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la peste dei tossicodipendenti

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la peste dei tossicodipendenti
Evoluzione del modello assistenziale
nella gestione dell’infezione da HIV
A.P. Massetti
HIV management: dalla scelta della terapia alla gestione integrata
Roma - 20 Novembre 2006
5 giugno 1981
L’epidemia
Ai malati di AIDS viene associata una
rappresentazione che va ben oltre la loro
condizione clinica:
“la peste del secolo”
“la peste dei tossicodipendenti”
“la peste degli omosessuali”
“il flagello di Dio”
Queste valenze negative hanno avuto
conseguenze sia sulla cura del malato che
sull’operatività quotidiana del personale
sanitario
AIDS ed assistenza
Impatto diverso da altre situazioni cliniche
Percepito
come
evento
distruttivo
assolutamente unico dai soggetti colpiti, dai
medici, dagli infermieri, dai ricercatori
Rappresentazioni di morte e distruzione,
fantasmi
psicologici
che
hanno
rappresentato un ostacolo al raggiungimento
della migliore assistenza possibile
La situazione dei primi anni
Patologia ad evoluzione infausta
Alternarsi di episodi acuti (con necessità di
terapia intensiva) e fasi di remissione con
livello variabile di bisogni socio-sanitari
Difficoltà tecniche
Resistenze
culturali
(operatori,
altri
pazienti e loro familiari, comunità locali)
I pazienti si organizzano
1982
Nasce
Gay
Men
Health
Crisis,
prima
associazione di attivisti per la lotta contro
l'AIDS
1983
principi di Denver per l'autodeterminazione delle
persone sieropositive
1987
su pressione degli attivisti la FDA riduce i tempi
di approvazione dei farmaci anti-HIV
1988
FDA approva procedure speciali di accesso ai
farmaci
sperimentali
prima
della
loro
approvazione dopo una manifestazione di 5.000
pazienti
Un nuovo associazionismo
In pochi anni gli attivisti passano dalle
manifestazioni di strada alle discussioni con
l'FDA su farmaci, scienza, leggi, e su come
sviluppare ed estendere i programmi di
accesso
allargato
ai
nuovi
farmaci
sperimentali
Non solo assistenza sanitaria per i malati e
prevenzione per i non malati ma una presa
in carico in prima persona di tutti gli
aspetti della malattia
In Italia
1982: primo caso notificato
1987
1030 casi
istituzione della Commissione Nazionale
per la Lotta contro l’AIDS
1989
Proposte per il piano nazionale di
prevenzione e di lotta contro l’AIDS
5 giugno 1990: legge 135/90 - Programma
di interventi urgenti per la prevenzione e la
lotta contro l’AIDS
Consulta del Volontariato AIDS
Organismo di informazione, comunicazione e
collegamento con la Commissione Nazionale AIDS
Tematiche di intervento:
modifica dei LEA, che inizialmente non
prevedevano la gratuità di prestazioni e
trattamenti per persone HIV+ non AIDS;
garanzie sulla tutela delle privacy nella fase di
attivazione
del
registro
nazionale
di
sorveglianza;
l'accesso
ai
trattamenti
con
farmaci
antiretrovirali per tossicodipendenti, in primo
tempo esclusi perchè “non in grado di assumere
correttamente una terapia complessa”
Legge 135/90
Interventi di prevenzione, informazione,
ricerca e sorveglianza epidemiologica
Costruzione e ristrutturazione reparti di
malattie
infettive
e
laboratori
ed
integrazione degli organici di personale
Ospedalizzazione diurna
Assistenza domiciliare
Formazione operatori sanitari
Tutela dei pazienti HIV+
1991
Atto di intesa tra Stato e Regioni
Le aziende sanitarie locali promuovono la
graduale attivazione dei servizi per il
trattamento dei soggetti affetti da AIDS e
patologie correlate, finalizzati a garantire
idonea e qualificata assistenza
Presso le ASL sono organizzate le Unità
Operative AIDS, di livello e funzioni
differenti per ogni grado di intervento
Unità operative AIDS
Primo livello: organizzazione e svolgimento di
interventi di sanità pubblica per programmi di
informazione e diffusione di conoscenze sulle
modalità di prevenzione e sulle procedure di
accesso ai servizi di diagnosi e cura
Secondo livello: diagnosi di laboratorio, assistenza
psicologica alle persone che effettuano il test HIV
e consulenza specialistica
Terzo
livello:
presso
strutture di
elevata
qualificazione professionale; funzioni di assistenza,
diagnosi e cura, coordinamento delle attività di
ambulatorio e day-hospital, collaborazione con i
servizi
sanitari
territoriali
per
consulenze
specialistiche
Rilevazioni epidemiologiche e
statistiche
1984 e 1985, circolari del Ministero della
Sanità
segnalazione telefonica dei casi di
sieropositività e di malattia
invio di una scheda informativa al
Ministero e all’ISS
Dichiarazione
di
pandemia
da
parte
dell’OMS
necessità di adottare precise disposizioni
in materia di notifica
Notifica
28/11/86, decreto Ministero della Sanità
AIDS
inserito
nell’elenco
delle
malattie
sottoposte a denuncia obbligatoria
1987, circolare esplicativa:
limitazione della segnalazione ai soli casi di
malattia accertata, secondo i criteri dell’OMS
modalità di notifica mediante l’utilizzo di scheda
in triplice copia (Regione – medico – COA/ISS)
ricerca di massima riservatezza pur nell’obbligo
di fornire la maggior completezza possibile dei
dati (scheda anonima a livello locale)
Notifica
1987
inclusione di patologie con diagnosi
presuntiva,
purché
in
presenza
di
sieropositività
inclusione di encefalopatia da HIV e
wasting syndrome
scheda differenziata per i casi di AIDS
in soggetti di età inferiore ai 15 anni
Notifica
1994
revisione della definizione di caso di
AIDS
1995, revisione della scheda informativa
eliminazione dell’informazione relativa al
nome dell’eventuale partner del paziente
notificato
specificazione della data del primo test
positivo effettuato dal paziente
valore assoluto della conta dei CD4 alla
prima misurazione effettuata dopo il
primo test positivo
Legge 135/90
Interventi di prevenzione, informazione,
ricerca e sorveglianza epidemiologica
Costruzione e ristrutturazione reparti di
malattie
infettive
e
laboratori
ed
integrazione degli organici di personale
Ospedalizzazione diurna
Assistenza domiciliare
Formazione operatori sanitari
Tutela dei pazienti HIV+
Il ricovero
Già nei primi anni dell’epidemia la maggior
parte (83%) dei casi di AIDS venivano
segnalati dalle unità di malattie infettive,
seguiti da quelle di immunologia clinica
Scelta del ricovero “specializzato”
ristrutturazione o graduale realizzazione
di reparti di malattie infettive
istituzione o potenziamento di laboratori
di virologia, microbiologia ed immunologia
assunzione di personale
Requisiti
Requisiti strutturali e funzionali dei reparti
di malattie infettive:
Zone filtro
Impianti per il trattamento dell’aria
Disponibilità di stanze di degenza ad 1 o
2 letti
Attivazione di strutture di Day Hospital
Adeguamento reparti
malattie infettive
1987
2001
6.070
3.808*
Ricoveri
81.590
100.679
Degenza media
12.5 gg
9.8 gg
46.1%
71.4%
Posti letto
Occupazione
media
* oltre a 761 PL di DH con 329.110 giornate di degenza
Legge 135/90
Interventi di prevenzione, informazione,
ricerca e sorveglianza epidemiologica
Costruzione e ristrutturazione reparti di
malattie
infettive
e
laboratori
ed
integrazione degli organici di personale
Ospedalizzazione diurna
Assistenza domiciliare
Formazione operatori sanitari
Tutela dei pazienti HIV+
Day Hospital
L’attività di Day Hospital era informalmente
attivata in alcuni ospedali italiani già dalla
metà degli anni ’70, ma non aveva mai
ricevuto
una
specifica
disciplina
organizzativa
L’attivazione
effettiva
dei
posti
di
assistenza a ciclo diurno si ha solo nel 1992
in conseguenza di quanto disposto dalla
legge 135/90
Riduzione numero e durata ricoveri per HIV
Legge 135/90
Interventi di prevenzione, informazione,
ricerca e sorveglianza epidemiologica
Costruzione e ristrutturazione reparti di
malattie
infettive
e
laboratori
ed
integrazione degli organici di personale
Ospedalizzazione diurna
Assistenza domiciliare
Formazione operatori sanitari
Tutela dei pazienti HIV+
Vantaggi dell’assistenza domiciliare
Problematiche presenti nei soggetti con malattia
avanzata
che
possono
validamente
essere
affrontate con trattamento domiciliare
necessità di terapie farmacologiche
supporto psicologico
alimentazione
disagio sociale
importanza di trascorrere nell’ambiente familiare
il maggior tempo possibile
bisogno di aiuti per lo svolgimento di pratiche
assistenziali di tipo personale ed infermieristico
Trattamento domiciliare
Graduale attivazione di servizi per il trattamento a
domicilio di soggetti affetti da AIDS e patologie
correlate
Impiego di personale infermieristico ospedaliero
che opera
secondo le stesse norme previste per l’ambiente
ospedaliero
con la consulenza dei medici di reparto
con la partecipazione all’assistenza del MMG
in collaborazione con volontariato e personale
infermieristico e tecnico dei servizi territoriali
Nuovo ruolo del personale
infermieristico
Ampliamento
dell’autonomia
operativa
dell’infermiere professionale di non poco
conto, che supera le disposizioni precedenti
che, per esempio, non consentono la
possibilità che l’infermiere professionale
esegua un’iniezione endovenosa al di fuori
dell’ambiente ospedaliero
Tale limitazione viene invece superata nel
caso
dell’assistenza
a
domicilio
ma
esclusivamente per i pazienti affetti da
AIDS
Il volontariato
L’art. 1 della legge 135/90 sottolinea il
ruolo
del
volontariato
nell’azione
di
contrasto alla diffusione della malattia
Anche questo aspetto era già presente nel
panorama legislativo del nostro Paese (v.
legge di istituzione del SSN) ma prende ora
nuovo vigore
La famiglia – aiuto o ostacolo?
La famiglia (inclusi anche amici e persone legate da
rapporti di affettività) costituisce la struttura
base, lo spazio e l'ambito di sviluppo della persona
La malattia tuttavia evidenzia i contrasti, suscita
sentimenti ambivalenti: aiuto-rifiuto, amore-odio,
solidarietà-indifferenza
Queste dinamiche impediscono che le risorse
positive di ciascuno confluiscano ad affrontare la
malattia
Spesso il miglioramento clinico non modifica il
rapporto di tensione, anzi peggiora in previsione di
un periodo di vita prolungato
Assistenza domiciliare programmata
Indirizzata a
soggetti nell’impossibilità temporanea o
permanente di deambulare ovvero di
essere trasportati in ambulatorio
con limitazioni conseguenti a gravi
patologie quali insufficienza cardiaca o
respiratoria,
artropatie,
arteriopatia
degli arti inferiori, lesioni cerebrali,
paraplegia o tetraplegia
Assistenza domiciliare integrata
Complesso
integrato
e
coordinato
di
prestazioni necessarie a pazienti affetti da
patologie a carattere cronico o infermità
invalidanti o bisognosi di un trattamento
riabilitativo
Attuata quando non sussistano condizioni
che richiedano un ricovero in strutture
ospedaliere
per
effettuare
procedure
diagnostico-terapeutiche
Case alloggio
Nascita di strutture dedicate con:
Possibilità di soggiorni brevi alternati a
periodi di ospedalizzazione o rientro al
proprio domicilio
Possibilità di effettuare terapie intensive
Collaborazioni specialistiche
Interazione con il volontariato o gruppi di
auto-aiuto
Case alloggio
1989: le prime case alloggio per persone
affette da HIV offrono
accoglienza abitativa
assistenza socio-sanitaria
Riduzione dell’ospedalizzazione a vantaggio
di un’assistenza personalizzata che assicuri
un sostegno, sia sul piano terapeutico che
su quello psicologico
Collegamento funzionale con le strutture
sanitarie e sociali di riferimento
Risultati
La legge 135/90 prevedeva l’istituzione di
2.100 trattamenti a domicilio
Nel 1998 ne erano stati attivati 2.473 di
cui:
1.586 con personale ospedaliero
351 con personale convenzionato
536 in case alloggio o residenze collettive
Legge 135/90
Interventi di prevenzione, informazione,
ricerca e sorveglianza epidemiologica
Costruzione e ristrutturazione reparti di
malattie
infettive
e
laboratori
ed
integrazione degli organici di personale
Ospedalizzazione diurna
Assistenza domiciliare
Formazione operatori sanitari
Tutela dei pazienti HIV+
Aggiornamento professionale
Svolgimento di corsi di formazione e di
aggiornamento professionale del personale
medico, infermieristico ed ausiliario che si
occupa dell’assistenza dei pazienti con
infezione da HIV
I corsi sono tenuti fuori dall’orario di
servizio, con obbligo di frequenza e con la
corresponsione di un assegno di studio
Legge 135/90
Interventi di prevenzione, informazione,
ricerca e sorveglianza epidemiologica
Costruzione e ristrutturazione reparti di
malattie
infettive
e
laboratori
ed
integrazione degli organici di personale
Ospedalizzazione diurna
Assistenza domiciliare
Formazione operatori sanitari
Tutela dei pazienti HIV+
Tutela della privacy
Già nei primi anni dell’epidemia l’AIDS si associa a
paura,
colpevolizzazione,
discriminazione
e
pregiudizio
Gli stessi operatori socio-sanitari provavano disagio
e difficoltà nel dare soluzione ai quesiti dei
cittadini e alle problematiche sollevate dai pazienti
Approvazione di una specifica normativa per
richiamare l’attenzione su aspetti già esistenti
nell’ordinamento giuridico ma quasi “dimenticati” di
fronte all’emozione sviluppatasi
Consenso al test
Riferimenti nella Costituzione e nella legge
di istituzione del Servizio Nazionale
Principio di autodeterminazione del paziente
nel processo di diagnosi e cura
Il paziente è il protagonista nella gestione
della propria salute, che resta un suo bene
personale
Screening per HIV?
Non esiste alcuna normativa che preveda un
trattamento sanitario obbligatorio specifico
per i pazienti affetti da HIV
Non giuridicamente legittimo proporre di
sottoporre "routinariamente" al test per
HIV alcune categorie (chi deve essere
sottoposto ad intervento chirurgico, donne
gravide, ecc.), senza preventivo consenso
Ingiustificato anche se lo scopo fosse
tutelare la salute degli operatori sanitari
Relazione medico-paziente
Una significativa relazione medico-paziente si fonda anche
sulla garanzia che quanto viene discusso non sarà resa noto
Principio fondamentale nell’infezione da HIV per la portata
sociale della malattia ed i rischi di emarginazione e di
stigmatizzazione che essa comporta
Attenzione a
condizioni ambientali
comportamento del medico
affrontare subito esplicitamente la questione del
mantenimento del segreto professionale
Rischio reale che altrimenti la persona rinunci a riconoscere
la centralità del ruolo del medico nella relazione di cura, a
modificare i comportamenti a rischio o a ricorrere con
tempestività alle terapie
Invalidità
Il riconoscimento dell'invalidità dà diritto a:
assistenza protesica e riabilitativa
esenzione ICI
esenzione tassa rifiuti
abbonamento ai mezzi pubblici
dal 46% iscrizione nelle liste speciali del
collocamento
esenzione dal pagamento dei ticket sanitari
dal 74% al 99% assegno di invalidità
al 100% pensione di inabilità
indennità di accompagnamento per chi non è in
grado di deambulare o di compiere i normali atti
della vita quotidiana senza l'ausilio di un
accompagnatore
Assistenza sanitaria in Italia
Prima del 1990
Pazienti con AIDS: 51-130 gg di degenza
ospedaliera
Anni ’90
Diminuzione del 35% dei gg di degenza
ospedaliera
1981-2006
1996-2006
AIDS oggi
Nel corso di questi decenni, molte cose sono
cambiate sul fronte dell'AIDS e la ricerca
scientifica
ha
realizzato
notevoli
avanzamenti
nel
trattamento
di
una
patologia che, fino a pochi anni fa,
sembrava incontrollabile, ma …
2006: 25 years of AIDS
50
Million
9
1 First cases of unusual immune deficiency are
identified among gay men in USA, and a new
deadly disease noticed
2 Acquired Immune Deficiency Syndrome (AIDS)
is defined for the first time
3 The Human Immune Deficiency Virus (HIV)
is identified as the cause of AIDS
4 In Africa, a heterosexual AIDS epidemic
is revealed
5 The first HIV antibody test becomes
available
6 Global Network of People living with
HIV/AIDS (GNP+) (then International
Steering Committee of People Living
with HIV/AIDS) founded
7 The World Health Organisation
launches the Global Programme
10
on AIDS
8 The first therapy for AIDS –
zidovudine, or AZT -- is
9
approved for use in the USA
45
40
35
30
25
20
15
People
living
with HIV
15
10
16
11
14
12
13
13
11
12
Children
orphaned
by AIDS in
sub-Saharan
Africa
14
15
10
5
1
2
3 4
5
6
7 8
16
0
1980
1985
1990
1995
2000
In 1991-1993, HIV prevalence in
young pregnant women in
Uganda and in young men in
Thailand begins to decrease, the
first major downturns in the
epidemic in developing countries
Highly Active Antiretroviral
Treatment launched
Scientists develop the first
treatment regimen to reduce
mother-to-child transmission of
HIV
UNAIDS is created
Brazil becomes the first
developing country to provide
antiretroviral therapy through its
public health system
The UN General Assembly
Special Session on HIV/AIDS.
Global Fund to fight AIDS,
Tuberculosis and Malaria
launched
WHO and UNAIDS launch the "3
x 5" initiative with the goal of
reaching 3 million people in
developing world with ART by
2005
Global Coalition on Women and
AIDS launched
2005
1.1
A quarter century into the pandemic,
the global response stands at a
crossroads. More new infections and
deaths occurred in 2005 than ever
before
The HIV–AIDS Pandemic at 25
The Global Response
Michael H. Merson - N Engl J Med 2006
Million
Estimated number of people living
with HIV globally,1985–2005
Number
of people
living
with HIV
50
40
30
20
10
0
1985
1990
1995
Year
2000
2005
Diagnosi di AIDS, decessi AIDScorrelati e casi di AIDS viventi,
22000
22000
per anno
20000
20000
18000
Incidenza
18000
16000
Decessi
16000
14000
Prevalenza
14000
12000
12000
10000
10000
8000
8000
6000
6000
4000
4000
2000
2000
0
0
1982 19831984 19851986 198719881989 19901991 19921993 19941995 19961997 199819992000 20012002 20032004 2005
Anno di diagnosi
Dati al 31-12-2005
Distribuzione delle nuove diagnosi di
infezione da HIV
percentuale
100%
Altro/Non det.
80%
Eterosess.
60%
40%
Omo/bisess.
20%
Tossicodipendenti
anni
04
20
03
20
02
20
01
20
00
20
99
19
98
19
97
19
96
19
95
19
94
19
93
19
92
19
91
19
90
19
89
19
88
19
87
19
86
19
19
85
0%
Uso di terapie antiretrovirali e
regime terapeutico pre-AIDS
Non nota
234
Non noto
2,6%
Tripla
No
62,4%
Si
35,0%
Doppia
Mono
3493
485
127
Tempo tra 1° test HIV+ e diagnosi
di AIDS: 1996-2005
4500
Più di 6 Mesi
prima
4000
Alla diagnosi
3500
3000
2500
2000
1500
1000
500
20.6 33.0
41.3
46.5
48.1
48.1
51.1
51.3
50.6
52.6
1996
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
0
1997
Proporzione di diagnosi tardive per
categoria di esposizione
Omosessuale
Tossicodipendente
Altro/nd
Eterosessuale
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Pre-HAART
Decorso della malattia rapidamente fatale
Assistenza diretta principalmente al trattamento
delle infezioni opportunistiche ed alle cure palliative
Qualità della vita fortemente condizionata dai
sintomi
Post-HAART
Decorso della malattia ad andamento cronico
Malattia comunque sempre contagiosa e potenzialmente letale
Regimi terapeutici estremamente complessi e gravati
da numerosi effetti collaterali
Sottostima del rischio di contagio
Persistenza della discriminazione
Assistenza sanitaria oggi
Situazione attuale
Persistenza
di
necessità
di
assistenza
opsedaliera intensiva per i casi più gravi
Rilevanza delle comorbidità:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Cardiovascolare
Polmonare
Ematologica
Gastrointestinale
Pancreatica
Renale
Epatopatia cronica (specie HCV+)
Metabolica
Tossicità dei farmaci
Assistenza sanitaria oggi
La gestione dell’infezione da HIV necessita,
ormai per definizione, di un approccio
integrato per l’attuazione del quale è
richiesta la collaborazione di strutture
assistenziali differenti e di molteplici figure
professionali
Processo assistenziale complesso
Meno episodi di degenza ordinaria
Maggior ricorso ad accessi di Day Hospital
o ambulatorio
Terapie estremamente costose
Complesso
monitoraggio
clinico
e
di
laboratorio
Costante aumento dei nuovi casi di infezione
che richiedono trattamento
Le nuove diagnosi sono spesso di pazienti già
in fase di malattia conclamata
Costi
Dopo il 1996
Diminuzione del numero e del costo dei
ricoveri di degenza ordinaria
Aumento delle degenze in Day Hospital
Aumento notevole e progressivo della
spesa farmaceutica
Costo annuo stimato della HAART: 25008000 $
Obiettivi principali
dell’assistenza oggi
Riduzione dei tempi di degenza
Umanizzazione dei reparti di degenza
Attenzione per cure palliative e di supporto
Integrazione tra le diverse modalità assistenziali
Risposta integrata a bisogni sanitari diversi: TD,
MST, TBC, epatopatie, psichiatria, gravidanza
Promozione dell’assistenza domiciliare
Attenzione ai bisogni psicologici e sociali
Soluzioni assistenziali residenziali diversificate
Collaborazione tra servizi sanitari pubblici, agenzie
no profit, volontariato
Cosa manca?
Sono sempre meno i progetti di prevenzione
specifici rivolti a target definiti a essere
attivati e sostenuti con continuità
Mancano programmi condivisi di prevenzione
rivolti alla comunità omosessuale, alla
popolazione straniera o a quella prostituta,
gli interventi di riduzione del danno in
favore delle persone tossicodipendenti
Accesso alle cure
Essere sieropositivi nelle città in cui sono presenti
grandi centri di ricerca sull'HIV è oggi una
fortuna. Nei reparti di Malattie Infettive di un
normale ospedale spesso non sono disponibili le
stesse opportunità terapeutiche
Per una persona con HIV trovare un dentista
disponibile a curarla è tuttora un problema, così
come non sono rare situazioni di discriminazione
che determinano forme di autoesclusione e
autodiscriminazione
Sempre più spesso i pazienti sieropositivi si
rivolgono
per
qualsiasi
tipologia
sanitaria,
soprattutto se chirurgica, a centri di cura per
sieropositivi per non subire lunghe liste di attesa o
il disagio di dover chiarire le proprie condizioni
Carceri
Sempre difficoltoso l'accesso a farmaci e
cure in molti penitenziari italiani, nei quali
le terapie vengono interrotte o modificate,
senza che ne sia neppur data comunicazione
all’interessato, esclusivamente in funzione
della
disponibilità
del
farmaco
nella
farmacia del penitenziario
Spesso il detenuto non dichiara la
sieropositività per non essere discriminato
con conseguente interruzione delle terapie
I “rovesci” della medaglia
L’AIDS
ha
anche
provocato
positivi
cambiamenti
nella
prevenzione,
nell’assistenza e cura dei malati, nelle
politiche sanitarie e nel rispetto dei diritti
del cittadino
Questioni etiche
Ricerca scientifica
Rapporto medico-paziente
Etica
Ha sollevato nuovi problemi etici:
rispetto della privacy e del segreto professionale
(quando ancora l'Autorità Garante della Privacy
non era stata nemmeno programmata)
consenso informato a cure e partecipazione a
studi sperimentali
problematica sulla necessità di informare i
familiari o il partner del malato circa la
sieropositività
rivalutazione dell’importanza del counselling
diritto/dovere alle cure
desiderio di procreazione
richiesta d’eutanasia o di suicidio assistito
Ricerca
Non vi è altro esempio nella storia della
medicina
di
un
trasferimento
così
significativo di fondi destinati alla ricerca,
alla prevenzione, alle cure, quale quello che
si è verificato per la lotta all'AIDS
Qualità della vita e dell’assistenza
Qualità della vita oltre che quantità di vita
Soddisfazione degli utenti, dei familiari e
degli operatori
Il trattamento e la cura dell'infezione da
HIV ci hanno obbligato a considerare ogni
singolo atto medico all'interno di un
contesto
sociale
che
contribuisce
a
determinare il risultato dell'atto stesso
Atto medico
Sarebbe veramente un peccato non fare
tesoro, se non altro, di ciò che questa
malattia ci ha costretti a recuperare
il valore di una medicina più umana, forse
ancora in grado di prendersi cura
dell’altro e di tollerare il limite,
riscoprendo,
nella
sofferenza,
l’importanza della relazione
Giovanni Paolo II
Giornata Mondiale del Malato 2005
Maria, Vergine Immacolata,
Donna del dolore e della speranza,
sii benigna verso ogni persona che soffre
e ottieni a ciascuno pienezza di vita
Volgi il tuo sguardo materno
specialmente su coloro che in Africa
sono nell'estremo bisogno,
perché colpiti dall'AIDS
o da altra malattia mortale
Guarda le mamme che piangono i loro figli;
guarda i nonni privi di risorse sufficienti
per sostenere i nipoti rimasti orfani
Stringi tutti al tuo cuore di Madre.
Regina dell'Africa e del mondo intero,
Vergine Santissima, prega per noi
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