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Seminario su Darwin - Laboratorio di Fisica
Licei Santa Maria febbraio- maggio 2010 1 Hans Jonas – Organismo e Libertà – prefazione Interpretazione ontologica di fenomeni biologici contro: l’esclusione dell’uomo dall’esistenza organica la misconoscenza dell’interiorità e della differenza tra animato ed inanimato Hans Jonas - Organismo e Libertà - Prefazione 2 Interpretazione ontologica di fenomeni biologici per: l’unità psicofisica della vita già nelle forme più primitive di essa ascendere col metabolismo, movimento e desiderio, sensazione, percezione, immaginazione, concetto tra libertà e pericolo, verso l’uomo che non è più un isolato metafisico Hans Jonas - Organismo e Libertà - Prefazione 3 La filosofia della vita incrocia tra loro Estensione e Spirito. Opposti non convergenti Spirito Estensione spirituale Spirito esteso Estensione Spirito Estensione Armonia degli opposti non più contraddittori introduzione p.7 4 ? ? Posso ritenere che i fenomeni soggettivi che mi riguardano siano un sottoprodotto? Considero la vita animale che va dal primitivo all’evoluto inglobando stati inferiori in quelli superiori? Io, parte del pianeta Terra introduzione pp. 7-8 ? ? ? Posso inserire la casualità fisica entro la causalità psichica? 5 Percepire Sapere L’esperienza che attraversa il mondo animale arriva alla oggettivazione del tutto nell’essere dell’uomo Agire Potere Dimensione e incidenza sul mondo secondo gradi di progressiva libertà di agire Uomo correlato con la natura Agire per contemplare e contemplare per agire costituiscono la premessa per la trasformazione della Biologia in Etica introduzione p.8 6 Metabolismo Lo spirito prefigurato nell’organico col metabolismo riconosce, nello strato basilare di tutta l’esistenza organica, la libertà, anzi lo identifica come prima forma di libertà entro la necessità infinitamente estesa dell’universo fisico quale principio estraneo a pianeti, ad atomi, a stelle che costituisce l’organismo dentro cui la libertà opera in maniera discernibile esso è la base ontologica ed allusiva anticipazione di quei fenomeni superiori che più direttamente meritano il nome di libertà introduzione p.9 7 La filosofia della Vita come filosofia dell’Esistenza Vive la tensione tra essere e non essere Dipendente dal favore e dallo sfavore della realtà estesa Esposta al mondo contro il quale e mediante il quale deve affermarsi Emancipata dalla causalità di questo e tuttavia ad esso soggetta Uscita dall’identità con la materia però bisognosa di essa Vivendo il prezzo immane dell’angoscia che deve essere pagato sin da principio dalla vita e che aumenta in parallelo alla sua evoluzione a forme superiori introduzione p.10-11-12-13 8 Il panpsichismo contro la morte enigma e affronto logico alla vita l’anima inonda la realtà da rendere vitali le cose materiali ( ILOZOISMO) ad eccezione della morte,a cui esso dà risposta con i miti (Gilgamesh) il culto dei morti la fede nell’immortalità dell’anima la metafisica l’essere viene fatto coincidere con la vita assicurando il predominio ontologico della vita e il permanere della vita oltre la morte capitolo 1, pp. 15-21 9 Il panmeccanicismo riduce la realtà a quantitativa e matematizzata Rende enigmatica la vita Fa descrivibile la morte Trasforma l’essere universale del mondo in mera materia nello spazio L’organismo vivente viene ridotto a raffinato inganno della materia Il dualismo ha veicolato il monismo vitalistico di ieri e il monismo materialistico di oggi capitolo 1; pp 15-21 10 Il dualismo spinge al postdualismo negando l’alternativa tra monismo e dualismo Il soma è sema o tomba dello spirito sottratto alla vita,divenendo non vita o premessa di una ontologia per la morte A sua volta lo spirito privato del soma si incammina verso l’ontologia della morte dello spirito non materia Il postdualismo richiama un monismo integrale preistorico dove spirito e materia erano indistinte Il neomonismo integrale non dovrà annullare la polarità materia/spirito, integrandola nella superiore unità dell’essere, dove spirito e materia sono le due facce e fasi del suo divenire capitolo 1 pp. 21 a 25 11 Per un monismo integrale a livello superiore Il postdualismo ha lasciato sul campo il monismo materialistico e quello idealistico,entrambi unilaterali perche’ il primo esclude la coscienza mentre il secondo elimina la cosa in sé; La fenomenologia della coscienza e la fisica dell’estensione corrispondono al metodo idealistico e a quello materialistico. Una separazione ontica in base ad oggetti,compatibile con l’integrazione tra scienza della natura e scienze dello spirito cap primo pp.25-27 12 Il corpo bi-unitario invoca un neomonismo La vita è una unità psicofisica e il corpo costringe i due modi del sapere a rapportarsi perché è organismo vivente ed è autotrascendimento dei due e distruzione dell’epochè metodologica Il corpo è una bi-unità che diviene l’ostacolo per ognuno dei due sistemi da cui si esce cercando il loro fondamento nascosto in un monismo integrale a un livello loro superiore capitolo primo pp.25-27 13 Il dualismo ha fatto scomparire la vita come il monismo materialistico Il monismo protovitalistico non aveva scoperto la materia inanimata mentre il dualismo di spirito pensante e di estensione meccanicistica hanno spinto l’inanimato fino a farlo coincidere con l’essere oggettivo Tale è stata l’azione mortifera perseguita dal materialismo e dall’idealismo Eppure il materialismo incontra con i corpi-oggetto anche il corpo-vivente per ridurlo a meccanicistico nella sua interezza per una ontologia di morte capitolo primo pp.28-31 14 Causalità e corpo Lo scetticismo humeano e l’apriorismo trascendentale kantiano sul principio di causalità sono estranei al fatto che esso appartenga alla vita concreta e non al puro intelletto trascendentale. ” Nel gioco reciproco fra le forze che sentono sé stesse e il mondo, sta la fonte dell’idea di forza e con ciò di causalità”. “La causalità non è un fondamento aprioristico dell’esperienza bensì essa stessa è un’esperienza fondamentale,essa è estrapolazione universale dalla fondamentale esperienza della propria corporeità nella totalità della realtà” capitolo primo pp.31-33 15 Il principio di causalità questione ontologica “ La causalità è primariamente il risultato dell’Io pratico,non di quello teorico,della sua attività e non della sua intuizione,esperienza dell’una non legge dell’altra” “Si tratta di una questione ontologica e non gnoseologica e chi nega ciò probabilmente è preda del pregiudizio del rifiuto aprioristico dell’antropomorfismo e dello zoomorfismo dualisico e postdualistico La forza non è un datum(intuizione) ma un actum capitolo primo pp. 31-33 16 La psicofisicità del corpo e la dottrina dell’essere Non la ragione ma la completezza ontologica dell’uomo con la sua totalità psicofisica può costruire le classi dell’essere per sottrazioni e addizioni ontologiche La materia è offuscamento della libertà e la libertà diviene l’interna teleologia dell’accumulazione quantitativa Il corpo vivente è l’archetipo del concreto. Il mio corpo immediata interiorità ed esteriorità. Esso è l’unico concreto dell’esperienza completamente data capitolo primo pp.31-33 17 La causalità come actum del corpo e non datum Hume aveva ragione nel dire che la causalità non è un datum in quanto nesso tra i data dato che essa è un actum del corpo concreto Il corpo non è oggetto dell’esperienza ma fonte di esperienza di sé e fra gli oggetti per una reale connessione delle cose secondo la loro propria natura Questa capacità di connettente, il corpo la mantiene sia nella causalità meccanica sia in quella teleologica. In questo la soluzione trascendentale kantiana non ha alcun spazio capitolo secondo p.33 18 Vita e corpo al centro della ontologia L’incomprensibilità della vita sembra rendere incomprensibile anche il mondo. Mentre la causalità meccanica sembrava favorire la comprensione del mondo,di fatto, assorbendo la causalità teleologica ha reso anche la vita enigmatica quanto il mondo Vita significa vita materiale e corpo vivente e essere organico. Invano materialismo e idealismo hanno cercato di spaccare questa unità capitolo secondo pp. 33-35 19 Insufficienza della causalità humeana di natura psicologica Se la percezione registra i dati sensoriali ricevendoli come dati non esiste causalità né finale né efficiente Il mondo esteriore così percepito richiede solo interpretazioni delle sequenze di dati Hume ha buon gioco nel far prevalere l’immaginazione (abitudine ad associare idee) seppellendo le cause fisiche Ai materiali grezzi percepiti egli aggiunge qualcosa di mentale che chiama causalità dei dati in quel modo percepiti fuori da ogni causalità efficiente corporea capitolo secondo pp.36-38 20 Insufficienza della causalità kantiana trascendentale L’origine razionale trascendentale della causalità kantiana fonda sull’idea formale di una regola necessaria,prodotta dall’intelletto puro, per la connessione imposta a priori alle cose concrete come universalmente astratta e necessaria. Questa connettività andrebbe verificata. Kant voleva fondare la validità di una legge universale della causalità per tutta l’esperienza. Purtroppo una legge formale di secondo livello non può mai prendere il posto dell’esperienza primaria stessa capitolo secondo pp.38-39 21 L’assenza in Hume e in Kant di una conoscenza diretta delle cose H. e K. Hanno in comune la visione tradizionale postcartesiana di percezione:processione di idee che divengono rappresentazioni e immagini neutrali. Quindi la percezione si muove solo per dinamica interna dello spirito,nel monopolio cognitivo ad essa imposto,nell’eremo del nostro spirito,dove resta estraneo l’impatto coercitivo delle cose Una causalità psicologica humeana o quella trascendentale K. Non permettono una conoscenza delle cose diretta,secondo forze e conessioni dinamiche secondo capitolo p.39 22 Il contenuto decausalizzato la percezione sensoriale reprime la rappresentazione dell’oggetto impattato dai sensi con tre processi: I sensi cancellano le tracce della propria costituzione causale L’omissione dell’elemento causale porta all’immagine generale di oggetto e alla oggettività Questi modi oggettivanti del rapporto con il mondo abbiano prodotto il concetto di conoscenza,di realtà e di sapere 23 I sensi cancellano le traccie della propria costituzione causale Il mondo può sopraffare con la sua causalità la percezione come avviene per l’udito per una troppo vicina intensa esplosione. La causalità sommerge la sensazione. A sua volta la percezione viene repressa dal dolore e quindi smette di essere percezione. Allora subentra l’astrazione della immaginazione nella costituzione interna della percezione sensoriale e quindi nel sapere dell’oggetto in quanto tale 24 Cancellazione nei piccoli organismi In relazione della grandezza degli organismi le stimolazioni dei sensi o sono presenze o sono forze Nei piccoli organismi le stimolazioni restano impatti,turbamenti,spostamenti su scala molecolare,collisioni ma non passano a percezioni. Esse restano forze. Per cui nei piccoli organismi il carattere di impulso in generale è in gran parte cancellato e trasformato in quello dell’immagine sostituita 25 Cancellazione nei grandi organismi Negli organismi grandi il continuum di microeffetti sensoriali diventa sensazione ma perde nella trascrizione dei sensi il carattere di evento dinamico In tal modo questo continuum passa a substrato neutrale dell’essere,a cui l’esperienza della forza viene aggiunta per un fenomeno particolare,riconoscibile 26 Il capovolgimento teoretico della causalità Il capovolgimento delle reali condizioni genetiche della percezione ossia la priorità data all’essere persistente rispetto all’attività occasionale Esso può servire a classificare i sensi rispetto alla loro prestazione oggettivante La vista opera la neutralizzazione più completa del contenuto dinamico e il distanziamento meno equivoco dell’oggetto dalla funzione percettiva Nel tatto l’esercizio della forza è chiaramente distinguibile 27 Omissione dell’elemento causale, immagine generale,oggettività La repressione della causalità oggetto-soggetto nella percezione comporta anche la repressione della causalità oggetto_oggetto La sparizione del corpo come soggetto agente priva gli oggetti della possibilità di connettersi fra loro Il carattere generalmente represso è forza la quale non essendo un dato bensì un atto non può venir vista cioè oggettivata ma solo esperita L’intelletto fa guadagnare al soggetto l’oggetto ma fa perdere la relazione oggetto_oggetto capitolo secondo pp.42-43 28 Decausalizzazione ,conoscenza, realtà fonti del sapere Ci guadagna colui che esperisce libero di osservare l’oggetto postogli di fronte disponibile all’uso da parte del soggetto L’oggetto reso fenomeno diviene immagine variata a piacimento dall’immaginazione e poi la sua essenza viene separata dall’esistenza. In tal modo l’oggetto viene fatto tacere. L’epistemologia ha buon gioco senza limitazioni.L’ontologia resta senza controlli esterni.Il sapere viene imprigionato dalla ragion pura astratta capitolo secondo pp. 43-44 29 Libertà per rapporto soggettooggetto-oggetto La relazione oggetto-oggetto è vincolata dalla connessione necessaria humeana priva di causalità efficiente. Inoltre la sostanza per definizione esclude ogni autotransitività La relazione soggetto-oggetto resta solipsistica perché esclude ogni trascendimento dell’io nell’azione La libertà originaria della vita animale reclama la percezione sensoriale in nome della libertà di pensiero capitolo secondo pp 43-45 30 Il nostro corpo nello sforzo dell’azione è causalità reale capitolo secondo p.45 31 Veto imposto alla teleologia La teleologia è un modo causale della natura stessa che Aristotele definì finalismo interno della funzione di ogni organismo La telelologia immanente interna agli organismi viene riconosciuta anche dalla teleologia cosiddetta trascendente che rifiuta l’antropomorfismo grossolano di un universo progettato tutto e solo a beneficio dell’uomo L’ingegnere divino rispetta il meccanicismo della natura anche se in esso non è riconoscibile e solo presupposto32 capitolo secondo p.46-47 32 Negazione delle cause finali come a priori scientifico L’antiaristotelismo attaccò le forme sostanziali all’opera nella natura allo scopo di abolire in essa l’agire delle cause finali e così andare alla ricerca delle vere cause. Così la nuova scienza ritenne l’assioma dell’omissione un divieto a priori della scienza moderna. Questo sarebbe vero se la teleleologia contraddicesse già il tipo di essere che viene presupposto nei possibili oggetti della scienza naturale capitolo secondo p.47 33 Espulsione della causa finale in bacone e in cartesio La causa finale viene collocata tra i pregiudizi innati della natura umana da Bacone.Egli reputa che le cause finali appartengano alla natura dell’uomo e non dell’universo. La metafisica moderna ha adottato questo presupposto Alla voce res extensa la realtà esterna venne da Cartesio staccata totalmente dal mondo interno del pensiero e costituì da allora in poi un ambito autosufficiente per l’applicazione universale dell’analisi matematica e meccanica capitolo secondo pag 48 34 Percezione distanziante e antropomorfismo La nuova scienza escluse dal sapere esatto la comunicazione da vita a vita e l’esperienza dell’impatto e della resistenza delle cose nello sforzo corporeo Questo assolutismo della percezione distanziante e oggettivante,ad opera del dualismo che non fa comunicare spirito ed estensione,impedisce il trasferimento di caratteri dell’esperienza interna nell’interpretazione del mondo esterno L’antropomorfismo e lo zoomorfismo divennero alto tradimento della scienza naturale filosofica capitolo secondo, pp. 48-49 35 Conseguenze gnoseologiche del divieto dell’antropomorfismo La lotta contro la teleologia è una fase della lotta contro l’antropomorfismo degli dei e contro il finalismo aristotelico,contro le cause finali,formali,efficienti a vantaggio di quelle materiali Hume ritenne estranee alle cose,l’idea di forza e di connessione necessaria. Le reputò entrambe “ impressioni della riflessione”.Ossia egli le giudicò proiezioni di tratti dell’esperienza soggettiva umana del sé sulla natura rese capaci di abolire la scienza oggettiva che verrebbe resa antropomorfa e quindi non universale capitolo secondo,pp49-50 36 Il processo di espulsione della forza La fisica teorica congedò il concetto esplicativo della forza come antropomorfico,non verificabile né sperimentabile.Le forze motrici vennero abbandonate come le forme sostanziali Dall’originario animismo,attraverso il dualismo,si giunge al materialismo postdualistico che rinuncia in modo agnostico a comprendere i suoi oggetti capitolo secondo pp 49-50 37 La teleologia postdualistica rimessa in gioco La giustificazione di una esclusione a priori delle cause finali dalla realtà esterna consiste nel conservare la verità dell’escluso sul proprio terreno nativo Il finalismo è stato relegato dal dualismo nell’essenza dell’uomo o della vita ma non negata bensì solo dissociata da quella della res extensa Il dualismo divenne insostenibile di fronte alla esperienza organica,dato che la res cogitans diviene nella sua fondazione organica,quale parte e prodotto della natura unitaria capitolo secondo,pp 50-51 38 L’evoluzionismo contro il dualismo L’evoluzionismo è inseparabile dal monismo moderno e cancella la divisione/opposizione di uomo e di natura Il monismo moderno ha due alternative:1° dare evidenza universale all’interiorità dell’uomo che interviene sulla natura a lui esterna; 2° estendere le prerogative della materia meccanica alla natura dell’uomo,alienandolo da sé stesso, allo scopo di negare genuinità all’autoesperienza della vita capitolo secondo,pp. 50-51 FINE CAPITOLO DA PAGINA 36 39 Deismo per il meccanicismo della natura (inizio capitolo 3°) Il deismo, antiprovvidenzalista e antipanteista,escludendo intrusioni teleologiche e creazioniste,offrì un modello uniforme che applicasse sia al sistema solare sia ai corpi animali,un modello uniforme Il deismo offrì l’idea di natura quale immane macchina,che una volta messa in moto,continua ad andare da sola,secondo meccanismi propri Sull’origine della materia,il teismo,camuffando il suo contenuto teologico,trasformò Dio in un orologiaio che una volta solo ha comunicato una spinta al mondo capitolo terzo pp.52-53 40 Il superamento dell’idea di creazione con il deismo Sparito il motore immobile aristotelico,grazie ad un motore iniziale,le cose primordiali diventano prime anche cronologicamente; così come lo stato presente,per successione temporale,viene dedotto,rendendo superflua la creazione; L’emancipazione dalla creazione costruttiva e trascendente, porta alla successione infinita complessiva continua capitolo terzo pp.52-53 41 Uscita dal deismo con il meccanicismo La filosofia meccanicistica uscì dal deismo ricercando la datità dei sistemi fisici dati,secondo i principi generali della meccanica. Così ha fatto Newton nell’elaborare la teoria del sistema planetario. Subito dopo,Kant e Laplace,procederanno alla ricostruzione di una possibile generazione di tali sistemi da stati precedenti e alla fine da un indeterminato stato primordiale della materia Tra tutti questi stati precedenti e successivi si applica un identico sostrato meccanicistico capitolo terzo pp. 52-53 42 L’essere identificato con azione processo non +“ in sè-per sé” Ogni cosa data,presuppone una identità di sostrato,per cui è in pari tempo,effetto e causa, prodotto del passato e produttrice di futuro Viene presupposto uno stato primordiale di materia in cui la materia è più semplice,in base alle condizioni causali più probabili. capitolo terzo pp. 53-54 43 La coincidenza dell’essere con il tempo Ogni nuovo stato di organizzazione raggiunto,indica la misura dell’equilibrio relativo risultante dalla instabilità di una precedente distribuzione della materia-massa Questa successione di stati complessivi e continua all’infinito,rende l’essere coincidente con il tempo e con l’azione e il relativo processo capitolo terzo pp.53-54 44 Il capovolgimento della metafisica classica Con il meccanicismo,l’effetto abolisce la superiorità della causa,ritenuta, un tempo, creatrice dotata di più forza e di più perfezione e di maggior realtà rispetto ad esso,per essenza formale e per articolazione strutturale La deduzione genetica di uno stato di organizzazione materiale da uno precedente ad uno successivo, all’infinito,tra loro indifferenti,per pura successione temporale,fa sì che il primitivo spieghi l’articolato,lo instabile lo stabile,il disordine l’ordine,il divenire l’essere capitolo terzo pp.54-55 45 Limite della catena casualistica del meccanicismo Per individui e organismi altamente strutturati la genesi meramente casuale risulta improbabile. Diversamente dagli automi cartesiani,le macchine naturali risultano frutto di una pianificazione evoluta e complessa Gli organismi non sono strutture cosmiche permanenti ma singoli in crescita e sviluppo. L’evoluzione qui riguarda non la specie ma la genesi individuale. I genitori danno ai figli non solo l’esistenza ma anche la forma per cui accanto alla causa efficiente va ricuperata la causa formale capitolo terzo pp.56-57 46 La scissione delle prime forme di generazionedalle successive I determinanti atemporali del processo vitale vanno scissi dalle determinazioni temporali degli organismi singoli . Da una parte si pone la generazione spontanea delle prime forme; dall’altra si dà la discendenza da esse delle forme presenti capitolo terzo pp.55-56 47 Casualità delle origini+causalità delle progressioni successive La generazione spontanea confinata nella primissima presenza di vita che in quanto tale richieda un minimo di organizzazione,può essere affidata alle combinazionidel caso L’evoluzione delle forme superiori non coinvolge quella delle forme iniziali prive di teleologia,di disposizione preformativa Una volta che esiste la vita,essa determina progressivamente le proprie condizioni per il gioco meccanico delle variazioni. Ogni tiro di dadi resta cieco. capitolo terzo pp. 57-58 48 Accumulazione delle mutazioni e postulato delle selezione nat. L’ereditarietà è lo strumento delle mutazioni della specie;trasmessi dalla riproduzione,gli effetti delle mutazione possono accumularsi entro una linea e ai piccoli passi del caso è concesso di crescere divenendo imponenti e complessi genotipi L’apparire di mutazioni non fornisce elementi verificativi della loro essenza e della loro causa La selezione naturale è una deduzione logica dalle due premesse della competizione e della differenza tra ciò che è in competizione capitolo terzo p.56-57 49 La selezione naturale + come postulato che ipotesi scientifica Il carattere casuale delle mutazioni è una ipotesi da sottoporre al rasoio di Ockham per una verifica di rappresentatività di criterio non metafisico di tutte le dinamiche di tutte le mutazioni Il fatto che questo tipo di variabilità sia sufficiente per l’emergere degli ordini tassonomici più grandi,è per ora una affermazione più metafisica o più postulato metodologico che una ipotesi scientifica,se “ipotesi” deve comprendere la costruzione di un modello funzionante almeno mentalmente capitolo terzo p.59 50 L’evoluzione rigenera il concetto generale di vita In Cartesio la natura animale era una struttura meccanica con funzioni di prestazione da macchina ad imitazione di una cosa vivente Per l’evoluzionismo la nozione cartesiana di struttura è un prodotto della vita,fermata in un attimo del suo dinamismo complessivo. Essa è un equipaggiamento strutturale per vivere,una conquista,un suo proprio risultato La vita che si autoproduce elimina le essenze immutabili dette naturali. L’assenza della finalità teleologica apre all’avventurosità della vita dal finale capitolo terzo pp 59-60 51 aperto L’essenza della vita ridotta a sua pura conservazione La platonica forma sostanziale della vita e la relativa essenza creata e immutabile sono sostituite nell’evoluzionismo dal rapporto tra organismo e ambiente Questo rapporto forma un sistema; l’equilibrio che si crea segna una evoluzione della specie priva di determinazioni originarie e immanenti Il pensiero non era previsto nell’ameba. Eppure, a suo tempo, tutto venne prodotto in modo non prevedibile,durante l’enorme intervallo della mutante situazione iniziale capitolo terzo pp.60-61 52 La negazione dell’essenza umana accomuna darwin esistenzialismo e nieztsche Contro la nozione di animal naturale e di “a immagine di Dio”che attribuiva idealità alla natura umana, Nietzche negò ogni essenza alla natura dell’uomo Per Darwin la ragione è al servizio della sopravvivenza,in aggiunta alla astuzia animale,e a ogni scopo utile anche irrazionale Come l’evoluzionismo ha abolito le specie immutabili platonizzanti,così l’esistenzialismo è il frutto più radicale della vittoria definitiva del nominalismo sul realismo capitolo terzo pp.61-62 53 Causalità essenziale e contingenza nella natura Le cosmologie copernicana,newtoniana,laplaciana hanno rivoluzionato la connessione tra necessità maturale e contingenza radicale. Per cui voler associare caso/casualità a necessità causale significa dire che la necessità è esteriore e la casualità interna La necessità è solo la somma complessiva nell’interazione delle sue parti slegate,delle quali ognuna contribuisce con la sua quantità. La casualità è la contengenza di ogni essere particolare La necessità esteriore si somma alla contingenza di ogni essere particolare capitolo terzo pp. 62-63 54 Necessità e contingenza nell’evoluzionismo La casualità dei livelli superiori deriva da una identica casualità delle origini,accomunati dalla contingenza,benchè la fatticità di entrambi sia necessaria La specie come struttura relativamente stabile è un risultato casuale della storia,senza status finale né indicazioni del fluire delle successioni delle generazioni.Essa acquista una contingenza radicale La vita non è prestazione autonoma della sostanza vivente.La vita abbraccia il gioco alterno di organismo e di ambiente. Esso produce la specie, entro l’instabilità organica, confrontando possibilità terzo pp. 63-65 accidentali e capitolo ambiente 55 Causalità della selezione naturale tra essere e non essere La meccanica delle selezione prende il posto della teleologia,come sostituto negativo. Difatti la selezione spiega la scomparsa di forme per incidenti e aberrazioni del modello,a cui viene imposta la scelta tra malformazioni e miglioramenti provenienti dall’ambiente esterno. Così il casuale diventa costruttivo. Il progresso si realizza mediante sia la sfortuna sia lo stupore dell’ascesa attraverso il caso Le macchine o organiche complesse e sofisticate e il loro ascendere sono spiegabili a partire da queste premesse capitolo terzo pp.65-66 56 L’evoluzione come patologia di una biologia meccanicistica La casualità costruttiva della selezione naturale come ipotesi teoretica implica che l’instabilità plasma gli organismi e simula creatività Se il compito del sistema genetico è quello di trasmettere l’ereditarietà,la stabilità per la trasmissione di essa sarà la sua virtù principale. Una mutazione sarà un turbamento,sarà un guasto meccanico,sarà una malformazione utile ma patologica,produrrà una gigantesca mostruosità,finalizzata alla sopravvivenza. Basta una biologia meccanicistica a rendere giustizia dei fenomeni complessi della vita ? capitolo terzo pp.66/67 57 Dualismo tra germe e soma Dai dualismi cartesiano e organismo/ambiente si passa a quello tra germe e soma,combinando darwinismo e genetica. Il germe è la possibilità e non di riprodursi per automatismo della storia germinale,sottratta all’ambiente,nella oscurità sotterranea . Il soma,invece,è l’attuale organismo,che interagisce con l’ambiente e che costituisce per il plasma generale il mediatore degli effetti dell’ambiente stesso sul singolo germe, che lotta per la vita e per la sopravvivenza Il soma è al servizio del germe come l’albero del seme. Insomma lo sviluppato per il non sviluppato. capitolo terzo pp 67/68 58 L’evoluzionismo è costretto a interessarsi dello spirito L’evoluzionismo abbandonando il dualismo cartesiano,accoglie un monismo materialistico che edeve dar ragione degli attributi spirituali che fanno parte dei capricci che compaiono nel gioco della meccanica delle mutazioni I primi filosofi della scienza moderna ( ad eccezione di Gassendi e di Hobbes ) accolsero il dualismo cartesiano per affidare unicamente all’automatismo della natura materiale la generazione delle forme di vita ramificantisi e ascendenti capitolo terzo pp. 68/69 59 Dualismo per la scienza naturale:vantaggi e svantaggi Vantaggi:alla scienza naturale l’estensione ha consentito di eliminare le qualità secondarie soggettive umane dagli oggetti,misurati e descritti matematicamente,isolati dalla sostanza spirituale e mentale umana. Le scienze naturali si erano dotate di una giustificazione metafisica nell’adozione del materialismo meccanicistico Svantaggi per i soggetti umani che sono organismi viventi che non escludono rapporti tra materia estesa e autocoscienza pensante.Berkeley,Spinoza e Leibniz hanno cercato soluzioni in proposito senza molto capitolo terzo pp.69-70 60 successo Gli animali resi automi estesi senza coscienza L’organismo ricostruito come automa ha l’illusoria apparenza dei segni del dolore e del piacere per deduzione antropomorfa ma resta solo corpo esteso I diritti dello spirito e dell’interiorità venivano concessi alla sola coscienza umana perché non interferissero con i corpi solo estesi animali non autocoscienti L’enigma irrisolto dell’uomo garantiva l’essenza priva di enigmi,anche se metafisicamente priva di senso dell’intero ambito biologico extraumano L’evoluzionismo dissolse l’ontologia cartesiana L’evoluzione abolisce la posizione preferenziale dell’uomo. La contiguità dell’origine dell’uomo con quella degli animali rese impossibile considerare lo spirito e i fenomeni spirituali umani in generale come l’irruzione brusca di un principio ontologico estraneo proprio in questo punto dell’intero flusso della vita Lo spirito dovette essere avvicinato a qualche stadio dell’animalità,restituendo dignità al regno complessivo della vita capitolo terzo pp. 72-74 62 Spinoza e Leibniz per l’alternativa all’ontologia cartes. Spinoza e Leibniz con il principio della continuità qualitativa a partire dal regno dell’autocoscienza per giungere alla oscurità della percezione,ridanno logicità alla genealogia scientifica della vita La revisione dell’ontologia tradizionale parte dalla concezione dell’essere come divenire e cerca nel fenomeno dell’evoluzione cosmica la chiave per una possibile collocazione al di là delle vecchie alternative Cartesianesimo e negazione della teoria della vita Il cartesianesimoo ha garantito la correlazione tra struttura e funzione mediante i principi della meccanica applicati all’estensione dei corpi/oggetti Il cartesianesimo ha negato la connessione tra struttura e sua funzione negli organismi e sensibilità ed esperienza degli organismi viventi Le prestazioni dei corpi venivano assicurate ma la vita diveniva incomprensibile appendice al capitolo terzo p.75 64 Il fine dlla macchina/animale è l’autoconservazione Berkeley,Leibniz,Spinoza con l’occasionalismo cercarono una ricomposizione tra spirito e materia mediante la sincronizzazione divina del mondo esterno (esteso) e quello interno (autocoscienziale,spirituale ) Alla macchina animale non basta il “ come “ funziona ma anche il “ a che scopo” l’artefice umano e/o divino l’ha costruita Questo automa pur privo di teleologia immanente funziona per effetto dello scopo che la macchina stessa ha cioè quello di autoconservarsi per funzionare, pena la caduta nel nulla ateleologico appendice al terzo capitolo p. 75 Negazione della qualità nei corpi estesi secondo Cartesio La macchina in quanto tale,priva dello spirito,non può godere della sua esistenza ed allora dovrà servire a un fine diverso da sé. L’universo diverrebbe il trastullo degli spiriti celesti ? La qualità in generale, esterna all’estensione,è solo una creazione della sensibilità del soggetto umano,come confusa rappresentazione della quantità in uno sprito imperfetto. Gli spiriti puri fanno a meno della quantità e così pure gli organismi-macchina in quanto privi di spirito. appendice al terzo capitolo pp. 75-76 66 Il mondo dei fini è richiesto dalla immortalità e dalla razionalità umane Le piante e gli animali esisterebbero per l’uomo secondo la ordinazione biblica del Creatore. Il cartesianesimo radicalizza questa esigenza dell’uomo, imago Dei,rendendo l’uomo detentore di ogni tipo di interiorità spirituale e di anima Lo stoicismo,valorizzando l’uso della ragione,colloca l’essere umano in cima alla scale degli esseri,dandogli il diritto di destinare i fini della natura inorganica e organica animale. Cartesio nega al mondo umano dei fini la possibilità di giustificare l’esistenza dell’intero cosmo appendice al terzo capitolo p.76 67 I “come se” della vita umana in Cartesio e negli occasionalisti Il cosidetto “ re dell’universo” vive “ come se “ il suo corpo non servisse lo spirito e viceversa Pur razionale e autocosciente, l’uomo non può dimostrare che il suo corpo esistente è necessario all’io pensante,per cui deve vivere “ come se “ non servise all’io del cogito L’occasionalismo peggiora i “ come se “ riducendo il corpo umano ad automatismo regolato dall’immanentismo ordinatore divino,orologio tra gli orologi del “ grande orologiaio “ o “divino matematico” o “grande fratello” già primo motore immobile che appendice del terzo capitolo p. 77 68 muove i mossi Il sacrifico della psicofisicità umana alla rivoluzione naturale Alla realtà organica si negò il suo carattere fondamentale di essere partecipe della vita. E questo nonostante che l’esperienza psicofisica umana contraddicesse il dualismo materia e spirito Cartesio rese enigmatico e ingiustificabile l’atto umano frutto della volontà senza che fosse solo frutto di un arto,mosso per urto con un altro corpo.Nonostante che il senso comune non collegasse direttamente né principalmente una decisione della volontà ad agire con una parte qualsiasi del corpo umano appendice al capitolo terzo pp. 77-78 69 Parametri di costruzione vs parametri di vita vissuta Alla nostra quotidiana esperienza saltano agli occhi i gradi di differenziata organizzazione della vita organica soprattutto animale. Dualismo e occasionalismo impedivano di riconoscere che la perfezione dell’organizzazione fisica fosse riconducibile alla qualità della vita Non esistendo che l’anima razionale, tutta la perfezione meccanica messa in mostra negli organismi animali finiva per essere un gigantesco inganno. Per cui inevitabile diventa lo scontro tra i parametri di costruzione e di funzione esterna e quelli di vita vissuta appendice apitolo terzo p. 79 fine appendice di 7 diapositive 70