Capitolo 2 slide - Facoltà di Scienze Economiche ed Aziendali
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Capitolo 2 slide - Facoltà di Scienze Economiche ed Aziendali
Cap. II “Turismo e Territorio” Facoltà di Scienze Economiche ed Aziendali (S.E.A.) Corso di Laurea in Economia e Gestione dei Servizi Turistici Prof. ssa Angela Cresta Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali I primi studi del fenomeno turistico in ambito geografico risalgono agli anni ’30, ma .... si tratta di lavori frammentari, settoriali, monotematici Toschi (1948) fu il primo geografo italiano a proporre uno schema interpretativo del fenomeno turistico elaborando un modello di configurazione spaziale del turismo (i “tre momenti del turismo”) Dagli anni ’60 La ricerca geografica del fatto turistico approda verso un’indagine sistemica di tipo esplicativa Si assiste alla diffusione di numerosi modelli spaziali del turismo, la maggior parte dei quali basati sulla sequenza origine-destinazione (origin-linkage-destination system) Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali Nel 1967, Campbell propone un modello relativo ai viaggi per ricreazione e vacanze, distinguendo gli spostamenti dalla città in 3 tipologie: 1) quelli per motivi di ricreazione intorno alla città si identificano varie località ricreative disperse; 2) motivi di vacanza/ricreazione lo spostamento è diretto verso un centro ricreativo da cui dipartire verso luoghi di ricreazioni minori: si crea un complesso regionale ricreazione-vacanza 3) motivi di vacanza lo spostamento è diretto verso vari tipi di mete Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali Il modello di Lundgren, degli anni ’80, indica 4 tipi di mete raggiungibili dai turisti e distinte in base alla loro posizione geografica e politico-economica aree metropolitane, integrate nelle reti di trasporto internazionali, che si scambiano considerevoli flussi di turisti; periferie delle aree metropolitane (suburbi), che pure sono interessate da scambi di turisti e che, per la loro limitata popolosità, vedono prevalere gli afflussi sui deflussi; aree rurali, scelte dai turisti dopo aver visitato le aree metropolitane ed i suburbi, oppure direttamente; ambienti naturali, lontani rispetto ai centri di irradiazione del turismo (esempio i parchi naturali, le regioni esotiche accessibili per via aerea, ecc.) Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali Il modello di Thurot, 1973, descrive i rapporti tra domanda e offerta turistica e fra turismo interno e turismo internazionale La domanda generata dal Paese A è soddisfatta: in parte al suo interno in parte dai Paesi B e C ( è un PVS) La domanda generata dal Paese B è soddisfatta: in parte internamente in parte dai Paesi A e C (PVS) Solo il Paese C, per il modesto livello della sua economia, soddisfa tutta la sua domanda internamente Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali Nel 1974, Plog elabora un modello di organizzazione degli spazi turistici di tipo psicografico, cioè basato sull’analisi della personalità del turista I turisti “psicocentrici”: inibiti, privi di senso dell’avventura, scelgono pacchetti turistici prediligendo luoghi vicini e familiari I turisti “allocentrici”: amanti delle destinazioni poco turistiche, viaggi indipendenti ed avventurosi I turisti “mediocentrici”, che si spostano gradualmente verso le zone già esplorate dagli allocentrici, ma non intraprendono mai viaggi inusuali La tipologia di turista presente in una destinazione è espressione della fase del ciclo di vita in cui la destinazione stessa si trova presenza di allocentrici fase della scoperta o al più del coinvolgimento presenza di mediocentrici apertura e invasione del turismo di massa presenza di psicocentrici consolidamento e inizio del declino Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali Nel 1977, Miossec elabora un modello dinamico dello spazio turistico in cui il processo di regionalizzazione turistica avviene per “stadi di sviluppo” Fase 0: Preturistica Il territorio non è interessato da alcuna domanda turistica Non si rileva la presenza di alcuna stazione turistica Il territorio esce dall’isolamento grazie alla nascita di una stazione pioniera Fase 1: Stazione Pioniera La posizione marginale della stazione favorisce l’accesso dei turisti che hanno una percezione sommaria del territorio Gli attori locali sono in una fase di osservazione Prime ricadute reddituali e occupazionali del turismo Fase 2: Moltiplicazione delle iniziative Si intensificano i collegamenti e i servizi tra le stazioni Migliora la percezione dei luoghi e degli itinerari Gli attori locali acquistano consapevolezza dei vantaggi derivanti dallo sviluppo turistico Significative ricadute reddituali e occupazionali del turismo Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali Fase 3: Organizzazione degli spazi Fase 4: Specializzazione L’organizzazione dello spazio ricreativo favorisce fenomeni di gerarchizzazione e di specializzazione funzionale Le stazioni entrano in competizione generando a volte fenomeni di segregazione Le stazioni si specializzano e tendono al turismo totale, controllato in alcuni casi dagli aménagement (piani di tutela ecologica) Le stazioni turistiche continuano a moltiplicarsi Fase 5: Saturazione Tendenza alla massima connettività derivante dall’evoluzione dei servizi e delle infrastrutture Disgregazione dello spazio percepito dai turisti e perdita di originalità Il processo di regionalizzazione turistica è legato all’interazione tra turisti e residenti e alla percezione che gli individui hanno del territorio Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali Nel 1980, Butler elabora il Modello del ciclo di vita di una destinazione turistica I° FASE di esplorazione: presenza di pochi turisti definibili “pionieri”, mancanza di ogni forma di organizzazione dell’offerta; II° FASE di coinvolgimento: il turismo inizia a diventare una possibilità di business e di occupazione, si sviluppano le prime forme di organizzazione dell’offerta III° FASE dello sviluppo: intenso sfruttamento delle risorse originarie; forte afflusso di capitali stranieri; elevate ricadute economiche sul territorio; inizia il turismo di massa IV° FASE di consolidamento: il turismo diviene l’attività economica principale della destinazione, continua l’aumento dei flussi turistici ma la pressione (economica, sociale, ambientale) sul territorio diviene sempre più forte V° FASE di stagnazione: si è raggiunto il massimo sfruttamento dell’area; la domanda si riduce quantitativamente e qualitativamente, si supera la soglia della capacità di carico VI° FASE di post-stagnazione: possibilità alternative che dipendono dalle decisioni assunte dal management della destinazione Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali Declino: perdita di competitività rispetto alle nuove aree di attrazione turistica; il numero degli arrivi decresce continuamente e il tenore qualitativo dell’offerta si abbassa. Questo declino potrebbe proseguire fino all’uscita definitiva della destinazione dal mercato turistico Rilancio: perseguito attraverso la creazione di attrattive complementari di natura artificiale come casinò, parchi acquatici, strutture sportive, oppure con la valorizzazione di risorse fino al quel momento trascurate Agli estremi Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali Lozato Giotard (1988) propone una classificazione tipologica delle forme spaziali sulla base di due criteri di fondo: a) la distribuzione territoriale delle risorse turistiche e degli insediamenti turistici b) la caratterizzazione tipologica dell’offerta ed il livello di specializzazione Diverse tipologie di spazi turistici: specializzati o polivalenti : in relazione al numero delle attività che si svolgono e, quindi, all'importanza del turismo nella realtà locale; mononucleari o polinucleari : in base al numero degli insediamenti o delle localizzazioni turistiche; polarizzati o multipolari : in relazione alla presenza nella località di una o più attrazioni di tipo diverso Gli spazi del turismo: modelli organizzativo-territoriali La dimensione geografica dello sviluppo turistico I profondi cambiamenti in atto nelle logiche organizzative delle attività turistiche..... Complessificazione e moltiplicazione dei modelli di fruizione turistica, delle modalità di aggregazione, delle esigenze, ecc; Domanda: Forte segmentazione della domanda turistica; Differenziazione dei mercati turistici; Destagionalizzazione dei flussi; ..... Riorganizzazione delle risorse, delle strutture turistiche, delle professionalità, ecc. standard di efficienza sempre più elevati; Offerta: Coinvolgimento dei territori e delle comunità locali; Evoluzione dello scenario competitivo: ricerca di mete lontane, sviluppo delle destinazioni minori; ..... Riorganizzazione della filiera turistica; Interazione tra dom e off: Ridefinizione degli spazi turistici; Evoluzione dei vettori di trasporto, del sistema di servizi per il turismo; ... La dimensione geografica dello sviluppo turistico ..... hanno determinato l’esigenza di elaborare nuovi modelli teorici di organizzazione degli spazi turistici in grado di: cogliere la complessità e la dinamicità del settore turistico riconoscere il territorio come nuovo ambito organizzativo del turismo Si afferma il concetto di regione turistica Diverse definizioni: Area idealmente delimitabile che, in virtù delle proprie caratteristiche, riesce ad attrarre, o è potenzialmente in grado di farlo, flussi costanti e periodici di persone che vi trascorrono parte del loro tempo libero dal lavoro e spendono in loco i redditi percepiti altrove (Corna-Pellegrini, 1973) Area geografica in cui si manifesta una determinata forma di turismo o dove sussistono le medesime condizioni di attrattività (Cazes, 1992) individuano la regione sulla base dei caratteri di omogeneità La dimensione geografica dello sviluppo turistico Territorio in cui il “turismo passivo” si manifesta in forme omogenee e l’organizzazione spaziale risulta fortemente influenzata da questo modello di utilizzo delle risorse (Toschi, 1959) Un’area in cui siano presenti diversi centri di attrazione legati da rapporti di interazione e reciprocità (Nice, 1999) individuano la regione sulla base delle relazioni funzionali che si instaurano tra i diversi elementi Inoltre, se la regione è un sistema territoriale aperto (Vallega 1984), occorre distinguere tra: Regione turistica Porzioni di territorio la cui struttura è orientata da meccanismi di trasforma-zione turisticamente rilevante che si esprimono in maniera sistemica Area turistica Porzioni di territorio in cui si presentano i presupposti per uno sviluppo integrato e che si configurano, quindi, come regioni turistiche potenziali La dimensione geografica dello sviluppo turistico Recentemente si è avuta una mediazione tra le diverse definizioni..... Area geografica in cui si manifestano processi di interazione sistemica tra le diverse componenti dell’offerta turistica ed entro la quale tende ad esaurirsi la mobilità del flusso di visitatori (domanda) che a questa offerta si indirizza (Pollice, 2003) Cinque criteri di classificazione delle regioni turistiche: • la configurazione spaziale dell’area turistica • l’orientamento turistico-ricettivo del sistema di offerta • il livello di relazionalità esistente tra gli elementi del sistema di offerta • la relazione tra turismo e territorio • lo stadio evolutivo del sistema locale La dimensione geografica dello sviluppo turistico Sulla base dei contributi di Miossec (1977) e Butler (1980), che hanno analizzato le possibili evoluzioni dello spazio turistico, è possibile individuare cinque distinte tipologie di regioni: 1)Regioni turistiche potenziali 2)Regioni turistiche in espansione 3)Regioni turistiche mature 4)Regioni turistiche sature 5) Regioni turistiche in declino La dimensione geografica dello sviluppo turistico Altre possibili configurazioni degli spazi turistici..... Considerando i fenomeni di integrazione che si manifestano in tali contesti territoriali possiamo distinguere: Configurazioni sistemiche L’integrazione è il risultato di un processo socio-culturale che non coinvolge solo lo spazio turistico ma l’intero sistema territoriale - L’interazione tra gli operatori turistici è effetto diretto ed indiretto dell’interazione sociale, economica e culturale Configurazioni reticolari L’integrazione nasce come risposta strategica dell’offerta turistica locale all’evoluzione del contesto competitivo - L’integrazione può essere espressione degli operatori locali o esterni (reti eterodirette) - Relazioni di tipo collaborativo e competitivo - Prevalenza di accordi di co-marketing con ruolo strategico di un leader - Determinante il ruolo del settore pubblico soprattutto nel destination management - Relazioni stabili e formalizzate che coinvolgono un numero limitato di soggetti - Precisa individuazione territoriale - Marginalità della presenza del settore pubblico Il paradigma della sostenibilità nell’organizzazione degli spazi turistici Le attività connesse al turismo hanno significative ricadute ambientali, economiche e sociali, in termini di: esternalità positive: possono esprimersi nel recupero e nella valorizzazione economica e sociale (moltiplicatore di reddito ed occupazione) di aree altrimenti degradate esternalità negative: ampliamento di specifiche problematiche legate alla sostenibilità dei luoghi nelle: - Aree di origine (turismo attivo): disaffezione, estraniazione, ecc - Aree di transito (turismo circolatorio): emissioni di scarico, consumo di spazio, alterazione del paesaggio per la costruzione delle infrastrutture di trasporto …; - Aree di destinazione (turismo passivo): sovraffollamento, perdita della identità sociale e culturale, della speculazione edilizia, inquinamento, ecc. Nella ’organizzazione e gestione delle attività turistiche è necessario rispettare criteri di sostenibilità ambientale, sociale, economica, ecc. Il paradigma della sostenibilità nell’organizzazione degli spazi turistici Turismo e sostenibilità ambientale Impatto positivo: Il turismo contribuisce alla protezione e alla conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale quale fonte di attrattività e, quindi, di competitività del settore a livello locale: consumo energetico ed idrico, inquinamento, Impatto negativo: alterazione del suolo a livello globale: perdita di biodversità, diminuzione dello strato di ozono, cambiamento climatico, ecc. Il rispetto della sostenibilità ambientale in ambito turistico va inteso, dunque, come “invito a pianificare lo sviluppo del settore, in modo da minimizzare gli effetti negativi sull’ambiente e rendere lo sviluppo stesso duraturo” Il paradigma della sostenibilità nell’organizzazione degli spazi turistici Turismo e sostenibilità sociale Il turismo attraverso un contatto diretto con le comunità locali provoca, direttamente o indirettamente, una serie cambiamenti: nella scala di valori e nelle relazioni interpersonali, nel tradizionale modo di vivere delle popolazioni, nella struttura delle comunità, ecc. Impatto positivo: contribuisce allo sviluppo delle comunità locali (“moltiplicatore di cultura, conoscenza, reddito ... condizione sociale”) Impatto negativo: Contaminazione e alterazione dell’identità culturale e dei valori delle comunità residenti attraverso: Commodification: ossia la trasformazione di rituali religiosi, cerimonie, festival e riti etnici in “prodotti turistici” che rispondono alle aspettative dei visitatori; Standardizzazione: spesso il turista è impreparato ad affrontare situazioni completamente diverse da quelle a cui è abituato, per cui ricerca elementi riconoscibili; Perdita di autenticità e spontaneità: tendenza a riprodurre scene di vita reale “fenomeno “dell’autenticità da palcoscenico”; Adattamento: soddisfare la domanda turistica di souvenir e prodotti artigianali Il paradigma della sostenibilità nell’organizzazione degli spazi turistici Turismo e sostenibilità economica Le attività turistiche generano nelle comunità locali una serie di: benefici economici : costi nascosti: flussi di valuta straniera in ingresso nei Paesi di destinazione; entrate fiscali dirette e indirette; creazione di posti di lavoro e di opportunità imprenditoriali; costruzione e miglioramento della dotazione infrastrutturale; valorizzazione delle risorse naturali, artistiche, culturali aumento indiretto del valore economico dei beni pubblici e privati spesso solo una ridotta quota di reddito generato da attività turistiche resta a disposizione della comunità locale (ad es. buona parte del costo dei pacchetti turistici all inclusive è legato al trasporto...) possibile aumento dei prezzi di beni e servizi e del valore dei terreni indotto dalla concorrenza tra domanda turistica e domanda locale Completa dipendenza dell’economia locale dal turismo destabilizzazione del mercato interno dovuta a fattori esogeni (stagionalità, condizioni climatiche, moda...) Il paradigma della sostenibilità nell’organizzazione degli spazi turistici In sintesi .... si ha un Turismo sostenibile quando: «non eccede la propria capacità di carico, ovvero le attività turistiche si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area per tempo illimitato, senza alterare l’ambiente (naturale, sociale e culturale) e senza ostacolare lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche» (TCI, 2005) OMT, 1999 la Capacità di Carico di una località turistica è intesa come la capacità di un ambiente di sopportare un determinato cambiamento o una determinata pressione, ed è costituita dal numero massimo di persone che visita, nello stesso periodo, una data località senza compromettere le sue caratteristiche ambientali, fisiche, economiche e socioculturali e senza ridurre la soddisfazione dei turisti .... insieme di capacità: capacità dell’ecosistema: disponibilità delle risorse naturali presenti nella destinazione in relazione alla fruizione antropica; capacità estetica ed esperenziale: rappresenta la misura del soddisfacimento esteticoculturale e delle aspettative dei turisti; capacità socio-economica: rappresenta la soddisfazione sociale ed economica della popolazione abitante la destinazione rispetto al fenomeno turistico Il paradigma della sostenibilità nell’organizzazione degli spazi turistici In sintesi .... si garantisce un Turismo sostenibile Intervenendo sugli aspetti di maggiore criticità legati: stagionalità: ridurne gli effetti congestionanti (traffico, rifiuti, ecc.) tipici dell’alta stagione modelli di consumo: l’impatto dei trasporti a fini turistici: (inquinamento, difficile mobilità, ecc. atteggiamento dei turisti: azioni mirate a sviluppare comportamenti di fruizione rispettosi dei luoghi e dei beni che alimentano l’esperienza turistica creazione di una catena di offerta che permetta agli operatori di conseguire vantaggi economici ma rispettando standard di qualità (sociale, ambientale, ..) elevata modelli di produzione promozione dello sviluppo sostenibile delle destinazioni turistiche attraverso politiche di valorizzazione dei fattori di attrattività presenti sul territorio in un’ottica di medio e lungo periodo La sostenibilità del turismo nelle dichiarazioni ufficiali A livello comunitario.... I° def. nel Rapporto Brundtland, 1987 «.. le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche. .» Con la Conferenza di Rio de Janeiro (1992) e l’approvazione di Agenda 21 si ribadisce il concetto di sostenibilità inteso come salvaguardia e tutela .... ma si traduce in un insieme organico di indicazioni di carattere applicativo diretto a guidare l’agire politico preservazione delle risorse per le generazioni future; creazione di possibilità di sviluppo per le generazioni future; protezione da ogni tipo di sfruttamento turistico delle zone “vulnerabili”; definizione dei limiti di carico pianificazione nell’uso dei territori La sostenibilità del turismo nelle dichiarazioni ufficiali L’origine di Agenda 21 La Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente e lo Sviluppo "Earth Summit", riunita a Rio de Janeiro dal 3 al 14 giugno del 1992 ed alla quale hanno partecipato 178 paesi, ha approvato la "Dichiarazione di Rio sull'Ambiente e lo Sviluppo" e altri quattro documenti: Agenda 21 Convenzione per la conservazione della biodiversità Convenzione sul clima Dichiarazione dei principi, giuridicamente non vincolante, per la gestione, conservazione e sviluppo delle foreste Il programma di Agenda 21 L’Agenda 21 è un documento di natura programmatica ed operativa, che sintetizza le azioni specifiche e le strategie che l’ONU, i Governi, le ONG ed i settori privati si sono impegnati ad attuare, nel ventunesimo secolo, per favorire lo sviluppo sostenibile azioni per i Governi: strategie nazionali, proibizione in aree ecologicamente I soggetti coinvolti o culturalmente sensibili, gestione integrata delle aree costiere, applicazione del principio “chi inquina paga”, opzioni di finanziamento, monitoraggio ecc. azioni per il privato: i codici di condotta, gli accordi volontari, gli audit ambientali e sociali Forte coinvolgimento degli attori locali La sostenibilità del turismo nelle dichiarazioni ufficiali Nel 1995, UNEP, UNESCO e UE, nell’ambito della prima Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile di Lanzarote redigono la Carta del Turismo Sostenibile l’intenzione è di promuovere, ai diversi livelli di governo e in tutti i soggetti coinvolti nella filiera turistica, l’adozione di un modello di sviluppo “ecolo- gicamente sopportabile a lungo termine, economicamente vitale e eticamente e socialmente equo per le comunità locali” Nel 1997, viene firmata la “Carta sullo sviluppo turistico durevole” (Dichiarazione di Berlino) in cui si afferma: il turismo durevole presuppone lo sfruttamento ragionevole e la preserva- zione della diversità biologica; lo sviluppo turistico deve essere controllato e gestito in modo accorto; particolare riguardo per le regioni sensibili dal punto di vista ecologico e culturale; responsabilità a livello locale dello sviluppo durevole del turismo. La sostenibilità del turismo nelle dichiarazioni ufficiali Nel 1999 La volontà di promuovere un sistema turistico globale che sia equo, responsabile e sostenibile si concretizza nel Codice Etico Mondiale per il Turismo Diffusione delle certificazioni ambientali di processo (EMAS/ISO14001) e di prodotto (ECOLABEL) Nel 2001, nel corso della Conferenza internazionale sul turismo sostenibile di Rimini è approvata un’Agenda 21 per il turismo in cui si definiscono principi e strategie da attuare nelle destinazioni turistiche ripensare i modelli e le strategie di sviluppo territoriale e turistico; rinnovare il prodotto turistico attraverso la valorizzazione delle risorse locali (naturali, antropiche, culturali, ecc.); operare secondo una logica di sostenibilità sociale, economica ed ambientale del turismo attraverso un approccio globale. Ma... anche una serie di interventi in altri campi: Libro bianco sui trasporti Comunicazione sulla responsabilità sociale delle imprese Comunicazione sulla politica integrata dei prodotti La sostenibilità del turismo nelle dichiarazioni ufficiali Nel 2001, il VI Programma Comunitario di Azione in materia di Ambiente promuove l’integrazione delle tematiche ambientali in tutte le politiche comunitarie il primo passo verso una definizione coerente delle politiche e delle azioni possibili in campo turistico a livello comunitario migliorare la qualità della vita e di benessere sociale per i cittadini attraverso uno sviluppo urbano sostenibile; Il programma prevede una serie di obiettivi garantire una migliore efficienza e gestione delle risorse, anche rinnovabili; promuovere l’Agenda 21 a livello locale In occasione del Forum Europeo del Turismo del 2002 si evidenziano: le misure e le iniziative comunitarie di indirizzo del turismo europeo verso modelli sostenibili che coinvolgono tutti gli attori della filiera e le destinazioni turistiche governance le prospettive di sviluppo di modelli di consumo sostenibili, produzioni eco gli aspetti di compatibili, trasporti ed energia, zone protette e patrimonio naturale, ecc. Ma... si ribadisce la carenza di strategie politiche La sostenibilità del turismo nelle dichiarazioni ufficiali Nel 2003, si ha la Comunicazione dal titolo “Orientamenti di base per un turismo sostenibile europeo” vengono esplicitate alcune linee di azione generali a cui ispirare le future e specifiche iniziative intraprese dalla Commissione: promozione dei principi della governance e delle prassi riferiti alla responsabilità sociale delle imprese (RSI) le iniziative devono specificatamente rivolgersi alle destinazioni turistiche, promuovendo lo sviluppo e gestione sostenibili e una migliore capacità dei soggetti locali di considerare in maniera più approfondita la dimensione dello sfruttamento spaziale e del territorio da parte del turismo Nel 2003 Dichiarazione sul ruolo del turismo nei cambiamenti climatici La sostenibilità del turismo nelle dichiarazioni ufficiali A livello nazionale.... La legge Quadro sul Turismo n. 135 del 2001 definisce principi: “tutela e la valorizzazione delle risorse ambientali, dei beni culturali e delle tradizioni locali anche ai fini di uno sviluppo turistico sostenibile” (art. 1) Strumenti: misure di sostegno per la riqualificazione delle imprese turistiche, con priorità a: - normativa di sicurezza; - classificazione e standardizzazione dei servizi turistici; - sviluppo di marchi di qualità; - certificazione ecologica; - certificazione di sistemi di qualità; - tutela dell'immagine del prodotto turistico locale (art. 5). istituisce la Conferenza nazionale del turismo da tenersi almeno ogni due anni con il compito di esprimere orientamenti per la definizione e gli aggiornamenti del documento contenente le linee guida, nonché di verificarne l’attuazione La sostenibilità del turismo nelle dichiarazioni ufficiali A livello locale.... accanto ai criteri e alle strategie di indirizzo comunitario e nazionale.... ..... si devono attuare politiche di sviluppo sostenibile del turismo integrate con gli altri settori e con le risorse locali volte a: Destagionalizzare l'offerta distribuendo le presenze turistiche nell'arco dell’anno puntando sul turismo sociale, sui parchi tematici, sulla ricchezza di zone non valorizzate Sostenere le azioni volontarie dei produttori e fornitori di servizi nell'ambito dei marchi di qualità ambientale (Ecolabel, Dichiarazioni Ambientali di Prodotto) Sostenere ed incentivare i Sistemi di Gestione Ambientale e gli strumenti di certificazione ambientale nel settore della ricettività turistica (EMAS) Esaltare l'identità e la tipicità di un territorio attraverso la gastronomia, i marchi, ecc. Avviare e coordinare azioni locali di sostenibilità turistica all'interno dei Piani di Azione di Agenda21 locale