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Seminario su Darwin - Laboratorio di Fisica

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Seminario su Darwin - Laboratorio di Fisica
Licei Santa Maria
febbraio- maggio 2010
1
Hans Jonas – Organismo e Libertà – prefazione
Interpretazione ontologica di fenomeni biologici
contro:
 l’esclusione dell’uomo dall’esistenza organica
 la misconoscenza dell’interiorità e della differenza tra
animato ed inanimato
Hans Jonas - Organismo e Libertà - Prefazione
2
Interpretazione ontologica di fenomeni biologici
per:
 l’unità psicofisica della vita già nelle forme più
primitive di essa
 ascendere col metabolismo, movimento e desiderio,
sensazione, percezione, immaginazione, concetto
 tra libertà e pericolo, verso l’uomo che non è più un
isolato metafisico
Hans Jonas - Organismo e Libertà - Prefazione
3
La filosofia della vita incrocia tra
loro Estensione e Spirito.
Opposti non convergenti
Spirito
Estensione
spirituale
Spirito
esteso
Estensione
Spirito
Estensione
Armonia degli opposti non più contraddittori
introduzione p.7
4
?
?
Posso ritenere che i
fenomeni soggettivi che
mi riguardano siano un
sottoprodotto?
Considero la vita
animale che va dal
primitivo
all’evoluto
inglobando stati
inferiori in quelli
superiori?
Io, parte
del
pianeta
Terra
introduzione pp. 7-8
?
?
?
Posso inserire la
casualità fisica entro la
causalità psichica?
5
Percepire
Sapere
L’esperienza
che attraversa
il mondo
animale arriva
alla
oggettivazione
del tutto
nell’essere
dell’uomo
Agire
Potere
Dimensione e
incidenza sul
mondo
secondo gradi
di progressiva
libertà di agire
Uomo correlato con la natura
Agire per contemplare e contemplare per agire
costituiscono la premessa per la trasformazione della
Biologia in Etica
introduzione p.8
6
Metabolismo
Lo spirito prefigurato nell’organico col metabolismo
riconosce, nello strato basilare di tutta l’esistenza
organica, la libertà, anzi lo identifica come prima
forma di libertà
 entro la necessità infinitamente estesa dell’universo
fisico
 quale principio estraneo a pianeti, ad atomi, a stelle
 che costituisce l’organismo dentro cui la libertà opera
in maniera discernibile
 esso è la base ontologica ed allusiva anticipazione di
quei fenomeni superiori che più direttamente
meritano il nome di libertà
introduzione p.9
7
La filosofia della Vita come filosofia dell’Esistenza
 Vive la tensione tra essere e non essere
 Dipendente dal favore e dallo sfavore della realtà estesa
 Esposta al mondo contro il quale e mediante il quale deve
affermarsi
 Emancipata dalla causalità di questo e tuttavia ad esso
soggetta
 Uscita dall’identità con la materia però bisognosa di essa
 Vivendo il prezzo immane dell’angoscia che deve essere
pagato sin da principio dalla vita e che aumenta in
parallelo alla sua evoluzione a forme superiori
introduzione p.10-11-12-13
8
Il panpsichismo contro la morte
enigma e affronto logico alla vita
 l’anima inonda la realtà da rendere vitali le cose
materiali ( ILOZOISMO)
 ad eccezione della morte,a cui esso dà risposta con
 i miti (Gilgamesh)
 il culto dei morti
 la fede nell’immortalità dell’anima
 la metafisica



l’essere viene fatto coincidere con la vita
assicurando il predominio ontologico della vita
e il permanere della vita oltre la morte
capitolo 1, pp. 15-21
9
Il panmeccanicismo riduce la realtà
a quantitativa e matematizzata
 Rende enigmatica la vita
 Fa descrivibile la morte
 Trasforma l’essere universale del mondo in mera
materia nello spazio
 L’organismo vivente viene ridotto a raffinato inganno
della materia
 Il dualismo ha veicolato il monismo vitalistico di ieri e
il monismo materialistico di oggi
capitolo 1; pp 15-21
10
Il dualismo spinge al postdualismo negando
l’alternativa tra monismo e dualismo
 Il soma è sema o tomba dello spirito sottratto alla
vita,divenendo non vita o premessa di una ontologia
per la morte
 A sua volta lo spirito privato del soma si incammina
verso l’ontologia della morte dello spirito non materia
 Il postdualismo richiama un monismo integrale
preistorico dove spirito e materia erano indistinte
 Il neomonismo integrale non dovrà annullare la
polarità materia/spirito, integrandola nella superiore
unità dell’essere, dove spirito e materia sono le due
facce e fasi del suo divenire
capitolo 1 pp. 21 a 25
11
Per un monismo integrale a
livello superiore
 Il postdualismo ha lasciato sul campo il monismo
materialistico e quello idealistico,entrambi unilaterali
perche’ il primo esclude la coscienza mentre il secondo
elimina la cosa in sé;
 La fenomenologia della coscienza e la fisica
dell’estensione corrispondono al metodo idealistico e a
quello materialistico. Una separazione ontica in base
ad oggetti,compatibile con l’integrazione tra scienza
della natura e scienze dello spirito
cap primo pp.25-27
12
Il corpo bi-unitario invoca un
neomonismo
 La vita è una unità psicofisica e il corpo costringe i due
modi del sapere a rapportarsi perché è organismo
vivente ed è autotrascendimento dei due e distruzione
dell’epochè metodologica
 Il corpo è una bi-unità che diviene l’ostacolo per
ognuno dei due sistemi da cui si esce cercando il loro
fondamento nascosto in un monismo integrale a un
livello loro superiore
capitolo primo pp.25-27
13
Il dualismo ha fatto scomparire la
vita come il monismo materialistico
 Il monismo protovitalistico non aveva scoperto la
materia inanimata mentre il dualismo di spirito
pensante e di estensione meccanicistica hanno spinto
l’inanimato fino a farlo coincidere con l’essere
oggettivo
 Tale è stata l’azione mortifera perseguita dal
materialismo e dall’idealismo
 Eppure il materialismo incontra con i corpi-oggetto
anche il corpo-vivente per ridurlo a meccanicistico
nella sua interezza per una ontologia di morte
capitolo primo pp.28-31
14
Causalità e corpo
 Lo scetticismo humeano e l’apriorismo trascendentale
kantiano sul principio di causalità sono estranei al
fatto che esso appartenga alla vita concreta e non al
puro intelletto trascendentale. ” Nel gioco reciproco fra
le forze che sentono sé stesse e il mondo, sta la fonte
dell’idea di forza e con ciò di causalità”.
 “La causalità non è un fondamento aprioristico
dell’esperienza bensì essa stessa è un’esperienza
fondamentale,essa è estrapolazione universale dalla
fondamentale esperienza della propria corporeità nella
totalità della realtà”
capitolo primo pp.31-33
15
Il principio di causalità
questione ontologica
 “ La causalità è primariamente il risultato dell’Io
pratico,non di quello teorico,della sua attività e non
della sua intuizione,esperienza dell’una non legge
dell’altra”
 “Si tratta di una questione ontologica e non
gnoseologica e chi nega ciò probabilmente è preda del
pregiudizio del rifiuto aprioristico
dell’antropomorfismo e dello zoomorfismo dualisico e
postdualistico
 La forza non è un datum(intuizione) ma un actum
capitolo primo pp. 31-33
16
La psicofisicità del corpo e la
dottrina dell’essere
 Non la ragione ma la completezza ontologica
dell’uomo con la sua totalità psicofisica può costruire
le classi dell’essere per sottrazioni e addizioni
ontologiche
 La materia è offuscamento della libertà e la libertà
diviene l’interna teleologia dell’accumulazione
quantitativa
 Il corpo vivente è l’archetipo del concreto. Il mio corpo
immediata interiorità ed esteriorità. Esso è l’unico
concreto dell’esperienza completamente data
capitolo primo pp.31-33
17
La causalità come actum del
corpo e non datum
 Hume aveva ragione nel dire che la causalità non è un
datum in quanto nesso tra i data dato che essa è un
actum del corpo concreto
 Il corpo non è oggetto dell’esperienza ma fonte di
esperienza di sé e fra gli oggetti per una reale
connessione delle cose secondo la loro propria natura
 Questa capacità di connettente, il corpo la mantiene
sia nella causalità meccanica sia in quella teleologica.
In questo la soluzione trascendentale kantiana non ha
alcun spazio
capitolo secondo p.33
18
Vita e corpo al centro della
ontologia
 L’incomprensibilità della vita sembra rendere
incomprensibile anche il mondo. Mentre la causalità
meccanica sembrava favorire la comprensione del
mondo,di fatto, assorbendo la causalità teleologica ha
reso anche la vita enigmatica quanto il mondo
 Vita significa vita materiale e corpo vivente e essere
organico. Invano materialismo e idealismo hanno
cercato di spaccare questa unità
capitolo secondo pp. 33-35
19
Insufficienza della causalità
humeana di natura psicologica
 Se la percezione registra i dati sensoriali ricevendoli
come dati non esiste causalità né finale né efficiente
 Il mondo esteriore così percepito richiede solo
interpretazioni delle sequenze di dati
 Hume ha buon gioco nel far prevalere l’immaginazione
(abitudine ad associare idee) seppellendo le cause
fisiche
 Ai materiali grezzi percepiti egli aggiunge qualcosa di
mentale che chiama causalità dei dati in quel modo
percepiti fuori da ogni causalità efficiente corporea
capitolo secondo pp.36-38
20
Insufficienza della causalità
kantiana trascendentale
 L’origine razionale trascendentale della causalità
kantiana fonda sull’idea formale di una regola
necessaria,prodotta dall’intelletto puro, per la
connessione imposta a priori alle cose concrete come
universalmente astratta e necessaria. Questa
connettività andrebbe verificata.
 Kant voleva fondare la validità di una legge universale
della causalità per tutta l’esperienza. Purtroppo una
legge formale di secondo livello non può mai prendere
il posto dell’esperienza primaria stessa
capitolo secondo pp.38-39
21
L’assenza in Hume e in Kant di una
conoscenza diretta delle cose
 H. e K. Hanno in comune la visione tradizionale
postcartesiana di percezione:processione di idee che
divengono rappresentazioni e immagini neutrali.
 Quindi la percezione si muove solo per dinamica
interna dello spirito,nel monopolio cognitivo ad essa
imposto,nell’eremo del nostro spirito,dove resta
estraneo l’impatto coercitivo delle cose
 Una causalità psicologica humeana o quella
trascendentale K. Non permettono una conoscenza
delle cose diretta,secondo forze e conessioni
dinamiche
secondo capitolo p.39
22
Il contenuto decausalizzato
 la percezione sensoriale reprime la rappresentazione
dell’oggetto impattato dai sensi con tre processi:
 I sensi cancellano le tracce della propria costituzione
causale
 L’omissione dell’elemento causale porta all’immagine
generale di oggetto e alla oggettività
 Questi modi oggettivanti del rapporto con il mondo
abbiano prodotto il concetto di conoscenza,di realtà e
di sapere
23
I sensi cancellano le traccie della
propria costituzione causale
 Il mondo può sopraffare con la sua causalità la
percezione come avviene per l’udito per una troppo
vicina intensa esplosione. La causalità sommerge la
sensazione. A sua volta la percezione viene repressa
dal dolore e quindi smette di essere percezione.
 Allora subentra l’astrazione della immaginazione nella
costituzione interna della percezione sensoriale e
quindi nel sapere dell’oggetto in quanto tale
24
Cancellazione nei piccoli
organismi
 In relazione della grandezza degli organismi le
stimolazioni dei sensi o sono presenze o sono forze
 Nei piccoli organismi le stimolazioni restano
impatti,turbamenti,spostamenti su scala
molecolare,collisioni ma non passano a percezioni.
 Esse restano forze. Per cui nei piccoli organismi il
carattere di impulso in generale è in gran parte
cancellato e trasformato in quello dell’immagine
sostituita
25
Cancellazione nei grandi
organismi
 Negli organismi grandi il continuum di microeffetti
sensoriali diventa sensazione ma perde nella
trascrizione dei sensi il carattere di evento dinamico
 In tal modo questo continuum passa a substrato
neutrale dell’essere,a cui l’esperienza della forza viene
aggiunta per un fenomeno particolare,riconoscibile
26
Il capovolgimento teoretico
della causalità
 Il capovolgimento delle reali condizioni genetiche
della percezione ossia la priorità data all’essere
persistente rispetto all’attività occasionale
 Esso può servire a classificare i sensi rispetto alla loro
prestazione oggettivante
 La vista opera la neutralizzazione più completa del
contenuto dinamico e il distanziamento meno
equivoco dell’oggetto dalla funzione percettiva
 Nel tatto l’esercizio della forza è chiaramente
distinguibile
27
Omissione dell’elemento causale,
immagine generale,oggettività
 La repressione della causalità oggetto-soggetto nella
percezione comporta anche la repressione della
causalità oggetto_oggetto
 La sparizione del corpo come soggetto agente priva gli
oggetti della possibilità di connettersi fra loro
 Il carattere generalmente represso è forza la quale non
essendo un dato bensì un atto non può venir vista cioè
oggettivata ma solo esperita
 L’intelletto fa guadagnare al soggetto l’oggetto ma fa
perdere la relazione oggetto_oggetto
capitolo secondo pp.42-43
28
Decausalizzazione ,conoscenza,
realtà fonti del sapere
 Ci guadagna colui che esperisce libero di osservare
l’oggetto postogli di fronte disponibile all’uso da parte
del soggetto
 L’oggetto reso fenomeno diviene immagine variata a
piacimento dall’immaginazione e poi la sua essenza
viene separata dall’esistenza.
 In tal modo l’oggetto viene fatto tacere.
L’epistemologia ha buon gioco senza
limitazioni.L’ontologia resta senza controlli esterni.Il
sapere viene imprigionato dalla ragion pura astratta
capitolo secondo pp. 43-44
29
Libertà per rapporto soggettooggetto-oggetto
 La relazione oggetto-oggetto è vincolata dalla
connessione necessaria humeana priva di causalità
efficiente. Inoltre la sostanza per definizione esclude
ogni autotransitività
 La relazione soggetto-oggetto resta solipsistica perché
esclude ogni trascendimento dell’io nell’azione
 La libertà originaria della vita animale reclama la
percezione sensoriale in nome della libertà di pensiero
capitolo secondo pp 43-45
30
Il nostro corpo nello sforzo
dell’azione è causalità reale
capitolo secondo p.45
31
Veto imposto alla teleologia
 La teleologia è un modo causale della natura stessa che
Aristotele definì finalismo interno della funzione di
ogni organismo
 La telelologia immanente interna agli organismi viene
riconosciuta anche dalla teleologia cosiddetta
trascendente che rifiuta l’antropomorfismo grossolano
di un universo progettato tutto e solo a beneficio
dell’uomo
 L’ingegnere divino rispetta il meccanicismo della
natura anche se in esso non è riconoscibile e solo
presupposto32
capitolo secondo p.46-47
32
Negazione delle cause finali
come a priori scientifico
 L’antiaristotelismo attaccò le forme sostanziali
all’opera nella natura allo scopo di abolire in essa
l’agire delle cause finali e così andare alla ricerca delle
vere cause. Così la nuova scienza ritenne l’assioma
dell’omissione un divieto a priori della scienza
moderna.
 Questo sarebbe vero se la teleleologia contraddicesse
già il tipo di essere che viene presupposto nei possibili
oggetti della scienza naturale
capitolo secondo p.47
33
Espulsione della causa finale in
bacone e in cartesio
 La causa finale viene collocata tra i pregiudizi innati
della natura umana da Bacone.Egli reputa che le cause
finali appartengano alla natura dell’uomo e non
dell’universo. La metafisica moderna ha adottato
questo presupposto
 Alla voce res extensa la realtà esterna venne da Cartesio
staccata totalmente dal mondo interno del pensiero e
costituì da allora in poi un ambito autosufficiente per
l’applicazione universale dell’analisi matematica e
meccanica
capitolo secondo pag 48
34
Percezione distanziante e
antropomorfismo
 La nuova scienza escluse dal sapere esatto la
comunicazione da vita a vita e l’esperienza dell’impatto
e della resistenza delle cose nello sforzo corporeo
 Questo assolutismo della percezione distanziante e
oggettivante,ad opera del dualismo che non fa
comunicare spirito ed estensione,impedisce il
trasferimento di caratteri dell’esperienza interna
nell’interpretazione del mondo esterno
 L’antropomorfismo e lo zoomorfismo divennero alto
tradimento della scienza naturale filosofica
capitolo secondo, pp. 48-49
35
Conseguenze gnoseologiche del
divieto dell’antropomorfismo
 La lotta contro la teleologia è una fase della lotta
contro l’antropomorfismo degli dei e contro il
finalismo aristotelico,contro le cause
finali,formali,efficienti a vantaggio di quelle materiali
 Hume ritenne estranee alle cose,l’idea di forza e di
connessione necessaria. Le reputò entrambe “
impressioni della riflessione”.Ossia egli le giudicò
proiezioni di tratti dell’esperienza soggettiva umana
del sé sulla natura rese capaci di abolire la scienza
oggettiva che verrebbe resa antropomorfa e quindi non
universale
capitolo secondo,pp49-50
36
Il processo di espulsione della
forza
 La fisica teorica congedò il concetto esplicativo della
forza come antropomorfico,non verificabile né
sperimentabile.Le forze motrici vennero abbandonate
come le forme sostanziali
 Dall’originario animismo,attraverso il dualismo,si
giunge al materialismo postdualistico che rinuncia in
modo agnostico a comprendere i suoi oggetti
capitolo secondo pp 49-50
37
La teleologia postdualistica
rimessa in gioco
 La giustificazione di una esclusione a priori delle cause
finali dalla realtà esterna consiste nel conservare la
verità dell’escluso sul proprio terreno nativo
 Il finalismo è stato relegato dal dualismo nell’essenza
dell’uomo o della vita ma non negata bensì solo
dissociata da quella della res extensa
 Il dualismo divenne insostenibile di fronte alla
esperienza organica,dato che la res cogitans diviene
nella sua fondazione organica,quale parte e prodotto
della natura unitaria
capitolo secondo,pp 50-51
38
L’evoluzionismo contro il dualismo
 L’evoluzionismo è inseparabile dal monismo moderno
e cancella la divisione/opposizione di uomo e di natura
 Il monismo moderno ha due alternative:1° dare
evidenza universale all’interiorità dell’uomo che
interviene sulla natura a lui esterna;
2° estendere le prerogative della materia meccanica
alla natura dell’uomo,alienandolo da sé stesso, allo
scopo di negare genuinità all’autoesperienza della vita
capitolo secondo,pp. 50-51 FINE CAPITOLO DA
PAGINA 36
39
Deismo per il meccanicismo della
natura (inizio capitolo 3°)
 Il deismo, antiprovvidenzalista e
antipanteista,escludendo intrusioni teleologiche e
creazioniste,offrì un modello uniforme che applicasse
sia al sistema solare sia ai corpi animali,un modello
uniforme
 Il deismo offrì l’idea di natura quale immane
macchina,che una volta messa in moto,continua ad
andare da sola,secondo meccanismi propri
 Sull’origine della materia,il teismo,camuffando il suo
contenuto teologico,trasformò Dio in un orologiaio
che una volta solo ha comunicato una spinta al mondo
capitolo terzo pp.52-53
40
Il superamento dell’idea di
creazione con il deismo
 Sparito il motore immobile aristotelico,grazie ad un
motore iniziale,le cose primordiali diventano prime
anche cronologicamente; così come lo stato
presente,per successione temporale,viene
dedotto,rendendo superflua la creazione;
 L’emancipazione dalla creazione costruttiva e
trascendente, porta alla successione infinita
complessiva continua
capitolo terzo pp.52-53
41
Uscita dal deismo con il
meccanicismo
 La filosofia meccanicistica uscì dal deismo ricercando
la datità dei sistemi fisici dati,secondo i principi
generali della meccanica. Così ha fatto Newton
nell’elaborare la teoria del sistema planetario.
 Subito dopo,Kant e Laplace,procederanno alla
ricostruzione di una possibile generazione di tali
sistemi da stati precedenti e alla fine da un
indeterminato stato primordiale della materia
 Tra tutti questi stati precedenti e successivi si applica
un identico sostrato meccanicistico
capitolo terzo pp. 52-53
42
L’essere identificato con azione processo non +“ in sè-per sé”
 Ogni cosa data,presuppone una identità di sostrato,per
cui è in pari tempo,effetto e causa, prodotto del
passato e produttrice di futuro
 Viene presupposto uno stato primordiale di materia in
cui la materia è più semplice,in base alle condizioni
causali più probabili.
capitolo terzo pp. 53-54
43
La coincidenza dell’essere con il
tempo
 Ogni nuovo stato di organizzazione raggiunto,indica la
misura dell’equilibrio relativo risultante dalla
instabilità di una precedente distribuzione della
materia-massa
 Questa successione di stati complessivi e continua
all’infinito,rende l’essere coincidente con il tempo e
con l’azione e il relativo processo
capitolo terzo pp.53-54
44
Il capovolgimento della metafisica
classica
 Con il meccanicismo,l’effetto abolisce la superiorità
della causa,ritenuta, un tempo, creatrice dotata di più
forza e di più perfezione e di maggior realtà rispetto ad
esso,per essenza formale e per articolazione strutturale
 La deduzione genetica di uno stato di organizzazione
materiale da uno precedente ad uno successivo,
all’infinito,tra loro indifferenti,per pura successione
temporale,fa sì che il primitivo spieghi l’articolato,lo
instabile lo stabile,il disordine l’ordine,il divenire
l’essere
capitolo terzo pp.54-55
45
Limite della catena casualistica del
meccanicismo
 Per individui e organismi altamente strutturati la
genesi meramente casuale risulta improbabile.
Diversamente dagli automi cartesiani,le macchine
naturali risultano frutto di una pianificazione evoluta e
complessa
 Gli organismi non sono strutture cosmiche
permanenti ma singoli in crescita e sviluppo.
L’evoluzione qui riguarda non la specie ma la genesi
individuale. I genitori danno ai figli non solo
l’esistenza ma anche la forma per cui accanto alla causa
efficiente va ricuperata la causa formale
capitolo terzo pp.56-57
46
La scissione delle prime forme di
generazionedalle successive
 I determinanti atemporali del processo vitale vanno
scissi
dalle determinazioni temporali degli organismi singoli
. Da una parte si pone la generazione spontanea delle
prime forme; dall’altra si dà la discendenza da esse
delle forme presenti
capitolo terzo pp.55-56
47
Casualità delle origini+causalità
delle progressioni successive
 La generazione spontanea confinata nella primissima
presenza di vita che in quanto tale richieda un minimo
di organizzazione,può essere affidata alle
combinazionidel caso
 L’evoluzione delle forme superiori non coinvolge
quella delle forme iniziali prive di teleologia,di
disposizione preformativa
 Una volta che esiste la vita,essa determina
progressivamente le proprie condizioni per il gioco
meccanico delle variazioni. Ogni tiro di dadi resta
cieco.
capitolo terzo pp. 57-58
48
Accumulazione delle mutazioni e
postulato delle selezione nat.
 L’ereditarietà è lo strumento delle mutazioni della
specie;trasmessi dalla riproduzione,gli effetti delle
mutazione possono accumularsi entro una linea e ai
piccoli passi del caso è concesso di crescere divenendo
imponenti e complessi genotipi
 L’apparire di mutazioni non fornisce elementi
verificativi della loro essenza e della loro causa
 La selezione naturale è una deduzione logica dalle due
premesse della competizione e della differenza tra ciò
che è in competizione
capitolo terzo p.56-57
49
La selezione naturale + come
postulato che ipotesi scientifica
 Il carattere casuale delle mutazioni è una ipotesi da
sottoporre al rasoio di Ockham per una verifica di
rappresentatività di criterio non metafisico di tutte le
dinamiche di tutte le mutazioni
 Il fatto che questo tipo di variabilità sia sufficiente per
l’emergere degli ordini tassonomici più grandi,è per
ora una affermazione più metafisica o più postulato
metodologico che una ipotesi scientifica,se “ipotesi”
deve comprendere la costruzione di un modello
funzionante almeno mentalmente
capitolo terzo p.59
50
L’evoluzione rigenera il concetto
generale di vita
 In Cartesio la natura animale era una struttura
meccanica con funzioni di prestazione da macchina ad
imitazione di una cosa vivente
 Per l’evoluzionismo la nozione cartesiana di struttura è
un prodotto della vita,fermata in un attimo del suo
dinamismo complessivo. Essa è un equipaggiamento
strutturale per vivere,una conquista,un suo proprio
risultato
 La vita che si autoproduce elimina le essenze
immutabili dette naturali. L’assenza della finalità
teleologica apre all’avventurosità della vita dal finale
capitolo terzo pp 59-60
51
aperto
L’essenza della vita ridotta a sua
pura conservazione
 La platonica forma sostanziale della vita e la relativa
essenza creata e immutabile sono sostituite
nell’evoluzionismo dal rapporto tra organismo e
ambiente
 Questo rapporto forma un sistema; l’equilibrio che si
crea segna una evoluzione della specie priva di
determinazioni originarie e immanenti
 Il pensiero non era previsto nell’ameba. Eppure, a suo
tempo, tutto venne prodotto in modo non
prevedibile,durante l’enorme intervallo della mutante
situazione iniziale
capitolo terzo pp.60-61
52
La negazione dell’essenza umana
accomuna darwin esistenzialismo
e nieztsche
 Contro la nozione di animal naturale e di “a immagine
di Dio”che attribuiva idealità alla natura umana,
Nietzche negò ogni essenza alla natura dell’uomo
 Per Darwin la ragione è al servizio della
sopravvivenza,in aggiunta alla astuzia animale,e a ogni
scopo utile anche irrazionale
 Come l’evoluzionismo ha abolito le specie immutabili
platonizzanti,così l’esistenzialismo è il frutto più
radicale della vittoria definitiva del nominalismo sul
realismo
capitolo terzo pp.61-62
53
Causalità essenziale e contingenza
nella natura
 Le cosmologie copernicana,newtoniana,laplaciana
hanno rivoluzionato la connessione tra necessità
maturale e contingenza radicale. Per cui voler associare
caso/casualità a necessità causale significa dire che la
necessità è esteriore e la casualità interna
 La necessità è solo la somma complessiva
nell’interazione delle sue parti slegate,delle quali
ognuna contribuisce con la sua quantità. La casualità è
la contengenza di ogni essere particolare
 La necessità esteriore si somma alla contingenza di
ogni essere particolare
capitolo terzo pp. 62-63
54
Necessità e contingenza
nell’evoluzionismo
 La casualità dei livelli superiori deriva da una identica
casualità delle origini,accomunati dalla
contingenza,benchè la fatticità di entrambi sia
necessaria
 La specie come struttura relativamente stabile è un
risultato casuale della storia,senza status finale né
indicazioni del fluire delle successioni delle
generazioni.Essa acquista una contingenza radicale
 La vita non è prestazione autonoma della sostanza
vivente.La vita abbraccia il gioco alterno di organismo
e di ambiente. Esso produce la specie, entro
l’instabilità organica, confrontando possibilità
terzo pp. 63-65
accidentali e capitolo
ambiente
55
Causalità della selezione naturale
tra essere e non essere
 La meccanica delle selezione prende il posto della
teleologia,come sostituto negativo. Difatti la selezione
spiega la scomparsa di forme per incidenti e
aberrazioni del modello,a cui viene imposta la scelta
tra malformazioni e miglioramenti provenienti
dall’ambiente esterno. Così il casuale diventa
costruttivo. Il progresso si realizza mediante sia la
sfortuna sia lo stupore dell’ascesa attraverso il caso
 Le macchine o organiche complesse e sofisticate e il
loro ascendere sono spiegabili a partire da queste
premesse
capitolo terzo pp.65-66
56
L’evoluzione come patologia di
una biologia meccanicistica
 La casualità costruttiva della selezione naturale come
ipotesi teoretica implica che l’instabilità plasma gli
organismi e simula creatività
 Se il compito del sistema genetico è quello di
trasmettere l’ereditarietà,la stabilità per la trasmissione
di essa sarà la sua virtù principale. Una mutazione sarà
un turbamento,sarà un guasto meccanico,sarà una
malformazione utile ma patologica,produrrà una
gigantesca mostruosità,finalizzata alla sopravvivenza.
 Basta una biologia meccanicistica a rendere giustizia
dei fenomeni complessi della vita ?
capitolo terzo pp.66/67
57
Dualismo tra germe e soma
 Dai dualismi cartesiano e organismo/ambiente si passa
a quello tra germe e soma,combinando darwinismo e
genetica. Il germe è la possibilità e non di riprodursi
per automatismo della storia germinale,sottratta
all’ambiente,nella oscurità sotterranea . Il
soma,invece,è l’attuale organismo,che interagisce con
l’ambiente e che costituisce per il plasma generale il
mediatore degli effetti dell’ambiente stesso sul singolo
germe, che lotta per la vita e per la sopravvivenza
 Il soma è al servizio del germe come l’albero del seme.
Insomma lo sviluppato per il non sviluppato.
capitolo terzo pp 67/68
58
L’evoluzionismo è costretto a
interessarsi dello spirito
 L’evoluzionismo abbandonando il dualismo
cartesiano,accoglie un monismo materialistico che
edeve dar ragione degli attributi spirituali che fanno
parte dei capricci che compaiono nel gioco della
meccanica delle mutazioni
 I primi filosofi della scienza moderna ( ad eccezione di
Gassendi e di Hobbes ) accolsero il dualismo
cartesiano per affidare unicamente all’automatismo
della natura materiale la generazione delle forme di
vita ramificantisi e ascendenti
capitolo terzo pp. 68/69
59
Dualismo per la scienza
naturale:vantaggi e svantaggi
 Vantaggi:alla scienza naturale l’estensione ha
consentito di eliminare le qualità secondarie soggettive
umane dagli oggetti,misurati e descritti
matematicamente,isolati dalla sostanza spirituale e
mentale umana. Le scienze naturali si erano dotate di
una giustificazione metafisica nell’adozione del
materialismo meccanicistico
 Svantaggi per i soggetti umani che sono organismi
viventi che non escludono rapporti tra materia estesa e
autocoscienza pensante.Berkeley,Spinoza e Leibniz
hanno cercato soluzioni in proposito senza molto
capitolo terzo pp.69-70
60
successo
Gli animali resi automi estesi
senza coscienza
 L’organismo ricostruito come automa ha l’illusoria
apparenza dei segni del dolore e del piacere per
deduzione antropomorfa ma resta solo corpo esteso
 I diritti dello spirito e dell’interiorità venivano concessi
alla sola coscienza umana perché non interferissero
con i corpi solo estesi animali non autocoscienti
 L’enigma irrisolto dell’uomo garantiva l’essenza priva
di enigmi,anche se metafisicamente priva di senso
dell’intero ambito biologico extraumano
L’evoluzionismo dissolse
l’ontologia cartesiana
 L’evoluzione abolisce la posizione preferenziale
dell’uomo. La contiguità dell’origine dell’uomo con
quella degli animali rese impossibile considerare lo
spirito e i fenomeni spirituali umani in generale come
l’irruzione brusca di un principio ontologico estraneo
proprio in questo punto dell’intero flusso della vita
 Lo spirito dovette essere avvicinato a qualche stadio
dell’animalità,restituendo dignità al regno complessivo
della vita
capitolo terzo pp. 72-74
62
Spinoza e Leibniz per l’alternativa
all’ontologia cartes.
 Spinoza e Leibniz con il principio della continuità
qualitativa a partire dal regno dell’autocoscienza per
giungere alla oscurità della percezione,ridanno logicità
alla genealogia scientifica della vita
 La revisione dell’ontologia tradizionale parte dalla
concezione dell’essere come divenire e cerca nel
fenomeno dell’evoluzione cosmica la chiave per una
possibile collocazione al di là delle vecchie alternative
Cartesianesimo e negazione della
teoria della vita
 Il cartesianesimoo ha garantito la correlazione tra
struttura e funzione mediante i principi della
meccanica applicati all’estensione dei corpi/oggetti
 Il cartesianesimo ha negato la connessione tra
struttura e sua funzione negli organismi e sensibilità
ed esperienza degli organismi viventi
 Le prestazioni dei corpi venivano assicurate ma la vita
diveniva incomprensibile
appendice al capitolo terzo p.75
64
Il fine dlla macchina/animale è
l’autoconservazione
 Berkeley,Leibniz,Spinoza con l’occasionalismo
cercarono una ricomposizione tra spirito e materia
mediante la sincronizzazione divina del mondo
esterno (esteso) e quello interno
(autocoscienziale,spirituale )
 Alla macchina animale non basta il “ come “ funziona
ma anche il “ a che scopo” l’artefice umano e/o divino
l’ha costruita
 Questo automa pur privo di teleologia immanente
funziona per effetto dello scopo che la macchina stessa
ha cioè quello di autoconservarsi per funzionare, pena
la caduta nel nulla ateleologico
appendice al terzo capitolo p. 75
Negazione della qualità nei corpi
estesi secondo Cartesio
 La macchina in quanto tale,priva dello spirito,non può
godere della sua esistenza ed allora dovrà servire a un
fine diverso da sé. L’universo diverrebbe il trastullo
degli spiriti celesti ?
 La qualità in generale, esterna all’estensione,è solo una
creazione della sensibilità del soggetto umano,come
confusa rappresentazione della quantità in uno sprito
imperfetto. Gli spiriti puri fanno a meno della quantità
e così pure gli organismi-macchina in quanto privi di
spirito.
appendice al terzo capitolo pp. 75-76
66
Il mondo dei fini è richiesto dalla
immortalità e dalla razionalità
umane
 Le piante e gli animali esisterebbero per l’uomo
secondo la ordinazione biblica del Creatore. Il
cartesianesimo radicalizza questa esigenza dell’uomo,
imago Dei,rendendo l’uomo detentore di ogni tipo di
interiorità spirituale e di anima
 Lo stoicismo,valorizzando l’uso della ragione,colloca
l’essere umano in cima alla scale degli esseri,dandogli
il diritto di destinare i fini della natura inorganica e
organica animale. Cartesio nega al mondo umano dei
fini la possibilità di giustificare l’esistenza dell’intero
cosmo
appendice al terzo capitolo p.76
67
I “come se” della vita umana in
Cartesio e negli occasionalisti
 Il cosidetto “ re dell’universo” vive “ come se “ il suo
corpo non servisse lo spirito e viceversa
 Pur razionale e autocosciente, l’uomo non può
dimostrare che il suo corpo esistente è necessario all’io
pensante,per cui deve vivere “ come se “ non servise
all’io del cogito
 L’occasionalismo peggiora i “ come se “ riducendo il
corpo umano ad automatismo regolato
dall’immanentismo ordinatore divino,orologio tra gli
orologi del “ grande orologiaio “ o “divino matematico”
o “grande fratello” già primo motore immobile che
appendice del terzo capitolo p. 77
68
muove i mossi
Il sacrifico della psicofisicità
umana alla rivoluzione naturale
 Alla realtà organica si negò il suo carattere
fondamentale di essere partecipe della vita. E questo
nonostante che l’esperienza psicofisica umana
contraddicesse il dualismo materia e spirito
 Cartesio rese enigmatico e ingiustificabile l’atto umano
frutto della volontà senza che fosse solo frutto di un
arto,mosso per urto con un altro corpo.Nonostante che
il senso comune non collegasse direttamente né
principalmente una decisione della volontà ad agire
con una parte qualsiasi del corpo umano
appendice al capitolo terzo pp. 77-78
69
Parametri di costruzione vs
parametri di vita vissuta
 Alla nostra quotidiana esperienza saltano agli occhi i
gradi di differenziata organizzazione della vita
organica soprattutto animale. Dualismo e
occasionalismo impedivano di riconoscere che la
perfezione dell’organizzazione fisica fosse
riconducibile alla qualità della vita
 Non esistendo che l’anima razionale, tutta la
perfezione meccanica messa in mostra negli organismi
animali finiva per essere un gigantesco inganno. Per
cui inevitabile diventa lo scontro tra i parametri di
costruzione e di funzione esterna e quelli di vita
vissuta
appendice apitolo terzo p. 79 fine appendice di 7
diapositive
70
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