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BANCOPOSTA E CASSA DEPOSITI e PRESTITI Dalla raccolta del risparmio postale all’investimento negli assets strategici del Paese? Roma, 17 Giugno 2013 CGIL – Sala Giuseppe Di Vittorio CASSA DEPOSITI e PRESTITI E BANCOPOSTA Il profilo identitario Il punto di partenza è dato dalle identità della Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e del Bancoposta (BP): è un tema sfidante per la ricostruzione giuridica, ma anche per il dibattito istituzionale e politico. L'identità delle due Istituzioni è però il frutto di un percorso evolutivo: Identità storica: circuito di intermediazione del risparmio Identità attuale: speciale intreccio di funzione pubblica ed attività privata Identità prospettica: sviluppo di funzioni sempre più di “sistema” CASSA DEPOSITI e PRESTITI E BANCOPOSTA L'identità storica Il sistema Casse di risparmio postali (in epoca moderna Bancoposta) Cassa Depositi e Prestiti ha alimentato, fin dalle origini, le componenti di un autonomo circuito di raccolta e impiego del risparmio, basato sul rapporto tra collocatore ed emittente. A partire dal 1875 la Cassa (istituita nel 1850) assume la funzione di Cassa Depositi Centrale del Risparmio Postale. E' la premessa per l'avvio dell'intreccio amministrativo tra due sistemi di rete: Gli sportelli postali sul fronte della Gli impieghi della Cassa Depositi raccolta del “risparmio postale” e Prestiti diretti allo sviluppo infrastrutturale Il BANCOPOSTA – L'IDENTITA' ATTUALE Il nuovo ordinamento Bancoposta (I) Il passaggio dall'identità storica a quella attuale prende avvio solo negli anni '90, in ragione di una serie di “spinte” di sistema, ispiratrici delle normative di riforma. 1993: punto di partenza della trasformazione istituzionale di Poste (da Amministrazione Pubblica ad Ente Pubblico Economico. Diviene SPA nel 1998). 1993-98: varie disposizioni normative ampliano la gamma di strumenti che l'Ente Poste è abilitato a distribuire (tramite Bancoposta). Il Bancoposta consolida progressivamente una sua posizione nel mercato come collocatore di strumenti finanziari di terzi (inizialmente BOT, CCT, BTP, poi anche titoli emessi da SPA partecipate direttamente o indirettamente dallo Stato). Si sviluppa un' attività di raccolta del risparmio distinta dal “risparmio postale”, ponendo sempre più in luce l'esigenza di integrazione tra sistema postale e bancario. Il BANCOPOSTA – L'IDENTITA' ATTUALE Il nuovo ordinamento Bancoposta (II) 2001: emanazione del d.P.R. 144/2001, c.d. “Regolamento Bancoposta” che elenca e disciplina i servizi bancari e finanziari esercitabili: a) Raccolta del risparmio tra il pubblico, come definita dal T.u.b.; b) Raccolta del risparmio postale; c) Servizi di pagamento, incluse emissione, gestione e vendita carte prepagate e altri mezzi di pagamento; d) Servizio di intermediazione in cambi; e) Promozione e collocamento di finanziamenti concessi da banche e intermediari finanziari abilitati; f) Servizi di investimento e accessori. 2004: Banca d'Italia emana apposito capitolo di Istruzioni di Vigilanza sulle attività di Bancoposta, oggetto, per la 1° volta, di specifica normazione dedicata e rientrante nel perimetro della normativa bancaria e finanziaria. Il BANCOPOSTA – L'IDENTITA' ATTUALE Il nuovo ordinamento Bancoposta (III) LE FUNZIONI: a) raccolta del risparmio e b) raccolta del risparmio postale a) la raccolta del risparmio è la prima delle funzioni elencate dal Regolamento BP e ad essa si applica il concetto di raccolta del T.u.b. Le risorse dei c/c postali intestati a clientela privata sono impiegate in titoli di Stato dell'Area € per assicurare rimborsabilità; i fondi rinvenienti da c/c P.A. sono depositati presso la Tesoreria di Stato e remunerati a tasso variabile calcolato su paniere di titoli e fissato da convenzione tra Poste e MEF. b) la raccolta del risparmio postale designa esclusivamente le risorse derivanti da Libretti Postali e Buoni Postali, destinate ad assicurare il funding di CDP. In questo caso, BP svolge una mera funzione di collocamento basata su un rapporto giuridico convenzionale. (Una apposita convenzione Poste/CDP regola la remunerazione per i servizi di collocamento). IL BANCOPOSTA – L'IDENTITA' ATTUALE Il nuovo ordinamento Bancoposta (IV) LE FUNZIONI: la spinta verso l'integrazione del c) sistema dei pagamenti Le funzioni di cui al punto c) si riferiscono all'intera area del sistema dei pagamenti, inteso come insieme di strumenti e procedure volti a realizzare la circolazione di moneta tra operatori. In precedenza vi era totale separatezza tra il sistema di pagamenti postale e quello incentrato sulle aziende creditizie > evidenti distorsioni nella fluidità e nel controllo del sistema complessivo. L'obiettivo della piena integrazione dei sistemi di pagamento ha rappresentato una delle “spinte” sottostanti il processo evolutivo, poi ulteriormente implementato tramite accordi convenzionali Poste/ABI. Risultato del processo di convergenza: infrastruttura postale dei servizi di pagamento è parte integrante della regolazione dell'ordinamento generale (da ultimo, Direttiva 2007/64/CE – Payment Services Directive – estesa al BP). IL BANCOPOSTA – L'IDENTITA' ATTUALE Il nuovo ordinamento Bancoposta (V) LE FUNZIONI: d) e) f) i servizi di collocamento dei prodotti finanziari Anche nell'ampliamento delle funzioni di BP allo svolgimento di servizi di investimento e accessori emerge la “spinta” dettata da esigenze di riduzione delle asimmetrie con il sistema bancario. In questo senso, estensione a BP di disposizioni del T.u.f. in materia di regolamentazione e controllo dello svolgimento di servizi di investimento; Da ultimo (2010), l'avvio del servizio di Consulenza in materia di investimenti; Ed interventi di revisione dello schema operativo dovuti ad altri adeguamenti alla MiFID IL BANCOPOSTA – L'IDENTITA' ATTUALE Il Patrimonio Separato Bancoposta (I) A partire dal Regolamento 2001 il Bancoposta si apre alla vigilanza ed alla applicazione della normativa generale in materia bancaria. Il soggetto BP rimane mera struttura divisionale di Poste Italiane SPA, ma l'attività di BP viene isolata dal punto di vista organizzativo (apposite strutture distinte da quelle destinate ad attività non finanziarie) ed amministrativo (sistema di separazione contabile, dal 1999). 2011 significativa svolta normativa: costituzione di un Patrimonio destinato esclusivamente all'esercizio dell'attività di Bancoposta. IL BANCOPOSTA – L'IDENTITA' ATTUALE Il Patrimonio Separato Bancoposta (II) Il Patrimonio separato come elemento fondamentale per la principale criticità del fenomeno: la definizione dell'identità soggettiva di Bancoposta Punto di arrivo dell'evoluzione storica Stato dell'arte dell'identità attuale di Bancoposta (attività oggetto di un ordinamento dedicato) Punto di partenza verso l'identità prospettica che pone il tema più ampio dell'aggregato finanziario di cui BP è parte insieme alle altre imprese (assicurative e finanziarie) che lo compongono. L'EVOLUZIONE DEL BANCOPOSTA L'operatività plurale L'inquadramento istituzionale del BP deve tener conto del contestuale processo evolutivo di Poste Italiane S.p.A. che ha dato luogo alla progressiva costituzione di un Gruppo di imprese che operano in affiancamento alla Divisione Bancoposta. Profili di criticità: - il Gruppo non è soggetto alla normativa di vigilanza integrata prevista per i gruppi bancari; - il Bancoposta è una mera Divisione di una Holding operativa anche in ambito non finanziario. LE FUNZIONI FINANZIARIE DI GRUPPO La SGR e PosteVita Tramite la rete distributiva, il Gruppo colloca i fondi gestiti da Bancoposta Fondi SGR SPA, a fronte di commissioni passive rese dalla SGR per i servizi di collocamento. Della rete postale si avvale anche PosteVita SPA (1999) per il collocamento di polizze vita. L'esercizio di un'impresa assicurativa da parte di Poste Italiane ne evidenzia la sostanziale convergenza sulle linee operative della bancassicurazione. Il successo del modello distributivo di prodotti assicurativi propri è reso più che evidente dall'apporto al fatturato di Gruppo dato da PosteVita (superiore da solo alla metà del fatturato complessivo). LE FUNZIONI FINANZIARIE DI GRUPPO Le attività bancarie tramite la società bancaria controllata MCC-BdM 2011: acquisizione totalitaria delle quote di MedioCredito Centrale da parte di Poste. Operazione dettata da scelte di politica economica orientate al sostegno allo sviluppo. Preliminare all'acquisizione è stata l'autorizzazione della Banca d'Italia ad acquisire partecipazioni di controllo nel capitale delle banche da parte di Poste. Interesse strategico dell'operazione: le disposizioni del T.u.b. Condizionano la configurazione come Gruppo bancario alla presenza al suo interno di almeno 1 banca. LA PROSPETTIVA DI IDENTIFICAZIONE NELLA FIGURA DI GRUPPO BANCARIO (I) Il Gruppo bancario sussiste in presenza della rilevanza determinante della componente bancaria-finanziaria: Σ attivi non bancari e finanziari <= 15% del totale consolidato In Poste Italiane le componenti finanziarie e assicurative sfiorano l'80% nel 2012 segnando una forte rilevanza, seppur non determinante ai fini della identificazione di un Gruppo bancario secondo i criteri T.u.b. LA PROSPETTIVA DI IDENTIFICAZIONE NELLA FIGURA DI GRUPPO BANCARIO (II) Le componenti del fatturato complessivo: Milioni Euro 2010 2011 2012 Serv. postali 5065 (23%) 5162 (24%) 4657 (20%) Serv. 4946 (milioni(22%) Finanz. euro) Serv. 11206 Assicur (51%) ativi 5036 (23%) 5312 (22%) 11278 (52%) 13833 (58%) LA PROSPETTIVA DI IDENTIFICAZIONE NELLA FIGURA DI GRUPPO BANCARIO (III) Al di là del raggiungimento delle soglie indicate, la coesistenza nella Holding di attività finanziarie e industriali, ne impedisce l'identificazione come soggetto giuridico cui imputare la direzione unitaria di Gruppo ai sensi del T.u.b.. La Vigilanza esercitata dalle Autorità sui mercati finanziari nei confronti di Poste Italiane come Capogruppo è dettata solo dalla presenza – al suo interno – di un ambito vigilato di attività → Divisione Bancoposta (articolazione organizzativa). L'ATTUALITA' DELL'INQUADRAMENTO NELLA FIGURA DEL CONGLOMERATO FINANZIARIO (I) Il Conglomerato è una proposta allo studio delle Autorità che consentirebbe di conciliare tre opportunità: I. Salvaguardare l'autonomia imprenditoriale delle varie componenti finanziarie del Gruppo; II. Evitare lo scorporo del Bancoposta rispetto alla componente industriale storica; III. Ricondurre il quadro istituzionale complessivo di attività finanziarie che costituirebbero, come Gruppo bancario, uno dei maggiori gruppi finanziari del Paese (inclusivo della prima compagnia Vita italiana per raccolta annua), ad un sistema di vigilanza regolamentare integrato (tra Consob, Banca d'Italia e IVASS) . Lo scopo del Conglomerato infatti è quello di favorire la cooperazione tra le diverse Autorità di vigilanza, eliminando le potenziali sovrapposizioni e favorendo parità di trattamento alle imprese operanti nel Gruppo. L'ATTUALITA' DELL'INQUADRAMENTO NELLA FIGURA DEL CONGLOMERATO FINANZIARIO (II) L'integrazione delle attività offre sinergie di gruppo positive, ma anche crescita di rischi e di conflitti di interesse infragruppo Ciò pone l'esigenza di vigilanza integrata tra: Bancoposta Fondi SGR Banca d'Italia e Consob MCC-BdM Banca d'Italia PosteVita S.p.A. IVASS L'ATTUALITA' DELL'INQUADRAMENTO NELLA FIGURA DEL CONGLOMERATO FINANZIARIO (III) Al fine di eliminare possibili sovrapposizioni delle forme di vigilanza e rispondere alle esigenze derivanti da dinamiche di gruppo, una valida risposta di inquadramento giuridico potrebbe essere data dalla applicazione al Gruppo di imprese di Poste Italiane della figura del CONGLOMERATO FINANZIARIO ↓Costruzione comunitaria che raggruppa società con modelli di business eterogenei, contemplando l'assoggettamento a vigilanza supplementare anche laddove la Capogruppo non sia un'impresa regolamentata, ma svolga principalmente attività nel settore finanziario. La figura del Conglomerato è stata introdotta a livello comunitario per evitare i c.d. “rischi di gruppo” che possono determinarsi quando il Gruppo opera per il tramite di imprese diverse in diversi settori finanziari. CASSA DEPOSITI e PRESTITI La modernizzazione del ruolo storico (I) Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. è oggi il soggetto risultante dalla trasformazione in S.p.A. della CDP-Amministrazione dello Stato operata dal d.l. 269/2003. Al decreto del 2003 si deve un notevole ampliamento dell'operatività di CDP che affianca il profilo tradizionale (supporto EE.LL.) a quello innovativo (attività di intermediazione finanziaria non bancaria rivolta ad una più ampia platea di controparti). NOVITA': suddivisione della gestione in 2 rami → Gestione Separata e Gestione Ordinaria INVARIANTI: modalità di raccolta delle risorse destinate alla Gestione Separata e mantenimento dei rapporti convenzionali con Bancoposta CASSA DEPOSITI e PRESTITI La modernizzazione del ruolo storico (II) L'ampliamento della mission e la modernizzazione del ruolo di CDP a partire dal 2003 ha dato luogo al profilarsi di tre profili d'impresa: 1. CDP finanziatore istituzionale di soggetti pubblici 2. CDP investitore di lungo periodo 3. CDP azionista di partecipazioni pubbliche necessarie Il primo insieme di attività costituisce il ramo della Gestione Separata, basata sulla raccolta postale che è qualificata dalla legge come “servizio di interesse economico generale” e pertanto beneficia della garanzia dello Stato. CASSA DEPOSITI e PRESTITI Gestione Separata e Gestione Ordinaria Le attività della Gestione Separata si Nell'ambito della Gestione Ordinaria la Cassa agisce come un pongono in continuità con quelle intermediario finanziario privato, svolte prima della trasformazione raccogliendo risorse sul mercato societaria, arricchite di alcune (investitori istituzionali) ed novità: impiegandole attraverso varie forme - condizioni degli impieghi: non più di intermediazione, sempre a determinate dal MEF, ma condizioni di mercato. direttamente da CDP; La priorità strategica dei - condizioni della raccolta: maggiore finanziamenti riguarda infrastrutture flessibilità nella definizione delle e reti di energia, trasporto e condizioni e della gamma dei telecomunicazioni. prodotti offerti; - La Cassa può finanziare non oltre il -Utilizzo della raccolta postale per il 50% di ciascun progetto, in maniera finanziamento di soggetti privati per complementare al sistema bancario. progetti “di interesse pubblico” (infrastrutture, opere pubbliche). LA CONVENZIONE BANCOPOSTA – CASSA DEPOSITI E PRESTITI Il rapporto tra CDP e Poste Italiane rientra tra i profili di continuità ed è basato su un regime convenzionale di durata periodica (1- 3 anni). La convenzione definisce i criteri di remunerazione per l'attività di collocamento e per la gestione amministrativo-contabile dei prodotti di risparmio postale, di cui Bancoposta detiene l'esclusiva. La convenzione vigente stabilisce: Per l'attività di collocamento → remunerazione parametrata alla raccolta effettuata, nell'ambito di obiettivi prefissati Per la gestione amministrativo-contabile → remunerazione commisurata al capitale vigente medio per buoni ed alla giacenza media giornaliera per libretti. L'EVOLUZIONE DI CDP Il ruolo di investitore di lungo termine CDP si autodefinisce come un “operatore di lungo termine esterno al perimetro della P.A.” ↓ Un investitore stabile quindi per operazioni in equity proiettate ad un'attività di sviluppo. Per questa attività CDP si avvale di strumenti propri dei Long Term Investors: Fondi comuni di investimento gestiti da SGR, o veicoli di partecipazioni. Lo strumento di intervento diretto in questo campo è il: FONDO STRATEGICO ITALIANO (FSI) => Holding di partecipazioni volta a sostenere lo sviluppo di imprese strategiche italiane. FSI acquisisce quote di minoranza in imprese di “rilevante interesse nazionale” in equilibrio economico-finanziario e con adeguate prospettive di sviluppo. L'EVOLUZIONE DI CDP Il ruolo di investitore di lungo termine: altri fondi partecipati Fondo Italiano di Investimento FII (opera attraverso investimenti diretti, in imprese con fatturato tra i 10 e i 250 milioni e indiretti, in altri fondi) Fondo Italiano per le Infrastrutture - F 2i Fondo 2i II Il servizio di gestione collettiva del risparmio è svolto da Fondo Italiano di Investimento SGR S.p.A. Il servizio di gestione collettiva del risparmio è svolto per entrambi i fondi da F2i SGR (specializzati nel settore infrastrutturale) Fondo Investimenti per l'abitare CDP Investimenti SGR (operante nell'edilizia privata sociale) Fondo PPP Italia (specializzato in progetti di partenariato pubblico privato) LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI COME AZIONISTA DI PARTECIPAZIONI PUBBLICHE STRATEGICHE La Cassa è una S.p.A. a controllo statale necessario → la partecipazione statale è necessariamente maggioritaria, in quanto garantita per legge. Il possesso azionario da parte di altri soggetti (fondazioni di origine bancaria) è consentito solo per la quota di minoranza. La “necessarietà” della presenza pubblica si spiega alla luce dei tre profili di impresa di CDP e diviene ancor più significativa, se considerata alla luce di una logica complessiva di allocazione delle partecipazioni statali. La normativa recente ha ampliato l’operatività della Cassa consentendole di assumere partecipazioni in società di rilevante interesse nazionale, in equilibrio economico – finanziario e con adeguate prospettive di redditività. LA CDP COME HOLDING DELLE RETI Le recenti acquisizioni incentrano il rilevante interesse nazionale sul controllo delle grandi reti e delle connesse infrastrutturazioni fisiche → SNAM S.p.A., METROWEB S.p.A. (attraverso FSI), TERNA S.p.A. È questa la premessa concettuale su cui si fonda la prospettiva – su cui si tornerà dopo – dell'acquisizione da parte di CDP della rete di Telecom Italia S.p.A. IL QUADRO DELLE PARTECIPAZIONI DELLA CDP SOCIETA' QUOTATE SOCIETA' NON QUOTATE ENI S.p.A. (25,76%) SACE S.p.A. (100%) Supporto alle esportazioni TERNA S.p.A. (29,9%) Rete elettrica SIMEST S.p.A. (76%) Supporto alle esportazioni SNAM S.p.A. (30%) Rete Gas FINTECNA S.p.A. (100%) Riqualificazione e gestione immobiliare LE PARTECIPAZIONI PUBBLICHE TRA TESORO E CASSA DEPOSITI E PRESTITI Il “rilevante interesse nazionale” segna quindi un limite concettuale nel virtuale riparto di competenze tra: Dipartimento del tesoro (MEF) che detiene le partecipazioni non strategiche e pertanto potenzialmente destinate alla vendita; e CDP, titolare di partecipazioni di rilevante interesse nazionale, sempre più incentrate sulle reti infrastrutturali, e quindi non soggette a dismissione, almeno nel breve periodo. Da questa “virtuale” allocazione di partecipazioni deriva il senso della definizione della Cassa come “soggetto a controllo pubblico necessario” => detentrice delle partecipazioni pubbliche necessarie. LA HOLDING DELLE RETI E L'APPROCCIO DEL LUNGO TERMINE Nella veste di CDP “azionista” detentore di partecipazioni strategiche si colloca la prospettata possibilità di un suo intervento nell'ambito dell'operazione di scorporo della rete Telecom Italia. Il tema dello scorporo della rete Telecom risale ai tempi dell'avvio del processo di liberalizzazione delle Tlc, con la relativa esigenza di separare la rete dai servizi di telecomunicazione. Ora si pongono ulteriori profili di strategicità ed esigenze di ammodernamento della rete che richiedono investimenti ingenti e prospettive di lungo periodo difficilmente sostenibili attraverso soli capitali privati. Il lungo termine è insito nella mission di CDP così come la strategicità delle reti. Nell'epoca attuale, il concetto di “lungo termine” si identifica, del resto, con quello di “rete”, se rapportato agli investimenti (e in parte ai ritorni) di lungo periodo che la rete comporta. I PASSAGGI EVOLUTIVI DEL PROCESSO DI SEPARAZIONE Il processo di separazione della rete infrastrutturale è già avvenuto per altre Public Utilities a livelli differenti, identificativi di tre fondamentali passaggi evolutivi della separazione: 1. La separazione contabile ↓ 2. La separazione societaria ↓ 3. La separazione proprietaria L'APPLICAZIONE DEI MODELLI DI SEPARAZIONE 1. La separazione contabile: ↓ È il caso dell'attuale Telecom Italia e della propria rete 2. La separazione societaria: ↓ È il caso di FS, oggi holding di RFI (rete) e TRENITALIA (servizi) 3. La separazione proprietaria: ↓ È il caso di ENEL e TERNA e, recentemente, di ENI e SNAM Fase attuale prevista per Telecom del processo di scorporo La separazione tra la rete e i servizi Telecom è stata finora solo contabile. Il 30 maggio 2013 il CdA di Telecom Italia, ha deliberato di approvare il progetto di societarizzazione della rete di accesso di Telecom Italia, segnando così il passaggio alla fase successiva: →→ La separazione societaria: costituzione di una newco in cui confluiranno attività e risorse relative allo sviluppo e alla gestione della rete di accesso sia in rame sia in fibra ottica. Per il momento Telecom manterrebbe il controllo, aprendo l'azionariato al solo ingresso di CDP, investitore istituzionale di lungo termine. POSSIBILE SCENARIO SUCCESSIVO È ipotizzabile, quale scenario successivo alla separazione societaria in atto, una futura separazione proprietaria, in cui Telecom ceda il controllo della società della rete a favore di un azionariato diffuso, attraverso quotazione in borsa. Modelli di riferimento per ipotizzare i possibili sviluppi in termini di assetti proprietari, sono individuabili nelle esperienze della separazione proprietaria da ENEL di Terna e da ENI di SNAM. ESEMPLIFICAZIONI DELLA FASE CONCLUSIVA: (I) L'assetto proprietario di TERNA S.p.A. (II) L'assetto proprietario di SNAM S.p.A. CDP RETI S.p.A. (I) Nell'ambito della ridefinizione dell'assetto proprietario di Telecom Italia il veicolo di partecipazione della CASSA potrebbe essere dato da CDP Reti. CDP RETI è stata costituita nel 2012 come veicolo di investimento, posseduto al 100% da CDP, attraverso cui è stata acquisita da ENI una quota partecipativa in SNAM pari al 30% del capitale. La sua missione è la gestione dell’investimento partecipativo in SNAM e il monitoraggio dell’adeguato sviluppo/mantenimento delle infrastrutture gestite, sviluppando apposite competenze nei relativi settori al fine di presidiare i propri investimenti. CDP Reti S.p.A. (II) Ad oggi in CDP Reti Spa è presente solo la partecipazione in Snam, ma secondo il progetto allo studio da parte del Governo la società dovrebbe diventare il contenitore di tutti i grandi network: da Terna (rete elettrica scissa da Enel) alla prospettata partecipazione nella rete Telecom. Considerata l'importanza del progetto “CDP Reti” si renderà necessaria l'apertura a nuovi capitali da parte di soggetti con obiettivi di investimento nelle infrastrutture, asset che garantisce buona stabilità di cassa, ma richiede una prospettiva di lungo termine. BP E CDP: LE NUOVE IDENTITA' Alcune conclusioni Gli scenari presentati sono scenari in evoluzione e pertanto non si prestano a conclusioni di sintesi. Alcune notazioni a margine possono essere date da: Ci si trova di fronte ad un ampliamento del perimetro pubblico attraverso le due Istituzioni, sviluppato però tramite un potenziamento dell'attività privata delle stesse utilizzando operazioni di mercato (es. BdM-MCC per Poste e le acquisizioni di RETI per CDP) BP E CDP: LE NUOVE IDENTITA' Alcune conclusioni (II) Ne consegue: Per Bancoposta, il delinearsi del primo Conglomerato finanziario pubblico in un settore come quello dell'offerta del risparmio tutto privato (banche, assicurazioni, fondi). Per CDP, il delinearsi di una Istituzione strumento della politica economica e finanziaria, attraverso una funzione di intervento diretto nell'economia. Nell'insieme l'unicità dei due soggetti nell'ordinamento nazionale rispetto alla “necessarietà” della presenza pubblica nel settore finanziario (BP) e nell'intervento diretto nell'economia (CDP).