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SPAZIO LIBERO Numero 22 – marzo 2006 Anno II RUBRICHE: Editoriale Mondo filiali Attualità C’era una volta Cinema e cultura Flash EDITORIALE A CHI GIOVA PERDERE TEMPO? La piattaforma per il rinnovo del contratto integrativo è stata presentata ai lavoratori, ormai, in autunno; il primo incontro tra le parti sociali è stato fatto in dicembre; un secondo “giro di valzer” a gennaio; intanto le altre banche rete presentavano le loro piattaforme “distinte, ma non distanti” dalla nostra per l’obiettivo strategico di un “Contratto Integrativo della banca nazionale dei territori”; poi una mega pausa, per tanti motivi. Motivi tutti giustificati: congressi di categoria di varie organizzazioni sindacali, congressi nazionali, olimpiadi e paraolimpiadi (anche se rimane da capire qual è stato l’impegno operativo, nel tempo degli appuntamenti sportivi piemontesi, di chi deve trattare per l’Azienda). La ripresa doveva esserci a fine marzo, ma la vicenda “Fideuram” faceva slittare alla settimana prima delle elezioni gli incontri; ora l’impegno di un’altra organizzazione sindacale fa slittare tutto alla settimana successiva alle elezioni. Risultato: prima di metà aprile non vi sarà ancora nulla di chiaro, di definito circa gli indirizzi della trattativa, per così dire, in corso. Fare dietrologia è sempre pericoloso, ma è difficile sfuggire alla sensazione che qualcuno voglia perdere tempo. La scadenza contrattuale è, da sempre, l’occasione per regolare, normare e governare le insufficienze e i cambiamenti che la precedente tornata poneva in evidenza, altrimenti è forte il rischio di mancare risposte e di non dare prospettive a tutti gli attori sociali, primi i lavoratori: dimenticare questa fondamentale necessità, significa voler rinunciare alle proprie responsabilità e, per parte sindacale, rinunciare a svolgere la propria rappresentanza. Intanto i problemi avanzano e si aggravano, concreti, materiali e quotidiani per tutti i lavoratori. Di fronte a una situazione simile possono sorgere due tentazioni, entrambe sbagliate: per parte aziendale, dare una soluzione unilaterale (dunque per definizione errata) ai problemi, tagliando fuori le rappresentanze dei lavoratori e rivolgendosi direttamente a essi, basandosi solo su una sfida competitiva di singoli lavoratori e tra lavoratori, con un modello di crescita poco attento alla responsabilità sociale, ad uno sviluppo socialmente responsabile, lasciando queste ultime esigenze alla autoreferenzialità di “bilanci sociali” e “codici etici” e lanciando l’illusione che questo Gruppo sia solo quello che una intelligente e brillante pubblicità televisiva fa vedere; per parte sindacale, ritenere che il tempo sia una variabile positiva, che l’incancrenimento delle situazioni crei maggiore tensione tra i lavoratori, ne aumenti la combattività, in una logica del “tanto peggio, tanto meglio” che, invece, ha portato sempre, inesorabilmente, il Sindacato alla sconfitta. Nell’uno come nell’altro caso o, peggio, dal combinato disposto dei due, se non sappiamo bene a chi giova perdere tempo, sappiamo con certezza chi ci rimette: i lavoratori. MONDO FILIALI PARI OPPORTUNITA’? I TEMI DELLA RESPONSABILITA’ SOCIALE, E TRA QUESTI LE POLITICHE ATTIVE PER LE PARI OPPORTUNITA’, SEMBRANO AVERE ATTENZIONE ALL’INTERNO DELL’AZIENDA. A PARTE IL PROTOCOLLO SULLO SVILUPPO SOSTENIBILE, IL CCNL E I CONTRATTI INTEGRATIVI, IL GRUPPO SAN PAOLO REDIGE, ORMAI DA QUALCHE ANNO, IL “BILANCIO SOCIALE”. SI TRATTA DI UN RESOCONTO, NON OBBLIGATORIO, DOVE SI DA’ RAGIONE DELLE PROPRIE ATTIVITA’ E DEI RELATIVI IMPATTI SUI VARI PORTATORI DI INTERESSI CHE LA BANCA COINVOLGE ATTRAVERSO LA SUA AZIONE E PIU’ IN PARTICOLARE: CLIENTI, DIPENDENTI, AZIONISTI, COLLETTIVITA’ E FORNITORI. LA RELAZIONE SOCIALE, DEDICATA ALL’APPROFONDIMENTO DELLE ATTIVITA’ RIVOLTE AI CINQUE GRUPPI DI PORTATORI DI INTERESSE, NELLA PARTE RELATIVA AL PERSONALE SI PROPONE, TRA LE ALTRE COSE: “PARI OPPORTUNITA’ E CONCILIAZIONE CASALAVORO. APPARE CHIARA COSI’ UNA TENSIONE VERSO OBIETTIVI DI RESPONSABILITA’ SOCIALE, RAFFORZATA DA DICHIARAZIONI DI VOLONTA’ DI CRESCITA NEL RISPETTO DELLE SPECIFICITA’ ALLORQUANDO SI AFFERMA CHE “INTENDIAMO SVILUPPARE UN SISTEMA SOCIALE AZIENDALE ARMONICO ED INTEGRATO CHE, VALORIZZANDO LE IDENTITA’ E LE CAPACITA’ PROFESSIONALI DEI SINGOLI, SIA FAUTORE DI SVILUPPO”. MA NON FINISCE QUI: NEL 2003 IL GRUPPO ADERISCE ALLA “UNITED NATION GLOBAL COMPACT” INIZIATIVA VOLONTARIA LANCIATA DAL SEGRETARIO GENERALE DELLE NAZIONI UNITE, CHE MIRA A PROMUOVERE LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE ATTRAVERSO L’ADESIONE A 10 PRINCIPI FONDAMENTALI RELATIVI AI DIRITTI UMANI, AL LAVORO, ALL’AMBIENTE E ALLA LOTTA ALLA CORRUZIONE. TRA I 4 PRINCIPI AFFERENTI IL LAVORO SI LEGGE CHE ALLA IMPRESE E’ RICHIESTO ANCHE L’ELIMINAZIONE DI OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE IN MATERIA DI IMPIEGO E PROFESSIONE; IL GRUPPO ADERENDO A TALE PRINCIPIO DICHIARA (TRADUCIAMO DALL’INGLESE) “LA BANCA SI E’ SEMPRE INDIRIZZATA VERSO IL REALE RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI PARI OPPORTUNITA’ PER LE LAVORATRICI……” ORA, TRA IMPEGNI CONTRATTUALI, IMPEGNI VOLONTARI SUL BILANCIO SOCIALE, ADESIONE AD INIZATIVE INTERNAZIONALI, SEMBRA CHE AZIONI “CONSAPEVOLI” VOLTE ALLA DISCRIMINAZIONE, NEL GRUPPO, SIANO SCONGIURATE. MA SE SCENDIAMO DAI GRANDI PRINCIPI ALLA QUOTIDIANITA’, AL LAVORO DELLE FILIALI, LO SCENARIO CAMBIA E NON CI RIFERIAMO AD “IMPALPABILI” ATMOSFERE DISCRIMINATORIE, AD UN CLIMA SESSISTA O A QUALUNQUE ALTRA COSA CHE, ANCORCHE’ PURTROPPO PRESENTE, RIMANE DIFFICILE DA AFFERRARE E DIMOSTRARE. % MONDO FILIALI SEGUE ARTICOLO: “PARI OPPORTUNITA?” CI RIFERIAMO AD UN DATO MATERIALE, CONCRETO CHE, MESE, DOPO MESE, IN BUSTA PAGA STA DISCRIMINANDO UN GRUPPO DI PERSONE, IN PRIMIS MOLTISSIME LAVORATRICI. L’AZIENDA CHE SI PROPONE “LA CONCILIAZIONE CASA-LAVORO” RECUPERA OGNI MESE 20,42 EURO DALL’INDENNITA’ DI RISCHIO CASSA A COLORO CHE, ASSISTENDO TRE GIORNI AL MESE UN PORTATORE DI HANDICAP GRAVE IN FAMIGLIA, UTILIZZANO LA LEGGE 104; SI TRATTA SOSTANZIALMENTE DI DONNE. IN UN SOLO COLPO SI LEDONO: • LA NORMA FORMALE, ALLORQUANDO IL CONTATTO INTEGRATIVO STABILISCE CHE BASTA SUPERARE I 5 GIORNI DI ADIBIZIONE IN CASSA PER AVERE L’INDENNITA’ COMPLETA; • UN DATO DI GIUSTIZIA SOSTANZIALE, ALLORQUANDO PERSONE CHE SONO ADIBITE PER SOLI SEI GIORNI AL MESE IN CASSA - NON UTILIZZANDO PER LORO FORTUNA LA 104 - PRENDONO L’INTERA INDENNITA’, AL CONTRARIO DI PERSONE CHE SU 23/21 GIORNI DI ADIBIZIONE, CON I TRE GIORNI DI ASSISTENZA, NE FANNO COMUNQUE 20/18, CIOE’ ALMENO TRE VOLTE DI PIU’; • LA PARI OPPORTUNITA’; • IL PRINCIPIO DI SOLIDARIETA’ SOCIALE, CONSIDERATO NELLA COSTITUZIONE DOVERE INDEROGABILE, DOVENDOSI PERTANTO GIUDICARE INAMMISSIBILE QUALSIASI DISCRIMINAZIONE – NEL NOSTRO CASO LA TRATTENUTA DEI 20,42 EURO – DISCENDENTE DALL’APPLICAZIONE DI QUEL PRINCIPIO; • LA REPUTAZIONE, CHE, ATTAVERSO L’ADOZIONE DELLA RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA, COSI’ COME DESCRITTO NELLA PRIMA PARTE, L’AZIENDA INTENDE MIGLIORARE. IL DATO APPARE PIU’ PARADOSSALE PROPRIO IN QUESTI GIORNI: MENTRE DA UN LATO IL PRESIDENTE DEL SAN PAOLO PREMIA - OPPORTUNAMENTE E CON GRANDE SENSIBILITA’ - GRANDI ATLETI DELLE PARAOLIMPIADI, DALL’ALTRO L’AZIENDA CHE GUIDA TOGLIE SOLDI A CHI MAGARI POTREBBE FARE ASSISTENZA A CASA A QUEGLI STESSI CAMPIONI; DAVVERO UN BEL RISULTATO! SPERIAMO CHE L’EVIDENZA PUBBLICA DI QUESTO SCRITTO SCUOTA LE MIGLIORI COSCIENZE AZIENDALI CHE BEN COMPRENDERANNO QUESTA CHIARA CONTRADDIZIONE TRA POLITICHE DICHIARATE E POLITICHE PRATICATE; IN CASO CONTRARIO IL SINDACATO, COME SEMPRE, CON I MEZZI DELLO STATO DI DIRITTO, SAPRA’ PORVI RIMEDIO. GIUSTIZIA:QUALE EGUAGLIANZA? Cinque anni di governo di centro destra, cinque anni di “riforme “ sbagliate, di riforme “classiste”, che hanno diviso il Paese, l’anno impoverito, depredato. Tutti sanno cosa è successo con la riforma della scuola, del mercato del lavoro, della Costituzione, tutti hanno visto sotto i loro occhi gli sfaceli prodotti o che produrranno tali riforme. Ostico e difficile ai più è, invece, entrare nel mondo del diritto e della giustizia, nonostante 2000 anni di tradizione alle spalle in tal senso. Ebbene, questo governo si è cimentato anche in questo, facendo partorire una legge, la n. 251 del 5 dicembre 2005 detta ex Cirielli, i cui esiti nefasti sono di difficile percezione. Proviamo a raccontare cosa potrebbe succedere. La ex Cirielli ( ex perché chi l’ha redatta si è affannato a prenderne già le distanze !) ha due facce ed una sola anima. Le due facce sono: una nuova disciplina della prescrizione ( cioè il tempo che lo Stato si dà per processare un cittadino, tempo oltre il quale l’interesse a punirlo e a rieducarlo, ammesso che sia colpevole, svanisce) ed una robusta stretta sanzionatoria nei confronti dei plurirecidivi ( cioè di coloro che commettono reati pur essendo già condannati con sentenza definitiva ). Nell’orribile linguaggio dei giuristi si parla di “ doppio binario” per simboleggiare un differente atteggiamento della legge tra ciò che segue le regole ordinarie e ciò che rientra nell’emergenza e “ necessita”, quindi, di norme speciali: lo si è costruito durante gli anni di piombo, nei confronti dei terroristi; lo si utilizza, tutt’oggi nei confronti della criminalità organizzata; se ne dirama, adesso, un altro per distinguere i delinquenti primari – coloro che delinquono per la prima volta, foss’ anche gabbando milioni di euro ai risparmiatori – dai recidivi – fossero pure tali per aver violato tre volte i sigilli per mettere una veranda, un cucinino un cesso in una casa popolare. Per i primi sorrisi e cotillon, per i secondi lacrime e sangue; è questa la vera e malsana anima della legge: da un lato spostare l’asse della punibilità da un oggetto all’altro, dal fatto – reato ( da quanto commesso) alla personalità del reo ( a quello che si è ) e, dall’altro, accorciare drasticamente i termini di prescrizione per alcune categorie di reati, primi, non casuali, quelli contro l’economia ( falso in bilancio su tutti) e la pubblica amministrazione ( corruzione, malversazione, ecc, ecc.). Insomma, al di là del passaggio dall’essere deboli coi forti e forti coi deboli all’essere debolissimi con i primi e fortissimi con i secondi, ogni volta che viene costruito un doppio binario giurisdizionale la stazione “ dell’eguaglianza dinanzi alla legge “ si allontana sempre più, con il rischio ( o la volontà ? ) di non raggiungerla mai. . PERSONE E NUMERI UGUALMENTE IRRAZIONALI Seguire i figli, tentare di comprenderne i sentimenti, verificare i loro studi, sono compiti bellissimi e ingrati che un genitore responsabile vuole e non solo deve fare. L’età dello sviluppo, delle grandi domande, è tra tutti i momenti impegnativi forse il più impegnativo. Credo sia capitato a molti la domanda sulla irrazionalità dei comportamenti umani, magari legata ad una vicenda di piccole (grandi) delusioni amorose, al tradimento di un’amicizia e la connessa ricerca di un mondo più razionale: è quello che mi è capitato con una figlia che, ingenuamente, affermava esservi nella matematica maggior certezza, dimenticando che, anche in quel campo come nella vita, non puoi prescindere dal concetto di irrazionale. Proprio ripassando insieme il vecchio, caro Pitagora di (c’era) una volta è venuto uno spunto di dialogo con una ragazza che cresce. Ricordiamo tutti che l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa è uguale alla somma delle aree costruite sui due cateti e facendo l’esempi più semplice possibile, come in figura, abbiamo: c²=1²+1² cioè c²=2 Ora, un gioco di parole: quando, conosciamo il quadrato di un numero il numero stesso è uguale ovviamente alla radice quadrata del suo quadrato: se x²=25, x=√25. Nel nostro caso da c²=2 si ricava c=√2 a=1 c=√2 Il rapporto quindi tra ipotenusa (c) e lato è uguale alla radice quadrata di 2, che, con una semplice calcolatrice si vedrà essere 1,41421356…. Ciò significa che √2 non può essere espresso sotto forma di rapporto tra alcun numero interob=1 e dunque si dice “irrazionale”. “Pensaci bene figlia mia, quello che sto tentando di dirti è che anche avendo una collezione infinita di numeri interi, per quanto cerchiamo, non ne troveremo mai due il cui rapporto sia precisamente uguale a √2 che è e rimane irrazionale, a maggior ragione scegliendo tra gli essere umani (che sono un numero finito) non ne troveremo mai due il cui rapporto sia realmente razionale; ma questo, imparerai, è il bello della vita. “ORGOGLIO E PREGIUDIZIO” di Joe Wright (tratto dal romanzo di Jane Austen) Il film “Orgoglio e Pregiudizio” è tratto dal romanzo di Jane Austen e diretto dal giovane inglese Joe Wright: la storia scritta è troppo nota per raccontarla qui: quel che ci preme sottolineare sono solo alcune cose. Il film di Joe Wright si inserisce in un filone cinematografico di questi ultimi anni che trascrive in cinema le storie della grande e famosa scrittrice inglese dell’epoca pre-vittoriana, come per esempio “Ragione e Sentimento” del taiwanese Ang Lee girato su una sceneggiatura dell’attrice inglese Emma Thompson. Intanto e finalmente, dopo il grande David Lean (l’autore, per intenderci, di Lawrence d’Arabia, il Ponte sul fiume Kway, il Dottor Zhivago,etc.) e dopo i pochi film di Hugh Hudson dei primi anni 80 (Momenti di Gloria, Greystoke), il cinema inglese ha ripreso a narrare visivamente la sua cultura, la sua storia, il suo popolo e lo fa con grande espressività cinematografica, prendendo a modello i modi storicamente determinati per raccontare un “classico” della letteratura: piani sequenza espressivi e ordinati, linearità del racconto, ricostruzioni fedeli, caratterizzazione forte dei personaggi e delle situazioni attraverso ottime “performance” degli attori, rispetto e ricostruzione della mentalità dell’epoca narrata, ironia e “aplomb”, sarcasmo ed umorismo tipicamente inglese; il giovane Joe Wright dimostra di essere erede della miglior tradizione cinematografica del suo paese. Ancora. I romanzi della Austen sono sempre contraddistinti dalla forte divisione in classi sociali di cui la società inglese era all’epoca caratterizzata ed all’inizio delle storie i protagonisti “appaiono” in un certo modo. In questi scritti la descrizione dei problemi sociali, psicologici ed umani sono legati a tale divisione e alla “formale apparenza” dei modi e delle regole comportamentali esistenti nell’epoca raccontata; il superamento di essi avviene perchè interviene sempre, come elemento risolutore necessario, “il sentimento individuale, la “passione” dei protagonisti mostrata in tutta la sua “sincerità. Lo sviluppo narrativo delle storie, infatti, dimostra che l’apparenza inganna perchè la realtà, i fatti e le scelte che si compiono, attraverso l’intervento dei sentimenti dei protagonisti, dimostrano una “verità nascosta” che, svelata, risolve l’intrigo narrativo. La lezione che traiamo dal film preso dal romanzo della Austen può essere allora utile anche per noi e per il nostro mondo, perché oggigiorno esiste chi conquista (o vuole mantenere) potere con l’apparenza, con la mani-polazione dei fatti e delle cose, con la finta capacità di risolvere i problemi quando invece, con questi elementi, si incrementano solo interessi forti e pre-costituiti a danno delle persone e dei ceti sociali più deboli ed indifesi. Come nel film invece, bisogna “svelare le apparenze” che permeano la nostra società, smascherare le mani-polazioni, intervenire con la nostra passione, con i nostri sentimenti per riuscire a ri-conoscere “la verità” e la “sincerità” dei fatti, delle persone e delle cose (qualche volta nemmeno tanto nascoste) per poter ottenere più felicità, più giustizia sociale, più solidarietà, più fratellanza. FLASH QUALE MAGGIORE ATTUALITA’ DI UN GIUDIZIO CHE SAREMO CHIAMATI A DARE SUL GOVERNO (PRO TEMPORE VIGENTE)? ALCUNE “CHICCHE” DI QUESTI 5 ANNI …rigorosamente vere e tratte dalla stampa (di sinistra, ovviamente!),in ordine del tutto casuale. - La UE: il Pil dell’Italia nel 2005 crescerà dello 0,1% anzichè dell’1,8 dichiarato dal governo. Berlusconi: “ colpa del minor lavoro a causa delle vacanze di Pasqua” (MAGGIO 2005) - Le famiglie lamentano prezzi troppo alti e fuori controllo. Berlusconi: “colpa della massaie, che non fanno la spesa nei mercatini, come fa la mia mamma” .(APRILE 2004) - Berlusconi, in un’intervista a stampa estera: “ Mussolini non ha mai ucciso nessuno, caso mai mandava qualcuno in vacanza al confino”(SETTEMBRE 2003) - Il ministro Martino: “ Ci saranno sicuramente altri attentati contro l’occidente, ma l’Italia puo’ stare tranquilla”(GIUGNO 2002). - L’eurodeputato tedesco Schultz: “è inammissibile che un capo del Governo (Berlusconi, ndr) abbia pendenze penali” . Risposta del premier: “ Lei dovrebbe fare la parte del kapò nel film che stanno girando sui nazisti”.(LUGLIO 2003). - Il ministro degli interni Scajola: “Marco Biagi è un rompiscatole”(perché Biagi chiedeva la scorta, sarà assassinato dalle Brigate Rosse).(LUGLIO 2002) - Berlusconi: “ a settembre 2005 andremo via dall’Iraq.” Bush e Blair: “ Ma quando mai è stata concordata una cosa simile?”(MARZO 2005). - Il ministro Lunardi: mi piace andare forte in autostrada, anche a 180/200 all’ora.”(il limite di velocità imposto da lui stesso è 150 km/h!!).( LUGLIO 2005) Il ministro della Giustizia Castelli, in Parlamento: “ chi non salta italiano è!”.(Però l’aveva detto l’uomo Castelli, non il ministro,ndr). I comici Ficarra e Picone dicono questa notizia a Zelig, vengono querelati.(MARZO 2004) - Il ministro Calderoli mostra in tv una t-shirt anti Maometto e anti- musulmani: assaltata l’ambasciata italiana in Libia, 11 morti, Gheddafi chiede all’Italia il risarcimento della guerra di Libia.(FEBBRAIO 2006) % - Berlusconi, alla festa per i 230 anni della Guardia di Finanza: “ quando lo Stato ti tassa per oltre il 50 % del reddito, diventa morale evadere le tasse”.( NOVEMBRE 2004) - 300 km di coda sulla Salerno-Reggio Calabria, a causa della neve. Il ministro Lunardi: “ colpa di quelli che viaggiano senza catene”.(GENNAIO 2005) - La Russia riduce le forniture di gas all’Italia dell’ “amico” Silvio. IL ministro Scajola: “ mettete i coperchi sulle pentole e non aprite le finestre coi riscaldamenti accesi”.(GENNAIO 2006) - Berlusconi: “ I giudici sono doppiamente matti, primo perché sono politicizzati e secondo perchè per fare quel lavoro bisogna essere mentalmente scompensati”. - Durante un discorso del Presidente Ciampi all’Europarlamento, i deputati leghisti Speroni, Salvini e Borghezio agitano la bandiera padana. Vengono espulsi dall’assemblea e , uscendo, gridano : “ Italia, Italia, vaffan….”.( LUGLIO 2005) UNA RISPOSTA AD OGNI PROBLEMA…a futura memoria!!! La Redazione Giorgio Campo Alfredo Conte Antonio Coppola Antonio D’Antonio Mario De Marinis Antonio Forzin Amedeo Frezza Rosalia Lopez Raffaele Meo Italo Nobile Maria Teresa Rimedio Anna Maria Russo puoi leggerci anche su: cgil.it/fisac.sanpaolo/bancodinapoli