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Geol. Dario Fontan - Comunità Montana Valchiusella, Valle Sacra e

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Geol. Dario Fontan - Comunità Montana Valchiusella, Valle Sacra e
Comunità Montana Valchiusella, Valle Sacra e
Dora Baltea Canavesana
una giornata seminariale sul tema:
La pianificazione e la gestione del territorio per la mitigazione del
rischio idraulico e geologico
L’attuazione del PAI nel settore urbanistico
Le analisi del dissesto e della pericolosità, ricadute sulla pianificazione
urbanistica
Dott. Geol. Dario Fontan
STUDI GEOLOGICI IN VALLE SACRA
•
Indagini geologico-tecniche finalizzata alla realizzazione del Piano Regolatore
Intercomunale (Geocop S.r.l. - maggio 1980)
•
Progetto di Piano Regolatore Intercomunale (Dott. Geol. Dellarole - maggio 1994);
•
Studio sull’assetto idrogeologico della Valle Sacra, finanziato dalla Provincia di
Torino e dalla Comunità Montana (a cura della SEA Geoconsulting, 2000);
•
VARIANTE OBBLIGATORIA (Art. 17, comma 6, della L.R. 56/77 e s.m.i.) per la Verifica
di Compatibilità idraulica ed idrogeologica della Valle Sacra e relative norme, approvata
con deliberazione di C.C.M. n. 19 del 22.07.2003 (SEA Consulting S.r.l., 2003)
1
STRUMENTI - PAI e LR 56/77
PAI
Art. 9 Limitazioni alle attività di trasformazione e
d’uso del suolo derivanti dalle condizioni di
dissesto idraulico e idrogeologico
Art. 18 Indirizzi alla pianificazione urbanistica
Art. 39 Interventi urbanistici e indirizzi alla
pianificazione urbanistica
LR 56/77 e smi
CPGR 7/LAP 1996 e NTE del 1999
DGR 64-7417 del 07-04-2014 (ultima.....)
2 cartografie principali
carta geomorfologica e dei dissesti
carta di sintesi
2
ATTIVITA’ SVOLTA art. 18 NTA PAI
Art 18 comma 3:
La verifica di compatibilità è effettuata con le seguenti modalità e contenuti:
a)
Rilevazione e caratterizzazione dei fenomeni di dissesto idraulico e
idrogeologico, attivi o potenzialmente attivi
b)
Delimitazione alla scala opportuna delle porzioni di territorio soggette a
dissesti idraulici e idrogeologici (1:10.000)
c)
Descrizione delle interferenze fra lo stato del dissesto presente o
potenziale e le previsioni del piano regolatore generale ancorché
assoggettate a strumenti di attuazione;
d)
Indicazione delle misure da adottare al fine di rendere compatibili le
previsioni degli strumenti urbanistici vigenti con lo stato dei dissesti presenti
o potenziali,. in relazione al loro grado di pericolosità, ai tempi necessari
per gli interventi, agli oneri conseguenti
3
ATTIVITA’ SVOLTA art. 18 NTA PAI
a)
Realizzazione di uno strumento GIS
b)
Aggiornamento del quadro del dissesto evidenziato dallo Studio
sull’assetto idrogeologico della Valle Sacra
c)
c) Sovrapposizione GIS tra lo strato informativo dello strumento urbanistico
su base catastale e lo strato informativo dei dissesto
d)
d) Interrogazione GIS: quali sono le aree edificabili ed edificate ricadenti in
dissesto?
e)
Dette aree sono state individuate, perimetrate, caratterizzare riguardo al
tipo di dissesto e sono assoggettate a specifiche norme d’uso del suolo
(art. 9 del PAI e ulteriore decodifica ai sensi della DGR 64-7417 del 07-042014)
4
CARTA GEOMORFOLOGICA E DEI DISSESTI
FRANE art. 9 NTA PAI + DGR 64-7417 del 07-04-14
Dissesti presenti
FA: frana attiva
FQ: frana quiescente
FS: frana stabilizzate
Dissesti potenziali (?)
1 Crollo
2 Ribaltamento
3 Scivolamento rotazionale
4 Scivolamento traslativo
5 Colamento lento
6 Colamento veloce
7 Sprofondamento
8 frane D.G.P.V.
9 Frane per saturazione e fluidificazione della
copertura detritica
10 Movimenti gravitativi compositi
5
CARTA GEOMORFOLOGICA E DEI DISSESTI
DISSESTI LEGATI ALLA DINAMICA FLUVIALE E TORRENTIZIA
art. 9 NTA PAI + DGR 64-7417 del 07-04-14
Dissesti presenti e potenziali
6
CONOIDI art. 9 NTA PAI+ DGR 64-7417 del 07-04-14
Cae Area di conoide attiva non protetta con pericolosità molto
elevata
CAb Area di conoide attiva non protetta con pericolosità elevata
CAm Area di conoide attiva non protetta con pericolosità
media/moderata
CS Area di conoide non recentemente attivatasi – pericolosità
media/moderata limitatamente alle aree prossime all'alveo inciso
interessato dalla dinamica torrentizia
1 interventi di sistemazione assenti, inefficaci o negativi
2 interventi di sistemazione migliorativi
7
CARTA GEOMORFOLOGICA E DEI DISSESTI
VALANGHE art. 9 NTA PAI + DGR 64-7417 del 07-04-14
Ve1 Area di valanga pericolosità molto elevata o elevata
Vm1 Area di valanga pericolosità media o moderata
1 interventi di sistemazione assenti, inefficaci o negativi
2 interventi di sistemazione migliorativi
8
CARTA GEOMORFOLOGICA E DEI DISSESTI
FASCE FLUVIALI (T. ORCO) art. 28 NTA PAI
Fascia A art. 29
Fascia B art. 30
Fascia B di progetto art. 30
Fascia C art. 31
Aree inondabili retrostanti la fascia B di progetto art. 30
Zone RME (Titolo IV, art 48....54)
9
CARTA GEOMORFOLOGICA E DEI DISSESTI
PERICOLOSITA’ – NORME D’USO DEL SUOLO (art. 9 NTA PAI) +
DECODIFICA AI SENSI DELLA DGR 64-7417 del 07-04-14
Tali norme si applicano agli edifici esistenti
10
VERIFICA DI COMPATIBILITÀ IDRAULICA ED
IDROGEOLOGICA DELLA VALLE SACRA
VARIANTE OBBLIGATORIA - RISULTATO
PAI
Norme
Variante
obbligatoria
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ESEMPIO CARTA GEOMORFOLOGICA E DEI DISSESTI
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CARTA DI SINTESI
RICADUTE URBANISTICHE DELLA PERICOLOSITA’
CLASSI DI SINTESI ALL’IDONEITA’ URBANISTICA AI SENSI DELLA L.R. 56/77 e smi
CPRG 7/LAP 1999
Nella carta di sintesi, a partire dalle classi di pericolosità
geomorfologica o rischio geomorfologico (dissesti PAI + dissesti
“potenziali” per quanto riguarda le frane), sono definite le classi di
rischio in relazione alla presenza antropica (edificati ed aree da
edificare) ed ad altri fattori quali la qualità geotecnica dei suoli, le
condizioni idrogeologiche (falda)....
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CARTA DI SINTESI
I classe: Porzioni di territorio dove le condizioni di pericolosità geomorfologica sono tali da NON
PORRE LIMITAZIONI alle scelte urbanistiche: gli interventi sia pubblici che privati sono di norma
consentiti nel rispetto delle prescrizioni del D.M. 14/1/2008
II classe: Porzioni di territorio nelle quali le condizioni di MODERATA PERICOLOSITÀ
geomorfologica possono essere agevolmente superate attraverso l'adozione ed il rispetto di
modesti accorgimenti tecnici esplicitati a livello di norme di attuazione ispirate al D.M. 14/1/2008 e
realizzabili a livello di progetto esecutivo esclusivamente nell’ambito del singolo lotto edificatorio o
dell’intorno significativo circostante. Tali interventi non dovranno in alcun modo incidere
negativamente sulle aree limitrofe, ne’ condizionarne la propensione all’edificabilità.
III classe: Porzioni di territorio nelle quali gli elementi di pericolosità geomorfologica e di rischio,
derivanti questi ultimi dalla urbanizzazione dell’area, SONO TALI DA IMPEDIRNE L’UTILIZZO
QUALORA INEDIFICATE, RICHIEDENDO, VICEVERSA, LA PREVISIONE DI INTERVENTI DI
RIASSETTO TERRITORIALE A TUTELA DEL PATRIMONIO ESISTENTE
PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI (CRONOPROGRAMMA)
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CARTA DI SINTESI
III CLASSE - SUDDIVISIONI
Classe IIIa) Porzioni di territorio inedificate che presentano caratteri
geomorfologici o idrogeologici che le rendono inidonee a nuovi
insediamenti (aree dissestate, in frana, potenzialmente dissestabili o
soggette a pericolo di valanghe, aree alluvionabili da acque di
esondazione ad elevata energia).
Classe IIIb) Porzioni di territorio edificate nelle quali gli elementi di
pericolosità geologica e di rischio sono tali da imporre in ogni caso
interventi di riassetto territoriale di carattere pubblico a tutela del
patrimonio urbanistico esistente.
Classe IIIc) Porzioni di territorio edificate ad alta pericolosità
geomorfologica e ad alto rischio, per le quali non è proponibile
un’ulteriore utilizzazione urbanistica neppure per il patrimonio
esistente anche facendo gli interventi di riassetto, rispetto al
quale dovranno essere adottati i provvedimenti di cui alla Legge
9/7/1908 n.445.
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CARTA DI SINTESI
CLASSE IIIB – ULTERIORI SUDDIVISIONI NTE ALLA CPGR 7/LAP
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ESEMPIO CARTA DI SINTESI
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RICADUTE URBANISTICHE DEL PAI - CONCLUSIONI
Le limitazione norme d’uso del PAI si applicano solamente alle aree di dissesto.
Non sono contemplate nuove edificazioni. Nelle altre aree vale il PRGC.
PAI = visione statica del territorio, necessaria per evidenziare gli edificati posti in
zone a pericolosità molto elevata, elevata e moderata. Concetto: “non si deve
costruire in zone pericolose”.
La LR 56/77 riprende le norme PAI e ne aggiunge altre derivanti da ulteriori fattori
geologici (dissesto potenziale, falda, geotecnica...) e sismici (microzonazione di
1° livello). La normativa si applica a tutto il territorio comunale. Aggiunge la
possibilità di nuova edificazione e la riduzione del rischio degli edifici esistenti
tramite la pianificazione di interventi di sistemazione territoriale
(cronoprogramma). Nelle classi IIIB: prima le opere poi l’attuazione delle
previsioni urbanistiche.
LR 56/77 = visione maggiormente dinamica del territorio. Problemi legati
all’incremento del carico antropico (classe IIIB3) ed alla definizione della
pericolosità e del rischio
18
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