Crisi del debito sovrano: quando e, soprattutto, come
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Crisi del debito sovrano: quando e, soprattutto, come
La crisi del debito sovrano: cosa fare e, soprattutto, quando e come ne usciremo ? 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 1 Il debito pubblico italiano • Negli ultimi 40 anni tutti i governi hanno lasciato un debito superiore a quello ereditato. Siamo arrivati a oltre 1.800 miliardi di Euro. • Alcuni governi hanno aumentato il debito del 50%. • Il rapporto attuale debito/PIL supera il 120% rispetto a una media europea del 60%. • Il costo degli interessi ammonta a oltre 5 punti del PIL contro 3 punti della media europea. • Chi dovrà pagarlo? I debitori sono i cittadini ma quale generazione dovrà farsene carico? Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 2 La crisi del 2008 • Illusione finanziaria, perdita del senso di gravità di una finanza innovativa, stordita da sofisticate formule matematiche, alcune premiate con il Nobel, e corrotta da una avidità senza limiti. • L’ammontare complessivo dei derivati ha toccato la quota di 550 mila miliardi di $, pari a 12 volte il PNL mondiale. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 3 La ricchezza delle famiglie italiane • Alla fine del 2009 la ricchezza lorda delle famiglie italiane è stimabile in circa 9.448 miliardi di euro, quella netta a 8.600 miliardi, corrispondenti a circa 350 mila euro in media per famiglia. Le attività reali rappresentavano il 62,3 per cento della ricchezza lorda, le attività finanziarie il 37,7 per cento. Le passività finanziari • Nel confronto internazionale le famiglie italiane risultano relativamente poco indebitate; l’ammontare dei debiti è pari al 78 per cento del reddito disponibile lordo (in Germania e in Francia esso è circa del 100 per cento, mentre negli Stati Uniti e in Giappone è del 130 per cento). • LE FAMIGLIE CHE NON POSSONO RISPARMIARE • Le famiglie in Italia sono 24.282.485, di queste 1.126.000 sono in condizioni di povertà assoluta (4,6%). Si tratta di un dato stabile a livello nazionale, con una variazione interna: nel mezzogiorno la percentuale è passata dal 5,8% al 17,9%. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 4 Benessere in poche mani; povertà in aumento Il 45% della ricchezza complessiva delle famiglie italiane alla fine del 2008 è in mano al 10% delle famiglie. E' uno dei dati contenuti nel rapporto su "La Ricchezza delle famiglie italiane" elaborato dalla Banca d'Italia. La metà delle famiglie italiane, quelle a basso reddito, detiene solo il 10% della ricchezza complessiva. Intanto, nel primo semestre del 2010, sempre secondo la Banca centrale, la ricchezza netta delle famiglie è diminuita dello 0,3 per cento in termini nominali, tornando ai livelli del 2005. Il calo è dovuto "a una diminuzione delle attività finanziarie e a un aumento delle passività, che hanno più che compensato la crescita delle attività reali" 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 5 La crisi era prevedibile? La storia delle (grandi) crisi finanziarie ci insegna che esse sono tutte caratterizzate da una sequenza di eventi molto simili: 1. hanno inizio con un crollo dei valori (gonfiati) in qualche segmento del mercato finanziario; 2. la caduta si estende rapidamente all’intero mercato; 3. in conseguenza le banche si vengono a trovare in condizioni di illiquidità e talvolta di insolvenza (e possono fallire); 4. le difficoltà delle banche si traducono in una inevitabile restrizione creditizia (credit crunch) e quindi in una crisi dell’economia reale, della produzione e della occupazione; 5. cala il Pil, falliscono le imprese, crollano i consumi, aumenta la disoccupazione; 6. l’economia entra in recessione, e si avvia verso la depressione 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 6 Impatti Le crisi finanziarie, inoltre, provocano un forte impatto negativo sui bilanci pubblici degli Stati in quanto la recessione fa cadere il gettito fiscale. I meccanismi di sostegno della (crescente) disoccupazione fanno lievitare la spesa pubblica. A ciò si sono aggiunti nell’ultima crisi, sia robusti interventi di sostegno congiunturale (diversamente da quanto accadde nel 1929), sia la decisione (corretta) di non fare fallire le banche, e quindi di trasformare consapevolmente ed esplicitamente debiti privati in debito pubblico. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 7 La crisi coinvolge il pubblico • In conseguenza la crisi si trasferisce dal settore privato a quello pubblico fino a determinare l’insolvenza, il default degli Stati. • Tradizionalmente i default successivi a una grande crisi finanziaria hanno riguardato soprattutto Paesi in deficit nei conti con l’estero in seguito alla crisi delle bilance dei pagamenti, ma nella crisi attuale il rischio di insolvenza si è manifestato anche a causa del lievitare dei disavanzi dei bilanci pubblici (debito sovrano). 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 8 Si, era prevedibile • In altre parole ciò che sta succedendo oggi nel mondo è tutt’altro che inusuale, ed era ampiamente prevedibile data l’ampiezza e la portata della crisi; • il problema è dato dall’eccesso di debiti (privati e pubblici) che in qualche modo devono essere smaltiti, il che pone la questione della ripartizione dei costi dell’aggiustamento che comunque è necessario per consentire una ripresa. • Non è un caso che le crisi siano accompagnate inevitabilmente da conflitti sociali, politici, tra Stati, e talvolta da guerre. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 9 Le premesse della crisi: i tassi bassi e la competitività della Germania • L'euro è entrato ufficialmente in vigore il 1 gennaio 1999 come moneta virtuale, nei conti bancari e nei trasferimenti elettronici denominati in euro; tre anni dopo è stato fatto il concreto passaggio nel circolante: euro in tasca al posto di franchi, marchi, lire. • L'euro è diventato una delle principali valute internazionali: banconote in euro hanno iniziato a circolare in tutto il mondo, e il mercato delle obbligazioni in euro ha presto cominciato a competere con il mercato obbligazionario in dollari. La creazione dell'euro ha instillato un nuovo senso di fiducia, specialmente in quei paesi europei che venivano storicamente considerati come paesi a rischio per gli investimenti 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 10 L’euforia dei prestiti • La politica monetaria della BCE è stata basata soprattutto sulle esigenze della Germania: la scarsità della domanda interna causata dalle politiche tedesche di moderazione fiscale e salariale richiedeva dei tassi di interesse abbastanza bassi, tali da non deprimerla ulteriormente. I tassi reali però risultavano assai bassi nei paesi periferici, caratterizzati da una inflazione strutturalmente sopra la media europea. • Questi paesi, che prima avevano tassi alti, furono presi dall'euforia dei prestiti. I flussi di capitale a buon mercato hanno così determinato un boom edilizio e un indebitamento delle famiglie in Spagna e Irlanda, e del settore pubblico in Grecia. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 11 La situazione Greca • In Grecia è stato soprattutto il governo ad accendere grossi prestiti: durante gli anni di prestito facile, il governo conservatore greco ha fatto un sacco di debiti - più di quanto ammesso dal Patto di Stabilità. Quando il governo è cambiato, nel 2009, i trucchi contabili sono venuti alla luce, e improvvisamente è apparso che la Grecia aveva un deficit e un debito sostanzialmente molto più grandi di quanto non si pensasse, con una conseguente crisi di fiducia da parte degli investitori che hanno cominciato a pretendere rendimenti più alti per comprare titoli del debito greco, aggravando sempre più la situazione. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 12 Gli effetti dell’euforia del debito • Grazie ai tassi bassi, questi paesi hanno avuto un boom immobiliare: l’edilizia è un volano dell’economia e infatti questi paesi sono cresciuti, ma al tempo stesso crescevano anche salari nominali e prezzi. In Irlanda i prezzi delle case sono aumentati dal 1998 al 2007 del 180 per cento. • Anche in Spagna i prezzi sono aumentati quasi altrettanto. La produttività in alcuni di questi paesi periferici è cresciuta più che in Germania, ma visto che i salari nominali crescevano più della produttività, tali paesi perdevano competitività rispetto alla Germania, dove la crescita dei salari nominali era invece inferiore alla crescita della produttività. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 13 La bolla • La Germania e il suo entourage (Austria, Paesi Bassi ecc) ne hanno guadagnato in termini di esportazioni nette, anche per la crescita della domanda nei paesi periferici. Nel corso degli anni, i paesi periferici cumulavano così un forte debito estero. • Quando la bolla immobiliare è scoppiata e i prezzi delle case sono crollati al di sotto dei mutui, le famiglie sono diventate insolventi e le banche hanno accumulato perdite enormi. Per scongiurare una catena di fallimenti bancari sono intervenuti gli Stati, i cui debiti sono cresciuti repentinamente. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 14 La bolla • Inoltre, c'è stato un grande contraccolpo fiscale dovuto al crollo del settore immobiliare. L'occupazione complessiva è scesa, facendo aumentare le spese per i sussidi di disoccupazione, e contemporaneamente facendo crollare le entrate, perché il gettito fiscale dipende in larga misura dalle transazioni immobiliari. • Come risultato, la Spagna e l'Irlanda sono passate da avanzi di bilancio alla vigilia della crisi ad enormi deficit di bilancio nel 2009, con conseguente aumento dei rendimenti dei titoli pubblici e peggioramento della situazione. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 15 La perdita di fiducia • La crisi economica e i grandi disavanzi e debiti pubblici hanno fatto sì che i creditori perdessero la fiducia nelle economie europee periferiche, e nella loro possibilità di ripagare il debito. Così, i rendimenti dei titoli dei paesi periferici sono via via aumentati, mostrando un differenziale con i rendimenti dei titoli tedeschi sempre più elevato. • Ciò significa che per assumersi il rischio di comprare i titoli di questi paesi, gli investitori pretendono dei rendimenti sempre più elevati, e che oramai non esiste più un tasso unico in Europa, nonostante che la moneta sia una sola. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 16 La particolare fragilità dell'eurozona • Eppure, ci sono altre nazioni - in particolare, gli Stati Uniti, il Giappone e la Gran Bretagna - che hanno registrato consistenti disavanzi e i cui debiti sono anche superiori a quelli di molti paesi europei incriminati. Il debito giapponese supera il 200% del PIL, quello Usa il 100%. Eppure questi paesi non hanno subito una perdita di fiducia paragonabile né simili attacchi speculativi. • Qual è la differenza con i paesi dell'euro? 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 17 Il ruolo della Banca Centrale • La prima evidente differenza è che i paesi che fanno parte dell’unione monetaria europea non hanno gli strumenti che possono avere altri paesi per migliorare le loro economie ed evitare una vera e propria crisi fiscale: Giappone e Usa hanno una banca centrale che può acquistare titoli direttamente dallo Stato, stampando dollari o yen, nel caso in cui i mercati rifiutino di farlo. • Ciò consente di mantenere forti disavanzi facendo politiche fiscali espansive per sostenere l'economia in tempi di crisi, senza incorrere in grossi problemi immediati di sfiducia dei mercati e insostenibilità del debito. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 18 Il monetarismo La Bce, per decisione statutaria, adotta una politica di tipo monetarista, secondo la quale la Banca centrale si deve limitare a seguire la semplice regola di fissare a priori il tasso di crescita della moneta che deve essere molto contenuto, perché se la moneta in circolazione cresce troppo (con una politica monetaria espansiva), i riflessi si avranno, anziché sulla produzione, sui prezzi, con una conseguente impennata dell’inflazione. Secondo i monetaristi la politica fiscale non è in grado di correggere le fluttuazioni economiche, perché anche laddove non le provochi essa stessa (quando è utilizzata in modo sbagliato), è comunque completamente inefficace e può provocare effetti benefici solo per un breve periodo. Da qui l'impossibilità della monetizzazione del deficit e l'importanza assegnata al pareggio del bilancio. Quindi l'acquisto di titoli pubblici per alleviare la crisi può a rigore avvenire solo sui mercati secondari senza corrispondente emissione di moneta. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 19 Un vizio di fondo • In secondo luogo molti economisti (soprattutto americani e inglesi) sin dall'inizio sono stati scettici riguardo al progetto dell'euro e alla sua possibilità di sopravvivere di fronte ai cosiddetti shock asimmetrici, cioè a delle crisi economiche che colpiscano un solo paese o una sola area geografica. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 20 Limitazioni • Infatti dato che in un'area valutaria comune manca la possibilità di usare la svalutazione del cambio (strumento che normalmente permette di riportare alla crescita aumentando le esportazioni e abbassando contemporaneamente le importazioni divenute più care), occorrerebbero altre condizioni per riassorbire la crisi, come la mobilità del lavoro e una politica fiscale comune, entrambi assenti nell'unione monetaria dell'euro, e presenti invece negli USA. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 21 Mancata Integrazione • Altro punto importante, sottolineato da Peter Kenen, è quello dell'integrazione fiscale. L'Europa non è fiscalmente integrata: i contribuenti tedeschi non fanno automaticamente parte del regime pensionistico greco o dei salvataggi bancari irlandesi. Non essendoci un bilancio comune, la crisi che investa una sola area non può essere compensata da trasferimenti da parte delle zone economicamente più avanzate. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 22 Mancanza di strumenti • In sintesi, i paesi che fanno parte dell’unione monetaria europea non hanno gli strumenti che possono avere altri paesi per migliorare le loro economie ed evitare una vera e propria crisi fiscale. • La politica monetaria decisa centralmente di tipo monetarista non ammette il finanziamento dello Stato da parte della Banca Centrale. Non possono svalutare il tasso di cambio a causa della moneta unica. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 23 Mancanza di autonomia • Non possono riassorbire degli shock che colpiscano singole aree né attraverso la mobilità del lavoro, né attraverso dei trasferimenti di bilancio. In più, i singoli paesi non hanno nemmeno un'autonomia nelle decisioni circa i propri disavanzi pubblici per una eventuale politica fiscale espansiva, perché le fonti di finanziamento vengono meno e i conti sono sottoposti ad un controllo sovranazionale. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 24 Scenari fantapolitici • Qual è stato il ruolo dell’America nella crisi dei debiti sovrani dei paesi dell’area Euro? • Le crisi ci sono sempre state e questa non è diversa dalle altre • Questa volta è diverso: se il problema fosse il livello del debito pubblico, USA, Giappone e Cina dovrebbero essere fallite già da tempo • La fine del capitalismo 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 25 La cupola • Il sistema finanziario è un insieme di lobby. Essi sono enormemente potenti, non rispondono al potere politico e dispongono di decine di milioni di investitori che operano quotidianamente sulle borse e sui mercati finanziari tramite internet. • Tutti questi operatori finanziari hanno un solo obiettivo: chiudere ogni giornata in guadagno e guadagnare sempre di più. • La sostanziale omologazione delle politiche economiche dei governi (di destra o di sinistra) deriva dalla constatazione che non c’è alternativa a quelle che sono le indicazioni delle lobby. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 26 La cupola • Quando il mercato chiede di ridurre i costi per abbassare il rapporto debito/PIL, governi di destra e di sinistra possono fare una sola cosa: tagliare i salari e le pensioni, alzare le tasse e lanciare l’ennesima guerra di religione contro l’evasione fiscale. • D’altra parte bisogna pagare gli interessi e se il mercato non ha fiducia nel governo, il tasso sale e il conto diventa più «salato». • La sovranità degli Stati traballa. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 27 L’economia del debito: una lettura estrema • La scarsità delle risorse finanziarie è generata dall’economia del debito che, a sua volta, genera altro debito, in una spirale perversa che porterà il mondo intero al fallimento. E se per evitare il fallimento dobbiamo cedere la nostra sovranità popolare agli strozzini e agli speculatori, allora è necessario ripensare tutto il sistema e chiedersi come sia possibile uscire da questo incubo. Di fatto passiamo nove mesi della nostra vita lavorativa per pagare le tasse e altri tre per pagare gli interessi. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 28 Indignarsi ? Il sistema finanziario, per la salvezza degli Stati in difficoltà, impone: - Svendita dei beni comuni più belli; - Privatizzazioni dei servizi pubblici; - Inasprimento senza precedenti del sistema fiscale; - Disoccupazione, precarizzazione e lavoro nero Come non indignarsi? 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 29 Le strade percorribili per uscire dalla crisi I ministri finanziari dell' Eurogruppo come primo provvedimento di emergenza verso la Grecia che rischiava il default non avendo più un normale accesso ai mercati per il finanziamento del suo debito, hanno messo a punto un sistema di prestiti bilaterali da parte degli altri paesi membri (ad un tasso di circa il 5%, al di sotto dei livelli di rendimento richiesti dal mercato) ciascuno in proporzione alla sua quota di partecipazione nel capitale della BCE, oltre a un prestito da parte del FMI, per un ammontare totale che copriva quasi interamente il valore dei bond greci in scadenza nel 2010 (53 miliardi di euro). 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 30 L’Efsf: il fondo salva stati • In pratica, il fondo raccoglie fondi sui mercati e li trasferisce agli Stati richiedenti. I bonds emessi dal Fondo godono di un rating AAA, indice della massima possibile solvibilità e stabilità finanziaria del debitore, e ciò permette a questo fondo di indebitarsi sul mercato dei capitali ad un costo (tasso di interesse) inferiore rispetto a quello cui potrebbero aspirare di ottenere finanziamenti gli Stati membri in maggiore difficoltà. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 31 L’intervento del 26 ottobre • Il Fondo salvastati (Efsf) sarà dotato fino a 1000 miliardi di euro di mezzi. Lo fara' attraverso due opzioni: vendendo assicurazioni sull'eventuale default di titoli dei Paesi dell'eurozona, sia con uno 'special purpose vehicle', che attrarra' fondi da investitori esterni (come la Cina, con i cui rappresentanti sono previsti incontri già da venerdì) e istituzioni (come il Fmi, che ha gia' dato la sua disponibilita'). 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 32 Gli Eurobonds • I famosi “Eurobonds” proposti dal Ministro Tremonti e da Jean-Claude Juncker (Primo Ministro del Lussemburgo) sono un qualcosa di diverso dalle obbligazioni emesse dal Fondo Salva Stati e dal futuro ESM. Dovrebbero essere delle obbligazioni europee emesse normalmente, aldilà di situazioni critiche, da una agenzia del debito paneuropea a beneficio dei singoli Stati e secondo rapporti fissi con il PIL prodotto annualmente dalle singole Nazioni 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 33 Eurobond: vantaggi Questo permetterebbe ai paesi europei di poter accedere ai mercati dei capitali a condizioni omogenee, quindi ad uno stadio intermedio di vantaggiosità rispetto alle emissioni dei singoli Stati. Per questo motivo sono fortemente avversati da Francia e Germania, che al momento emettono debito (rating AAA) ad un costo più basso rispetto a quello degli altri Paesi. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 34 Eurobond: prescrizioni • la concessione di questi prestiti è subordinata alla realizzazione di riforme strutturali, privatizzazioni e politiche di rigore e di austerità per riportare i bilanci in pareggio e ridurre il debito. I paesi che hanno un deficit oltre il 60% del PIL dovranno ridurlo di un ventesimo per anno, come previsto dal Patto di Stabilità e di Crescita riformato. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 35 Un film già visto I Governi dei PIGS (Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna e Italia) in pratica devono adattare le loro strutture economiche a quelle dei paesi dominanti: porre la regola “costituzionale” del pareggio di bilancio, l’innalzamento a 67 anni dell’età minima per andare in pensione e l’abolizione delle indicizzazioni salariali, oltre a politiche di tagli di spesa e vendita di beni del patrimonio pubblico per riequilibrare il bilancio. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 36 I dubbi sulla validità di questo approccio Molti osservatori non credono nella reale efficacia del fondo salva stati, in primo luogo perché i fondi messi a disposizione possono essere sufficienti per il salvataggio dei paesi più piccoli, ma non lo sono per i paesi più grandi, come la Spagna o l'Italia. Inoltre, l'economista italiano Luigi Zingales ha fatto notare come il meccanismo Efsf, creato per assistere i paesi in situazioni d'"illiquidità", è realizzato come un Cdo (Collateralized debt obbligations) strumento finanziario tristemente famoso per aver generato la famosa crisi dei mutui subprime oltre oceano. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 37 Zingales • L'Efsf emette bond con rating AAA per acquistare i bond dei paesi che hanno difficoltà nel reperire fondi sui mercati (ad esempio, l'Irlanda). Secondo Zingales, si tratta di una pericolosa alchimia che cerca di trasformare piombo in oro: larga parte della garanzia proviene da paesi come Italia e Spagna, a loro volta probabili candidati per una crisi fiscale. Solo la Francia (?) e la Germania sono i garanti affidabili. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 38 E la Germania ? • Fintanto che l'unico paese da salvare è l'Irlanda, non ci sono problemi. Ma se il veicolo Efsf dovesse sostenere la Spagna o l’Italia, non è sicuro che la Germania sia veramente disposta a gravare sui suoi contribuenti tedeschi per salvare i PIIGS. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 39 E le banche franco-tedesche ? • C'è poi il fatto grave che le banche francesi e tedesche sono notoriamente sovraesposte sui titoli sovrani dei paesi periferici, e magari i loro governi sarebbero costretti a salvarle. E, quindi, quanta pressione fiscale graverebbe Francia e Germania in circostanze come queste? In sostanza, una crisi fiscale in Spagna o in Italia potrebbe far crollare l'intero edificio. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 40 La depressione Altro argomento importante, le politiche di austerità tese a realizzare forti avanzi primari per abbattere il debito, con tagli alle spese e aumenti delle entrate, che sono richieste ai paesi come condizione per ricevere gli aiuti del fondo europeo, producono l'effetto di peggiorare la crisi economica: determinano una caduta del PIL, con una conseguente caduta delle entrate fiscali, sicché il riaggiustamento dei conti e i sacrifici sociali dovrebbero protrarsi e in misura crescente per parecchi anni prima di vedere forse una luce in fondo al tunnel. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 41 I possibili scenari: La ristrutturazione dei debiti Secondo molti economisti, l'esito finale non può essere che una ristrutturazione del debito per i paesi più in crisi. Generalmente la si ritiene più probabile per Grecia, Irlanda e Portogallo, mentre sembra meno probabile per l'Italia, che ha un forte risparmio privato e nonostante l'alto debito ha dei deficit più contenuti. Una misura quasi sempre necessaria è la svalutazione del valore del debito generalmente tra il 30% e il 60% del valore nominale. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 42 Ostacoli Uno dei maggiori ostacoli alla ristrutturazione sembra il fatto che le banche tedesche e francesi sono fortemente esposte con i paesi periferici più a rischio, e andrebbero quindi incontro a perdite di capitale gravissime che metterebbero in crisi le rispettive economie, e i conti pubblici se i governi volessero salvarle. Questo sembra essere uno dei motivi per cui sinora l'Europa ha fortemente insistito perché i paesi in crisi accettassero gli "aiuti" del fondo salva stati. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 43 Altra opzione è la ristrutturazione dei debiti, o anche il default, con l'uscita dall'euro • Questo consentirebbe una più veloce ripresa dell'economia grazie alla svalutazione, come successo in Argentina. • Il paese europeo che è arrivato più vicino all'Argentina è l'Islanda, le cui banche avevano debiti esteri che ammontavano a molte volte il suo reddito nazionale. A differenza dell'Irlanda, che ha cercato di salvare le sue banche garantendo i loro debiti, il governo islandese ha costretto i creditori esteri delle banche a sopportare le perdite, lasciando che le sue banche andassero in default. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 44 Il default dell’Islanda • Ha lasciato scendere molto la sua moneta rispetto ad altre valute, compreso l'euro. • I salari e i prezzi dell'Islanda sono rapidamente scesi di circa il 40 per cento rispetto a quelli dei suoi partners commerciali, scatenando un aumento delle esportazioni e la caduta delle importazioni, fatto che ha contribuito a compensare il colpo del crollo bancario. • Ma questo è stato possibile perché l'Islanda non aveva aderito all'unione monetaria. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 45 Uscire dall’Euro ? Se un paese dell'unione anche solo accennasse a uscire dall'euro innescherebbe una corsa devastante agli sportelli delle banche, in quanto i depositanti si precipiterebbero per evitare la svalutazione spostando i propri fondi in rifugi più sicuri. Questo ostacolo "procedurale" all'uscita, di fatto, rende l'euro irreversibile. I governi dovrebbero agire di sorpresa, bloccando o limitando i prelievi in via preventiva, e quindi svalutare tornando alla moneta nazionale senza scatenare la corsa. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 46 Integrazione politica e fiscale e problemi strutturali • L'ultima opzione potrebbe essere quella di procedere in maniera più decisa verso un' integrazione fiscale e politica tra i paesi europei, una delle classiche condizioni necessarie a far funzionare un'unione monetaria. • Un primo passo in questo senso è stato proposto ai primi di dicembre 2010 da Jean-Claude Juncker, primo ministro del Lussemburgo, e Giulio Tremonti, ministro delle finanze in Italia, i quali hanno proposto degli "Eurobonds", diversi dai bonds emessi dal fondo salva stati, perché sarebbero garantiti dall'Unione europea nel suo complesso, ed emessi da un'apposita "agenzia europea del debito (Eda)", su ordine dei singoli paesi europei per coprire il proprio debito, sino al limite del 40% del PIL. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 47 Problemi strutturali Ma contemporaneamente dovrebbero essere affrontati anche i problemi strutturali, connessi alla competitività tedesca e al suo modello di crescita basato sulle esportazioni: la Germania dovrebbe abbandonare almeno parzialmente la moderazione fiscale e salariale, di modo che la sua economia perda un po’ di competitività e basi il proprio modello di crescita non solo sulle esportazioni, ma anche sul rilancio della domanda interna. 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 48 In conclusione: • - la crisi è stata amplificata dalla percezione che l’Italia non affronta i problemi; • - la crisi ha evidenziato i limiti della missione della BCE; • - le banche non riescono più a finanziarsi sul canale internazionale: crisi di liquidità determina un credit crunch • - ci vorrà ancora 1/2 anni per normalizzare la situazione; • - alla fine, saremo tutti un po’ più poveri 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 49 Cosa fare • • • • - restare liquidi, - evitare le scommesse, - per chi ha titoli di Stato: attendere - non investire negli immobili 28/10/2011 Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 50 Le garanzie dei risparmiatori • C/c, depositi a risparmio, certificati di deposito, assegni circolari rilasciati dalle banche e obbligazioni bancarie delle BCC, sono coperte dal Fondo di Garanzia fino a € 100.000. • I libretti postali hanno la stessa garanzia. • Il conto titoli: la garanzia è costituita dalla natura dei titoli. • Titoli di Stato: sono garantiti dallo Stato. Lions Club Licata - Dr. Domenico Raneri 51