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LA PERDITA DI NUTRIENTI NELLA CONSERVAZIONE DEGLI
DALLA SENSIBILIZZAZIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA ALLA “GOVERNANCE” DEL TERRITORIO Dott. Emanuele DAVIA VicePresidente Dott. Fabio MANZIONE Segretario Generale Oggi noi celebriamo il decimo anniversario dalla costituzione del CA3C, come associazione senza scopo di lucro, con regolare rogito notarile. Se però noi vogliamo risalire alle circostanze, alle finalità ed alle radici che hanno preparato ispirato e portato alla creazione del CA3C, dobbiamo riportarci più lontano nel tempo ed esattamente agli ultimi mesi del 1985, quando presso la sede della FIDAF in via Livenza a Roma si riunì un consistente numero di colleghi operanti prevalentemente nei PVS per dar luogo all’Associazione Tropicalisti, sette anni prima della Conferenza O.N.U. di Rio de Janeiro. 2 Quale era la ragione che li spingeva a questa iniziativa? Era un sentimento di ribellione e di ripulsa verso la abituale applicazione dei metodi con cui venivano, a quel tempo, attuati i progetti agro-forestali di aiuto allo sviluppo nei PVS, in contrasto con le più elementari e corrette norme agronomiche e sociali e senza tener conto degli ormai sempre più evidenti segni del degrado ambientale. Per chiarire di che cosa si tratta, chi vi parla può testimoniare di uno dei tanti casi successi, perché avvenuto nell’ambito dell’organizzazione per cui lavorava. In sintesi si trattava di un progetto di “land reclamation” in sei aree lungo il Nilo per l’utilizzo delle disponibilità idriche conseguenti la costruzione della diga di Assuan. Una volta attuate le operazioni di preparazione dei suoli, di sollevamento, pompaggio e distribuzione delle acque e di organizzazione poderale, il tutto effettuato con l’impiego di personale e macchinari italiani, il governo egiziano ha imposto il trasferimento di un corrispondente numero di famiglie di contadini, dalle loro zone di residenza alle nuove aree bonificate. Non passò molto tempo e fu necessario ritornare sugli stessi territori per ripristinare le operazioni di bonifica, visto che buona parte dei coloni avevano abbandonato i poderi loro assegnati per ritornare nelle zone di origine. In questo caso il fallimento del progetto fu scongiurato coinvolgendo, seppure tardivamente, le popolazioni locali per recepire le loro legittime istanze ed esigenze ed applicando le buone norme agronomiche e sociali proprie della nostra professione di agronomi. 4 In altri casi purtroppo l’esito non fu così felice, ad esempio quando si trattò di realizzare, sempre con le risorse dei fondi esteri, una diga per fornire energia idroelettrica ad una città media della Africa occidentale e non fu previsto l’utilizzo delle acque di caduta, oltre che per gli usi civili, anche per irrigare i terreni siccitosi circostanti. Si potrebbero citare tanti altri casi, ma credo ciò sia già sufficiente per far capire quale era il tipo di motivazioni che hanno indotto quei colleghi a costituire l’Associazione Tropicalisti. Con ciò si volevano costruire le condizioni per far sentire più efficacemente la loro voce in fase di progettazione e di realizzazione degli interventi agro-forestali con fondi internazionali ed in particolare con quelli della Cooperazione allo Sviluppo italiana. 5 Parallelamente a ciò un altro motivo di grave preoccupazione era per loro assistere alla totale noncuranza con cui venivano trattati i temi del degrado ambientale che erano particolarmente evidenti nei Paesi in cui loro operavano : la desertificazione avanzante, le perturbazioni del clima e la progressiva perdita della biodiversità che, dal loro osservatorio privilegiato, erano già evidenti e che avrebbero indotto l’ONU, sette anni dopo, a indire una apposita Conferenza mondiale a Rio de Janeiro divenuta poi un importante punto di riferimento per il mondo intero. 6 Proprio in quel periodo, con la partecipazione di alcuni membri dell’Associazione tropicalisti (i colleghi Cesarini, Fraddosio, Cosentino, Antinori, Saccuman, Vallerani ed altri) fu progettato ed attuato dalla FAO con il finanziamento della Cooperazione allo Sviluppo dell’Italia il programma agroforestale nell’area di Keita, in Niger. Di quel progetto il collega Ugo Fraddosio fu anche il primo direttore operativo sostituito poi, per ragioni di salute, dal collega Carucci. L’intervento di Keita è ancora oggi, dopo venti anni, portato ad esempio, come fiore all’occhiello , tanto dalla Fao che dal Ministero degli Affari Esteri e ciò evidentemente significa che in seguito non è più stato fatto nulla di così valido. Ed infatti bisogna dire che l’esempio di Keita non ha fatto molti proseliti ed anzi un altro progetto preparato e presentato da una parte degli stessi colleghi e riguardante altra zona del Niger, il Damergou, ha potuto essere eseguito solo per la parte preliminare perché poi il Ministero degli Esteri è entrato in crisi e sono venuti a mancare i fondi previsti. Va precisato che per l’intervento in Damergou fu costituita una apposita organizzazione denominata CSARE-SILVA (Conservazione dei suoli e delle acque e riequilibrio degli ecosistemi) il cui patrimonio di esperienze può a buon diritto essere considerato una ideale eredità in preparazione del CA3C. Così come lo sono le conoscenze e le esperienze delle Associazioni che sono confluite a sostegno della nascita del CA3C in seno alla FIDAF e che possiamo brevemente citare di seguito. AISI (Ass. It. Sviluppo Internazionale) fu fondata da Aurelio Peccei di cui quest’anno è stato celebrato il centenario dalla nascita ed il mezzo secolo dalla creazione dei “Club di Roma”. Il grande merito di Aurelio Peccei è di essere stato tra i primissimi a lanciare l’allarme sul degrado ambientale e a sostenere che lo sviluppo dei Paesi progrediti era fuori controllo e del tutto insostenibile nel medio periodo e che se non si fosse provveduto per tempo a correggerlo sarebbero stati guai seri per tutta l’umanità, cosa che si sta puntualmente avverando. Il suo messaggio era però permeato di ottimismo perché si rifiutava di credere che l’umanità, avvertito il pericolo, non utilizzasse le sue risorse di intelligenza proprie di “Homo sapiens sapiens” per una tempestiva correzione di rotta. Si sa che l’esercizio della previsione del futuro è cosa oltremodo ardua e comporta un ampio margine di incertezze. Su questi aspetti del tutto marginali e complementari sono state poi esercitate critiche tanto ingenerose quanto immotivate. Nella sostanza però ognuno può constatare come Aurelio Peccei avesse perfettamente ragione. 9 ICEF (International Court of the Enviromental Foundation) E’ stato a suo tempo costituito per denunciare ciò che si sta verificando con l’estensione e l’espansione delle attività umane in tutto il globo in mancanza di leggi e di regole comuni che contrastino il degrado ambientale. Sta diventando, se ancora non lo è già, un “villaggio globale”senza regole. IL GRUPPO DI VILLA CORSINI La sua costituzione è dovuta a studiosi e docenti di botanica, riuniti all’Orto botanico di Roma per denunciare le gravi conseguenze che il degrado ambientale arreca alle piante ed in particolare ai boschi ed alle foreste che, come sappiamo, rappresentano l’espressione più evoluta del regno vegetale. STES (Scienziati e Tecnologi per l’Etica dello Sviluppo) I fondatori vogliono denunciare i danni irrimediabili che uno sviluppo dell’economia e della società senza i vincoli imposti dall’Etica ed in particolare dalla Bioetica. Per cui è indispensabile una correzione negli indirizzi generali che valorizzino e non prescindano dai canoni della morale e dell’etica 10 Alcune delle Associazioni citate hanno cessato di esistere per problemi e contrarietà legate alle vicende umane, ma hanno idealmente trasmesso al CA3C il loro bagaglio di esperienze ed aspirazioni. Da quanto detto non è certo un caso che il CA3C sia nato in seno alla FIDAF da cui ha ereditato i valori fondanti e le aspirazioni ad un mondo rispettoso delle regole della natura e l’esigenza vitale a combattere gli abusi che inquinano, devastano e degradano l’ambiente. Venendo a noi gli indirizzi che il CA3C si è dato fin dall’inizio sono quelli di dibattere e divulgare i principi delle tre Convenzioni globali delle Nazioni Unite rivolgendosi in particolare alle Istituzioni sia nazionali che internazionali ed in particolare a quelle scolastiche per facilitare una maggior conoscenza tra i giovani dei problemi ambientali in generale e specialmente del progressivo degrado in atto. 11 12 L'idea di dar vita al CA3C, prima come Comitato e poi come Associazione regolarmente costituita con atto notarile, è sorta quando il Segretariato del Comitato nazionale per la lotta alla desertificazione, istituito dal Ministero dell'Ambiente ed operante presso l'ENEA, prese contatto con la FIDAF per stabilire un'utile sinergia operativa. E' così che nel luglio 1998, il primo gruppo di Soci fondatori, riunito presso la FIDAF, ha incominciato a riflettere sull'importanza fondamentale che, non solo la Convenzione sulla desertificazione, ma anche quelle sulla biodiversità e sul clima, rappresentano come punto ineludibile di riferimento, per dare una efficacia sempre maggiore agli sforzi tesi a combattere il degrado ambientale mondiale: fenomeno unico, di cui i settori a cui si riferiscono le tre Convenzioni rappresentano tre diverse manifestazioni. 13 Come prima conseguenza operativa l'ENEA richiese alla FIDAF: Un rapporto sulle condizioni ambientali nel territorio italiano, sui fattori di degrado in atto nei diversi ambiti, la pericolosità e la rapida evoluzione dei fenomeni, la necessità di interventi adeguati ed urgenti; Una relazione sull'importanza di dare attuazione ad un rapporto con i PVS (e soprattutto con quelli del bacino del Mediterraneo e del Sahel) su basi più corrette ed efficaci di quelle finora praticate, in quanto più rispettose dei fattori socioambientali; Una raccolta ragionata e commentata delle leggi emanate finora dallo Stato italiano allo scopo di contrastare il fenomeno della desertificazione. 14 a) Al primo punto è stata data esecuzione dando luogo al Rapporto ai tre Poteri dello Stato. Il volume è stato consegnato, non solo ai vertici dello Stato italiano, ma ha avuto e continua ad avere una distribuzione capillare a politici, religiosi, funzionari e personalità dei diversi settori. Questa divulgazione ha consentito al CA3C di ottenere subito, non solo una visibilità nazionale e internazionale, ma anche espliciti consensi con lettere di personalità delle istituzioni, della politica e della società civile. b) La relazione sul rapporto con i PVS ha avuto la piena approvazione da parte del committente. E' stata inserita nel "Rapporto" di cui al punto a) ed ha avuto quindi la stessa divulgazione. 15 c) La raccolta di leggi: rispetto al tema commissionato il lavoro ha assunto dimensioni allargate in quanto è risultato subito evidente che poco o nulla, in fatto di legislazione, era stato emesso dallo Stato italiano sotto la voce "desertificazione". Si è trattato quindi di prendere in considerazione voci su fenomeni confluenti con quello della desertificazione (degrado dei suoli, disordine idrogeologico, deforestazione, incendi boschivi, inquinamento del territorio ecc.). Si è poi constatato che, con l'istituzione delle Regioni, molte di queste competenze legislative lo Stato le aveva a loro demandate e quindi si è ritenuto opportuno estendere la raccolta ad alcune delle regioni italiane prese a campione. Non si potevano inoltre trascurare le direttive emanate dalla CEE in tale ambito. Considerando inoltre che i fenomeni ambientali hanno caratteristiche di interdipendenza su area almeno regionale, si è estesa la ricerca su quanto è stato possibile reperire delle leggi dei Paesi del bacino del Mediterraneo. La raccolta a cui è stato dato un ordine sistematico con annotazioni, commenti e conclusioni ha potuto fornire una rappresentazione sufficientemente chiara della situazione legislativa nazionale e dei Paesi della Regione mediterranea ed ha ottenuto la piena approvazione da parte del committente. 16 Tra le misure più necessarie ed impellenti per avere una visione più chiara e precisa dei fenomeni legati al degrado e alla sua rapida espansione, il CA3C ha subito individuato la carenza di una rete di osservatori scientifici in tutto il bacino del Mediterraneo e nel Sahel per collegare tra loro, valorizzare e dare criteri operativi omogenei a tutti gli Istituti, Laboratori di analisi e singoli operatori agenti in tutto l'area considerata. A tale scopo si è provveduto ad organizzare una prima tavola rotonda presso l'ISIAO (Istituto It. per l'Africa e l'Oriente) nel febbraio 1999. Sono state invitate le Ambasciate dei Paesi dell'All. IV della Convenzione, il Sottosegretariato per la lotta alla desertificazione del Ministero dell'Ambiente, i rappresentanti della FAO e di Sylva mediterranea, nonchè personalità ed esperti di tutto il mondo. Una seconda tavola rotonda, svoltasi ancora presso l'ISIAO nel giugno del 1999, ha visto la partecipazione delle Ambasciate dei Paesi dell'arco sud del Mediterraneo e del Sahel. Presente il Segretario dell'UNCCD Hama Arba Diallo, nonchè il Direttore del Meccanismo relativo Peer Ryden, oltre a studiosi ed esperti nazionali e internazionali. 17 Il Presidente ed il Segretario del CA3C sono stati ricevuti dal Ministro dell'Ambiente, su iniziativa promossa dal Presidente della Repubblica. In quell'occasione il Ministro aveva affidato al CA3C la relazione su due argomenti per la Conferenza Agricoltura ed Ambiente promossa congiuntamente dai due Ministeri interessati, conferenza che poi fu annullata. Nel 1999 il nostro Direttivo ha partecipato a tutte le riunioni promosse dal Segretariato del Comitato Nazionale per la Lotta alla Desertificazione al fine di definire le linee di indirizzo del Piano Nazionale di lotta alla desertificazione a cui il CA3C ha dato un contributo "decisivo" per la ripulsa di un primo documento inadeguato e di basso profilo e l'orientamento su un documento finale pregevole, che è stato portato al CIPE per la delibera. Una nostra delegazione, guidata dal Presidente è stata ricevuta nel febbraio 2000 dal Direttore della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri, col quale sono stati stabiliti degli accordi per una fattiva collaborazione, per quanto riguarda la presentazione di progetti e programmi per i PVS, per una partecipazione alla valutazione ed al monitoraggio di iniziative in tutte le loro fasi ex ante durante - ed ex post e per la realizzazione di corsi di formazione altamente innovativi per la salvaguardia delle risorse primarie nel bacino del Mediterraneo e nel Sahel. 18 •La realizzazione del sito web www.3csc.net che ha rappresentato una svolta nella vita del CA3C perché attraverso di esso abbiamo già potuto allargare le nostre possibilità divulgative, aprendo un confronto ed un dibattito continuo su una molteplicità di argomenti da noi proposti. 19 A partire dal 2001 si è evidenziata la necessità di incrementare le attività operative anche valorizzando il lavoro svolto nel recente passato. In questo senso assai importante è apparsa la possibilità di lanciare il nuovo sito web del CA3C in concomitanza con il vertice della FAO in programma dal 10 al 13 giugno 2002 a Roma. L'utilizzo delle nuove tecnologie informatiche e, in particolare, del nuovo sito web ha consentito di valorizzare tutte le esperienze pregresse e quindi le attività intraprese dal CA3C (attraverso una loro ampia presentazione) dando la possibilità di far conoscere su un palcoscenico più ampio i progetti e le idee che animano le finalità dell'Associazione. 20 La manifestazione di Roma ha così rappresentato un utile sede per far conoscere l'attività del CA3C per la possibilità di contatti con i delegati nazionali dei vari Paesi e con i rappresentanti delle varie ONG internazionali accreditate per la Conferenza. Il Summit è coinciso inoltre anche con l’inizio di un rapporto istituzionale con la FAO che, grazie all’accreditamento del CA3C presso le sue strutture, ha facilitato l’ammissione alle successive conferenze e meeting di questa organizzazione delle Nazioni Unite. 21 Da segnalare inoltre le importanti attività portate avanti dal Consigliere P. Antinori e dal dott. V. Vallerani in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri nell’ambito della lotta alla desertificazione. I nostri due soci hanno fatto parte della delegazione italiana del Ministero degli Esteri che ha partecipato, nella primavera del 2002, ad una missione in Cina volta a studiare lo stato di desertificazione del territorio cinese nei pressi di Pechino. Antinori e Vallerani hanno poi partecipato alla riunione FAO su "Land and Water" nel mese di maggio a Bali (Indonesia), evento preparatorio del Vertice sull'Ambiente dell'ONU di Johannesburg. Nel ottobre del 2002 il CA3C ha partecipato al meeting, organizzato alla FAO, sui temi della biodiversità dal titolo “Biodiversity and the Ecosystem Approach in Agriculture, Forestry and Fisheries”. L’incontro ha avuto modo di sviluppare un utile confronto tra alcune delle più interessanti esperienze di gestione sostenibile delle risorse agricole, forestali e ittiche nel rispetto della biodiversità viste attraverso l’approccio ecosistemico. L’occasione è stata utile per noi anche per stabilire una sorta di “testa di ponte” utile per stabilire un contatto con l’Inter-Departmental Working Group on Biological Diversity for Food and Agriculture della FAO che aveva organizzato questo “satellite event” in occasione della Nona Sessione della Commissione sulle risorse genetiche per l’alimentazione e l’agricoltura. 23 Nel mese di dicembre ha avuto luogo alla FAO l’importante riunione del CRIC 1 della Convenzione dell’ONU sulla Lotta alla desertificazione. In tale occasione si è ritenuto importante presentare dal vivo il nostro sito web a tutte le Ong presenti ai lavori. La presentazione ha avuto luogo nella Slovak Room della FAO ed ha visto la partecipazione oltre che di molti delegati delle Ong di tutti i continenti, anche del responsabile del Segretariato della Convenzione, dott. Montoiro, e della rappresentante della Rete internazionale di Ong per la lotta alla desertificazione (RIOD). Il positivo impatto di questa presentazione si è poi concretizzato agli inizi del 2003, con l’ulteriore diffusione ed eco data dalla Newsletter del RIOD che ha pubblicato un resoconto della presentazione. 24 Nel mese di ottobre 2003 è giunta alla Segreteria generale del CA3C la lettera ufficiale di Hama Arba Diallo, Segretario esecutivo della Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta alla desertificazione, con la quale ci ha informati che la sesta sessione della Conferenza delle Parti ha accordato al CA3C lo status di Ente accreditato. Tale riconoscimento ci è stato oltre modo utile per facilitare l’accreditamento del CA3C anche presso il Segretariato della Convenzione sui Cambiamenti climatici in merito alla partecipazione di una nostra delegazione alla Nona Conferenza delle Parti (COP 9) svoltasi a Milano dal 1 al 12 dicembre 2003. Partecipazioni a Convegni internazionali “Workshop on Forests and Forest ecosystems: promoting sinergy in the implementation of the Three Rio Conventions” organizzato dai Segretariati UNCCD, CBD e UNFCCC – Viterbo, 57 aprile 2004 “Africa e problemi della mondializzazione” – Pontificia Università Urbaniana “Magreb: ambiente, desertificazione e aspetti culturali”, Napoli 22 aprile 2004 Workshop for the review of the Mediterranean Strategy for Sustainable Development (MSSD) – organizzato dall’UNEP-MAP, Roma 5-7 aprile 2005 Analisi sul documento FAO “L’Agricoltura Mondiale verso il 2015/2030” (tradotto in inglese, spagnolo, francese) Accreditamento c/o MSSD Accreditamento c/o UNEP Particolare attenzione da parte del CA3C è stata rivolta alla scuola, mossi dalla assoluta convinzione che solo dalla pressione forte, convinta e responsabile proveniente dalla base e cioè dalla popolazione edotta e consapevole ed in particolare delle nuove generazioni di giovani, può partire quella spinta decisiva che valga a riscattare i temi ambientali dagli ultimi posti nella scala delle priorità dove ora si trovano nei luoghi dove si prendono le decisioni, per elevarli ad un livello più consono alla importanza ed alla gravità della situazione. Il testo “L’Ambiente e la Formazione Scolastica” è stato oggetto da parte del Ministero dell’Istruzione italiano della Nota n. 2772 del 21 marzo 2006, con cui invita tutti i Direttori Regionali alla divulgazione del testo stesso presso tutte le scuole di pertinenza, su base nazionale. Tale testo è disponibile sul sito web dell’Associazione nel quale è possibile altresì trovare i nostri riferimenti, i lavori citati ed altri documenti. 28 Adesione al “Comitato Nazionale del Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile” costituitosi presso la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO 29 Nelle sue riunioni il CA3C ha spesso analizzato gli esiti dei più recenti dibattiti internazionali sul tema dello sviluppo (Local Development Approach; UN Millennium Approach; Sviluppo partecipativo) e sulla opportunità che, a livello politico, questo tema sia oggetto di una sempre maggiore sensibilizzazione delle istituzioni. Reduce da una serie di visite in vari paesi africani il Presidente Lazarev ha spesso evidenziato l’inadeguatezza di progetti estremamente settorializzati e la necessità, al contrario, di dar vita a progetti di sviluppo locale da adattare alla realtà nel suo dinamismo. La democrazia partecipativa con i suoi processi di socializzazione rappresenta uno strumento significativo per realizzare in concreto lo sviluppo sostenibile di un territorio, espressione di una comunità integrata, aperta, solidale e responsabile. Valorizzare la relazione tra i soggetti coinvolti attraverso una circolazione sistematica e diffusa di dati e documenti, creare un ambiente di apprendimento continuo, stimolare il confronto per conoscere i bisogni reali e ridefinire le priorità fino a conseguire una soluzione congiunta e condivisa del problema. Questo è un metodo di lavoro che conduce a un accrescimento della responsabilità nei confronti dei problemi da risolvere, e della consapevolezza di essere, tutti insieme, “soggetti” delle politiche pubbliche al fine di accrescerne la loro efficacia. DIRITTO DI VOTO "There is ... room in politics for people who are open, willing to listen to others, those who understand and prove the forgotten truth that public administration is about the public. And this gives us new hope." Václav Havel, 2003 E questo è un risultato non secondario nell’attuale fase di sgretolamento e di frantumazione del tessuto sociale; di crisi economica, culturale e di valori che rende insicuro non soltanto l’individuo, ma anche la società. La comunità va intesa come spazio sociale in cui le persone condividono un territorio e si riconoscono in valori e tradizioni comuni per esprimere le proprie capacità decisionali attraverso la partecipazione attiva. La comunità, nelle sue diverse forme espressive, emerge, allora, quale attore sociale nuovo, autentico, che può arrivare ad assumere un ruolo complementare a quello degli amministratori e dei tecnici, allo scopo di definire i bisogni reali dei cittadini e per usare le risorse finanziarie disponibili in base a priorità condivise. «Volgiete gli occhi a rimirar costei, vo’ che reggiete, ch’è qui figurata per su’ eciellenzia coronata, la qual sempr’ a ciascun suo [dritto rende. Guardate quanti ben vengan da lei E come è dolce vita e riposata quella] de la città du’ è servata questa virtù ke più d’altra risprende. Ella guarda e difende chi lei onora e lor nutrica e pascie; da la suo lucie nascie el meritar color c’operan bene e agl’iniqui dar debite pene». ISCRIZIONI POETICHE IN VOLGARE DEGLI AFFRESCHI DEL BUONO E CATTIVO GOVERNO di Ambrogio Lorenzetti (Sala del Palazzo pubblico di Siena (1338-1339) Esortazione ai reggitori del Comune a seguire la giustizia, unica garante di libertà, equità e benessere Le esperienze che provengono dai territori sono tante: dalla agricoltura (sistemi di irrigazione, utilizzo di terreni incolti, valorizzazione delle risorse agricole locali, interventi in materia di distribuzione, ecc.) all’industria (la stessa idea di piccola azienda familiare e le possibilità di sviluppo in rete per queste piccole realtà) all’artigianato (vera fonte di creatività e di lavoro anche per le nuove generazioni) ai servizi (da quelli pubblici che sono una delle specificità italiane a quelli alle imprese ed alla persona, dalla sanità, al trasporto pubblico locale o alla tutela del territorio). Si presenta l’opportunità per far si che i valori ed i principi della partecipazione e della cooperazione appartengano a tutti, a prescindere da lingua, etnia e religione. È la sfida positiva e la risposta alle tendenze di chiusura che si manifestano drammaticamente ed alle quali sono chiamate tutte le Istituzioni per contribuire alla costruzione di società democratiche - ciascuna forte nelle sue radici - ed in quanto tali aperte al confronto, al rispetto reciproco ed alla cooperazione. 34