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La descrizione archivistica e la ricerca storica

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La descrizione archivistica e la ricerca storica
La descrizione
archivistica e la ricerca
storica
Paolo Franzese
7 marzo 2006
1
Lo storico e la ricerca
delle fonti
Fatti
o problemi?
Non ci sono risposte finché non ci
sono domande.
Problemi, fatti, interpretazioni,
teorie.
Tentativi ed errori.
2
Lo storico e la sua ricerca
o
o
“Lo storico comincia col fare una
provvisoria scelta dei fatti e con
l’avanzare una provvisoria
interpretazione, alla luce della quale la
scelta è stata compiuta”.
“Il rapporto tra l’uomo e l’ambiente che lo
circonda è analogo al rapporto tra lo
storico e l’oggetto della sua ricerca”.
Edward Carr, Sei lezioni sulla storia.
3
I fatti e la storia
Lo storico “deve cercare di inserire
nel proprio quadro tutti i fatti
conosciuti o conoscibili che abbiano
un certo rilievo, in un senso o
nell’altro, per il tema della ricerca o
per l’interpretazione proposta.”
Edward Carr, Sei lezioni sulla storia.
4
Il tema della ricerca storica
Componenti della ricerca:


Discipline e settori del sapere (l’astratto).
Riferimenti a specifiche realtà individuali,
locali, temporali (il concreto).
Tipologie di ricerca:
•
•
Relazioni fra categorie disciplinari e
elementi empirici.
Magazzini della memoria (tutto ciò che si
può trovare su …).
5
Lo storico e la ricerca
documentaria
Cosa cerca lo storico negli archivi:



“Fatti” (es. l’arresto di un sovversivo/la
partenza di un emigrante).
Classi di “fatti” (il controllo dei sovversivi/
gli emigranti italiani in America).
Concetti (politica; reato; fascismo,
sovversione/emigrazione, legge, famiglia).
6
Archivi, “fatti” e concetti
I fatti possono costituire relazioni fra
documenti?
 Un documento può riferirsi a più di un
fatto?
 Un fatto può riferirsi a più documenti?
 I documenti possono implicare relazioni
con concetti?
 Fatti e concetti sono sempre espressi
nella descrizione del documento?

7
Lo storico e i documenti
Lo
storico, prima di accedere ai documenti, prende
cognizione dell’archivio di cui essi fanno parte.
Il ricercatore non accede agli archivi o ai documenti
direttamente, ma tramite la loro descrizione.
L’accesso al documento è mediato dalla sua descrizione
o dalla rappresentazione di alcune sue proprietà
(riferimento a eventi, persone, luoghi, parole chiave).
8
La descrizione archivistica
Finalità
1) Descrivere gli archivi,
ricostruendone le strutture formali.
2) Permettere e agevolare la fruizione
degli archivi, in quanto fonti
documentarie.
9
L’inventario
“Il problema da affrontare non è tanto
quello di ordinarli o riordinarli [gli archivi]
secondo questo o quel criterio, ma quello
piuttosto, una volta riassestatili, di
comprenderne appunto la struttura e di
rispecchiarla in un inventario che sia,
prima ancora che un amo per
pescare, una bussola per orientarsi”.
Filippo Valenti
10
“Un amo per pescare”. Gli
strumenti della ricerca
- Sono specificamente finalizzati al
reperimento dei dati vari strumenti che,
pur non essendo esaustivi, prefigurano
percorsi e chiavi di ricerca, corrispondenti
alle esigenze di un’utenza determinata.
- Con l’avvento delle “nuove tecnologie”,
questi strumenti sono diventati parte di
sistemi informativi, realizzati con
applicazioni informatiche.
11
Impostazioni della ricerca
negli archivi
I.
II.
Metodo deduttivo: dalla conoscenza del
soggetto produttore nelle cui competenze
rientra l’oggetto della ricerca, si procede
all’individuazione del rispettivo archivio e
quindi, identificatene le strutture, della serie
pertinente. Si analizzano infine tutti gli
elementi di questa.
Metodo induttivo: si esplora o si interroga
in tutta la sua estensione la documentazione
che si considera pertinente, fino a trovare gli
elementi che soddisfano gli obiettivi della
ricerca.
12
Metodologia della ricerca
Le due impostazioni non si escludono e sono invece
complementari:
attraverso la conoscenza del contesto storico,
istituzionale e amministrativo, si identificano
l’archivio e la serie in cui cercare l’oggetto-fonte;
infine si esplora il contenuto della/e serie.
13
Sistemi informativi
archivistici
I.
II.
III.
Sistemi centrati sui documenti: banche
dati costituite dalla descrizione di un
complesso documentario.
Sistemi di descrizione filtrati da
termini, da classi o da categorie
generali: liste di parole-chiave e
thesauri.
Sistemi centrati sui soggetti produttori:
liste d’autorità.
14
Standard
Gli
strumenti di ricerca sono sempre più
insistentemente oggetto di
raccomandazioni, affinché siano conformi
a standard di descrizione riguardanti il
contenuto e il formato.
Gli standard più conosciuti e seguiti oggi
sono: ISAD (G), ISAAR(CPF), EAD, EAC.
15
ISAD e ISAAR
Questi due standard sono il risultato del lavoro di
gruppi operanti all’interno del Consiglio
internazionale degli archivi.
Le più recenti versioni di queste regole sono state
pubblicate rispettivamente nel 1999 e nel 2004.
http://www.icacds.org.uk/eng/standards.htm
16
Il formato di codifica
testuale XML
(Extensible Markup Language)
Linguaggio finalizzato
all’elaborazione di file di testo, serve
per:
oEsplicitare la struttura logica e la
forma in cui sono rappresentati;
oSeparare il contenuto dalla forma.
17
XML
Struttura
Comprende:
 una DTD, schema o modello di dati, che
ricalca la struttura logica
dell’informazione.
 il contenuto informativo del documento;
 il foglio di stile per la rappresentazione e
la visualizzazione del documento.
http://www.w3.org/XML
18
EAD
(Encoded Archival Description)
EAD è una DTD/XML standard per la codifica di
strumenti di ricerca elaborato dalla Society of
American Archivists, in collaborazione con la
Library of Congress. Esso si propone come
formato di comunicazione per mettere a
disposizione strumenti di ricerca via Internet.
Utilizza la tecnologia XML per la conservazione e per la
comunicazione dei dati. Il modello è pertanto indipendente
dalla piattaforma hardware e software.
A differenza di ISAD (standard di contenuto), con cui è
compatibile, EAD fornisce indicazioni sulla struttura dei
dati della descrizione archivistica.
http://www.loc.gov/ead.
19
EAC
(Encoded Archival Context)
Anch’esso sviluppato dalla SAA, questo standard si
propone come modello dati per la codifica dei record
d’autorità archivistici. Costituisce un formato
standard delle descrizioni dei soggetti produttori, in
modo da renderle ricercabili e accessibili in ambiente
elettronico, collegarle con altre entità e con i
complessi documentari.
http://www.library.yale.edu/eac
Riferimento bibliografico su EAD e EAC: Ilaria Barbanti, La
codifica informatica dei dati d’archivio: EAD ed EAC,
Scrinia, II, 2-3 (luglio-novembre 2005), pp. 207-233.
20
Il progetto MINERVA
MINERVA è il risultato della collaborazione di
numerosi paesi che si propongono di elaborare e
diffondere raccomandazioni e linee guida sulla
produzione di risorse culturali e scientifiche in
formato digitale, con particolare attenzione ai criteri
della loro accessibilità, usabilità e conservazione.
Il progetto ha proposto numerose raccomandazioni e
linee guida per la costruzione di siti web. Benché
non destinato agli archivi, il prototipo relativo ai
musei presenta indicazioni preziose anche per i siti
archivistici.
21
Liste d’autorità
Questi strumenti, in genere compresi
in sistemi che rappresentano
contestualmente anche gli archivi,
possono contenere la descrizione dei
soggetti produttori del patrimonio
documentario di un istituto, di una
città, di un’area storico-geografica,
di uno Stato.
22
Sistemi fondati su parole
chiave o su soggetti
Per essere efficaci, questi sistemi possono derivare i
propri criteri costitutivi (la lista dei concetti e le loro
relazioni reciproche) da differenti contesti:
 dalla stessa documentazione a cui devono consentire
l’accesso;
 da una tipologia di archivi (es. archivi d’impresa,
archivi ecclesiastici, archivi di polizia);
 da un glossario di settore o convenzionale (es. storia
del diritto, storia economica, medicina);
 da un vocabolario controllato di carattere generale o
thesaurus (es. Thesaurus dell’UNESCO).
23
Il Thesaurus dell’UNESCO
Vocabolario controllato sviluppato dall’UNESCO, (in tre
lingue: inglese, francese e spagnolo) comprendente soggetti
appartenenti alle seguenti 7 aree del sapere: educazione,
scienze, cultura, scienze umane e sociali, informazione e
comunicazione, politica, legge e economia. Comprende anche
nomi di paesi e di gruppi di paesi. Può essere utilizzato per
creare indici di soggetti presso biblioteche e archivi.
Riferimento bibliografico: Marisa Trigari, Come costruire un thesaurus, Modena,
Panini, 1992 (Scuola normale superiore di Pisa. Informatica e beni culturali. 2).
24
Thesaurus dell’UNESCO
Relazioni semantiche
•
•
•
Fra i termini del Thesaurus esistono tre tipi di
relazioni semantiche:
gerarchiche,
associative (RT)
di equivalenza (sinonimia o quasi sinonimia).
Fra i termini legati da relazioni gerarchiche si esprimono
rapporti di iperonimia (BT) e di iponimia (NT) e
l’esistenza di microthesauri (MT).
25
Thesaurus dell’UNESCO
Esempi
2 records found for: emigration
1. Term: Emigration [183]
Terme français: Émigration
Término español: Emigración
MT 4.35 Population BT Migration [642]
NT Brain drain [157] RT Immigration [298]
2. Term: Emigration law
USE Migration law [68] MT 4.35 Population
26
Modalità di ricerca



Stringa di ricerca generica su tutti gli elementi di
descrizione;
Modulo articolato in diversi campi di ricerca,
ciascuno centrato su uno o più elementi di
descrizione;
Modulo articolato con possibilità di associare vari
elementi fra loro, che in tal modo definiscono le
condizioni della ricerca e ne delimitano i risultati. In
alcuni casi la ricerca dei dati è preceduta da opzioni
che permettono di affinare e di precisare la richiesta.
27
Sistemi di ricerca in linea







Archives Nationales di Parigi
Sistema informativo unificato per le
Soprintendenze archivistiche (SIUSA)
The National Archives di Londra
Archivio Segreto Vaticano
Archivio di Stato di Napoli
Ministero degli affari esteri (Italia)
REMUNA. Rete dei musei napoletani.
Archivio di Stato
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