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Multari - SIMFER
ORTESI SPINALI SCELTA E PRESCRIZIONE ORTESICA NEL SOGGETTO TRAUMATIZZATO Vincenzo Multari U.O. di NeurologiaNeurologia-Neuroriabilitazione Neuroriabilitazione-Unità Spinale Fondazione Salvatore Maugeri Cassano delle Murge (BA) I.R.C.C.S. …. p poche certezze sul trattamento delle lesioni vertebrali post post-traumatiche: Incertezze per Lesioni Amieliche Unanime U i consenso di metodo t d di trattamento per le Lesioni Mieliche 2 … le nuove tecniche Chirurgiche e l’uso di nuovi mezzi di sintesi hanno determinato un significativo cambiamento di approccio terapeutico nei traumi spinali. 3 Molti studi sulla stabilizzazione del rachide nei traumi vertebrali Diversity and commonalities in the care of spine trauma internationally. Lenehan B, Dvorak MF, Madrazo I, Yukawa Y, Fisher CG.- Spine (Phila Pa 1976). 2010 Oct 1;35(21 Suppl):S174-9. … ricerca di criteri che permettano di adottare d una scelta semplice tra stabilizzazione chirurgica e/o / Ortesica O t i 4 Le lesioni che la colonna vertebrale subisce in seguito ad eventi traumatici possono essere le più varie, varie in ragione dei diff differenti i trattii di colonna l interessati dall'evento dall evento traumatico e dei diversi meccanismi traumatici. 5 I traumi della colonna vertebrale p possono n essere classificati: l ifi ti: •per sede anatomica (cervicale, (cervicale dorsale, dorsale lombare, lombare sacrale); •p per il grado g di danno determinato sulla vertebra (infrazione, frattura, scomposizione) e sulle strutture articolari e tendinee adiacenti; •per il grado di danno determinato sulle strutture nervose (amieliche e mieliche con lesione completa o incompleta del midollo) •per il tipo di insulto che si esercita sulla colonna: - carico verticale per compressione, - traslazione, ossia carico orizzontale al piano vertebrale, - iperestensione/iperflessione, / fl - rotazione, o associazione in vario grado dei precedenti. 6 I tratti di colonna vertebrale che fisiologicamente sono dotati di maggiore motilità (rachide cervicale e lombare) sono quelli più esposti alle lesioni traumatiche. 7 Rachide cervicale per il quale vi sono particolari aspetti biomeccanici che lo espongono agli eventi traumatici: •struttura delle vertebre più "minuta"; minuta ; • supporto muscolare meno massiccio; • necessità ità di supportare t un peso "impegnativo”. p g 8 Rachide Lombare Gi i Giunzione T Toraco-Lombare L b zona di transizione tra il tratto Toracico ((cifosi)) p piuttosto rigido g (vincolato nei suoi movimenti intervertebrali dalle coste) in cui il movimento intervertebrale è costituito prevalentemente da un movimento di rotazione ed il tratto Lombare (lordosi) con spiccate caratteristiche in cui il movimento fisiologicamente più rappresentato è quello di flesso - estensione. estensione 9 “Le Fratture vertebrali in Puglia attraverso l’analisi delle SDO nel triennio 1998-2000” Il tasso grezzo di ospedalizzazione delle fratture amieliche è risultato pari a 47 47,3 3 casi ogni 100.000 100 000 abitanti l’anno, quello delle fratture mieliche 4,0 casi. casi La sede più frequente è stata il tratto dorso-lombare ed il sesso maschile è risultato maggiormente interessato. 10 Indicazioni p per il trattamento delle lesioni traumatiche delle colonna vertebrale ridurre e mantenere ridotta la lesione traumatica sino alla sua g guarigione g ..la la prognosi di una frattura non neurologica dipende dal suo potenziale evolutivo meccanico per aggravamento brusco o progressivo p g della deformazione e del rischio neurologico. g 11 …… dall’analisi d ll’ lisi morfologica, f l i la stabilità o meno della lesione 12 Per una completa comprensione dei meccanismi che determinano instabilità a livello della colonna vertebrale nel tempo si sono succedute numerose classificazioni •Bohler 1929 •Nicoll Ni ll 1949 •Holdsworth 1953 •Decoult e Rieunau 1958 •Louis 1972 •Denis 1983 13 3 Colonne di Denis: Anteriore: comprende 2/3 del corpo vertebrale ed il legamento longitudinale anteriore; Media: include 1/3 posteriore del corpo vertebrale ed il legamento longitudinale posteriore; Posteriore: faccette articolari e strutture legamentose (legamenti sovraspinoso, so rasp noso, interspinoso) ntersp noso) 14 Le 3 colonne proposte da Denis disegnate su una sezione sagittale di 2 vertebre lombari (tavola (t l ttratta tt d da G Gray’s ’ A Anatomy) t ) L Colonna Les. C l Ant.: Stabili Les. Colonna Media: Instabili Les. Colonna Post.: S bili Stabili Fratture con dislocazione Instabili Denis F. The three column spine and its significance in the classification of acute thoracolumbar spinal injuries. Spine. 1983 15 Classificazione di Magerl F. 1994 una sintesi delle precedenti basata sulle caratteristiche morfopatologiche f p g del trauma e sulle varie opzioni di trattamento: 3 livelli ciascuno con 3 sottolivelli Tipo p A raggruppa gg pp i meccanismi di compressione Tipo B raggruppa i meccanismi di distrazione ant. o post. Tipo C raggruppa i meccanismi di rotazione assiale (spesso sovrapposto ad A e B) 16 Tabella schematica di classificazione Tipo di Frattura Anteriore Media Posteriore C Compressione i C Compressione i I Intatta IIntatta o distrazione (se severa) Scoppio Compressione Compressione Intatta Cintura di sicurezza Intatta o media compressione del p 10‐20% del corpo v. Distrazione Distrazione Fratture con dislocazione Compressione, Compressione Distrazione Distrazione, rotazione, lesione rotazione o a cesoia lesione a cesoia Distrazione, Distrazione rotazione o lesione a cesoia daThoraco lumbar spine fracture, Mark S. Greenberg, Handbook of Neurosurgery, Thieme 2006) 17 Capen DA, Gordon ML, Zigler JE, Garland DE, Nelson RW, Nagelberg S.: Nonoperative management of upper thoracic spine fractures. fractures Orthop Rev 1994;23:818-21. Principles on surgical treatment of high thoracic spine fractures – Fabris Monterumici - G.I.O.T. 2004;30:139-143 18 ..studio dei vari parametri radiografici attualmente utilizzati per valutare le lesioni toracotoraco-traumatico, sottolineando la validità e la tecnica dietro ognuno di essi, per formulare linee guida evidenceevidence-based di valutazione radiografica di queste fratture. Keynan, et al. Keynan, Radiographic Measurement Parameters in Thoracolumbar Fractures: Fractures: A Systematic Review and Consensus Statement of the Spine Trauma Study Group – Spine: March 2006 - Volume 31 19 STABILITA’ – INSTABILITA STABILITA INSTABILITA’ La stabilità della colonna vertebrale dipende p l'integrità g delle ossa,, legamenti g m e delle articolazioni. Per instabilità della colonna vertebrale s'intende la possibilità che si verifichino abnormi movimenti tra le vertebre, vertebre tali da determinare una compressione midollare midollare. 20 - assicurare ass curare la massima mass ma stabilità stab l tà nel focolaio di frattura anche a garanzia di un rischio neurologico latente; - recuperare in i tempi t i brevi b i l’l’autonomia t i d dell traumatizzato, consolidando la lesione e riducendo al minimo i postumi dolorosi e funzionali. f 21 In aggiunta o in sostituzione alle metodiche chirurgiche di stabilizzazione del focola focolaioo traumatico traumat co vertebrale si possono utilizzare le Ortesi Spinali 22 Il g giusto trattamento della colonna vertebrale inizia sul luogo del trauma trauma. 23 Obiettivo primario Ob per l’applicazione p pp di un’ortesi spinale p dopo un trauma acuto del rachide è quello di sostegno, scarico ed immobilizzazione del segmento spinale interessato al fine di proteggere la l colonna l vertebrale b l da d eventuali ulteriori cedimenti ossei, riducendo quindi la sintomatologia dolorosa correlata. 24 Collare cervicale rigido bivalva: bivalva: 25 Effetto biomeccanico del collare cervicale è quello del trasferimento del carico dal capo al tronco . piccola i l area di superficie corporea disponibile: mento t ed d occipite. i it (prevenire i problemi di ischemia da pressione locale) Anatomicamente un contatto adeguato dell’ortesi con le strutture ossee del cranio e del torace è difficile. 26 ORTESI CERVICALI cod. ISO 06.03.012 Collare Cervicale morbido nelle lesioni acute dei tessuti molli del collo. max per 3-4 gg. (parte più ampia post., più stretta ant.) Collare Cervicale Rigido (Ti S h ) (Tipo Schanz) può avere un sostegno occipitale e mandibolare offrendo così una maggiore limitazione in F/E ma non è realmente efficace, non limita la F/L e la R. Ortesi Philadelphia ha un sostegno modellato mentoneniero ed occipitale, occipitale si estende sul torace sup. Riduce la F/E (65%), poco la F/L (30%) e la R. (60%) Spesso utilizzato nel post-chirurgico Tipo Philadelphia Pneumatico 27 ..alcuni limiti dovuti alla presenza di vasii sanguigni, i i strutture t tt nervose, trachea Trattamento con collare Cervicale rigido in anziana Ostruzione acuta delle vie Respiratorie per spostamento della frattura Potenziale complicanza in pz. con instabilità vertebrale 28 ORTESI CERVICO CERVICO--TORACICHE cod. d ISO 06 06.03.015 03 015 Le estensioni toraciche aumentano la stabilità dell’ortesi permettono di trattare lesioni del passaggio cervicocervico-dorsale (C6(C6-T2). Costruita di materiale plastico rigido i id o llega lleggera ad d alta l resistenza i con appoggio sulle spalle, con allacciature laterali, appoggio pp i mentoniero m t i e occipitale ipit l Fratture cervicali alte post-operatorio Minerva con appoggio sternale Limita F/E dell dell’ 85% Limita F lat. del 60% Limita R del 70-75% 29 ORTESI CERVICO ORTESI CERVICO‐ ‐TORACICHE S.O.M.I. Modulare Sternal--Occipital Sternal Occipital--Mandibular Mandibular--Immobilizer supporto sagomato occipitale e mandibolare con sostegni regolabili che si attaccano a piastre i toraciche i h ant. e post. Apparecchi a 4 montanti 30 SOMI – su misura Sternal-Occipital-Mandibular-Immobilizer Sternal Occipital Mandibular Immobilizer Indicazioni: les. cervicali alte Limita F / E del 70 -75% Limita F lat del 35% Li it lla rotaz. Limita t d dell 60 60-65% 65% la banda attorno alla fronte per un migliore controllo dei movimenti del collo Il periodo di uso dei collari cervico-dorsali puòò rendersi d i necessario i anche h per alcuni l i mesi: i - lesione instabile - tempo di consolidamento della frattura (> disco-somatiche che somatiche) - avvenuta stabilizzazione chirurgica 31 Sistemi Halo Ha un effetto dinamico (in trazione) per l’azione dei distrattori. Può essere utilizzato in alternativa al trattamento chirurgico, o nella fase che lo precede per facilitare la progressione verso la riduzione della frattura. frattura •Evita le sollecitazioni dovute al supporto mandibolare •Permette l’accesso al collo per medicazioni •Evita E it macerazioni i id della ll cute t •Non applicabile con fratture della teca cranica Limita F / E del 90 -95% Limita latero F del 90 -95% Limita R del 95 -99 % Operative versus nonoperative management of acute odontoid Type II fractures: a meta-analysis. Nourbakhsh A, Shi R, Vannemreddy P, Nanda A. J Neurosurg Spine. 2009 Dec;11(6):651-8.PMID: 19951016 [PubMed - indexed for MEDLINE] 32 Pazienti che presentano un deficit neurologico o l’evidenza di una grave instabilità cervicale, dovrebbero essere messi in trazione cervicale con il sistema Halo. L’obiettivo della applicazione dell’Halo è la stabilizzazione spinale e quando possibile la rapida decompressione attraverso il riallineamento del canale spinale. 33 Complicanze: - dolore e rigidità del collo infezioni in sede inserzioni viti allentamento viti; cicatrici disfagia disturbi ventilatori. svezzamento graduale mediante l’utilizzo di ortesi cervico-toraciche 34 ORTESI TORACOTORACO-LOMBARILOMBARI-SACRALI cod. d ISO 06 06.03.09 03 09 •Busto crocera rigido con ascellari •Busto crocera rigido con ascellari e presa di bacino •Busto rigido senza ascellari con presa di bacino •Busto rigido a tre punti per iperestensione D D--L si tratta di busti su misura o predisposti, predisposti scelti in base: - alla sede del focolaio traumatico vertebrale - alla gravità della lesione (T10- L2) - alla eventuale stabilizzazione chirurgica eseguita. 35 Busto crocera rigido con ascellari e presa di bacino. Indicazioni: - fratture D7 D7-D12 D12 e L1 appoggi acromiali lordosizzanti spinta sottoascellare utile, evitando la compressione del fascio vascolo-nervoso Di materiale ad alta resistenza, con: presa di bacino b i due aste paravertebrali e due laterali sottoascellari p l sti o in i stoffa st ff pancera elastica pressione endoaddominale presa di bacino simmetrica sulle ali iliache 36 La pressione esercitata in una regione qualsiasi di un fluido, fluido si trasmette a tutta la massa del liquido con la stessa densità (Principio di Pascal) L’aumento della pressione intraintra-addominale converte l’addome l addome molle in un cilindro semirigido al davanti del rachide leggera diminuzione della lordosi riduce le sollecitazioni sui dischi in senso sagittale Se dall’esterno si produce una variazione della pressione in un punto di un fluido e ciò non produce una variazione apprezzabile della densità (fluido incompressibile), la stessa variazione si trasmette a tutti i punti del fluido. non-comprimibilità dei liquidi. 37 si ripropone in parte artificialmente ciò che in genere avviene in maniera fisiologica, allorquando ll d compiamo uno sforzo f d di ““sollevamento”: ll ” si effettua uno “sforzo addominale” (manovra di Valsalva): chiusura della g glottide e di tutti gli g orifizi addominali, contrazione dei mm. espiratori ed addominali Trasformazione della cavità addominale cavità chiusa riduce il carico sul tratto D12-L1 di circa il 50% - L-S del 30% Tensione dei mm. spinali – 55% 38 Crocera DD-L con sottoascellari è in grado di scaricare realmente il rachide E’ un E u corsetto che risulta u essere poco p “compressivo”, mp , anche se necessita di una presa di bacino ben modellata; lascia libero il torace e quindi non ostacola la respirazione; previene i movimenti di d flessione fl d della ll colonna; l anche le funzioni digestive risultano poco compromesse. Finestra per l’ala iliaca 39 Possibili controindicazioni: ernie i inguinali i i li o iatali, i t li recenti ti iinterventi t ti addominali, dd i li obesità, disturbi cardiocircolatori importanti, prolasso utero utero--vescicale patologie polmonari (BPCO in stadio avanzato). 40 ORTESI TORACOTORACO-LOMBARILOMBARI-SACRALI cod. ISO 06.03.09 B.O.B. Boston Overlap Brace f il facilmente t adattabile, d tt bil iin materiale t i l lleggero. Una frattura del rachide lombare che va da L1 a L5, può essere t tt t cconn l’l ortesi trattata t si B.O.B. B O B in soggetti s tti magri m i Basso e rigido, rigido costruito su modello di gesso o tramite C.A.D. – C.A.M g C.A.M.. È dimostrata l’inefficacia nei soggetti obesi 41 Predisposti o su misura per garantire migliore vestibilità e un’ adeguata correzione della patologia specifica di quel paziente. Se necessario possono essere realizzati in versione “alta” con spallacci di sostegno, particolarmente indicati nei problemi bl i d della ll colonna l d dorsale. s l Busto rigido D-L tipoTaylor 42 Busto rigido a tre punti per iperestensione dorso dorso-lombare Realizzato in lega leggera ad alta resistenza, con due aste laterali, una spinta sternale articolata, articolata una spinta pubica, una spinta posteriore lombare registrabile. Dispositivo predisposto direttamente adattato sul paziente dal Tecnico Ortopedico p Importante è la Valutazione del tipo di Frattura : l’indicazione è solo per le fratture anteriori Attenzione: l’iperestensione si ripercuote sul comparto posteriore delle vertebre lombari inferiori 43 Corsetto iperestensore a 3 punti Attraverso l’azione delle 3 spinte realizza un trasferimento di carichi dal corpo p vertebrale all’arco posteriore p quindi q non produce un vero e proprio scarico L’obiettivo è quello di non far incuneare la vertebra 44 Corsetto iperestensore a 3 punti Le indicazioni specifiche sono le fratture del passaggio dorso – lombare con limite in D12, D12 spesso utilizzato nei pz pz.. già stabilizzati chirurgicamente non sempre correttamente indossato 45 Corsetti in tela armata possibilmente posizionato da supino per principio della “Bolla d’aria” ed agganciato dal basso verso l’alto > pressione addominale < lordosi Fase di svezzamento 46 Traumi Vertebro midollari Lesioni mieliche molti studi indicano che l’outcome l’outcome neurologico è influenzato positivamente dalla decompressione precoce eseguita entro poche ore dal trauma. trauma 47 non tutto il danno al midollo avviene al momento del trauma iniziale l’l’estensione e la l persistenza del d l danno dipendono in parte dalla durata della compressione. Per il trattamento delle fratture vertebrali con danno neurologico emergono le seguenti opportunità: • operare p prima p possibile p • decomprimere le strutture nervose • ridurre la frattura f • ottenere la stabilizzazione vertebrale,, creando le condizioni idonee per un eventuale rapido e completo p recupero p neurologico, g , iniziando precocemente la mobilizzazione e la riabilitazione. 49 il trattamento chirurgico g precoce p delle fratture instabili della colonna vertebrale, ove non sussistano controindicazioni di carattere generale (gravi traumi toracici, toracici addominali, cranici, contusioni polmonari), riduce id i ttempii di ospedalizzazione, d li i le complicanze p legate g a lunghi periodi di degenza in terapia intensiva e facilita il “nursing”. nursing . 50 “..frattura da scoppio di D6 con dislocazione di grossolani frammenti ossei nel canale e reperti di sezione midollare a questo livello. Frattura della porzione ant. di D7 e D8, p di D5 modico avvallamento delle limitanti somatiche sup. e D4, frattura delle apofisi trasverse da D5 a D8”. 51 trattamento conservativo … pazienti con contusioni polmonari, trattati chirurgicamente precocemente, nei quali è stata evidenziata una più elevata mortalità dovuta ad un insufficiente “rianimazione polmonare” …. Kerwin AJ, et al.: The effect of early surgical treatment of traumatic spine injuries on patient mortality.. J Trauma. 2007 Dec;63(6):1308 mortality Dec ;63(6):1308- 13 RutgesJP , et al.: Timing of thoracic and lumbar fracture fixation in spinal injuries: RutgesJP, injuries : a systematic review of neurological and clinical outcome outcome.. EurSpine J. J.- 2007. stabilizzazione dei parametri vitali cura e prevenzione di possibili complicanze graduale raggiungimento della postura seduta …….. …… 52 53 54 Rilevazione manuale di misure metriche con calibro e metro da sarto, in associazione a scannerizzazione tridimensionale per mezzo di un rilevatore laser 55 Crocera in polietilene 56 miglioramento m g m del quadro qu clinico generale rivalutazi ne chirur rivalutazione chirurgica ica …. 57 RX RACHIDE DORSALE ….. soma di D6 si presenta marcatamente ridotto in altezza e deformato a cuneo anteriore (p (per esiti di frattura), ), con stabilizzazione a mezzo di placche fissate tra D4 e D8 con viti inserite nel soma vertebrale. 58 59 L’intervento chirurgico spesso non migliora il quadro neurologico, ma è utile p per far f g guadagnare g al soggetto gg la posizione seduta ed iniziare il programma riabilitativo 60 Un bustino (Tipo A) con spallacci può dare un sostegno non ottenibile con il solo sistema di postura Una donna con paraplegia T8 T8, con un cedimento in flessione dovuto ad una vertebra cuneizzata anteriormente 61 Vantaggi del trattamento ortesico 1- Mantenimento o miglioramento dell’equilibrio nella posizione seduta. p 2- Miglioramento dell’assetto posturale in carrozzina. 3- Prevenzione dell’insorgenza di manifestazioni dolorose e di ulcere ul d da decubito, d ubit conseguenza ns u n di p pressioni ssi ni anomale e asimmetriche a livello dei glutei e dei fianchi. 4- Migliorano g la funzionalità respiratoria. p In alternativa all’intervento chirurgico, in presenza di una frattura vertebrale, l’uso di una ortesi spinale consente s t di riallineare i lli iin minima i i parte t il ttronco, facilitando il mantenimento della posizione seduta. 62 L’esperienza e la ricerca , in questi ultimi anni, anni hanno contribuito in parte a fare chiarezza nella scelta dei trattamenti da adottare nei traumi vertebrali. Le ortesi spinali limitano solo parzialmente piuttosto p uttosto che immobilizzare mmob l zzare la colonna. Dovrebbero essere considerati strumenti strum nt ttemporanei. mporan . Per una buona riuscita dell’intervento terapeutico è utile un approccio interdisciplinare (Ortopedico, Neurochirurgo, Fisiatra), contemporaneamente o in tempi successivi. 63 Il mercato offre una vasta gamma di prodotti, differenti per conformazione, conformazione materiali materiali, modalità di costruzione, attraverso i quali il medico, p in materia,, con la necessaria competenza si deve orientare. Non è sufficiente consultare un catalogo per prescrivere un’ortesi adeguata. p g Il D.M. 14-9-94 N. 665 individua la figura professionale del tecnico ortopedico con il seguente profilo: Il tecnico ortopedico è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, abilitante su prescrizione medica e successivo collaudo, opera la costruzione e/o adattamento, applicazione e fornitura di protesi, ortesi e di ausili sostitutivi, correttivi e di sostegno dell’apparato dell apparato locomotore … 64 ..nonostante l’ampio uso nella pratica clinica gli studi circa le indicazioni d’uso e l’efficacia sono carenti.. carenti 65 La prescrizione di un’ortesi è un atto medico che deve essere inserita razionalmente all’interno di uno specifico Progetto Riabilitativo che miri al raggiungimento gg g di obiettivi ben definiti dall’Equipe Riabilitativa. 66