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Presentazione della terra

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Presentazione della terra
IL PIANETA TERRA
STRUTTURA INTERNA
Wegener e la Teoria della Deriva
dei Continenti
• La deriva dei continenti
è una teoria geologica
secondo la quale i
continenti sarebbero
sottoposti a un
movimento di deriva
che li farebbe spostare
uno rispetto all’altro.
La teoria, non avendo
successo all’inizio, fu
ripresa da Alfred
Lothar Wegener nel
1910.
La Teoria della Deriva dei
Continenti
Nel 1911 Wegener trovò documenti paleontogici che
facevano supporre un collegamento tra Brasile e
Africa.
Secondo l’ipotesi 225 milioni di anni fa le acque erano
raggruppati in un unico oceano, Panthalassa.
Le terre in un unico continente Pangea.
Circa 200 milioni di anni fa la Pangea avrebbe iniziato
a frantumarsi in due:
a nord la Laurasia e a sud la Gondwana e l’oceano
Thetys.
In seguito, dai 65 milioni di anni in poi, iniziarono a
frantumarsi in parti più piccole fino ad arrivare alla
situazione attuale.
La Deriva dei Continenti Oggi
I continenti sono tuttora in moto, con una velocità di
pochi centimetri all’anno; la loro attuale
configurazione, quindi, non è definitiva. Ad esempio,
l’Oceano Atlantico si sta gradualmente allargando, ma
per compensare questo ampliamento il Pacifico si
restringe progressivamente; nello stesso tempo, a
causa dello spostamento dell’Africa verso l’Europa, il
mare Mediterraneo si sta restringendo e finirà con lo
sparire completamente. La periodicità del processo di
deriva suggerisce che la giunzione di masse
continentali si verificherà ancora in un futuro più o
meno lontano, e prima o poi tutti i continenti finiranno
probabilmente con l ‘ aggregarsi in un nuovo unico
supercontinente.
LE ZOLLE
• La litosfera è suddivisa in sei blocchi rigidi e in un'altra
decina di secondari chiamati “zolle o placche”.
• Ogni zolla, costituita da una parte della crosta terrestre e
dalla parte superiore del mantello, si appoggia e si può
muovere sui materiali più plastici dell’astenosfera
creando la fase di instabilità ove si concentra tutta
l’attività dinamica superficiale (terremoti, vulcani…) che
però all’interno delle zolle è totalmente inesistente.
• Le zolle, pur ricoprendo tutta la superficie terrestre,
hanno possibilità di movimento, di accrescimento e di
consumazione.
• A loro volta, le zolle, possono avere margini costruttivi o
divergenti, distruttivi o convergenti e conservativi
Margini divergenti
• Quando i margini di due placche si allontanano l’uno dall’altro si parla di
margini divergenti.
• Nelle zone in cui avviene questo fenomeno si verifica una distensione della
litosfera e la potenza crostale diminuisce sempre di più fino a portare alla
lacerazione della crosta, i magmi profondi risalgono lungo le grandi
fratturazioni che vengono a crearsi e danno origine ad una intensa attività
vulcanica;
• le rift valley (tra le quali la più imponente e spettacolare è in Africa
Orientale) hanno questa origine.
• Quando il fondo della fossa raggiunge il livello del mare, le acque la
invadono e si genera un oceano in espansione.
• La lunga linea di vulcani che è caratteristica di questa struttura viene
chiamata DORSALE. La dorsale più famosa e studiata è la dorsale
medioatlantica, che attraversa in senso latitudinale tutto l’oceano
Atlantico; i vulcani che la formano in alcuni punti giungono a superare il
livello del mare formando isole famose come Sant’Elena, le Isole di Capo
Verde, le Azzorre, l’Islanda.
•
MARGINI DIVERGENTI (si allontanano)
MARGINI CONVERGENTI
Quando i margini di due placche si avvicinano si parla di
margini convergenti, ma gli effetti che ne derivano dipendono
dalla natura delle due placche.
• Possiamo avere tre situazioni assai differenti tra loro:
a.
scontro di crosta oceanica con crosta oceanica
b.
c.
scontro di crosta oceanica con crosta continentale
scontro di crosta continentale con crosta
continentale.
Primo caso: crosta oceanica con crosta oceanica
. sostanziale differenza di densità
Anche se in questo caso non esiste
di materiali, una delle due placche si infossa sotto l’altra, con un
fenomeno chiamato subduzione
La cintura di Fuoco Circumpacifica è un esempio di sistema
arco-fossa, costituito da numerose catene di isole vulcaniche
associate a profonde fosse con un’intensa attività sismica e
vulcanica
Secondo caso: crosta oceanica con crosta
continentale
• In questo caso la notevole differenza di densità tra le due placche
fa sì che sia la placca oceanica ad essere subdotta ( con i relativi
Piani di Benjoff) poiché più densa e pesante, e la crosta
continentale, formata da materiali più leggeri, risponde alle
spinte dell’altra deformandosi, ripiegandosi ed
“accartocciandosi”.
• Nasce in questo modo il fenomeno della OROGENESI (o nascita di
sistemi montuosi), che vede catene di rilievi allineate lungo le
coste. Sono sempre presenti fenomeni vulcanici, per motivi analoghi
al caso precedente.
Ha questa origine la Cordigliera delle Ande, che trae origine dallo
scontro della placca di Nazca subdotta dalla placca sudamericana
.
In questa zona sono presenti manifestazioni vulcaniche attive
ed estinte, e frequenti fenomeni sismici
Terzo caso: crosta continentale con crosta
continentale
Catena
Montuosa
Interna al continente
• La sostanziale corrispondenza di densità tra le due placche
interessate al fenomeno fa sì che non ci sia subduzione( cioè
sprofondamento di una zolla); i margini delle zolle, che
portano grande potenza di materiali leggeri, si
sovrappongono e si accavallano l’uno all’altro, dando così
origine a catene montuose interne ai continenti:
l’imponente sistema Alpino-himalayano, /Pirenei, Alpi,
Balcani, Caucaso,Himalaya, ecc..è la manifestazione esterna e
non definitiva dello scontro avvenuto tra il blocco
euroasiatico e le placche africana e indiana.
Margini trasformi
In alcuni casi il movimento reciproco delle zolle non vede né subduzione né
accavallamento, ma scivolamento, scorrimento laterale, senza che i due
blocchi si avvicinino o si allontanino.
Il moto di scorrimento può essere dovuto a diversa velocità di movimento delle
zolle oppure a movimento opposto lungo il piano di contatto tra i due blocchi,
piano che prende il nome di Faglia. Una tra le più famose faglie è quella di S.
Andreas, in California, responsabile dei grandi terremoti che periodicamente
devastano l’area di San Francisco e le zone vicine, originati dallo
“sfregamento” tra la placca del Pacifico e la placca nordamericana.
La Rift Valley africana
A occidente dei Corno d'Africa, a
partire dalle rive del Mar Rosso fino
al Mozambico, si estende una vasta
serie di fosse tettoniche che si biforca
in due rami: il rift orientale e il rift
occidentale. Il rift orientale è arido,
ricco di laghi poco profondi e di
vulcani; il rift occidentale è ricco di
vegetazione, ha laghi grandi e
profondi e pochi vulcani.
Rappresenta un esempio di
fratturazione della crosta terrestre
in situazione di distensione che
porterà una parte dell'Africa ad
allontanarsi dal resto dei
continente con la formazione di
nuovo oceano e di una dorsale. La
situazione è già in atto più a nord, in
corrispondenza della fossa invasa dal
Mar Rosso
PERCHE’ LE PLACCHE SI
MUOVONO?
Per un lungo periodo di tempo si è pensato che “il motore” delle
zolle fosse rappresentato dai moti convettivi all’interno del
magma che costituisce la astenosfera
Le ultime scoperte degli anni ’90, però, hanno riaperto il
problema : si è constatato, infatti, che il movimento
preferenziale delle placche segue all’incirca l’andamento
dei paralleli.
Questa osservazione ha generato un’altra ipotesi , cioè che il
moto di rotazione terrestre sia il vero responsabile dei
movimenti delle placche
I MOVIMENTI DELLE ZOLLE
GENERANO VULCANI E TERREMOTI
DI ORIGINE TETTONICA (NB: i terremoti
possono essere anche di altra origine)
Terremoti di origine tettonica
Lungo le zone di contatto fra due zolle e per una fascia che di solito è larga un centinaio di chilometri, si creano
fratture, crepe e smagliature che prendono il nome di FAGLIE. Infatti, il sisma è dovuto al movimento improvviso
dei due lati della faglia, durante il quale si accumula energia potenziale di natura elastica. Quando la pressione supera
la capacità di resistenza delle rocce, esse cedono di colpo liberando energia meccanica sotto forma di oscillazioni e
provocano il terremoto
La mappa illustra la posizione dei terremoti nel globo. Essi non sono distribuiti
a caso: le zone di contatto tra le varie placche sono quelli in cui sono
concentrate il maggior numero di scosse. La posizione dei terremoti aiuta
quindi a definire i margini di zolla (o delle placche):
DISTRIBUZIONE DEI VULCANI SULLA SUPERFICIE DELLA TERRA
L´immagine evidenzia che i vulcani sono distribuiti principalmente
lungo i margini delle zolle (come le aree a maggior sismicità) e in
pochi casi in regioni interne alle zolle, nei cosiddetti hot spot, o punti
caldi, dove sono collocati alcuni vulcani allineati, come le isole Hawaii.
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