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UNA SPIRITUALITÀ DELL`ACCOGLIENZA.pps
Caritas Diocesana Crotone S.Severina – Migrantes
Arcidiocesi Crotone – S.Severina
Coop. soc. onlus Baobab
invitano alla presentazione
del rapporto annuale sull’immigrazione
XXIII Rapporto immigrazione 2013
Caritas e Migrantes
Crotone – mercoledì 11 giugno 2014 – ore 18.00
Parrocchia S. Maria Madre della Chiesa(q.re Farina)
Via Nazioni Unite snc
Saluto introduttivo
Sac. Giuseppe Noce, Direttore Caritas Diocesana Crotone S.Severina
Padre Edoardo Caruso, Direttore dell’ufficio “Migrantes” della Diocesi di Crotone – S.Severina
Saluti autorità presenti
Presentazione rapporto: uno sguardo alla nostra regione
Maria Anna Ioele, redattore
La spiritualità dell’accoglienza
Suor Beatrice Bertoldi, congregazione suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria
La missione dell’accoglienza: “Rifugio Diffuso”
Sac. Luca Garbinetto, congregazione Pia società San Gaetano
Sig. Gaetano Pupa,volontario accoglienza c/o Parr. Sacro Cuore
Conclusioni
S.E. Mons. Domenico Graziani, Arcivescovo Diocesi Crotone - S. Severina
UNA SPIRITUALITÀ DELL’ACCOGLIENZA
a cura di Sr Beatrice Bertoldi
congregazione suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria
Arcidiocesi Crotone – S.Severina
Caritas Diocesana Crotone S.Severina – Migrantes
Coop. soc. onlus Baobab
Quando mi sono messa a pensare
cosa dire sulla SPIRITUALITA’
DELL’ACCOGLIENZA ho cercato di
entrare in me stessa e di capire quale
fosse il mio vissuto davanti a questo
grande tema.
Due sono state le intuizioni che mi
sono emerse nell’intimo:
1.
La spiritualità non è qualcosa
che mi porta fuori dalla realtà, ma che
permea tutta la mia persona, il mio
modo di essere, il mio fare.
2.
La spiritualità è COLTIVARE
UN SOGNO
E a questo proposito voglio proporvi un pensiero di Padre Ermes Ronchi,
frate dell’Ordine dei Servi di Maria che dal 2009 conduce la rubrica
televisiva su Rai 1 “le ragioni della speranza”.
Ermes Ronchi in suo libro (Il futuro ha un cuore di tenda) scrive:
“Io ho un sogno”. Inizia così il più celebre discorso di Martin Luter King. E
da quel sogno di libertà ha dedotto comportamenti che hanno generato
una storia nuova e una nazione diversa.
I grandi inventori, fondatori, i creativi fanno così: guardano l’oggi dalla
prospettiva del sogno… Perché la nostra vita è una sintesi, instabile e
mirabile, tra condizionamenti e sogni.
Ci sono due modi per leggere il tempo: dal passato verso il presente,
oppure dal futuro verso il presente. Il tempo vitale parte dal futuro. Il
presente non è che una risposta agli appelli che ci vengono dal futuro”
Anche il Papa ci parla del tempo, lo vedremo dopo
Nelle linee orientative di un progetto, che stiamo portando avanti in una zona
particolarmente problematica della Parrocchia di S. Paolo, abbiamo scritto: Poiché “il
presente” ci chiama “da un futuro” di fraternità, di solidarietà, di pienezza, ci inseriamo
negli ambienti di vita dove più forte è il disagio, la povertà culturale, relazionale ed
economica, per scoprirne le risorse e orientarle verso dinamiche positive di
trasformazione e di vita, fino ad arrivare ad una fraternità evangelica.
E’ un SOGNO che abbiamo!
E pensiamo al SOGNO di Dio sull’umanità:
Padre che siano uno…. E “Amatevi gli uni gli altri come fratelli”
Anche il nostro Vescovo, Mons, Graziani, nella sua lettera pastorale di maggio scrive:…
“noi siamo chiamati a realizzare nell’oggi l’utopia, cioè il sogno di Dio per ogni uomo e
per ogni donna che vive sulla terra”
Allora io direi che la spiritualità
dell’accoglienza si può sintetizzare
in una frase:
CHIAMATI A COLTIVARE IL
SOGNO
DI
CREARE
FRATERNITA’
La fraternità è anche la meta del
Piano pastorale della nostra diocesi
Possiamo
dire
allora
che
l’espressione
EVANGELIZZAZIONE E CARITA’ è
una sintesi perfetta di che cosa sia
l’accoglienza cristiana.
Papa Francesco nel discorso
introduttivo all’ultima assemblea dei
Vescovi ha detto:
“La carità ci è testimoniata dalla
generosità di tanta gente, è il nostro
modo di vivere e di interpretare la
vita: in forza di questo dinamismo il
Vangelo continuerà a diffondersi
per attrazione”
Il DINAMISMO: il vangelo ha una forza
che muove, che smuove, che ci proietta in
un futuro di fraternità, ci richiama un
movimento…
Ma non è un muoversi a vuoto, un correre
ansioso e agitato, triste, arrabbiato…
E’ il dinamismo dello Spirito che ci fa
intravvedere una META verso cui
orientare la nostra azione concreta di
servizio, ci indica un ORIZZONTE a cui
guardare per non perderci lungo il
cammino, ci fa intravvedere un’ALBA che
mette nel nostro cuore la SPERANZA,
quella virtù umile e discreta e forte, che ci
sostiene anche nei momenti difficili.
Sentinella quanto manca della notte?
Perché sappiamo che l’alba c’è sempre….
Virtù UMILE la speranza che però
sostiene con la forza dello Spirito e ci
proietta in un servizio costruttivo.
E a questo punto sento molto pertinente quello che Papa
Francesco scrive nella Esortazione apostolica
“Evangelii gaudium” al numero 223:
IL TEMPO È SUPERIORE ALLO SPAZIO.
“Questo principio permette di lavorare a lunga scadenza, senza
l’ossessione dei risultati immediati.
Aiuta a sopportare con pazienza situazioni difficili e avverse, o i
cambiamenti dei piani che il dinamismo della realtà impone.
Dare priorità al tempo significa preoccuparsi di iniziare dei processi
più che di possedere spazi.
Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una
catena in costante crescita, senza retromarce. Si tratta di
privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e
coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché
fruttifichino in importanti avvenimenti storici.
Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci.”
E una descrizione chiara di tutto un muoversi, di una spiritualità che non è fuori dal
tempo e dagli avvenimenti storici, anzi dentro gli avvenimenti storici la spiritualità
immette:
DINAMISMI E PROCESSI (dice il papa)
Sono due parole che, secondo me, fanno parte della spiritualità dell’accoglienza.
E qui mi viene in mente la parabola che l’icona dell’accoglienza,
Il Buon Samaritano:
(Luca 10, 25-37) C’era un uomo che era incappato nei briganti che lo lasciarono
mezzo morto sulla strada
Che cosa ha fatto il Samaritano?
Dopo averlo visto (importante è vedere, accorgersi) Importante è vedere, accorgersi, fa
parte di un atteggiamento di preoccupazione, di cura dell’altro.
Sente compassione
E’ sceso dal suo giumento (ha “perso” un po’ del suo tempo prezioso – era probabilmente
un uomo d’affari…)
Si è avvicinato – la vicinanza – il mettersi a livello di chi sta male.
Ha versato sulle ferite olio e vino (olio che lenisce e vino che disinfetta, ci vuole l’olio (della
compassione) che lenisce le ferite ed è necessario anche il vino che disinfetta, che toglie la
radice del male…)
Lo carica sopra il suo giumento: non ha paura di sporcarsi le mani, la macchina!
Lo porta in una locanda e si prende cura di lui (il prendersi cura….!!): gli dà una casa, non
lo lascia sulla strada, è un’emergenza ma lui lo tratta con dignità!
Coinvolge nella sua azione, anche l’albergatore: “abbi cura di lui”
E Gesù chiede: chi è stato prossimo di costui?
Colui che ha avuto compassione di lui!...
Ecco: la compassione, il “patire-con”, il prendersi
cura, il pagare di persona,
però
COINVOLGENDO ALTRI nella tua azione per non
restare solo nel prenderti cura, perché anche altri
imparino ad accorgersi, a vedere, a piegarsi sulle
piaghe dei malcapitati che si incontrano sulla
strada.
Riprendendo il pensiero di Papa Francesco:
Si tratta di privilegiare le azioni che generano
nuovi dinamismi nella società e coinvolgono
altre persone e gruppi che le porteranno avanti,
finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici.
Senza ansietà, però con convinzioni chiare e
tenaci.
Ti pare di vedere un movimento di persone, di piccoli gruppi, una rete che si
crea e che diventa sempre più ampia e che incide sulle situazioni di male e che
riesce a cambiare quella tendenza alla sopraffazione e al potere che è insita nel
cuore dell’uomo.
Bisogna invertire la rotta, invertire le tendenze negative …
Infatti CHE COSA SIGNIFICA
provocare dei PROCESSI?
Il Teologo don Carlo Molari dice
che di fronte agli elementi
negativi della persona e nelle
situazioni nelle quali si esprime
il male, è fondamentale
“offrire spinte positive, offerte
di vita, dinamiche di amore, di
benevolenza, di
misericordia.”
Esperienza di accoglienza di
CASA S. PAOLO…
20 signore che preparano la
cena, persone che vanno a
portarla nella casa…
“Il poco di molti”…. Il coinvolgere
altri nell’azione, provocare
processi positivi…
Perché dico questo: perché una
persona da sola non potrebbe
fare tutto questo oppure dopo un
po’ si stancherebbe e
l’accoglienza si concluderebbe.
Ma… con il “poco di molti”… si
può!
PER CONCLUDERE:
E’ importante avere una META, un SOGNO, sapere dove si vuole arrivare, imparando a
fare strada insieme. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci.
Io aggiungerei: con ESTREMA UMILTA’, sapendo noi siamo solo
piccoli strumenti nelle Sue mani.
Strumenti che hanno messo la propria libertà nel dinamismo di un amore capace di
dono e sapendo che la Chiesa e i cristiani in essa, (è sempre don Carlo Molari che lo
dice) non è ancora pienamente cristiana, sta camminando verso un traguardo di
pienezza di carità, è dentro un processo. Nessuno è più bravo dell’altro.
Quindi questa UMILTA’, questo sapersi dentro un processo di
maturazione verso la Fraternità evangelica piena, INSIEME AGLI ALTRI.
Questa necessità di coinvolgerci e di coinvolgere la comunità tutta in
questo processo di fraternità evangelica in cui L’ACCOGLIENZA diventa
uno stile, una modalità di vita, che non consiste solo nel dare una casa,
un piatto, un letto. E’ un atteggiamento di vita, un portare nel cuore le
persone che andiamo a servire.
S. Angela Merici diceva: “vi supplico che vogliate tener conto,
ed avere scolpite nella mente e nel cuore tutte le vostre figliole,
ad una ad una, non solamente i loro nomi, ma ancora la
condizione, la natura….”
E concluderei con una preghiera a Maria di don Tonino Bello il quale
viveva in tutte le sue fibre la spiritualità dell’accoglienza.
Santa Maria donna accogliente,
aiutaci ad accogliere la Parola nell’intimo del cuore.
A capire, cioè, come hai saputo fare tu,
le irruzioni di Dio nella nostra vita.
Santa Maria donna accogliente,
rendici capaci di gesti ospitali verso i fratelli.
Sperimentiamo tempi difficili,
in cui il pericolo di essere defraudati
dalla cattiveria della gente
ci fa vivere tra porte blindate e sistemi di sicurezza…
Disperdi ti preghiamo, le nostre diffidenze.
Allenta le nostre ermetiche chiusure
nei confronti di chi è diverso da noi.
Abbatti le nostre frontiere culturali,
prima di quelle geografiche.
Queste ultime cedono ormai
sotto l’urto dei popoli “altri”,
ma le prime restano tenacemente impermeabili.
Visto allora che siamo costretti ad accogliere
Gli stranieri nel corpo della nostra terra,
aiutaci perché possiamo accoglierli
anche nel cuore della nostra civiltà
UNA SPIRITUALITÀ DELL’ACCOGLIENZA
a cura di Sr Beatrice Bertoldi
congregazione suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria
XXIII Rapporto immigrazione 2013
Caritas e Migrantes
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