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10.53.18_B3_Le scale di atteggiamento

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10.53.18_B3_Le scale di atteggiamento
Metodologia della Ricerca Sociale
a.a. 2013-2014
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Atteggiamenti e opinioni
Con il termine atteggiamento ci si riferisce all’insieme di tendenze e sentimenti,
pregiudizi e nozioni preconcette, idee, timori, apprensioni e convinzioni di una
persona nei confronti di un particolare argomento (Thurston e Chave 1929).
L’atteggiamento è una credenza di fondo che non è direttamente rilevabile.
Al contrario l’opinione è considerabile come uno dei modi nei quali questa
credenza emerge e per tale motivo risulta empiricamente rilevabile.
L’opinione è pertanto un’espressione verbale dell’atteggiamento (ibidem).
Possiamo considerare l’atteggiamento come il concetto generale e l’opinione
come indicatore del concetto.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Le scale di atteggiamento
Scopo delle tecniche di scaling è quello di rilevare atteggiamenti sottoponendo
agli individui una serie di affermazioni concernenti l’atteggiamento studiato e
chiedendo loro di esprimere delle opinioni personali su tali affermazioni.
Combinando opportunamente le risposte si otterrà un punteggio individuale
che stima la posizione del soggetto sull’atteggiamento oggetto di studio.
Intenzionalmente si parlerà di “attribuzione di valori” agli stati dei soggetti e
non di misurazione perché per le proprietà che il ricercatore intende rilevare non
si dispone di una unità di misura.
Le scale sono degli strumenti con le quali ci si approssima alla misurazione ma
questi stessi strumenti sono soggetti a elementi noti (e che affronteremo) e
ignoti di distorsione.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Le tecniche di scaling
Le tecniche di scaling servono ad attribuire dei valori a degli stati che i soggetti hanno
su determinate proprietà.
Alcuni dei concetti più utilizzati nelle scienze sociali (si pensi alla religiosità, al pregiudizio
etnico, all’integrazione sociale ecc.) sono ad un livello di generalità così elevato che
sono difficilmente traducibili nel linguaggio delle variabili.
Si pensi ad una domanda del tipo: «qual è la tua religiosità?»
L’intervistato sicuramente avrà delle difficoltà a rispondere a una domanda così diretta.
Presumibilmente non avrà mai riflettuto sul concetto di religiosità, quali siano le sue
dimensioni rilevanti e pertanto la sua risposta non potrà essere ritenuta
attendibile/affidabile.
La religiosità (come tanti altri) è un concetto complesso che, per essere ricondotto al
piano empirico, necessita di procedure particolati rispetto a quelle esposte nelle lezioni
precedenti.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Le tecniche di scaling
La differenza con quanto abbiamo già esposto circa gli indicatori sta nel fatto che
utilizzando degli strumenti indiretti, quali le scale, si prova a operativizzare un concetto
non con uno o più indicatori, ma con un insieme coerente e organico di indicatori.
Una scala di atteggiamento è dunque un insieme coerente di elementi (items) che sono
considerati indicatori di un concetto (complesso) più generale.
Estensivamente si parla di scale e quelle più note sono impiegate per rilevare
atteggiamenti, opinioni e motivazioni degli intervistati.
L ’ applicazione più frequente nel campo della sociologia e della comunicazione è
rappresentata dalla necessità di attribuire dei valori ad atteggiamenti o a opinioni degli
individui.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Le tecniche di scaling
L’analisi degli atteggiamenti, tuttavia, anche se costituisce il più importante campo di
applicazione della tecnica delle scale, non ne è l’unico.
La tecnica può essere utilizzata anche per attribuire dei punteggi a determinati stimoli,
sulla base delle risposte degli individui.
Ad esempio è possibile stabilire una graduatoria di popolarità fra i politici sulla base delle
risposte e dei giudizi espressi dagli intervistati.
Sono possibili applicazioni della tecnica delle scale per rilevare proprietà non riferite ad
individui ma ad altre unità d’analisi. Ad esempio è possibile giudicare l’efficienza delle
istituzioni (o di una azienda o del governo), oppure rilevare il potere di una serie di ruoli
professionali a partire dalle relazioni di autorità-sottomissione intrattenute nell’interazione
quotidiana.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Le tecniche di scaling
Che tipo di variabili produciamo utilizzando le scale di atteggiamento?
Soggiace alla costruzione di una scala l’immagine della proprietà che si intende rilevare
come continua: il grado di pregiudizio razziale di una persona, o la religiosità, possono
essere facilmente immaginate come un continuum.
Nessuna religiosità _________________________________________Massima religiosità
continuum
Tuttavia queste proprietà non si traducono in variabili cardinali (come avviene nelle
scienze naturali), proprio per l’incapacità di effettuare una vera e propria misurazione (in
quanto non esiste una unità di misura).
Le variabili ottenute dalle tecniche di scaling sono variabili ordinali o quasi-cardinali.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Gli elementi della scala
Una scala è costituita da più elementi che, di solito, sono delle vere e proprie domande.
Queste domande vengono proposte all ’ intervistato sequenzialmente e, poiché sono
ravvicinate in un questionario, si parla di batteria di domande.
Gli item di queste batterie sono delle domande chiuse, ovvero domande per le quali sono
già previste dal ricercatore le modalità di risposta.
Quando le modalità di risposta offerte all’intervistato sono ordinate si possono adottare tre
modi di proporre queste alternative:
• Presentare delle possibilità semanticamente autonome: ogni modalità di risposta ha il
proprio significato intrinseco;
• Presentare categorie di risposta a parziale autonomia semantica: ogni significato di
ogni categoria è solo parzialmente autonomo dalla altre (ad esempio il caso più
noto è quello delle risposte ordinate in molto, abbastanza, poco o per nulla)
• Presentare delle scale auto-ancoranti: solo le due categorie estreme sono dotate di
significato. Fra di esse si colloca un continuum (rappresentato spesso da cifre,
caselle o da un segmento) entro il quale l’intervistato colloca la sua posizione.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Il differenziale semantico
È uno strumento messo a punto da Charles Osgood alla fine degli anni ‘50 del secolo
scorso.
L’intenzione era quella di creare uno strumento che fosse utile nella rilevazione della
componente affettiva dell’atteggiamento e che fosse in grado di rilevare le proprietà che
attengono a sentimenti inconsci dunque alla sfera privata dei soggetti.
Lo strumento si basa sulle associazioni che l’intervistato instaura tra un concetto (o
stimolo nella terminologia di Osgood) e una serie di altri concetti proposti in maniera
standardizzata a tutti gli intervistati.
L’obiettivo è quello di rilevare il significato che i concetti assumono per gli individui senza
basarsi sulla descrizione soggettiva e diretta del significato da parte dell’intervistato.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Il differenziale semantico
Il concetto da studiare
La procedura di selezione dei concetti/stimoli deve seguire delle particolari procedure.
Gli stimoli selezionati devono essere univocamente identificati da tutti i soggetti coinvolti
nella rilevazione e devono risultare:
- familiari a tutti i soggetti che devono eseguire le valutazioni (la presenza di stimoli non
familiari può introdurre un errore nell ’ attribuzione dei valori difficilmente
individuabile, come per esempio un response set);
- chiaramente distinti;
- rappresentativi del fenomeno che si intende studiare.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Il differenziale semantico
Le modalità di risposta
Per ogni stimolo è prevista una serie di scale bipolari, i cui estremi sono interpretati da
aggettivi opposti (Bello-Brutto; Cattivo-Buono; Grande-Piccolo; Forte-Debole; VeloceLento; Giovane-Vecchio)
Le modalità di risposta a ciascuna come sono rappresentate da una scala di 7 posizioni
fra i due aggettivi. La posizione centrale (4) corrisponde alla neutralità.
Aperto _ _ _ _ _ _ _ Chiuso
Aperto □ □ □ □ □ □ □ Chiuso
Solo i due estremi della scala sono interpretati semanticamente; le posizioni intermedie,
indicate di norma con un trattino (a volte con una casella) sono le posizioni nelle quali
l’intervistato ha la possibilità di collocarsi, in prossimità di un aggettivo piuttosto che di un
altro, ovvero nella posizione di equidistanza (4).
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Il differenziale semantico
Le modalità di somministrazione
In alto nel foglio (o comunque a seguito della domanda vera e propria) deve essere
presentato l’oggetto/stimolo da valutare, seguito delle scale di coppie di aggettivi.
Questo perché l’intervistato tenga sempre ben a mente lo stimolo per il quale deve
posizionarsi fra le varie coppie di aggettivi.
Le coppie di aggettivi devono essere disposte casualmente, nel senso che l’aggettivo
positivo non deve necessariamente essere presentato a destra o a sinistra.
Questo per individuare meglio fenomeni quali il response set (l’intervistato risponde in
maniera identica a tutte le domande, posizionandosi sempre sul versante destro, sinistro,
o al centro della scala) o di acquiescenza (tendenza a dichiararsi d ’ accordo con
l’affermazione espressa in una domanda chiusa).
Il soggetto dovrebbe rispondere istintivamente, senza riflettere troppo.
Questo per evitare il fenomeno della desiderabilità sociale delle risposte (l’intervistato
non risponde in base alla proprie emozioni/sensazioni ma si conforma a quelle che,
secondo lui, sono socialmente accettabili).
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Il differenziale semantico
Esempio
Partito socialista
1
2
3
4
5
6
7
Vecchio
_
_
_
_
_
_
_
Giovane
Forte
_
_
_
_
_
_
_
Debole
Pulito
_
_
_
_
_
_
_
Sporco
Veloce
_
_
_
_
_
_
_
Lento
Vicino
_
_
_
_
_
_
_
Lontano
Intollerante
_
_
_
_
_
_
_
Tollerante
Aperto
_
_
_
_
_
_
_
Chiuso
Severo
_
_
_
_
_
_
_
Indulgente
Vincente
_
_
_
_
_
_
_
Perdente
Di Sinistra
_
_
_
_
_
_
_
Di destra
Allegro
_
_
_
_
_
_
_
Triste
Inefficiente
_
_
_
_
_
_
_
Efficiente
Adattamento da Sciolla e Ricolfi, 1989
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Il differenziale semantico
Il profilo
Soggetto A
Soggetto B
1
2
3
4
5
6
7
Vecchio
_
A
_
B
_
_
_
Giovane
Forte
B
_
_
_
A
_
_
Debole
Pulito
_
_
B
_
_
A
_
Sporco
Veloce
_
B
_
A
_
_
_
Lento
Vicino
_
_
_
B
_
A
_
Lontano
Intollerante
_
A
_
_
B
_
_
Tollerante
Aperto
_
_
_
B
_
_
A
Chiuso
Severo
_
_
A
_
B
_
_
Indulgente
Vincente
_
B
_
_
A
_
_
Perdente
Di Sinistra
_
B
A
_
_
_
_
Di destra
Allegro
_
_
_
B
_
A
_
Triste
Inefficiente
A
_
_
_
_
B
_
Efficiente
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Il differenziale semantico
La costruzione dell’indice
A ciascuna delle sette posizioni della scala viene attribuito un valore numerico da 1 a 7.
Effettuando la media dei punteggi ottenuti, avendo cura di ri-orientare le coppie a polarità
invertita, si ottiene un valore per ciascun intervistato.
Il campo di variazione della variabile ha come minimo 1 (nel caso in cui l’intervistato abbia
espresso opinioni connotate negativamente) e come massimo 7 (nel caso in cui
l’intervistato si sia sempre posizionato sul versante positivo).
Il campo di variazione della variabile numerica ottenuta è pertanto un valore sempre
positivo.
Una procedura alternativa consiste nell’attribuire valore 0 (zero) alla posizione numero 4,
valori -3 -2 e –1 al versante connotato da un aggettivo negativo e +3 +2 e +1 al versante
positivo.
In tal modo si facilità la lettura del valore attribuito all’intervistato. Questi avrà 0 nel caso
di un atteggiamento neutrale, valore positivo in caso di un atteggiamento favorevole e
valore negativo in caso di un atteggiamento sfavorevole.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Il differenziale semantico
Principali problemi
•Le sette posizioni alternative che caratterizzano le scale non offrono un ’ ampia
articolazione dei possibili stati dei soggetti;
•Difficoltà nel definire ed identificare coppie di aggettivi completamente bipolari dal punto
di vista semantico;
•Difficoltà nella selezione di aggettivi che siano ugualmente significativi per il ricercatore e
per l’intervistato;
•I processi di interpretazione che l’intervistato attua nell’utilizzo della scala non sempre
sono controllati dal ricercatore e potrebbero causare un disorientamento dell’intervistato;
•Facilità di response-set (nel caso di questionario autosomministrato).
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Il differenziale semantico
Le dimensioni sottostanti le coppie di aggettivi
Osgood utilizzando sempre lo stesso insieme di 50 aggettivi bipolari ha identificato tre
dimensioni fondamentali in cui si possono articolare le reazioni emotive dei soggetti:
valutazione, potenza e attività:
la valutazione, la più rilevante, ha la funzione di distinguere ciò che è apprezzato da ciò
che non lo è. Attraverso l’utilizzo delle coppie buono-cattivo, positivo-negativo, giustoingiusto ecc. si riesce ad apprezzare quello che in genere viene chiamato
“atteggiamento” (favorevole o sfavorevole) verso un oggetto cognitivo;
 la potenza esprime invece la forza dei concetti giudicati (esempi di questa dimensione
sono le coppie di aggettivi grande-piccolo, forte-debole, resistente-fragile);
l’attività, infine, è una espressione del grado di attivazione suscitato nell’organismo dai
concetti stessi (esempi ne sono le coppie veloce-lento, vivo-morto, giovane-vecchio).
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Il termometro dei sentimenti
Elaborato nella sua versione originaria per i sondaggi preelettorali condotti dal Survey Research Center dell’Università
del Michigan negli anni ‘60, questo strumento è
sostanzialmente una scala auto-ancorante (come il
differenziale semantico) che prevede però un numero di
gradienti intermedi maggiore.
Come per il differenziale solo i due estremi della scala sono
dotati di un proprio significato semantico mentre i gradienti
intermedi non lo sono.
Lo strumento si presenta, anche graficamente, come un vero e
proprio termometro per la temperatura graduato, solitamente,
da 0 a 100, e con sole due forti connotazioni semantiche, al
punteggio minimo (0) e a quello massimo (100).
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Il termometro dei sentimenti
La somministrazione
L’intervistato è chiamato a distribuire una serie di “oggetti” lungo le varie gradazioni del
termometro su di un una scala che va da 0 (minimo) a 100 (massimo).
Gli “oggetti’ sono degli oggetti cognitivi (persone, gruppi, istituzioni, avvenimenti, idee
ecc.) e lo “stimolo” specifica il sentimento da quantificare (ostilità, fiducia, soddisfazione,
affetto ecc.).
L’intervistatore nomina uno di questi “oggetti” e l’intervistato assegna, verbalmente un
punteggio fra 0 e 100 in base al suo sentimento verso di esso.
Un’altra modalità di somministrazione prevede che l’intervistato posizioni delle strisce di
carta (gadget), che riportano l’oggetto, sul termometro e che possono essere spostate a
piacere fino a a quando ritiene che la loro disposizione sia soddisfacente.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Il termometro dei sentimenti
L’indice complessivo
La “temperatura” corrispondente ad ogni intervallo è il valore attribuito all’oggetto lì
collocato. L’intervistatore registra, per ogni oggetto, tale valore.
Il punteggio complessivo di ciascun intervistato è dato dalla media dei punteggi
registrati sui singoli oggetti.
Nonostante il campo di variazione della variabile rilevata sia molto ampio (0-100 invece
che 0-5 o 0-7) neppure il termometro produce variabili cardinali. Non è infatti sostenibile
che 50 sia il doppio di 25 o che la differenza fra 60 e 65 sia la stessa che tra 5 e 10.
Anche in questo caso avremo a che fare con variabili quasi-cardinali.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Il termometro dei sentimenti
Vantaggi e limiti
Il vantaggio principale di questa tecnica è la capacità discriminatoria dovuta all’ampiezza
della scala (l’intervistato ha una ampia varietà di valori da attribuire agli oggetti).
Un altro vantaggio è dovuto all’immediatezza (facilità di comprensione) della forma grafica.
I principali difetti sono legati:
-alla tendenza di alcuni soggetti ad usare solo una parte della scala (a questo inconveniente
si può porre rimedio attraverso la deflazione che trasforma ogni valore in uno scarto dalla
media del soggetto);
-alla tendenza a privilegiare posizioni nette quali le decine (10, 20, 30…) o i punteggi
estremi (0 o 100);
-alla difficoltà di confrontare ciascun oggetto con tutti gli altri (l’uso dei gadget mira proprio a
limitare questo difetto, l’intervistato ha infatti la possibilità di posizionare tutti gli oggetti sul
termometro e di rivedere la propria classificazione);
-alla necessità di una somministrazione faccia-a-faccia, in tutti gli altri casi ci si deve limitare
di chiedere all’intervistato di esprimere un voto da 0 a 100 esasperando i difetti già segnalati
e utilizzando sostanzialmente una scala auto-ancorata e non un vero e proprio termometro
dei sentimenti.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
Il termometro dei sentimenti
Esempio
Nell’elenco che Le sottoporrò troverà alcune istituzioni politico/sociali
del nostro Paese. Esprima il suo grado di fiducia verso ciascuna di
esse, utilizzando una scala da 0 a 100 dove lo 0 equivale a nessuna
fiducia e il 100 alla massima fiducia:
Polizia
Carabinieri
Presidente della Repubblica
Chiesa cattolica
Presidente del Consiglio
Sindacato
Parlamento
Rai
Governo
Stampa
Confindustria
Reti mediaset
Magistratura
Mannaheimer per ISPO cit. in Pavsic e Pitrone, 2003
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La scala Likert
Questa tecnica di scaling, proposta da Rensis Likert all’inizio degli anni ‘30 del secolo
scorso, mira alla rilevazione di valori in una scala ordinale, che produce cioè variabili con
categorie ordinate (anche se poi, come vedremo, vengono trattate come variabili quasicardinali).
Di semplice costruzione è diventata lo strumento più conosciuto e utilizzato per la
rilevazione di valori ed atteggiamenti.
Sotto la denominazione scala Likert collochiamo un ampia varietà di scale che possiamo
anche chiamare scale additive (dall’inglese summated rating scales).
La procedura è semplice e intuitiva: si tratta di attribuire un punteggio complessivo agli
intervistati sulla base di punteggi ottenuti a singole prove.
Come funziona?
Attraverso un criterio semantico, il ricercatore deve scegliere un insieme di item (in genere
brevi affermazioni) collegati all’atteggiamento da rilevare. Per ogni item sono previste
diverse alternative di risposta che formano una scala di accordo/disaccordo.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La scala Likert
Le modalità di risposta
Diversamente dal differenziale semantico (auto-ancoranti), le modalità di risposta di una
scala Likert sono a parziale autonomia semantica (cioè il significato di ogni categoria è
solo parzialmente autonomo dalla altre).
Le categorie di risposta (modalità) di una sala Likert possono essere nel numero di 5 o 7:
Cinque modalità
Sette modalità
completamente d’accordo
completamente d’accordo
abbastanza d’accordo
abbastanza d’accordo
un po’ d’accordo
incerto
incerto
abbastanza in disaccordo
un po’ in disaccordo
completamente in disaccordo
abbastanza in disaccordo
completamente in disaccordo
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La scala Likert
La costruzione della scala
La costruzione della scala deve seguire delle rigorose procedure che, se tenute sotto
controllo dal ricercatore, garantiranno la validità dello strumento.
Le fasi per la costruzione e l’analisi di una scala Likert sono 4:
1.La formulazione degli elementi della scala (item);
2.La somministrazione;
3.La selezione degli item e la determinazione del grado di coerenza interna della scala
(item analysis);
4.Il controllo della validità e dell’unidimensionalità della scala.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La scala Likert
Fase I – La formulazione degli item
È una fase di grande importanza teorica.
Poiché il concetto da rilevare è un concetto complesso (altrimenti non si sarebbe fatto
ricorso alla tecnica delle scale), solo un ’ adeguata riflessione teorica può portare
all’individuazione delle dimensioni (di solito in numero consistente) e alla selezione
degli item (indicatori della dimensione) da sottoporre all’intervistato.
Si tratta dunque di individuare le dimensioni dell’atteggiamento studiato e di formulare
delle affermazioni (item) che coprano i vari aspetti del concetto generale che si vuole
rilevare verso le quali l’intervistato esprimerà il proprio grado di accordo/disaccordo.
Il compito di selezionare le affermazioni attinenti e di scartare quelle poco congruenti al
tema oggetto di studio garantirà una maggiore validità della scala (nel senso di una
maggiore capacità di rilevare effettivamente la proprietà sottostante per la quale la
stessa è costruita) .
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La scala Likert
Fase I – La formulazione delle domande
Nel formulare queste affermazioni bisogna tener conto di più aspetti.
Come ricorda lo stesso Likert (1932) bisogna:
• Usare un linguaggio semplice e comprensibile, evitando termini tecnici o
specialistici;
• Assicurarsi che le frasi abbiano un solo oggetto cognitivo (evitare stimoli doppi)
“ Lo stato deve assistere i disoccupati e gli inabili ”
• Evitare frasi con doppia negazione
“ Non è giusto negare l’assistenza gratuita a chi non ha reddito alto ”
• Prevedere frasi in relazione sia positiva che negativa con la dimensione da rilevare
(polarità invertita) al fine di evitare i response set;
• Evitare di evocare due oggetti cognitivi in opposizione reciproca
“ Talvolta nelle industrie si risparmia sulle misure di sicurezza, però alcuni
incidenti derivano solo dalla disattenzione dei lavoratori ”
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La scala Likert
Fase II – La somministrazione
La fase della somministrazione della scala è cruciale.
Questa tecnica prevede infatti un buon livello di istruzione degli intervistati.
A differenza del differenziale semantico nel quale l’intervistato è spinto a non soffermarsi
troppo sulle dicotomie di aggettivi e a rispondere intuitivamente, per rispondere ad una
scala Likert occorre un’attenzione superiore.
L’intervistato infatti deve leggere (e comprendere) una serie di affermazioni (item) e per
ciascuna esprimere il proprio grado di accordo/disaccordo.
È buona norma somministrare la scala a un sotto-campione del totale dei soggetti ai
quali sarà applicata la scala definitiva al fine di eliminare gli item con minore potere
discriminante rispetto agli atteggiamenti da rilevare.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La scala Likert
Fase III – La selezione degli item
Sottoposti gli item agli intervistati si pone il problema di valutare l’effettiva capacità della
scala di conseguire l’obiettivo per il quale essa è stata costruita.
Il presupposto è che tutti gli item che la compongono siano correlati ad uno stesso concetto
latente. Tuttavia è possibile che alcuni item selezionati dal ricercatore non siano in linea con
gli altri e quindi vadano eliminati.
Per accertarci dell’unidimensionalità della scala utilizziamo due procedure statistiche:
• La correlazione elemento scala (che serve a informarci su quanto il valore su un certo
item sia simile a quello sull’intera scala, dunque utile a individuare item non coerenti con gli
altri);
• Il coefficiente alfa (che da un grado di complessiva coerenza interna della scala
confrontando i punteggi ottenuti su tutti gli item).
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La scala Likert
Fase IV – Controllo della validità e
dell’unidimensionalità della scala
Si tratta di effettuare dei controlli che consentano di stabilire se tutti gli item della scala
fanno riferimento ad una stessa proprietà, ad uno stesso concetto.
È possibile infatti che nonostante siano selezionati come indicatori di un unico concetto
(pregiudizio etnico) gli item di una scala sottendano più concetti distinti (come ad esempio
oltre al pregiudizio anche xenofobia e razzismo).
Una tecnica efficace al fine del controllo dell’unidimensionalità della scala è l’analisi
fattoriale. Lo scopo di tale analisi è quello di ridurre una serie di variabili fra loro correlate
ad un numero inferiore di variabili (fattori o variabili latenti) fra loro indipendenti.
L’analisi fattoriale può essere utilizzata per vedere se effettivamente, dietro agli item di
una scala che si presume essere unidimensionale, vi sia effettivamente un solo fattore o
più fattori.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
D’accordo
Incerto
Disaccordo
Molto in
disaccordo
Esempio 1
Molto
d’accordo
La scala Likert
Il carcere è solo uno strumento di repressione
□
□
□
□
□
Chi va in carcere è marchiato per sempre
□
□
□
□
□
Il carcere scoraggia dal commettere crimini
□
□
□
□
□
Il carcere educa i detenuti alla violenza
□
□
□
□
□
Il carcere libera chi ha sbagliato dal suo senso di colpa
□
□
□
□
□
Stare in carcere allontana il detenuto da amicizie
pericolose
□
□
□
□
□
□
□
□
□
□
Stare in carcere sradica completamente dalla vita
esterna
Agnoli, Fasanella 1994 (la scala complessiva includeva 17 item)
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La scala Likert
Esempio 2
Verso la fine della seconda guerra mondiale istituti americani commissionarono una ricerca
su l ’ autoritarismo. L ’ obiettivo era quello di «studiare come le convinzioni politiche,
economiche e sociali di un individuo formino spesso un modello vasto e coerente, e come
questo modello sia espressione di tendenze profonde nella personalità».
Il questionario era diviso in due sezioni: la prima conteneva le domande concernenti dati di
fatto (gruppo sociale di appartenenza, partito politico, religione, professione ecc.) la seconda
consisteva nelle famose “ scale di opinione e atteggiamenti ” impiegati per ottenere
valutazioni quantitative di certe tendenze ideologiche di superficie” e che comprendevano:
La scala A-S (Anti-Semitism)
La scala E (Ethnocentric)
La scala CPE (Politic-economic Conservatism)
La scala F (Fascism)
Queste scale vennero progettate e analizzate secondo il metodo Likert.
La personalità autoritaria Adorno et alii, 1950
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La scala Likert
Esempio 2
Alcuni item utilizzati nella scala E (etnocentrismo):
•Ogni gruppo o movimento sociale che contenga molti stranieri dovrebbe venir osservato con
sospetto e, se possibile; sottoposto a inchiesta dal F.B.I.
•Per quanto le donne siano necessarie nelle forze armate e nell’industria, esse dovrebbero
ritornare al loro posto nella casa non appena la guerra finirà.
•Una delle principali difficoltà provocate dalla partecipazione dell’intera popolazione agli affari
di governo (votazioni, impieghi e via dicendo) consiste nel fatto che una vasta percentuale è
intrinsecamente incapace.
•È un errore permettere a qualsiasi Giapponese di lasciare i campi di internamento e di
entrare nell’esercito, dove sarebbero liberi di commettere atti di sabotaggio.
•I Filippini vanno bene quando stanno al loro posto, ma esagerano quando si vestono
lussuosamente, comperano macchine costose e vanno in giro con ragazze bianche.
•I sindacati più scorretti, irresponsabili e ricattatori sono nella maggior parte dei casi quelli che
hanno molti stranieri tra i loro capi.
•Spendiamo troppo denaro per mantenere i criminali e i minorati mentali, nonché per
l’educazione di persone intrinsecamente incapaci.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La scala Likert
Esempio 2
Alcuni item utilizzati nella scala A-S (antisemitismo):
•Gli Ebrei sembrano preferire i modi di vita più lussuosi, prodighi e sensuali.
•Uno dei difetti principali degli Ebrei è la loro presunzione, il loro orgoglio altezzoso e la
loro idea di essere una razza eletta.
•Per quanto americanizzato possa sembrare un Ebreo, c’è sempre al di sotto qualcosa di
essenzialmente ebraico, una fedeltà al mondo ebraico e una maniera che non cambia mai
completamente.
•I quartieri che contengono molti Ebrei sembrano sempre puzzolenti, sudici, miserabili e
poco attraenti.
•Ci sono alcune eccezioni, ma in generale gli Ebrei sono piuttosto simili tra loro.
•Gli Ebrei non dovrebbero interferire come fanno nelle attività e nelle organizzazioni
cristiane, e non dovrebbero cercare riconoscimento e prestigio presso i Cristiani.
•Gli Ebrei dovrebbero compiere uno sforzo sincero per liberarsi dei loro difetti più vistosi e
irritanti, se vogliono realmente non essere più perseguitati.
•C’è qualcosa di diverso e di strano negli Ebrei; non si capisce mai che cosa pensano o
progettano, o come sono fatti.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La scala Likert
La costruzione dell’indice
Una volta condotti i controlli di correlazione elemento scala e di validità
necessari per assicurarsi della unidimensionalità della stessa è possibile
procedere in due modi:
1.Il punteggio finale sulla scala può essere calcolato come la media semplice
dei punteggi sui singoli item che hanno superato le fasi di controllo;
2.Il punteggio finale sulla scala può essere calcolato come una media
ponderata sulla base di un criterio selezionato del ricercatore (la variabilità dei
punteggi sui singoli item, la loro correlazione item scala, il punteggio degli item
su un determinato fattore individuato dall’analisi fattoriale ecc.).
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La scala Likert
Principali vantaggi
•
Semplicità nella progettazione;
•
Veloce somministrazione
dell’intervistatore;
•
Facilità di comprensione delle modalità di risposta da parte dell’intervistato;
•
L’intervistato ha 5 o 7 alternative che, rispetto alle risposte dicotomiche si/no
o d’accordo/in disaccordo, gli garantiscono una maggiore articolazione del
proprio punto di vista;
•
Le categorie di risposta sono facilmente ordinabili lungo un continuum.
e
registrazione
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
delle
risposte
da
parte
La scala Likert
Principali problemi
•
•
•
•
Trasforma una proprietà che il ricercatore ipotizza come continua (come un
atteggiamento) in una sequenza di categorie ordinate, spesso di ridotto
numero (5 o 7);
Possibile curvilinearità delle domande (ossia che le frasi non “estreme”
siano disapprovate da intervistati con opinioni estremamente differenti, es.
l’item “il voto è l’unico modo in cui la gente come me può farsi sentire in
politica” può essere disapprovato sia da chi conosce e pratica molti altri
modi di far sentire la propria voce in politica sia da altre persone che si
sentono inefficaci anche esprimendo il voto);
Facilità di response-set (soprattutto nei questionari autocompilati)
Acquiescenza, ossia l’intervistato assegna sempre punteggia alti, oppure si
dichiara sempre “d’accordo”o a una “completamente d’accordo” con tutte
le affermazioni, indipendentemente dal loro significato
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La misurazione della distanza sociale
Nel 1925 Bogardus introduce l’uso della scala di distanza sociale come tecnica per la
misurazione dell’apertura al contatto nei confronti degli stranieri.
Operativizza in tal modo l’idea secondo la quale le relazioni che si instaurano fra i membri
di una società possono essere spazialmente collocate entro un continuum che va
dall’accettazione del contatto intimo fino al rifiuto dell’altro, passando attraverso
posizioni di indifferenza e ostilità.
Gli items che compongono la scala sono disposti in ordine gerarchico di ipotizzata
intimità: rispondendo affermativamente a quello che denota maggiore intimità, si
dovrebbe reagire in modo egualmente affermativo a tutti gli item seguenti (che
presuppongono gradi di intimità inferiori).
Per questo la scala viene definita “cumulativa”.
Il fatto che gli elementi della scala presentino tale carattere di cumulatività viene
considerato come una prova dell’esistenza del continuum sottostante (del quale gli
item sono indicatori).
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La misurazione della distanza sociale
Nella sua formulazione originale la scala prevede 7 item. Rispetto a ciascun elemento
della scala l’intervistato deve dichiararsi in accordo o in disaccordo.
Le domande sono ordinate in una sequenza secondo uno schema del tipo:
In merito ad una persona di nazionalità X, dica con quali
si trova d’accordo
1.La sposerei
2.La accetterei come amico regolare
3.La accetterei come collega di lavoro
4.La accetterei come vicino di casa
5.La accetterei come conoscente
6.Accetterei che vivesse al di fuori del mio vicinato
7.Accetterei che vivesse al di fuori del mio paese
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
delle seguenti affermazioni
si
si
si
si
si
si
si
no
no
no
no
no
no
no
La misurazione della distanza sociale
Questa tecnica prevede solo risposte dicotomiche di accettazione o rifiuto a compiere
una determinata azione con una specifica nazionalità.
In teoria, se gli elementi sono perfettamente scalati (ovvero l’ordine nel quale sono stati
selezionati dal ricercatore e proposti agli intervistati) solo alcune sequenze di risposte
dovrebbero essere possibili.
Indicando con 1 la risposta positiva dell’esempio precedente e con 0 quella negativa,
dovrebbero essere possibili solo le sequenze: 0000001, 0000011, 0000111, 0001111,
0011111, 0111111, 1111111.
Naturalmente solo una scala ideale dà luogo unicamente alle sequenze di risposta
appena presentate. Le risposte fuori dalle sequenze verranno considerati degli “errori”
Il problema è quello di stabilire quanti errori può tollerale una scala per poter essere
accettata e quali sono le procedure da seguire per poter minimizzare tali errori.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La misurazione della distanza sociale
Una fase fondamentale è quella della costruzione degli elementi della scala (item). Come
per la scala Likert riveste un ruolo cruciale la riflessione concettuale del ricercatore.
•Il vantaggio di questa tecnica è sicuramente il fatto che le alternative di risposta
(dicotomica) semplificano dal punto di vista tecnico la creazione delle domande.
•La complicazione principale risiede invece nella necessità che gli item siano di forza
crescente. A differenza della scala Likert, dove le domande potevano essere
approssimativamente tutte della stessa forza/intensità, nel costruire una scala Bogardus il
ricercatore deve tenere costantemente a mente quella che sarà la forma finale della scala.
Gli item dovranno creare una vera e propria scala di intensità crescente (o
decrescente) dove l’essere d’accordo con l’ultimo (o il primo item) è la posizione
più estrema del soggetto alla quale avrà potuto rispondere affermativamente solo
se avrà risposto affermativamente agli item precedenti (successivi).
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La misurazione della distanza sociale
La somministrazione della scala
La diversità più rilevante rispetto alla scala Likert è data dal carattere binario delle scelte.
Ciò in linea di massima agevola l’intervistato rendendo più agevole la compilazione del
questionario.
Questa eccessiva semplificazione tuttavia può creare dei problemi legati essenzialmente
ad una possibile leggerezza da parte dell’intervistato nella lettura e comprensione degli
elementi della scala, problema che si può risolvere con un accurata formulazione degli
item.
Inoltre la struttura binaria delle risposte (si/no, d’accordo/in disaccordo) non permette di
graduare l’intensità delle posizioni dell’intervistato.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
La misurazione della distanza sociale
I controlli
A seguito della somministrazione dello scala sono necessari dei controlli che valutino la
“ sclabilità ” degli item, ovvero che l ’ interpretazione datane dall ’ intervistato sia
grossomodo in linea con quella del ricercatore che li ha progettati.
Si tratta cioè di individuare in primo luogo quelli che abbiamo chiamato “errori”, ossia
quelle sequenze di risposte non ordinate (ad esempio 0010111, 1011111) ch di
discostano dalle sequenze previste dal modello.
Una volta individuati gli item che presentano maggiori “errori” sta al ricercatore valutare
se scartarli o ricollocarli in una posizione diversa nella gerarchia della scala.
Esistono poi altre procedure statistiche che consentono di valutare se gli “errori” sono in
numero sufficientemente piccolo da essere trascurati. Ad esempio Guttman (1950)
propose un “coefficiente di riproducibilità” che misura il grado di scostamento della intera
scala osservata dalla scala perfetta.
L'uso delle scale nella rilevazione degli atteggiamenti
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