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Diapositiva 1 - Home page animazione

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Diapositiva 1 - Home page animazione
Volume quattro di quattro
Avanza con un clic
(Seguito del volume tre)
D'un tratto tutto si confonde, e sentiamo che una
certezza prende nome, un nome che una conoscenza inconscia trasforma in evidenza: il Tempio
della Guarigione! "Entrate, Fratelli...“
La nostra volontà ci ha trasportati in una vasta
sala dai muri immacolati, al centro della quale
un‘alta fiamma azzurra sorge da una piccola
vasca, elevandosi diritta e quasi immobile verso
una cupola color ametista.
Le pareti di questa sala, che fa pensare ad una
moschea sono disseminate di profonde alcove a
muro; ci avviciniamo subito, vedendo muoversi
con gesti misurati delle figure discrete, uomini e
donne che sembrano assumere posture ben precise. Accanto ad ognuno di essi, un corpo nudo
pare dormire. La presenza dell'Essere si fa sentire al nostro fianco, pur senza parlare; contempliamo la scena con il rispetto dovuto a qualcosa
che sentiamo intuitivamente essere sacro.
Bisognerebbe essere pittori o musicisti, per
descrivere la grazia della lenta danza delle mani
che fluttuano sui corpi sdraiati, sfiorandoli e poi
allontanandosene senza uno schema, ma
seguendo un itinerario conosciuto dal cuore.
Tutto si svolge come se l'energia di quegli Esseri
ne attirasse le vive forze, facendo appello al
nutrimento e ad immagini di compiutezza.
L'Amore e la Pace generati dalla piccola assemblea hanno così preso forma; l'ideale d'un essere
suscita mondi che si dispiegano a sua immagine,
riversando la loro linfa, eterno balsamo di riparazione e crescita. Alla sua presenza nel tempio
è sotteso un sibilo acuto e modulato con molta
discrezione, di cui non riusciamo a cogliere l'origine. Tutto si svolge secondo una logica perfetta... Ci sembra d'essere infine penetrati nel cerchio di questi uomini e donne che curano uno dei
loro; la nostra presenza non ha cambiato nulla,
eppure siamo quasi certi che se ne siano accorti.
Le mani ondeggianti continuano infaticabilmente ad accarezzare sempre più da lontano la radianza del corpo sdraiato; si tratta d'una donna
atletica, non compaiono tracce di malattia o di
sofferenza.
"Amici... non potrebbe esservi una malattia: qui
ci sono solo i sintomi ancora embrionali d'una
disarmonia che stronchiamo immediatamente.
Le nostre imperfezioni interiori permettono
ancora che si creino delle brecce sulla superficie
del nostro corpo sottile, a volte, ma ognuno è in
grado di diagnosticarsele da solo, e abbiamo
imparato a tuffarci nell'anima per sondarne la
resistenza, o meglio la conformità rispetto al
grande piano di Luce.
L'autoguarigione è quella usata più spesso in caso di debolezza: i pensieri dissonanti si riarmonizzano, e insieme alla volontà tessono una sorta di medicazione. Solo i più giovani vengono
qui, ed i Fratelli più prossimi li aiutano a circoscrivere l'imperfezione ben prima che si manifesti realmente. Dovete ora capire che questa riarmonizzazione a cui state partecipando è infinitamente lontana da ciò che chiamate magnetismo;
forse il percorso interiore è abbastanza simile
per certuni, ma le energie sollecitate sono ben
diverse. Non operiamo mai con le radianze dell‘Etere, né con quelle degli altri elementi: a dire il
vero, non operiamo affatto...
ma in questo caso ci prendiamo il piacere di
aprire la nostra coscienza all'idea di diventare
uno strumento.
Vi è una forza, amici, una forza che nell'universo
degli universi polverizza ancora tutto ciò che il
nostro amore può concepire della sua Fonte: è la
forza di cui nostro Fratello il Kristos è detentore
e messaggero, ed è quella che chiamiamo a noi
nell'atto di guarigione, cercando semplicemente
di diventarne il fascio conduttore, senza filtrarne
le qualità riparatrici...
Nessuno può dare ciò che non gli appartiene né
in conoscenza né in saggezza.
Così, in istanti privilegiati di preghiera e di
azione come questo, la trasparenza dell'anima
e della mente è l'unica garanzia d'una buona
trasmissione delle energie di guarigione.
Non siamo onnipotenti, e i nostri Fratelli umani
della Terra possono agire in modo analogo con
altrettanta facilità: ogni parte sensibile d'un corpo è in grado di diventare l'elemento trasmettitore del balsamo supremo, che si tratti della
mano, degli occhi, del cuore o d'un altro centro:
la purezza dell'appello sarà il solo giudice.
L'uomo che si allontana dall'ombra è già sacerdote, in fondo al cuore: sappia dunque che ad
ogni nuovo passo la punta delle sue dita o il
fuoco del suo sguardo potranno curare le piaghe
un po' di più.
Non separate mai la nozione di guarigione dalla
via di luce; sono sinonimi, perché in verità il
nostro allontanamento dal Grande Sole degli
universi è la suprema malattia da cui emergiamo
un po' di più ogni giorno. Dovete capire che a
questo stadio i desideri personali di successo
devono spegnersi, e che nessuna tecnica potrà
mai essere dedotta da questi consigli, perché un
gesto rituale non si capisce se non come un punto di riferimento per la coscienza ancora embrionale. In realtà il canale d'amore è, lui solo, il
medico del corpo integrale dell'essere. Questo vi
resti impresso come un punto di riferimento fondamentale. Non crediate però che questo sia un
appello al popolo della Terra perché si trasformi
in un popolo di guaritori.
Insieme alle Fratellanze himalayane lo chiamiamo a divenire infine una porta da cui semplicemente possa passare la vita, ed è altrettanto
facile quanto il girar la chiave nella toppa.
Continueremo a ripeterlo, ma non potremo fare
null‘altro se non accetterete d'incominciare a
scalzare le mura della mente e dell'egoismo...«
Distinguiamo appena qualche veicolo sotto il
fogliame, e le linee della città a poca distanza da
noi ai piedi d'una catena di colline. Dall'orizzonte
si alza dritto verso il cielo un rosario di punti fulgidi come soli, poi sembra oscillare e sparisce;
solo l'acqua dei laghi conserva per un attimo
ancora il riflesso.
"Qui, è un'immagine familiare, Fratelli... i nostri
vascelli partono probabilmente per la Terra o per
i suoi dintorni. La Fratellanza ha una base importante sulla faccia nascosta della Luna e sul vostro pianeta: è il modo più sicuro per osservarvi e
aiutarvi se necessario, e per posare le pietre
miliari dei futuri giardini, pur nel rigoroso rispetto del vostro libero arbitrio. Il nostro lavoro con i
popoli dell'Agartha è molto più vasto di quel che
pensate: dovete sapere che abbiamo continue
relazioni con essi da vari millenni, che le nostre
civiltà sono molto simili e che condividiamo le
stesse preoccupazioni riguardo ai terrestri.
Per beneficiare d'una migliore comprensione dei
fenomeni che hanno luogo sul vostro pianeta,
anch'essi possiedono vascelli in grado di spostarsi da un mondo all'altro: la razza degli uomini
dell‘esterno, come essi vi chiamano, è isolata, ed
è uno stato di fatto di cui bisogna spezzare sin
d'ora le catene. Con questo, per ora, si conclude
ciò che dovevamo comunicarvi, e vi saremmo
grati di non trascrivere niente di più. Con tutto
l'amore del vostro cuore tangibile di ciò che
ripeterete, che una prova non sarebbe di alcuna
utilità, per ora.
Fate capire loro che il nostro scopo non è la
dimostrazione ad ogni costo che esistiamo o che
agiamo, cosa che avremmo potuto fare già molto
tempo fa e con gran scalpore, ma aprire progressivamente le vostre coscienze affinché possano
concepire con assoluta naturalezza le forme di
vita diverse da quella umana e terrestre.
Vi diciamo che non servirà a nulla inviare sonde
per visitare il nostro universo, perché invieranno
solo dati relativi ad un mondo che non abitiamo,
raccogliendo immagini d'un pianeta in cui ogni
civiltà s'è proiettata su un altro piano vibratorio
mediante la qualità dei suoi pensieri.
Ciò che i vostri occhi fisici vedono di Venere, è
solo lo scheletro dei suoi passati cicli vitali; e
quanto alle nostre lune, la loro formazione e il
loro ruolo non verranno trattati in quest'occasione. Che dal profondo del cuore gli uomini della
Terra cerchino di ammettere d'essere solo agli
inizi d'un favoloso sgretolarsi delle frontiere...
E cessino infine di giudicare!
I laser e le vostre meraviglie elettroniche sono
giocattoli di cui un giorno riderete, come piccole
perle estratte dalle vostre scorze.
Vogliamo vedervi andare molto più lontano,
perché sappiamo che questo è il vostro destino.
C'è un Grande Sole a cui nessun nome può
essere dato... se l'ascolterete bene dal fondo
delle vostre notti, saprete che vi chiede soltanto
di condividere l'Amore che i suoi raggi danno
senza riserve.
È lui, che vi aprirà le porte della Dimora, al di là
del labirinto..."
- Quando nel cuore mi sboccia l'ascolto totale del canto del vostro
mondo, percepisco troppo sovente soltanto un grande lamento: il
lamento di un'onda che, avendo scordato d'essere l'oceano intero,
crede di infrangersi senza scopo su incomprensibili scogliere.
Quest'onda, naturalmente, è la vostra umanità, ed ognuna delle
goccioline che la compongono ha il volto di un'anima che aspetta
la sua ora, accovacciata su se stessa, nel ventre di una madre. Che
dicono questi volti? Parlano di un sole già lontano in loro, di cui
temono di non aver portato una scintilla per ricordarsene...
Dicono «non volevo tornare! »
Non l'avete mai sentito, questo sospiro degli esseri che tornano
verso la Terra con un valigia in una mano e un'altra nell'altra?
E a questo sospiro, nonché ad ognuno di coloro cui pesa la vita,
che dedico queste parole, affinché possano addomesticare la gioia.
Per molti di voi, ritornare in questo mondo rappresenta un dolore,
il dolore, dite, di dovervi mettere a combattere per ogni cosa che
possa procurare un po' di gioia, ma io vi dico che questo dolore è
piuttosto dovuto al timore di trovarvi faccia a faccia con voi stessi.
In verità, amici miei, la materia che vi accoglie è uno specchio:
essa vi rimanda (e lo sapete ancor prima di aprire gli occhi) l'immagine infallibile di ciò che vi limitate ad essere, e poi di ciò che
non siete ancora... Non accusatela di seminare la malattia nelle
anime, quando essa può diventarne, invece, il medico. Già in seno
alla madre, il feto teme di dover ben presto aprire le valigie e
scoprire in esse un ingombrante bagaglio; il feto teme questo
istante, eppure è lui che l'ha sapientemente progettato.
Non avrebbe finalmente soddisfatto i suoi vecchi desideri,
ricominciando quel gioco nel quale avrebbe potuto mostrare di
essere il più forte... e pagare, naturalmente, un vecchio debito?
L'esitazione comincia qui, con questa prima rigidità, nata dalla
terribile paura delle proprie piccolezze e dal bisogno imperioso di
provare la propria grandezza; ve ne ricordate? Neppure uno di voi,
esseri di questa Terra, nel silenzio e nell'oscurità dell'Athanor materno ha evitato di seminare così in se stesso la propria malattia,
di continuare ad inventarsela.
Non sorprendetevi se vi parlo ancora di malattia, perché attraverso ognuno di voi è l'umanità che dobbiamo guarire... Non ho detto
curare ma guarire, il che è ben diverso; sappiate che gli uomini non
soffrono di mille malattie ma di una soltanto, abbastanza sottile
per assumere gli aspetti di milioni di disturbi diversi.
Questa malattia, cuspide di una piramide rovesciata, la chiamerò
"il respiro dimenticato". Come si può dimenticare di respirare, mi
chiederete? Semplicemente non sapendo più che esiste l'aria e che
l'aria ci chiama a sé.
La vita autarchica non può chiamarsi Vita, tutt'al più ne è
l'imitazione. Così un'anima dimentica dell’esistenza del Sole è
come un polmone a cui non giunge più l'aria perché davanti alla
sua stessa funzione s’irrigidisce.
Ogni dolore deriva dal non lasciar circolar la Vita attraverso di sé,
in assoluta libertà; il dolore è l'invenzione di un'umanità che ha
voluto provare la propria superiorità sulla Vita, ovvero su un pensiero perfetto; il dolore è il vostro segnale d'allarme, il segno del
vostro errore nel volervi assegnare la parte del filtro per mostrare,
a qualsiasi prezzo, chi credete di essere e ciò che potete fare.
L'uomo e la donna, vedete, sono perpetuamente in cerca di spettatori che accettino di rimandar loro l'immagine della loro stessa
grandezza ... Bisogna che, a qualsiasi prezzo, la vita li applauda ...
che pensi assolutamente qualcosa di loro.
Ognuno di voi, spesso anche nella discrezione di un monastero,
nutre questo atteggiamento; quando non auspica di essere ammirato dalle folle, l'eremita spera segretamente di essere notato da
Dio e perpetua così la legge del "due", quella della vita di fronte
alla propria personalità. Ecco identificato il male di cui soffrite:
"l'adorazione del due". Ora che l'errore ha compiuto l'opera sua, vi
esorto a cambiare rotta nel vostro ragionamento interiore.
Non ci siete voi da una parte e la Vita dall'altra, non ci siete voi di
qua e gli altri dì là, e neppure, anzi, ancor meno, voi da una parte
ed il Grande Tutto che si chiama Dio dall'altra:
c'è un unico elemento-suono, un elemento-luce di cui fate parte e
che va in pezzi ogni volta che la mente ha la pretesa di sezionarlo,
di inglobarlo, di dubitarne, di trarsi, infine, fuori da esso.
La Divinità vi dà vita, ma anche voi date vita alla Divinità: quest‘idea non vi urterà se riuscirete a concepire l'unità di ogni manifestazione. Direte che queste sono solo parole, e che non cambieranno la faccia della vita quotidiana in cui ordine e disordine, unione e
discordi si disputano lo scorrere del tempo. No, non cambieranno
l'aspetto dei vostri giorni se resteranno soltanto parole in fila davanti ai vostri occhi: in verità, non per i vostri occhi sono pronunciate, e neppure per le vostre orecchie; avete letto troppi libri, vedendo in essi soltanto una sfilza di belle frasi in successione.
La vita non può più chiedervi, oggi, di notare, di accumulare
piccole perle di verità piacevolmente infilate le une dopo le altre;
essa vuole invece scuotervi dalla vostra apatia, vuole tirar fuori da
voi i meccanismi sbagliati che vi fanno dire «ho capito tutto»
oppure «non riuscirò mai a capire».
Entrambe le posizioni nutrono un sapiente immobilismo, una sorta
di fissità dell'anima, ed è proprio quest'anima, piena di sé, della
sua sufficienza, delle sue impotenze, che la Grande Vita viene a
cogliere e a scuotere in quest'Era. Le vostre sofferenze ne sono il
barometro, perché indicano il grado delle vostre resistenze a mano
a mano che essa si avvicina: è questa l'anima che vengo ad impugnare, offrendole ancora una volta l'eterno balsamo, ma senza temere, nel contempo, di svelarne le piaghe e di farvi vedere quanto
sono profonde. Dovete riconciliarvi con voi stessi perché né io né i
miei altri fratelli compiremo mai questo lavoro al posto vostro: ciò
che vogliono gli uomini della Luce, è che in questo stesso secondo
diciate «basta», e che basti davvero, ossia che non ci siano più
resistenze dietro alle parole, dietro alle risoluzioni; basta dunque,
amici miei, basta con il cristallizzarvi sull'idea del male; disinnescate la sua presenza in voi in questo stesso istante, così smetterete di
proiettarlo sulla superficie della Terra
Smettete di vedere in me quell'essere dal volto sdolcinato che una
certa iconografia ha certamente contribuito a comporre nelle vostre coscienze: il mio amore è indissociabile dalla volontà; la forza
di Cristo che vive sempre in me non è melensa, si tiene lontana dalle rive di una meditazione amorfa: è invece meditazione attiva,
terremoto e "cuore-moto" per coloro che vogliono dormire e
rifugiarsi dietro agli spalti della coscienza tranquilla.
Basta con l'immobilismo!
La vostra metamorfosi è diventata un urgente bisogno vitale, ecco
perché dovete risolutamente fare il passo verso quell'altro voi
stesso che non teme più nulla: costui ben conosce il vostro sembiante di potere, di denaro, le vostre incapacità, le vostre collere,
cosa significa tenere l'anima così allo stretto!
Dunque, non temete il favoloso cambiamento che vi viene
incontro: vi dico che vi scioglierete in esso e lo farete vostro
compiendo fin d'ora un passo nella sua direzione.
La malattia sorge da queste vecchie palle al piede, da quelle
vecchie ancore che dovete colare a picco, affinché si disgreghino
nell'oceano; se volete non resterà più che il ricordo della forza che
vi hanno insegnato a sviluppare.
Colate dunque a picco le vostre collere, i vostri rancori, le vostre
frustrazioni, i vostri orgogli e tutte le vostre povertà e dite a voi
stessi prima, e poi all'insieme dell‘umanità ed al Creato: Perdono!
Questa parola, bisogna avere il coraggio di gridarla, di viverla
senza colorarla di una morale, senza, soprattutto, che venga
imbevuta di colpevolizzazione, perché è ben al di là di tutto
questo... giacché significa Amore!
Le sofferenze psichiche e fisiche che ognuno di voi si porta dietro
hanno l'unico scopo di farvi comprendere questa verità ultima, e
non vi sono mai state inviate da un dio antropomorfo in preda a
collere o ad accessi di gioia; provengono unicamente dal vostro
spirito, ovvero da ciò che siete realmente, al di là dell’anima: è a
voi, alla vostra essenza di Luce più che al vostro Creatore, che
dovete rivolgervi per i "reclami" che vi fanno inalberare, a livello di
coscienza e a livello di corpo davanti alla vita. Il cancro, l'A.I.D.S.,
le psicosi e le nevrosi dovranno esser tenuti da parte fintantoché
non farete scoppiare le bolle dei vostri dogmi, i quali, sappiatelo,
non sono stati prodotti da qualcun altro, giacché ne siete tutti
cofondatori da migliaia e migliaia di anni a questa parte. Avete
preso parte alla loro lenta elaborazione, siete complici del loro
sotterfugio sia perché ne siete stati direttamente all'origine in altri
tempi, sia per la vostra apatia di fronte al loro nascere ed al loro
sviluppo.
Molti di questi dogmi non hanno una traccia scritta, sono impliciti,
come veri e propri taciti accordi tra voi tutti. Così, non sto soltanto
alludendo alle Chiese che hanno stabilito i codici di ciò che è giusto
credere, ma anche alle organizzazioni politiche che, allo stesso modo, hanno modellato dei modi di pensiero secondo schemi sempre
egoistici e restrittivi, nonché a tutte quelle convenzioni sociali che
pianificano e regolamentano i vostri reciproci rapporti in modo
arbitrario. Tuttavia, conosco per voi una sola legge: quella del vostro cuore! È una legge infinitamente sovversiva perché instaura
un ordine in confronto al quale il puzzle delle organizzazioni terrestri, apparentemente così ben pensato, sembra una brutta copia.
Avete capito, amici, che vi sto chiamando alla Salute totale, al
recupero delle vostre forze d'indipendenza e d'amore? Vi invito ad
ergere la vostra volontà di fronte alle potenze dell'asservimento
che si sono nutrite abbastanza della vostra apatia.
Oggi, c'è qualcosa in voi che vuole respirare, e che non deve più
permettere alle vostre pigrizie di legittimarsi.
Non v’imporrò nessuna grande iniziazione per mettere alla prova il
vostro coraggio o per sbarazzarvi del fardello delle vecchie tensioni: la grande iniziazione, la troverete da soli ogni mattino, nel vicino in cui vi imbatterete o nell'ordito mal fatto che sarà da rimetter
sul telaio. Questa iniziazione, la vivete purtroppo in questo stesso
momento come se steste bevendo un veleno che instilla beatamente la propria malattia... ma non fatevi ingannare, perché è
proprio su di essa e grazie ad essa che cominciate a riflettere...
perché è questa iniziazione, in verità, che rifletterà la Luce. Le mille
cose di cui è costituita vi ripetono in continuazione: «nutri l'anima
tua di un alimento che essa abbia raccolto da sola, lontano dai
condizionamenti costruiti dai sensi del suo gusto e dalla forza dei
suoi appetiti. Allora, ed allora soltanto, ti renderai conto che intuitivamente i tuoi passi ti staranno conducendo ad orti di semplicità,
e che le tue dita coglieranno d'un tratto i frutti della Pace».
Avanzare verso il cuore della salute, ovvero del perfetto accordo
con se stessi, significa anche comprendere la portata di questa
verità: l'uomo ha certamente un'anima, ma anche molto più di
un'anima perché, innanzitutto, è stato concepito quale "spirito".
Questa è un'affermazione che sconcerta molti di voi, perché tra
anima e spirito ben pochi stabiliscono una distinzione; nel corso
dei secoli, queste due nozioni sono state sottilmente amalgamate,
al punto che da quasi mezzo millennio regna una totale confusione
in proposito, nelle vostre civiltà.
Se preciso questo punto, non lo faccio per gusto della polemica ma
perché, affinché avanziate con maggiore chiarezza, è importante
che questa schematizzazione finisca: c'è un cristallo che non va
mai perso di vista, perché non è verso la vostra anima che dovrete
andare, ma molto più in alto, laddove dimora la vostra essenza
spirituale, ossia verso il vostro spirito.
L’"anima" è un termine generico che contiene tutte le realtà attraverso le quali si manifesta l’ego in mondi di forme dense; anima
significa personalità, memoria, dotate di libero arbitrio, significa
individualità illusoria, e tutto questo si proietta episodicamente, di
vita in vita, in luoghi di esperienza atti ad affinare la totalità dell‘essere; l'anima è il ponte momentaneamente necessario tra Voi e
voi, ed è quella che, in definitiva, è malata. Non per questo deve
essere respinta: per il momento per voi è vitale quanto il vostro
cuore, ma sancite la libera circolazione della Vita nei due sensi,
sopra la barriera dell'egoismo e degli orgogli che le avete lentamente permesso di innalzare. Se è vero che la forza di un serpente
(che ho già citato) sonnecchia in fondo alla vostra spina dorsale, in
contatto costante con le influenze della vostra Terra-madre, è
anche vero che la forza di un altro serpente vi attende e vi stimola
in cima al vostro Albero della Vita.
Nelle vostre lingue l’"S" celeste prende spesso la forma di "esse", e
vive così in numerosi termini: basti pensare, amici miei, all'Essenza
della vita, a Jesse di cui la Tradizione ha fatto il mio antenato secondo la carne, quando rivestivo l'identità di Gesù, agli Esseni che
mi hanno offerto un corpo, agli assi dei vostri giochi di carte, misteriose potenze situate al di là del potere dei re. L’"S" celeste e
solare differisce semplicemente dall’"S" terrestre e lunare per la
sua polarizzazione che può tradursi simbolicamente nel disegno
delle sue curve. Quando è celeste viene messo così: "S"; quand'è
terrestre, assume invece questa forma: "Ƨ" perfettamente complementare alla precedente.
Ora, dentro al cuore di un istante di silenzio, rendetevi conto di come i due serpenti, i due movimenti della vita si sposano per generare l'8, simbolo di eternità e, quindi, del Cristo cosmico.
Tutto è segno, amici miei, basta reimparare ad aprire il cuore per
decifrarlo di nuovo!
Non fatevi spaventare da ciò che concepite per il momento soltanto come un gioco di parole, e neppure vedete in esso uno scherzo
del caso.
Sapete, il caso è solo una scusa inventata da coloro che ignorano
le vere leggi della Vita! Bisogna provare gioia nel lasciare che i
suoni si esprimano, perché la salute di cui vi parlo prende sempre
la strada della Gioia.
Non si può sperare di conseguirla senza il sacro entusiasmo che
mette in evidenza il diamante contenuto in ogni cosa; la vostra
vita può essere una risata, e allora diventerà uno stato di santità...
certo non di quella santità noiosa ed austera, aureolata di un
alone melenso, immagine che ha cullato la vostra infanzia, ma una
santità gioiosa, con l'istante presente che rende sano, ovvero luce
e verità, l'insieme del vostro essere.
Vi invito al tavolo della pace, una pace che è una forza che non conosce circonlocuzioni: la si beve con pienezza, con gli occhi aperti
su tutti gli universi. Vi ripeto che ogni cosa è segno: così, i Fratelli
dell’Ombra, hanno voluto appropriarsi della forza dell’"S" nel date
il nome alle brigate del movimento nazista: così facendo, la loro
anima e i loro corpi, perduti nei dedali dell'ego, volevano ammantarsi dell'energia dello spirito, mirando a diventare gli Assi al di là
dei re, i manipolatori delle carte occulte.
La Malattia vissuta a causa loro, con loro o senza di loro nella
disperazione del vostro cuore, possa cessare d'essere il vostro pane
quotidiano, ora, in questo preciso secondo!
Solo il ricordo del vicolo cieco che essa ha rappresentato, vi serva
da trampolino!... Perché, dall’eternità, la Luce senza ombra doma
senza fatica la luce povera, trasmutandone gli assalti.
Tutte le vostre insidie sono malattie della vostra memoria... ora
dovete vederle come le pietre miliari lungo le quali avanza la
vostra riflessione, mediante le quali si affina la vostra sensibilità,
pietre che vi costruiscono invariabilmente, qualunque cosa accada.
È proprio quel "qualunque cosa accada" che dovete incidere sul
gioiello del vostro cuore, perché qualunque cosa accada la vostra
destinazione è il Sole! Quanti di voi sanno già che le sofferenze
dell‘anima e del corpo li hanno fatti progredire a passi da gigante,
crescere dentro loro stessi? Il tempo in cui vivete è così ricco che se
ne contano a centinaia di milioni: non appena un'anima ha bisogno di una scintilla per allungare il passo e raddrizzar la schiena, lo
spirito da cui essa procede gliela invia... e anche se questa scintilla
assume la parvenza di un tritatutto che frantuma ogni cosa al suo
passaggio, tuttavia va dritta allo scopo, destrutturando soltanto
ciò che deve essere destrutturato.
La malattia che, regolarmente, batte alle vostre porte sotto le più
svariate maschere, non va mai vista come una punizione celeste:
forse che ancora ci sono esseri tanto ingenui da prestare allo
Spirito Divino reazioni umane?
Elevatevi dunque al di sopra delle vostre affrettate ed infantili deduzioni! Il primo passo è comprendere che la malattia è, in effetti,
la, risultante di un'auto-punizione di fronte al mancato rispetto
delle leggi fondamentali, una sanzione, una censura dell'individuo
a se stesso; il secondo passo è ammettere che l'errore può essere
vissuto come un'occasione supplementare sul cammino che conduce a sé: ogni disarmonia deve esser contrassegnata con una pietra
bianca lungo l'itinerario di una vita...
Fate di tutto per viverla come se fosse un trampolino che vi
obblighi a sondarvi un po' di più.
Agisce in modo che vi chiediate chiaramente: «perché?», poi torna
a cercarvi nel vostro ultimo rifugio, finché avrete pronunciato in
voi stessi la vera risposta. Non è mai soddisfatta dei pretesti, perché l'energia che vi ha permesso di generarla sa benissimo che non
si può mentire a se stessi per sempre; forse queste constatazioni
sembrano luoghi comuni ad alcuni di voi, professionisti della salute
e discepoli della nuova coscienza... Ma a costoro, voglio dire che
una verità diventa banale soltanto per chi ha banalizzato ed impoverito il suo sguardo sul mondo.
Le verità più semplici sono particelle del vostro essere, le cui lezioni
prendono il volo di fronte alle rugose abitudini: dire che due più
uno è uguale a tre, non significa enunciare una banalità per colui
che è perfettamente sveglio, bensì significa scoprire un miracolo
permanente; non maledite dunque nulla di ciò che vi accade,
perché vi è dato ogni potere su voi stessi fin dal momento in cui
accettate di vedere questo "voi stesso".
Nei prossimi quarant'anni, (era l’inizio degli anni ottanta) l'immensa maggioranza della popolazione terrestre sarà condotta a provare il senso del turbamento psichico e fisico, fino al punto di non
poter più distogliere né gli occhi né il cuore dall’Essenziale; sarà
una benedizione che consentirà all’uomo di riscoprire le favolose
possibilità che la Natura mette a sua disposizione intorno e dentro
di lui: verrà allora il tempo in cui non saprete più distinguere il
materiale dall'immateriale, la scienza dallo Spirito, perché ogni
scoperta perderà il nome di "invenzione". Questo avverrà contemporaneamente ad una totale rifondazione del concetto umano
della morte; la maggior parte di voi, amici miei, accosta alle rive di
questo mondo portandosi nella stiva la vecchia nozione di interruzione, separazione e decadimento che si chiama "morte".
Così, fin dal vostro primo vagito, già è impressa in voi un'idea di
sconfitta... Eppure, vi chiedo: è forse una lotta per l'uomo inspirare
ed espirare?
Dai due continenti della Vita nascono le forze complementari della
respirazione cosmica, e sarebbe inutile ribellarsi contro il viaggio
dell'aria che vi entra nei polmoni per poi uscirne, contro la saggezza del sole che si mette in ombra dietro quella della luna: ciò che
temete, è la trasformazione, l'atto stesso della distensione che
consente di abbandonare il bordo della piscina. Volete delle prove
riguardo al poter raggiungere il bordo opposto?
Il mio scopo non è insegnarvi che la morte non esiste, perché
questo già lo sapete in fondo, anche perché altrimenti non mi
avreste ascoltato fino a qui; il mio scopo è insegnarvi a situarvi
meglio rispetto ad essa, ricordando che è una delle sfaccettature
della Creazione che conoscete meno, mentre, invece, la ricevete e
la date ad ogni istante.
Non avete mai pensato fino a che punto muore la pagina di un
libro quando avete finito di leggerne l'ultima parola e la girate per
scoprire quella che segue?
Fuori dai vostri occhi, dal vostro cuore, dalla vostra sensibilità, le
frasi perdono la loro sostanza, il loro corpo è solo più un ricordo,
un ponte indispensabile che permette di andare sempre più lontano, sempre più lontano, foglio dopo foglio... Per ogni giorno della
vostra vita, girate una di queste pagine, per ogni suo periodo concludete un capitolo e ne aprite un altro: la vostra vita è un libro
che vi aiuta a ricordarvi un po' di più di voi stessi... non appena
avete finito di leggerlo, allora ne prendete un altro, forse su un
altro scaffale... ed avanti così, finché l'intera biblioteca vi avrà
rivelato i vostri segreti.
Naturalmente alcuni, (anche voi l'avete fatto!) non sanno far altro
che sfogliare le pagine del libro che hanno preso, per noia, per
sufficienza, per pigrizia, oppure non finiscono l'opera che hanno
cominciato con così tanti buoni propositi .
(e siete stati anche voi tra questi ... )
Ci sono invece quelli che lo divorano come per appropriarsi di
"qualcosa" che non riescono ad identificare.
Eppure vi dico che non sarà il paesaggio che scoprirete attraverso
le pagine di un libro ciò che conta realmente, ma il vostro atteggiamento nei suoi confronti: così, poco importa la storia della
vostra vita, bensì il modo in cui la vivete, ed è questo che ne fa una
realtà luminosa oppure un istante nell'eternità, che non "toglie la
fame" all'anima... e, state pur certi, amici miei, che questa fame vi
resterà sempre se sfoglierete affrettatamente i vostri capitoli per
vedere insaziabilmente "quello che c'è dopo" o sorvolandone la
storia perché vi sembra che non sia interessante.
Questi due atteggiamenti sono i sintomi della stessa malattia: la
paura di scoprire il Centro, ovvero la chiave che vi fa morire
rispetto a voi stessi.
Ma a che pro continuare le considerazioni su quest’ultimo abbandono che fa di ogni lettore della Grande Biblioteca uno degli autori
della sua stessa luce, quando la morte del corpo vi mette sempre
in difficoltà? Il cammino verso la vostra pace passa, in questo secolo, dall'incrocio in cui vi è data la possibilità di superare l'angoscia
del corpo che si disgrega; non distogliete lo sguardo, dalla vostra
stessa morte, non rinviate la sua accettazione a domani; questo
vorrebbe solo dire che state fuggendo. Dovete invece capire che
non c'è niente di morboso o di sinistro nell'entrare in questo genere di riflessioni: la vostra morte è un portale sotto il quale passerete, un portale dietro al quale sarete più nudi, ovvero più vicini allo
stato cui così maldestramente aspirate.
Tuttavia essa non è desiderabile, e con nessun pretesto dovete
cercarla, perché non risolve nulla in profondità... ma quando
viene, saperla accogliere significa saper sorridere alla vita.
Smettete di comportarvi come quei credenti di tutte le religioni
che, nell'affermare la loro fede in una vita eterna, si fanno prendere dal panico quando si avvicina l'ultima ora; ecco perché non vi
chiedo di "credere" così come si potrebbe aderire ad un partito che
prometta l'eternità, ma di mettere in atto tutto il possibile per
comprendere il senso del Soffio che circola attraverso di voi.
Da dove viene, dove va, questo Soffio?
Nei Tempi che sono vicini, molti segni vi saranno dati, prove sempre più tangibili dell'eternità della vita: tuttavia, questi segni saranno privi di vero significato per tutti coloro che pretendono di
muoversi solo dietro l'effetto di una prova.
Non serve a nulla collezionare le argomentazioni: la vera prova è
una grazia che l'anima riceve quando ha sarchiato abbastanza il
suo campo, quando ha oltrepassato lo stato di coscienza nel quale
si crede di risolvere tutto con addizioni e sottrazioni.
Intendo dire, con questo, che quand'anche da un altro mondo
fosse riportato agli uomini un oggetto tangibile, sul vostro pianeta
non cambierebbe nulla, perché ci sarebbero sempre migliaia di
uomini in grado di soffocare la presenza di quell'oggetto o di
vedere in esso, con l'appoggio della retorica, una soperchieria.
Chi non è pronto chiude le persiane del cuore e si barrica nella sua
cittadella.
State attenti ai fatti, perché ve ne saranno molti offerti alla vostra
riflessione, ma non contate sui fatti pensando che vi prendano per
mano e vi facciano uscire dal vostro labirinto: recepiteli soprattutto come conferme del fatto che "qualcosa" cambia sulla superficie
del vostro mondo, qualcosa che vi chiede di essere disponibili all‘appello dell'Amore, disponibili per gli altri, disponibili per rivedere
tutto, a cominciare dal modo in cui mettete a terra il piede, disponibili, per dirlo in una sola parola, alla metamorfosi!
In verità vi dico che non esiste una sola particella di questa Terra
che non si appresti a mutare integralmente:
il vostro pianeta e tutti i suoi abitanti devono, senza alcuna
eccezione, prepararsi a morire rispetto alla loro antica realtà: per
me è una gioia darvi conferma di questo, e non dovete vestirvi a
lutto per ciò che si disgrega o entra in putrefazione.
Vivete in un tempo di apertura che non lascia più spazio agli antichi valori... Espelleteli dunque dagli angoli più nascosti del vostro
essere, ove ancora si rintanano: ce ne sono sempre... ben dissimulati come trasparenti ragnatele, nei cassetti delle vostre abitudini,
dietro alle file della vostra fierezza mal riposta.
Il dissolversi della vostra ruggine genererà l'evaporazione della
vostra paura di morire: bisogna essere, in assoluta tranquillità, gli
spazzini del tempio, prima di pretendere di svolgervi mansione di
sacerdote. Avete capito cosa significa?
Non è un'opera di distruzione quella che dovete compiere in fondo
ad una strada di stanchezze e delusioni, bensì un'opera di pulitura
perché, sotto i detriti, ognuno di voi nel suo sé vero, tra le sue due
colonne (Amore e Saggezza), non ha mai smesso di essere presente, osservatore paziente della sfilata delle illusioni.
Guarite dunque, e rinascete, amici miei, e sappiate che l'ora che
state vivendo offre più occasioni per far fiorire l'Amore di tutte
quelle che il vostro mondo ha conosciuto fin qui.
Volume
quattro di quattro
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