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In classe con lo studente affetto da

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In classe con lo studente affetto da
In classe con lo studente
affetto da ADHD
III Convegno Regionale Umbria
Sopravvivere all’ADHD
“le sfide aperte dall’infanzia all’età adulta”
Terni 1 aprile 2016
Dr.ssa Fiorella listanti
Pedagogista
[email protected]
adhd:una sfida educativa



Un bambino difficile
Ha comportamenti disfunzionali, non conformi
alle aspettative dell’ambiente scolastico
Ha modalità peculiari di apprendimento che
mettono in discussione le metodologie
didattiche di tipo tradizionale
Funzioni esecutive
Deficit delle FUNZIONI ESECUTIVE
(R. Barkley 1997)
AUTOREGOLAZIONE deficitaria
Sono compromesse
Memoria
Di lavoro
Discorso
interiorizzato
Autoregolazione
delle emozioni
Ricostruzione
Problem
solving
Autoregolazione: 6 componenti

Autoinibizione (self-inibition)

Stimolazioni sensomotorie autodirette (Self-directed sensorymotoraction)


Istruzioni verbali autoimpartite
(self-directed private speeck)
Autoregolazione emotiva-emozionale
(Self-directed emotion/motivation)

Ricombinazione (self directed paly

Consapevolezza di sé (self-awarenes)
R. Barkley in Daffi Prandolin (2013)
Difficolta’ di autoregolazione
Processo di
pianificazione e
soluzione di problemi
Concentrazione e
attenzione sostenuta
nel tempo
Livello di autostima
(sono bravissimo / non valgo
nulla)
Comportamento
motorio e verbale
Il bambino non
riesce a regolare
Capacità di rispondere
in modo positivo a
certi stati emotivi
Comportamento con gli
altri e non si adegua
alle regole sociali
(rabbia frustrazione)
Il livello di motivazione e la
fiducia nell’impegno e nello
sforzo
Risposte precipitose e
impulsive
Vio, Mazzocchi, Offredi “il bambino con DDAI”
Scuola dell’infanzia







Bisogno irrefrenabile di muoversi
Incapacità di lavorare su una stessa attività
fino al completamento
Ricerca continua di novità e veloce
saturazione con conseguente abbassamento
della motivazione
Scarso rispetto delle regole
Brevissimi tempi di ascolto
Aggressività
Scarsa risposta alle punizioni
Scuola primaria
Aspetti cognitivi:

Controllare, selezionare e mantenere in memoria informazioni
rilevanti

Difficoltà a mantenere l’attenzione focalizzata su contenuti
presentati oralmente o per iscritto

Presenza di errori di distrazione

Problemi di apprendimento relativi:
- Lettura (errori di tipo visivo, difficoltà a mantenere
il segno e frequenti salti di riga)
- Pianificazione e produzione del testo scritto
- Comprensione del testo scritto e conseguente difficoltà di
studio.
- Difficoltà di soluzione di problemi matematici
Scuola primaria
Aspetti comportamentali:
 Nelle prime classi permane il bisogno
irrefrenabile di muoversi
 Permane sempre la difficoltà di concentrazione
 Difficoltà a posticipare nel tempo la gratificazione
 Impulsività nelle risposte con maggiore
probabilità di errore
 Scarsa tolleranza alla frustrazione
Scuola secondaria

Scelta di “basso profilo”

Scarsa motivazione allo studio

Studio superficiale con forti difficoltà di organizzazione. Errata
valutazione della sua preparazione.

Nelle verifiche scritte ci sono errori, frasi telegrafiche e male
organizzate. Manca la capacità di fare una sintesi organica o di
cogliere l’idea centrale. Frequenti dimenticanze (compiti e
materiali)

Infrazione delle regole scolastiche

Tendenza a nascondere l’insuccesso

Dal punto vista relazionale spesso è solo o legato ad altri ragazzi
problematici. Con i quali instaura rapporti problematici
Non ne
posso più!
Cosa non deve fare la scuola
Misure inefficaci

Minacciare punizioni: “Aumentano
l’oppositività”

Utilizzare note: “creano ansia e disistima e
aumentano il circolo vizioso”

Compiti scolastici di punizione: “rifiuto e un
disinvestimento “
Cosa può fare la scuola?




Conoscere il disturbo
Osservare in modo efficace
Favorire l’adattamento del bambino attraverso
strumenti ormai consolidati e indicati dalla
ricerca
Sostenerlo nel percorso di apprendimento
considerando le sue potenzialità e adattando
la didattica alle sue esigenze
Osservazione: modello ABC
ANTECEDENTE ( Antecedent )
Evento che precede il comportamento
COMPORTAMENTO ( Behaviour )
Condotta messa in atto
CONSEGUENZA ( Conseguence )
Evento che segue il comportamento e che può intensificare o ridurre il
comportamento
Ogni comportamento è costituito da una fase
precedente che lo “scatena” ed una conseguente che fa
in modo che esso si ripeta oppure lo scoraggia
Comportamento


Comportamento osservabile e misurabile
Dobbiamo imparare a descrivere ciò che
un bambino fa:
“E’ disattento”
“Gioca con la penna, scarabocchia il libro durante la
lezione, tira le palline di carta al compagno”
Comportamento - problema



E’ un comportamento che mette a rischio il benessere
del bambino e quello degli altri
E’ un comportamento che ostacola sia l’adattamento
sia l’apprendimento
Il comportamento problema deve essere isolato
attraverso un’osservazione sistematica per un tempo
sufficientemente lungo 5/10 giorni per mezzo di
griglie di osservazione debitamente predisposte
Scheda identificazione
comportamenti problema
Adhd a scuola Erickson (2013)
Programmare intervento
Antecedenti
Conseguenze
Strategie proattive
Strategie reattive
Modificare l’ambiente per
ridurre i comportamenti
disfunzionali
CONTESTO FACILITANTE
Agire direttamente sui
comportamenti
RINFORZI POSITIVI
CONSEGUENZE NEGATIVE
Antecedenti





Organizzare l’aula e i materiali
Stabilire delle routine
Fare un piano di regole semplici e
condivise
Pianificare il lavoro
Pianificare attività di transizione e
tempo libero
Organizzazione dell’aula
Stabilire la disposizione dei banchi
Obiettivi:
Limitare noia e
disturbo
Favorire le
interazioni
positive
Incrementare
l’applicazione al
compito
Organizzazione dei materiali
obiettivi:

Incrementare la
capacità di
pianificazione

Ridurre i
comportamenti
di disturbo
Organizzazione dei materiali
Predisporre
•
•
•
Cartelle e quaderni con etichette
Simboli da apporre sul diario
La cassetta dei materiali
Stabilire delle routine per la gestione
del materiale scolastico:
• Far leggere il cartellone dei materiali
• Fare elencare il materiale necessario per ogni materia
• Fare incollare sul diario, le immagini corrispondenti
• Verificare al mattino della presenza del materiale
(gratificazione/costo della risposta)
LE ROUTINE : ambiente prevedibile favorevole
all’adattamento
Tutte le regolarità e le scadenze prestabilite
aiutano a comprendere:
Cosa
Come
Quando
Più routine si stabiliscono meno instabile sarà il
comportamento
regole
Funzioni:

Comunicano le
aspettative
Principi per la costruzione di un
sistema di regole




Stabiliscono un
clima di giustizia
Permettono di
consolidare dei
comportamenti
desiderati






Poche (3 o 4 per i bambini delle prime
classi 6/8 per i più grandi
Semplici
Formulate in modo positivo
Devono descrivere il comportamenti in
modo operativo
Specifiche per situazione
Corredate da simboli grafici
Condivise
Esposte
cartellone
Organizzazione del lavoro scolastico

Fornire consegne chiare e assicurarsi che
siano comprese (far riformulare la consegna)

Definire piccoli obiettivi realistici

Stabilire:
- Tempi di lavoro
- Quantità di lavoro
- Difficoltà di esecuzione
Usare simboli grafici

Simboli per la durata

Simboli per la difficoltà
Transizione e tempo libero
Intervallo:
 Permettere l’attività motoria e prevedere un’attività di
“scarico” prima della ripresa del lavoro
 Non usare MAI la sospensione dell’intervallo come punizione
La mensa:
 Ruoli e compiti definiti
 Prevedere regole specifiche
 Gratificare sempre la condotta adeguata
Passaggi da un luogo all’altro:
 Regole precise
 Organizzare i tempi per evitare che il passaggio avvenga in
modo disordinato e frettoloso
Conseguenze positive: rinforzo



Obiettivo: aumentare la frequenza, l’intensità e la
durata di un comportamento adeguato
Modalità:
- Dare il rinforzo in modo contingente
- Rispettare le preferenze personali
- Variare i tipi di rinforzo
Tipi di rinforzo:
- tangibili premi personali
- simbolici bollini/punti
- dinamici attività gratificanti
- sociali manifestazioni di approvazione o affetto
Token economy
personale o di classe
Conseguenze negative:
ignorare pianificato

Ignorare comportamenti indesiderabili
atti a richiamare l’attenzione
Non usare
- In comportamenti pericolosi e
particolarmente disturbanti
Conseguenze negative:
rimprovero

In privato

Centrato sul comportamento
- Descrizione del comportamento sbagliato
- Spiegazione del motivo per cui si è sbagliato
- Indicazioni su un comportamento alternativo
- Comunicazione dei vantaggi del comportamento
adeguato

Non c’è un giudizio sulla persona e ci sono indicazioni circa
il comportamento corretto
Le note
punizioni inutili e dannose





Gentile signora, oggi suo figlio si è
comportato male in classe, le chiedo di
prendere provvedimenti. Per punizione
dovrà scrivere 30 volte “ Devo fare il
bravo”.
Svalutazione
Non è identificato il comportamento scorretto
Delega al genitore
Punizione inutile
Costo della risposta


La perdita di un privilegio associata ad
un comportamento negativo ( perdita
punti )
Usato con moderazione e integrato con
rinforzi positivi
Suggerimenti per la didattica

I bambini ADHD iniziano i compiti con
un livello attentivo più basso:
Compiti più brevi o organizzati in più unità
di lavoro, con frequenti feedback
dell’insegnante
Suggerimenti per la didattica
I bambini ADHD soffrono la monotonia e la ripetitività
del lavoro:
- Variare la modalità di presentazione dei contenuti
- Lezioni stimolanti
- Coinvolgimento degli alunni
- Uso di sussidi audiovisivi a scuola e a casa come
compito (LIM - Youtube)
- Tono variato della voce
Favorire strategie di autocontrollo
I bambini ADHD hanno un deficit metacognitivo
si può provare ad implementare strategie di
autocontrollo e automonitoraggio del compito
La CACCIA ALL’ERRORE !
Lavori che prevedono AUTOISTRUZIONI
(I 5 passi – Impulsività e autocontrollo . C. Cornoldi e altri)
Attività di tutoring
Attività positiva per il tutor

Il bambino/ragazzo per riuscire nel processo di insegnamento rivede e
consolida le proprie acquisizioni
Attività positiva per chi riceve l’aiuto


Apprende in modo individualizzato in termini di percorsi e ritmi,
ottenendo continui feedback sulla propria prestazione e indicazioni
utili in caso di difficoltà.
Altri vantaggi:



Utilizzo dei compagni come risorsa
Fornisce un percorso di apprendimento individualizzato
Modalità di lavoro utilizzabile ad ampio raggio su argomenti diversi
Apprendimento cooperativo



E’ una strategia che favorisce la cooperazione
Evita situazioni di competizione creando situazioni di
interdipendenza positiva
Lavora parallelamente su obiettivi di apprendimento e
abilità sociali
Convegno AIFA
27 novembre 2009
Una prova della correttezza del nostro agire
educativo è la felicità del bambino
Maria Montessori
Grazie per l’attenzione!
Bibliografia
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AA.VV. (2013) ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti. Trento:
Erickson
Caponi, B., Clama, L., Re, A.M., Cornoldi, C., & Gruppo docenti “Rete Ricerca
Infanzia” di Treviso (2008). Sviluppare la concentrazione e l’autoregolazione.
Giochi e attività sul controllo attentivo – Volume 1. Trento: Erickson .
Caponi, B., Clama, L., Re, A.M., Cornoldi, C., & Gruppo docenti “Rete Ricerca
Infanzia” di Treviso (2009). Sviluppare la concentrazione e l’autoregolazione.
Giochi e attività sul controllo della risposta impulsiva – Volume 2. Trento:
Erickson.
Caponi, B., Clama, L., Re, A.M., Cornoldi, C., & Gruppo docenti “Rete Ricerca
Infanzia” di Treviso (2009). Sviluppare la concentrazione e l’autoregolazione.
Giochi e attività sul controllo della memoria di lavoro – Volume 3. Trento:
Erickson
Celi, F., & Fontana, D. (2010). Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e
psicoterapia. Seconda edizione. Milano: McGraw Hill.
Cornoldi, C., De Meo, T., Offredi, F., & Vio, C. (2001). Iperattività e
autoregolazione cognitiva. Trento: Erickson.
Cornoldi, C., Gardinale, M., Masi, A., & Pettenò, L. (1996). Impulsività e
autocontrollo. Interventi e tecniche metacognitive. Trento: Erickson.
Daffi G., Prandolini C. (2013). ADHD e compiti a casa. Trento: Erickson
Di Pietro, M., Bassi, E., & Filoramo, G. (2002). L’alunno iperattivo in classe.
Problemi di comportamento e strategie educative. Trento: Erickson
Bibliografia

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
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Di Pietro M., & Dacomo, M. (2009). Largo arrivo io! Manuale di auto aiuto per
bambini iperattivi e i loro genitori. Trento: Erickson.
Kirby, E.A., & Grimley, L.K. (2000). Disturbi dell’attenzione e iperattività. Guida
per psicologi e insegnanti. Trento: Erickson.
Lochman, J.E., Wells, K, & Lenhart, L.A. (2012). Coping power. Programma per il
controllo di rabbia e aggressività in bambini e adolescenti. Trento: Erickson.
Marzocchi G.M., & Centro per l’Età Evolutiva (2011). La presa in carico dei
bambini con ADHD e DSA. Costruzione della rete tra clinici, genitori e insegnanti.
Trento: Erickson.
Marzocchi, G.M., Molin, A., & Poli, S. (2000). Attenzione e metacognizione. Come
migliorare la concentrazione della classe. Trento: Erickson.
Fabio R.F. , (2001) L’attenzione. Milano: Franco Angeli.
SINPIA – Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza
(2006), Linee guida per il DDAI e i DSA: Diagnosi e interventi per il Disturbo da
Deficit di Attenzione/Iperattività e i Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Trento:
Erickson.
Vio, C., Marzocchi, G.M., & Offredi, F. (1999). Il bambino con deficit di
attenzione/iperattività. Diagnosi psicologica e formazione dei genitori. Trento:
Erickson.
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