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Presentazione di PowerPoint - Associazione Basta Merda in Mare

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Presentazione di PowerPoint - Associazione Basta Merda in Mare
Convegno
IL MARE NON È UNA FOGNA BLU
Rimini 20 Ottobre 2007
Requisiti di sostenibilità per la gestione
delle acque in zone costiere
Luigi Bruzzi
Docente di Scienze Ambientali - Università di Bologna
IMPATTI AMBIENTALI NELLA FASCIA COSTIERA
• Principali fattori di pressione ambientale sulle zone costiere:
• scarichi idrici (depuratori, acque di scolo agricole,
sversamenti in terra e in mare, scarichi domestici
abusivi,ecc.);
• attività portuali (emissioni atmosferiche, rumore,
lavaggio dei natanti, sversamenti di idrocarburi, ecc.);
• traffico terrestre e marino (inquinamento
atmosferico, rumore, congestione,ecc.);
• produzione di acque reflue e di rifiuti solidi aggravata
da un’ intensa presenza turistica nei mesi estivi.
ASPETTI DI VULNERABILITÀ DELLE ZONE COSTIERE
• Elevato livello di biodiversità, specie nelle zone umide che
spesso si trovano in prossimità della costa
• Concentrazione di numerosi organismi marini nella parte di
mare attigua alla costa
• Patrimoni boschivi attigui alla costa che risultano minacciati
dalla ingressione di acque salmastre dovuta all’abbassamento
della falda dolce
• Suscettibilità al fenomeno della subsidenza dovuto
all’emungimento di acque e di idrocarburi dal sottosuolo
• Ridotta disponibilità di acque dolci necessarie per le attività
industriali e domestiche
L’ACQUA IN ROMAGNA: OGGI UNA RISORSA IN CRISI
• La siccità perdurante
in questo inizio di
autunno del 2007 ha
ridotto il volume
d’acqua nel bacino di
Ridracoli a 5 milioni
600 metri cubi a
fronte dei 33 milioni
di mc di capacità
massima; l’apporto
d’acqua è pari a 1,04
mc al secondo, contro
un’uscita di 0,65 mc al
secondo.
SALVAGUARDIA DELLE ZONE COSTIERE: L’APPROCCIO INTEGRATO
• Nelle aree costiere la presenza umana con attività
diversificate (industria, trasporti, pesca, turismo, ecc.) è
molto elevata; in molte parti del mondo circa la metà della
popolazione vive in una fascia di alcune decine di
chilometri dalla costa
• Il turismo costiero produce durante la stagione estiva
picchi di presenze che aggravano la pressione ambientale
della presenza umana
• Le aree costiere sono risorse uniche che necessitano di
una attenta pianificazione e di una specifica gestione che
deve tutelare, agendo in modo integrato, tutte le risorse
• L’acqua è la risorsa di gran lunga più importante nella
gestione integrata
LA CRESCITA DELLA PRESENZA UMANA NELLE AREE COSTIERE
(1950-2025)
Evoluzione della popolazione nelle
città costiere del Mediterraneo
Evoluzione del flusso
turistico nel Mediterraneo
RENDERE IL TURISMO SOSTENIBILE: OBIETTIVI E STRUMENTI
• L’obiettivo comune a tutti i programmi di attività turistiche è un
adeguato livello di sostenibilità che permetta di soddisfare i
bisogni sociali senza compromettere il livello di qualità ambientale
del territorio interessato.
• Le istituzioni locali giocano un ruolo importante non solo per le loro
competenze istituzionali, ma anche per l’aspetto esemplare delle
politiche ambientali adottate.
• Gli strumenti messi a disposizione dalla normativa offrono un
efficace sostegno alle politiche di sostenibilità:
•
•
•
•
L’AGENDA 21 locale
la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)
la Valutazione Ambientale Strategica (VAS)
I Sistemi di Gestione Ambientale (SGA)
QUALE DESTINO PER IL TURISMO NON SOSTENIBILE?
Politiche non sostenibili
I CONSUMI DI ACQUA IN ITALIA
• L'Italia è seconda tra i paesi europei in riferimento alla domanda
complessiva di acqua, con un consumo medio di 908 metri cubi
all'anno per abitante
• Oltre il 65% delle risorse oggi utilizzate serve a coprire il
fabbisogno dell'agricoltura, contro una media europea che supera a
stento il 30%.
• Il 15-20% dell'acqua utilizzata soddisfa invece gli usi domestici e
civili mentre il restante 15-20% è impiegato nell'industria,
compresa la produzione per le centrali idroelettriche.
Per gli usi domestici la ripartizione dice che il 23% viene utilizzata
per l'igiene e pulizia personale, il 14% per lavaggio (indumenti,
stoviglie), un altro 14% per le annaffiature, il 13% per gli usi della
cucina (cotture, verdura e frutta) mentre 8% viene disperso a
causa delle perdite negli impianti.
PERDITE DAGLI ACQUEDOTTI
• Il 42% dell'acqua erogata dagli acquedotti italiani viene
dispersa.
• I valori che si riscontrano nelle regioni italiane variano dal 22%
del Piemonte al 73% dell'Alto Lazio e dell’ Abruzzo
• Le reti più virtuose risultano essere quelle di Piemonte, Veneto,
Emilia Romagna, Marche, Basilicata, che in media presentano
perdite inferiori al 30%
• Le perdite più elevate, superiori al 50%, si riscontrano invece
nelle reti di Abruzzo, Campania, Puglia e Calabria.
CICLO INTEGRATO DELLE ACQUE IN CITTA’ COSTIERE
LA GESTIONE DELLE ACQUE REFLUE NELLE AREE COSTIERE
• La gestione delle acque reflue e delle acque meteoriche nelle città
costiere risulta problematica per una serie di interconnessioni con
il contesto naturalistico e con le molteplici attività umane che si
svolgono sulla costa.
• Le acque reflue che finiscono in mare, sia quelle che hanno subito
depurazione che quelle che inopinatamente o abusivamente vengono
scaricate tal quali non debbono compromettere la qualità del corpo
recettore.
• I requisiti più critici per gli scarichi riguardano la presenza di
agenti patogeni (importanti per la balneazione), la concentrazione di
nutrienti che possono favorire la eutrofizzazione, il carbonio
organico che influisce negativamente sull’ossigeno disciolto che a
sua volta può compromettere la sopravvivenza degli organismi
marini.
REQUISITI PER LA CORRETTA GESTIONE DELLE
ACQUE REFLUE NELLE AREE COSTIERE
• Per definire i requisiti da rispettare per gli scarichi i mare è
importante tenere presente che:
• le acque reflue scaricate in prossimità della costa richiedono
maggior attenzione rispetto a scarichi in un corso d’acqua
parecchi chilometri a monte dalla foce, in quanto questi ultimi
possono usufruire delle capacità autodepurative del corso
d’acqua stesso;
• la vulnerabilità dell’ambiente costiero e le esigenze dettate
dalla balneabilità impongono requisiti particolarmente severi;
• le reti fognarie che operano nelle città vecchie sono di tipo
misto e ciò non può escludere che in occasione di forti
temporali si abbiano scarichi in mare non trattati.
CAPACITÀ AUTODEPURATIVA DI UN FIUME
L'ACQUEDOTTO DELLA ROMAGNA
• Il bacino di Ridracoli occupa una una superficie di poco più di un chilometro
quadrato (1,035 kmq), per un volume di acqua di 33 milioni di mc
• L‘acquedotto è in grado di fornire ogni anno circa 50 Mmc d'acqua
• Parte da una condotta principale, che produce 3 mila litri al secondo, lunga
33 chilometri, e che collega 50 Comuni aderenti all'ente di gestione
Romagna Acque S.p.A. Le sue tentacolari condotte, visibili in molte parti del
territorio, arrivano nelle Province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e nella
Repubblica di S.Marino. Almeno un milioni di abitanti ricevono ogni giorno
attraverso i loro rubinetti l'acque dell'invaso di Ridracoli.
Acqua distribuita da Ridracoli venerdì 19/10/2007 ore 15,30
PROVINCIA DI RIMINI: APPROVVIGIONAMENTO DI ACQUA
• Serviti tutti e 20 i Comuni (Rimini, Bellaria, Cattolica,
Coriano, Gemmano, Misano Adriatico, Mondaino,
Montecolombo, Montefiore Conca, Montegridolfo,
Montescudo, Morciano di Romagna, Poggio Berni, Riccione,
Saludecio, San Clemente, San Giovanni in Marignano,
Santarcangelo di Romagna, Torriana, Verucchio);
•
•
•
•
•
•
Abitanti serviti
Volume di acqua potabile prodotta:
Estensione rete acquedotto:
Estensione rete fognatura:
Numero impianti di depurazione:
Volumi di reflui trattati :
294.084
42.002.010 mc
2.378 km
1.729 km
7
44.676.614 mc.
LA STAGIONALITÀ DEL TURISMO RIMINESE
• La provincia di Rimini ha poco meno di 300.000 abitanti
residenti
• Gli arrivi di turisti ammontano ad alcuni milioni e la popolazione
nei mesi estivi, da maggio a settembre, subisce un incremento
medio di circa il 30% con punte massime che arrivano a
triplicare la popolazione residente
• I milioni di persone che, soprattutto d'estate, arrivano sulle
spiagge della provincia di Rimini portano ricchezza, ma
"pesano" sul territorio, producendo:
• aumento e congestione del traffico con conseguente
aumento di inquinamento atmosferico ed acustico
• incremento del consumo di risorse (acqua ed energia) e
della produzione di acque reflue e di rifiuti
DEPURATORI DELLA PROVINCIA DI RIMINI
Impianto
Abitanti equivalenti
Mm3/anno depurati
Santa Giustina
220.000
16,1
Marecchiese
270.000
12,3
Bellaria
70.000
2,59
Riccione
180.000
6,10
Cattolica
120.000
6,88
Coriano
12.000
0,293
Misano
40.000
0,457
TOTALE
912.000
44,7
EFFETTO DELLA STAGIONALITÀ DEL TURISMO SUL
CONSUMO DI ACQUA (CERVIA)
900.000
Metri cubi di acqua fornita
800.000
2003
2004
2005
2006
700.000
600.000
500.000
400.000
300.000
200.000
100.000
0
G
F
M
A
M
G
L
A
S
O
N
D
EFFETTO DELLA STAGIONALITÀ DEL TURISMO
SULL’ACQUA TRATTATA DAL DEPURATORE (CERVIA)
2003
m etri cubi di liquam e trattato
900.000
2004
800.000
2005
700.000
2006
600.000
500.000
400.000
300.000
200.000
100.000
0
G
F
M
A
M
G
L
A
S
O
N
D
RISPARMIARE ACQUA SI PUÒ
• Una corretta politica di risparmio dell’acqua potabile basata
su misure di tipo strutturale e comportamentale, pur
provocando una maggiore concentrazione dei liquami avviati al
depuratore, fornisce alcuni indiscutibili effetti positivi sia
economici che ambientali:
• minori consumi di una risorsa sempre più scarsa
• minori flussi nella rete fognaria e minori volumi delle
componenti impiantistiche con conseguenti minori
costi di impianto e di esercizio
• ridotti effetti ambientali nella fase di estrazione e
prelievo dell’acqua dagli acquiferi e da corpi idrici
superficiali
PROTEGGERE IL MARE DALL’INQUINAMENTO:
QUALI LE SOLUZIONI POSSIBILI
• Adottare per tutti i complessi residenziali ed industriali di
nuova costruzione reti fognarie separate
• Provvedere ad una progressiva separazione delle reti
fognarie negli insediamenti urbani di vecchia costruzione
(ad esempio in occasione di opere di ristrutturazione che
rendano meno oneroso l’intervento)
• Limitazione della immissione di inquinanti nei reflui alla
fonte (sorgenti fisse e diffuse), mediante misure di tipo
tecnico e legislativo basate su aspetti strutturali e
comportamentali
IL RIUTILIZZO DELLE ACQUE REFLUE DEPURATE
• In una situazione di crescente crisi della risorsa acqua il riutilizzo
delle acque reflue depurate è una delle misure più efficaci per un
uso razionale della risorsa idrica.
• Il riutilizzo può essere indirizzato a usi per i quali non si richieda
acqua di elevata qualità (uso per lo sciacquone, irrigazione dei
giardini e delle colture agricole, lavaggio per l’auto) ottenendo
come ulteriore risultato la riduzione dei consumi di acqua potabile
e dei costi relativi.
• Un ulteriore vantaggio del riutilizzo è dovuto alla riduzione del
prelievo delle acque superficiali e sotterranee e dei relativi
impatti ambientali; la riduzione della portata d’acqua nell’intero
ciclo idrico si traduce inoltre in un minore flusso delle acque reflue
nei corpi idrici recettori con un conseguente minore impatto
ambientale.
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