Struttura proposizionale della conoscenza e mappe concettuali
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Struttura proposizionale della conoscenza e mappe concettuali
Per costruire una (buona) mappa concettuale Una mappa concettuale contiene concetti racchiusi in nodi, collegati tra loro da parole legame e da linee di collegamenti Istruzioni per l’uso: il concetto Il concetto può essere formato da una singola parola, o da una serie di parole. Due tipi di concetto: Concetto - oggetto: fiore, legge, casa, ecc.; Concetto – evento: arrugginimento, rivoluzione, eclissi, ecc.; Ogni concetto compare una sola volta in una mappa; Un singolo concetto può essere collegato a più concetti. Tratto da A. Tifi 2005 Istruzioni per l’uso: le parole legame Contengono in genere predicati. Ciascuna, nelle relazioni, individua un concetto più generale rispetto ad uno sovraordinato; Sono da escludere domande, avversative, pronomi relativi. Tratto da A. Tifi 2005 Istruzioni per l’uso: le proposizioni La triade concetto 1 --- parola legame --concetto 2 formano una proposizione, in genere leggibile dall’alto verso il basso (verticale); Le frecce si aggiungono per definire altra direzione della relazione (orizzontale) Contengono una relazione potenzialmente significativa tra due concetti Tratto da A. Tifi 2005 Istruzioni per l’uso: la mappa Il significato di una mappa è dato dalle relazioni e da come si legano le varie proposizioni tra di loro; La mappa si legge dall’alto verso il basso: concetto radice (più generale) ai concetti di 1° livello, più specifici, di 2° livello e via… Tratto da A. Tifi 2005 Istruzioni per l’uso: come costruire una buona mappa concettuale 1. Identificare l’argomento/tematica/domanda focale e fare la lista dei concetti generali e specifici 2. Mettere in ordine i vari concetti individuando le gerarchie 3. Rivedere la lista e, se necessario, aggiungere altri concetti 4. Iniziare a costruire la mappa dall’alto verso il basso 5. Sistemare i concetti specifici/subordinati sotto ogni concetto generale Istruzioni per l’uso: come costruire una buona mappa concettuale 1. Creare i legami collegando i concetti con linee etichettate con parole legame; 2. Rielaborare la struttura della mappa, aggiungendo, sottraendo o cambiando i concetti; 3. Cercare di creare legami trasversali; 4. Applicare ai concetti degli esempi specifici; 5. Eventualmente realizzare altre mappe in modi diversi. Le relazioni La struttura gerarchica delle mappe concettuali si basa sul criterio di inclusività: ciascun concetto inserito in una mappa ha un dato grado di inclusività rispetto agli altri concetti della mappa. Il concetto di inclusività è relativo al processo di costruzione del significato, non all’inclusione fisica. È il compito di apprendimento che determina quale concetto sia più o meno sovraordinato. Le relazioni inclusive più comuni vanno dal generale al particolare, dall’astratto al concreto, dalla causa all’effetto, indicano un fine - scopo, una sequenza temporale, una suddivisione in parti, un’articolazione o rappresentano un’azione-predicato. Da A. Tifi 2005 Regole su piccola scala per fare buone mappe concettuali 1. Scegliere le etichette più semplici possibili per i concetti e non scrivere interi periodi in ciascun nodo. Evitare anche l’errore opposto di frammentare il testo piano in tanti nodi quante sono le parole, ricordando che ogni nodo deve contenere un singolo concetto rilevante. 2. In ogni proposizione individuare qual è il concetto da disporre a un livello gerarchicamente superiore e scegliere il termine o le parole più semplici e più possibile accurate al fine di indicare la relazione tra i concetti. 3. Se ci sono più concetti accomunati dallo stesso tipo di relazione, rispetto a un concetto più comprensivo, evitare di concatenarli con “e”, come si farebbe nel testo normale; collegarli, invece, tutti alla stessa frase legame, parallelamente e al di sotto del concetto più inclusivo. In alternativa, se tali concetti si trovano in posizione terminale, si possono elencare tutti in un singolo nodo. 4. Per quanto possibile costruire relazioni binarie dotate di senso compiuto, evitando gerundi, pronomi relativi e congiunzioni che richiedano di tener conto di altri concetti e proposizioni da leggere in sequenza. Occorre rileggere ogni proposizione come a sé stante. 5. Le frasi-legame non devono contenere concetti che potrebbero avere funzione nodale nella struttura della mappa, ma solo quei termini necessari a fungere da collegamento (verbi preposizioni, articoli ecc.) 6. Non inserire lo stesso concetto in diverse regioni nella mappa, anche se con etichette diverse (si può fare eccezione a questa regola per concetti molto comprensivi, e per questo ricorrenti, o per termini con funzione meramente connotativa). Eventualmente accorpare nello stesso nodo i diversi termini denotativi (es. <imperatore Carlo Magno>) A. Tifi 2005 Regole su “larga scala” 1. Sviluppare una mappa tenendo conto di una chiave interpretativa o domanda focale precisa (F.Q.) 2. Iniziare a valutare la presenza di concetti più comprensivi di quelli relativi alla domanda focale, che potrebbero essere necessari per inquadrare il contesto e i presupposti per dare senso e autonomia di significato all’intera struttura. 3. Limitare lo sviluppo gerarchico ai livelli strettamente necessari a rispondere alla domanda focale e non introdurre ulteriori legami arbitrari o di tipo associativo con altri concetti generali che sono ausiliari, all’interno della mappa stessa. 4. Se ci sono molti concetti di primo livello, legati al concetto radice (quello al vertice), occorre individuare altri concetti di livello gerarchico intermedio, per raggrupparli in due-quattro categorie al massimo, quindi sviluppare in modo bilanciato tali categorie. 5. Non introdurre un numero eccessivo di collegamenti trasversali, che rendono intricata la mappa, a meno che non tali relazioni tra concetti distanti non indichino effettivamente una migliore penetrazione delle connessioni nella materia trattata. 6. Frazionare argomenti molto vasti, e se occorre strutturarli in dettaglio, in diverse sotto-mappe distinte e collegate tra loro; oppure delineare la sola ossatura dell’argomento complessivo. A. Tifi 2005 Da A. Tifi 2005