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Diapositiva 1 - Architettura del Paesaggio A
Architettura del Paesaggio (A) a.a. 2011/2012 Dott. Arch. Stefania Brancaccio Professore a contratto di Architettura del Paesaggio Dal 1400 al 1600 Il giardino orientale classico 1400 Verso la metà del XV secolo le condizioni cambiano: sviluppo demografico, ripresa dell’agricoltura, sfruttamento delle terre abbandonate con miglioramento delle tecniche di bonifica e irrigazione, introduzione di nuove culture Mentre in Europa gli stati si consolidano, in Italia il regime delle Signorie, che già dalla metà del sec. XIII aveva cominciato a sostituire, di fatto e non di diritto, l’ordinamento Comunale, tra la fine del sec XIV e il sec XVI viene legittimato (dal Papa o dall’Imperatore) e le Signorie si trasformano in veri e propri Principati dinastici La caduta di Costantinopoli (1453) , la scoperta dell'America (1492) e i nuovi viaggi di scoperta cambiano i poteri economici in quanto le rotte commerciali subiscono drastici spostamenti. Le classi mercantili, i banchieri e i nuovi ricchi, ora con capitali ingenti da spendere, investono su ville e palazzi nel mondo rurale Anche la cultura si evolve (Umanesimo) Alla visione medievale della vita, che poneva Dio al centro dell'Universo e imponeva all'uomo una totale sottomissione al volere e al potere della Chiesa, gli umanisti contrappongono una visione in cui l'uomo è posto al centro dell'Universo ed è considerato artefice, padrone del proprio destino. La caratteristica principale è la riscoperta dell'uomo attraverso la ricerca e la lettura dei classici latini e greci: humanae litterae o studia humanitatis , da cui appunto trae origine il termine "Umanesimo" L'ideologia antropocentrica quattrocentesca impone la conoscenza delle leggi della natura e, attraverso esse, dell'uomo inteso come microcosmo nel macrocosmo. Ne consegue una concezione secondo la quale nel giardino viene ricreato l'ordine cosmico attraverso l'applicazione del ritmo e dell'armonia, della proporzione e dell'equilibrio che si esplicitano nell'utilizzo di un rigido geometrismo e nel rigoroso controllo di tutte le parti e del rapporto di esse con il tutto, secondo una logica che troverà ulteriore sviluppo ed applicazione in tutto il Rinascimento Nascono i primi trattati sull'arte di progettare i giardini come il De re aedificatoria di Leon Battista Alberti. Il romanzo Hypnerotomachia Poliphili, del domenicano Francesco Colonna, ricco di illustrazioni pubblicato nel 1499, fornisce, invece, la descrizione di un giardino ideale circolare nel quale si riscontrano tutti gli elementi peculiari che questa forma d'arte assumerà nel Quattrocento Presupposto per la nuova concezione di giardino è il passaggio dal castello a una costruzione molto più aperta, con porticati, logge e scalinate che si aprono verso l'esterno, il giardino e il paesaggio: l’abitazione extraurbana, la villa o il palazzo. Lo stesso desiderio di apertura si manifesta con le pitture parietali raffiguranti paesaggi Il giardino ha di nuovo il suo valore come luogo d'incontro e di svago ove è bello conversare, meditare e riposarsi, continuando ad essere un orto vero e proprio, ricco di frutta ed ortaggi, come era avvenuto nell'età classica; manifestazione ora della potenza e della ricchezza dei signori, dei papi, dei mercanti e dei nuovi ricchi -Il giardino è estensione della villa o del palazzo a cui è direttamente collegato - Asse longitudinale lungo il quale si dispiega il viale principale che collega la casa con l'esterno (uso della prospettiva) - Impianto regolare governato dalla geometria - Riferimento al periodo classico romano attraverso "citazioni classiche" in forma di statue, pergolati, fontane, ma anche concependo il giardino come luogo di contemplazione e di cultura - Perde quindi, in parte, il carattere utilitario a favore degli elementi ornamentali - Le aiuole sono organizzate in parterre e sono bordate da siepi di bosso sempreverdi, a sottolineare il carattere di permanenza nel tempo - L'impianto si adagia sui pendii e si sviluppa attraverso rampe e ripiani di collegamento sino all'edificio che è posto nel punto più alto per motivi panoramici Firenze. Villa di Careggi Di proprietà Medicea, la villa viene ristrutturata da Michelozzo nella prima metà del Quattrocento, e rappresenta un esempio del passaggio dalla tipologia rustica e fortificata e quella sontuosa e ricreativa, aperta verso le campagne e i giardini, con l’inserimento delle logge Firenze, zona Quaracchi. Giardino di Villa Lo Specchio. 1459 Realizzato per Giovanni Rucellaii, autore dello Zibaldone, il giardino segue i principi del de Re Edificatoria tanto che il disegno è attribuito a Leon Battista Alberti Pienza. 1459 Giardino pensile di Palazzo Piccolomini realizzato da Bernardo Rossellino per Papa Pio II Urbino. 1472 Giardino pensile del palazzo Ducale realizzato da Francesco di Giorgio per Federico da Montefeltro IL GIARDINO È CONSIDERATO NON PIÙ COME LA SUCCESSIONE DI COSE UTILI E BELLE, MA PIUTTOSTO COME L'OGGETTO DI UNA COMPOSIZIONE VOLTA A FINI ESTETICI A partire dalla fine del sec. XV cominciano le prime e più significative importazioni di specie botaniche provenienti da climi diversi, utilizzate per arricchire i giardini, interesse che nel XVI secolo portò alla nascita dei primi Orti Botanici, tra i quali l’orto botanico universitario di Pisa del 1544 rappresenta quello più antico al mondo, anche se il giardino dei Semplici realizzato a Salerno nel XIII secolo per fini didattici, Giardino della Minerva, è considerato il primo vero orto botanico. L’orto botanico di Padova, realizzato nel 1545, si rifà, nel suo schema compositivo, alla rappresentazione del giardino ideale descritto nell'Hypnerotomachia Poliphili da Francesco Colonna Orto botanico di Padova, stampa del 1654 e immagine attuale 1500 Il giardino del ‘400 sancisce il predominio assoluto dell’Italia nell’arte dei giardini per tutto il Rinascimento, facendo nascere un modello, il giardino all’italiana, che costituirà la premessa della successiva affermazione del giardino alla francese Nel ‘500 si manifesta un’ulteriore affermazione del dominio della razionalità dell'uomo che tutto controlla fino a ridurre la stessa natura in forma architettonica In questo periodo il giardino si separa completamente dall'orto Il giardino è lo spazio destinato al soggiorno all'aria aperta, esso è meraviglioso come la villa, se non più, ed è sua parte integrante Manifesta la grandezza del suo proprietario e stupisce colui che lo visita - Il giardino si sviluppa in forme geometriche intorno a un asse di simmetria - Deve essere immutabile per cui la vegetazione è plasmata con potature eccezionali (ritorna l’Ars topiaria di origine romana) e le specie preferite sono quelle sempreverdi: il cipresso, l'alloro, il mirto, il bosso, il tasso, il leccio - Non ci sono fiori in questi giardini, ma piuttosto tante diverse tonalità di verde - I fiori e le erbe aromatiche vengono coltivati nei piccoli giardini segreti, invenzione del Cinquecento che riprende l’idea dell’hortus conclusus come spazio intimo - L'acqua ha funzione decorativa con zampilli, cascate, vasche e peschiere - Si preferisce costruire sulla collina, in cima o a mezza-costa (considerata anche la conformazione orografica del territorio italiano) - Si sfruttano i dislivelli con terrazzamenti e spiazzi, uniti tra loro con rampe e scalinate scenografiche, facendo di ogni ripiano una verde opera d'arte ridotta a forme geometriche - Si creano, attraverso i viali, visuali paesistiche e visuali prospettiche, su una o più direttrici, dirigendo lo sguardo sul paesaggio e sui punti più interessanti come le fontane, i belvedere, i giochi d'acqua, gli spiazzi ameni, le statue - Il labirinto diventa un topos ricorrente, usato sia per il suo simbolismo ma soprattutto per ornamento e divertimento Roma. Vaticano. 1504 Sistemazione del Cortile del Belvedere progettata da Bramante per Giulio II Lo spazio fu chiuso lateralmente da lunghi corpi di fabbrica, lasciando libera la prospettiva lungo l'asse principale. Il grande spazio aperto fu diviso in tre terrazzamenti a quote differenti, destinati ad accogliere giardini e collegati da scale e rampe. In seguito lo spazio unitario fu interrotto da corpi di fabbrica trasversali, alterando il progetto bramantesco e creando tre cortili separati Roma. Monte Mario. 1518 Villa Madama progettata da Raffaello per Papa Leone X Villa Madama fu la prima delle ville suburbane realizzate sul modello delle ville romane. Il progetto originario era maestoso e complesso e coinvolgeva un'ampia estensione di terreno che sarebbe dovuto degradare con una successione di terrazzi, prospettive rinascimentali e giardini all'italiana fino alle rive del Tevere. Anche se il progetto non fu portato completamente a termine, con la sua loggia di sicura matrice raffaelliana e il giardino pensile, all’italiana, la villa fu una delle più famose ed imitate del Rinascimento Tivoli. 1550 Villa d’Este realizzata da Pirro Ligorio per il cardinale Ippolito d’Este L’intera composizione della villa domina la città di Tivoli. Il giardino è articolato fra terrazze e pendii collegando e raccordando con maestria le diverse pendenze del giardino, utilizzando uno schema architettonico tipico delle città romane. Lo schema è incentrato su un asse longitudinale centrale rivolto verso il palazzo e cinque assi trasversali, di cui il principale in direzione del dirupo che apre verso la valle dell’Aniene. Fondamentale nell’impianto è il ruolo dell’acqua che sgorga da numerose fontane, cascate, zampilli, creando elementi unici come il viale delle 100 fontane e l’organo idraulico. Roma, Villa Medici. Bartolomeo Ammannati 1576 Bagnaia. 1566 Villa Lante realizzata da Vignola per il cardinale Gambara Valle della Loira, giardini del Castello di Villandry, 1536 Completamente ricostruiti all’inizio del XX secolo 1. negozio 2. castello 3. giardino dell’amore 4. giardino d’acqua 5. labirinto 6. giardino delle erbe 7. orto 8. giardino della musica “Sol per sfogare il core” Viterbo. Bomarzo. 1552 Sacro Bosco, ideato da Vicino Orsini e realizzato da Pirro Ligorio “Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua, dove son facce horrende, elefanti, leoni, orchi et draghi” Veneto - Le Ville Palladiane Tutto è ordinato su una perfetta simmetria e con pieno rispetto per le proporzioni classiche, ma il risultato è molto originale. Con sorprendente libertà interpretativa, Palladio gioca sulle forme classiche e crea una struttura di grande effetto scenografico e perfettamente inserita nell'ambiente naturale. L'architettura si armonizza, è qualificata e qualifica il paesaggio, inserendosi con i suoi schemi rigorosamente geometrici, le sue linee razionali e l'essenzialità delle sue forme nelle curve ampie e dolci del paesaggio veneto, tra colline, pianure e fiumi. L'architettura ed i motivi del teatro classico romano storicamente all'aperto, vengono portati all'interno di uno spazio chiuso ma al contempo aperto dalle profonde prospettive al di là dei grandi portali, in un concetto modernissimo di dinamismo spaziale. Si crea un continuum tra architettura e paesaggio 1600 La nuova visione del mondo proposta dalle scoperte scientifiche (Galileo, Newton, Keplero..) rivoluziona tutte le conoscenze e le convinzioni fino a quel momento valide. L'arte risente della nuova concezione dell'universo ed assume, nelle sue manifestazioni, connotazioni di dinamismo, di ricchezza e di maggiore complessità. Nel XVII secolo l'architettura dei giardini conserva lo schema rinascimentale, che tuttavia si evolve secondo il cambiamento delle mode e dei gusti. Il giardino non abbandona la composizione assiale governata dai principi geometrici e matematici, ma si amplia assumendo quasi la connotazione di parco, viene reso più articolato e più complesso, viene caratterizzato dagli effetti pittoreschi e scenografici, dovuti alle nuove tendenze barocche, che ne dissimulano la regola e il rigore di base. Si da più spazio alla ricerca delle novità nella scenografia, negli imprevisti, nella preziosità. Coesistono ampi spazi con scenari teatrali adatti alle più fantastiche feste, e luoghi appartati come i giardini segreti e le grotte; zone assolate per il periodo invernale e boschetti ombrosi per l'estate. Si arricchisce di nuovi valori ornamentali, disegna l'impianto con ampie curve e con morbidi effetti chiaroscurali, raccorda i dislivelli con scenografici collegamenti. Esso tende ad unirsi con il territorio circostante grazie anche alla mancanza di una precisa definizione del suo perimetro e al moltiplicarsi delle visuali. Gli elementi vegetali, comunque dominati nella forma e nella disposizione dalla mano sapiente dell'uomo, si raggruppano in forma di bosco, fondendo il giardino con il paesaggio, o risultano più liberi, ricondotti in forme morbide - Geometria e simmetria - Si vuole suscitare stupore e meraviglia - Si moltiplicano le visuali e gli effetti prospettici - Labirinto - Giardino segreto - Teatro d’acqua - Teatro di verzura - Anfiteatro - Il rigido schematismo del cinquecento viene attenuato e la ricerca del movimento segna in modo decisivo il giardino barocco, concretizzandosi nell’impiego di grandi curve, di tracciati ad ampio respiro - In tutti gli elementi che compongono il giardino si smussano gli angoli, si evitano forme geometriche nette e si preferiscono linee incerte tendenti a dissolversi - Il verde comincia ad avere il sopravvento sulle parti in muratura, inizia una lenta trasformazione del giardino in parco - Gli elementi vegetali principali sono ancora gli alberi sempreverdi e le siepi potate ad arte ma il verde è sistemato anche in maniera più libera a formare piccoli boschetti che si fondano con il paesaggio - Nelle fontane, nelle vasche e nelle grotte, riprodotte artificialmente, appare il genere rustico Roma. Giardini segreti di Villa Borghese 1606 Il cardinale Scipione Borghese (nipote di papa Paolo V) affidò al giardiniere Domenico Savini da Montepulciano la progettazione dei giardini Lucca. Villa Reale di Marlia 1652 Teatro di verzura Teatro d’acqua Frascati. Villa Aldobrandini Teatro d’acqua 1621 Carlo Maderno Fu costruita per il cardinale Pietro Aldobrandini. Si sono avvicendati nella costruzione Giacomo della Porta, Carlo Maderno e Domenico Fontana Frascati. Villa Torlonia Teatro d’acqua 1625 Carlo Maderno Nel 1622 la famiglia Ludovisi, imparentata con papa Gregorio XV, chiamò Carlo Maderno, il più importante architetto del tempo, per lavori di adattamento ed ampliamento del nucleo edilizio più antico. Nel bombardamento di Frascati dell'8 settembre 1943 il fabbricato della villa subì ingenti danni tanto che fu completamente demolito e venne ricostruito un edificio residenziale, mentre il parco divenne pubblico Collodi. Pistoia XVI sec. Giardino di Villa Garzoni Il giardino fu ingrandito nel 1652 secondo lo schema attuale Nel 700 subì ulteriori modifiche ad opera di Filippo Juvarra e Ottaviano Diodati che dotò il giardino del sistema idraulico che ancora oggi permette i giochi d’acqua Pianta del teatro di verzura FIRENZE FIRENZE Giardini di Boboli ca. 1599. Giusto Utens - Lunetta dal Museo Firenze Firenze, Palazzo Pitti. Giardini di Boboli La sistemazione dei giardini, uno dei primi grandi esempi di "giardino all'italiana, era stata iniziata nel 1549 da Niccolò Tribolo. Il Tribolo morì di lì a poco nel 1550, quindi la direzione dei lavori passò a Bartolomeo Ammanati e in seguito a Bernardo Buontalenti. Durante il governo di Cosimo II (1609-1621) il giardino subì il più importante ingrandimento, quasi triplicando la sua estensione ad opera di Giulio Parigi e del figlio Alfonso, assumendo l’attuale impianto barocco Il giardino seicentesco francese In Francia nel 600 il giardino si evolve ad opera di architetti e maestri giardinieri che lavorano al servizio dei sovrani. Le novità e le trasformazioni che gli artisti francesi apportano all’impianto del giardino all’italiana conducono alla nascita di una nuova tipologia, creando uno stile nazionale, ben definito, il giardino alla francese, che si ispira al giardino italiano, mantenendo le siepi di sempreverdi e le forme geometriche adattate ai terreni francesi, dalle ondulazioni molto lievi, ricchi di acqua, foreste e prati verdi. La complessità dell’impianto, le dimensioni e l’opulenza dell’insieme raggiungono proporzioni mai viste che interpretano l’assolutismo dei sovrani e la grande rappresentazione della realtà L’arte dei giardini in Francia riceve un impulso significativo dal rinascimento italiano. Ancora una volta i Medici si fanno promotori di tale tendenza artistica. Infatti, Caterina De’ Medici, moglie in seconde nozze di Enrico II, propone la realizzazione dei Giardini delle Tuileries e commissiona nel 1564 a un architetto fiorentino, Bernardo Carnesecchi, la costruzione del giardino in stile rinascimentale Nel resto d’Europa, per tutta la prima parte del XVII secolo, la produzione dei giardini risente dell’esperienza italiana; nella seconda metà del ‘600, invece, prevalgono le influenze francesi - L’impianto del giardino è ancora caratterizzato dalla ricerca di equilibrio e di armonia e risulta ordinato da una rigorosa regola compositiva incentrata ancora sulla geometria e sulla simmetria - Nel giardino francese, però, le geometrie del giardino italiano vengono ammorbidite e la vegetazione prevale sull’architettura - Permangono a partire dall’edificio il viale centrale, i viali trasversali che intersecano quello principale e i parterre posti in corrispondenza dell’edificio - Protagonista del nuovo giardino alla francese è proprio il parterre. A Claude Mollet va il merito dell’invenzione dei Parterre De Broderie (basate su complicati disegni arabescati o a ricamo, formati da bossi posti sul terreno coperto da sabbie colorate e fondi di ardesia) - Maggiore presenza di fiori e boschi rispetto al giardino all’italiana - L’acqua, in forma piana, è racchiusa in grandi bacini e canali o compare in grotte e fontane - Sono volutamente ignorati gli elementi in muratura come terrazzamenti e scalinate, in favore di zone ampie e degradanti, con effetti di vedute quasi a perdita d'occhio - Boschi e boschetti sono dislocati in modo da impedire la visione unitaria dell’insieme del giardino e da non farlo risultare troppo scoperto - Per le siepi si usano specie sempreverdi modellate secondo l’ars topiaria, mentre per viali e boschi si usano anche specie spoglianti - Mancanza di un margine ben definito, che comporta l’estensione del giardino nel paesaggio 1656 Parco di Vaux-le-Vicomte Forse l'opera più completa di Le Notre, perfettamente compiuta come armonia d'insieme, eseguito su incarico di Fouquet, allora ministro delle finanze, in collaborazione con l'architetto Le Veau che eseguì il castello, e sotto la sovraintendenza del pittore Lebrun. In seguito a tale meravigliosa opera, lo stesso Luigi XIV chiamò i tre artisti ad eseguire quello che rimane uno dei più stupefacenti prodotti della ricchezza e della potenza unite alla concezione grandiosa dell'arte barocca: Versailles. Caratteri tipici del giardino francese 1662-1684 Giardini di Versailles Realizzati per volontà di Luigi XIV, da Le Nôtre, è certamente l’espressione più solenne e spettacolare dei giardini di tutti i tempi. L’area sulla quale sorgono viene scelta dal Re Sole per realizzare un’opera grandiosa, scenografica e sfarzosa, massima manifestazione dell’assolutismo monarchico. Il dominio totale sulla natura, ancora una volta rimodellata e piegata alla logica del progetto, attraverso radicali trasformazioni del paesaggio naturale, simboleggia il dominio del sovrano sui suoi sudditi e sulla Francia. Lo splendore della corte di Luigi XIV è reso attraverso la vastità dell'area e la genialità delle soluzioni governate dal tema iconografico riferito al mito di Apollo, dio del sole ed emblema del sovrano Il giardino orientale Cina e Giappone Il giardino cinese Formatosi in un lungo periodo di evoluzione culturale (l’origine del giardino tradizionale si può far risalire tra il III sec. a.C. e la metà del III sec. d.C., periodo in cui si realizzano i primi giardini imperiali) il giardino cinese riflette la predilezione del popolo cinese per la bellezza della natura incontaminata Fin dall’inizio, esiste un forte legame tra esperienze pittoriche e composizione paesistica dei giardini che in Occidente, invece, si realizza prevalentemente intorno al XVIII sec. con il giardino inglese. Pittori e poeti sono infatti gli artefici di gran parte della produzione dei giardini cinesi in cui confluiscono influenze anche di altre arti come la letteratura, la poesia, il teatro, l’architettura, la scultura, nonché i contributi estetici della calligrafia Il fine è creare un paesaggio in miniatura Gli elementi tipici sono: - Le colline artificiali di terre e le rocce che richiamano le formazioni rocciose del territorio cinese - La presenza dell’acqua in forma di laghi e stagni dall’aspetto naturale - I manufatti architettonici e di arredo che vengono a far parte della composizione del paesaggio e non viceversa; sono utilizzati come punti focali privilegiati dai quali può essere ammirata la composizione del giardino. Nel giardino cinese si possono distinguere tre tipologie: - Giardini imperiali: sono i più antichi, 206 a.C., situati prevalentemente nella zona nord del paese. All’origine sono connotati da un certo formalismo, per raggiungere effetti di grandiosità, attenuato in seguito dall’aggiunta di elementi più naturalistici. Elemento simbolico ricorrente all’interno del lago sono le isole, che rappresentano le “Isole dei Beati”, le isole degli immortali del mito taoista, che si credeva esistessero realmente nel Mare Orientale Beijin. Giardinio dell’Armonia educata del nuovo palazzo d’Estate. XX sec. Beijin. Giardino imperiale dell’antico palazzo d’Estate. XVIII sec. distrutto nel 1860 - Giardini privati: originariamente, 265 d.C., si ritrovano nella zona sud e sono destinati fondamentalmente all’ospitalità. Il fine è infondere un senso di tranquillità. I giardini classici di Suzhou, inseriti nel 1997 nella lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO, rappresentano le caratteristiche artistiche dell’arte dei giardini cinesi. I giardini di Suzhou vantano una storia di oltre 2000 anni e oggi ne sono rimasti circa una decina. Generalmente occupano una superficie ridotta, creando scene di acque, monti e uccelli ispirate alle poesie Tang e Song, con colline artificiali, alberi, padiglioni, terrazze, laghetti, con il risultato di grandi effetti ottenuti in piccole dimensioni Souzhou, giardino dell’amministratore umile Souzhou, giardino del pescatore umile - Parchi panoramici naturali: hanno un aspetto più rustico in cui l’intervento dell’uomo è limitato a piccoli giardini compresi in scenari naturali scelti per la loro spettacolarità. Fin dalle origini, VII sec d.C., sono stati destinati al pubblico Parco naturale di Yangzhou, Sottile lago dell’ovest, 26 punti del lago sono sottolineati da altrettanti elementi: ponti, passerelle, pagode, giardini… Il giardino giapponese Sebbene siano suddivisi in quattro tipi diversi - giardini del paradiso, giardini del paesaggio secco (entrambi creati per essere ammirati da un unico punto di vista) giardini del tè e giardini di passeggio (entrambi creati per potervi passeggiare in tranquillità) - essi hanno molti elementi in comune. Il giardino giapponese risale almeno al V sec d.C., manifestandosi in origine con semplici aree nel mezzo della natura, marcate da ciottoli che circondavano i santuari schintoisti. L'amore per la natura e il suo carattere sacro, tipico dello shintoismo, hanno influenzato queste prime sistemazioni. Dall’influenza cinese, nascono i primi veri giardini annessi, prima, ai palazzi imperiali e, poi, a quelli aristocratici. Scavi dell’VIII sec d.C. dimostrano che i caratteri erano ruscelli dall’andamento sinuoso, stagni dai contorni irregolari, isolotti centrali, raggruppamenti di pietre; caratteri quindi derivati dal giardino cinese, anche se gli elementi costituenti furono investiti di significati diversi; in particolare le isole all’interno del lago, oltre alla simbologia cinese di origine taoista, rappresentano il luogo dove regnano i kami, secondo la religione shintoista, ma anche l’arcipelago giapponese. Il giardino-isola, shima, divenne così un carattere tipico del giardino giapponese. Dal 1175, con l’arrivo in Giappone del mito buddista della terra pura di Amida, i giardini furono realizzati per rappresentare il paradiso occidentale promesso da Amida, ma i loro caratteri non erano dissimili dai giardini precedenti. Dal XII sec. la dottrina Zen, importata dalla Cina, semplificò i caratteri del giardino fino ad arrivare al tipico giardino secco. Tra il 1573 e il 1603 si diffondono i giardini da tè, semplici e utilitaristici. Un percorso fatto di pietre conduce dall’ingresso del giardino alla casa del tè. Lanterne in pietra fornivano l’illuminazione e rappresentavano un elemento decorativo, Molti giardini da tè posssono essere trovati ancora oggi in Giappone, sebbene molti di questi siano inclusi in giardini più grandi. Tra il 1603-1867 la classe dominante riscoprì il gusto per la ricreazione e la stravaganza. Il risultato furono ampi giardini per il passeggio con stagni, isole e colline artificiali che potevano essere ammirati da una varietà di punti di vista lungo un tracciato circolare. Molti giardini per il passeggio includevano, inoltre, elementi dei giardini da tè. I caratteri che definiscono l’organizzazione tradizionale dello spazio e della percezione del paesaggio dell’epoca classica sono essenzialmente tre: - Il paesaggio secco di contemplazione - kare-sansui - Il paesaggio preso in prestito - shak-kei - Il paesaggio in miniatura o collezione di giardini - shuk-kei Gli stessi caratteri si possono ritrovare anche nei giardini giapponesi contemporanei Il paesaggio secco di contemplazione - kare-sansui La diffusione della dottrina Zen, in cui l’uomo cerca dentro di sé la natura del Buddha, si radicò in Giappone nel XIII sec. (epoca Muromachi) provenendo dalla Cina in cui si era sviluppata dal VI al IX sec. Nell’arte del giardino essa conduce ad un’operazione di essenzialità , in cui predomina la nuda pietra e in cui l’aspetto vegetale può essere eliminato, divenendo superfluo come tutte le percezioni puramente sensoriali. L’acqua è sostituita dalla sabbia che, rastrellata, riproduce le sue increspature intorno a gruppi di pietre. Un giardino immobile, in cui l’impossibilità di entrare e percorrere fisicamente il giardino costringe l’osservatore ad una contemplazione che, attraverso l’astrazione e la meditazione, avvicina l’uomo alla sua natura di Buddha. Infatti, solo cogliendo l’essenza della natura l’uomo può scoprire in sé la sua natura originaria. Giardino del monastero Ryōanji, Kyōto. Sōami. Fine del XV secolo o inizio del XVI, Il paesaggio preso in prestito - shak-kei Giardino in cui un elemento del paesaggio all’orizzonte, solitamente un monte, ma anche la vegetazione, diventa un fattore decisivo nella composizione generale. Lo sfondo è così integrato nello spazio ristretto del giardino allo scopo di conferirgli una profondità quasi infinita. Giardino del monastero di Shōden-ji, Kyōto. Kobori Enshū. Prima metà del XVII secolo Il paesaggio in miniatura - shuk-kei Attraverso la vegetazione e terreni attentamente coltivati, il giardino imita una varietà di informazioni naturali e di vedute: vallate, montagne, foreste sono rappresentate in miniatura nel paesaggio del giardino. La sua organizzazione si fonda sul principio del passeggiare per raggiungere la meta che, spesso, consiste nelle varie case da cerimonia del the. La bellezza dell’opera è insita nel camminamento e nello spostamento da una zona all’altra del paesaggio. Lungo i sentieri spesso la vista sul panorama è celata dalla vegetazione e non di rado i camminamenti sono così impervi da dover abbassare lo sguardo sui propri passi allontanando la nostra attenzione dalla scena che ci circonda. Tutto ciò è voluto e ricercato dal progettista. Infatti, lo sguardo ritorna sul paesaggio solamente in quei punti del giardino studiati e organizzati dal paesaggista. Giardino della villa imperiale di Katsura, Kyōto. XVII secolo Anche i Tsuboniwa sono paesaggi in miniatura che divennero famosi tra la popolazione urbana. Questi mini giardini occupano gli angusti spazi aperti all’interno della casa o tra due abitazioni fornendo un tocco di natura, di luce e di aria fresca. A causa delle loro ridotte dimensioni, non sono concepiti per essere fruiti. Questo tipo di giardino può essere visto in alcune delle residenze storiche di mercanti giapponesi, aperte al pubblico. Ancora oggi costituisce un tipo popolare di giardino di chi desidera incorporare un piccolo spazio verde nella propria residenza senza disporre di spazio abbondante. Esempio di Tsuboniwa storico e contemporaneo Matsue, giardini dell’Adachi Museum of Art. Adachi Zenko, 1980