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“E il Verbo si fece carne e pose la sua dimora in mezzo a noi”

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“E il Verbo si fece carne e pose la sua dimora in mezzo a noi”
“E il Verbo si fece carne
e pose la sua dimora
in mezzo a noi”
ORARIO SANTE MESSE
SOMMARIO
1 Copertina: Sarnico di Notte - Foto San Marco
2 Sommario - Orario Sante Messe - Numeri telefonici
3 Gaudete in Domino semper
4 Editoriale: Il figlio una benedizione, un compito
6 Sto alla porta e busso. Chi mi accoglie?
7 Calendario e numeri utili
8 Fotocronaca
9 Missionari: Suor Giovanna
10 La pagina dell'Azione Cattolica
12L'arcobaleno
14 Chiesa Universale e Chiesa Diocesana
18 Riflettiamo: Fascino e bellezza della vita
20 Chiesa senza frontiere, madre di tutti
22 Riflettiamo: l'uomo deve saper adorare
24 Giornata del Seminario
26 Mario Gallinelli
27 Alla comunità parrocchiale di Sarnico
28 Classi in festa
30 Attività del Consiglio Comunale dei ragazzi
31 I Canterini del Sebino: Cantiamo la vita che trionfa
32 Associazione Anziani: il nostro Natale
34 Le pagine del Comune
38 Eventi in Biblioteca
39 Scuola Primaria: Progetto attività psicomotoria
40 Gruppo Marinai
41 Natale con AVIS
42 La pagina di Habilita
44 Pro Loco Sarnico: Tesseramento 2015
45 Carissimi Alpini e amici degli Alpini
46 Il garibaldino Febo Arcangeli
48 I ricordi riaffiorano: Anni '90
49 Vertigine del divino - Corso sulla degustazione vini
50 Come eravamo
52 ASD Judo Sarnico
53 Anagrafe parrocchiale
54 La santa Messa di mezzanotte
56 Foto storiche: La Bocciofila "Pietro Tagliabue"
Vigilia di Festa
ore 18.00 e ore 20.00 (Parrocchia)
Festivo
ore 8.00 - 9.00 (Ospedale) 9.30 - 11.00 -18.00 - 20.00
Feriale
Funerali
8.00 - 16.00 - 20.00 (Parrocchia)
Confessioni
Giovedì dalle ore 8.40 alle 10.40 e negli altri giorni feriali mezz'ora prima dell'inizio delle Messe
ore 15.15
Il prossimo numero de “il Porto” sarà in distribuzione da sabato
31 gennaio 2015. Si raccomanda l'invio degli articoli in word e
delle immagini in Jpeg ad alta risoluzione, entro e non oltre lunedì 19 gennaio 2015, a [email protected] o la
consegna presso la casa parrocchiale. Il materiale pervenuto oltre
il limite stabilito non potrà essere pubblicato se non nel mese
successivo.
DICEMBRE
2014
Direttore responsabile: Giuseppe Valli - Amministrazione: don Vittorio Rota - Casa parrocchiale
Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 1 del 14.01.1971
Stampa e inserzioni pubblicitarie: Tipografia Sebina Sarnico - Tel. 035 910 292
Redazione: don V. Rota, don L. Fumagalli, don G. Fiorentini, M. Dometti (Civis), R. Gusmini e S. Marini.
Collaboratori: don V. Salvoldi, A. Arcangeli, P.L. Billi, G.Cadei, C. Casati, G. Dossi, E. Frattini, G. F. Gaspari, P. Gusmini, R. Modina.
Progetto grafico: Studio Példy
Ufficio abbonamenti: Segreteria Casa parrocchiale : Tel. 035 4262490
NUMERI TELEFONICI ED E-MAIL
Parrocchia
035 4262490
don Vittorio
328 7066575
Oratorio
035 938827
don Loris
328 3932361
don Giuseppe 347 2659420
Sacrista
339 2087660
Centro pr. ascolto 035 910916
Sala Giochi (Meulì) 035 912107
Cine Junior
035 910916
Centro Quader 035 912420
Centro Famiglia 035 911252
Sito web: www.parrocchiasarnico.it
E-mail sito:
[email protected]
Sito C.SI.: www.csioratoriosarnico.it
E-mail C.S.I.: [email protected]
E-mail de “ilPorto:
[email protected]
E-mail parroco:
[email protected]
E-mail don Loris: [email protected]
E-mail don Giuseppe: [email protected]
E-mail sacrista: [email protected]
c/c postale Parrocchia: 49089303
Sito web Oratorio:
http://oratorio.parrocchiasarnico.it
Natale è vicino: "Gaudete in Domino semper: íterum dico, gaudete" (Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi.)
EDITORIALE
a cura del Parroco
DON VITTORIO ROTA
IL FIGLIO: UNA BENEDIZIONE,
UN COMPITO
Certi anziani raccontano sempre
da capo le stesse cose, usando le
stesse parole. Quando cerchi di
interromperli, quasi per aiutarli
a uscire da quel meccanismo incantato, se ne riceve facilmente
l’impressione che dietro quelle
parole stereotipe non ci sia più
nulla; al di là della trama rarefatta delle parole, le immagini in
loro sembrano del tutto svanite.
Per recuperare il senso del nostro agire
nella carità, forse quando le civiltà invecchiano, un reticolo sempre più rado di
parole - ripetute miliardi di volte e ormai quasi del tutto consunte - minaccia
di sostituirsi alla vivacità originaria della
vita. «Figlio», e quindi anche «madre»,
«padre», «genitori» e «generare» sembrano appartenere al numero delle
parole vecchie, ripetute stancamente,
quasi servissero soltanto a designare senza alcuna meraviglia - delle realtà che
si presumono note, ma che forse non
lo sono. Ci vuole la forte e penetrante
semplicità dei letterati e dei poeti per ridare spessore a certe realtà, distorte da
meccanismi economici complessi e allo
stesso tempo incapaci di dire qualcosa
di nuovo, di vero. Per le strade si respira
già la “magìa” del Natale, si risveglia inevitabilmente il bambino che siamo stati.
Ma quando passi tra la gente che accalca
le vetrine e anche il saluto diventa una
fatica, mi chiedo se anche “Natale” sia
finito tra le parole che funzionano solo
finché sono ripetute miliardi di volte, ormai incapace di evocare in noi ciò che è.
«Mi è sempre sembrato che ogni concepimento fosse immacolato, e che nel dog4 - IL PORTO DICEMBRE 2014
Dal tesoro parrocchiale: Jacopo Bassano, Adorazione dei pastori - seconda metà del XVI sec.
ma su quello della Madre di Dio si esprima l’idea universale della maternità. In ogni
donna che genera si trova lo stesso senso di solitudine, di distacco, di abbandono a se
stessa. L’uomo, ormai, in questo particolare momento, rimane a tal punto estraneo che
è come se in nessun modo fosse stato partecipe e tutto cadesse dal cielo. La donna è
sola a mettere al mondo la propria creatura, sola con lei si ritira su un altro piano di
esistenza, dove c’è più silenzio e si può tenere senza paura una culla. E sola, in silenziosa umiltà, la nutre e la cresce1».
Tonja, la protagonista del brano citato, non sa di aspettare un
figlio. Jurij lo sospetta perché qualcosa di nuovo si “dipinge”
sul suo volto e nel suo modo di fare. E così, mentre la osserva
con sempre più attenzione, le fa dire:
la croce di Cristo e come lo è l’Eucaristia. Non dunque qualcosa che si impone, che prevarica, ma piuttosto una proposta
alimentata da un’esperienza che lasciamo trasparire singolarmente e insieme3».
«Perché ecco, d’ora innanzi, tutte le creature mi chiameranno
beata. Questo lei dice alla sua creatura, sarà lui a glorificarla
(Perché il Potente mi ha fatto grandi cose), è lui la sua gloria. Ma
la stessa cosa può dire ogni donna. Il suo Dio è nel bambino2».
È chiara la ripresa di alcuni pensieri di Papa Francesco, così
preoccupato che la Chiesa ancora oggi sappia essere vivo
strumento nelle mani dello Spirito. Celebrare il Natale - la
festa “missionaria” per eccellenza perché ricordiamo Dio
venuto ad evangelizzarci - significa non solo “ricordare” un
bell’evento di qualche tempo fa, ma dichiararci disponibili ad
assumere anche oggi il compito di “generare” Cristo nella
nostra stessa vita, di evangelizzare il nostro lavoro, la nostra
famiglia, il nostro tempo libero... Anche lo stesso nostro modo
di credere! Una comunità è generativa se è missionaria, cioè
capace di attrarre a Cristo le persone più diverse. Carissimi,
corriamo il rischio di essere troppo ripiegati su noi stessi: facciamo diventare qualificante del nostro credere ciò che ne è
solo complemento. Discutiamo sulla bellezza “esteriore” delle
nostre celebrazioni e trascuriamo il loro legame con la vita
vera. Questo “Figlio” che sempre ci è dato, che ogni anno
accogliamo, è quindi insieme una benedizione e un compito.
È la benedizione di un Padre che nonostante le nostre fragilità continua a fidarsi di noi e ci consegna l’Unigenito perché
abbiamo ad uscire dalle frustranti esperienze della nostra impotenza. È un compito perché, senza ridurre la fede ad un
impegno civile o alla sua funzione sociale, siamo chiamati a
“costruire” la città degli uomini senza lasciarci requisire lo Spirito di Dio, anzi facendolo diventare il “cemento” di relazioni
sociali veramente generative e solidali perché abitate dall’autentica riconoscenza verso un Padre che continua ad essere
fedele alla sua promessa: porre la sua dimora in mezzo a noi.
Vi raggiunga il mio più sincero augurio di Buon Natale. Assicuro la mia preghiera perché il nuovo anno possa essere
portatore di luce e di speranza nelle vostre case.
L’amore dipinge quella donna agli occhi di Jurij come una nuova Maria, una Madonna, che ha da partorire all’umanità non
un figlio, ma «il» figlio. Ecco: forse solo così anche la parola
«Natale», può riprendersi il suo spessore e la sua giovinezza.
Non più confuso con led e panettoni, profumi e pellicce,
questa festa deve poterci interrogare circa la nostra capacità,
come comunità cristiana, di essere ancora generativi di speranza, di futuro. Di essere - su un altro piano di esistenza, dove
c’è più silenzio - “padri” o “madri”, donatori di vita, di cose
buone per tutti, segni di quel Regno che viene... Oppure se
sterilmente stiamo solo tirando avanti un carrozzone vuoto.
Perdonate il continuo ricorso alle citazioni; ho nel cuore il desiderio di condividere tante cose e ho bisogno di qualcuno
più bravo di me che mi aiuti ad esprimerle. Nella sua lettera
pastorale “Donne e Uomini capaci di Eucaristia” il Vescovo
Francesco scrive:
«L’Eucaristia dà forma ad una comunità missionaria. È celebrazione dei frutti della missione, ma ancor prima è sorgente
della missione, modello della missione, comunicazione della
missione. Una Chiesa “in uscita”, parte dall’Eucaristia, che non
ci trattiene, che non ci chiude in ripiegamenti rassegnati, arrabbiati o privilegiati. L’Eucaristia è il gesto supremo della missione
di Dio, nel suo Figlio Gesù e nel dono dello Spirito Santo. Celebrare l’Eucaristia significa entrare in questa missione e nello
“stile” della missione di Dio, uno stile eucaristico. La missione
dunque è tutt’altro che una conquista o riconquista di spazi e donvittorio
di cuori. Risponde più ad una dinamica attrattiva, come lo è
1 BORIS PASTERNAK, Il dottor Zivago
2 Ibidem
3 FRANCESCO BESCHI, Donne e Uomini capaci di Eucaristia, pag. 23
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 5
LITURGIA
a cura di DON GIUSEPPE FIORENTINI
STO ALLA PORTA
E BUSSO
CHI MI ACCOGLIE?
L'anti-mafia di Dio
La sapienza di chi vive la Fiducia inizia col nome, offerto
e ricevuto. Il nome però è solo l'inizio del viaggio, il
momento in cui la paura svanisce per lasciar posto al
timore del Signore, che è il «principio della sapienza»
(Prov 1,7; Sir 1,12; Sal 110,10). Il Natale a cui ci stiamo
preparando è la storia di questo affidamento fiducioso,
e comincia infatti con un invito a non aver paura, e
col dono di un nome: «non aver paura Zaccaria... tu
lo chiamerai Giovanni»(Lc 1, 13); «non aver paura
Maria... lo chiamerai Gesù»(Lc 1, 30-31); «Giuseppe
figlio di Davide non aver paura... tu lo chiamerai Gesù»
(Mt 1,20-21).
Nel Natale però, benché sia sempre l'uomo a dover
vincere la paura, il nome viene dato al dono di Dio, ed
effettivamente, prima e molto più che essere l'uomo
ad affidarsi e fidarsi di Dio, sorprendentemente è Lui
stesso ad affidarsi a noi. Così facendo, Dio supera di
slancio la paura tipica dell'uomo che si è separato
da Lui, ossia la paura che la vita sia una tragica farsa
mortale, alla quale peraltro nessuno ci ha mai chiesto
se volevamo partecipare. Benedetto XVI, nel 2012,
così rispondeva a questa terribile domanda: «è giusto
donare vita in questo mondo senza averne avuto
il consenso - vuoi vivere o no? Si può realmente
anticipare la vita, dare la vita senza che il soggetto
abbia avuto la possibilità di decidere?». «Io direi: è
possibile ed è giusto soltanto se con la vita possiamo
dare anche la garanzia che la vita, con tutti i problemi
del mondo, sia buona, che sia bene vivere, che ci sia
una garanzia che questa vita sia buona, sia protetta de
Dio e che sia un vero dono. Solo l'anticipazione del
senso giustifica l'anticipazione della vita»(Benedetto
XVI, 11 giugno 2012).
Dio a Natale si tuffa nella nostra vita, non solo per
darle garanzie di protezione, e anzi... in un certo senso,
con l'evento di Gesù, Dio si tuffa nella nostra vita senza
paracadute né rete di protezione, fino a subirne in
prima persona tutte le contraddizioni:«(Maria) diede
alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce»
- come si fa con un morto -«e lo pose a giacere» come un morto - «in una mangiatoia, perché per
6 - IL PORTO DICEMBRE 2014
loro non c'era posto nell'alloggio» (Lc 2, 7). Non
sembrino esagerate o irriverenti queste note poste al
testo: è il medesimo evangelista Luca, con la scelta dei
termini, a creare l'anticipo del clima della Croce, ma in
un'atmosfera di luce e di gloria sfolgorante (anche se,
si noti, lontana da Gesù, perché essa avvolge i pastori
che vegliavano e che devono fare un cammino per
vedere il segno del bambino fasciato che giace: cfr Lc
2, 8-17).
Dio sceglie per sé la vita umana, con tutta la sua
tragedia, non la migliora per adattarla a Sé, non
ne scarta gli aspetti improponibili, né si abbassa a
mezzucci di stampo mafioso (a ben vedere, nessun
altro "boss" avrebbe potuto vantare la sua... influenza!).
Semplicemente, si immerge in una relazione autentica,
in uno sguardo faccia-a-faccia con l'uomo, che dopo
aver donato e addirittura ricevuto il proprio nome (era
inaudito che l'uomo potesse dare, imporre il nome a
Dio, e il nome giusto), tanto desirera diventare suo
convivente, da creare in sé la somiglianza dell'uomo
(«in similitudinem hominum factus, et habitu inventus
ut homo», traduce la Vulgata: «fatto nella somiglianza
degli uomini, e trovato nell'atteggiamento come
uomo»: Fil 2, 7), e chiedere permesso («ecco io sto
alla porta e busso»: Ap 3, 20), accettando anche i ritagli
meno onorevoli del nostro spazio (la mangiatoia) e
del nostro tempo, pur di avere la gioia di coabitare
con noi, di condividere la vita con noi, se ancora non
ci siamo accorti di Lui.
«E il Verbo, carne accadde, e fece la tenda dentro
in noi. E noi vedemmo la sua gloria, gloria come di
Unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità» (Gv
1, 14).
A Natale, è Dio a gioire di noi e per noi, perché se solo
Gli offriamo un angolino, una mangiatoia del nostro
spazio e del nostro tempo, Lui può salvarlo, essere
cioè la vera e definitiva «anticipazione del senso», e
della vita stessa.
A Natale Dio vuole gioire di noi.
Glielo permettiamo?
Buon Natale!
GENNAIO 2015
GIO 01 Messe ore 8.00; 10.30; 18.00; 20.00
VEN 02 Adorazione del 1° venerdì del mese
dal 2 al 5 gennaio: Campo invernale adolescenti a Schilpario
LUN 05 ore 21.00 Concerto Gospel con il Coro Effatà in chiesa parrocchiale
MAR 06 EPIFANIA (messe ad orario festivo)
DOM 11 ore 09.30 Family Day Prima Confessione
ore 11.00 Messa con battesimi comunitari
MAR 13 ore 20.45 Riunione catechisti GIO 15 SAN MAURO messe ore 8.00 10.30; 16.00; 18.00; 20.00 ore 21.00 Concerto del corpo musicale cittadino
DOM 18 ore 18.00: anniversari di matrimonio
5-10-15-20 anni
GIO 22 ore 20.45 scuola di formazione vicariale a Villongo S.Filastro
DOM 25 ore 09.30 Family Day Prima Comunione
GIO 29 ore 20.45 Scuola di formazione vicariale a
Villongo S.Filastro
SAB 31 ore 16.00 Giornata vicariale per la vita
Incontro per famiglie a Foresto Sparso
NUMERI UTILI
UFFICI COMUNALI
tel. 035 924111 - fax 035 924165
PROTEZIONE CIVILE
Sede operativa: tel. 035 911893
Responsabile operativo: tel. 338 5467160
e.mail: [email protected]
Uffici Amministrativi (anagrafe)
tel. 035 924126
da lunedì a venerdì 9.00 -12.30
lunedì martedì giovedì 17.30 -18.30
Ufficio Tecnico Comunale
Urbanistica/Edilizia Privata tel. 035 924145
Lavori Pubblici/manutenzione tel. 035 924148
Polizia municipale tel. 035924 114 - 335 5454846
da lunedì a venerdì 9.00-12.30 /15.00 - 18.00
Ufficio assistente sociale tel. 035 924152
lunedì 17.30-18.30 mercoledì/giovedì 9.00 12.30
Ufficio tributi tel. 035 924112
lunedì mercoledì venerdì 9.00 -12.30 giovedì 17.30-18.30
EMERGENZA
Ambulanza - Carabinieri - Vigili del fuoco - Polizia: tel. 112
Caserma Carbinieri: tel. 035 910031
Guardia medica: tel. 035 914553
Ospedale: 035 3062111
Farmacia: 035 910152
orari 8.30-12.30 / 15.30-19.30
BIBLIOTECA COMUNALE
tel. 035 912134
Lunedì chiuso
Martedì 14.30-19.00 Mercoledì 15.00-19.00
Giovedì 09.00-12.30 /15.00 -19.00 Venerdì 15.00 -19.00
Sabato 09.00 -12.30 / 15.00 - 17.00
15 gennaio 2014 Mons. Gaetano Bonicelli incensa la statua di San Mauro Abate - Foto San Marco
FOTOCRONACA
a cura della REDAZIONE
Le quattro domeniche di Avvento
Gruppo Marinai: Festa di Santa Barbara
Il pino di Pejo
Gianni Busi . volontario Chiesa
Eva ha colpito ancora, ha preso
tre piccioni con una "mela"
8 - IL PORTO DICEMBRE 2014
a cura di
SR GIOVANNA
MISSIONARI
GRAZIE DI CUORE PER LA STIMA E IL BENE CHE MI VOLETE
La Redazione de “il Porto” augura a tutti i lettori a alle loro famiglie un gioioso Natale, un Natale vero,
all’insegna del desiderio di incontrare Gesù, la gioia di vivere, il sapore delle cose semplici, la fonte della
pace, la bellezza del dialogo, la ricchezza della diversità, lo stupore della vera libertà e la tenerezza
della preghiera.
Buon Natale e felice 2015.
IL PORTO
PORTO DICEMBRE
DICEMBRE 2014
2014 -- 99
IL
ASSOCIAZIONI
«Stai parlando del lunedì, ma proprio del lunedì?
a cura
…quel giorno in cui ti svegli con tanta fatica e fai tutte le cose a
DELL'ASSOCIAZIONErilento perché vorresti startene a dormire?
a cura del
GRUPPO AZIONE CATTOLICA DI SARNICO
ADORO IL LUNEDÌ
«Vorrei che noi giurassimo un patto che non conosce confini
terreni né limiti temporali: l’unione nella preghiera».
Pier Giorgio Frassati
«Adoro il lunedì perché mi piace la quotidianità e perché è proprio nella quotidianità della famiglia, del lavoro, delle relazioni,
della comunità che cresce la santità. Sì, adoro. Eppure sappiamo
benissimo cosa rappresenta questo giorno: la sveglia inopportuna
dopo uno o due giorni di riposo, il ritorno alla routine, i pensieri,
lo stress, il benedetto zaino da rimetterci in spalla o il malloppo
di cose da aggiornare per il lavoro… Anche Vasco Rossi canta a
squarciagola “Odio il lunedì”. C’è chi, invece, questo giorno lo
adora. O meglio, Lo adora, con la “L” maiuscola.
Già, perché il lunedì, per i giovani e i giovanissimi di Azione cattolica, è il giorno in cui possono sentirsi tutti particolarmente uniti
attraverso la preghiera. Ogni lunedì, infatti, i giovani e giovanissimi
possono dedicare un momento più prolungato della loro giornata
al Signore certi che lo stesso gesto sarà compiuto da tutti i coetanei di Ac in tutta Italia.
"Adoro il lunedì” è una semplice occasione che vogliamo divulgare
il più possibile e vivere con costanza per ricordarci il primato della
contemplazione, come i santi e i beati di Ac ci hanno trasmesso,
per dire a noi stessi che gli impegni, le attività, la nostra stessa vita
hanno senso nella misura in cui sono vitalmente collegati alla Sorgente che è Cristo, la perla preziosa per cui val la pena spendere
la propria esistenza. Con Lui tutta la vita acquista un colore nuovo
nel segno della santità».
10 - IL PORTO DICEMBRE 2014
Che ci può essere di bello in questa giornata?
C’è chi odia il lunedì… ma c’è anche qualcuno che adora il lunedì… e tu, che fai?!».
ADORO IL LUNEDÌ
(preghiera proposta dai giovani a tutta l’associazione)
Ti prego, Gesù,
fa che con la tua grazia io non mi stanchi mai
di cercarti e di adorarti con tutto il cuore.
Insegnami a conoscerti e ad amarti
per imparare da Te
ad incontrare e prendermi cura degli altri
e a vivere in pienezza la mia vita.
Fa’ che il mio cuore non si inorgoglisca,
non cerchi cose più grandi delle mie forze;
fa’ che si apra al mondo con il Tuo sguardo
di compassione e di misericordia
e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze,
le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri soprattutto
e che sappia anche partecipare con ciò che sono
a portare un po’di Cielo in terra.
Affido a te, Maria, tutta l’associazione,
in particolare i ragazzi e i giovani,
affinché li accompagni,
ciascuno con la propria vocazione,
in un cammino che non abbia paura
di fidarsi ed affidarsi a Gesù,
ma che tenda verso l’alto
e che profumi di santità,
per la gioia del mondo intero.
Maria,Madre della Chiesa, prega per noi.
Santi e Beati dell’Azione Cattolica, pregate per noi.
Perché il lunedì?
Se la Domenica è il giorno festivo per eccellenza senza del quale
non possiamo vivere perché giorno del Risorto e della Chiesa, il
lunedì è il giorno che lo segue e rappresenta l’ordinarietà; una delle
mete formative più importanti dell’Azione cattolica è proprio quella di maturare una spiritualità feriale, che aiuti a vivere le cose più
semplici, le relazioni di ogni giorno, i gesti, i pensieri e i sentimenti
quotidiani.
Forse per un buon cristiano che vuole prendere sul serio il suo
Battesimo il giorno più importante della settimana è proprio il
lunedì perché la ricchezza dell’Eucaristia e della Parola vuole rinnovare il sapore e il colore delle nostre giornate.
Come?
C’è chi preferirà un momento nella propria stanzetta, chi la recita
delle Lodi o dei Vespri o Compieta, chi deciderà di partecipare alla
Celebrazione Eucaristica, chi magari deciderà di riscoprire la preghiera del Rosario. Altri ancora utilizzeranno le preghiere più note,
qualcuno deciderà invece di scrivere una propria personalissima
preghiera da recitare ogni giorno. E ancora, è possibile dedicarsi
un tempo per meditare sui brani proposti dalla Liturgia del giorno,
oppure immergersi nella lettura e meditazione della Sacra scrittura
o sostando in adorazione silenziosa davanti all’Eucaristia, in una
chiesa.
Inoltre, può essere davvero questo l’appuntamento fisso per ricor-
dare davanti al Signore i nostri amici, le nostre famiglie, le persone
cui vogliamo bene, specie quelle più in difficoltà, la Chiesa, l’Ac, la
nostra città, i sofferenti e i poveri, i giovani, così come lo Spirito e la
vita di volta in volta ci suggeriranno.
Sono tante opzioni, tutte valide se sostenute dall’unico fine di adorare, ringraziare, dialogare e di intercedere il Dio dell’amore.
Non è detto, poi, che tutto ciò dobbiamo viverlo da soli. Possiamo
decidere di pregare insieme a qualche nostro amico, o magari
insieme al gruppo di Ac, o con chiunque desideriamo.
Quando?
Ciascun giovane e giovanissimo può scegliere liberamente il momento in cui fermarsi in preghiera.
Può essere di mattina, appena alzati, oppure nel cuore della giornata, in serata, prima di dormire… Il “quando” è a totale discrezioni
di ciascuno, l’importante è che sia un momento del lunedì.
Dove?
Ci si potrà recare nella propria parrocchia o in una qualsiasi chiesa, magari vicino al posto di lavoro o all’università o alla propria
scuola oppure non abbandonare affatto la propria casa, o ancora
si potrà pregare nei mezzi di trasporto, per strada, in una pausa
dallo studio o dal lavoro…
Anche il “dove” si presta a tante scelte… scegli il luogo che ti
sarà più comodo e che ti aiuterà a sostare con Gesù!
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 11
L'ARCOBALENO
a cura della
REDAZIONE
GLI AUGURI DELL'ASSOCIAZIONE
ARMA AERONAUTICA
Il presidente Enrico Polini congiuntamente al Consiglio Direttivo
dell'Associazione "Arma Aeronautica Aviatori D’Italia - Sezione G.
Moleri" di Sarnico, augura a tutti i soci del sodalizio, ai sacerdoti, alle
autorità civili e militari ed ai lettori del "il Porto" un "Buon Natale" ed un
"Felice Anno Nuovo".
KIWANIS CLUB DEL SEBINO
Il Natale è festa dell'Amore!
L'amore come lo intese Paolo quando ne fu folgorato sulla via di
Damasco e lo partecipò ai Corinzi scrivendo loro:
"L'amore è paziente e benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta,
non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio
interesse, non inasprisce, non sospetta il male, non gode dell'ingiustizia,
ma gioisce della verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa.
L'amore non verrà mai meno..."
Ognuno di noi potrà intendere questo amore, se lo vorrà e trasmetterlo a tutto il mondo.
Questo è l'augurio che formulo a tutti
Il Presidente Giacomino Abrami
L'AUGURIO DELL'AIDO
Dicembre 2014
Nell’imminenza delle festività di fine anno, il Consiglio Direttivo A.I.D.O. porge di vero cuore agli Iscritti,
alla Redazione e a tutti i lettori de “Il Porto” il più
cordiale e sincero augurio di Buon Natale e felice
anno nuovo.
Nel contempo, per tutti i Soci A.I.D.O., desideriamo
richiamare la loro sensibile attenzione sulla necessità di partecipare al sostegno delle spese associative,
con un contributo finanziario di entità assolutamente libera, a seconda delle proprie possibilità e lasciato, comunque, alla loro nota generosità.
Cogliamo inoltre l’occasione per invitare tutti gli
iscritti a partecipare alla prossima Assemblea annuale che si terrà Domenica 25 Gennaio 2015 alle
ore 10,00 presso l’Auditorium Comunale.
Il Presidente Leandro Mora
N.B.: Per informazioni e versamento contributi, puoi rivolgerti alla sede A.I.D.O./A.V.I.S. presso l’Ospedale di Sarnico, la domenica mattina dalle 10.30 alle 12.00 ed il venerdì dalle 9.00 alle 11.00 o tramite i componenti del Direttivo
A.I.D.O. (Leandro Mora, Manuela Brignoli Picco, Adamina Finazzi e Domenico Polini.
12 - IL PORTO DICEMBRE 2014
L'ARCOBALENO
GRUPPO DI VOLONTARIATO
GOCCE DI SOLIDARIETÀ
il gruppo parrocchiale "Gocce di Solidarietà", nel ringraziare
quanti hanno visitato la mostra mercato allestita nel Cine
Junior, desidera porgere i migliori Auguri di Buone Feste a
tutta la comunità.
CORO POLIFONICO "IL CASTELLO"
...AUGURI A TUTTI!
Dal Maestro Mario Carminati e da tutti i coristi:
Auguri a tutti coloro che non sorridono, perché lo facciano! Auguri
a chi non sa cosa regalare! Auguri a chi si è appena comprato il regalo che nessuno gli avrebbe mai fatto! Auguri a chi è triste, perché
merita due volte gli auguri! Auguri a chi ha deciso che si metterà a
dieta dopo le feste! Auguri a coloro che non mi faranno gli auguri!
Auguri a chi non aspetta Natale per essere migliore. Un sincero
augurio.
CORPO MUSICALE DI SARNICO
CONCERTO DI SAN MAURO -15 GENNAIO 2015
UNA SERATA MAGICA
Il classico "Concerto di San Mauro" è ormai
entrato nella tradizione di Sarnico ed è uno degli
eventi più attesi dell'anno.
Le performances estive dei nostri musicanti in
piazza sono sempre seguite con interesse dai
tanti appassionati, ma la sera del
15 gennaio ha sempre qualcosa in più, qualcosa
di magico, di coinvolgente, con quell'energia delle serate "importanti".
Il maestro Pino Magistri che dirigerà quella che
chiamare "Banda" vorrebbe dire sminuirne l'effettivo valore, ha preparato un programma variegato che va dallo swing alla musica cubana e
messicana, brani tradizionali e suite per banda. E
poi ci saranno le novità e fra esse un mix di brani
dei grandi "Simon e Garfunkel" e il famoso "Pequeña
Czarda" di Pedro Iturralde per sax alto solista e banda, un pezzo molto difficile, "da brividi", eseguito dal
giovanissimo Diego Falconi.
L'appuntamento è per le ore 21.00 di giovedì 15
gennaio presso il Teatro Junior.
Tra il primo e il secondo tempo si terrà inoltre la
consueta estrazione della sottoscrizione a premi.
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 13
CHIESA UNIVERSALE
da AVVENIRE
«Europa riscopri la tua
anima buona»
Dal Papa l’invito a prendersi cura delle
fragilità, a restituire dignità al lavoro
L’Europa di papa Francesco è il continente dei diritti e dei doveri. Popolato da cittadini che non scartano «i malati terminali, gli anziani abbandonati e senza cura o i bambini uccisi prima di nascere», anzi si prendono cura delle fragilità.
L’Europa di papa Francesco è la terra «che riscopre la sua anima buona» dove i lavoratori non vengono sfruttati dove gli immigrati vengono
accolti e dove la famiglia è «unita, fertile e indissolubile».
L’Europa di papa Francesco «mantiene viva la democrazia dei suoi popoli», «non ruota intorno all’economia, ma intorno alla sacralità della
persona umana», ed è bagnata da un Mediterraneo che è «intollerabile» che diventi «un grande cimitero».
In definitiva l’Europa di papa Francesco assomiglia a un pioppo che
stende i suoi rami verso l’alto (il futuro) ma affonda le sue radici nella
terra (il passato) - ha lo sguardo rivolto al cielo, cioè alla dimensione
trascendente, e contemporaneamente alla terra, con la sua realtà che
papa Francesco auspica «trasversale, intergenerazionale e multipolare».
Certo. Questa Europa non sempre esiste. Il Papa è il primo a saperlo,
come è emerso.
Ma a rileggere in parallelo i due discorsi con cui il Pontefice ha parlato
al cuore istituzionale del vecchio continente, più che il “rimprovero”
per ciò che non va, si scorge tra le righe e i paragrafi, quasi l’abbozzo di
una uova “Cistituzione” continentale. Una magna charta di quei valori
«inalienabili» - forse oggi un po’ dimenticati – che sono stati alla base
del processo di unificazione e pacificazione dei popoli dall’Atlantico agli
Urali. E che vanno assolutamente riscoperti se si vuole davvero costituire il futuro. Papa Bergoglio, in poco meno di quattro ore, lo ha ricordato
ai 751 euro parlamentari prima, e ai quasi 400 rappresentanti dei 47
Stati che compongono il Consiglio d’Europa poi, indicando ai due consessi – sia pure con accenti diversi – la strada per rinverdire «il grande
ideale di un’Europa unita e in pace, creativa e intraprendente, rispettosa
dei diritti e consapevole dei doveri».
Così il racconto di quella che lo stesso papa Francesco, scherzando coi
giornalisti ha definito «una giornataccia», è in realtà la cronaca di una
giornata luminosa per le istituzioni Europee.
Una data a suo modo “storica” che si aggiunge a quella analoga di 26
anni fa – protagonista Giovanni Paolo II – e che rilancia il processo di
integrazione europea su fondamenta più solide. Quella della speranza
e dell’incoraggiamento portati dal Papa. Quelle della «dignità trascendente di ogni uomo», sottolineata da Papa Francesco. E in definitiva
quelle «di chi guarda all’altro non come un nemico da combattere, ma
un fratello da accogliere».
14 - IL PORTO DICEMBRE 2014
Papa Francesco e Bartolomeo insieme
«come fratelli nella speranza»
È un bacio, un gesto senza precedenti quello che nella Cattedrale ortodossa
di San Giorgio al Fanar a Istanbul ha mostrato al mondo il profondo legame
che nel nome degli apostoli Pietro e Andrea lega la Chiesa di Roma a quella
ortodossa di Costantinopoli. Incontrando il patriarca ecumenico Bartolomeo I papa Francesco ha chinato il capo chiedendo al leader ortodosso
di benedire lui e la «Chiesa di Roma». Bartolomeo quindi si è avvicinato,
ha baciato lo zucchetto sul capo del Pontefice e lo ha abbracciato con un
gesto spontaneo e fraterno. E proprio come fratelli nella speranza il Papa
e il Patriarca hanno voluto vivere la preghiera nella Cattedrale ortodossa
alla vigilia della festa liturgica di sant’Andrea. Bartolomeo rivolgendo la sua
preghiera«ai santi Padri sul cui insegnamento si è fondata la comune fede
durante il primo millennio», ha affidato a loro l’incontro «perché siano intercessori presso il Signore, affinché – ha detto il successore dell’apostolo Andrea – possiamo ritrovare la piena comunione tra le nostre Chiese, compiendo
così la Sua santa volontà, in tempi difficili per l’umanità ed il mondo». Il Papa poi
ha espresso tutta la sua gratitudine a Dio per la grazia di questo momento
che annuncia un deciso passo in avanti nel cammino verso la riunificazione.
Il metropolita di Pergamo Ioannis Zizioulas, già membro del Sinodo del
Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, commentando a caldo l’incontro
tra il “primus inter pares” dell’ortodossia e il vescovo di Roma, esprime
fiducia negli sviluppi futuri. Zizioulas afferma che l’incontro che oggi qui si
compie «è una porta aperta sul futuro». «L’abbraccio di cinquant’anni fa tra
Paolo VI e Atenagora, il primo incontro dai tempi della divisione – afferma –
avevano acceso la speranza di arrivare presto all’unità tra cattolici e ortodossi. Il
momento storico di oggi mostra chiaramente che non ci siamo fermati e che lo
scopo ultimo del cammino non è la semplice collaborazione fra le due Chiese ma
la riunificazione attorno allo stesso calice».In piena sintonia con Bartolomeo, egli
afferma «che la Chiesa esiste per il mondo, non per se stessa, e prende la sua
luce da Cristo, come la luna prende la sua luce dal sole». È evidente in queste
parole il comune sensus ecclesiae che li unisce a Francesco. Nella sentita
preghiera al calar della sera Francesco ha manifestato con la sua familiarità
quanto egli, come vescovo di Roma, «la Chiesa che presiede nella carità»,
desideri la comunione con le Chiese
ortodosse. Nella fede
comune alla luce del Vangelo e
dell’esperienza
vissuta del primo millennio.
«Proteggi Roma e il mondo»
L’omaggio di Papa Francesco alla statua
dell’Immacolata
Ha abbassato il capo e chiuso gli occhi per lunghi secondi di profondo
raccoglimento.
E anche la piazza gremita, che ha a lungo invocato il suo nome, in quegli
attimi è sceso il silenzio. Papa Francesco ha pregato di fronte alla colonna
sulla cui sommità c’è la statua dell’Immacolata.
E non è difficile indovinare l’oggetto della preghiera. Poco prima, pronunciando il testo scritto ha detto rivolgendosi alla Vergine: «Invochiamo la
tua materna protezione per noi, per le nostre famiglie, per questa città,
per il mondo intero».
Uno sguardo, quello orante del Pontefice, che si allarga a centri concentrici, proprio a partire da questa piazza nel cuore di Roma. Dove si è
ripetuto il tradizionale omaggio dell’8 dicembre.
Così l’intera giornata di Papa Francesco è stata dedicata all’Immacolata. A
mezzogiorno la preghiera dell’Angelus, come avviene tutte le domeniche
e i giorni festivi.
Quindi nel primo pomeriggio la visita a Santa Maria Maggiore e subito
dopo la sosta in Piazza Spagna. Qui è stato accolto dal vicario di Roma,
cardinale Agostino Villani, e dal Sindaco Marino con il quale il Pontefice si
è intrattenuto prima e dopo la preghiera. «Il Santo Padre – riferirà poi ai
giornalisti il primo cittadino – mi ha incoraggiato e mi ha detto che pregherà per me e per Roma, mentre io gli ho detto che sento tutto il peso
di queste settimane». Le sue parole però suonano da incoraggiamento
non solo per Roma. «Sapere che su di te il male non ha potere – ha
detto nell’orazione all’Immacolata – ci riempie di speranza e di fortezza
nella lotta quotidiana che noi dobbiamo compiere contro le minacce del
maligno». Di qui il suo invito a vivere l’Avvento e l’ormai prossimo Natale andando «controcorrente». «Insegnaci a spogliarci – ha aggiunto – ad
abbassarci, a donarci, ad ascoltare, a fare silenzio, a decentrarci da noi
stessi, per lasciare spazio alla bellezza di Dio, fonte della vera gioia».Papa
Francesco, che era accompagnato tra gli altri, dal sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Giovanni
Angelo Becciu e dal Prefetto
della Casa Pontificia. Infine il Papa ha salutato a
uno a uno un centinaio
di ammalati in carrozzella, lungo le transenne che trattenevano a
stento l’entusiasmo dei
presenti.
CHIESA UNIVERSALE
«Insieme per sradicare
le schiavitù moderne»
Le fedi firmano storico accordo
anti tratta
«Malgrado i grandi sforzi di molti, la schiavitù moderna continua ad
essere un flagello atroce che è presente, su larga scala, in tutto il
mondo, persino come turismo».
E «questo crimine di “lesa umanità” si maschera dietro apparenti
abitudini accettate, ma in realtà fa le sue vittime nella prostituzione,
nella tratta delle persone, con lavoro forzato, il lavoro schiavo, la
mutilazione, la vendita di organi, il consumo di droga, il lavoro dei
bambini».
Sono parole forti quelle pronunciate da Papa Francesco nella Casina
Pio IV, nei giardini vaticani, dove si è svolta la cerimonia per la firma
della dichiarazione congiunta da parte dei leader delle religioni, per
sradicare ogni forma di schiavitù nel mondo.
Si è trattato, ha detto il Papa, di «un’iniziativa storica e un’azione
concreta: dichiarare che lavoreremo insieme per sradicare il terribile
flagello della schiavitù moderna in tutte le sue forme».
Nel suo intervento introduttivo il Pontefice ha ricordato che «lo
sfruttamento fisico, economico, sessuale e psicologico di uomini e
donne, bambini e bambine attualmente incatena decine di milioni di
persone alla disumanità e all’umiliazione».
E ha ribadito che «ogni essere umano – uomo, donna, bambino,
bambina – è immagine di Dio».
E quindi «ogni persona e tutte le persone sono uguali e si deve riconoscere loro la stessa libertà e la stessa dignità».
Così «qualsiasi relazione discriminante che non rispetta la convinzione fondamentale che l’altro è come me stesso costituisce un delitto
aberrante».
Papa Francesco ha quindi ringraziato i presenti «per questo impegno trasversale» manifestato attraverso la dichiarazione congiunta.
Dichiarazione in cui si afferma che le varie forme di schiavitù moderna, «come la tratta di essere umani, il lavoro forzato e la prostituzione, il traffico di organi e qualsiasi altra pratica contraria ai concetti
fondamentali di uguaglianza, libertà e pari dignità della persona»
debbano essere considerati «crimine contro l’umanità»e considerati
come tali da ogni essere umano e nazione.
Oltre a Papa Francesco hanno firmato l’appello numerosi esponenti delle altre confessioni cristiane come il primate anglicano Justin
Welby e il metropolita ortodosso di Francia in rappresentanza del
Patriarca ecumenico Bartolomeo) dell’ebraismo (come i rabbini
Abrahm Skorka e David Rosen) e tanti tanti altri.
C’è stata poi la lettura del testo della dichiarazione, in inglese e spagnolo da parte di due giovani.
Un messaggio è stato inviato dal segretario generale dell’Onu Ban
Ki-moon.
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 15
CHIESA DIOCESANA
da L'ECO DI BERGAMO
Il grazie di Bergamo ai
missionari nel mondo
Il premio a don Cassera e padre
Rinaldi, il ricordo di suor Ravelli
Il 13 dicembre concerto a favore dei
progetti in Terra Santa, Iraq e Etiopia
Ogni anno il Centro missionario diocesano (Cmd) in collaborazione con la Fondazione Papa Giovanni XXIII, assegna un premio a tre
missionari bergamaschi, che diventano il segno del servizio compiuto
quotidianamente dagli 800 bergamaschi presenti nelle terre di missione nel mondo. I destinatari del premio, intitolato a Giovanni XXIII,
sono stati annunciati da don Giambattista Boffi, direttore del Cmd.
A ricevere il riconoscimento, che consiste in un contributo di 3mila
euro, saranno padre Giuseppe Rinaldi, don Mario Cassera e suor
Margherita Ravelli. Padre Rinaldi, 80 anni, nativo della parrocchia di
Sant’Anna in Città, entra a 12 nella Scuola Apostolica dei missionari
Saveriani. Nel 1958 la professione perpetua e nel 1859 viene ordinato presbitero.
La prima destinazione e il Bangladesh, ma la sua vita è destinata a
incarichi di responsabilità a servizio dell’Istituto dei Saveriani, come
Rettore del Seminario di Zelarino poi a Salerno. «L’assegnazione del
premio – spiega don Boffi – vuole essere un riconoscimento per
la sua intensa attività nell’Istituto Saveriano e, particolarmente, nella
nostra diocesi a beneficio dei gruppi missionari, delle comunità e
dell’animazione missionaria diocesana. Padre Rinaldi è un missionario sulle nostre strade». A ricevere il premio sarà anche don Mario
Cassera, 60 anni, di Cene. È sacerdote dal 1980. Dal 1989 al 2000
è in alta valle Brembana a servizio delle parrocchie di Santa Brigida
e Cusio, poi quattro anni di studio e l’esperienza intensa di sette
anni in Myanmar. Dal 2012 è ad Algeri come sacerdote Fidei donum.
«Oltre che il servizio prezioso di don Mario e ringraziarlo per la sua
testimonianza sacerdotale – dice don Boffi – il premio diventa segno
di vicinanza popolazioni chiamate a testimoniare la fede in situazioni
di minoranza e talvolta di persecuzione». C’è poi il premio alla memoria, nel ricordo di suor Margherita Ravelli, di Orio al Serio, morta
tragicamente lo scorso settembre in un incidente stradale in Malawi.
Aveva 65 anni ed era in terra africana dal 1997. Faceva parte della
famiglia delle suore Sacramentine.
Diplomata alla scuola magistrale, si è occupata per diversi anni
dell’insegnamento. Suor Margherita è sepolta nel giardino della casa
di Ntcheu.
«Attraverso questo premio – sottolinea don Boffi – si esprime la
gratitudine della nostra Chiesa per tutti i missionari che hanno perso
la vita nel loro ministero». I premi saranno consegnati sabato 13 dicembre nella Basilica di Sant’Alessandro in Colonna in occasione del
tradizionale «Concerto di Natale».
16 - IL PORTO DICEMBRE 2014
«Oggi la pace si gioca
sulle religioni»
Il vescovo ai dirigenti scolastici
a trent'anni dai nuovi accordi
concordatari sull’insegnamento
Alla rilettura della situazione a trent’anni dal nuovi accordi concordatari
per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, è stato dedicato
quest’anno l’incontro del vescovo Francesco Beschi con i dirigenti scolastici alla Casa del Giovane.
Gli accordi concordatari si basano sul presupposto che la religione cattolica è riconosciuta dallo stato italiano come componente culturale importante della propria storia e pertanto chiede alla chiesa un servizio
strutturato alla scuola italiana. Il nuovo sistema si avviò nel 1986, quando
il 97% degli studenti bergamaschi si avvalevano dell’insegnamento di religione cattolica.
Da allora il trend è sceso dal 6% fino al 2000 accelerando in questi anni
fino a un calo del 13%.
Anche i docenti sono cambiati: se negli ottanta c’erano 100 sacerdoti impegnati alle medie e 50 alle superiori, ora ce ne sono 60 alle medie e una
decina alle superiori. In compenso sono aumentati i docenti laici.
Nel complesso l’insegnamento profusa dalla chiesa per Irc è notevole, sia
per la formazione dei docenti che devono conseguire la laurea magistrale
in scienze religiose, sia per il più delicato sforzo di preservare l’integrità
del messaggio evangelico entro la visione della dottrina cattolica offerta
come elemento culturale strutturante del contesto e quindi come chiave
di lettura di aspetti rilevanti della storia, dell’arte e della società italiane.
Nel suo intervento conclusivo il vescovo ha raccolto la sfida dei tempi
riportando il pubblico di adulti educatori ad alcune «consapevolezze» che
sono anche questioni ineludibili.
«Le religioni – ha affermato – sono ritornate prepotentemente – in tutte
le sue eccezioni – sulla scena mondiale come fatto pubblico.
Cioè come fattore capace di influenzare la storia e i destini della pace
mentre solo una generazione fa le religioni sembravano avviate
sulla via della sola rilevanza privata».
Un’altra scomoda consapevolezza da raggiungere
è che «le migrazioni globali in cerca di una vita
migliore non sono un’emergenza temporanea
ma un dato strutturale che interessa anche i
nostri figli».
Perciò, nel rimescolamento gomito a gomito, il
caso serio del nostro tempo, ha insistito il vescovo «diventa la questione antropologica: il modo
di concepire e di valutare il singolo uomo e la
singola donna, la persona».
Su questo dato profondo si giocano la
pace e la guerra, la libertà e i diritti umani di tutti. «Come
– ha concluso Beschi,
esortando a leggerne il
discorso all’Europa – ha
lucidamente compreso il primo Papa non
europeo».
«Il peccato disorienta
L’amore di Dio rinnova la
dignità di ogni uomo»
L’invito del vescovo nella Messa
dell’Immacolata «Sorpresi dalla
corruzione diffusa, riconosciamo
la vocazione d essere trasformati
dalla bellezza»
La basilica di Santa Maria Maggiore ha regalato ancora una volta la
sua bellezza nella preziosità delle sue opere artistiche e delle architetture. In occasione della solennità dell’Immacolata concezione
nella basilica si è celebrata la Messa solenne presieduta dal vescovo
monsignor Francesco Beschi, accompagnata dall’organo e dal canto
della Cappella musicale. Il vescovo , all’inizio della celebrazione, ha
salutato le autorità presenti con i suoi collaboratori e ha espresso la
gioia di vivere la celebrazione con i giovani studenti di Teologia del
Seminario.
«Viviamo questa festa in onore di Maria venerata nella sua immacolata concezione, preservata dal peccato originale – ha detto il vescovo nell’omelia -. Nel racconto della Genesi l’uomo nella sua condizione di libertà si sottrae radicalmente ad una relazione di fiducia e cade
nel peccato». Monsignor Beschi ha guardato poi all’uomo d’oggi, con
le sue fatiche e le sue incoerenze.
«Il grande dramma dell’uomo contemporaneo è di fidarsi o non
fidarsi di Dio e degli altri. È la questione che pervade ogni scelta
quotidiana». La questione della fiducia e della dignità accompagnano
lo sguardo dell’uomo su ogni altro uomo.
«L’affermazione della nostra dignità è custodita dal riconoscimento
dei diritti fondamentali di ogni uomo.
Il rischio oggi è separare il riconoscimento dei diritti da una condizione seria e impegnativa di una relazione fiduciale che nessuna legge
può imporre, ma che scaturisce da un intimo convincimento e da
una personale convinzione».
La prima pagina del Vangelo che narra l’Annunciazione è specchio di
questa fiducia. «Maria ha detto “Mi fido” e noi, a nostra volta, siamo
chiamati a mettere in gioco la nostra responsabilità».
Il vescovo ha invitato a rileggere, su questo tema, le parole che Papa
Francesco ha rivolto al Parlamento europeo a Strasburgo. «La radicale affermazione della dignità dell’uomo non è separabile da relazioni impegnative.
La bellezza di Maria e la sua lontananza dal peccato sono un messaggio a noi e a coloro ai quali la dignità è tolta».
La solennità ha invitato a guardare a Maria e alla sua immacolata
concezione riconoscendosi peccatori. «Il peccato è una cosa seria - ha continuato monsignor Beschi – e non solo dal punto di vista
morale ma dal punto di vista esistenziale
perché svuota una relazione fiduciale con
Dio e gli altri».
«Questa celebrazione – ha concluso –
vuole rappresentare anche la primizia
degli auguri natalizi che ci scambieremo nei prossimo giorni».
CHIESA DIOCESANA
L’elogio della modernità
L’uomo che inventò L’Eco dei bergamaschi «Non basta limitarsi a raccontare
il territorio, bisogna volergli bene»
C’è un giornalista giovanissimo che incontro tutti i giorni in corridoio
quasi di fronte alla redazione Web: è don Andrea Spapa.
Ci osserva dal suo quadro con sguardo intenso, appoggiato a un tavolo
dove si vedono L’Eco, un blok notes e una penna stilografica. Fondale,
una libreria con dorsi antichi.
Ambientazione classica un po’ fuorviante perché Andrea Spada non era
un direttore di boiserie, ma è stato il leader più innovativo nella storia
del giornale.
Ci sono direttori che campano un intera vita su mezza idea, lui ne ha
messe in fila sei. Geniali. Glocal – Don Andrea comprese per primo il
ruolo sociale di un giornale locale, il suo essere collante di una comunità. «Non bisogna limitarsi a raccontare il territorio, ma bisogna vivergli
bene». Il volo – Sul far della sera si faceva condurre davanti al cantiere
dell’aeroporto in costruzione e non si stancava mai di dire e scrivere che
solo volando, Bergamo potrà vedere oltre le sue valli e il suo destino di
pietra. Social - Don Spada colse il formidabile magnetismo dell’informazione di servizio e la gratificazione del lettore nel sentirsi parte attiva di
una comunità. Inventò le Case in festa, pagine che il giornale perpetua
con successo, don Andrea diede una valenza pubblica a compleanni, nozze d’oro e feste di laurea.
Tifo pulito – Intuì che l’Atalanta non era solo una squadra di calcio, ma
uno dei pilastri dell’identità del territorio. E costituì il primo club organizzato di tifosi, il Club Amici.
Allora convocò Elio Corbani e lo incaricò di formare il club.
Mano tesa -Don Andrea capì che il giornale doveva diventare istituzione
fra le istituzioni e provare a dettare l’agenda del territorio. Gli fece fare il
salto di qualità chiamando a raccolta i cittadini nei momenti più drammatici, con le sottoscrizioni.
La partecipazione popolare in aiuto a che sta peggio di noi diventò un
valore. Il territorio del Belice, quello del Friuli, le alluvioni di Firenze e del
Polesine, la tragedia del Vajont furono punti fermi dell’impegno civile dei
bergamaschi.
Due anni fa a Paganica, nel nome di quel direttore, abbiamo inaugurato
un palazzetto dello sport per fare tornare il sorriso dopo il terremoto.
Lampi editoriali- L’Eco di Bergamo fu il primo quotidiano di provincia ad
essere stampato a colori.
Don Andrea voleva un giornale pronto a cavalcare le trasformazioni tecnologiche ma sapeva accogliere il lettore per ascoltare e raccontare i
suoi problemi. Se avesse voglia di scendere dal ritratto, anche oggi saprebbe indicare la strada giusta.
A noi e a questa Bergamo che amava.
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 17
RIFLETTIAMO
a cura di
don VALENTINO SALVOLDI
FASCINO E
BELLEZZA
DELLA VITA
«Che cosa sanno i preti della famiglia?».
Così mi interpella una donna che, disperata, porta in sé un prodigio, da lei… non voluto. Sa che la Chiesa continuamente parla
della famiglia e mi sfida, mi provoca, forse per essere confutata nei
terribili pensieri che si agitano nel suo animo. Conosce la dottrina
della Chiesa essendo stata educata cristianamente, anzi… era stata
anche aiuto catechista, quand’era giovane. Poi un passo discutibile:
sposò un uomo con l’intenzione di liberarlo dai suoi problemi (sindrome dell’infermierina) e di riuscire a condurlo a Dio. Invece si era
sempre più impoverita a tutti i livelli e la sua fede vacillava alquanto.
Incinta, pensa di convincermi sull’opportunità di abortire, accampando - tra l’altro - la scusa che la morale cattolica è stata formulata
da uomini e per di più celibi, ignari di che cosa voglia dire vivere la
vita di una famiglia. Non la contraddico su questo punto, anche se
penso che la sua esperienza di famiglia sia limitata al suo nucleo familiare e a pochi altri, mentre noi preti siamo chiamati, ogni giorno,
a entrare nell’intimità del santuario della coscienza di tante persone
che a noi rivelano tutto, spesso anche troppo!
L’ascolto. La lascio sfogare. A momenti mi sembra di essere davanti
a Giobbe, che fa violenza al cielo con frasi che apparentemente
sanno di bestemmia, mentre sono una sofferta invocazione di aiuto
a Dio e… a un ministro deputato a riconciliare cielo e terra e a
ricorrere al balsamo della misericordia, per curare tante ferite.
E quando da me si aspetta una parola, per prima cosa mi viene
spontaneo darle un abbraccio, che fa esplodere in lei tante contraddizioni e le procura un convulso pianto. Poi parlo in parabole,
raccontandole i prodigi che la Provvidenza ha operato in chi ha deciso di portare avanti una gravidanza: quella che era temuta come
una disgrazia, si è mutata nel dono più bello della vita. E parlo di una
vita che può essere capita soltanto da chi l’ama.
Inno alla vita. Prima che la mamma se ne renda conto, una creatura
palpita nel suo grembo. È già perfetta in sé. Dopo dodici ore dal
concepimento, ha già in sé tutto quello che “la farà essere”, per tutta la sua vita. Come non amare questa creatura, stupenda fin dall’inizio della sua avventura unica, irripetibile, indicibilmente bella, con
le sue luci e con quelle ombre che esaltano ancora di più la luce?
18 - IL PORTO DICEMBRE 2014
I nonni sono risorsa amore e affetto
Un bimbo: mistero che commuove chi guarda con il cuore e vede
in quell’essere bisognoso di tutti e di tutto un dono che Dio fa
all’umanità, perché non invecchi e perché si rinnovi grazie al sogno
che il Signore regala ad ogni culla. E restargli accanto, amarlo, dargli
anticipi di fiducia, con la certezza che egli nella vita non farà altro
che sviluppare quello che ha ricevuto dai genitori. Amarlo per ciò
che è con la sua grandezza e con quei limiti che mostra subito, fin
dal primo vagito. Amarlo perché ha bisogno dell’affetto di papà e
mamma, tanto quanto il nutrimento.
I genitori vedono sempre belli i loro figli. Se è spontaneo amarli, è
bello imparare da loro ad amare, con quella disarmante semplicità
che fece dire a Cristo: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non
diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli».
E poi i bambini portano in casa gli amici.
Che bello amare pure loro come figli! Anche quelli che sono poco
simpatici. Anche quelli che disturbano o fanno del male. È ancora
Cristo ad insegnarci: «Se amate quelli che vi amano, che merito ne
avrete?».
RIFLETTIAMO
E accanto ai figli si rivelano al meglio i nonni. Gli anziani si presentano non come un peso, ma come una risorsa. Fanno tenerezza nella
loro fragilità e in quella debolezza che la fede rivela come forza.
Certamente con i figli non mancano preoccupazioni di ogni genere.
di sentirmi Dio nell’atto di assolvere il suo peccato, mentre pure io
chiedo perdono se non sempre ho adeguatamente lodato il Signore per il privilegio di essere vivo, di potermi sentire utile alla società,
di essere ministro di Riconciliazione.
Dopo pochi mesi quella madre torna a trovarmi con il suo bambino in braccio. Piange di gioia. Mette suo figlio sulle mie ginocchia
sussurrando: «È più figlio tuo che mio».
Santo Natale 2014
Shalom!
“ll piccolo bambino Gesù, stando sulle ginocchia della
madre, vedeva le generazioni e i popoli passare dinanzi
a sé, con tutto il peso delle loro ansie, tribolazioni, lotte,
ma anche con tutte le loro speranze... La fede cristiana
ci insegna sì a tener conto di ciò che sta intorno a noi,
ma a guardare anche e soprattutto in alto; e a guardare
lontano”.
Lo sguardo di Gesù, in questa riflessione di Giovanni
XXIII, ci introduca alle feste natalizie, con il desiderio di
vedere il mondo come Dio lo contempla. Ci incoraggi a
diventare, gli uni per gli altri, collaboratori della gioia che
nasce dal vivere radicalmente la nostra fede. Ci introduca in un anno che sarà colmo di beni spirituali per chi,
da questo anonimo autore, si lascerà convincere a fare il
vuoto dentro di sé, ad attraversare il deserto, a guardare
in alto, alla ricerca di una stella.
Ma nelle difficoltà, nel dolore, nella malattia quante realtà positive si
scoprono! Lo afferma chiaramente la Bibbia: «…l’uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono».
Giobbe avvalora questa tesi rivolgendosi così a Dio: «Io ti conoscevo
per sentito dire, ma ora (dopo avere sperimentato il dolore) i miei occhi
ti vedono». E nell’ora della prova si fanno avanti gli amici, provvidenziali come quel tipo di vino che, più invecchia, più diventa buono.
Con i figli, con gli amici fedeli e con quelli che per qualsiasi motivo
se ne sono andati… - non sono persi: l’averli amati non fu mai cosa
vana, perché l’amato stesso è il premio dell’amore -, con tutti si può
serenamente intraprendere quel viaggio che per il non credente
è la fine della vita, mentre per chi crede è il vero inizio: la vita immortale.
Lode alla Provvidenza. Con queste e simili parole cerco di mostrare a quella mamma che vale la pena dare vita a quella vita che
le palpita nel grembo. La invito a celebrare messa con me, lì, nel
mio studio. Durante l’atto penitenziale le chiedo di darmi la gioia
“Se, come Erode, riempiamo la nostra vita
e poi la riempiamo di altre cose ancora,
se ci consideriamo tanto insignificanti
da dover riempire di azioni
ogni momento della nostra vita,
quando avremo tempo di fare
quel lungo, lento viaggio
attraverso il deserto, come i tre Magi?
O di sedere e guardare le stelle, come fecero i pastori?
O di riflettere sulla venuta del Bambino, come fece
Maria?
Per ciascuno di noi
c'è un deserto da attraversare,
una stella da scoprire.
E una creatura in noi alla quale dare la luce”.
Auguro quindi un santo Natale meno scintillante di beni,
ma più aperto ad accogliere il Mistero.
Valentino Salvoldi
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 19
COMUNITÀ
a cura di
CARLA CASATI
“CHIESA SENZA
FRONTIERE,
MADRE DI TUTTI”
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
FRANCESCO PER LA GIORNATA
MONDIALE DEL MIGRANTE
E DEL RIFUGIATO 2015
Cari fratelli e sorelle!
Gesù è «l’evangelizzatore per eccellenza e il Vangelo in persona» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 209). La sua sollecitudine,
particolarmente verso i più vulnerabili ed emarginati, invita
tutti a prendersi cura delle persone più fragili e a riconoscere
il suo volto sofferente, soprattutto nelle vittime delle nuove
forme di
povertà e di schiavitù. Il Signore dice: «Ho avuto fame e mi
avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da
bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti
a trovarmi» (Mt 25,35-36). Missione della Chiesa, pellegrina
sulla terra e madre di tutti, è perciò di amare Gesù Cristo,
adorarlo e amarlo, particolarmente nei più poveri e abbandonati; tra di essi rientrano certamente i migranti ed i rifugiati,
i quali cercano di lasciarsi alle spalle dure condizioni di vita e
pericoli di ogni sorta. Pertanto, quest’anno la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato ha per tema: Chiesa senza frontiere, madre di tutti. In effetti, la Chiesa allarga le sue
braccia per accogliere tutti i popoli, senza distinzioni e senza
confini e per annunciare a tutti che «Dio è amore» (1 Gv
4,8.16). Dopo la sua morte e risurrezione, Gesù ha affidato ai
discepoli la missione di essere suoi testimoni e di proclamare
il Vangelo della gioia e della misericordia.
Nel giorno di Pentecoste, con coraggio ed entusiasmo, essi
sono usciti dal Cenacolo; la forza dello Spirito Santo ha prevalso su dubbi e incertezze e ha fatto sì che ciascuno comprendesse il loro annuncio nella propria lingua; così fin dall’inizio la Chiesa è madre dal cuore aperto sul mondo intero,
senza frontiere.
Quel mandato copre ormai due millenni di storia, ma già dai
primi secoli l’annuncio missionario ha messo in luce la maternità universale della Chiesa, sviluppata poi negli scritti dei
Padri e ripresa dal Concilio Ecumenico Vaticano II. I Padri
conciliari
20 - IL PORTO DICEMBRE 2014
Essa infatti genera figli e figlie e «li incorpora e
li avvolge con il proprio amore e con le proprie
cure» (Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 14).
La Chiesa senza frontiere, madre di tutti, diffonde nel mondo la cultura dell’accoglienza
e della solidarietà, secondo la quale nessuno va considerato inutile,
fuori posto o da
scartare. Se vive effettivamente la sua maternità, la comunità cristiana nutre, orienta e indica la strada, accompagna
con pazienza, si fa vicina nella preghiera e nelle opere di misericordia.
Oggi tutto questo assume un significato particolare. Infatti, in
un’epoca di così vaste migrazioni, un gran numero di persone
lascia i luoghi d’origine e intraprende il rischioso viaggio della
speranza con un bagaglio pieno di desideri e di paure, alla
ricerca di condizioni di vita più umane. Non di rado, però,
questi movimenti migratori suscitano diffidenze e ostilità, anche nelle comunità ecclesiali, prima ancora che si conoscano
le storie di vita, di persecuzione o di miseria delle
persone coinvolte. In tal caso, sospetti e pregiudizi
si pongono in conflitto con il comandamento
biblico di accogliere con rispetto e solidarietà
lo straniero bisognoso. Da una parte si avverte nel sacrario della coscienza la chiamata a
toccare la miseria umana e a mettere in pratica il comandamento dell’amore che Gesù
ci ha lasciato quando si è identificato con lo
straniero, con chi soffre, con tutte le vittime innocenti di violenze e sfruttamento.
cristiani mantenendo una prudente
distanza dalle piaghe del Signore» (Esort. ap. Evangelii
gaudium, 270).
Il coraggio della
fede, della speranza e della carità permette di ridurre le distanze che separano dai drammi umani. Gesù Cristo è sempre in attesa di essere riconosciuto nei migranti e nei rifugiati,
nei profughi e negli esuli, e anche in questo modo ci chiama
a condividere le risorse, talvolta a rinunciare a qualcosa del
nostro acquisito benessere.
Lo ricordava il Papa Paolo VI, dicendo che «i più favoriti devono rinunciare ad alcuni dei loro diritti per 3 mettere con
maggiore liberalità i loro beni al servizio degli altri» (Lett. ap.
Octogesima adveniens, 14 maggio 1971, 23).
Del resto, il carattere multiculturale delle società odierne incoraggia la Chiesa ad assumersi nuovi impegni di solidarietà,
di comunione e di evangelizzazione. I movimenti migratori, infatti, sollecitano ad approfondire e a rafforzare i valori necessari a garantire la convivenza armonica tra persone e culture.
A tal fine non può bastare la semplice tolleranza, che apre la
strada al rispetto delle diversità e avvia percorsi di condivisione tra persone di origini e culture differenti.
Qui si innesta la vocazione della Chiesa a superare le frontiere e a favorire «il passaggio da un atteggiamento di difesa e di
paura, di disinteresse o di emarginazione... ad un atteggiamento che abbia alla base la ‘cultura dell’incontro’, l’unica capace di
costruire un mondo più giusto e fraterno» (Messaggio per la
Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2014).
I movimenti migratori hanno
tuttavia assunto tali dimensioni che solo una
sistematica e fattiva collaborazione che coinvolga gli Stati e le
Organizzazioni
internazionali
può essere
in grado
di regolarli efficacemente e di gestirli. In effetti, le migrazioni
interpellano tutti, non solo a causa dell’entità del fenomeno,
ma anche «per le problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che sollevano, per le sfide drammatiche che pongono alle comunità nazionali e a quella internazionale» (Benedetto XVI, Lett. Enc. Caritas in veritate, 29
giugno 2009, 62). Nell’agenda internazionale trovano posto
frequenti dibattiti sull’opportunità, sui metodi e sulle normative per affrontare il fenomeno delle migrazioni.
Vi sono organismi e istituzioni, a livello internazionale, nazionale e locale, che mettono il loro lavoro e le loro energie al
servizio di quanti cercano con l’emigrazione una vita migliore.
Nonostante i loro generosi e lodevoli sforzi, è necessaria
un’azione più incisiva ed efficace, che si avvalga di una rete
universale di collaborazione, fondata sulla tutela della dignità
e della centralità di ogni persona umana. In tal modo, sarà
più incisiva la lotta contro il vergognoso e criminale traffico
di esseri umani, contro la violazione dei diritti fondamentali,
contro tutte le forme di violenza, di sopraffazione e di riduzione in schiavitù.
Lavorare insieme, però, richiede reciprocità e sinergia, con
disponibilità e fiducia, ben sapendo che «nessun Paese può
affrontare da solo le difficoltà connesse a questo fenomeno,
che è così ampio da interessare ormai tutti i Continenti nel
duplice movimento di immigrazione e di emigrazione» (Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato
2014). Alla globalizzazione del fenomeno migratorio occorre
rispondere con la globalizzazione della carità e della cooperazione, in modo da umanizzare le condizioni dei migranti. Nel
medesimo tempo, occorre intensificare gli sforzi per creare
le condizioni atte a garantire una progressiva diminuzione
delle ragioni che spingono interi popoli a lasciare la loro terra
natale a motivo di guerre e carestie, spesso l’una causa delle
altre. Alla solidarietà verso i migranti ed i rifugiati occorre
unire il coraggio e la creatività necessarie a sviluppare a livello mondiale un ordine economico-finanziario più giusto ed
equo insieme ad un accresciuto impegno in favore della pace,
condizione indispensabile di ogni autentico progresso.
Cari migranti e rifugiati! Voi avete un posto speciale nel
cuore della Chiesa, e la aiutate ad allargare le dimensioni del suo cuore per manifestare la sua maternità verso l’intera famiglia umana. Non perdete la
vostra fiducia e la vostra speranza! Pensiamo alla
santa Famiglia esule in Egitto: come nel cuore
materno della Vergine Maria e in quello premuroso di san Giuseppe si è conservata la fiducia
che Dio mai abbandona, così in voi non manchi
la medesima fiducia nel Signore. Vi affido alla
loro protezione e a tutti imparto di cuore la
Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 3 settembre 2014
FRANCESCO
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 21
RIFLETTIAMO
a cura di
PIERLUIGI BILLI
RIFLETTIAMO:
L’UOMO DEVE
SAPER ADORARE
Ecco la stalla di Greccio con l'asino e il bove...
Il Natale ci riporta dal nostro io al prossimo
Ogni anno arriva il Santo Natale e invita gli uomini a piegare le ginocchia davanti al mistero del
divino amore, che supera ogni intelletto umano.
Posso capire che Dio ci ami, ma che ci ami fino al
punto di essere nato in una grotta, è un’idea che
turba e sconvolge.
sarebbe più uomo.
L’uomo deve dunque collocarsi al posto che gli spetta, è logico che adori Colui che gli è superiore: Dio.
L’uomo che rifiuta Dio si schiera dalla parte dell’assurdo e
del caos, che è disordine. O Dio o il nulla; o il mistero di Dio
o il disordine. Non esiste alternativa.
Se vogliamo essere ragionevoli non ci resta che inginocchiarNon è di questo mondo un amore simile. Eppure Maria, ci di fronte al fragile bambino, davanti al mistero.
Giuseppe, i pastori e i Re Magi, adorarono quel fragile bam- Il Santo Natale è prima di tutto la festa dell’adorazione. Il
Natale è l’inizio di un amore senza fine, è un bambino che
bino.
La mente dell’uomo si smarrisce in questo abisso, in questa ama e che apre una nuova storia in quella vercchia, è la vittoria del vero amore capace di distruggere l’egoismo, l’ingiupazzia d’amore di un Dio che si fa uomo.
Gli atei affermano che ciò è inammissibile. L’uomo è ad un stizia e l’odio.
bivio: o accettare Dio e il mistero del suo amore, o negare Il Natale è un grande albero dalle profonde radici che fiorirà
e fruttificherà fino alla fine dei tempi.
l’uno e l’altro.
Se noi accettiamo Dio, accettiamo il Suo stesso mistero. Dio L’amore è fecondità e non isolamento egoistico, è necessità
è infinitamente superiore all’uomo, le sue vie non sono le di espansione e non restrizione. Mai avverrà che l’odio, la
vendetta e l’interesse personale prendano il posto di questo
nostre ed è logico che Egli si avvolga nel mistero.
Se l’uomo comprendesse Dio, Dio non sarebbe più Dio, bambino, all’apparenza inerme e fragile, ma che sarà capace
perché comprendere equivale ad essere pari e l’uomo non di generare il fuoco inestinguibile che avrà la potenza d’in22 - IL PORTO DICEMBRE 2014
RIFLETTIAMO
cendiare il mondo.
Crescerà l’amore e diminuiranno gli interessi personali, i
soldi, le gioie relative, per far posto ad un amore concreto
verso i propri fratelli.
Emmanuele, Dio con noi, è pronto a lottare insieme a noi,
ci aiuta, ci infonde coraggio. Ed allora, di che cosa abbiamo
paura?
Il Natale ci riporta dal nostro io al prossimo, ci getta nella
lotta per un mondo migliore, è l’amore contro l’egoismo
che esiste in noi, che è presente nel prossimo e in tutte le
strutture della nostra società.
L’attuale pauroso e ansioso Natale, a causa dell’economia
che non va bene e della grande disoccupazione, deve trovarci maggiormente riflessivi, deve farci trovare qualche minuto
di silenzio e di raccoglimento così da incontrare la prodigiosa
efficacia della preghiera che ci mette a contatto diretto con
Dio.
Sono semplici, ma sincere riflessioni che vengono fuori dal
nostro animo, a volte anche lui abbattuto e sfiduciato.
Coraggio! “Emmanuele” è: Dio con noi. Non lasciamoci
sfuggire questi momenti preziosi ed arricchiamoci di quei
valori che non possono essere attaccati dalla ruggine.
Quando saremo morti, la ricchezza è ciò che si perde per
prima, gli amici e conoscenti, ad essere ottimisti, si perdono
al cancello del cimitero, ma le buone opere, la carità fraterna e la forza interiore serviranno al Buon giudice Gesù per
avere misericordia di noi.
Auguri sinceri a tutti dal nonno Billi.
COMUNITÀ
a cura di
MARIO E ROBERTO
MARIO GALLINELLI
(Mc, 13, 33-37) Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà
In molti più o meno mi conoscono, per chi non
mi conoscesse mi chiamo Mario e vengo proprio da qui, da Sarnico, frequento la III teologia
del seminario e in particolare quest'anno presto
il mio servizio come prefetto (assistente, fratello
maggiore) dei ragazzi più piccoli del nostro seminario che abitano nella comunità delle medie.
Incomincio col dire che per me dare la testimonianza del mio cammino vocazionale nella
parrocchia dove sono nato, è un momento di
grande gioia e di immensa gratitudine perché un
ragazzo che entra in seminario continua a camminare proprio perché dietro a lui c’è una comunità che lo accompagna, lo guida e lo sostiene.
Ma prima di parlare del Seminario non possiamo
non prendere spunto dal vangelo di oggi I Domenica di Avvento, il Signore per ben tre volte
insistentemente ci chiede di VEGLIARE!!! Mentre pensavo a cosa dire, ho riflettuto molto sulla
parola “vegliare” e mi sono venute in mente le
sale d'aspetto delle stazioni ferroviarie o degli
autobus, del dentista, del parrucchiere: lunghe
panche, sedie, giornali nuovi oppure vecchi.
Qui il vegliare, l'attendere è passivo, tutti fermi,
24 - IL PORTO DICEMBRE 2014
GIORNATA DE
in silenzio senza far niente qualcuno legge qualcuno gioca al cellulare. Non è questo
che ci suggerisce il Vangelo, perchè l'immagine buona del Vegliare è proprio quella
del contadino che aspetta che cresca il germoglio dal seme appena piantato, ma nel
frattempo non sta fermo, cura quanto ha seminato.
Non un attendere nell'indifferenza ma nella trepidazione di un incontro di un avvenimento speciale. Attendere, curare, seminare ... tutti verbi che riguardano anche la
Vocazione, chi è in seminario at-tende, tende le sue orecchie al Signore, ascolta la sua
parola e si lascia affascinare da lui. Lasciare quindi che sia propio Dio a pronunciare la
sua parola su di noi. Solo mettendoci in una disposizione di ascolto possiamo scoprire
chi è il Signore.
Io ho intrapreso il cammino di seminario proprio grazie ai miei genitori che per primi mi hanno educato alla fede, grazie al mio curato, al mio don al quale io da bravo
chierichetto ho cercato di ispirarmi, volevo anche io essere come lui, stare accanto
alle persone, stare appunto, parola che mi è molto cara; vivere gomito a gomito con i
giovani, fare della comunità la mia famiglia e in essi giovani, adulti, anziani ... comunità,
scoprire come la parola di Dio si fa viva ogni giorno come luce che orienta il nostro
cammino ... ovviamente bisogna avere la voglia di ascoltarla, cercarla e provare a
viverla.
Il sogno che porto nel cuore è proprio quello che già negli anni da chierichetto ho
scoperto e che ora grazie al seminario ho la possibilità di coltivare. Ricordo una frase
bella che porto nel mio cuore e che metto come slogan per la mia vita, mi è stata
regalata da un prete all'inizio del cammino nella parrocchia di servizio l'anno scorso
a Torre Boldone; mi disse: per stare in piedi bisogna imparare a stare in ginocchio e
in mezzo alla gente. Questo è quello che il seminario ci insegna.
Luogo questo di giovani che cercano di coltivare il loro sogno attraverso le azioni
quotidiane di ogni giorno ... studio, preghiera, scuola, amicizia, vivere in comunità ...
fare comunità. In seminario ci sono molti ragazzi, i più piccoli nel seminario minore:
I, II, III media per i quali quest'anno il seminario mi ha chiesto di essere prefetto e
poi i ragazzi del liceo e infine i più grandi, i giovani che decidono di intraprendere il
cammino di teologia.
Tutti portano nel loro cuore un sogno, il seminario è il luogo che li aiuta a coltivarlo e
a viverlo... aiutati da alcune figure importanti per la crescita spirituale, come il rettore,
il vice rettore, il padre spirituale, sono coloro che ti aiutano camminando con te.
Tutti, dai più piccoli ai più grandi, provano a vivere i loro sogni, provano a mettersi
in gioco relamente, ogni giorno avendo sullo sfondo una meta, così la definisce san
Paolo: il sacerdozio... ma sopratutto imparare a essere uomini autentici, veri.
E mi viene da farvi una domanda che vi lancio così come una provocazione (quest’oggi, questa sera): e voi a che punto siete, grandi e piccoli come vivete i vostri sogni???
Al termine di questo mio pensiero vi chiedo un ricordo nella preghiera per me e per
Roberto che con noi condivide questo anno, e che a Dio piacendo presto sarà ordinato diacono, vi chiedo un ricordo nella preghiera anche per i miei sei compagni di
classe e per i 18 ragazzi di III media con i quali condivido quest'anno di prefettato... vi
ringrazio fin d'ora per le offerte che raccoglierete in questa domenica e che verrano
lasciate al seminario per sostenerlo anche economicamente.
Un ricordo nella preghiera perchè davvero in noi seminaristi, ma anche in ciascuno
di voi, siano vive le parole di Paolo - a me care - che scrive alla comunità di Filippi:
"Non ho raggiunto certo la méta, non sono arrivato alla perfezione, ma mi sforzo di
conquistarla perchè sono stato conquistato da Cristo."
EL SEMINARIO
ROBERTO BIANCU
Accolgo ben volentieri l’invito rivoltomi dalla redazione a scrivere
un articolo per il “Porto”, in questo anno che mi vedrà fare un
pezzo della mia vita insieme alla vostra comunità. Vorrei dunque
raggiungere tutti voi attraverso queste poche righe, nelle quali desidero presentarmi a coloro che, per tanti motivi, non ho ancora
incontrato.
Da ormai due mesi sto vivendo l’esperienza del sesto anno nel Seminario Vescovile di Bergamo, in attesa dell’ordinazione diaconale
e presbiterale mentre, come alcuni sanno, nei fine settimana vengo a Sarnico per il tirocinio pastorale. Come ho già avuto modo
di dire durante la giornata del Seminario la mia storia inizia in un
piccolo paese della provincia di Nuoro, chiamato La Caletta, situato nella costa nord- orientale della Sardegna. Qui, fin da piccolo,
l’educazione cristiana impartita dalla mia famiglia è stata alimento
fondamentale per la mia scelta; ricordo mia nonna che mi leggeva
alcuni brani della Bibbia per bambini, o quando con tanto entusiasmo partecipavo alla Messa domenicale, prima dai banchi poi
nel gruppo dei chierichetti. In parrocchia ho iniziato a vedere nel
COMUNITÀ
sacerdote un esempio di vita, guardando questa scelta con un certo interesse, addirittura emulandola a casa, con un pezzo di pane
carasau (il tipico pane sardo) e un goccio di vino.
Nel frattempo mio fratello Andrea (l’unico fratello che ho, sacerdote da tre anni) entrò in Seminario; per me fu come se mi avesse
“rubato” l’idea e di conseguenza la abbandonai per un po’ di tempo. Nonostante questo il mio parroco, vedendo che in me c’era
qualcosa di diverso dagli altri chierichetti, mi propose di partecipare agli incontri mensili per ragazzi che si tenevano nel Seminario
di Nuoro: ci andai all’inizio per curiosità … poi la curiosità divenne
sempre più grande fino a maturare la scelta, esattamente dieci
anni fa, di entrare in Seminario e di frequentare il Liceo classico,
dove mi sono diplomato nel 2009. Terminato il liceo ho proseguito gli studi di Teologia a Cagliari nel Seminario Regionale.
Degli anni di Seminario, prima a Nuoro e poi a Cagliari, conservo
ricordi belli e brutti: sono stati dieci anni di grazia, non solo in riferimento agli episodi felici, ma anche a quelli in cui la mia vocazione
e la mia stessa fede è stata provata, messa in discussione, scossa. La
mia è una continua scoperta della vocazione. Infatti non posso dire
di avere un giorno, un luogo, un’ora in cui ho sentito chiaramente
la voce di Dio che mi chiamava: sono stati giorni, luoghi, ore che
sommate hanno aiutato a maturare e preparare questa scelta.
Tante persone mi hanno chiesto e mi chiedono: “Sei sicuro?”,
“Davvero vuoi dare tutta la tua vita? Non temi di sbagliare?”. Si
tratta di domande lecite che tante volte mi sono fatto e che, per
un po’ di tempo, mi avevano messo in scacco, pensando ad esempio a quanto sia difficile al giorno d’oggi per un giovane di 24 anni
fare una scelta “per sempre”. Un giorno, quasi per caso, presi un libro di san Josemaria Escrivà, sacerdote e fondatore dell’Opus Dei,
e in una sua omelia così era scritto: “Dio sceglie strumenti fragili
per la sua opera per manifestare con più chiarezza che l’opera è
sua!”. Questa frase, nella sua apparente semplicità, aprì un orizzonte di speranza, rinnovò la mia scelta e continua ad accompagnare
il mio cammino.
Nelle Sante Messe celebrate durante la giornata del Seminario ho
avuto la possibilità di portare la mia testimonianza, ricordando che
non abbiamo bisogno di preti, ma di santi preti, uomini innamorati
di Cristo e della Chiesa, semplici come il Maestro, che sappiano
ascoltare, incoraggiare, benedire, portare speranza soprattutto a
coloro che ne hanno bisogno. Spesso si sentono alla televisione e
nei media le storie di qualche sacerdote che non è stato fedele al
grande dono ricevuto; insieme alla rabbia e alla delusione che accompagnano tali tristi notizie non dobbiamo mai dimenticarci che
il sacerdote è prima di tutto un uomo, peccatore come noi. Non
stanchiamoci di pregare per i nostri sacerdoti, perché siano fedeli agli impegni assunti con l’ordinazione e
siano sempre entusiasti e felici nello
svolgere la loro missione.
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 25
MARIO GALLINELLI
FUTURO COLLABORATORE DEL VANGELO
Ti sei consegnato alla Chiesa in una generosa preparazione al tuo ministero e sei stato chiamato ad esercitare un ruolo speciale al suo interno. «Cristo dipende da voi ed è con voi» diceva
Giovanni Paolo II ai seminaristi. Ti esprimiamo il nostro profondo affetto quale futuro collaboratore del Vangelo di Cristo.
a cura di
SR MARIA CARLA
COMUNITÀ
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ALLA COMUNI SARNICO
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Carissimi,
Nell’approssimarsi del Natale, sento il dovere di un mio
breve saluto e ringraziamento per la preziosa collaborazione offerta alla mia missione con gli “ultimi”.
Papa Francesco ci parla in continuazione delle periferie esistenziali, periferie della misericordia che ognuno di noi ha
occasione di vivere sia pure in modo diverso.
È bello pensare che il Cristo che nasce a Natale è quel Cri-
sto che nasce ogni giorno, ogni volta che ripetiamo dei gesti di attenzione, solidarietà, amore verso i meno fortunati.
Vi assicuro che persone bisognose della nostra attenzione
ce ne sono veramente tante. Nei centri storici delle nostre città, ci sono dei ghetti di miseria: i senza fissa dimora,
immigrati sfuggiti alla violenza dei loro paesi di origine, etc..
In questa bella, anche se faticosa missione, sono stata incoraggiata a continuare da Papa Francesco stesso, nella splendida occasione in cui ho avuto l’opportunità di assistere alla
Santa Messa in Santa Marta.
Dopo la celebrazione il Papa ha salutato tutti i partecipanti
e dopo la presentazione fatta dal mio parroco che illustrava il mio impegno nel servizio docce, il Papa si è rallegrato
nel sapere che in pieno centro di Roma c’è un servizio di
attenzione per i senza fissa dimora.
Le sue parole sono state di incoraggiamento e sostegno a
continuare tale servizio, perché nel suo genere, ha detto il
Papa, “è unico e necessario per prestare attenzione a chi
non saprebbe come curare un po’ d’igiene”.
L’incoraggiamento del Papa mi ha dato tanta gioia ed entusiasmo per continuare questa missione sulle orme di San
Luigi da Montfort, fondatore del nostro ordine delle “Suore della Sapienza”, attuando così quanto Cristo farebbe
oggi.
Trasmetto questi miei sentimenti ed il grazie del Papa anche a voi che generosamente mi aiutate in vario modo con
la vostra preziosa collaborazione.
È mio dovere pregare per tutti voi con affetto e riconoscenza.
Il Signore benedica voi e le vostre famiglie!
A tutti Buon Natale
Marisa Belussi.
(Sr Maria Carla)
Roma 21 Novembre 2014
LA CARITÀ
“La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca
di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”.
San Paolo
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 27
COMUNITÀ
a cura della
REDAZIONE
CLASSI IN FESTA
1968
Presso la "Cascina Doss" di Iseo
si sono ritrovati per una serata in
allegria i coscritti della classe 1968.
Una festa ben organizzata che è
servita a riunire e rinsaldare vecchie
amicizie, per non perdersi troppo
di vista nonostante gli impegni, le
abitudini e gli interessi che sono
diventati, nel corso degli anni,
differenti per ognuno.
Si è trascorsa una serata emozionante
per aver rivisto i compagni di scuola
in un'atmosfera accogliente per
assaporare, oltre che l'ottimo cibo,
anche la bellezza di essere insieme.
1976
Il tempo passa ma l’amicizia, la
complicità ed un certo meraviglioso
senso di appartenenza ad un’epoca
oramai trascorsa rimane ed è parte
integrante di noi.
I "ragazzi" del 1976 desiderano
ricordare durante la Santa Messa di
martedì 3 febbraio delle ore 20.00 gli
amici e coscritti Cristian Bortolotti,
Carlo Alberto Furini e Gloria
Rapizza.
1979
Gli affiatatissimi trentacinquenni
della classe 1979 si sono dati
appuntamento il 28 novembre
presso l'Agriturismo "La Cascina
dei Prati" a Credaro. Una cena dal
sapore di amarcord, con emozioni
che molti di noi possono dire di aver
condiviso.
Um sociologo ha scritto: «A quelle
cene bisogna andarci perché sono
un'imperdibile occasione per ricucire
legami».
28 - IL PORTO DICEMBRE 2014
Missionari
oggi!
DI DON LORIS
Alcune proposte per
sviluppare l’attenzione alla
missionarietà tra i ragazzi e
nelle nostre famiglie
21. La gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria. La sperimentano i settantadue discepoli, che tornano dalla
missione pieni di gioia (cfr. Lc 10,17).
La vive Gesù, che esulta di gioia nello Spirito Santo
e loda il Padre perché la sua rivelazione raggiunge i
poveri e i più piccoli (cfr. Lc 10,21). La sentono pieni
di ammirazione i primi che si convertono nell’ascoltare la predicazione degli Apostoli «ciascuno nella
propria lingua» (At 2,6) a Pentecoste.
Questa gioia è un segno
che il Vangelo è stato
annunciato e sta dando
frutto. Ma ha sempre la
dinamica dell’esodo e del
dono, dell’uscire da sé, del
camminare e del seminare sempre di nuovo, sempre oltre. Il Signore dice:
«Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io
predichi anche là; per questo infatti sono venuto!»
(Mc 1,38). Quando la semente è stata seminata in
un luogo, non si trattiene più là per spiegare meglio
o per fare segni ulteriori, bensì lo Spirito lo conduce
a partire verso altri villaggi. (Papa Francesco - EVANGELII GAUDIUM)
Quando sono andato in Costa d’Avorio nel mese
di novembre, al mio ritorno mi sono ritrovato nel
mio raccontare, a parlare non tanto delle condizioni sociali di quella terra, ma dell’incontro con una
comunità ecclesiale viva, con scelte che cercano di
aderire al luogo, alla gente, alle necessità.
Credo che molte volte sia questa la nostra fatica più grande pensando alle
missioni: credere che sia tutto uguale e l’unica necessità sia quella del sostegno economico. Immaginare che dalla Bolivia alla Costa d’Avorio, dalla
Cina a Cuba i luoghi di missione siano tutti uguali e con un’unica necessità:
eliminare la povertà.
Papa Francesco spesso ci ricorda che siamo chiamati ad uscire, oltre i nostri
steccati per un annuncio del vangelo che segue le vie dello Spirito. Noi, uomini e donne, siamo chiamati ad uscire e non solamente, quando possibile, i
nostri soldi e i nostri avanzi.
Dentro i passi che anno dopo anno compiamo nell’elaborare il progetto
di catechesi per la nostra comunità ed in particolare per i ragazzi, vogliamo quest’anno compiere un passo verso una nuova attenzione missionaria.
Penso anche alla grande esperienza missionaria che segna il nostro paese:
sono molti i nostri concittadini a servizio, o che hanno servito la Chiesa, in
terre lontane. Sappiamo bene che stare accanto a loro non è solo sostenerli
economicamente, ma soprattutto portare il modo di evangelizzare, la forza
con la quale vivono ogni giorno, anche nella nostra comunità. Il cuore di un
missionario è reso forte dalla preghiera e dalla consapevolezza che la propria comunità di origine non è seduta e immobile, ma vive allo stesso modo,
con la stessa urgenza, l’annuncio del vangelo.
Qui di seguito alcune idee che prenderanno forma concretamente per renderci missionari in modo efficace.
Ricordarci prima di tutto che siamo tutti inviati ad annunciare il vangelo: rinnoveremo il mandato di ogni cristiano ad essere testimone con la consegna
di un segno che ricordi l’impegno assunto.
Proporremo soprattutto la preghiera per le missioni; messa dopo messa noi
preghiamo sempre per tutta la Chiesa sparsa nel mondo, e quindi chiederemo al Signore di custodire e accompagnare ogni fratello battezzato, sapendo
che anche dai luoghi di missione la loro preghiera ci raggiunge. Riscopriamo
questa reciprocità tra credenti, mettendo da parte la convinzione di essere
un gradino sopra.
Chiederemo di imparare l’arte della rinuncia: in modo concreto con semplici
attenzioni e strumenti, per imparare a tenere il pensiero fisso verso tanti
fratelli nella fede.
Infine ci metteremo anche il lavoro delle nostre mani: aiutare non può essere relegato solo ad una facile donazione, ma chiede un impegno visibile.
Ancora una volta piccoli passi, ma che guardano oltre, che ci ricordano il
grande compito di ogni battezzato: “Andate in tutto il mondo e predicate il
vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15)
I scarpinocc de Nedàl
Si sa che a Natale, oltre a cercare di
essere più buoni, pensiero di tutti è:
“Cosa prepariamo per il pranzo di Natale?”. Ogni anno si cerca una ricetta
unica e originale e poi si finisce per fare
sempre la stessa minestra… già perché
l’importante quel giorno è stare tutti insieme in famiglia! Quest’anno vi vogliamo suggerire una specialità di altri tempi: Gli scarpinocc, grossi ravioli ripieni
di formaggio. Parola di scout che farete
un figurone e, se non volete credere a
noi, potete chiedere alle decine di persone che domenica 7 dicembre hanno
gustato quelli preparati dal gruppo di
ragazzi del Noviziato. Sono stati loro gli
incredibili cuochi che hanno realizzato
centinaia di ravioli arrivati poi sulle vostre tavole, fumanti e conditi secondo
la vostra fantasia. La ricetta originale è
la seguente:
A CURA DI
ANDREA BUELLI
Ingredienti per 4 persone
Per la pasta:
400 g di farina - 4 uova - sale
Per il ripieno:
200 g di parmigiano reggiano grattugiato - 200 g di
pangrattato - uno spicchio d’aglio (anche meno!) un
ciuffo di prezzemolo - 50 g di burro - 2 uova - Ssale,
pepe e noce moscata.
matizzate con la noce moscata e legate il tutto col
burro fuso e le uova sbattute, impastando bene con
le mani. Stendete la pasta, quindi con l’aiuto di uno
stampino farciteli con un po’ di ripieno e richiudeteli
con cura, premendo i bordi con le dita. Poi il resto
lo sapete: portate in ebollizione una pentola con
abbondante acqua salata e cuocetevi gli scarpinocc.
Noi però abbiamo aggiunto un ingrediente segreto
che li ha resi speciali nel sapore. Chiaramente non
Lasciate ammorbidire il burro fuori dal frigo a tempe- possiamo svelarlo ma crediamo che gran parte della
ratura ambiente. Ponete sul tagliere la farina a fonta- loro bontà sia stata dovuta alla gioia con cui i ragazzi
na, fate il buco in mezzo, rompeteci dentro le uova, li hanno preparati. L’intento era quello di racimolare
unite un pizzico di sale e impastate per molto tempo, qualcosa per poter abbassare la
fino ad ottenere un composto omogeneo. Lasciatelo quota del campo invernale… Ringraziamo quindi tutriposare avvolto in un tovagliolo umido. Tritate fine- ti coloro che hanno contribuito ad aiutarci!
mente aglio e prezzemolo e uniteli al pangrattato e al Buon Natale a tutti.
parmigiano reggiano grattugiato, salate, pepate, aro-
Il Corso Centrale per animatori
DI REDAZIONE UPEE
Le “tradizionali” domeniche
mattina a Bergamo
C’è un’esperienza formativa che negli ultimi anni
ha visto sempre più raccogliere l’adesione degli
adolescenti dei nostri oratori. È il Corso Centrale
per animatori di primo livello. Con una storia decennale, la proposta formativa curata dall’Ufficio
Pastorale Età Evolutiva si preoccupa di preparare i futuri animatori dei Centri Ricreativi Estivi
al proprio servizio in oratorio. Ma cosa significa
preparare? E come farlo a così grande distanza
dal tempo estivo?
Il corso
Possiamo trovare una prima risposta a queste domande nel ricordare l’intenzionalità educativa che sottende al
corso. Il corso non esaurisce e non completa la proposta
dei singoli oratori prima del tempo del Cre, ma si affianca,
approfondisce, ne scava il significato nella scelta. Rispetto alle diverse
proposte formative che solitamente
abitano gli oratori nelle settimane
prima dell’estate, il Corso Centrale prova a rispondere non tanto al
“come”, al “quali strumenti”, bensì
cerca di far nascere nel cuore dei ragazzi l’importanza del “perché”: la motivazione profonda, la
scelta. Una modalità che riteniamo in grado di rafforzare
ed innalzare la qualità dell’iniziativa, provando a sollecitare i
giovanissimi adolescenti a porsi domande di senso capaci di
rinfrancare poi il proprio operato estivo. E questo, da sempre, è un guadagno immenso poi nella prospettiva di crescita
e di verità personale e comunitaria. Un tempo così distante
dall’estate, inoltre, permette una riflessione che non vada
immediatamente ad affrontare quelle dimensioni concrete
tanto necessarie all’esperienza del Cre. Ma un’introspezione
capace di dare respiro alla decisione personale, alla scoperta
di un orizzonte semantico dell’esperienza, capace di rideclinarsi concretamente nel Cre attraverso un arricchimento di
valori e obiettivi ben radicati nei singoli adolescenti.
I temi
Le tappe del percorso vogliono affondare l’attenzione su alcuni punti centrali nell’esperienza del Cre. In primis le aspettative e le domande che abitano da sempre la scelta di fare
gli animatori. Perché fare gli animatori? Cosa ci si aspetta
dall’impegno estivo? E soprattutto: quali sono le difficoltà,
i timori, le paure rispetto al Cre? Attraverso lo strumento
del gruppo sarà possibile scoprire come l’esperienza dell’
«animazione», fatta di gioia e di divertimento come di fatica
e preoccupazioni, è caratteristica della vita di tantissimi altri
adolescenti di altri oratori. Ed il confronto e la condivisione
sono opportunità di crescita personale e collettiva. Attra-
verso il racconto che ogni corsista fa di sé, il Corso Centrale
raccoglie e condivide diverse prospettive, risposte, punti di
vista su ogni singolo tema, indirizzando tutte le diverse testimonianze in una direzione comune capace di raccogliere le
diversità e porre unità nei punti centrali di significato. Un’altra tappa è incentrata sull’essere in “oratorio”. Il luogo diventa parte attiva del proprio essere animatori. Il luogo delinea
l’orizzonte, gli obiettivi, l’esperienza stessa. Cosa significa allora essere in oratorio? Quali sono le idee che abbiamo del
nostro oratorio? Cosa non deve mancare? Attraverso attività concrete il Corso proverà a ribadire l’importanza, nel
servizio di ciascuno, di incarnare quelle attenzioni educative
e pastorali che da sempre l’Oratorio e la comunità portano
con sé. Tra le tante, ci soffermeremo sulla dimensione della
Spiritualità e della Fede. Anche in questa tappa si cercherà
di provocare sulla verità del proprio vissuto.
Quali sono le difficoltà? Perché un animatore deve avere anche un cammino di fede? Cosa significa spiritualità e perché
è così importante nella vita? Come ultima provocazione si
lavorerà invece sulla figura dell’animatore d’oratorio: proprio a partire dalle tappe vissute, si proverà a fare sintesi
delle linee condivise e a trovare gli ingredienti necessari ad
un adolescente per essere un buon animatore nel servizio
durante il Cre.
Le tappe
Il Corso Centrale si terrà nelle domeniche 11, 18, 25 gennaio e 1 febbraio 2015, dalle ore 9,00 alle ore 12,30. Tutti gli
appuntamenti formativi saranno proposti all’Istituto B. Capitanio (ex Casa dello Studente, in via S.Antonino,11, Bergamo). Per iscriversi bisogna contattare l’Ufficio Pastorale Età
Evolutiva allo 035/278203, oppure inviare una mail a upee@
curia.bergamo.it indicando nome, cognome e oratorio di
provenienza degli iscritti. Ricordiamo che le iscrizioni saranno aperte fino al 21 dicembre 2014 e che ad ogni oratorio
sarà consentito iscrivere massimo 6 ragazzi.
COMUNITÀ
1936 - NATALE 2014
Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano nei mercati
le cose già fatte. Ma siccome non esistono i mercati di "amici", noi della classe
1936 cerchiamo di esserlo sempre.
Auguriamo a tutti pace e bene.
La nostra Bepina non finisce di stupirci, a 78 anni si è inventata anche scrittrice.
Un abbraccio affettuoso da tutta la redazione, a lei e ai coscritti del 1936.
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 29
SCUOLA
a cura del
CONSIGLIO COMUNALE DEI RAGAZZI
ATTIVITÀ DEL CONSIGLIO COMUNALE DEI RAGAZZI
offerte dall’Amministrazione Comunale.
Un sentito ringraziamento è stato pronunciato dalla moglie del Dirigente Orlando, che lo ha ricordato prima come marito e padre, poi
come uomo di scuola. Infine tutti gli allievi hanno appeso una foglia
sull’albero come segno della volontà di mantenere sempre vivo nel
cuore e nella mente il ricordo del caro Preside Giovanni Orlando,
compiendo così un quadretto pieno di colori tenui con al centro
l’Albero Orlando che ha abbracciato gli allievi della scuola.
BICICLETTATA ORGANIZZATA DAL CCR
PER ACCOGLIERE LE CLASSI PRIME
Il 4 ottobre le classi prime della Scuola Secondaria di Primo Grado
di Sarnico, sezioni C e D, hanno partecipato alla biciclettata organizzata dal CCR dello stesso Istituto. L’uscita, con meta Predore,
ha avuto come finalità l’accoglienza, la socializzazione, l’approfondimento culturale e l’educazione stradale che costituiscono 4 pilastri
del processo previsto nel Piano dell’Offerta Formativa. Nel centro
di Predore gli alunni hanno visitato il sito archeologico della Villa di
Marco Nonio Arrio Muciano, un console e senatore dell’inizio del III
sec. d.C. che era solito trascorrere i mesi estivi nell’attuale cittadella
di Predore, poi battezzata la Liguria del Lago d’Iseo per il suo clima
temperato. La villa romana, un tempo munita di terme, conserva
ancora alcune di quelle parti (tepidarium, calidarium, frigidarium
nonchè manufatti e monete dell’epoca).
L’iniziativa didattica è stata apprezzata dai nuovi alunni della secondaria e ha dimostrato l’impegno del CCR nell’organizzare attività
socio-culturali indispensabili alla formazione del cittadino.
L’ALBERO DEI RICORDI
Venerdì 21 novembre 2014 presso l’Istituto E. Donadoni di Sarnico
è stata celebrata la Festa dell’albero. Hanno presenziato all’evento il
Dirigente scolastico prof. Salvatore Spagnolello, il Sindaco di Sarnico
dott. Giorgio Bertazzoli, la Giunta Comunale tutta, la Vicaria Ornella
Lazzari, i docenti, la Presidente del Consiglio di Istituto e del Comitato dei genitori, tutti gli alunni dell’Istituto, ex insegnanti e alcuni
bambini della Scuola dell’Infanzia.
La cerimonia si è aperta con un discorso del Dirigente scolastico
che, dopo aver presentato le ragioni dell’iniziativa, ha sottolineato
l’importanza dell’albero per la salute dell’uomo e i suoi numerosi
valori simbolici.
È seguito un commovente ricordo del caro Dirigente scolastico Giovanni Orlando, a cui sono state dedicate l’Oleans Fragrans piantumata nel cortile centrale dell’edificio e la targhetta commemorativa
30 - IL PORTO DICEMBRE 2014
GEMELLAGGIO SARNICO PLAN DE CUQUES
Il 19 ottobre 2014 è stato
celebrato il gemellaggio
Sarnico - Plan De Cuques,
un patto ormai ventennale, sottoscritto nel 1994
dall’allora Sindaco di Sarnico Alessandro Arcangeli
e dal suo omologo francese Jeanpierre Bertrand.
L’Associazione è finalizzata a consolidare la cittadinanza europea attraverso
uno scambio continuo di
idee e di usanze che avviene nella forma semplice
e cortese dell’ospitalità: a
intervalli gli abitanti di Sarnico e della cittadina della
Provenza si scambiano “residenza”. Come da tradizione il gemellaggio
è stato ospitato nel Parco Plan De Cuques di Sarnico, da dove, con
un lungo corteo guidato dai cori musicali italiano e francese, è stato
raggiunto il Municipio. Qui sono stati intonati i rispettivi inni nazionali
e l’inno europeo (“An die Fraudie”, ossia inno alla Gioia) poi è stata
redatta la sottoscrizione del gemellaggio. A prendere la parola è stato
il neosindaco di Sarnico Professor Giorgio Bertazzoli che ha espresso,
in nome di tutti gli abitanti, la più sentita accoglienza al sindaco e ai
cittadini francesi. Lo stesso sentimento è stato poi espresso dal Sindaco Bertrand. Il momento più importante ha visto apporre le firme
dei due sindaci in calce all’atto di gemellaggio per altri cinque anni.
A turno la banda sarnicese e quella francese hanno eseguito gli inni
locali. Il sindaco Bertrand ha voluto concludere con una citazione di
Alessandro Manzoni: “Questo matrimonio s’ha da fare” e ha aggiunto:
“Il nostro è uscito benissimo”, segno di apprezzamento della cultura e
dell’amicizia italiane. In mattinata è seguita poi la celebrazione di una
Santa Messa nella chiesa parrocchiale. Oltre ai sindaci e alla Amministrazione Comunale erano presenti il Maresciallo dei Carabinieri,
gli alpini, il CCR con il Dirigente Scolastico Salvatore Spagnolello e la
Vicaria Ornella Lazzari dell’I.C E.Donadoni di Sarnico e numerosi
cittadini del Comune.
a cura di
MIRIAM GASPARI
ASSOCIAZIONI
I CANTERINI DEL SEBINO:
CANTIAMO LA VITA CHE TRIONFA
Sono le 10 e 30 di un martedì sera qualsiasi. Il coro “ I canterini del Sebino” ha terminato la prova
che ha soddisfatto tutti, maestro e fisarmonicista compresi. Saluti, sorrisi, qualche chiacchiera
prima di salutarsi e dal fondo, dove i bassi stanno sorseggiando una bevanda miracolosa per la
voce, si sente qualcuno che intona ancora un canto. Non passano che pochi secondi e, lasciate
le chiacchiere, quasi come un tacito accordo il gruppo si ritrova riunito per dare sfogo all’ultima
voglia di canto della serata.
Questo è ciò che sperimentano, da quattro anni a questa parte, i nostri Canterini ogni volta che
si ritrovano.
È stato un anno intenso, con tante esperienze nuove che ci hanno permesso di conoscere realtà
diverse e sempre interessanti. Il repertorio di quest’anno, oltre a canti popolari lombardi, si è arricchito di brani che fanno parte della cultura e della tradizione popolare napoletana e romana.
Il canto rappresenta per noi quella voglia contagiosa e dirompente che vuole coinvolgere, unire
e rendere partecipi tutti quelli che incontriamo durante le nostre esibizioni. L’interpretazione
spontanea che diamo al nostro canto dona all’ascoltatore l’emozione e il ricordo di tempi pas-
sati ma sempre presenti nella trama
della vita. Si canta l’amicizia, si canta
l’amore, si canta il lavoro, si canta
la malinconia, ma anche la fatica, la
guerra, la fame, la morte. È la vita ,
con tutte le sua fasi, a trionfare in
questi canti, espressione tangibile
dei sentimenti di ciascuno. E quando le persone che ci ascoltano, con
occhi che brillano e labbra che sussurrano, si uniscono al nostro canto, beh! non c’è felicità maggiore,
come abbiamo sperimentato anche
il giorno 8 dicembre a Coccaglio in
un teatro gremito.
Un nostro sincero sostenitore e
competente musicista, dopo averci visto in televisione e averci fatto
i complimenti per l’esibizione di
Roma, da Verona così ci scrive:
«I giudici - ed il maestro Sciutto in
particolare - hanno commesso l’imperdonabile errore di valutare, con
il criterio dei valori accademici, l’interpretazione di un brano di genere
popolaresco che è per suo stile di tessitura semplice. A mio parere è stata
una contraddizione, come pretendere
che il sano lambrusco abbia l’abboccato dello champagne. Sono due cose
entrambe eccellenti ma diverse».
E con questo, secondo noi riuscitissimo paragone, chiudiamo
questo anno 2014 e auguriamo a
tutti …che si avveri ciò che il cuore desidera.
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 31
ASSOCIAZIONI
a cura dell' ASSOCIAZIONE
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ASSOCIAZTRO NATALE"
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GRUPPI DI CAMMINO
Nel quadro dell’iniziativa “Camminare insieme” il 10 dicembre ha avuto luogo la serata
informativa dei gruppi di cammino; presenti, oltre ai rappresentanti della nostra associazione, il Dottor Brambilla dell’ASL di Bergamo e l’assessore allo sport Signor Nicola
Danesi. La presentazione ha suscitato molto interesse tra i presenti: sono infatti sempre
più numerosi gli anziani che scelgono l'attività proposta dai "Gruppi di cammino", per
modificare il proprio stile di vita secondo criteri di salvaguardia della salute che fanno
dell’attività fisica, a moderata intensità e costante nel tempo, una delle principali caratteristiche di una vita sana.
Ma di che cosa si tratta: due o tre volte alla settimana il gruppo si ritrova per una
camminata a misura di ogni partecipante, fino a raggiungere l’obiettivo di migliorare
progressivamente.
È ormai assodato che aderire al motto "Più anni alla vita più salute agli anni", rappresenti un potente mezzo per raggiungere e mantenere la piena efficienza dell'organismo.
Camminare in gruppo, stare in salute mezz'ora o quarantacinque minuti al giorno per
alcuni giorni la settimana, può essere in alcuni casi più efficace che assumere medicinali.
Il programma nato a scopo sanitario, è diventato col tempo anche un piacevole modo
di trovarsi con altre persone al punto che la bergamasca detiene il primato del maggior
numero di gruppi di cammino in Italia.
L’iniziativa dovrebbe partire a fine febbraio 2015, chi fosse interessato può rivolgersi
all’associazione.
SANTA LUCIA
Ormai è un appuntamento fisso. Venerdì 12 ci siamo recati presso la Casa di Riposo per portare i doni dell’associazione agli ospiti. Le caramelle e i cioccolatini
distribuiti da Santa Lucia sono stati molto graditi da tutti e per noi è stata molto
gratificante la calorosa accoglienza che ci hanno riservato. All'arrivo della Santa per
un attimo gli ospiti sono rimasti in silenzio, stupiti dalla sorpresa. È bello vedere
ancora gli anziani stupirsi ed incuriosirsi. Per loro è stata un’occasione in più per
32 - IL PORTO DICEMBRE 2014
tornare bambini e riprovare le sensazioni magiche della notte del 13
Dicembre.
SCAMBIO DI AUGURI
DI FINE ANNO
Anche questo è uno dei momenti più attesi dagli iscritti alla nostra
Associazione. Un'opportunità per
stare insieme, favorire momenti di
aggregazione e allo stesso tempo
una dimostrazione di interesse da
parte di chi ha il dovere di porre
attenzione nei confronti dei nostri
anziani e ai loro bisogni, e fra essi
l’esigenza di socializzare e sfuggire
ad un isolamento spesso obbligato,
che rappresenta una delle priorità
più sentite.
«Il Natale è per certi aspetti la festa
che ci raduna tutti con gioia per la
nascita di Cristo - ha detto il parroco don Vittorio mercoledì 17 all'inizio della celebrazione Eucaristica
presso la sede, con la presenza del
Sindaco Giorgio Bertazzoli - un'occasione condivisa, bella perché ci
si rivede e tutti insieme si prende
consapevolezza della grandezza del
gruppo. Un momento che sta alla
fine dell'anno ma idealmente è una
festa per ripartire e ricominciare
con nuovo slancio».
Al termine è stato bello scambiarsi
gli auguri per le imminenti feste natalizie con panettone e brindisi.
Al resto ci ha pensato il nostro
“Babbo Natale” Silvio Belotti che
con il bandino ha rallegrato il pomeriggio di festa con il solito entusiasmo,
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 33
LE PAGINE DEL COMUNE
a cura del Sindaco
GIORGIO BERTAZZOLI
MESSAGGIO AUGURI
DI NATALE DEL SINDACO
ALLA CITTADINANZA
Cari concittadini,
il Natale è ormai alle porte e, con esso, uno dei periodi più suggestivi
dell’anno. Nel volgere a voi il mio messaggio di auguri, ritengo giusto
riflettere su alcune considerazioni per Sarnico, il mio paese, il nostro paese. Un paese che tutti amiamo profondamente ed a cui l’attuale Amministrazione comunale sta dedicando tutte le proprie forze ed energie,
con passione e determinazione. Mi rendo conto che, in questi giorni di
feste, augurare a tutti un Natale gioioso e sereno, possa suonare stonato, soprattutto per coloro che stanno vivendo una drammatica quotidianità, che non consentirà di passare le festività natalizie con la serenità
che meriterebbero. All’Istituzione comunale, quotidianamente, pervengono appelli ed indicazioni per interventi di aiuto e sostegno economico
verso persone in gravi difficoltà, da parte di giovani che non hanno e non
trovano lavoro. Ma ogni nostro desiderio, ogni nostra volontà viene mortificata da una situazione generale che non consente alle Amministrazioni
comunali in genere di dare risposte adeguate, a causa delle ristrettezze
economiche e della precaria situazione economica dell’intero territorio.
È una situazione che ci provoca una forte amarezza ma che, allo stesso
tempo, ci stimola a utilizzare con tenacia i pur pochi strumenti di cui siamo in possesso. L’attenzione dell’Amministrazione comunale è costantemente rivolta ad individuare i bisogni della gente e a mettere in campo
le misure necessarie per sostenerli. Ecco perché non voglio sottrarmi al
“rito” degli auguri, ma voglio far sapere ai cittadini che il mio pensiero
non si ferma al “Buon Natale”, ma è rivolto a loro in modo continuo e
costante, alla ricerca di soluzioni concrete per superare questo momento
difficile. Il tempo che ci avvicina al Santo Natale e al nuovo anno ci porta
a ripercorrere idealmente la memoria dei giorni passati, a volte lieti a volte densi di difficoltà, ma sempre fervidi e operosi, a riflettere su quanto è
34 - IL PORTO DICEMBRE 2014
accaduto, a ripensare alle nostre azioni, a ciò che abbiamo vissuto e, nel
contempo, a condividere con altri la speranza per un futuro più sereno e
benefico, perché il Natale è un momento di gioia, una testimonianza di
amicizia, ma anche tempo di riflessione e di responsabilità. Il Natale ci
richiama all’ascolto dei più bisognosi e deboli, di coloro cui non sono pienamente riconosciuti i diritti al lavoro, alla casa, alla salute; ci rimanda a
un’idea di Comunità vicina alla famiglia, amica dei suoi vecchi e dei suoi
giovani. Voglio ringraziare, a nome mio personale e dell’Amministrazione
comunale, quanti hanno reso possibile, con il loro impegno, tutto questo:
chi lavora nella struttura comunale, adoperandosi per rendere sempre
più efficaci i servizi al cittadino; la parrocchia, per la preziosa e costante
attività; i tanti volontari impegnati nelle varie associazioni, che con generosità e responsabilità concorrono al nostro operato; tutta la cittadinanza, che ha dato dimostrazione di grande senso civico nel sostenere e
anche criticare (perché no?) le iniziative dell’Amministrazione comunale;
i singoli cittadini che si sono impegnati per allietarci i giorni dell’attesa
del Natale e del nuovo anno, nell’incantesimo delle luci, dei canti e dei
momenti culturali e ricreativi. Il mio augurio è dunque che le feste siano
portatrici di affetti e di valori ritrovati, che il Natale doni momenti di
pace e serenità, ma un augurio particolare voglio rivolgere a tutti coloro
che devono affrontare situazioni di disagio, quali la malattia, la disoccupazione, l’emarginazione, la lontananza dagli affetti, il disgregarsi di una
famiglia, la solitudine. Un augurio speciale lo invio agli anziani, custodi
delle nostre radici e di una memoria storica che è insegnamento di vita.
Infine, auguro a tutti, che il Natale sia la festa che ci invita all’impegno
e alla costruzione di relazioni umane capaci di rendere più fraterna e
serena la convivenza civile, ma soprattutto sia l’occasione per guardarci
dentro, per capire chi siamo davvero in fondo al cuore.
Buon Natale e Felice Anno Nuovo!
Il Sindaco Giorgio Bertazzoli
LE PAGINE DEL COMUNE
IL SINDACO CONFERISCE LA CITTADINANZA
ONORARIA A DON LUCIANO RAVASIO
Il Consiglio Comunale con voto unanime e nella persona
del Primo cittadino Giorgio Bertazzoli ha conferito a Don
Luciano Ravasio la Cittadinanza Onoraria. La cerimonia
si è svolta il 24 novembre nella sala consiliare gremita di
adulti e ragazzi e il Sindaco di Osio Sotto. L’ex parroco
di Sarnico trasferito da poco a Osio Sotto ha ricevuto la
pergamena con le chiavi simboliche di Sarnico, realizzate
in vetro dai ragazzi della Cooperativa “Il Battello" e una
foto storica della cittadina offerta da Silvano Marini. Le
parole pronunciate dal Sindaco esprimono gratitudine e
riconoscenza per gli oneri e gli onori che Don Luciano
ha saputo realizzare nella sua missione pastorale durata
tredici anni. Il Sindaco Bertazzoli così si è pronunciato durante il conferimento dell’onorificenza: “Per essere entrato nella nostra Comunità con entusiasmo, competenza e
senza risparmio di energie per lo svolgimento Pastorale.
Per aver saputo restaurare e rilanciare la nostra Chiesa
Parrocchiale di San Martino Vescovo e per aver messo
in campo tutte le capacità organizzative e le conoscenze
storiche, culturali ed artistiche che tale intervento richiedeva. Per essere stato il buon Pastore e per aver saputo
dosare in modo equilibrato e, al tempo stesso, determinato, il rapporto con tutte le realtà della nostra Comunità, muovendo opportune sinergie con l’Amministrazione
Comunale.
Tutto questo ci permette di dire che, se la storia di un
paese la scrive la sua gente, Don Luciano Ravasio, dal 7
Ottobre 2001 all’11 Settembre 2014, si è meritato un posto importante nelle pagine della storia di Sarnico”. Don
Luciano senza dubbio emozionato per il privilegio conferito ha saputo usare parole semplici e ha chiesto di essere
ricordato come uno di Sarnico, non come uno che ci è
arrivato, nella speranza di avere lasciato un contributo
positivo.
La serata è proseguita con il giuramento del Sindaco dei
Ragazzi, Davide Besenzoni, 13 anni, di Terza media, che
ha formato la sua Giunta junior con tre ragazzi e una ragazza. Si tratta di un progetto di educazione civica molto
importante e sostenuto fortemente dall’Amministrazione Bertazzoli, affinché questi ragazzi possano crescere e
prendano forma i futuri cittadini in un’ottica di responsabilità civile e bene comune.
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 35
LE PAGINE DEL COMUNE
a cura dell’Assessore alla Famiglia ed all’Istruzione
PAOLA PLEBANI
POSSIAMO FARCELA
CON L'AIUTO DI TUTTI
Lo chef Gualtiero Marchesi al Serafino Riva
Nel Consiglio Comunale del 24 novembre scorso abbiamo presentato il Sindaco dei Ragazzi, Davide Besenzoni.
Dopo aver ricevuto la fascia tricolore dal Sindaco Bertazzoli ha elencato i componenti della sua giunta ed i consiglieri. Ha poi presenziato al conferimento della cittadinanza onoraria concessa a Don Luciano Ravasio.
Il Consiglio Comunale dei Ragazzi (C.C.R.) è un’iniziativa a cui teniamo tantissimo perché rappresenta un modo
concreto di avvicinare i giovani alle istituzioni e consente
loro di partecipare attivamente alla vita amministrativa di
Sarnico. Le elezioni del CCR avvengono ogni due anni e
si riferiscono alla scuola secondaria di primo grado (ex
medie). Si presentano liste, programmi e si fa campagna
elettorale. In un periodo in cui la politica non riscuote
molte simpatie, è incoraggiante che ci siano dei ragazzi
desiderosi di impegnarsi e di conoscere le difficoltà della
vita amministrativa.
Dalla collaborazione con il C.C.R. e con Lega Ambiente
abbiamo promosso l’iniziativa di piantare un albero nel
giardino dell’istituto comprensivo in ricordo del Preside
Giovanni Orlando. È stata una cerimonia commovente
cui hanno preso parte, tra gli altri, la moglie ed il figlio del
Preside Orlando, l’ex Preside Mazza, numerosi docenti
ed una delegazione di bambini dell’Asilo, accompagnati
dal Presidente Marcello Bonetti.
Dopo aver ripristinato i cartelli alle fermate ed acquistato
nuove pettorine di diverso colore a seconda del percorso, abbiamo rilanciato il Piedibus. Questa iniziativa, nel
giorno di sabato, dislocandosi su 5 diversi percorsi, permette ai bambini della scuola primaria di andare e tornare
36 - IL PORTO DICEMBRE 2014
a piedi da scuola, accompagnati da genitori volontari.
Una delegazione di bambini della Scuola Materna è stata
da me accolta in Municipio ove mi ha consegnato una letterina per Santa Lucia, che abbiamo poi festeggiato il 15
dicembre in Asilo. Nell’occasione l’Amministrazione ha
ringraziato le già Presidenti Ines Boni ed Ester Bortolotti
per l’impegno profuso a favore dei bambini.
Nel contempo stiamo seguendo anche il progetto di ristrutturazione della palazzina “Arti e Mestieri” per venire
incontro ai bisogni del “Serafino Riva”. L’istituto in collaborazione con l’Associazione Genitori, di cui è Presidente
la signora Irene Zucchetti, ha presentato il progetto il 22
novembre scorso (realizzato dal responsabile dell’Ufficio
Tecnico Comunale architetto Gian Pietro Vitali supportato dall’architetto Domenico Egizi). Per questo progetto
il nostro impegno è massimo ma abbiamo bisogno, per
arrivare a risultati concreti, dell’aiuto di altri enti quali Comuni, Comunità Montana, Provincia e Regione e di privati
quali l’Associazione Produttori Guarnizioni che ha preso
parte alla presentazione con l’avvocato Piero Arcangeli.
Possiamo farcela solo con l’aiuto di tutti.
Vorremmo, insieme alla cooperativa “Il Battello”, costruire un percorso atto a favorire l’inserimento lavorativo dei
ragazzi che lì operano.
Insomma c’è il desiderio da parte mia e della Giunta di
fare tutto il possibile sia nel campo dell’istruzione che in
quello del sociale.
Colgo l’occasione per porgere a tutti i cittadini tanti auguri per il Santo Natale ed il Nuovo Anno.
AL PARCO DI VIA CERRO (BADEN
POWELL) PRIMA AREA CANI
Prima area cani di Sarnico attrezzata e recintata all'interno
del Parco di via Cerro. “La nostra Amministrazione – dichiara il Sindaco Giorgio Bertazzoli
–, dopo l’urgenza e l’Ordinanza di quest’estate che vietava
l’ingresso ai cani in 3 lidi su 4
del paese e 4 parchi su 7 per
motivi igienico-sanitari e di sicurezza, come promesso, creerà una serie di zone recintate
e attrezzate per lo sgambettamento dei nostri amici fido, in
modo da rendere più igieniche
tale aree e mettere al sicuro tutti gli utenti, soprattutto
i bambini”. In questa prima
area abbiamo recintato circa
200 metri quadri all’interno
del parco, con appositi cartelli di regolamentazione (per
esempio obbligo di raccolta
deiezioni per i proprietari dei
cani), cestino (all’ingresso del
parco) e distributore di sacchetti. Seguiranno altre aree
prima dell’inizio della prossima
stagione, dove sarà consentito
LE PAGINE DEL COMUNE
portare il proprio amico peloso: al Lido Fosio, Area Paroletti, più altre zone
dove è già consentito portare il cane. “Ora stiamo valutando la questione dei
lidi, che è la parte più delicata della questione. Inoltre, vicino al Lido Holiday,
esiste già un’area destinata dove poter stare con i propri cani, il lido Calchera,
prima del Ristorante “La Pagoda di Eolo”.
Con tutte queste aree e con quelle già previste dove i cani possono entrare,
si arriverà alla quasi totalità di lidi e parchi, tranne i Lazzarini che non hanno
spazio a sufficienza per accogliere tale area”.
E circa la questione del ricorso al Tar sull’Ordinanza di divieto ingresso ai parchi promossa dall’Oipa, il Sindaco ci tiene a precisare: “Dispiace, visto che
anche noi amiamo gli animali, ecco perché stiamo creando aree attrezzate,
dove i cani potranno sgambettare liberi da guinzaglio e museruola e non recare
danni a nessuno. Per igiene e decoro pubblico riguardante le deiezioni abbiamo
promosso la nostra ordinanza, ora potremmo ritoccarla visti i nuovi sviluppi
delle apposite aree”.
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 37
LE PAGINE DEL COMUNE a cura di
MARINA BRIGNOLI
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EVENTI IN
INCONTRI CON
L’AUTORE E
SPETTACOLO DI
SANTA LUCIA
“La Morale Aziendale”, ci ha introdotto in un nuovo modo di gestire il personale, dove
“…la finalità del business non è il solo profitto, ma la possibilità di toccare le esistenze degli
esseri umani. Non di abolire, o demonizzare, od ostacolare il profitto, e quindi il denaro, ma
di farne un veicolo attraverso il quale arrivano al lavoratore la ricchezza e il senso….”.
A presentare egregiamente l’autore ci ha pensato Giuliano Bonassi, al quale sono grata, avendo lunga esperienza manageriale che, tra l’altro, ora potrà sfoderare essendo stato nominato
Presidente della Casa di Riposo di Sarnico.
La presentazione è stata un successo e l’argomento gradito, vista anche la partecipazione di
industriali del territorio, che hanno colto l’occasione per porre specifiche domande.
Al termine della presentazione l’autore ha venduto parecchi libri…non a caso attualmente
è primo nella classifica dei saggi italiani.
Sergio Casella con Marina Brignoli
Approfittando sempre della splendida cornice della nostra Pinacoteca “Don Gianni
Bellini”, dopo il thriller “The Orange hand”
del giornalista bergamasco Luca Tom Bilotta, sabato 15 novembre abbiamo avuto il
piacere di ospitare un grande manager di
Lucca Sergio Casella che, col suo saggio
Sabato 29 novembre è stata la volta del nostro concittadino Livio Gambarini, ora milanese d’adozione, col suo romanzo storico “Le Colpe dei Padri”. Lo scrittore ci ha trascinato in un’altra epoca e, con gli occhi dei tre protagonisti del libro, ci ha mostrato la Lombardia
e la nostra Bergamo ai tempi del Medioevo.
Suggestiva l’introduzione da parte di Walter Tiraboschi, che ringrazio ancora. Con il supporto di altri due validi attori del Teatro Piroscafo, Mavi Barcella e Carlo Hazan, ha letto ed
interpretato alcuni brani tratti dal romanzo.
Presente alla serata anche Emanuele Pagani, editore del libro, che ha piacevolmente interagito con lo scrittore durante la presentazione.
Un ringraziamento anche a Rebecca Campigli e Laura Crescini, nuove e giovani leve della
Commissione Biblioteca, che con bravura hanno rispettivamente introdotto le due serate.
Gli Incontri con l’Autore riprenderanno a Febbraio 2015. Vi aspettiamo sempre numerosi.
Sabato 13 dicembre, importante ricorrenza per il mondo dell’infanzia, alle ore 16.00 la Biblioteca Comunale ha organizzato lo spettacolo per bambini “Arriva Santa Lucia” con
l’Associazione Spazio Circo Bergamo. Con giochi di luce e di ombre, campanellini, gestualità
e musica l’artista ha accalappiato la curiosità dei bambini e dei rispettivi genitori che, nonostante la pioggia e i regali di Santa Lucia, hanno condiviso tutti insieme questo piacevole pomeriggio IN BIBLIOTECA. Al termine una simpatica merenda con leccornie varie per tutti.
Buon Natale e Felice Anno Nuovo anche da parte della Commissione Biblioteca.
Un momento di "Arriva Santa Lucia"
Gambarini, Pagani e Marina Brignoli
38 - IL PORTO DICEMBRE 2014
LE PAGINE DEL COMUNE
SANTA LUCIA
ALLA MATERNA
Il 15 dicembre è avvenuta la consegna della Santa Lucia da parte dell'Amministrazione comunale ai bambini dell'Asilo "Faccanoni" di Sarnico. Durante la piccola cerimonia è stato
donato un presente alle due ex presidentesse signora Ester Bortolotti e signora Ines Boni.
Il Sindaco Bertazzoli: "È davvero un onore dare un piccolo presente per quanto fatto dalla
signora Ester prima e dalla signora Ines dopo. L'Asilo, così come le nostre scuole e i nostri
ragazzi, sono al centro dei nostri pensieri
per un futuro migliore fatto di speranza,
sviluppo e crescita. Grazie anche all'attuale Presidente Marcello Bonetti, ai suoi
consiglieri e collaboratori. Lavorare con
impegno e dedizione a titolo gratuito per
la nostra Comunità merita grande rispetto". La piccola cerimonia si è svolta in un
clima di gioia e di festa con gli oltre 180
bambini impazienti di giocare con i loro
nuovi doni.
SCUOLA
PROGETTO ATTIVITÀ PSICOMOTORIA NELLE CLASSI PRIME
Nell'ambito dei progetti inseriti all'interno delle attività didattiche del primo quadrimestre dell'anno scolastico 2014 -2015, gli
alunni delle classi prime della Scuola Primaria di Sarnico stanno seguendo dei Percorsi di Attività Psicomotoria, guidati dall'
espeto, il Sig. Claudio Scattini. Il progetto, attualmente in atto,
è stato distribuito su dieci lezioni per ciascuna classe, un'ora alla
settimana.
Gli obiettivi che si intendono conseguire, grazie ad esso, sono
inerenti alla possibilità di attuare specifiche attività psicomoto-
rie in un contesto di gioco condiviso, al fine di aiutare i bambini
a sviluppare relazioni positive all'interno del gruppo classe, ad
acquisire fiducia nelle proprie capacità, a consolidare le abilità
spaziali e temporali.
I bambini stanno partecipando con entusiasmo a questo progetto grazie alla capacità del Sig. Scattini di proporre attività coinvolgenti, educative e divertenti ma soprattutto basate su regole che
gli alunni condividono ed interiorizzano.
a cura delle INSEGNANTI DELLE CLASSI PRIME
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 39
ASSOCIAZIONI
a cura di
ADRIANO PALTENGHI
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GRUPPO
L’Associazione Marinai di
Sarnico augura a tutti i Soci
e Simpatizzanti, alle Autorità
Militari, Civili, Religiose, alla
Redazione de “il Porto”ed ai
suoi lettori
Buon Natale e
Felice Anno 2015
Un augurio di cuore ai due
Marò Pio Latorre e Massimiliano Girone, perché possano tornare presto alle loro
famiglie e dai loro Marinai.
COMITATO AMICI DEL CENTRO STORICO
Nel mese di ottobre, in seguito alla riunione indetta dall’assessore al turismo Lorenzo Bellini, si sono tenute le votazioni per la
formazione di un comitato di quartiere poi
denominato “AMICI DEL CENTRO STORICO”.
Tutti gli abitanti, proprietari di immobili ed
esercenti della zona contrada, piazze, via
Orgnieri e parco Lazzarini, hanno diritto di
ritenersi soci di questo comitato.
La finalità è quella di promuovere il mante40 - IL PORTO DICEMBRE 2014
nimento e miglioramento del centro storico.
Tale proposito passa attraverso un lavoro
di osservazione di tutto ciò che è lasciato al
degrado o all’incuria, per essere affrontato
in modo sinergico tra cittadini , esercenti e
amministrazione pubblica.
Pulizia, servizi, illuminazione, manutenzione
degli edifici, abbellimento, ordine…
Con cadenza quindicinale il Direttivo si riunirà per raccogliere tutte le idee, coordinarle e con tanta buona volontà e dedizione,
portarle all’attenzione degli interessati per
a cura di
MARCO BUELLI
produrne un beneficio comune.
Pensiamo che lo stato di crisi che viviamo
non debba essere un momento che coinvolga negativamente anche i nostri stimoli,
sarebbe un ulteriore alimento alla decadenza a discapito della vivibilità, dei servizi, del
commercio e tant’altro, ma piuttosto comunicare, unire i nostri sguardi, fare un’analisi
costruttiva, per trovare nuovi stimoli che
portino assieme a nuove emozioni positive.
A gennaio sarà indetta anche l’assemblea
generale, ma nel frattempo avremo cura di
informare sul nostro operato.
Composizione del Consiglio Direttivo:
presidente: Buelli Marco
[email protected]
vice presidente:
Carminati Giuseppe
segretario: Viviani Giovanni
[email protected]
consiglieri:
Marchetti Rossella, Belotti Armando, Volpi
Luigi, Faletti Giuseppe, Ghisalberti Gianfranco, Biasi Gianluigi - [email protected], Lorenzo Bellini, Parigi Federico, Ondei Angelo,
Amadè Oscar
SALUTE
a cura di
FRANCESCA PESENTI
CONGRESSO: LA RIEDUCAZIONE
NEUROCOGNITIVA NELLE MALATTIE
DEGENERATIVE DEL SISTEMA
NERVOSO CENTRALE
Di fronte ad una platea di 100 persone si è svolto
sabato 22 novembre, presso la sala Alabastro del
“Centro Congressi Giovanni XXIII” di Bergamo,
il congresso organizzato da Habilita circa la rieducazione neurocognitiva nelle malattie degenerative del sistema nervoso centrale. L’evento, la
cui responsabilità scientifica è stata affidata al dr.
Umberto Bonassi, direttore sanitario di Habilita
Zingonia, ha annoverato nella faculty relatori di
caratura nazionale come il dr. Sandro Iannaccone, il Prof. Giorgio Sandrini ed il dr. Andrea Sozzi. Moderatore dell’evento il dr. Giovanni Taveggia, direttore sanitario di Habilita Sarnico.
lattia di Parkinso, la malattia di Huntington, la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), la demenza da corpi di Lewy. A tal
proposito la riabilitazione neurocognitiva è un approccio
riabilitativo volto ad agire sui processi cognitivi del paziente,
in particolare sulla percezione, sull'attenzione e controllo del gesto motorio, sia per quanto concerne i danni di
origine centrale che periferica, attraverso test, esercizi e
valutazioni.
«L’evento del 22 novembre, di alto livello scientifico – afferma il
dr. Umberto Bonassi - ha ricoperto un ruolo molto importante, sia da un punto di vista formativo perché vede come protagonista la figura dello psicologo, sia da un punto di vista tecnico
perché la riabilitazione neuropsicologica riveste un ruolo fondamentale con la cosiddetta “riabilitazione tradizionale”: questa
sinergia permette di ottenere risultati migliori nella diagnosi e
nella cura di pazienti affetti da malattie degenerative del sistema nervoso come la Malattia di Parkinson, la SLA ed il Morbo
di Alzheimer. La riabilitazione neurocognitiva è quindi complementare e sinergica agli altri aspetti della riabilitazione.»
«In Italia il numero dei pazienti affetti da malattie neurodegenerative è purtroppo in continuo aumento – introduce il
prof. Giorgio Sandrini, dell’Istituto Neurologico “Mondino”
di Pavia – per questo motivo un approccio riabilitativo integrato
è di fondamentale importanza. Il paziente deve essere sempre
considerato nella sua globalità poiché nella patologia vengono
compromessi alcuni apparati fondamentali come il sistema
motorio, renale e respiratorio. L’insorgere di queste problematiche, in modo particolare per quelle che vanno ad invalidare
il sistema cognitivo, causano spesso problemi alla memoria
e poi problemi di comunicazione, e di conseguenza problemi
di relazione con la famiglia e con la società. Da questo punto
di vista l’approccio riabilitativo ha un impatto limitato ma può
condizionare l’efficacia nella gestione del paziente a domicilio.
Si tratta di pazienti complessi da trattare ma un progetto riabilitativo ad hoc può scongiurare la possibilità di una lungodegenza e di un allontanamento forzato dall’ambiente famigliare».
Ma cos’è la riabilitazione neurocognitiva? E cosa si intende
per malattie neurodegenerative? Le malattie neurodegenerative sono un insieme variegato di malattie del sistema
nervoso centrale, accomunate da un processo cronico e
selettivo di morte cellulare dei neuroni. A seconda del tipo
di malattia, il deterioramento neuronale può comporta- Diagnosi precoce nel deficit cognitivo subacuto, aspetti clire deficit cognitivi, demenza, alterazioni motorie, disturbi nici e riabilitativi è invece il titolo della lettura magistrale del
comportamentali e psicologici. Tra le più note malattie dr. Sandro Iannaccone (San Raffaele, Milano).
neurodegenerative ci sono: la malattia di Alzheimer, la ma42 - IL PORTO DICEMBRE 2014
SALUTE
«Il quadro sintomatologico della demenza subacuta è caratterizzato da sintomi affettivi, agitazione, aggressività, apatia, allucinazioni prevalentemente visive, ideazione delirante, deficit
della memoria, crisi epilettiche resistenti alla terapia farmacologica. Le cause principali sono forme infettive, traumi, cause
metaboliche, tumori, cause iatrogene e forme autoimmuni o
malattie come la Malattia di Lewy. La diagnosi è estremamente importante in quanto alcune di queste forme, se riconosciute, sono trattabili e reversibili».
“L’aspetto diagnostico rappresenta la fase di malattia più importante e difficile – conclude il dr. Giovanni Taveggia - L’approccio clinico è determinante, il medico (neurologo o fisiatra)
deve procedere attraverso una dettagliata anamnesi ad esplorare il vissuto del paziente, i comportamenti e le abitudini che
caratterizzano la vita di ogni individuo.
Alcuni cambiamenti o anomalie comportamentali sono patognomonici, nelle fasi iniziali sono segnali importanti da seguire
come una traccia utile alla precoce ricerca della malattia. Il
sospetto infine può essere confermato da prove e valutazioni
psicometriche e strumentali che rafforzano la diagnosi. Spesso
è il medico curante che nota delle “stranezze” nel comporta-
mento del suo assistito ed invia il paziente allo specialista per
la conferma diagnostica e contribuisce a mantiene la necessaria continuità sanitaria sul territorio anche dopo la dimissione
dall’ospedale».
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 43
ASSOCIAZIONI
a cura della
DELL'ASSOCIAZIONE
PRO-LOCO
SARNICO
NICO
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2015
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TESSE
N.B.
Dal 1 febbraio 2015 l'Ufficio Informazioni Turistiche/ Pro-Loco Sarnico si trasferirà in via Tresanda nr.
1 (ex-uffici al pubblico della Servizi
Comunali S.p.A.).
44 - IL PORTO DICEMBRE 2014
Le iniziative e gli eventi organizzati nel corso del 2014 hanno visto una notevole
partecipazione sia di turisti che di residenti, contribuendo a far conoscere la nostra cittadina e a dare opportunità di svago e di cultura per chi abita a Sarnico.
La Pro-Loco è una associazione aperta a tutti coloro che vogliono collaborare
a promuovere queste attività. La forma più semplice ed immediata consiste nel
rinnovo dell'iscrizione per il 2015 (o nell'iscrizione per chi non fosse ancora socio), con un contributo di soli € 5,00. Ovviamente l'associazione confida di poter
contare anche sul volontariato dei soci in occasione delle manifestazioni più significative.
Vi invitiamo a passare nella sede di via Lantieri al nr. 6 per il versamento della quota. I soci in regola con questo versamento, come previsto dallo statuto, potranno
partecipare all'assemblea del prossimo mese di marzo, per il rinnovo delle cariche
sociali e per l'adeguamento dello statuto alle nuove disposizioni di legge.
a cura del
CAPOGRUPPO PAOLO RAVELLI
CARISSIMI ALPINI E
AMICI DEGLI ALPINI
ASSOCIAZIONI
COLLETTA ALIMENTARE 2014
CONDIVIDERE I BISOGNI PER CONDIVIDERE IL SENSO
DELLA VITA
«Condividiamo quel che abbiamo nella carità cristiana con chi è costretto ad affrontare numerosi
ostacoli per soddisfare un bisogno primario come
l’alimentazione».
Papa Francesco
Cari alpini Sarnicesi, carissimi Amici degli Alpini,
a conclusione di un anno come questo credo sia più che mai doveroso rivolgere a tutti
voi un pensiero e ricordare i prossimi importanti impegni.
Innanzitutto un GRAZIE enorme ed un plauso a voi per la festa che a ottobre ci ha visto protagonisti insieme al nostro amato tricolore per le vie di Sarnico, son stati giorni
di fatica, carichi di forti emozioni e tanta gioia; abbiamo potuto constatare ancora una
volta quanto sia prezioso, forte ed amato da tutti il nostro Gruppo.
L’entusiasmo che questo evento ha creato ha rafforzato il nostro impegno e ci ha dato
ulteriore responsabilità nei confronti delle tante persone che ancora ci vedono come
uno degli ultimi baluardi di quei valori che molti credevano ormai persi.
Ma per migliorare abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti: dell’esperienza dei “Veci” e della
forza dei “Bocia”.
Il 18 gennaio ci troveremo presso la sede in via Libertà dalle ore 9.00 per il rinnovo
delle cariche del gruppo, vi aspettiamo numerosi per passare qualche momento insieme, per dare la vostra preferenza e per rinnovare il bollino.
Ii 15 di marzo, come tradizione parteciperemo alla Santa Messa delle ore 11.00 in
parrocchia a cui farà seguito il pranzo (ancora in fase di definizione la location).
Concludo queste poche righe augurando a tutti Voi e alle vostre famiglie un gioioso e
sereno periodo natalizio e di fine anno, ricordando che il “regalo” più bello l’abbiamo
già ricevuto: essere Alpini.
Il 29 novembre siamo stati impegnati in questa
bella iniziativa che da 18 anni ci vede “schierati”
all’esterno dei supermercati a raccogliere generi alimentari per chi ne ha bisogno.
Nelle prime edizioni di questa giornata di condivisione, non vi era stata una grande partecipazione, sia di volontari che di negozi aderenti,
ed erano state quindi poche anche le persone destinatarie degli alimenti raccolti (oggi in
Lombardia si calcola che siano oltre 700.000
le persone che vivono al di sotto della soglia
di povertà, molti dei quali Italiani, bergamaschi,
come noi). Ora i supermercati che vorrebbero
aderire aumentano ogni anno ma purtroppo i
volontari diminuiscono. Fortunatamente Sarnico è in controtendenza: sono oltre 20 volontari del gruppo Alpini Protezione civile (che è
un gruppo solo) egregiamente guidati dai capi
équipe Luigino Belussi e Luigi Picco che sono
stati impegnati per oltre dodici ore a smistare,
imballare, pesare e caricare quello che la generosità di tanta “brava gente” ha voluto donarci:
2.400 sono stati alla fine i kg. di alimenti raccolti,
oltre il 20% in più dell’anno precedente, un dato
nettamente superiore alla media nazionale.
Ora, quanto raccolto, sarà ridistribuito nel nostro territorio attraverso la rete del “Banco Alimentare”.
GRAZIE a tutti voi! Grazie anche alle società
aderenti: Conad, Italmark e Simply per averci
supportato e sopportato. Un ringraziamento
speciale va alle nostre “colletta girls” che con
il loro sorriso hanno saputo accogliervi nel migliore dei modi all’ingresso dei tre punti vendita.
Ho un sogno: poter interagire con altri gruppi
dediti all’aiuto dei più poveri cosi da poter rispondere meglio all’invito che “FRANCESCO”
ci ha presentato: CONDIVIDERE NELLA CARITÀ.
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 45
STORIA
a cura di
GIUSI DOSSI
IL FERIMENTO DEL
FEBO ARCANGELI DI S
RITROVATE LE MEMORIE DELL'AMICO ANDREOLI SULLA SPEDIZIONE DEL NULLO IN POLONIA
Il garibaldino sarnicese Febo Arcangeli
Fra le persone che onorarono con le loro gesta,
con i loro sacrifici e con le loro virtù eroiche la
terra bergamasca, Febo Arcangeli ha un posto
significativo per le sue notevoli azioni di guerra.
Con queste parole inizia l'articolo che lo storico
locale Arcibano Volpi scrisse nel 1963 sulla rivista
del comune di Bergamo, “Studi Garibaldini”, per
ricordare la figura più rappresentativa di Sarnico
nel corso del Risorgimento.
Ricordiamo in breve i momenti più importanti della sua
esistenza. Nato da una famiglia agiata della nostra cittadina
nel 1839, appena ventenne abbandona gli studi e si arruola
volontario nei Cacciatori delle Alpi al servizio di Garibaldi;
l'anno successivo, con il cugino Isacco, si imbarca a Quarto
per la leggendaria impresa dei Mille nel corso della quale
si distingue per il suo coraggio, meritandosi promozioni sul
campo e conquistando la fiducia del conterraneo Francesco Nullo. Sarà proprio l'aiutante più vicino a Garibaldi a
volerlo, due anni dopo, fra i suoi principali organizzatori nel
46 - IL PORTO DICEMBRE 2014
tentativo fallito proprio in Sarnico di liberare il Trentino ancora sotto l'impero austro-ungarico. Arrestato, è tradotto
dapprima nelle carceri di Brescia e poi in quelle di Alessandria insieme ad un centinaio di volontari.
L'anno successivo, a soli 23 anni, partecipa con Nullo e Luigi Caroli alla sfortunata spedizione in Polonia dove viene
ferito al ginocchio destro, fatto prigioniero e condannato
a morte, pena poi tramutata in 12 anni di lavori forzati in
Siberia. Grazie ad un'amnistia è graziato tre anni dopo e
soltanto dopo lunghe peripezie giunge in Patria negli ultimi
giorni di giugno del 1867. Morirà a Genova dove si era trasferito per lavoro, all'età di 67 anni, nel 1906.
Ma lasciamo che sia lo stesso Volpi a raccontare le vicissitudini dell'Arcangeli nella spedizione in terra polacca occupata dalla Russia zarista.
I 18 bergamaschi agli ordini di Nullo e purtroppo anche di
un inetto generale polacco che comandava la legione di
500 insorti, «dopo marce forzate, arrivarono all'alba del 5
maggio 1863 in vicinanza di Krzykawka, presso Slawkow
a poche leghe da Olkusz. Quivi in una dura battaglia
contro i cosacchi russi, durata tutta la giornata, cadono
il colonnello Nullo ed Elia Marchetti. L'Arcangeli, avvezzo a sprezzare il pericolo ed a seguire gli impulsi del
cuore, si slancia verso l'amico sofferente, ma appena
mette piede su un rialzo di terra, a brevi intervalli solcato
dalle palle, è colpito ad una gamba.
Paolo Mazzoleni, vistolo cadere, sfida il rischio del luogo
e aiuta l'amico ad alzarsi; lo sostiene fino a che può caricarlo a lato del Marchetti al riparo dei tiri nemici.
La morte del Nullo fu fatale all'intera legione. Nel tentativo di ripiegare e di svincolarsi così dal nemico, il Caroli
aveva ceduto all’Arcangeli ferito il proprio cavallo, che
però era affondato nella palude; il ferito, esausto, sarebbe annegato se il Caroli, sotto i tiri del nemico non
correva a trarlo in salvo, ed il Venanzio pochi istanti
dopo non gli faceva scudo del suo corpo atletico deviando
dalla testa del povero amico il fendente che un cosacco stava
per tirargli.
Durante lo sbandamento della colonna, Luigi Caroli, Ambrogio Giupponi, Alessandro Venanzio e Febo Arcangeli fecero un
tentativo di resistenza, ma dopo episodi di fraterno eroismo,
furono circondati dal drappello cosacco guidato dal principe
L GARIBALDINO
SARNICO NEL 1863
russo Szachowskoi e costretti ad arrendersi. Erano le tre pomeridiane».
La ricostruzione degli avvenimenti corrisponde sostanzialmente alla verità perché il legionario Paolo Mazzoleni
e Alessandro Venanzio hanno lasciato nelle loro memorie testimonianze analoghe alle quali hanno sempre fatto
riferimento gli storici contemporanei, come il Volpi. Ad
avvalorare la tesi è arrivata ora un'altra prova, finora praticamente sconosciuta, quella di un giornalista francese
di origine còrsa, Emile Andreoli. Volontario nella legione
italiana, divenne intimo amico di Luigi Caro1i durante
la lunga prigionia al punto di assisterlo con dedizione fino alla tragica morte. Deportato in Siberia e
amnistiato nel 1866, l'Andreoli tornato in patria
cercò di vendicarsi delle sofferenze patite da lui
e dai suoi compagni, pubblicando sulla “Revue
moderne” a Parigi le sue memorie, “De Pologne en
Siberia” dedicandole per scherzo allo zar Alessandro II
"per far conoscere al mondo l'immensità del suo impero e di questo l'immensa miseria”. Dopo alcuni numeri
però, intervenne il governo russo e fece sospendere
la pubblicazione. Ebbene, quelle memorie apparvero,
tradotte, nel 1869 anche sul quotidiano “Provincia
di Bergamo” ma ebbero purtroppo la stessa sorte
di quelle in Francia. La Russia, infatti, che
aveva appena riconosciuto il giovane Regno d'Italia, pretese la cessazione delle
pubblicazioni, cosa che puntualmente
avvenne.
Ora che quelle memorie sono state rintracciate grazie alla professoressa Rosanna
Casari dell'Università di Bergamo, o per lo meno
quel che ne è rimasto, siamo in grado di riferire gli
aspetti riguardanti proprio Febo Arcangeli visti da
un testimone oculare qual era l’Andreoli:
«Intanto pareva che il numero dei nemici aumentasse, perché il fuoco era più nutrito. Nello stesso momento
Marchetti, che era a due passi da me, essendosi levato e
avendo spinto fuori curiosamente la testa, a un tratto cadde violentemente su se stesso. Un rumore, uno scricchiolìo,
giunse in pari tempo al mio orecchio. Egli era stato colpito
Lo storico di Sarnico Arcibano Volpi
STORIA
Francesco Nullo
da una palla nel capo ed era stramazzato. Fu trasportato nella
foresta. Nullo e Caroli erano presso di lui e v'era un altro italiano, Arcangeli, che lo aveva trasportato. Madonna santissima!
gridò Arcangeli, e cadde a terra col ginocchio attraversato da
una palla.
Nullo e Caroli lo presero nelle loro braccia e lo trasportarono un
po' più lontano. Una palla fischiò all’orecchio di Nullo e si ficcò
in un tronco d'albero contro cui era appoggiato.
- Il destino su Bergamo oggi, disse egli.
Più avanti Emile Andreo1i continua: Il generale Miniewski s'era
allontanato al galoppo. Noi ci mettemmo in marcia, dopo aver
sollevato Arcangeli sopra un cavallo che avevamo trovato…
Due ore dopo noi eravamo circondati, fatti prigionieri dal generale russo Chakorskoi. Noi eravamo tredici…
- Brutto numero, disse il parigino, ve ne ha uno di più. In tredici
non si sta bene in alcun luogo.
- Ve lo dissi e ve lo ripeto, voi siete cattivo astrologo. Del resto io
vi faccio osservare che noi siamo in quattordici, perché non si è
contato il ferito Arcangeli, che è là adagiato sull'erba».
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 47
RICORDI
a cura di
ALESSANDRO ARCANGELI
I RICORDI RIAFFIORANO: ANNI '90
Nelle foto in alto da sinistra:
Il Corcovado o Monte Cristo è una
montagna situata nel centro di Rio de
Janeiro, il centro Betania e i ragazzi
ospiti.
Sotto: un momento del viaggio in aereo ed il gruppo con don Giovanni
Ferraroli, Sandro Arcangeli e Padre
Sebastiano.
Dopo un breve saluto al CORCOVADO di Rio (vedi foto 1) siamo andati
a Belo Horizonte, ospiti di Marilena ed Angelo Algisi (Sarnicesi purosangue) che hanno collaborato attivamente alla creazione del CENTRO
Il fotografo “ufficiale” Bruno
DI ACCOGLIENZA BETANIA.
Besenzoni ha voluto immorIdeato dalla comunità missionaria di Villaregia, è un centro che accoglie 270 ragazzi e ragaz- talare la donazione che l’alpize dai 6 ai 16 anni. Dice Angelo (con Marilena, tornati da poco nell’amata terra di Sarnico no Sandro ha fatto, a nome
con la famiglia per godere da nonni l’agognata pensione), commosso e convinto delle parole del compianto Mario Fanti ( il
di Cristo «Tutto quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me», e diavolo bianco, alpino sciato“spero che i miei successori nella gestione della comunità Betania, pur con tante difficoltà, re della ritirata di Russia ), al
lebbroso Aloisio, senza mani
portino avanti questo ottimo investimento alla luce del Vangelo”.
Dopo l’incontro con i dirigenti del Centro di Betania, “ i soliti quattro “ (foto 5-6) sono par- e piedi.
titi per MARITUBA per visitare il Lebbrosario Brasiliano sulle foci del Rio delle Amazzoni. Fanti mi consegnò una cospiIl viaggio è stato preparato da Padre Sebastiano (compianto Missionario Saveriano, Sar- cua somma, ma mi impose di
nicese puro-sangue). Ricordo che Don John, svuotando le tasche piene di soldi, disse al portarla ai lebbrosi indoslebbroso Aloisio (il portavoce che accolse Papa Woytila): «Siete anche voi figli di Dio, da lui sando il cappello alpino!
Era un ordine: l’ho eseguito
conosciuti ed amati!» Mi ha commosso.
Padre Sebastiano ci ha portati dal Vescovo Pirovano che ci ha raccontato il lavoro (con Can- con testimoni (don John, don
Angelo Parroco di Adrara
dia) per trasformare Marituba da “anticamera dell’inferno “ a “villaggio della pace”.
Candia “servo di Dio “ vende la propria industria e va in Brasile a costruire il lebbrosario S.R., padre Sebastiano e l’imperché diceva: “Non si può condividere il pane del cielo, se non si condivide il pane della mancabile Bruno Besenzoni).
terra”.
48 - IL PORTO DICEMBRE 2014
a cura di
CIVIS
ASSOCIAZIONI
VERTIGINE DEL DIVINO
Considerazioni sulla mostra del 13 e 14 dicembre presso il "Centro Culturale Sebinia" ex chiesetta di Nigrignano.
Grande successo per la mostra dell’artista capriolese
Michele Zanni che nella chiesetta di Nigrignano ha esposto una nutrita antologia dei suoi lavori artistici: più di trenta
installazioni a dir poco suggestive e di grande impatto emotivo. Numerosissimi i visitatori, tra cui diverse personalità
del mondo della cultura e dell’arte. L’artista trentenne, del
resto, si appresta ad assumere una dimensione di riconosciuta visibilità ben oltre i confini provinciali. La mostra organizzata dall’Associazione culturale Sebinia e patrocinata dal Comune di Sarnico, si è rivelata un’operazione
intelligente per la stessa Sarnico che conferma capacità organizzative di ampio respiro e una fattiva lungimiranza, oltre
i localismi e le geografie paesane. «Il tema della mostra e le
riflessioni di Michele Zanni - dice il vicepresidente dell'associazione prof. Massimo Rossi - abbracciano la questione di un nuovo umanesimo fortemente spiritualizzato
e in continua tensione con i più grandi interrogativi dell’esistenza. Attraverso istanze di riflessione sociale e anche ambientale, Michele ci porta molto lontano, fino al cospetto di
Michele Zanni (a sinistra) e il prof. Massimo Rossi
Dio. Un Dio che viene, quindi, interrogato e “provocato”. Michele Zanni recupera, così, il senso più vero
e autentico dell’arte che è, propriamente, quello di
sollevare i problemi e le riflessioni lasciando, tuttavia,
aperte le questioni». «L’augurio, qui, è duplice - gli
fa eco la presidente Benedetta Dometti: «a Michele Zanni, affinché la sua arte acquisti sempre più
prestigio e riconoscimento e poi a Sarnico, affinché
sappia diventare una vetrina delle eccellenze culturali
nel costante rilancio del proprio nome».
organizza un corso di
“CULTURA E DEGUSTAZIONE DEL VINO”
Si tratta di un corso base sul mondo del vino a cura di Mario Silva, assaggiatore esperto
ONAV e commissario per l’idoneità dei vini DOP (DOC e DOCG della sezione 2 della regione Lombardia),
per scoprirlo in modo divertente, ma con un approccio serio
Lunedì 02 febbraio: vini rossi
Lunedì 09 febbraio: vini bianchi
Lunedì 16 febbraio: bollicine
Lunedì 23 febbraio: vini passiti
dalle 20.45 alle 22.45 presso
"Centro Culturale Sebinia"
di Sarnico
Durante ogni serata si terrà una prima parte teorica (operazioni vendemmiali,
vinificazione delle uve, ecc) ed una seconda parte pratica dedicata alla degustazione di almeno quattro vini (ogni sera sarà proposto un vino ottenuto con uve
biologiche). Il corso ha un costo di € 85,00 comprensivo del set di n°6 bicchieri
da degustazione (tipo Mosella).
Le iscrizioni si effettuano scrivendo a [email protected] oppure telefonando
al 349 4702500, 328 9672395, 328 099028,335282448 entro e non
oltre il 15 gennaio 2015
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 49
COME ERAVAMO
a cura di
CIVIS
«PIETRO TAGLIABUE! CHI
ERA COSTUI?»
Parafrasando la celebre frase manzoniana contenuta nell'incipit del VII capitolo
dei "Promessi sposi", vogliamo, in questa
rubrica dedicata alle foto d'epoca, rendere omaggio alla "Bocciofila Pietro Tagliabue".
Don Abbondio seduto in canonica, legge un panegirico in onore di San Carlo Borromeo, all'interno del quale è citato il filosofo greco Carneade di Cirene. È a questo punto che esclama
la lapidaria battuta destinata a diventare a suo
modo celebre: "Carneade! Chi era costui?", una
frase utilizzata spesso come sinonimo di "persona
poco nota".
E allora per dare "onore" a questo nostro concittadino, diciamo subito “chi era” Pietro Tagliabue.
Non era un grande giocatore di bocce, ma era
invece un grande amico dei giocatori. Di professione fornaio presso il negozio del Virginio Buelli
(Panséra) fu un volontario nello spegnimento di
incendi e proprio nel compimento del suo dovere morì a Milano. Ed è in suo ricordo che, nel
1946, gli amici diedero il nome di questo eroe
sarnicese alla locale bocciofila, da sempre ospitata presso il circolo "La famiglia".
Fondatori del sodalizio sportivo, sicuramente
il più longevo di Sarnico per continuità, furono:
Avv.Francesco Arcangeli, Giacomo Buelli (figlio
del Duilio), Ugo Serpellini (Baco), Italo Zenoni,
Angelo Sala ed Everardo Marini. Erano i primi
anni del dopoguerra e l’Italia, come altre nazioni
uscite dal durissimo conflitto, era alle prese non
solo con la ricostruzione delle infrastrutture distrutte dai bombardamenti, ma anche con la necessità di porre le basi per un solido ordinamento
democratico dopo l’esperienza del “Ventennio”.
L’economia era in pessime condizioni, alla gente
mancavano beni di prima necessità, la disoccupazione era elevata e persistevano tensioni e
crisi d’identità. L’Italia era uscita sconfitta dalla guerra
dopo venti
anni di ditta-
50 - IL PORTO DICEMBRE 2014
COME ERAVAMO
tura e questo si rifletteva nella crisi istituzionale di una nazione che andava completamente rifondata.
Anche a Sarnico, come nel resto del paese, c’era però un
progetto di pacificazione che, pur nella condanna del passato sistema politico, lasciava intendere che l’antifascismo
dovesse essere ormai considerato come un fatto transitorio e quindi superato con l’avvento della democrazia. “La
Bocciofila Tagliabue” ebbe in questo contesto un ruolo
importante dal punto di vista dell’aggregazione, come fenomeno capace di stemperare le tensioni e riabituare la
popolazione a condividere il piacere dello stare insieme.
Nel giro di pochi anni diventò una grande “famiglia”, grazie
all’ammirevole impegno dei presidenti che si sono susseguiti e fra essi ricordiamo: Francesco Arcangeli, Everardo
Marini, Battista Rossi, Francesco Rossi, Franco Serpellini,
Gian Luigi Galizzi ed altri.
In questo contesto non sono mancati anche i risultati sportivi, non solo a livello locale, provinciale o regionale, ma
anche a livello nazionale e fra questi spicca la vittoria della
coppia “Umberto Guerini - Adriano Bosio” ai campionati
assoluti -categoria A- del 1982 a Fiuggi.
Crediamo quindi che lo spazio dedicato sul nostro mensile
a questa gloriosa associazione che, nel segno della continuità ha contribuito a scrivere pagine importanti della storia
di Sarnico, sia stato oltre che doveroso anche opportuno: il
gioco delle bocce è uno sport e quindi anch’esso indispensabile per la buona qualità della vita, un veicolo di valori
positivi e di crescita ed uno strumento socialmente e culturalmente importante. La “Bocciofile Tagliabue” è un patrimonio condiviso per il paese, riscopriamola ed aderiamo a
questo sodalizio nel rispetto di quella funzione sociale a cui
si è sempre ispirato, e per la quale tante brave persone si
sono adoperate e continuano ad adoperarsi.
Fotografie scattate all'Hotel Cantiere" si riferiscono alla celebrazione
del 25° di fondazione della "Bocciofila Pietro Tagliabue".
Ai lettori individuare i volti noti e meno noti.
TUORO SUL TRASIMENO: ANNO 1942
In piena seconda guerra mondiale il nostro carissimo collaboratore Pier Luigi Billi (a tre anni) insieme
alla mamma signora Anna Cricchi, deceduta a Sarnico nel 1978 a 63 anni.
Ho avuto il piacere di conoscere questa signora,
una donna molto riservata, ma di una dolcezza incredibile che ha vissuto con una fede sempre piena
e pronta e questa fede riusciva a trasmetterla
anche senza parlare, perché quando si è di
Dio tutto in noi parla.
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 51
ASSOCIAZIONI
a cura di
GIOVANNI CADEI
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Nelle ultime settimane l’attività agonistica è stata
intensa soprattutto per Diego Cressi, nostro concittadino ora in forza al Gruppo Sportivo delle Fiamme
Azzurre.
Il Primo di Novembre ha affrontato L’European Cup Seniores
di Malaga. Diego, che ha gareggiato nella categoria 66 kg, ha incontrato al primo combattimento lo spagnolo Adrian Labrado
Fernandez perdendo l’incontro a causa di una penalizzazione.
Poi si riprende e nel girone di ripescaggio infila due vittorie di
fila contro il portoghese Andre Soares e lo svizzero Valentin
Rota. Nell’incontro valido per il terzo posto Diego perde per
waza-ari contro il tedesco Dennis Ehrmann terminando così
in quinta posizione.
Meno fortunata è stata la partecipazione di Diego alla fase finale dei Campionati Italiani Assoluti svoltisi quest’anno il 29
Novembre ad Asti. Non in perfetta forma, ha incontrato al
primo incontro il siciliano La Fauci, testa di serie del torneo,
risultandone sconfitto.
Purtroppo La Fauci non è riuscito a proseguire molto nella
competizione togliendo al nostro Cressi la possibilità di essere
ripescato.
52 - IL PORTO DICEMBRE 2014
Diego comunque procede la sua preparazione trasferendosi in
Giappone per alcune settimane di intensi allenamenti.
Approfittiamo dell’ospitalità delle pagine de “Il Porto” per un
ringraziamento particolare: il nostro amico e compagno di allenamenti Oancea Relu Jonut, Giò per tutti noi, per motivi di
lavoro si è dovuto trasferire in Francia. Giò, proveniente dalla
Romania, è stato tra di noi per molti anni facendosi notare
per l’impegno, la dedizione e la costanza, fino a conquistare
la cintura nera, diventare allenatore e diventando l’anima del
gruppo agonistico. È desiderio del consiglio direttivo dell’associazione e di tutti gli atleti ringraziare pubblicamente Giò
per tutto quanto ha fatto con noi e per noi. Gli auguriamo un
futuro di successo sia personale che sportivo nella sua nuova
zona di residenza.
Lunedì 22 Dicembre è arrivato.… Babbo Natale durante il
consueto allenamento di Judo, con dolci e sorprese per tutti.
È poi seguita una “pizzata” con i genitori.
Il Consiglio Direttivo e tutti gli atleti del Judo Sarnico porgono
a tutta la Cittadinanza i migliori auguri per un Buon Natale e
per un felice 2015.
RINATA ALLA VITA DELLA GRAZIA
ANAGRAFE
a cura dI
ROSALIA MODINA
29 Cantalamessa Maria Teresa
di Antonio e di Palladino Elena
Nato a Brescia il 23.08.2014
Battezzata in questa Parrocchia
il 16.11.2014
Padrino: Muscelli Stefano
Madrina: Belotti Laura
SPOSI ALL'ALTARE
14 Malzani Marco da Palazzolo S/O.
con Falbo Margherita da Sarnico
Data del matrimonio: 6 dicembre 2014
Testimoni:
Malzani Laura e Falbo Gabriele
15 Belussi Andrea da Sarnico.
con Boglioni Vera da Corte Franca
Data del matrimonio: 13 dicembre 2014
Testimoni: Belussi Alberto, Gervasoni Marco,
Marini Diego e Boglioni Lisa
Dal libro della Genesi (Gen 1,26-28.31)
"...Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e
moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla
terra». Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona"
...CENTO DI QUESTI GIORNI
I 95 anni di nonna Elisabetta
Chi oserebbe dire che questa bella ed elegante signora ha
compiuto 95 anni il 3 dicembre di quest'anno?
Buelli Elisabetta vedova Armanelli, "Mami", come affettuosamente la chiama la figlia Alda. Un augurio particolare dall'amatissimo nipote Mirko
A lei dedichiamo una simpatica frase dello scrittore e giornalista ungherese Sándor Márai: «Superati i novanta, si invecchia in
maniera diversa a quanto avviene dopo i cinquanta o i sessanta
anni. Si invecchia senza risentimento».
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 53
NELLA CASA DEL PADRE
ANAGRAFE
50 Rudelli Luciano
di anni 79
deceduto il 30.11.2014
51 Consalez GianMario
di anni 91
deceduto il 5.12.2014
52 Belussi Giuseppina
di anni 85
Deceduta il 6 dicembre 2014
LA SANTA MESSA DI MEZZANOTTE A NATALE
a cura dI
GIANFRANCO GASPARI
influenza sulla vita quotidiana e il suo valore agli effetti della nostra
vita post-mortem.
Nessuna esibizione da parte mia, nessuna ostentazione, solo il desiderio di dire a tutti i fratelli e sorelle in Cristo quello che io sento
e che attribuisco alla Messa.
La Messa per me è anzitutto un bisogno, una certezza, un antidoto
contro i mali del mondo, un merito per il nostro futuro.
Gesù che ci ha dato la Messa, che diventa il centro della nostra giornata quotidiana, che ne fa viatico per arrivare a Lui al termine dei
nostri giorni: sia benedetto in eterno per questo dono immenso.
La Chiesa ne ha fatto il centro della vita cristiana e, conscia della
nostra fragilità, ne ha fatto un precetto.
Ma la Messa, prima che un precetto, diventa un bisogno irrinunciabile per vivere una vita autenticamente cristiana e la ragione del
precetto sta proprio nel bisogno, nel valore, nell’indispensabilità
del suo essere, nel partecipare ad essa non solo fisicamente, ma
nell’essere noi stessi fruitori del suo dono, del suo divenire partecipi autentici della vita e della morte e della resurrezione di Cristo
stesso.
Viverla prima come strumento per aumentare la nostra fede attraverso la liturgia della Parola, poi come alimento indispensabile per
L’approssimarsi della S.Messa di mezzanotte del Natale fare della nostra vita quotidiana un continuo cammino di fede, in
2014, punto centrale delle feste natalizie, mi suggerisce autentica vita di carità fra i nostri fratelli vicini e lontani.
qualche considerazione in generale sulla celebrazione Per essa allora: puntualità, attenzione e compartecipazione per
della Santa Messa.
continuare a vivere da cristiani in profondità, in azione di grazia,
nell’attesa dell’eterna concelebrazione in Dio, con Dio, nella gioiosa
Ho pensato a lungo prima di decidermi a scrivere su “IL PORTO” ed eterna convivialità con tutti i fratelli e sorelle viventi nel Cielo
qualche mia personale osservazione circa la sua celebrazione, la sua senza fine.
54 - IL PORTO DICEMBRE 2014
IL PORTO DICEMBRE 2014 - 54
BOCCIOFILA PIETRO TAGLIABUE
CENA SOCIALE ANNO 1968 PRESSO L'HOTEL CANTIERE
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