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Lezione 5
Nella lezione precedente: Abbiamo definito e caratterizzato un’antenna “corta” Calcolato il campo lontano di un dipolo a mezz’onda Antenna Marconiana Monopolo in quarto d’onda su piano di massa Altezza efficace di un’antenna verticale/Orizzontale su piano di massa Altezza efficace di una spira elementare Caratteristiche di un’antenna filiforme rettilinea di lunghezza arbitraria Calcolo della sua impedenza di ingresso: i metodi variazionali Il dipolo ripiegato Nella lezione precedente: Antenne a banda larga: a onda progressiva Antenne a banda larga: a elica Dipolo Ripiegato Riprendiamo un attimo il dipolo ripiegato Abbiamo detto che si analizza considerando la sovrapposizione degli effetti: sovrapponiamo un “modo linea” con corrente di ritorno (caso dispari) ed un “modo antenna” (caso pari) IT + V/2 IT V/2 + + IA IA + V/2 + V/2 IA+ IT IA- IT V Per il modo antenna: per l’ipotesi sulla spaziatura, vi sarà una differenza di fase trascurabile tra i campi radiati dai singoli conduttori: campo tot. In zona lontana doppio rispetto al singolo conduttore Per il modo linea: per la stessa ipotesi, i campi irradiati si cancellano Dipolo Ripiegato IA+ IT L’impedenza di ingresso sarà: V Z in I A IT IA- IT V Ora, nel caso linea, i punti A e B sono allo stesso potenziale per A questioni di simmetria. IT Del resto, nel caso antisimmetrico, come IT sappiamo, potremmo inserire un muro elettrico + V/2 V/2 nel mezzo. + Quindi è come se A e B fossero cortocircuitati. Se indichiamo con ZT l’impedenza di ingresso di un trattoBdi linea di lunghezza L chiuso su corto circuito, avremo V /2 IT ZT Dipolo Ripiegato essendo quindi: ZT jZ 0 tan(l ) Per il modo di antenna invece questi due punti sono allo stesso potenziale V/2, quindi li possiamo mettere in contatto I IA + V/2 + V/2 IA A V /2 2I A ZD IA + V/2 Dove ZD non differisce di molto dall’impedenza di ingresso di un dipolo ordinario Dipolo Ripiegato Quindi l’impedenza complessiva di ingresso: Zi V I A IT V V V 4Z D 2Z T 4Z D Z T Z T 2Z D Nel caso particolare di dipolo ripiegato di lunghezza 2L=l/2 abbiamo che L=p/2 Il corto della linea è diventato un aperto e ZT=per cui Z i 4Z D Quindi ricordando che un dipolo a mezz’onda in risonanza ha una impedenza reale di 70 W, il dipolo ripiegato presenterà un’impedenza di ingresso di circa 280 W. Dipolo Ripiegato Il dipolo ripiegato ha inoltre una banda intrinsecamente più larga: infatti l’ammettenza di ingresso in condizioni di risonanza è Yi 1 / Z i 1 /(4Z D ) 1 /(2ZT ) 1 /(4Z D ) j cot(l ) /(2Z 0 ) La parte immaginaria ha un effetto compensativo quando si è fuori risonanza, mentre è nulla alla risonanza. Schiere o “Array” di antenne All’aumentare della lunghezza, un’antenna filiforme presenta crescenti caratteristiche direttive del lobo principale Tuttavia aumenta il numero di lobi secondari vanificando gran parte del vantaggio Per avere caratteristiche direttive occorre usare molteplici antenne e dimensionarle per sfruttare fenomeni di interferenza in aria: le schiere Il campo a grande distanza sarà quindi la somma vettoriale dei campi a grande distanza di ciascun elemento Schiere o “Array” di antenne: parametri di progetto Disposizione (lineare, circolare, rettangolare ecc.) Distanza relativa tra gli elementi radianti Ampiezza delle eccitazioni su ciascun elemento Fase delle eccitazioni su ciascun elemento Diagramma di radiazione di ciascun elemento Schiera di due dipoli elementari Due dipoli a distanza d e con correnti diverse z r q z' r' q' d r f r' dl I0’ x I0 f' y Il campo nel punto di osservazione sarà e jkr ' e jkr ' E j I 0 dlsinq uq j I 0 dlsinq ' uq ' 2l r 2l r' Al solito faremo le approssimazioni (per il modulo) r // r ' r r' uq uq ' Schiera di due dipoli elementari mentre per la fase z r x2 y2 z 2 r q z' r' r' q ' d dl I0 ’ x I0 f r r' f ' y x d 2 y 2 z 2 x 2 y 2 z 2 2 xd d 2 r 2 2 xd d 2 2 x d d2 d d 2 r 1 1 2sinq cosf d d r 1 2 2 r 1 2sinq cosf 2 r r 2 2 r r r r r x x r cosf sinq r r r d2 r dsinq cosf 2r r dsinq cosf Schiera di due dipoli elementari Se poi poniamo z r q z' I 0' aI 0e jk r' q ' d dl I0 ’ x I0 f r r' f ' y cioè una sorgente in relazione ad ampiezza e sfasamento dell’altra, avremo e jkr Eq j I 0 dl sinq 1 ae j e jkdsinq cosf 2l r Campo di un singolo elemento in un punto di riferimento (solitamente l’origine) Fattore di schiera (array factor) Schiere Allora abbiamo ottenuto che il campo lontano è il prodotto del campo del singolo elemento della schiera per un fattore che dipende solo dalla schiera (posizione relativa d, sfasamento , rapporto tra le ampiezze a) [purché la schiera coinvolga un solo tipo di radiatori] Il diagramma di radiazione si può quindi ottenere con la “moltiplicazione dei diagrammi” A tal fine occorre valutare il fattore di schiera: poiché non dipende dalle caratteristiche direttive degli elementi della schiera, si può valutare usando una schiera di antenne isotrope con la stessa distribuzione delle sorgenti e spaziatura (e topologia) Schiere: (es.) caratteristiche di due dip. Elementari con uguale eccitazione distanti l/2 I0=I0’ (a=1, =0); d=l/2 e jkr Eq j I 0 dl sinq 1 e jpsinq cosf 2l r Diagramma di radiazione E(q , f ) 1 f (q , f ) sinq 1 e jpsinq cosf uq z E(q max , fmax ) 2 Campo lontano Grafichiamolo sui vari piani: XZ (f=0) 1 f (q , f 0) sinq 1 e jpsinq 2 p p j p sinq j sinq j sinq 1 e 2 sinq e 2 e 2 2 p p j sinq sinq cos sinq e 2 2 y z x Schiere: (es.) caratteristiche di due dip. Elementari con uguale eccitazione distanti l/2 z Grafichiamolo sul piano YZ (f=p/2) f (q , f p 2 ) sinq y z sinq y x y Grafichiamolo sul piano XY (J=p/2) fq (q p p 2 ,f ) cos cosf e 2 j 1 1 e jp cosf 2 p 2 cosf x Impedenza mutua Per avere il diagramma desiderato, dovremo imporre una certa distribuzione di corrente A tal fine occorre conoscere con precisione l’impedenza di ingresso Tuttavia l’impedenza di ingresso di un’antenna è alterata dalla presenza dell’altra: occorre tener conto dei “mutui accoppiamenti” Il modo corretto di trattare un problema in generale è usando una matrice di impedenza che tenga conto di tutto La valutazione di tale matrice è un problema complesso (si è per esempio risolto di nuovo con tecniche variazionali per due antenne filiformi) Per schiere lunghe e con elementi uguali l’effetto del mutuo accoppiamento può talvolta essere ignorato Impedenza mutua Schiere Lineari Uniformi n elementi lungo una linea retta equispaziati Correnti ugual ampiezza Sfasamento progressivo Im e j I m 1 f dcosf 0 1 d n-1 2 d d x Schiere Lineari Uniformi La differenza di cammino dell’onda prodotta da due elementi successivi è d cosf Cui corrisponde uno sfasamento per differenza di cammino k kd cosf E a cui si sovrappone lo sfasamento della corrente, per cui i campi generati da due elementi successivi arrivano sfasati all’osservatore di kd cos f f dcosf 0 1 d n-1 2 d d x Schiere Lineari Uniformi Quindi il campo totale sarà ET E0 1 e j e j 2 e j 3 ....... e j ( N 1) Fattore di Schiera Notate che il fattore di schiera è di fatto una serie geometrica del tipo 1 x x 2 ... x n n Che ha come somma 1 x 1 x Quindi il fattore di schiera diventa AF 1 e jN 1 e j e jN e j 2 e jN 2 e j 2 e jN e j 2 2 2 sinN sin 2 2 Simile al Sinc ma periodico (di 2p) Schiere Lineari : Polinomio associato Se avessimo considerato un array lineare ad elementi equispaziati, ma non necessariamente con la stessa ampiezza di corrente, avremmo più in generale ottenuto ET E0 a0 a1e j a2 e j 2 a3e j 3 ....... a N 1e j ( N 1) Notate che il fattore di schiera è di fatto un polinommio 2 n complesso del tipo a0 a1x a2 x ...an x Tale polinomio si definisce polinomio associato della schiera, introdotto da Schelkunoff nel 1943 Vale quindi il teorema: il fattore di schiera di una schiera ad N elementi è un polinomio di grado N-1; viceversa ogni polinomio di grado N-1 può essere interpretato come fattore di schiera di una schiera ad N elementi equispaziati Schiere Lineari: Polinomio associato Dato poi che il prodotto di due polinomi è ancora un polinomio, si ha il corollario: Date due schiere lineari, esiste sempre una schiera il cui fattore di schiera è il prodotto dei rispettivi fattori Schiere Lineari Uniformi Tornando al caso uniforme: Il fattore graficato in Y AF sinN sin 2 2 Notate che Al crescere del numero di elementi il lobo principale (Y =0) si stringe Il numero di lobi secondari aumenta Ma la loro ampiezza diminuisce La larghezza del lobo principale è doppia rispetto a quella dei lobi secondari Visto che il fattore di schiera è calcolato considerando antenne isotrope, esso è simmetrico rispetto all’asse della schiera stessa Schiere Lineari Uniformi Quindi basta considerare il solo intervallo 0<f<p. Il che, ricordando kd cosf Implica kd kd Spazio visibile della schiera AF 2p p kd Spazio visibile kdp 2p Può capitare che nello spazio visibile cada più di un lobo principale: tali lobi vengono definiti “Grating Lobes” Schiere Lineari Uniformi Per esempio: il fattore di schiera è periodico Per cui il lobo principale (Y=0) si ripete m Implica kd cosfm kd cosf0 2mp Essendo f0 l’angolo del primo lobo Quindi ' 2mp 2mp 2mp cosf m cosf0 kd 0 0 E’ chiaro che più lobi principali cadono nello spazio visibile se tale equazione ha soluzione reale, ovvero se 2 mp Per m=1 diventa kd 2p 2p 1 2p kd d l d l 1 Schiere Lineari Uniformi 0 kd cosf0 Il massimo principale è chiaramente cos f0 kd Quindi Per avere una schiera Broadside (lobo principale ortogonale all’asse della schiera) f0 p 0 Schiera lungo z 2 f0 p 2 x Schiere Lineari Uniformi Per avere una schiera Endfire (lobo principale lungo l’asse della schiera) f0 0 oppure f0 p kd x Schiere Lineari Uniformi Avremo punti in cui il fattore di array si annulla: questi si dicono zeri di radiazione. Nel caso di schiere uniformi avremo quindi quindi gli zeri sono AF sinN sin 2 0 2 N 2 qp q=1,2.. Ma diverso dai multipli di N ovvero, ricordando il valore di Y 2qp kd cosf N cosf kd 2qp l q l Nkd 2p d N d chiaramente, all’aumentare del numero di elementi N, anche il numero di zeri aumenta Schiere Lineari Uniformi Tra due zeri (approssimativamente a metà per N grandi) avremo un massimo. Avremo quindi massimi secondari in corrispondenza dei massimi del numeratore del fattore di schiera sinN ovvero max 2 1 N max (2m 1) max p 2 (2m 1) p 2 N Il primo massimo è per m=1; infatti se mettessimo m=0, avremmo come massimo p/N; ma sappiamo che il primo massimo è a Y=0, il primo nullo è a 2p/N, quindi non può esserci un massimo tra il primo nullo ed il primo zero (massimi e zeri devono alternarsi). Schiere Lineari Uniformi Quindi il primo lobo secondario si ha per max 3 p N L’ampiezza del primo lobo secondario è allora pari a max se N grande (così 1 2N l’argomento del seno è 2 max 3p 3p piccolo ed approssimiamo sin sin il seno con il suo 2 2N argomento L’ampiezza del lobo principale era per Y=0, ovvero larghezza N Quindi in un array lineare uniforme, il primo lobo secondario ha ampiezza 2/3p il lobo principale, ovvero circa -13.5dB sotto al lobo principale indipendentemente dal numero degli elementi sinN Schiere Lineari Uniformi Tale quantità (rapporto tra l’ampiezza del primo lobo secondario e l’ampiezza del lobo principale, espresso in dB (20Log) si definisce SSL (Side Lobe Level) Quanto trovato dimostra che al crescere di N si arriva ad un punto in cui non si riesce a migliorare tale rapporto che vale al piu’ -13.5 dB per questo genere di schiere Schiere Lineari Uniformi: Direttività Il calcolo della direttività è, almeno in linea di principio, semplice …anche se vengono fuori espressioni da incubo…. P(r ,q max , fmax ) P(r ,q max , fmax ) D Wr Pis 4pr 2 con 2 1 Emax P(r ,q max , fmax ) 2 Per il fattore di schiera consideriamo N sorgenti puntiformi, che generano quindi un campo lontano Dove A è una costante che sin N dipenderà dalla potenza A A 2 E AF irradiata dalla schiera r r sin 2 Schiere Lineari Uniformi: Direttività schiera Broadside Il risultato per una schiera broadside, che viene fuori riesprimendo in una sommatoria il fattore di schiera, è N D l N 1 N q d 1 ) sin 2qp ( pNd q 1 q l che se rappresentata al variare del numero di elementi e della spaziatura, graficamente restituisce 15 40 10 30 20 10 M 8 5 6 4 10 2 0 0 Schiere Lineari Uniformi: Direttività schiera Endfire Invece per una schiera endfire N D l N 1 ( N q) d 1 sin 4qp 2pNd q 1 q l Schiere Lineari Uniformi: Direttività Approssimata Consideriamo: Array lungo Trascuriamo radiazione lobi secondari Assumiamo che tutta la potenza sia irradiata in un angolo solido corrispondente alla larghezza del fascio a metà potenza q HP Quindi: angolo solido a metà potenza :qHPfHP Cui corrisponde una superficie A r 2 q HP fHP Quindi la densità di potenza della direzione di massima radiazione Wrad Wrad Pmax A r 2 q HP f HP Schiere Lineari Uniformi: Direttività Approssimata Quindi: P(r ,q max , fmax ) 4p D Wr q HP f HP 4pr 2 Occorre ora valutare gli angoli nei diversi tipi di schiere Broadside fHP N Il campo nella direzione di max vale N Quindi occorre trovare il valore angolare dove esso si riduce di radice di 2: cerchiamo sin N N 2 kd cosf E HP 2 sin 2 N 2 f Schiere Lineari Uniformi: Direttività Approssimata Ora vale: Quindi f HP f 2 2 p f HP p cosf cos 2 2 fHP N f HP f HP sin 2 2 vera per un’antenna molto direttiva (lobo stretto) f HP kd 2 E HP f HP kd 2 sin N 2 f HP kd 2 sin 2 f HP kd 2 sin N 2 f HP kd 2 2 N 2 N 2 f Schiere Lineari Uniformi: Direttività Approssimata In definitiva dobbiamo risolvere l’equazione: cui corrisponde la soluzione approssimata f HP 2 1.4 dN p l f kd HP 2 sin N 2 f HP Nkd 2 2 1 2 Rispetto alla variabile J invece la schiera è perfettamente simmetrica (simmetria cilindrica rispetto all’asse), quindi q HP 2p Quindi la direttività diventa 4p 4p dN p dN dN D p 2 .2 q HP f HP 2p 2 1.4 l 1.4 l l Schiere Lineari Uniformi: Direttività Approssimata Nel grafico della direttività rappresenta la tangente alla curva di direttività (nel caso del disegno la tangente è per N=10) 60 D( 2 dOnLambda ) D( 3 dOnLambda ) 40 D( 4 dOnLambda ) D( 10 dOnLambda ) dOnLambda .2.2 .10 20 0 0 N 10 0.5 1 dOnLambda 1.5 2 Schiere Lineari Uniformi: Direttività Approssimata Endfire kd ricordate? occorre kd cosf kd ora però quindi f f HP 2 cosf 1 2 f HP 8 2 f HP kd 8sin Nkd f HP2 e l’equazione da risolvere diventa con soluzione approssimata f HP E HP f fHP 2 f HP sin Nkd 16 16 2 2 f HP f HP kd sin kd 16 16 1 .4 4 2pNd / l N 2 Schiere Lineari Uniformi: Direttività Approssimata In questo caso, però, la simmetria cilindrica intorno all’asse produce (considerando che irradia in direzione dell’asse) q HP f HP E la direttività diventa 4p 4p p2 D Nd / l 3.5 Nd / l q HP f HP 16 1.4 2.8 2pNd / l Schiere Lineari non Uniformi Poniamo di avere N elementi equispaziati: il fattore di array è chiaramente N 1 j ( nkd cosf n ) f (f ) an e n 0 evidenziamo nello sfasamento n la parte di sfasamento progressivo scrivendo n n Deviazione 'n zn Sfasamento progressivo N 1 f (f ) an e j n ' jn( kd cosf ) e An e jn n 0 n 0 An N 1 N 1 An z n 0 n La porzione di cerchio unitario descritta da z quando f varia tra 0 è p è l’intervallo di visibilità Schiere Lineari non Uniformi Notate che l’intervallo di visibilità è esattamente un giro per d=l/2, meno per d< l/2 e più di un giro per d> l/2 (grating lobes….) Notate poi che per un polinomio di grado N-1 ci sono N-1 zeri (alcuni possono essere multipli), ed il polinomio può essere riscritto come f ( z ) AN 1 z z1 z z 2 ...z z N 1 e il modulo quadrato semplicemente 2 2 2 2 f ( z) AN 1 z z1 z z 2 ... z z N 1 2 Schiere Lineari non Uniformi: schiera binomiale Ha l’obiettivo di NON avere lobi secondari consideriamo due elementi, a distanza d ed alimentati da corrent di ugual ampiezza; il fattore di schiera sarà f ( z) 1 z Sappiamo ora che è possibile costruire un secondo array che ha fattore di schiera pari al quadrato di quello dato, ovvero f ( z ) 1 z 1 2z z 2 2 non rappresenta una schiera uniforme, poiché la ampiezze delle correnti sono nel rapporto 1:2:1, sebbene si tratti di una schiera di elementi equispaziati con fattore di fase progressivo Schiere Lineari non Uniformi: schiera binomiale La stessa procedura si può eseguire elevando il polinomio alla mesima potenza, ottenendo la “schiera binomiale”, con fattore m n z f ( z ) 1 z n 0 n m m! essendo n n!(m n)! m m ora tale funzione ha un unico zero di molteplicità m in z=-1 Quindi un unico lobo (purché la spaziatura sia meno di mezza lunghezza d’onda!) Schiere Lineari non Uniformi: schiera binomiale Facciamo un grafico al variare dell’ordine 1 1 f( 1 ) f( 0 1 ) f( 2 ) f( 0 2 ) 0.5 Quindi: non ci sono lobi laterali il lobo principale diviene via via più stretto però: f( 0 3 ) Il lobo principale è molto più largo (a parità di 0 0 elementi) rispetto ad una 4 2 0 2 4 3.141593 3.138407 schiera uniforme Notiamo: la schiera a 3 elementi binomiale ha correnti con ampiezza 1:2:1 (triangolare), ovvero rastremata ai bordi f( 3 ) Schiere Lineari non Uniformi: schiera binomiale Una proprietà che deriviamo (e che risulta poi del tutto generale) è Addolcire la distribuzione spaziale di corrente, in modo che essa diminuisca verso gli estremi della schiera, riduce l’entità dei lobi laterali, ma allarga il lobo principale E’ possibile generalizzare il progetto delle antenne binomiali, considerando potenze m-esime di distribuzioni con più di due elementi. Il numero di zeri ovviamente aumenta (non più solo -1) e quindi ci sono lobi laterali, ma possono essere molto più bassi di una schiera uniforme