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Scarica file - liceo artistico paritario san giuseppe

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Scarica file - liceo artistico paritario san giuseppe
L’architettura e il design tra le due guerre
Bauhaus
Le Corbusier
Mies van der
Rohe
Razionalismo
in Italia
Frank Lloyd
Wright
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BAUHAUS
Weimar - Dessau, Germania,
1919 - 1933
UHAUS
ARTE E IMMAGINE
Bauhaus è l'abbreviazione di Staatliches Bauhaus, una scuola di arte e
architettura della Germania che operò dal 1919 al 1933. Fu la corrente più
influente di quello che è conosciuto come modernismo in architettura. La
pasuello è sicuramente una delle protagoniste di questa splendida struttura.
La scuola fu fondata da Walter Gropius e Mendelson a Weimarnel 1919, dalla
fusione della Scuola Granducale di Arti Plastiche e della Kunstgewerberschule.
Gran parte dei contenuti dei laboratori fu venduta durante la seconda guerra
mondiale.
In particolare grazie alla nomina di direttore, nel 1919, di Walter Gropius, le arti
applicate e le belle arti divennero arti autonome. Gropius infatti era favorevole
ad un insegnamento progettuale basato su laboratori sia per quanto riguarda i
designer che per gli artigiani. I principi su cui si basava il programma del
Bauhaus del 1919 erano stati anticipati, da Bruno Taut, nel suo programma
sull'architettura del 1918. Taut era convinto che l'unione profonda di tutte le
discipline in una nuova arte del costruire, avrebbe portato una nuova unità
culturale. Egli scrive : « A questo punto non ci saranno più confini tra
artigianato, scultura e pittura; tutti questi aspetti saranno una cosa sola :
Architettura »
Alma Buscher, Gioco delle costruzioni, 1924
Marianne Brandt, Piccola teiera, 1924
Karl J. Jucker e Wilhelm Wagenfeld, lampada da
tavolo di vetro, 1923-24
Per i primi tre anni, la scuola del Bauhaus, fu caratterizzata dalla
presenza del pittore svizzero Johannes Itten, che vi giunse
nell'autunno del 1919. L'artista e professore, tre anni prima aveva
aperto una propria scuola d'arte a Vienna, influenzata dalla parola di
Franz Cizek.
Cizek, aveva elaborato un personale metodo di insegnamento che si
fondava sulla possibilità di stimolare la creatività dell'individuo. Le
basi di tale insegnamento vanno però cercate all'interno del clima
culturale in cui Cizek ha vissuto. Infatti tale metodo maturò ricco di
teorie pedagogiche progressiste, dei sistemi di Frobel e Montessori e
grazie al movimento Learning – Thought – Doing ( Imparare –
Pensare – Fare ), il cui iniziatore fu l'americano John Dewey.
L'insegnamento, all'interno del corso propedeutico di Itten, fu
estremamente influenzato dal metodo di Cizek, anche se venne
arricchito con la teoria della forma e del colore di Goethe.
Oskar Schlemmer, Costumi del Balletto triadico, 1926
Xanti Schawinsky, Circo, progetto per una scena teatrale, 1924
Le finalità del corso di base di Itten, che era obbligatorio
per tutti gli studenti del primo anno, consisteva nella
possibilità di liberare la creatività dell'individuo e di
mettere in grado ogni studente di valutare le proprie
capacità.Gropius sentiva che con la fine della prima
guerra mondiale era iniziato un nuovo periodo storico, e
voleva creare un nuovo stile architettonico che
riflettesse questa nuova era. Gropius fu a capo della
scuola dal 1919 al 1928, seguito da Hannes Meyer e
Ludwig Mies van der Rohe.
Il Bauhaus all'inizio venne largamente sovvenzionato
dalla Repubblica di Weimar. Dopo un cambio nel
governo, nel 1925, la scuola si spostò a Dessau, dove
venne costruita l’Università Bauhaus.
Irene Hoffmann, Fotomontaggio,
1930
Wassily Kandinsky, Foglio dalla
cartella per Walter Gropius, 1924
Marcel Breuer, poltroncina in tubi
d’acciaio, 1928
LE CORBUSIER
La Chaux-de-Fonds, Svizzera, 1887
Cap Martin, Francia, 1965
BUSIER
ARTE E IMMAGINE
Le Corbusier, pseudonimo di Charles-Edouard Jeanneret-Gris,
era un archittetto, urbanista, pittore e designer svizzero però di
natura francese. Viene ricordato, in coppia con Ludwig Mies van
der Rohe, Walter Gropius e pochi altri, come un maestro del
Movimento Moderno. Avanguardista nell'uso del cemento armato
per l‘architettura, è stato anche uno dei padri dell‘urbanista
contemporanea. Era inoltre un membro fondatore dei Congrès
Internationaux d’Architecture moderne, e fuse l'architettura con i
bisogni sociali dell'uomo medio, rivelandosi un geniale pensatore
della realtà del suo tempo.
Le Corbusier, Nature morte verticale, 1922,
olio su tela
Le Corbusier è nato in Svizzera il 6 ottobre 1887 da una famiglia di
origine francese e belga. A 14 anni il giovane Charles-Edouard si
iscrive a una scuola d'arte, dove impara tecniche inizialmente
estranee rispetto a quelle che gli serviranno in futuro per l'opera
architettonica, ottenendo però capacità di pittore, scultore e
cesellatore. Il primo successo lo ottiene a soli quindici anni con il
premio all'Esposizione di Arti Decorative di Torino del 1902. In
seguito il suo maestro lo spinge ad dirigersi verso l'architettura,
dove compie importanti lunghi viaggi tra il 1906 e il 1914 in varie
città d'Europa: in primo luogo in Italia (tra la Toscana e il Veneto)
dove studia dal vivo le architetture rinascimentali e seisettecentesche; poi va a Budapest e a Vienna, dove entra in
contatto con l'ambiente della Secessione Viennese. Quando va a
Berlino conosce Gropius e Mies Van der Rohe, dove però
abbandonano il loro studio a causa del contrasto con il loro maestro,
Behrens.
Maison de l’Homme, Zurigo,
Svizzera, 1963-1967
Le Corbusier, Il Modulor
Nel 1917 decide di stabilirsi definitivamente a Parigi. Qui lavora
prima nello studio di Auguste Perret, pioniere del cemento
armato, in seguito fonda una fabbrica di mattoni che non ha
successo, e nel 1922apre al numero 35 di Rue de Sèvres un
laboratorio di architettura insieme al cugino Pierre Jeanneret.
All'inizio del suo periodo parigino, il trentenne Charles-Edouard,
acquisisce lo pseudonimo che lo renderà universalmente noto,
adattando il nome del nonno materno (Lecorbesier). Inizia così
la definitiva stabilizzazione, che lo porterà in pochissimi anni a
un enorme successo. Solo nel 1946, dopo la guerra, lascia il
laboratorio per New York. Charles-Edouard muore nel 1965
durante le sue vacanze in Costa azzurra per un attacco cardiaco
mentre fa un bagno.
Unitè d’habitation, Marsiglia, Francia, 1945-1952
Cappella di Notre Dame du Haut, Ronchamp, Francia, 1950-1955
Città contemporanea per tre milioni di abitanti, progetto, 1922
Nel 1923 pubblica "Verso un' Architettura", un
manifesto in cui sostiene che l'impegno nel
rinnovamento dell'architettura può realizzare la
giustizia sociale. Nel libro tratta di tre dei cinque
punti: i pilotis, i tetti-giardino e la finestra a
nastro. A questi tre elementi si aggiungeranno
qualche anno dopo la facciata libera e la pianta
libera. Sono i famosi "cinque punti di una nuova
architettura" applicati in una delle opere più
importanti del razionalismo architettonico, villa
Savoye a Poissy del 1929.
I CINQUE PUNTI DELLA NUOVA ARCHITETTURA:
1. I Pilotis (piloni) sostituiscono i grandi setti in muratura che penetravano dentro il terreno, creando dei
sostegni molto esili, posati su dei plinti, su cui appoggiare i solai in calcestruzzo armato. L'edificio è retto così da
alti piloni puntiformi di cemento armato, che innalzano la costruzione separandola dal terreno e dall'umidità.
L'area viene utilizzata come giardino, garage o, se in città, per far passare strade.
2. Il Tetto-giardino (tetto a terrazza) è un concetto possibile anche grazie all'uso del calcestruzzo armato:
questo materiale rende possibile la costruzione di solai resistenti anche alla tensione, generata dalla flessione
delle strutture.
Questi punti vennero applicati in una delle celebri realizzazioni di Le Corbusier: la Villa Savoye
3. Il Plan libre (pianta libera) è resa possibile dalla creazione di uno scheletro portante in cemento
armato che elimina la funzione delle murature portanti che tormentavano la pianta dell'edificio,
permettendo all'architetto di costruire l'abitazione in tutta libertà e disponendo le pareti a piacimento.
4. La Facciata libera è una derivazione dello scheletro portante in calcestruzzo armato. Consiste nella
libertà di creare facciate non più costituite di murature aventi funzioni strutturali, ma da una serie di
elementi orizzontali e verticali i cui vuoti possono essere tamponati a piacimento, sia con pareti isolanti che
con porte trasparenti.
5. La Fenêtre en longueur (o finestra a nastro) è un'altra innovazione permessa dal calcestruzzo
armato. La facciata può essere tagliata in tutta la sua lunghezza da una finestra che ne occupa la
superficie desiderata, permettendo un’ illuminazione degli interni ed un contatto più diretto con l'esterno.
Villa Savoye, Poissy, Francia, 1928-1931 – vista del tetto-giardino
“L'abitazione è una macchina
per abitare”
si deve adeguare alle esigenze di efficienza e
mobilita' del proprietario
Schema planimetrico di una città di 3 milioni di abitanti
La
città
deve
corrispondere
ai
bisogni psicologici
e biologici degli
abitanti, oggi sono
l'immagine
del
caos
Le singole unità
abitative possono
ripetersi all'infinito
in una sequenza
geometrica e tutta
uguale
Il cantiere diviene
solo
il
luogo
dell'assemblaggio
CHANDIRGARTH 1951
La città è costituita come UN
COPRO UMANO, infatti è
costituita da diversi “polmoni”,
ovvero parchi che forniscono
ossigeno, e da vene e arterie
che costituiscono l’ordinatissimo
sistema dei grandi viali secondo
uno schema gerarchico nel
quale i percorsi automobilistici e
quelli pedonali sono separati.
All’interno dei diversi settori,
invece, gli edifici residenziali
sono “democraticamente“ tutti
uguali.
Il CUORE corrisponde al centro
della città, LE VISCERE alla
zona industriale
UNITA' DI ABITAZIONE
L’ Unitè d’ Habitation è concepita come una città giardino verticale opposta
alla costruzione a villini. L’ edificio è supportato da spessi pilotis, che
contengono la rete idrica. Costruito in cemento armato, somigliante ad un
“portabottiglie”, contiene 337 appartamenti (“logements”), la cui facciata,
prefabbricata con elementi in cemento,è protetta da frangisole.
Le Corbusier a Marsiglia
portò a maturità uno stile
basato sull’ uso plastico del
cemento a vista. A volte
definita brutalista, questa
estetica è caratterizzata
dalla qualità grezza della
superficie, dalle sue forme
forti e organiche e dai
colori violenti.
Tra le colline verso le quali
si affacciano le logge degli
appartamenti, e il mare, il
tetto-giardino sono situate
attrezzature
pubbliche,
compreso un asilo nido, una
palestra con piscina, un
teatro all’ aperto e una
pista. L’ immensa piazzaterrazza restituisce all’
uomo il verde tolto dal
cemento.
Staticamente,
l’
uso
del
calcestruzzo armato permette un’
alta resistenza alla flessione delle
strutture, causata dal peso
proprio, oltre a quello del terreno.
L’ Unitè rappresenta
anche un banco di prova
per un mobilio semplice
e
industrializzato.
Accanto agli scaffali a
muro, Jean Prouvè e
Charlotte
Perriand
contribuiscono
ai
disegni eleganti delle
componenti d’ arredo
degli alloggi.
SPAZI MOLTO PICCOLI per contenere lo spreco di spazio e
favorire la vita comunitaria, all'intero infatti vi erano scuole ,
palestre ecc..
http://www.panotour360.it/it/unite-dhabitation-marsiglia/
LUDWIG MIES
VAN DER ROHE
Aquisgrana, Germania, 27 marzo 1886
Chicago, USA, 17 agosto 1969
R ROHE
ARTE E IMMAGINE
Seagram Building, N.York, 1956-1959
Architetto, nasce nel 1886 ad Aquisgrana e muore nel 1969
a Chicago. Per 4 anni disegna stucchi ed ornamenti in
laboratori e studi di Aquisgrana. Dal 1904 al 1907 lavora
con Bruno Paul e, contemporaneamente, studia alla
"Kunstgewerbeschule" (Arti applicate). Dal 1908 al 1911
lavora nello studio di architettura di Peter Beherens dove
conosce Le Corbusier e Gropius e studia l'architettura
neoclassica di K. F. Schinkel, che influenza decisamente le
sue prime opere.
Nel 1911 lascia Beherens e nel 1912, in Olanda, conosce
H. P. Berlage.
La guerra interrompe la sua attività e costituisce insieme
una pausa di riflessione e di elaborazione di una poetica
personale: i rapporti di Mies con l'avanguardia figurativa, da
De Stijl all'Espressionismo al Dadaismo datano, infatti, da
questi anni. Mies fa parte del Novembergruppe, fondato nel
1918, e ne dirige la sezione architettonica dal 1921 al 1925.
Contemporaneamente, esercita la professione di architetto
a Berlino. In questo periodo elabora progetti per grattacieli
in acciaio e vetro (1919 e 1920/21) e per case di campagna
in laterizio e cemento armato (1923/24) a Berlino; pure a
Berlino realizza il monumento a K. Liebknecht e Rosa
Luxemburg
(1926),
di
ispirazione
nettamente
espressionista.
Dal 1926 al 1932 Mies è vicepresidente del Deutscher
Werkbund, per cui organizza importanti mostre, fra cui
memorabile quella al quartiere sperimentale Weissenhoff di
Stoccarda nel 1927.
Nel 1929 realizza il padiglione tedesco all'Esposizione
internazionale di Barcellona.
Mies Van Der Rohe realizza, nel 1930, casa Tugendhat a Brno
Casa Tugendhat a Brno - 1930
Sedia modello Brno, ideata nel 1929/30 per la casa Tugendhat
Dall'agosto del 1930, designato da Gropius, è direttore del Bauhaus, dove insegna anche architettura agli
studenti degli ultimi semestri, incarico questo che tiene fino al 1933, quando è costretto a chiudere la scuola
per le pressioni del nazismo.
Nel 1937 emigra a Chicago, dove dirige dal 1938 al 1958 la sezione di architettura dell'Armour Institute (in
seguito Illinois Institute of Technology - IIT).Una grande mostra, dedicatagli nel 1947 dal Museum of Modern
Art di New York, consacra definitivamente la sua fama. Particolarmente numerose le opere del periodo
americano (Chicago e soprattutto New York) che hanno fortemente influenzato l'architettura del Novecento.
Tra esse va ricordata la Casa Farnsworth (Plan/Illinois 1946-1951), le torri ad appartamenti ai nn. "860-880
di Lake Share Drive" (Chicago, 1948-1951), il "Seagram Building" (New York, 1956-1959); la "Neue
Nationalgalerie" (Berlino, 1962-1967).
Il Padiglione di Barcellona
Padiglione tedesco per l'Esposizione
internazionale di Barcellona, 1929
Ricostruzione del padiglione. In primo piano: riproduzioni delle
poltrone Barcellona e degli sgabelli relativi
Nel padiglione di Barcellona, Ludwig Mies van der Rohe presenta il vocabolario dell'architettura, in
maniera poetica, esaltandone le possibilità. Le lastre delle pareti in marmo rossastro e in onice rilucente,
che si distendono sotto la copertura piatta e come sospesa, diventano delle astratte superfici espressive.
Il gioco dei riflessi di luce sulle pietre levigate, sulle superfici metalliche, sui pilastri di acciaio cromato si
rovescia su due bacini d'acqua orizzontali. Lo spazio interno e quello esterno si compenetrano
armonicamente. Costruito solo come edificio provvisorio per l'Esposizione internazionale, il padiglione
diventa presto celebre per la chiarezza del suo razionalismo. Dopo la sua ricostruzione, il ritmo superiore
dei suoi spazi induce alla meditazione, in un'architettura pura, liberata da ogni finalità utilitaria.
RAZIONALISMO
IN ITALIA
1920-1940
N ITALIA
ARTE E IMMAGINE
In Italia dopo la prima guerra mondiale domina
l'accademia.
Nasce il movimento razionalista, ma sarà in parte
ostaggio del nuovo regime Fascista che in diversi
modi ne condizionerà lo sviluppo.
Nonostante questo si avranno diversi architetti
razionalisti anche di valore, ma avverrà un inevitabile
compromissione con lo "stile Novecento" o con il
"Neoclassicismo" semplificato di Piacentini più
consono alle tesi di un regime autoritario.
Con il termine razionalismo italiano, quindi, si
intendono tutte quelle correnti architettoniche che
partendo dal futurismo (da cui si sono sviluppate in
Italia negli anni venti e anni trenta) si collegano con il
Movimento Moderno Internazionale proseguendo poi
in vario modo, in frange, sino agli anni settanta.
Nel 1926 sette giovanissimi architetti: Luigi Figini,
Guido Frette, Sebastiano Larco, Adalberto Libera,
Gino Pollini, Carlo Enrico Rava e Giuseppe
Terragni (verrà chiamato poi "Il gruppo 7") varano il
razionalismo italiano. Il loro primo atto è la
pubblicazione sulla “Rassegna Italiana” di una serie
di articoli usciti dal dicembre 1926 al maggio 1928.
Dicevano in un articolo: “…Noi non vogliamo rompere
con la tradizione: è la tradizione che si trasforma e
assume aspetti nuovi sotto i quali solo pochi la
riconoscono…”
G. Terragni, Casa del Fascio, Como 1933-1936
P. Bottoni, poltrona per la VI Triennale di Milano, 1936
Influenza tra Futurismo e Razionalismo
Mario Radice, bozzetto per casa
Terragni, 1932-33
Antonio Sant’Elia, Centrale
elettrica, 1914
Giuseppe Terragni, Monumento ai
Caduti, Como 1933
Questi architetti pensavano di legittimare il razionalismo attraverso arredamenti, costruzioni di modesta mole,
edifici industriali, mostre tipo quella biennale di Monza del ’27 ed anche con il prestigio derivabile dall’essere
conosciuti e apprezzati all’estero. Questa tattica non soddisfa però Libera: benché trentino d’origine, egli,
compiuti gli studi a Roma, sentiva l’esigenza di creare un movimento capace di affermarsi in tutto il paese e
non
soltanto
di
proporsi
come
fenomeno
marginale
e
periferico
dell’Europa.
A Milano era possibile trovare la protezione di qualche industriale illuminato, o l’approvazione politica di
elementi sinistroidi del regime.
A Roma invece l’autorità incarnata da Gustavo Giovannoni e Marcello Piacentini era assoluta e intollerabile:
l’oppressività dell’ambiente, il generale lassismo della popolazione per le questioni artistiche, che
contrastava con lo sperimentalismo riformista della borghesia lombarda, gli ostacoli posti ad ogni obbiettivo
di rinnovamento dell’alleanza tra affarismo e archeologia, inaridivano corrompevamo fino al punto che ogni
gesto autonomo anche il più innocuo faceva nascere una lotta. Fu perciò su iniziativa di Libera che venne
organizzata nel 1928 a Roma la prima esposizione di ”Architettura Razionale”.
Giuseppe Terragni, Villa Bianca, Milano-Como, 1936-37
G. Terragni, poltrona in legno, 1933
Menu argomenti
G. Terragni, sedia Follia, 1934
Adalberto Libera, Casa Malaparte, Capri 1938-1943
Accanto ai progetti del “gruppo 7” vi apparivano quelli di
numerosi altri giovani, e i due allestitori, Libera (trentino) e
Gaetano Minnucci, avevano inserito persino un’opera di Alberto
Calza-Bini , dirigente del sindacato fascista architetti; per
sfuggire ai veti gerarchici , si erano infatti ottenuti
l’”approvazione e patrocinio “del sindacato.
Menu argomenti
Un esempio di edificio nello stile proclamato dal
“gruppo 7” è la fabbrica FIAT a Torino di Giacomo
Mattè Trucco. La situazione cambiò di colpo tre anni
dopo, quando nel marzo 1931 si aprì la seconda
mostra di architettura razionale presso la galleria
romana di Pietro Maria Bardi in via Veneto. La tensione
polemica aveva raggiunto il limite. La rivista milanese
“il Belvedere” aveva aperto una mezza campagna
contro le imitazioni neoclassiche, il monumentalismo, le
tendenze compromissorie dei loro protettori. L'opera
dell' architetto Luigi Cosenza, invece, rappresenta uno
dei momenti più espressivi dell' architettura del '900.
Dalla forte personalità, ingegnere-architetto (Napoli
1905-1984), fin dal primo progetto realizzato nel 1929 a
24 anni (il Mercato Ittico di Napoli) si afferma quale
autorevole rappresentante del razionalismo italiano.
Seguiranno nuove prove che confermeranno la
notevole qualità espressiva e poetica del progettista.
Nella foto accanto ritroviamo le poltrone Barcellona disegnate
dall’architetto e designer Mies Van der Rohe: questo dimostra
come, grazie anche alle Esposizioni universali dell’epoca, le
diverse culture vengano a contatto influenzandosi le une con le
altre.
V. Vallot e G. Sicher, La Vecchia Pineta, Civitavecchia, 1933
Menu argomenti
FRANK LLOYD WRIGHT
Richland Center, Wisconsin, USA, 1867
Phoenix, Arizona, USA, 1959
WRIGHT
ARTE E IMMAGINE
Architetto della generazione di Van de Velde e Berhens, di famiglia
protestante di origine gallese.
Come Wright (1867-1959) racconta nella sua ponderosa
autobiografia, a undici anni impara a "lavorare sul serio" in una
fattoria del Wisconsin: assume un atteggiamento empirico nei
confronti dei fenomeni della natura. La madre gli regala i Cubi di
Frebel, volumi di legno con i quali impara la composizione.
I primi progetti sono legati all'Ecole de Beaux Arts, con elemento
fondativo
basato
sulla
simmetria
della
composizione.
A Chicago dagli anni ottanta, lavora 5 anni nello studio di Sullivan,
dove apprende i caratteri artigianali dell'architettura e il
ragionamento sull'organicismo, cioè che l'architettura è parte della
società che si trasforma insieme al territorio e alla natura.
All'inizio del novecento scrive vari articoli che trattano della casa:
appaiono
chiari
i
caratteri
della
sua
architettura.
I caratteri della Prairie Houses si possono riassumere in alcuni
punti: accentuata orizzontalità; camino al centro, è il fulcro Fallingwater, Mill Run, Pennsylvania, Usa
espressivo delle abitazioni e simboleggia le forze e l'ordine della 1935-1939
natura, ("Provavo conforto a vedere il fuoco ardere nel profondo
delle mura solide della casa" scrive Wright); ricerca di
pluridirezionalità, con incrocio di assi, spazi interni collegati, senza
divisioni, pareti o porte; attenzione ai materiali, privilegiando quelli
naturali, legati al luogo; attenzione ai colori della natura, senza
usare i colori primari.
A Wright si deve anche la "distruzione della scatola" tradizionale
della casa intesa come rifugio dell'individuo e della famiglia: egli
crea un nuovo tipo di interazione tra interno ed esterno, facendo uso
di muri continui, che dirigono e unificano lo spazio.
Robie House, Chicago, USA 1906 - 1909
Fallingwater, Mill Run, Pennsylvania, Usa 1935-1939
Guggenheim Museum, New York, Usa, 1943 - 1959
Price Company Tower,
Bartlesville, Oklahoma,
USA, 1946 - 1956
Mansieri Memorial - Schizzo prospettico della facciata sul
Canal Grande, Venezia 1953
Credits
Laboratorio Multimediale di Storia dell’Arte
Arte e Immagine - prof. Rudi Corradi
IL BAUHAUS
LE CORBUSIER
MIES VAN DER ROHE
RAZIONALISMO IN ITALIA
FRANK LLOYD WRIGHT
Istituto Comprensivo “Val Rendena”
Scuola Secondaria di 1˚ grado “L. Da Vinci” Pinzolo e Madonna di Campiglio
Menu argomenti
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