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L`insulina - Infermieristica

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L`insulina - Infermieristica
PIA FONDAZIONE DI CULTO E RELIGIONE CARD. G. PANICO
Polo Didattico Formativo
Università degli Studi di Bari
sede Corsi in Scienze Infermieristiche e Fisioterapiche
Somministrazione
Farmaci
Docente:
Dott.ssa : Suor Filomena Nuzzo
ANNO ACCADEMICO - 2015/2016
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INIEZIONE SOTTOCUTE
La via sottocutanea prevede che il farmaco venga somministrato, attraverso una
siringa, nel tessuto sottocutaneo. E' comunque molto difficile stabilire il punto
esatto in cui effettuare la somministrazione, perché dipende dall'inclinazione
dell'ago e dal personale che esegue l'operazione.
Con la via sottocutanea si possono raggiungere degli effetti locali (ad esempio
un anestetico locale) o sistemici (ad esempio un farmaco che agisca a livello
sistemico, come l'insulina).
Nella via sottocutanea, rispetto alla via intramuscolare, il volume iniettabile
(al max 2 ml.) è nettamente inferiore, l'assorbimento molto più lento ed il
dolore più intenso, dato che il tessuto cutaneo possiede molte più
terminazioni nocicettive rispetto al muscolo.
2
I siti consigliati per l'iniezione sottocutanea
sono:
la parte esterna superiore delle braccia
la zona periombelicale dell'addome
la parte anteriore delle cosce
La cute va sollevata per evitare di iniettare il
farmaco nel muscolo e l'ago va inserito con
un angolo di 90° rispetto alla superficie
cutanea; importante è la rotazione dei siti di
iniezione.
3
INIEZIONE SOTTOCUTE
L'insulina
L'insulina è un ormone proteico secreto da specifiche “zone” del pancreas
(isole di Langerhans) che agisce sul fegato, stimolando la formazione di
glicogeno e inibendo la conversione di sostanze diverse dai carboidrati in
glucosio; l'insulina promuove anche la diffusione del glucosio attraverso le
membrane cellulari e stimola la sintesi e l'immagazzinamento dei grassi nelle
cellule adipose.
La secrezione dell'insulina è regolata dalla concentrazione di glucosio nel
sangue. In una persona non affetta da diabete, l'insulina prodotta dal pancreas
viene distribuita durante la giornata secondo un criterio molto semplice: essa
viene prodotta ogni qualvolta il fisico lo richiede.
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Quando la concentrazione di glucosio è alta, come dopo un pasto, il
pancreas rilascia l'insulina; quando la glicemia diminuisce, la
secrezione di insulina si riduce.
In particolare si può dire che essa viene liberata in una quantità
definita "basale" (per permettere al fegato di produrre il glucosio utile
alle funzioni fisiologiche) ed in una quantità superiore in prossimità
dei pasti.
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Tipi di insulina
Vi sono diversi tipi di insuline: rapida, intermedia e protratta.
Insulina rapida
L'insulina rapida viene di solito utilizzata immediatamente prima dei pasti principali, in quanto agisce
entro 15-30 minuti dall'iniezione.
La sua azione può essere vista graficamente come una curva in rapida salita (entro 15-30 minuti
appunto) che raggiunge l'apice entro le 3 ore successive e si esaurisce entro le 6-8 ore.
Insulina intermedia
L'insulina ad azione intermedia ha invece la caratteristica di durare molto più a lungo, iniziando la
sua azione dopo circa 90 minuti dal momento dell'iniezione, raggiungendo il picco massimo dopo 4-6
ore ed esaurendosi 12-20 ore dopo.
Viene usata per combattere l'iperglicemia del mattino, provocata dalla liberazione di zuccheri da parte
del fegato subito dopo il risveglio; inoltre costituisce una buono base di insulinizzazione per tutta il
resto della giornata.
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Insulina protratta
La sua azione è molto ritardata (inizia circa dopo 180 minuti dalla somministrazione),
raggiunge l'apice circa 6 ore dopo, e si esaurisce dopo circa 24-30 ore.
Le insuline possono essere mescolate tra loro e successivamente iniettate. Bisogna però
avere l'accortezza di iniettarle subito, in quanto col passare del tempo, le loro peculiarità
possono modificarsi dopo la miscelazione.
Questo è dovuto alla loro particolare composizione chimica: per esempio l'insulina rapida,
fissandosi con lo zinco dell'insulina protratta, potrebbe rallentare notevolmente il suo
effetto. A tal proposito va sottolineato che esistono alcuni tipi di insulina messe in
commercio già miscelate, in modo da ridurre le possibilità di errore nei dosaggi ed eliminare
le possibilità di contaminazione dell'insulina, causate dall'uso dello stesso ago durante la
fase di miscelazione.
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Somministrazione dell'insulina
Vi sono diversi apparecchi per la somministrazione dell'insulina: siringa;
penna; micronfusore; iniettore. Dal punto di vista dell'efficacia, delle dosi, e
dei tempi di risposta, non esistono differenze significative tra i diversi tipi. La
differenza sostanziale sta nella facilità e comodità d'uso.
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Siringa
Si usano siringhe da insulina (40 UI/ml) graduate direttamente in UI.
Le siringhe possono essere usate più di una volta, purché si usino le seguenti
precauzioni:
ricoprire l'ago dopo ogni uso con l'apposito cappuccio;
riporre la siringa in luogo fresco (+4°C);
non usarla più di tre volte;
non usarla oltre 12 ore dalla precedente iniezione;
non toccare mai l'ago con le dita o altri oggetti non sterili.
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Non usare mai siringhe utilizzate da altri, nemmeno se amici o parenti in quanto
i rischi di infezione (AIDS, epatite) sono altissimi.
Si consiglia l'uso di siringhe usa e getta, che garantiscono un'elevata sicurezza
igienica e – poiché di materiale plastico - sono resistenti agli urti e facilmente
usabili in ogni condizione. Le siringhe attualmente in commercio, presentano
numerosi vantaggi rispetto alle precedenti: non hanno spazio morto, riducendo
la possibilità di formazione di bolle d'aria; hanno ago fisso e particolarmente
sottile e acuminato; il pistone è perfettamente aderente alle pareti della siringa.
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Penna
La penna, o stiloiniettore, è un sistema molto semplice e comodo da usare e
trasportare. Per questi motivi è adatto in particolar modo ai bambini. È fatto
come una penna la cui ricarica è la fiala di insulina (flacone formato penfil), e la
punta è l 'ago della siringa.
I vantaggi che offre sono molti:
la quantità di insulina viene impostata con estrema semplictà:
(si imposta su un selettore numerico);
è di dimensioni ridotte;
è estremamente robusta;
esistono modelli di diverse forme e colorazioni.
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Preparare l'iniezione con la penna
La penna si presenta come una comune penna stilografica ed è costituita, oltre che dallo
strumento, da un ago (che deve essere sostituito a ogni uso) e da una ‘cartuccia’
preriempita con insulina, facile da inserire (1). Come si usano le penne?
Per prima cosa si applica il nuovo ago (2), poi, ruotando la ghiera posta all’estremità
(3), si seleziona la quantità desiderata.
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Premendo un pulsante, una goccia di insulina apparirà sulla punta dell’ago accertando
che non esistono interruzioni al flusso del farmaco(4).
Questa operazione deve essere fatta tenendo la penna rivolta verso l’alto e all’altezza
degli occhi. A quel punto si tratta solo di detergere il sito scelto per l’iniezione (5).
L’iniezione vera e propria avviene semplicemente premendo un pulsante (6).
Ad ogni iniezione è necessario servirsi di un nuovo ago sterile. Con la penna si possono
utilizzare solamente le cartucce di insulina già pronte e non si devono effettuare
miscelazioni.
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Microinfusore
E' un apparecchio di dimensioni ridotte, costituito da una pompa di precisione
che, su comando di circuiti elettronici miniaturizzati, inietta sottocute 24 ore su
24 le dosi d' insulina programmata. Normalmente viene portato alla cinta ed è
alimentato da una piccola batteria. L'ago è costantemente inserito. Viene utilizzato
prevalentemente quando il controllo metabolico non è realizzabile tramite le solite
3-4 iniezioni giornaliere, in particolare in gravidanza ed in occasione di interventi
chirurgici. Normalmente viene quindi utilizzato in ambiente ospedaliero.
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Il microinfusore è uno strumento dotato di un computer
programmabile, un motore di precisione, un pistone e una
cartuccia che contiene insulina.
Con movimenti impercettibili diretti dal computer, il motore fa
avanzare il pistone che spinge lo stantuffo della cartuccia facendo
così fluire l’insulina contenuta nella cartuccia verso un tubicino
flessibile, il catetere. Il catetere termina con un’ agocannula
inserita nel tessuto sottocutaneo, solitamente dell’addome o, più di
rado, dei glutei (parte superiore).
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Seguendo le impostazioni ricevute, il microinfusore infonde
nell’organismo quantità di insulina, anche minime, centinaia di volte
al giorno (20 volte all’ora). In linea di principio il microinfusore è
costantemente collegato all’organismo. Tuttavia è possibile staccarlo
sia per periodi brevi (1-2 ore) sia per periodi lunghi (in questo caso
l’insulina va somministrata con una classica penna). È possibile
anche rinunciare, per un certo tempo o per sempre, alla terapia con
microinfusore e tornare alla terapia multi-iniettiva.
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La parte elettronica è composta da:
• alcuni pulsanti che consentono di accedere ai diversi
menù per eseguire le operazioni;
• un display per visualizzare le scelte e le informazioni;
• due microprocessori (uno dei quali controlla l’altro) che
elaborano le istruzioni, le traducono in impulsi diretti al
motore, e allo stesso tempo rilevano eventuali errori di
funzionamento attraverso centinaia di controlli al minuto.
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Conservazione dell'insulina
L'insulina è un preparato particolare, che richiede alcune attenzioni
nella sua conservazione per evitare che essa perda le sue caratteristiche
naturali.
Le confezioni di riserva, vanno tenute in frigorifero tra i +4° C e i +8° C.
L'insulina non deve mai essere portata al congelamento.
Nel caso si debba intraprendere un viaggio piuttosto lungo, si consiglia
di trasportare, se possibile, le insuline di riserva in borse frigo e di non
lasciare mai l'insulina al sole o a temperature sotto lo zero.
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Tecnica dell'iniezione
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Prima di ogni iniezione, eseguire le seguenti operazioni:
 Lavarsi bene le mani;
 Controllare la data di scadenza;
 Controllare il tipo di insulina (rapida, intermedia, ecc.);
Iniezione con siringa
 Disinfettare il tappo del flacone;
 Se si formano bolle d'aria, farle risalire lungo la siringa con piccoli
colpetti del dito, ed espellerle;
 Accertarsi con precisione sull’unità da somministrare.
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Utilizzare una di queste due tecniche:
Sollevare con due dita ‘a pinza’ un lembo
di pelle ed effettuare l’iniezione nella
plica così formata. Inserito l’ago, allentare
delicatamente la plica.
Fare l’iniezione tenendo la siringa
o la penna obliqua rispetto alla pelle.
Attenzione però: iniezioni troppo
superficiali rischiano di provocare
fuoriuscite di insulina.
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Intramuscolari
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La via intramuscolare prevede che il principio attivo venga opportunamente
formulato, quindi disciolto in un liquido acquoso oppure in un liquido oleoso.
Il principio attivo disciolto viene iniettato in alcune zone muscolari del nostro
corpo, che sono principalmente i glutei, i deltoidi della spalla ed i muscoli della
coscia. Come tutte le vie di somministrazione, anche quella intramuscoalre
richiede particolari accorgimenti, come l'impiego di personale specializzato
(anche se la tecnica di iniezione si può imparare facilmente) e l'utilizzo di
attrezzature specifiche (siringhe asettiche).
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La velocità di assorbimento del principio attivo somministrato per via
intramuscolare può dipendere dal tipo di irrorazione del tessuto
(l'assorbimento nel deltoide è più veloce rispetto a quello nel gluteo), dal
tipo di vascolarizzazione, dalla quantità di tessuto adiposo (tanto più tessuto
adiposo è presente e tanto più lentamente il principio attivo si distribuisce),
dalle caratteristiche del farmaco e del principio attivo.
L'iniezione intramuscolare non prevede la somministrazione di grossi
quantitativi di soluzione o di sospensione (al max 5 ml.).
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Le soluzioni iniettabili per via intramuscolare, oltre ad essere di tipo acquoso, possono essere
anche di tipo oleoso e in questo caso l'assorbimento del principio attivo è rallentato. Questo
metodo viene principalmente utilizzato nelle formulazioni RETARD, proprio perché
rilasciano gradualmente il principio attivo riducendo così anche la frequenza delle
somministrazioni.
I vantaggi della via intramuscolare sono:
affidabilità;
precisione;
azione rapida.
L'assorbimento è rapido, più che nella via sottocutanea; possono essere somministrati per via
intramuscolare farmaci troppo irritanti per la via sottocutanea; l'assorbimento può essere reso
più veloce o più lento; ad esempio, è in genere rapido per le soluzioni acquose. Le soluzioni
oleose sono invece assorbite più lentamente di quelle acquose.
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Gli svantaggi potenziali della via intramuscolare sono:
 dolore;
 necrosi tissutale locale;
 lesioni vascolare o nervose;
 contaminazioni batteriche
La velocità di assorbimento dello stesso farmaco può variare notevolmente se si
fa variare il flusso ematico locale mediante riscaldamento locale, massaggio o
esercizio fisico; la vasocostrizione con farmaci non puo' essere utilizzata per
rallentare l'assorbimento, come invece si può fare nella via sottocutanea; non si
usa durante il trattamento con anticoagulanti;
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Siringhe e aghi
Alcuni farmaci vengono venduti in una confezione con una siringa
preriempita (quindi già pronta per l'uso), ma la maggior parte sono venduti in
fiale
e
bisogna
quindi
procurarsi
siringhe
e
aghi
adatti.
Per le IM si usano siringhe più capienti e con aghi più lunghi e larghi, per le SC
si
usano
siringhe
più
piccole
con
aghi
più
corti
e
sottili.
La capienza della siringa, espressa in millilitri, dipenderà dalla quantità di
liquido che dovete iniettare. E' bene che la siringa sia sempre un po'
sovradimensionata, per evitare che lo stantuffo sia quasi completamente fuori,
cosa che rende più scomodo fare l'iniezione. Quindi se per esempio dovete
iniettare
2cc
di
liquido,
vi
conviene
usare
siringhe
da
2,5cc.
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Preparare l'iniezione
Prima di qualunque operazione, lavarsi bene le mani in modo da mantenere tutto
in condizioni di sterilità. In particolare bisogna fare attenzione a non toccare mai
l'ago; se l'ago viene a contatto con le mani o con qualunque cosa che non sia il
farmaco, toglierlo e sostituirlo con
un ago nuovo.
Controllare sempre che la confezione del farmaco sia intatta e che il liquido sia
limpido e puro; se è torbido o ci sono impurità non va usato.
Non mescolare mai due farmaci diversi nella stessa siringa( a meno che
non sia stato espressamente prescritto dal medico. )
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La maggior parte dei farmaci deve essere iniettata subito dopo aver
aperto la fiala; non tenere il liquido esposto all'aria per più tempo di
quello strettamente necessario a preparare l'iniezione.
In genere i foglietti illustrativi spiegano bene come preparare il
farmaco per l'iniezione, ma ecco alcune regole di massima.
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Se il farmaco è già pronto per l'uso non c'è da fare altro che aspirare nella siringa
la quantità necessaria VERIFICARE SEMPRE CHE LA QUANTITA' SIA
QUELLA PRESCRITTA DAL MEDICO.
Se il farmaco - come nella maggior parte dei casi - è costituito da due fiale, una
che contiene un liquido e l'altra che contiene una polvere, bisogna procedere in
questo modo: si aspira con la siringa il liquido, si introduce il liquido nella fiala
contenente la polvere, si aspetta qualche secondo SENZA AGITARE finché non
si miscelano (cosa che spesso avviene istantaneamente) e poi si aspira di nuovo
tutto il liquido.
Spesso si possono unire varie polveri a un solo diluente, in modo da ridurre la
quantità di liquido da iniettare;
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In generale se per preparare l'iniezione si devono miscelare varie
polveri con un liquido, o se per prelevare il liquido si deve bucare
il tappo di gomma di un flacone, è bene alla fine sostituire l'ago
usato per i preparativi con un ago nuovo, per essere sicuri che l'ago
sia sterile e che la punta sia assolutamente intatta (se l'ago si è spuntato
l'iniezione sarà più dolorosa!).
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Quando si è aspirato nella siringa tutto il farmaco e si è messo l'ago definitivo,
prima di fare l'iniezione bisogna assicurarsi che il liquido non contenga
bolle: tenendo la siringa con l'ago rivolto verso l'alto, guardare se ci sono
bollicine e, se ci sono, picchiettare con le dita sulla siringa per farle salire verso
l'alto; quindi premere leggermente lo stantuffo per fare uscire tutta l'aria
insieme a qualche goccia di liquido (non preoccupatevi se in questo modo un
pochino di farmaco va perso, i farmaci da iniettare sono dosati in previsione di
questa operazione!).
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Fare un'intramuscolo
SEDI
MUSCOLO DELTOIDE
DORSO GLUTEALE
RETTOFEMORALE
VENTROGLUTEALE
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Fare un'intramuscolo
 Disinfettare il punto dell'iniezione e aspettare che il disinfettante si
asciughi (se il disinfettante entra insieme all'ago può causare bruciore).
 Impugnare la siringa con la mano dominante come se fosse una penna.
Con un colpo leggero e rapido inserire l'ago nel muscolo a 90 gradi.
Negli adulti di corporatura normale l'ago va inserito tutto, mentre nei bambini e
nelle persone magre non va spinto fino in fondo.
 Tirare un pochino indietro lo stantuffo come per aspirare. Se nella
siringa entra del sangue vuol dire che è stata colpita una vena e dunque si
rischia di iniettare il farmaco nelle vene; in tal caso bisogna estrarre l'ago,
disinfettare il punto di iniezione, buttare la siringa con tutto il contenuto,
e ripetere l'iniezione in un altro punto con una nuova siringa e una nuova
dose di farmaco
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Fare un'intramuscolo
 Spingere lentamente lo stantuffo finché non si è iniettato tutto il
liquido.
 Sfilare l'ago rapidamente (più velocemente si sfila, meno dolore si
sente).
 Premere sul punto di iniezione un batuffolo di cotone imbevuto di
disinfettante per fermare l'eventuale piccola fuoriuscita di sangue; è
normale che esca qualche goccia di sangue se l'ago, nell'entrare o
nell'uscire, ha rotto qualche capillare.
 Massaggiare con una leggera pressione la zona per 20-30 secondi per
favorire l'assorbimento del farmaco.
 Al termine buttare tutto nel contenitore ago-box.
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