...

Presentazione di PowerPoint - Fondazione Maddalena Grassi

by user

on
Category: Documents
20

views

Report

Comments

Transcript

Presentazione di PowerPoint - Fondazione Maddalena Grassi
STRESS LAVORO
CORRELATO:
dalla valutazione
alla gestione del rischio.
Coping skill
Dott.ssa Anna Maria Emolumento
Psicologa
[email protected]
13 marzo 2012
DI COSA PARLEREMO?
La definizione del problema:
•Cosa è lo stress
•Lo stress lavoro-correlato
•Fattori di stress lavoro-correlato: ambientali e
psicosociali
Effetti sulla salute. Valutazione del
rischio SLC in ambito domiciliare.
Interventi di gestione del rischio sul
personale di assistenza
(Dott. R. Latocca)
•Mobbing, Burn out
•Strategie di Coping
•Resilienza
Analisi di casi clinici
COSA È LO STRESS?
COSA È LO STRESS
LAVORO CORRELATO?
IL PUNTO DI PARTENZA…
L’UOMO IN INTERAZIONE CON L’AMBIENTE
INDIVIDUO: aspetti comportamentali, fisici, cognitivi, emotivi,
relazionali
AMBIENTE : componenti fisiche, ergonomiche, comunicative,
relazionali, organizzative
MODELLO BIO
PSICO SOCIALE
CULTURALE
H. Matisse, La danza, 1909
IL LAVORO
dal latino labor fatica, sforzo
•come incontro dialettico tra un soggetto e un
oggetto
•come elemento di costruzione dell’identità
personale e sociale della persona
attraverso
G. Pelizza da Volpedo, Il quarto stato, 1901
COSA È LO STRESS?
dall’inglese “pressione, tensione”
Nel 1440 stress come tensione o pressione
fisica
Nel 1800 in riferimento alla fisiopatologia
e al concetto di impegno psichico
Dagli anni ‘30 come Risposta fisiologica agli
eventi esterni (stressors) che attiva i
meccanismi di adattamento dell’individuo
Oggi: termine molto utilizzato nel linguaggio
comune con un significato negativo
COSA È LO STRESS?
Stato di disagio con malessere e disfunzioni
fisiche e psicologiche e deriva dal fatto che le
persone non si sentono in grado di superare il
gap rispetto alle attese o alle richieste nei loro
confronti
Domanda
percepita
Percezione
delle proprie
capacità
disequilibrio
stress
Lo stress non è una malattia, ma
un’esposizione prolungata allo stress può
ridurre l’influenza sul lavoro e
causare problemi di salute
COSA È LO STRESS?
“La completa libertà dallo stress è la morte.
Contrariamente a quanto si pensa di solito, non
dobbiamo e, in realtà, non possiamo evitare lo stress,
ma possiamo incontrarlo in modo efficace e trarne
vantaggio imparando di più sui suoi meccanismi, ed
adattando la nostra filosofia dell’esistenza ad esso”
(H. Selye, 1974)
Eustress
Stress benefico,
costruttivo
Ha effetti positivi sia
sulle capacità cognitive
che sullo stato di salute
Distress
Stress negativo, distruttivo
In una situazione eccessiva di
stress l’individuo può non
riuscire a reagire
efficientemente. Inizia ad
instaurarsi un logorio
progressivo
STRESS
ACUTO
CRONICO
Risposta dell’organismo
allo stressor nell’arco di 24
ore
Risposta dell’organismo ad una
situazione che coinvolge
l’individuo per periodi protratti
e con esposizione ripetuta
STRESS ≠ ANSIA
Stress: prima reazione dell’organismo quando c’è un
cambiamento nell’equilibrio tra individuo e
ambiente
Ansia: una delle possibili conseguenze dello stress.
Stato d’animo complesso caratterizzato da senso di
affanno e inquietudine, “paura senza cause
apparenti”
STRESS LAVORO CORRELATO
risposta psicofisica che si verifica quando le richieste del
lavoro superano le risorse o le capacità del lavoratore di
farvi fronte o si scontrano eccessivamente con i suoi bisogni
(Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, 2010)
l’operatore stressato
• rende di meno
• può commettere errori
• è più esposto ad infortuni
• è più conflittuale (minore
qualità di vita)
• teme l’innovazione
• entra nell’area di rischio
psicosomatico
l’organizzazione
stressata
• riduzione produttività e qualità
• conflittualità in azienda
• diminuzione del senso di
appartenenza
• mancato rispetto delle regole o
irrigidimento per il loro rispetto
• elevato assenteismo, turn over
• insoddisfazione, ricerca continua
di capri espiatori
•aumento incidenti ed infortuni
I MECCANISMI DI
FUNZIONAMENTO DELLO STRESS
FONTI DI STRESS
(Stressors)
SINTOMI DI STRESS
INDIVIDUALI
ORGANIZZATIVI
EFFETTI
NEGATIVI E
POSITIVI
REAZIONE
FISIOLOGICA
E
PSICOLOGICA
EVENTO CRITICO
potenzialmente
stressante
Stressor
Se l’individuo e
l’organizzazione
non riescono a
farvi fronte
Stressors:
•fisici/biologici
Rumore, illuminazione, inquinamento, temperatura…
•Sociali
Interazioni con gli altri e con il contesto di vita,
interfaccia casa-lavoro, aspettative sociali
•psicologici
Caratteristiche di personalità, immagine di sé, della
propria vita, percezione di controllo sugli eventi
Opportunità
di crescita
(umana e
professionale)
In base alle
risorse messe in
atto
dall’individuo e
dalla struttura
di lavoro
LE STRATEGIE DI COPING
Modalità con cui un soggetto affrontare un evento e fa fronte
ad una situazione stressante
COSTRUTTIVE
per la risoluzione del
problema, il controllo o la
riduzione degli effetti negativi
attraverso un nuovo
adattamento
NON COSTRUTTIVE
atteggiamenti o
comportamenti
che ignorano la minaccia
dell’evento stressante o che
portano ad agire in modo
inefficace
Ogni evento ha una potenzialità stressante, ma nessun evento
può essere valutato come stressante senza la valutazione della
persona (esperienze precedenti, struttura genetica, personalità, cultura,
strategie di coping) (Lazarus, 1966)
EFFETTI NEGATIVI
DELLO STRESS
•Fisici: emicranie, tensioni muscolari, problemi digestivi,
alterazioni dell’appetito o respiratorie
•Emotivi: cattivo umore, irritabilità, depressione, perdita
di fiducia in se stessi e di autostima, motivazione, senso di
vuoto, alienazione
•Comportamentali:, aumento consumo di alcool e
fumo, tendenza all’isolamento, incapacità a stare fermi,
difficoltà a rilassarsi, disturbi del sonno
•Cognitivi: mancanza di concentrazione, distrazioni, vuoti
di memoria, reazioni esagerate, indecisione, decisioni
sbagliate, continui pensieri negativi su se stessi e sulla
propria situazione
ASPETTI POSITIVI
DELLO STRESS
E’ possibile vivere bene sotto stress?
Il processo di adattamento induce delle risposte
nell’organismo in grado di attivarlo predisponendolo al
meglio per superare le difficoltà.
Modello salutogenico (Antonovsky, anni ’70):
l’individuo è collocato lungo un continuum tra
salute/malattia, impegnato attivamente verso il polo
della salute e del benessere. Ogni soggetto in ogni
fase e circostanza della vita può orientarsi verso il
conseguimento di un livello superiore di benessere.
MALATTIA
SALUTE,
BENESSERE
I RISCHI PSICOSOCIALI E LAVORO
Fattori legati
Fattori legati
al contesto lavorativo
al contenuto del lavoro
Ruolo nell’organizzazione
Carico/ritmo di lavoro (sovra o sotto
(ambiguità di ruolo, conflitto di ruolo,
carico lavoro, velocità o lentezza del lavoro)
conflitto famiglia lavoro, responsabilità,
livello gerarchico inferiore)
Cultura dell’organizzazione
Richieste del lavoro e
(comunicazione interna scarsa, livelli bassi
pianificazione dei compiti (lavoro
di risoluzione dei problemi , personale
frammentato, monotono, inutile,
insufficiente, mancanza di definizione degli
sottoutilizzo delle capacità, impossibilità di
obiettivi organizzativi, modalità inadeguata
delega)
di gestione dei cambiamenti)
Evoluzione di carriera (mancanza di
Orari di lavoro (lavoro con turni
opportunità di crescita o di sviluppo)
imprevedibili, orario prolungato, rigidità..)
Relazioni interpersonali (leadership,
Ambiente di lavoro e attrezzature
conflitti interpersonali e mobbing, violenza,
(problemi legati a affidabilità, idoneità,
scarso supporto del superiore e dei colleghi)
manutenzione, riparazione)
Interfaccia casa-lavoro (richieste
Controllo del lavoro (scarsa
contrastanti)
autonomia e controllo sul carico di lavoro)
CONSEGUENZE INDIVIDUALI
DELLO STRESS
METAFORA DELLA BAMBOLA SPEZZATA (Manciaux, 1999)
facendo cadere una bambola, essa si romperà più o meno
facilmente a seconda:
• del materiale della bambola (rappresenta la resistenza dell’individuo
ai traumi)
• della materia del suolo
(rappresenta l’ambiente, la presenza o meno di
reti di sostegno)
• della forza con cui è stata gettata
trauma e la durata dell’evento)
•
Mobbing
• Burn–out
FATTORI PROTETTIVI:
RESILIENZA e
STRATEGIE DI COPING
(rappresenta l’intensità del
MOBBING
• dal verbo inglese “to mob”
affollarsi intorno a qualcuno con
atteggiamento minaccioso
• il mobbing provoca stress, ma
non tutto lo stress è collegabile al
mobbing.
DEFINIZIONE situazione psicosociale e interpersonale di
disagio psicologico che consiste nell’attaccare, offendere,
escludere socialmente qualcuno o intaccare negativamente i
compiti di qualcuno (Einarsen, Hoel, Zapf e Cooper, 2003)
• destinatario delle vessazioni
• tipologia dei comportamenti
• frequenza e durata dei comportamenti
• disequilibrio di potere tra le parti
• intenzionalità
MOBBING
ATTORI: mobber, mobbizzato, sidemobber o comobber
MOBBING EMOZIONALE: fra colleghi (orizzontale)
o fra un superiore e un suo collaboratore (verticale)
MOBBING STRATEGICO: attuato intenzionalmente dalla
gerarchia aziendale per gestire una ristrutturazione o per altri
obiettivi aziendali
DOPPIO MOBBING: vittima si trova ad essere bersagliata sia
sul posto di lavoro che in famiglia
E’ importante considerare l’elevata
variabilità individuale, legata alla
personalità, all’esperienza appresa,
all’elaborazione cognitiva dello stimolo
esterno stressogeno e alla successiva
modalità di risposta.
BURN – OUT
•Dal giornalismo sportivo inglese “bruciato, scoppiato”
•condizione di esaurimento fisico ed emotivo riscontrata
tra gli operatori delle helping profession, determinata
dalla tensione emotiva cronica creata dal contatto e
dall’impegno continuo ed intenso con le persone, i loro
problemi e le loro sofferenze. (Freudenberger, 1974)
“Quando ti occupi di così tante
persone, cominci a soffrire per il
sovraccarico emozionale: è
semplicemente troppo. Sono come
un filo elettrico in cui passa un
eccesso di corrente: sono
«bruciata», emotivamente disattivata
e distaccata dagli altri.”
Jane, infermiera
SINDROME DEL BURN-OUT
DEFINIZIONE OPERATIVA
Maslach (1976)
1. Esaurimento emozionale: perdita d’energia e sensazione di
aver esaurito le proprie risorse emozionali.
“Ho dato sul lavoro, chi mi darà in cambio qualcosa?”
2. Depersonalizzazione: fredda indifferenza, distacco, cinico
disinteresse, caratterizzata dalla tendenza difensiva, a
trattare i clienti come oggetti e non come persone.
3.
“ Sento di essere diventato più insensibile verso la gente da quando
svolgo questo lavoro”
Ridotta realizzazione personale: caratterizzata dalla
sensazione che nel rapporto con gli altri la propria
competenza stia venendo meno, inadeguatezza circa le
proprie capacità, crollo dell’autostima, depressione.
“Sento di non influenzare la vita di altre persone con il mio lavoro”
4.
Perdita della capacità di controllo: smarrimento del
senso critico che consente di valutare e inquadrare
l’esperienza lavorativa nel suo giusto contesto (aggiunto nel 1994
da Folgheraiter)
LO SVILUPPO DEL BURN-OUT
Dall’empatia all’apatia
1. Fase iniziale entusiasmo idealistico: forte spinta
motivazionale legata all’impegno sociale
2. Fase pre-sindromica o di stagnazione: riduzione
dell’impegno, non soddisfacimento delle attese gratificazioni,
con conseguenti reazioni emotive e colpevolizzazioni(dal
superinvestimento iniziale avviene graduale disimpegno e
delusione, con conseguente chiusura dell’operatore verso
l’ambiente di lavoro e dei colleghi)
3. Fase di declino o di frustrazione: demotivazione
professionale, profonda sensazione di inutilità, perdita della
capacità di concentrazione, appiattimento emotivo, disturbi
psicosomatici
4. Fase terminale o apatia: esaurimento delle energie e degli
elementi motivazionali, ripercussioni anche gravi nella vita di
relazione, lo stadio effettivo di Burn-out dell’operatore.
LO SVILUPPO DEL BURN-OUT
Dall’empatia all’apatia
“Quando cerco di descrivere ad
altri la mia esperienza, uso la
metafora della teiera. Come
una teiera, ero sul fuoco e
l’acqua bolliva; lavoravo sodo
per gestire i problemi e fare
del mio meglio. Ma dopo vari
anni l’acqua era tutta
evaporata e tuttavia io ero
ancora sul fornello: una teiera
bruciata che rischiava di
spaccarsi”
Carol, assistente sociale
FATTORI DI RISCHIO PER L’INSORGENZA
DI MOBBING E BURN-OUT
•
•
fattori individuali: significato
attribuito al proprio lavoro,
aspettative eccessive o
irrealistiche, scelte guidate da
bisogni conflittuali, sentimenti di
onnipotenza o idealizzazioni di tipo
narcisistico
fattori organizzativi: inerenti
alla struttura di lavoro e
all’organizzazione, regolamenti
rigidi, mancanza di rapporto tra
colleghi, sovraccarico di lavoro,
cattiva gestione amministrativa e
operativa
LE STRATEGIE DI COPING
Strategie di fronteggiamento che il
soggetto, come agente attivo, può
mettere in atto a livello
comportamentale, cognitivo, emotivo
• Ogni persona ha un proprio stile di
coping
• approccio disposizionale e situazionale
Crescita psicologica
Eventi di vita
stressanti
Reazioni transitorie
allo stress
Nessun cambiamento
psicologico stabile
Cambiamento
psicologico negativo
4 STRATEGIE DI COPING
1.
2.
3.
4.
Coping centrato sulla soluzione del problema
Coping centrato sulla richiesta di supporto sociale
Coping centrato sulla regolazione emotiva
Coping centrato sull’evitamento del problema
• Non esistono stili di coping adattivi o disadattivi a priori
• L’elemento essenziale è la flessibilità nell’uso delle strategie di
coping, cioè la capacità di non irrigidirsi su un’unica strategia, ma di
riuscire a cambiarla qualora si dimostri inefficace e disadattiva
• Ogni volta che si affronta un evento di vita stressante l’individuo
accresce le proprie risorse di coping e la propria capacità di gestione
delle risorse.
LE STRATEGIE DI COPING
COPING
FOCALIZZATO
SUL PROBLEMA
COPING
FOCALIZZATO
SULLE EMOZIONI
COPING DI
AVVICINAMENTO
•Progettazione
•Ricerca di supporto
strumentale
•Coping orientato al
compito
•Coping attivo
•Ricerca di confronto
•Ristrutturazione
cognitiva
•Ricerca di supporto
emotivo
•Rivolgersi alla
religione
•Accettazione
•Reinterpretazione
positiva
COPING DI
EVITAMENTO
•Evitamento del
problema
•Disinvestimento
comportamentale
•Negazione
•Distrazione
•Disinvestimento
mentale
•Credere vero ciò che
si desidera
•Ritiro sociale
LE STRATEGIE DI COPING
• rivolte ad affrontare un
evento stressante
• si accrescono di volta in volta
• sono rivolte nel qui ed ora
partecipano al fenomeno
più ampio
della resilienza
RESILIENZA
Termine di origine latina, indica il grado con cui una
struttura metallica è capace di resistere a un urto.
In psicologia indica un costrutto multidimensionale
che facilita un adattamento efficace e promuove lo
sviluppo della persona anche in contesti di vita
altamente stressanti.
È la capacità di trasformare un’esperienza stressante
o dolorosa in un processo di crescita e di
apprendimento, che può portare anche alla
riorganizzazione del proprio percorso di vita.
•
•
Risorse di resilienza a livello:
Individuale
Sociale, relazionale
CARATTERISTICHE DEL PROCESSO DI
RESILIENZA
• Elevata capacità di resistenza a condizioni
potenzialmente stressanti
• Capacità di trasformazione verso una nuova
condizione più vantaggiosa
• Conseguente evoluzione positiva in termini di
benessere psico-sociale
DALLE RICERCHE:
• le strategie di coping di avvicinamento appaiono come
l’approccio migliore per affrontare e superare gli eventi di vita
stressanti in modo resiliente
• persone con alto livello di resilienza poste di fronte ad un
evento stressante, indotto sperimentalmente, tendono a
valutarlo come una sfida, mentre individui con bassi livelli di
resilienza lo valutano come una minaccia.
RISORSE INTERNE DI
RESILIENZA
• Locus of control interno: soggetto percepisce
di poter controllare le cause degli eventi e di poter
influenzare a proprio vantaggio gli eventi esterni
• Autoefficacia generalizzata: il soggetto valuta
complessivamente il proprio senso di competenza
nelle diverse circostanze della vita
• Ottimismo disposizionale: disposizione
mentale ad attendersi eventi favorevoli in futuro in
modo realistico, cioè valutando e tenendo in
considerazione i vincoli e i feedback forniti
dall’ambiente fisico e sociale.
RISORSE INTERNE DI
RESILIENZA 2
• Autostima: considerazione positiva di se stessi ed
elevato grado di valorizzazione e di accettazione
delle proprie caratteristiche
• Hardiness: fattore di personalità composto da:
impegno: atteggiamento proattivo verso le
circostanze
controllo: chi percepisce possibilità di controllo
ritiene anche di poter influenzare a proprio vantaggio
gli eventi esterni, (considera il rimanere passivi
come una perdita di tempo)
sfida: orientamento a decodificare il cambiamento
in termini di minaccia o di opportunità di crescita
RISORSE INTERNE DI
RESILIENZA 3
• Dimensione di Senso: tensione radicale
dell’uomo a trovare e realizzare un senso e uno
scopo
A livello operativo 3 componenti:
cognitiva, dare significato alla propria vita
motivazionale, sistema di valori costruito da
ciascun individuo
affettiva, sentimenti di soddisfazione e pienezza
derivanti dal raggiungimento di obiettivi specifici
“Trovare un senso alla propria esistenza è
un’esigenza fondamentale di ogni essere
umano, che si fa particolarmente critica in
alcuni momenti di transizione” V. Frankl, 1962
SUPPORTO SOCIALE
• come scambio di interazioni supportive
• coinvolgimento della rete familiare e
sociale
•Miglior indici di attività del sistema
immunitario, ormonale
•Favorisce un miglior adattamento e
l’attivazione di risorse interiori di resilienza
POTENZIALI FATTORI DI
RISCHIO DI STRESS
LAVORO CORRELATO
a partire dal lavoro di
assistenza domiciliare
UN ESEMPIO DI ASSISTENZA
DOMICILIARE BIMBI: C.
Presentazione : C. 6 anni, stato di minima
responsività, tetra paresi spastica, afasia, disfagia,
vescica neurologica, portatrice di Peg in esisti di
encefalite necrotizzante acuta (primi sintomi
comparsi a fine dicembre 2010).
C. vive con i genitori ed ha un fratello minore di 2
anni.
Equipe domiciliare: coordinatrice, 2 logopediste, 4
neuropsicomotricisti dell’età evolutiva, infermiera
pediatrica, psicologa
Seguita in ADI da ottobre 2011 a livello
infermieristico, logopedico, neuro psicomotricità.
A marzo, dopo ricovero per controllo presso centro di
riferimento, rivalutazione PAI
UN ESEMPIO DI ASSISTENZA
DOMICILIARE BIMBI: C.
AREE
COMUNICAZIONE E
RELAZIONE
Interlocutori, dinamiche
comunicative e
relazionali
PUNTO DI VISTA DELLA
FAMIGLIA
RISVOLTO SUGLI
OPERATORI
Le comunicazioni della
famiglia nei confronti degli
operatori sono tenute dalla
mamma. Il papà è
presente, ma delega alla
moglie l’assistenza e la
cura della figlia.
La mamma è convinta che
più ore di riabilitazione
significano
necessariamente più
risultati.
Vorrebbe un ritmo di lavoro
riabilitativo più serrato,
come in ospedale.
Gli operatori a domicilio
si accorgono che la
bambina è rischia di
essere sovrastimolata a
livello riabilitativo, a
discapito di momenti più
“quotidiani” e familiari.
Difficoltà del singolo
operatore al domicilio e
dell’equipe nel trovare
un punto di dialogo con
la mamma su questi
aspetti.
UN ESEMPIO DI ASSISTENZA
DOMICILIARE BIMBI: C.
AREE
AMBIENTE
ambiente fisico, le sue
condizioni caratterizzanti,
il clima che lo connota a
livello relazionale e
interpersonale
RESPONSABILITA’ E
RUOLO
aspetti attinenti allo
specifico ruolo ricoperto,
attività di competenza,
responsabilità e i
riconoscimenti.
PUNTO DI VISTA DELLA
FAMIGLIA
La casa e i ritmi della
famiglia ora intorno alle
necessità sanitarie e
assistenziali della
bambina. In casa sono
presenti quasi sempre
anche i nonni materni o
altri familiari.
La mamma riconosce il
ruolo e le competenze dei
professionisti.
RISVOLTO SUGLI
OPERATORI
Buona compliance con la
famiglia
L’operatore può contare
sulla disponibilità della
mamma, ad esempio nella
preparazione del setting
psicomotorio o nel
procurare il materiale
necessario per le terapie
Emergono aspettative
eccessive da parte della
mamma nei confronti del
trattamento riabilitativo.
Gestione del grosso
contrasto tra le
aspettative materne e le
reali possibilità
riabilitative.
AREE
ECOLOGIA
PERSONALE
le condizioni
in cui opera il
lavoratore,
gli aspetti
ergonomici,
coerenza
aspettativelavoro reale,
lavoro-vita
privata,
PUNTO DI VISTA
DELLA FAMIGLIA
RISVOLTO SUGLI OPERATORI
La mamma di solito è

presente durante la
preparazione del
setting psicomotorio e,
ogni tanto, osserva per
imparare le attività

proposte alla bimba.

Riconoscimento del ruolo professionale:
rischio di sentirsi travolto dall’eccessiva
responsabilità ed investimento della
mamma nel lavoro riabilitativo rispetto
alle reali potenzialità
Riconoscimento continuità tra il lavoro
degli operatori e quello del cg
rischio di sovraccaricare la bimba

Professionista sente il rischio che la
mamma, nel tempo, non sia soddisfatta
del lavoro svolto a domicilio perché non
porta ai risultati da lei attesi e desiderati

Gestione quotidiana del conflitto generato
da questi fattori tra loro contrastanti
Ricerca di una modalità con cui
relazionarsi con la mamma in modo
costruttivo

UN ESEMPIO DI ASSISTENZA
DOMICILIARE BIMBI: C.




Confronto con una bimba con una grave situazione clinica e con il
grande dolore della mamma e di tutta la famiglia
Difficoltà del singolo operatore a casa che si può sentire spinto a
dover rispondere nell’immediato alle domande e alle necessità
della famiglia
Senso di impotenza e di frustrazione provocate dalla
consapevolezza delle reali potenzialità riabilitative che
aumentano se le soddisfazioni lavorative del professionista sono
focalizzate solo sui risultati riabilitativi
Sovraccarico emotivo dovuto a caratteristiche personali
(emotività, storia di vita dell’operatore, vicende personali,…),
caratteristiche specifiche del lavoro di assistenza domiciliare
(professionista che opera da solo e senza una struttura che possa
rispondere alle diverse necessità quotidiane), caratteristiche
dell’interlocutore (pazienti molto gravi e con famiglie spesso assai
problematiche)
FATTORI PROTETTIVI PER LA
PERSONA AL LAVORO
• flessibilità
• motivazione
• consapevolezza delle proprie
predisposizioni
• disponibilità all’aggiornamento
continuo
• saper tollerare la frustrazione, la
noia, l’ansia
• capacità relazionale
• lavoro in equipe
• capacità di riorganizzare
l’esperienza anche di fronte a
un’opportunità d’azione impegnativa
o normativa
LINEE GUIDA DI INTERVENTO E PREVENZIONE
CATEGORIE
FORMAZIONE
addestramento, affiancamento, percorsi di
formazione in aula sia a livello tecnico sia su
competenze trasversali (comunicazione, lavoro in
equipe, negoziazione, stress lavoro correlato…)
GESTIONE E CONFRONTO
riunioni d’equipe, incontri di supervisione,
momenti di feed-back sul lavoro svolto in cui
vengono definiti e ridefiniti gli obiettivi lavorativi,
collaborazione nella stesura del Piano Assistenziale
Individuale
SUPPORTO E ASSISTENZA
promozione attività sociali orientate alla
promozione e allo sviluppo del senso di
appartenenza al contesto lavorativo e al
gruppo di lavoro
INTERVENTI ORGANIZZATIVI
Azioni ed interventi orientati a ridurre la diversità (di
genere, etnica, religiosa), promuovendo
l’integrazione e fornendo supporto ai lavoratori
“Bisogna dire che l’Operatore Domiciliare
diventa il principale testimone dell’unione
delle famiglie, dell’amore delle madri, delle
vicinanze dei figli e di tutti quei valori di solidarietà,
di abnegazione, di rispetto e di sacrificio che
esaltano l’essere umano nei momenti di difficoltà e
di grande sacrificio.
Sono questi ultimi gli stimoli dai quali si trova la
forza e la determinazione ad assistere, parola che
provenendo da “ad-sistere” appunto nella sua pura
accezione significa: stare vicino.”
Renato Ferorelli, L’assistenza Domiciliare Integrata (Adi),
Tesi Master in Assistenza Medico Sanitaria al domicilio,
nella comunità e sul territorio.
La persona dell’operatore
sanitario costituisce
lo strumento tecnologico
per eccellenza.
È necessario che l’operatore sia stato
formato a riconoscere e governare le
istanze
emozionali
ambivalenti
che
inevitabilmente emergono nel contatto, a
volte
frustrante,
con
la
sofferenza
dell’altro, mettendolo in grado di gestire
questi sentimenti e di non esserne a sua
volta travolto.
Boccalon P. et al., Curare brucia: quattro esperienze a confronto, G Ital Med Lav Erg 2010;
32:3, 372-383
Fly UP