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La scuola inclusiva – Prof.ssa Carnazzola – 13/10/2012

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La scuola inclusiva – Prof.ssa Carnazzola – 13/10/2012
S. GIULIANO
20 OTTOBRE 2012
LA SCUOLA INCLUSIVA:
PER IMPARARE A FARE,
IMPARARE A VIVERE,IMPARARE A
CONVIVERE
Maria Grazia Carnazzola
1
CI SONO ANCH’IO
S.Giuliano 20.10.2012 Relatore MARIA GRAZIA CARNAZZOLA
Incontro di formazione
Il ruolo del personale scolastico ausiliario nel percorso di inclusione delle
persone con disabilità
 Riferimenti ai contenuti dell’incontro precedente
 La percezione del proprio ruolo in merito all’argomento
 Compiti dei collaboratori scolastici (CCNL tab. A)
 l’alunno con disabilità dentro la classe, dentro la scuola, dentro
la società: chi fa cosa
 Le diversità. le disabilità, i D.S.A., i disturbi del comportamento
alimentare
 L’interazione/intervento con alunni «diversi»
 Dibattito e conclusioni
2
DALL’INCONTRO PRECEDENTE
Chiarimenti, perplessità, approfondimenti…
20 ottobre 2012
3
COME SI ATTUA L’INCLUSIONE: CHI FA COSA
Contesti
Azioni
Esperienze
Classe
Didattica
Differenzazione e
mediazione sociale
Scuola
organizzazione
Comunità di sostegno
Famiglia
Corresponsabilità Esercizi di
“addomesticamento”
comunità
Progetto di vita
Verso un sistema
“curante”
4
DISTURBI PERVASIVI DELLO
SVILUPPO
comprendono
•
•
•
•
•
Autismo
Sindrome di Rett
Ritardo mentale
Sindrome di Asperger
Disturbo generalizzato dello sviluppo
non altrimenti specificato
5
Ritardo mentale
Si definisce RM una disabilità
caratterizzata da prestazioni
intellettive significativamente
inferiori alla media (QI inferiore a 70)
associate con deficit o inadeguatezza
del comportamento adattivo che si
manifestano prima dei 18 anni.
DSM-IV
6
a. funzionamento intellettivo significativamente al di sotto della
media, QI inferiore a 70, rilevato attraverso strumenti validi e
standardizzati;
b. concomitanti limitazioni nell'adattamento riscontrato in due o più
delle seguenti aree:
1. comunicazione;
2. cura di sé;
3. abilità domestiche;
4. abilità sociali;
5. uso delle risorse della comunità;
6. autodeterminazione;
7. salute sicurezza;
8. capacità di funzionamento scolastico;
9. tempo libero;
10. lavoro;
c. esordio prima dei 18 anni.
7
Caratteristiche dell' intervento
 lavoro fondato su aspettative realistiche
 lavoro integrato
 lavoro pianificato/programmato
 lavoro centrato sulla globalità del soggetto
8
"livello limite“
• Bambini con QI tra 70 e 85, ora considerati varianti della
norma, a giusto titolo, perché da adulti possono accedere ad
una vita normale.
• Hanno però difficoltà a seguire la scolarità con il ritmo dei
compagni; il ritardo scolastico è in genere armonico e varia
da 1 a 3 anni.
• E' presente di solito anche un'immaturità affettiva e sociale su
cui è opportuno lavorare perché in età adulta il soggetto sia
in grado di esprimere le proprie potenzialità. In effetti da
adulti sono in grado di apprendere un mestiere, integrandosi
socialmente e professionalmente anche con un certo
successo, se la crescita della personalità è stata armonica.
9
RM lieve
• Negli anni prescolari sviluppa buone capacità sociali e di
comunicazione. Può arrivare alla fine dello sviluppo ad avere
raggiunto discrete competenze scolastiche.
• Le capacità di organizzazione della logica raggiungono
comunque all'adolescenza un livello di pensiero operatorio
concreto: non è accessibile il pensiero astratto.
• Nella vita adulta potrà avere capacità sociali e professionali
adeguate per un minimo sostentamento e potrà vivere in
comunità in modo indipendente o in appartamenti protetti (a
meno che non abbia disturbi associati che rendano tutto ciò
inagibile).
• Avrà comunque bisogno di supporto, per la fragilità
personologica, in caso di stress psicologico o sociale.
10
RM medio
• Negli anni prescolari può apprendere il linguaggio, anche se
rudimentalmente.
• Arriva in genere al termine dello sviluppo a possedere alcune
competenze scolastiche del primo ciclo elementare. Il livello
logico alla fine dello sviluppo non supera il livello
preoperatorio.
• In età adulta può usufruire di semplice addestramento
professionale e lavorare in lavori non specializzati sotto
stretta sorveglianza.
• Con modesta supervisione può prendersi cura di sé, ma non
sarà mai in grado di essere inserito nella società senza
sorveglianza.
11
RM grave
• In età prescolare mostra un ritardo motorio ed acquisisce
poche o nulle capacità di discorso comunicativo.
In età scolare può imparare a conversare, ma non accede che
alle manifestazioni del linguaggio.
• Può essere addestrato, o parzialmente addestrato nelle
elementari attività di autonomia nei bisogni primari: può
usufruire solo limitatamente dell'istruzione in materie
prescolastiche, ma può appropriarsi di capacità di lettura di
segnali o di "parole per la sopravvivenza".
• Il livello di ragionamento è per lo più senso motorio.
• Nella vita adulta potrà portare a termine semplice compiti
solo sotto stretta sorveglianza, e avrà bisogno di vivere in
ambiente protetto.
12
RM profondo
• Mostra in età prescolare minime capacità di funzionamento
sensomotorio.
• Necessita di completo accudimento, di ambiente protetto
adeguatamente organizzato,
costante appoggio e
sorveglianza. Le capacità di comunicazione e di
autoaccudimento sono infatti minime.
13
I DISTURBI ASSOCIATI
II bambino con RM può presentare altri disturbi
associati, che complicano la situazione esistenziale, e
possono richiedere una diversificazione
dell'intervento.
Questi disturbi sono:
•malformazioni
•deficit sensoriali
•motulesioni
•epilessia
•disturbi del linguaggio (oltre al ritardo)
•disturbi della personalità e del comportamento.
14
L’AUTISMO
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
Parte emersa
è quella che
si vede
SINTOMI
Parte sommersa
è quella che
non si vede
CAUSE
28
SINTOMI
non gioca con gli altri
fa un uso improprio del giocattolo
rompe i giochi
…
CAUSE
è incapace di immaginare
possiede un linguaggio e/o modalità comunicative inadeguate
non sa organizzare il tempo
non capisce le regole del gioco
….
29
Cause
Alterazioni cerebrali
Si sa che è un
disturbo di
origine
per
organicobiologica
(anomalie nel cervelletto,
nell’amigdala,nell’ippocampo, nel setto e
corpi mammillari)
Alterazioni neurologiche
(nella neurotrasmissione delle afferenze
sensoriali)
Implicazione di alcuni
fattori genetici
30
Caratteristiche Diagnostiche
• Menomazione grave e qualitativa nello
sviluppo della relazione sociale reciproca
• Menomazione grave e qualitativa delle
abilità di comunicazione verbale e non
verbale
• Repertorio gravemente ristretto di attività
ed interessi stereotipati e ripetitivi
31
Caratteristiche Cognitive
dell’Autismo
•
•
•
•
Abilità visuali>abilità verbali
Eccessiva attenzione ai dettagli
Difficoltà a generalizzare
Difficolta` nel combinare o integrare
idee
• Difficoltà nell’organizzazione e la
sequenzializzazione
• Distraibile e facilmente sovrastimolato
32
Ne deriva che le persone con autismo
presentano deficit:
Attenzione:
in particolare di “attenzione diffusa” (guardando una
situazione o un oggetto non ne viene visto l’insieme ma solo il
particolare)
Generalizzazione:
gli eventi o gli oggetti vengono
decontestualizzati, isolati, considerati sempre identici a se stessi o
legati ad un solo contesto
Astrazione:
difficoltà a comprendere tutto ciò che è al di fuori
del visivo, dalla percezione concreta
33
Percezione sensoriale:
risulta alterata (in iper o in ipo)
l’elaborazione degli stimoli sensoriali
Integrazione sensoriale:
contemporaneamente
difficoltà nell’uso di più sensi
Strutturazione spazio-temporale:
nello spazio e a comprendere le coordinate temporali
difficoltà ad orientarsi
Elaborazione dei significati:
incapacità a comprendere i
significati socialmente condivisi soprattutto le emozioni, le intenzioni degli altri
34
Manifestazioni e disturbi associati
• Ritardo mentale
• Disarmonie nello sviluppo delle capacità
cognitive
• Anomalie dell’alimentazione
• Disturbi del sonno
• Anomalie comportamentali
• Disturbi dell’umore e dell’affettività
• Epilessia
• Patologie rare
35
COSA FARE?
L’intervento educativo
è l’intervento d’elezione per
promuovere una migliore
QUALITA’ DI VITA
36
LE CARATTERISTICHE DELL’AUTISMO











Problemi di comprensione
Limitata o peculiare capacità di espressione verbale
Difficoltà di attenzione
Difficoltà di astrazione
Difficoltà nell’elaborazione uditiva
Difficoltà a generalizzare le informazioni
Difficoltà nell’intuizione sociale
Difficoltà a ragionare in maniera flessibile
Scarsa motivazione sociale
Grande abilità nell’elaborazione delle informazioni visive
Grande memoria
37
Altro
Famiglia
Scuola
Enti Locali
Insieme per una
maggior qualità
di vita
Azienda
Ospedaliera
38
L’alunno con autismo
quale intervento?
39
Intervento
precoce – intensivo – strutturato
funziona meglio
è di più lungo mantenimento e di più
larga generalizzazione
se
adattato alle caratteristiche di
funzionamento della persona con autismo
40
RISCHI
Sopravvalutare: dare per scontato che il
bambino sappia fare più cose (es: rilevata
una forte memoria la si riferisce a contesti dove non
viene applicata)
Sottovalutare: una eventuale abilità
posseduta non trova spazio perchè
oscurata da difficoltà di espressione e
relazione
41
ASPETTI FONDAMENTALI
la priorità
il bambino
la partenza
ciò che il bambino sa fare e ciò che
può imparare
l’obiettivo
la maggior autonomia possibile per
il miglioramento della qualità di vita
messa a punto di un percorso di insegnamento
42
ORGANIZZAZIONE
•Adeguata strutturazione dei tempi
•Organizzazione degli spazi –
chiari e leggibili
•Organizzazione del lavoro
43
STRUTTURAZIONE DEL TEMPO
Deve essere adeguata alla “singola” realtà
Esempio: la suddivisione per ore
può
Andare bene per
un bambino con
autismo ad alto
funzionamento
Essere assurda per
un altro
(in 1 ora si devono
strutturare 10-20 esercizi
di attività diverse)
44
STRUTTURAZIONE DEL TEMPO
COSA SI FA, QUANDO?
QUESTA MATTINA
Agenda
con foto
QUESTA MATTINA
1
Correggo il
compito con la
maestra
2
Disegno la
tabella delle
tabelline
3
Mangio la
merenda
4
Vado in palestra
con i compagni
Agenda con numeri e parole
5
Mi preparo per
andare a casa
45
Marcello stacca il secondo cartellino
con l’aiuto dell’adulto
46
STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO
g
i
o
c
o
47
STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO
l
a
v
o
r
o
48
STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO
c
o
m
p
u
t
e
r
49
STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO
50
ORGANIZZAZIONE DEL COMPITO
Il compito va presentato in modo
che il bambino
•comprenda la richiesta
visivo)
(supporto anche
•veda la fine del compito
(dà una
riduzione dell’ansia perché confina l’impegno)
51
Modalità di interventi
Garantire ambienti sociali adeguati
•lavoro individuale in un rapporto
duale con l’adulto (tutela la specificità del lavoro da
svolgere)
•gruppi organizzati temporalmente e
spazialmente di bambini che
condividano una disabilità
52
Tabella n. 1
Livello di RM
%
QI
ICD10
Età
mental
e
Caratteristiche per età
0-6 anni
Ritardo
Lieve
senisomotorio
e
85/90
506
9
8/10
anni
circa
del linguaggio di
grado
lieve
6-18 anni
Età adulta
Apprendimento
scolastico discreto
nella scuola primaria
con difficoltà di
apprendimento nelle
classi secondarie. Le
capacità scolastiche
corrispondono circa
alla V elementare
Autonomia
sufficiente
Arresto alla
dell'intelligenza
fase operatoria
concreta con
minime
compromissioni
sensomotorie.
Possono
raggiungere
capacità di
adattamento
sociale e
professionale
discrete, con
necessità di aiuto
in situazioni
imprevedibili.
53
Moderato
Sviluppo motorio
sufficiente.
Linguaggio e
funzioni simboliche
7/10
3549
6/9
anni
circa
povere e in lenta
maturazione.
Acquisizioni
scolastiche iniziali che
corrispondono circa
alla II elementare.
Persistenza di
immaturità espressiva.
Autonomia sufficiente
Arresto alla fase delle
operazioni concrete
semplici.
Con supervisione
possono provvedere
alla cura della propria
persona e allo
svolgimento di lavori
semplici. Discrete
capacità comunicative,
di autonomia sociale e
di adattamento alla vita
di comunità. Necessità
di aiuto in situazioni
non familiari
54
Severo (Grave)
Sviluppo motorio
elementare con
schemi relazionali
3/4
2034
4/6
anni
poveri.
Linguaggio molto
ridotto.
Possono acquisire
Arresto alla fase
capacità di
riconoscere parole
semplici per i bisogni
dell'intelligenza
rappresentativa pre-
primari.
È preferibile sulle
autonomie di base
piuttosto che sulle
autonomie scolastiche.
La comunicazione
verbale può essere
limitata. Autonomia
scarsa.
operatoria. Autonomia
parziale. Minimi o
assenti livelli di
linguaggio verbale.
Minime competenze di
autonomia. Da adulti
possono svolgere
attività semplici in
ambienti protetti.
55
Profondo
1/2
< 20
Meno di
4 anni
Ritardo motorio
grave.
Insufficiente
sviluppo delle
funzioni
simboliche e del
linguaggio.
Sviluppo sensomotorio
limitato.
Assenza del linguaggio
relazionale
Arresto alla fase
dell’intelligenza
sensomotoria.
Necessità di assistenza
e sorveglianza.
Fonte: liberamente adattata da Pfanner e Marchesi, 2005; Di Nuovo e Buono, 2002; Kendall, 2000
56
I Disturbi alimentari (DA) sono malattie
silenziose, subdole, insidiose, sconcertanti
ed “incomprensibili”
ma …
rappresentano anche
un mezzo per esprimere un disagio,
“una costosa trovata” e “una dolorosa
invenzione”.
Materiale del Centro Disturbi Alimentari
Tel: 0342. 521902
57
I Disturbi Alimentari
(DA)
Non esistono le anoressiche e le bulimiche.
Esistono solo tante persone che utilizzano il
cibo per dire qualche cosa. Che non sanno
più bene come e quando “aprirsi” o
“chiudersi” al mondo.
M. Marzano.
Materiale del Centro Disturbi Alimentari
Tel: 0342. 521902
58
DA: Cosa sono?
I disturbi dell’alimentazione (DA) sono
definiti come persistenti disturbi del
comportamento
alimentare
e/o
di
comportamenti finalizzati al controllo del
peso corporeo, non secondari a nessuna
condizione
medica
o
psichiatrica
conosciuta, che danneggiano la salute fisica
e il funzionamento psicologico.
Materiale del Centro Disturbi Alimentari
Tel: 0342. 521902
59
Anoressia Nervosa
Intensa paura di ingrassare che porta le persone ad una
drastica limitazione nell'assunzione degli alimenti al fine di
perdere peso.
Tali persone hanno fame ma smettono di mangiare perché
provano una repulsione ossessiva nei confronti del cibo.
Peso
Immagine di sé
Ossessività
Controllo
Materiale del Centro Disturbi Alimentari
Tel: 0342. 521902
60
AN : SINTOMI
1- Amenorrea.
2- Isolamento sociale.
3- Euforia, depressione e ansia fino agli attacchi
di panico.
4- Tendenza alla suicidalità.
5- Comportamenti ossessivi e/o compulsivi.
6- Disturbi nell’ambito della sessualità (assenzadiminuzione del desiderio sessuale etc.).
7- Dismorfofobia.
Materiale del Centro Disturbi Alimentari
Tel: 0342. 521902
61
Ricordiamo che …
l’IMMAGINE CORPOREA
si riferisce al vissuto del corpo dove la
rappresentazione mentale, derivante dalle
percezioni sensoriali e cenestesiche, si
arricchisce ai sentimenti e agli atteggiamenti che
l’individuo ha verso il proprio corpo.
È un prodotto dello sviluppo neurologico,
affettivo, sociale.
Materiale del Centro Disturbi Alimentari
Tel: 0342. 521902
62
BN : SOTTOTIPI
Con condotte di
eliminazione
abbuffata con condotte
di eliminazione, come il
vomito auto- indotto e
l’abuso di lassativi e/o
diuretici.
Senza condotte di
eliminazione
abbuffata con comportamenti
correttivi inappropriati, come
il digiuno e l’attività fisica
eccessiva.
Materiale del Centro Disturbi Alimentari
Tel: 0342. 521902
63
Cosa può insospettire?
Diete, improvvise modifiche di peso,
attenzione a diete altrui. Giornali di
fitness, libri di cucina, etichette di
cibi. Alimentazione selettiva, aumento
di uso di caffè, thé, aceto, limone.
Comportamento a tavola: mangia da
sola, scappa dalla mensa, sminuzza il
cibo, lo dà ai compagni.
Materiale del Centro Disturbi Alimentari
Tel: 0342. 521902
64
AN : segni precoci
 Rapida e costante perdita di peso ottenuta con
restrizione alimentare.
 Eccessiva preoccupazione per peso e forme
corporee.
 Paura intensa di diventare grassi.
 Depressione, irritabilità, isolamento sociale,
preoccupazione per il cibo, comportamenti
ossessivi , riduzione di concentrazione.
 Perdita di interessi.
 Eccessiva attività fisica.
 Assenza di mestruazioni (amenorrea).
 Comportamento alimentare anomalo.
Centro Disturbi Alimentari
Tel: 0342. 521902
65
BN: segni precoci
 Assunzione di grandi quantità di cibo, non
associate all’aumento di peso.
 Scorte alimentari nascoste.
 Ingestione di grandi quantità di liquidi soprattutto
durante i pasti.
 Ricorso al bagno durante o subito dopo il pasto.
 Disordine in bagno o odore di vomito.
 Frequenti mal di denti e problemi dentari.
 Rigonfiamento delle ghiandole salivari.
 Abuso di lassativi.
 Crampi muscolari o parestesie frequenti ed
inspiegabili.
Materiale del Centro Disturbi Alimentari
Tel: 0342. 521902
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