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HUSSERL EPISTEMOLOGO DELLE SCIENZE NATURALI
HUSSERL EPISTEMOLOGO DELLE SCIENZE NATURALI Vincenzo Fano e Monica Tombolato Università di Urbino Trento, 29 ottobre 2010 SOMMARIO • 1. Il problema del senso della scienza naturale. • 2. La matematizzazione dell’esperienza nella scienza moderna. • 3. La tecnicizzazione. • 4. La sovrapposizione delle idealità matematiche al mondo-della-vita. • 5. La scienza naturale come “operazione per la conoscenza del mondo”. LA SCIENZA NON HA NULLA DA DIRCI • Il rivolgimento dell’atteggiamento generale del pubblico fu inevitabile, specialmente dopo la guerra, e sappiamo che nella più recente generazione esso si è trasformato addirittura in uno stato d’animo ostile. Nella miseria della nostra vita – si sente dire – questa scienza non ha niente da dirci. Essa esclude di principio proprio quei problemi che sono i più scottanti per l’uomo. (Husserl, Crisi, p. 35) ANCHE WITTGENSTEIN • Noi sentiamo che, anche una volta che tutte le possibili domande scientifiche hanno avuto risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppur toccati. Certo allora non resta più domanda alcuna; e appunto questa è la risposta. (Wittgenstein, Tractatus, 6.52) ATTUALITA’ DEL PROBLEMA DI HUSSERL • 1. Crisi delle vocazioni scientifiche. • 2. Diffusa ostilità nei confronti della scienza. • 3. Ampio successo di presunte scienze alternative. • 4. Termini come “è chimico” o “la scienza ufficiale” sembrano indicare un difetto. • 5. Affermazione di sofisticate filosofie antiscientifiche di origine heideggeriana: in Italia, ad esempio, di Severino e Galimberti. LA GEOMETRIA • Già gli antichi greci avevano messo a punto la geometria pura, che nasce dalla pratica dell’agrimensura. • Misurare significa scegliere dei corpi rigidi e valutare i rapporti fra essi e ciò che si misura. (Crisi, p. 57) • Noi percepiamo corpi nello spazio e nel tempo. (Crisi, p. 54) • Su essi opera l’idealizzazione, che identifica sempre meglio alcune loro proprietà individuate mediante la misurazione, andando così verso un polo, in un processo interminabile di approssimazione alla forma pura. (Crisi, p. 55) INTERSOGGETTIVITA’ • La misurazione consente di individuare in prima approssimazione le forme geometriche, che poi vengono ottenute mediante il processo infinito di idealizzazione. • In questo modo si raggiunge una certa indipendenza dal singolo soggetto. I fenomeni non sono più descritti solo dall’individuo, ma, mediante l’idealizzazione, che reitera all’infinito i processi oggettivanti della misurazione, si ottiene una loro identificazione intersoggettiva. • Tali forme pure identificate per idealizzazione sono le poche privilegiate disponibili. Ma da esse si dischiude la possibilità di costruire tutte le forme ideali pensabili in generale. (Crisi, pp. 56-7) LA GEOMETRIA APPLICATA • D’altra parte il mondo si presenta in processi regolari. • La novità della scienza moderna, così come la troviamo, ad esempio, in Galileo, è l’applicazione della geometria pura dei greci alle regolarità causali del mondo. “Così la geometria ideale estraniata al mondo diventa una geometria applicata” (Crisi, p. 62) LA MATEMATIZZAZIONE E’ INDIRETTA • D’altra parte la matematizzazione dei plena spaziotemporali non può che avvenire in modo indiretto. • Infatti noi non disponiamo di una geometria dei plena. • In pratica il passaggio dalle regolarità del mondo alla loro rappresentazione matematica non è immediato. (Crisi, p. 63) • Noi tendiamo a considerarlo un’ovvietà, ma di fatto fra il colore che percepiamo e l’onda elettromagnetica che lo rappresenta vi è uno iato colmabile solo in parte. • Dunque tutta la fisica matematizzata si basa sull’ipotesi che sia possibile matematizzare almeno in parte i plena nei loro nessi causali. (Crisi, p. 71) L’ARITMETIZZAZIONE DELLA GEOMETRIA • Nel frattempo si è sviluppata una sempre più accentuata aritmetizzazione della geometria, a partire dalla geometria analitica di Cartesio, fino all’analisi. • Si costituisce così una teoria pura delle molteplicità. • In un certo senso buona parte della matematica moderna viene formulata a partire, appunto, dalla teoria degli insiemi. • Questa aritmetizzazione porta con sé uno svuotamento di senso della geometria. LA TECNICIZZAZIONE • Dunque la geometria pura diventa una prassi simbolica. E tale modalità si trasferisce anche alla nuova geometria applicata (la fisica matematizzata). • L’uso di formule trasforma tale fisica in un’arte che rischia di perdere nella tecnicizzazione il suo senso propriamente scientifico. • Nella trasmissione mediante tradizione di tali procedure si dimentica che la scienza nasce come forma di conoscenza del mondo. (Crisi, p. 76) LA TECNICIZZAZIONE E’ UNA REALTA’ • In effetti oggi la pratica scientifica è spesso proprio una tecnica, ma non nel senso di tecnologia, cioè di scienza applicata, bensì in quello di una pratica di calcolo che viene acquisita dai neofiti senza porre troppe domande sul lavoro che si sta imparando. • Inoltre molti filosofi e scienziati hanno sostenuto che la scienza sarebbe effettivamente tale tecnica tutta protesa solo verso il predire. HEMPEL • Scientific explanations, predictions, and postdictions all have the same logical character: they show that the fact under consideration can be inferred from certain other facts by means of specified general laws. (“The Theoretician's Dilemma,” , 1958, p. 37) CARNAP Nella sua ultima grande opera, il Foundations of probability, 1950, Carnap è costretto ad affermare che scopo delle scienze induttive è solo quello di prevedere il prossimo caso. Infatti qualsiasi enunciato universale, essendo l’insieme dei casi possibili potenzialmente infinito, se la sua probabilità induttiva è data dal numero dei casi favorevoli fratto quelli possibili, avrebbe probabilità uguale a zero. REICHENBACH • L’opera epistemologicamente più matura di Hans Reichenbach, cioè Experience and prediction (1938) è tutta impregnata dell’assoluta centralità del valore predittivo per gli enunciati dotati di senso cognitivo. FEYNMAN • Anche un fisico così appassionato come Feynman, quando prende in considerazione il fatto che il principio di indeterminazione può essere violato nel passato, osserva che ciò è irrilevante, poiché la fisica si occupa solo di previsioni nel futuro e lì il principio di Heisenberg vale sempre. (Lectures on physics, I, 38-4) IL REALISMO SCIENTIFICO • E’ però vero che negli ultimi trent’anni si è assistito a una rinascita del cosiddetto realismo scientifico. Ad esempio Sthatis Psillos, John Worrall, James Ladyman, Michel Ghins, Mauro Dorato ecc. • Se da un lato autori come Larry Laudan e Bas van Fraassen attribuiscono alla scienza valore conoscitivo solo relativamente a ciò che è osservabile, dall’altro, i realisti, invece, sembrerebbero riconfermare quello che Husserl ha chiamato il il senso conoscitivo della scienza. DI NUOVO HUSSERL • Ma ora è estremamente importante rilevare come già con Galileo fosse avvenuta una sovrapposizione del mondo matematicamente sustruito delle idealità all’unico mondo reale, al mondo che si dà realmente nella percezione al mondo esperito ed esperibile – al mondo-circostante-dellavita. (Crisi, p. 77-8) • L’uomo che vive in questo mondo, e anche l’indagatore della natura, poteva rivolgere le sue interrogazioni praticamente teoretiche soltanto a questo mondo; le sue ricerche teoriche potevano concernere solo questo mondo nell’orizzonte aperto e infinito di ciò che in esso ancora rimaneva ignoto. (Crisi, p. 79) GALILEO • L’abito ideale fa sì che noi prendiamo per il vero essere quello che invece è soltanto un metodo. […] L’abito ideale poté far sì che il senso proprio del metodo, delle formule, delle teorie, rimanesse incomprensibile e che durante l’elaborazione ingenua del metodo non venisse mai compreso. (Crisi, pp. 80-1) • Galileo è un genio che insieme scopre e occulta. IL REALISMO STRUTTURALE • Qui Husserl critica ante litteram il realismo scientifico di cui dicevamo. • Oggi, fra l’altro, è particolarmente diffuso quello che viene chiamato il “realismo strutturale”, che pone il senso conoscitivo della scienza naturale proprio nelle sue rappresentazioni matematiche. • Per contro, l’unico mondo che a noi interessa conoscere è quello vissuto nella sua infinita esperibilità. IL VINCOLO FENOMENOLOGICO • Husserl non sembra negare il realismo scientifico, ma quella forma di realismo che tende a disinteressarsi del mondo dell’esperienza. • Potremmo forse così porre un vincolo fenomenologico all’accettazione di entità non osservabili nella spiegazione scientifica, quando essa intende essere conoscenza del mondo: Usa solo quelle entità di cui le nostre conoscenze scientifiche ammettono la percepibilità da parte di un essere senziente adeguatamente costituito. IL SENSO DELLA SCIENZA NATURALE • Dunque il senso della scienza naturale che va recuperato è quello di un’operazione per la conoscenza del mondo (Crisi, p. 76). • Conoscenza del mondo che non deve essere persa di vista né nel processo di tecnicizzazione che sempre minaccia la pratica scientifica, né nell’oscuramento del fatto che l’unico mondo che può dare senso alla scienza è questo in cui viviamo. • La matematizzazione, essendo un processo indiretto, non deve portare a scambiare il regno delle idealità con questo della pienezza dell’esperienza in cui siamo. LESSING • Se Dio tenesse nella sua mano destra tutta la verità e nella sinistra il solo eterno impulso verso la verità, seppur con la condizione di dover andar errando per l’eternità, e mi dicesse: scegli! io mi precipiterei umilmente alla sua sinistra e direi: concedimi questa, o Padre! La verità pura è soltanto per te. (G. E. Lessing, Religione e libertà, Morcelliana, Brescia 2000, p. 33) HUME • Were there no advantage to be reaped from these studies, beyond the gratification of an innocent curiosity, yet ought not even this to be despised; as being one accession to those few safe and harmless pleasures, which are bestowed on human race. The sweetest and most inoffensive path of life leads through the avenues of science and learning; and whoever can either remove any obstructions in this way, or open up any new prospect, ought so far to be esteemed a benefactor to mankind. (Ricerche, Laterza, p. 9) • THE NEED FOR KNOWLEDGE • We discuss the hypothesis that acquisition of knowledge is a deeply rooted psychological need, a motivational mechanism for perception as well as higher cognition. We report experimental results showing that acquisition of knowledge is emotionally pleasing. The satisfaction of curiosity through acquiring knowledge brings pleasure. This confirms the hypothesis that curiosity or need for knowledge is a fundamental and ancient motivation on a par with other basic needs, such as sex or food. Perlovsky et Al., 2010, http://arxiv.org/ftp/arxiv/papers/1010/1010.3009.pdf