom
Film and Photo Archive, Yad Vashem
L’interpretazione del fenomeno dei lager di G. L. Mosse
•
Secondo George Lachmann Mosse (Storico statunitense, ebreo di origine tedesca - Berlino
1918, Madison 1999- nel 1937 si trasferì in Gran Bretagna per sfuggire alle persecuzioni
razziali; nel 1939 giunse negli Stati Uniti, di cui assunse la cittadinanza nel 1945) i lager
avevano, rispetto agli ebrei, primariamente una funzione ideologica, ovvero assolvevano al
compito di trasformare migliaia di individui (ognuno diverso dall’altro) in altrettanti
esemplari del «tipo ebraico».
• Per Hitler e per ogni razzista, invero, non esistono gli individui, ma esistono i «tipi razziali»:
l’ariano (luminoso, gentile, laborioso) e l’ebreo (cattivo, perverso e parassita). Lo scopo
primario del lager, allora, era quello di fare in modo che tutti gli ebrei finissero per
corrispondere allo stereotipo che, dell’ebreo, il nazionalsocialismo si era costruito. Così gli
ebrei rinchiusi nei lager venivano fatti vivere in condizioni che li trasformavano in esser privi
di ogni senso morale e disposti a tutto per sopravvivere: essi dovevano diventare
esattamente identici a come li dipingeva la propaganda nazista, che sotto questo profilo
appare una «profezia autorealizzantesi».
(G.L. Mosse, Il razzismo in Europa dalle origini all’Olocausto, Bari, Laterza, 1985, p. 239)
DOC. : Miseria, fame e malattia nel ghetto di Varsavia
Marek Edelmann fu uno dei capi della rivolta del ghetto di Varsavia nell’aprile 1943. Riuscì a salvarsi fuggendo attraverso la rete
fognaria. Nel 1945, pubblicò un breve resoconto intitolato Il ghetto lotta. Nella prima parte, descrive le drammatiche condizioni di
vita del ghetto negli anni 1940-1942.
«La fame cresce di giorno in giorno. Essa esce dagli alloggi oscuri e sovrappopolati per esporre nella strada lo spettacolo dei ventri
caricaturalmente gonfi, dei piedi purulenti avvolti in stracci sporchi, coperti di ascessi e di piaghe causate dal gelo e dalla
denutrizione. La fame parla con la bocca dei mendicanti, dei vecchi, dei giovani e dei bambini fin nei cortili. I bambini mendicano
in massa. Mendicano nel ghetto. Mendicano nella parte ariana [di Varsavia – n.d.r.]. Bambini di sei anni scivolano tra i reticolati,
anche sotto gli occhi dei gendarmi, per elemosinare cibo dall’altra parte. Ciascuno di loro fa vivere tutta una famiglia. Sovente uno
sparo nei reticolati avverte i passanti che uno di questi piccoli trafficanti è stato appena assassinato nella lotta contro la fame. I
ladruncoli fanno la loro apparizione: dei monelli o più esattamente degli scheletri di monelli che strappano le sporte ai passanti e
ne divorano subito il contenuto, mentre fuggono. Nella fretta, gli capita spesso di ingoiare sapone o legumi secchi.
La miseria è così grande che la gente muore di fame in mezzo alla strada. Ogni giorno, verso le quattro o le cinque di mattina, le
imprese di pompe funebri raccolgono per le strade una quindicina di cadaveri che i passanti hanno ricoperto di giornali, fermati da
una pietra perché non volino via. Alcuni cadono per la via, altri muoiono in casa, ma la famiglia spoglia completamente il
cadavere, per ricavare denaro dai suoi vestiti, e getta il corpo fuori casa perché la sepoltura sia pagata dal Consiglio ebraico.
File di carretti avanzano nelle strade. Le carcasse scheletriche sono ammucchiate le une sulle altre. Le teste traballano ad ogni
sobbalzo sul selciato, sbattono l’una contro l’altra e urtano le sponde del carro.
Il tragico arriva al suo colmo quando il ghetto è invaso dagli abitanti deportati dalle piccole città e dai villaggi. Essi non hanno né
casa né alloggio. Senza tetto, sporchi, vagano per le strade. Vi si accampano per interi giorni, dormono e mangiano nei cortili.
Infine vanno ad alloggiare nei centri di raccolta, dei locali provvisori per rifugiati, aperti per loro. Questi centri sono una delle
piaghe più orribili del ghetto, una catastrofe impossibile a vincere (solo una parte dei bambini può essere trasferita in internati e
trova migliori condizioni). Nei grandi edifici vuoti e non riscaldati delle sinagoghe, nelle sale delle fabbriche abbandonate, si
stringono centinaia di persone. Sporche, pidocchiose, senza possibilità alcuna di lavarsi, denutriti e affamati (il Consiglio ebraico
distribuisce la zuppa d'acqua una volta al giorno), giacciono su paliericci rivoltanti, senza più la forza di alzarsi. Macchie verdi di
muffa si spandono sui muri. I pagliericci sono per terra, raramente su una lettiera. Per ogni famiglia non c'è, molto spesso, che un
solo posto per dormire. Là, più nessun ritegno vela il regno della miseria e della fame.
Nello stesso tempo il tifo fa strage. Sulle porte degli appartamenti o dei caseggiati appaiono sempre più numerosi gli avvisi di
colore giallo: Fleckfieber. Gli occupanti miserabili dei centri di raccolta sono colpiti in massa dall'epidemia. Gli ospedali, pur
riservati esclusivamente alle malattie contagiose, straripano di malati. Ne vengono ammessi ogni giorno centocinquanta, in un
servizio. Essi finiscono per stare stesi a due o tre in uno stesso letto e invadono i pavimenti. Si guarda con impazienza il
moribondo nella speranza che lasci presto il suo posto al seguente. Troppo scarsi, i medici non ne possono più. Le persone
muoiono a centinaia. Il cimitero non basta per tutti. I becchini non riescono più a seppellire. Essi gettano cinquecento cadaveri
dentro ogni fossa comune, ma altre centinaia attendono vari giorni, senza alcun riparo, diffondendo per tutto il cimitero un fetore
nauseabondo e dolciastro. L'epidemia si estende. Il tifo e dappertutto. Minaccia da tutte le parti. come la fame, diviene il signore
onnipotente del ghetto. La mortalità mensile raggiunge la cifra di seimila, cioè il 2 per cento della popolazione.
(M. Edelmann - H. Krall, Il ghetto di Varsavia. Memoria e storia dell'insurrezione, Roma, Città Nuova, pp. 34-36. Traduzione di
M. Meghnagi)
Lo storico tedesco Eberhard Jäckel, in sintesi, afferma:
«L’assassinio nazista degli ebrei rimane incomparabile perché
mai in precedenza uno Stato, attraverso l’autorità dei propri
leader responsabili, ha deciso e annunciato lo sterminio totale
di un certo gruppo di persone, compresi i vecchi, le donne, i
bambini, i neonati e tradotto in pratica questa decisione con
l’uso di tutti i possibili strumenti di potere a disposizione dello
Stato»
(E.J., Die elende Praxis der utersteller, in Historikerstreit: Die Dokumentation der kontroverse
um die einzigartigkeit der nationalsozialistischen Judenvernichtung, Piper, München, 1987,
p.188)
Fly UP