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Diapositiva 1 - Ordine Avvocati Torino

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Diapositiva 1 - Ordine Avvocati Torino
CORSO DI FORMAZIONE PER LO SVOLGIMENTO
DA PARTE DEL DATORE DI LAVORO DEI COMPITI
DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI RISCHI
ai sensi dell’art. 34, commi 2 e 3 del d.lgs. 81/2008 e
s.m.i.
Modulo 4. RELAZIONALE – formazione
e consultazione dei lavoratori
MODULO
A.
B.
C.
D.
E.
4.
RELAZIONALE
–
formazione
consultazione dei lavoratori
e
L’informazione, la formazione e l’addestramento.
Le tecniche di comunicazione.
Il sistema delle relazioni aziendali e della comunicazione in
azienda.
La consultazione e la partecipazione dei rappresentanti dei
lavoratori per la sicurezza.
Natura, funzioni e modalità di nomina o di elezione dei RLS.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori.
LA FORMAZIONE
Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una FORMAZIONE
sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle
conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a:
 concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della
prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di
vigilanza, controllo, assistenza;
 rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e
procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di
appartenenza dell’azienda.
La formazione è regolamentata dall’Accordo raggiunto tra il Ministro del Lavoro e
delle Politiche Sociali, il Ministro della Salute, le regioni e le province autonome di
Trento e Bolzano nel dicembre 2011.
Secondo tale Accordo la formazione va erogata in due moduli distinti: uno di
formazione generale della durata non inferiore a 4, dedicata alla presentazione
dei concetti generali, ed uno di formazione specifica della durata minima
di 4, 8 o 12 ore, a seconda che il settore di attività aziendale sia
inserito in classe di rischio basso, medio o alto, per un
numero totale di ore pari ad almeno 8, 12 o 16 ore.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_A
I Lavoratori
Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una
adeguata INFORMAZIONE:
 sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi alla
attività della impresa in generale;
 sulle procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta
antincendio, l’evacuazione dei luoghi di lavoro;
 sui nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di primo soccorso
e antincendio;
 sui nominativi del responsabile e degli addetti del servizio di prevenzione e
protezione, e del medico competente;
 sui rischi specifici cui è esposto in relazione all’attività svolta, le normative di
sicurezza e le disposizioni aziendali in materia;
 sui pericoli connessi all’uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla base
delle schede dei dati di sicurezza previste dalla normativa vigente e dalle
norme di buona tecnica;
 sulle misure e le attività di protezione e prevenzione adottate.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_A
L’informazione, la formazione e l’addestramento
La causa principale degli infortuni è la scarsa informazione
sui rischi e sulle misure di prevenzione.
PERTANTO, L’INFORMAZIONE E LA
FORMAZIONE SONO ESSENZIALI!
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_A
Informazione, formazione e addestramento:
definizioni dall’art. 2/81
aa) formazione»: processo educativo attraverso il
quale trasferire ai lavoratori ed agli altri soggetti
del sistema di prevenzione e protezione aziendale
conoscenze e procedure utili alla acquisizione di
competenze per lo svolgimento in sicurezza dei
rispettivi compiti in azienda e alla identificazione,
alla riduzione e alla gestione dei rischi;
bb) «informazione»: complesso delle attività
dirette a fornire conoscenze utili alla
identificazione, alla riduzione e alla gestione dei
rischi in ambiente di lavoro;
cc) «addestramento»: complesso delle attività
dirette a fare apprendere ai lavoratori l'uso
corretto di attrezzature, macchine, impianti,
sostanze, dispositivi, anche di protezione
individuale, e le procedure di lavoro;
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_A
L’informazione, la formazione e l’addestramento
MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE
NELL’IMPRESA
MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLE CONDIZIONI DI
LAVORO
MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLE PRESTAZIONI
FORNITE E CONSEGUENTEMENTE DELLA
SODDISFAZIONE DEL CLIENTE.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_A
Tecniche di comunicazione
“Comunicare” significa inviare, trasmettere, trasferire,
notificare, far vedere, far sentire, illustrare, far conoscere,
mettere in comune con gli altri ciò che è nostro.
Per comodità diremo che significa TRASMETTERE
TRAMITE LA COMUNICAZIONE
INTERAGIAMO
CON LE ALTRE PERSONE
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_B
Tecniche di comunicazione
IL MODELLO DI SHANNON E WEAVER
CODIFICA
EMITTENTE
MESSAGGIO
DECODIFICA
distorsione / disturbo
Gestione del messaggio di ritorno
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_B
RICEVENTE
Tecniche di comunicazione
LA COMUNICAZIONE NON VERBALE
FATTORI NON
VERBALI DEL PARLATO
FATTORI CINESICI *
INTONAZIONE
SGUARDO E MIMICA FACCIALE
TIMBRO
MOVIMENTI E GESTI
VOLUME
GESTIONE DEL CORPO NELLO SPAZIO
RITMO
POSTURA
FONAZIONE
ORIENTAMENTO
DISTANZA
* La cinesica è la scienza che studia il linguaggio del corpo.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_B
Tecniche di comunicazione
LA COMUNICAZIONE NON VERBALE
I GESTI

ACCIDENTALI

ESPRESSIVI

MIMICI

SCHEMATICI

SIMBOLICI

TECNICI

CODIFICATI
DISPONIBILITÀ
PRESA DI
DONO
POSIZIONE
POSITIVITÀ
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_B
NEGATIVITÀ
Tecniche di comunicazione
INTERDIPENDENZA DEI SOGGETTI
E’ necessario ricordarsi ai fini di una corretta
comunicazione, che “L’ALTRO” è:
PRESENTE
IMPORTANTE
NECESSARIO
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_B
Tecniche di comunicazione
INTERDIPENDENZA DEI SOGGETTI
Interdipendenza
soggettiva
Interdipendenza
oggettiva
LIVELLI
Interdipendenza
positiva
TIPOLOGIE
MODALITÀ
INTERDIPENDENZA
Interdipendenza
di scopo
Interdipendenza
di ruolo
Interdipendenza
negativa
RESPONSABILITÀ
INDIVIDUALE
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_B
Interdipendenza
di compito
Tecniche di comunicazione
AGGRESSIVITA’ – PASSIVITA’
STRATEGIA
EFFICACE
STRATEGIA
DI DIFESA
AGGRESSIVA
PASSIVA
Imporre la propria
superiorità
Evitare rischi o
attacchi
ANNULLANDO
RAGIONIBISOGNI
OBIETTIVI
DELL’ALTRO
CERCANDO AD
OGNI COSTO DI
ANDARE
D’ACCORDO
Risolvere
problemi/ottenere
risultati oggettivi
UTILIZZANDO
IN MODO
SINERGICO
LE RISORSE
PERSONALI ED
ALTRUI
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_B
Tecniche di comunicazione
AGGRESSIVITA’ – PASSIVITA’
COMPORTAMENTO
AGRESSIVO
COMPORTAMENTO
PASSIVO
COMPORTAMENTO
EFFICACE
 Io posso farlo, tu no
 I miei sentimenti,
sono più importanti
dei tuoi
 Io non sbaglio mai
 La gente deve
comportarsi come
voglio io
 Io ho solo diritti e
desideri
 Mi sento esplosivo,
belligerante
 Mai manifestare i
propri sentimenti
 Mai parlare se non si è
interrogati
 Conviene rendersi
simpatici
 Mai contraddire
 Non creare grane
altrimenti la gente ti
prende in antipatia
Io ho solo doveri
 Io sono quello che sono e
posso migliorare
 Io sono in grado di
risolvere i miei problemi
e le mie difficoltà
 Io mi assumo tutte le
responsabilità delle mie
azioni
 Io ho diritti, doveri,
desideri
 Mi sento determinato,
energico
 La positività mi appartiene
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_B
Competenze relazionali e consapevolezza del
ruolo
LA COMUNICAZIONE IN AZIENDA COME
“RELAZIONE CAPO - COLLABORATORE”
ESEMPI DI COMUNICAZIONE
CENTRATA SULLA RELAZIONE
CAPO-COLLABORATORE
•
•
•
•
•
riunioni di lavoro
istruzioni di lavoro
relazione quotidiana
gestire dei suggerimenti e
delle nuove idee
colloquio di valutazione e di
motivazione
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Competenze relazionali e consapevolezza del
ruolo
ATTRAVERSO LA COMUNICAZIONE È POSSIBILE
ISTITUZIONE
INTERPERSONALE
SCAMBIARE DATI
ED INFORMAZIONI
COLPIRE E OFFENDERE
DARE O RICEVERE
ISTRUZIONI
COMMUOVERE O PORTARE ALL’IRA
SCAMBIARE RAGIONAMENTI
E OPINIONI
AIUTARE E ASSISTERE
VALORIZZARE O UMILIARE
MINACCIARE O RASSICURARE
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Competenze relazionali e consapevolezza del
ruolo
L’EFFETTO DELLA COMUNICAZIONE EFFICACE
INFLUENZAMENTO: OTTENERE UNA REAZIONE O
COMPORTAMENTO CHE L’ALTRO NON AVREBBE ATTIVATO SENZA
LA COMUNICAZIONE
MANIPOLATO
NON MANIPOLATO
PUO’ PORTARE A
MAGGIOR SUCCESSO NEL
BREVE, MA RISCHIA
INSUCCESSI FUTURI
POSSIBILE MINOR
SUCCESSO NEL BREVE
TERMINE MA SUCCESSI
PIU’ DUREVOLI NEL FUTURO
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Competenze relazionali e consapevolezza del
ruolo
L’EFFETTO DELLA COMUNICAZIONE INEFFICACE
SOVRASTIMA, SOTTOSTIMA DI SE’
ATTEGGIAMENTI INCOERENTI
CON L’OBIETTIVO
GESTIONE DIFENSIVA DELL’ANSIA
INCOMPETENZE SOCIALI
STRATEGIE DIFENSIVE
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Competenze relazionali e consapevolezza del
ruolo
SAPER…..ASCOLTARE
•
ASCOLTARE IL PUNTO DI VISTA DELL’INTERLOCUTORE
ANCHE SE E’ DIVERSO DAL PROPRIO
•
GUARDARE L’INTERLOCUTORE
•
NON PENSARE A COME RIBATTERE MENTRE
TI STANNO ANCORA PARLANDO
•
NON GIUDICARE PRIMA DI AVER CAPITO
•
NON INTERROMPERE, LASCIA CHE L’INTERLOCUTORE
SVILUPPI IL PROPRIO PENSIERO
•
FARE DOMANDE PER AVERE ALTRE INFORMAZIONI,
SE E’ NECESSARIO PER CAPIRE
•
FARE SINTESI PER VERIFICARE LA COMPRENSIONE
•
ASCOLTARE ATTIVAMENTE.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Competenze relazionali e consapevolezza del
ruolo
SAPER…..CHIEDERE
•
SCEGLIERE LE PAROLE ADATTE
•
ACCOMPAGNARE LE PAROLE CON UNA
COMUNICAZIONE NON VERBALE ADEGUATA
•
SPIEGARE CON ARGOMENTAZIONI CHIARE IL
PERCHE’ DELLA RICHIESTA
•
PARLARE IN PRIMA PERSONA
•
NON DILUIRE CON ARGOMENTAZIONI DEBOLI
•
FARE LA RICHIESTA
•
PRESENTARE I VANTAGGI - SVANTAGGI COMUNI
NELLA RICHIESTA
•
RIBADIRE PER UNA VOLTA ANCORA I VANTAGGI –
SVANTAGGI COMUNI A FRONTE DEL RIFIUTO
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Competenze relazionali e consapevolezza del
ruolo
COME OTTENERE INFORMAZIONI
•
METTERE BENE A FUOCO LE INFORMAZIONI NECESSARIE
PER RISOLVERE IL PROBLEMA
•
CREARE UN CLIMA POSITIVO
•
FARE DOMANDE CHIARE E CONCISE
POSSIBILMENTE CHIUSE
•
NON ESAGERARE CON LE DOMANDE
•
NON FARE DOMANDE AGGRESSIVE
•
STIMOLARE CON IL COMPORTAMENTO NON VERBALE
•
SPIEGARE PERCHE’ SERVONO QUELLE INFORMAZIONI
•
CHIEDERE “AIUTO” A FRONTE DEL RIFIUTO
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Competenze relazionali e consapevolezza del
ruolo
IN UN’ORGANIZZAZIONE E’ IMPORTANTE
SAPER PRENDERE LE DECISIONI
SAPER RISOLVERE I PROBLEMI
SAPER GESTIRE
I CONFLITTI
SAPER DISTRIBUIRE
LE LEADERSHIP
SAPER
COMUNICARE
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Lavoro di gruppo e gestione dei conflitti
IL PROBLEM SOLVING
Il Problem Solving è definito come “l’arte di risolvere problemi” sia
per natura personale, sia interpersonale o delle organizzazioni
(aziende, enti, comunità, ecc.), mediante l’utilizzo di tattiche e
tecniche, con il massimo possibile di efficacia (soluzione del
problema) e di efficienza (tempo e sforzi impiegati).
Il Problem Solving non è la capacità di una persona di risolvere
situazioni riguardanti una materia specifica della quale è esperto,
ma l’abilità, in genere, di trovare soluzioni in qualsiasi ambito.
Tramite il Problem Solving, a prescindere dalle risorse e dalla
situazione, si trova il modo di uscire dal problema.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Lavoro di gruppo e gestione dei conflitti
Nell’approccio classico del Problem Solving, si usa, di solito il
seguente schema d’azione:
1) Individuare tutti i problemi (spesso quello che sembra un
problema è costituito da una serie di problemi)
2) Scegliere un problema (le risorse sono limitate, si parte dal
problema che crea i danni maggiori)
3) Ricercare la cause potenziali (tutte quelle possibili)
4) Individuare le cause reali
5) Cercare le soluzioni
6) Proporre una soluzione (tenendo conto delle risorse e
valutando preventivamente i nuovi rischi….)
7) Approvare e attuare il progetto
8) Confermare i risultati (verificare a posteriori che il problema
sia davvero risolto…..)
9) Registrare i risultati (deve rimanere come know how
aziendale)
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Lavoro di gruppo e gestione dei conflitti
8 DISCIPLINES (8D)
L’ 8D (8 Disciplines) è una delle più famose e complete
metodologie di Problem Solving.
Fu introdotta nel 1987 dalla Ford Motor Company.
E’ una metodologia strutturata a passi, applicabile alla
risoluzione di ogni tipo di problema che può nascere all’interno di
un’organizzazione.
Crea particolare valore aggiunto nella gestione di Non
Conformità, Azioni Correttive e Azioni Preventive, correlate ai
Sistemi di Gestione.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Lavoro di gruppo e gestione dei conflitti
I PASSI DELL’ 8D
La struttura dell’ 8D si sviluppa attraverso 8 passi (Disciplines):
1.D -
Form the Team
Formare il team
2.D -
Describe the problem
Descrivere il problema
3.D -
Implement and verify interim
containment action
Applicare le correzioni
immediate
4.D -
Define and verify root causes
Definire le cause profonde
5.D -
Verify the correction action(s)
Definire le Azioni Correttive
6.D -
Implement permanent corrective
actions
Applicare la AC
7.D -
Prevent problem recurrence
Individuare le AP in situazioni
analoghe
8.D -
Congratulate the team
Congratularsi con il team
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Lavoro di gruppo e gestione dei conflitti
IL TEAM
I problemi, di solito, sono complessi e presentano molte
variabili possibili………
Vedere lo stesso fatto da punti di vista diversi, con
competenze e responsabilità diverse, fornisce un grande
valore aggiunto sia all’analisi che alla sintesi.
Nell’ 8D l’approccio di squadra è fondamentale.
Le figure chiave da identificare sono:
-
lo “sponsor” del team;
Il team leader;
I membri.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Lavoro di gruppo e gestione dei conflitti
LA DESCRIZIONE DEL PROBLEMA
E’ la fase di analisi ed ha l’obiettivo di elencare i fatti che
descrivono, da tutti i punti di vista, il problema.
Per descrivere il problema, è necessario rispondere alle
domande:
-
chi;
cosa;
dove;
quando;
come;
quanti.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Lavoro di gruppo e gestione dei conflitti
Chi:
Identifica gli individui associati al problema, descrive i clienti
che si stanno lamentando, gli operatori che hanno individuato
il problema o sono in difficoltà, il dipendente che ha subito
l’incidente che ha causato e quelli coinvolti:
Cosa:
Descrive adeguatamente il problema; è il racconto dettagliato
dell’accaduto.
Dove:
Identifica il luogo di accadimento del problema, e la “zona”
interessata (parte di un prodotto, macchina, lavoro, ecc.)
Quando: Identifica il momento dell’accadimento; quando ha avuto inizio,
in che turno di lavoro, in che periodo dell’anno, ecc.)
Come:
Definisce le modalità; funzionamento automatico o manuale,
procedure, prassi, ecc.
Quanti: Esplicita le dimensioni del problema.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Lavoro di gruppo e gestione dei conflitti
Per aiutare a descrivere il problema, si usa uno strumento semplice, ma
molto potente che deriva dalla logica di programmazione.
Si tratta di descrivere (e ragionare), ad ogni passo, anche la “soluzione
negata”.
“SE – SE NON”
Chi
SE
Chi ha
causato il
problema?
SE
NO
N
Chi
avrebbe
potuto
causarlo
ma non
l’ha
causato?
Cosa
Cosa è
successo?
Cosa vi
aspettavate
succedesse
invece non
è successo?
Dove
Quando
Come
Quanti
Dov’è
successo?
Quando
abbiamo visto
la prima volta
il problema?
In che
modo è
successo?
Che
dimensione
ha il
problema?
Dove
poteva
succedere
e non è
successo?
Quando
avremmo
potuto vedere
la prima volta
il problema
invece non
l’abbiamo
visto?
In che
modo
poteva
succedere
ma non è
successo?
Che
dimensione
poteva
avere il
problema
ma non l’ha
avuta?
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_C
Consultazione e partecipazione dei R.L.S.
L’art. 50 del D.Lgs. 81/08 stabilisce le attribuzioni del rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza che sono quelle già previste dalla normativa
precedente.
Le novità di rilievo prevedono che il RLS, su sua richiesta e
per l’espletamento della sua funzione, riceva copia del Documento di
Valutazione di tutti i rischi (art. 17) e del documento di valutazione dei rischi
che va allegato al contratto di appalto o di opera, che indica le misure
adottate per eliminare o ridurre al minimo i rischi da interferenze.
Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è tenuto al rispetto delle
disposizioni sulla privacy e del segreto industriale relativamente alle
informazioni contenute nel documento di valutazione dei rischi, nonché al
segreto in ordine ai processi lavorativi di cui viene a conoscenza
nell’esercizio delle funzioni.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_D
Consultazione e partecipazione dei
rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza
L’esercizio delle funzioni di rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza è incompatibile con la nomina di responsabile o addetto al
servizio di prevenzione e protezione.
Il RLS ha diritto ad una formazione particolare in materia di salute e
sicurezza sul lavoro che riguarda anche i rischi specifici presenti nella
realtà in cui esercita la propria rappresentanza (art. 37 comma 10).
E’ previsto l’obbligo di aggiornamento periodico della formazione che
non può essere inferiore a 4 ore all’anno per le imprese che occupano
dai
15
ai
50
lavoratori
e
a
8
ore
annue
per
le
imprese
che
occupano
più
di
50 lavoratori.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_D
Natura, funzioni e modalità di nomina o di
elezione dei rappresentanti dei lavoratori per la
sicurezza (R.L.S.)
Persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori
per quanto concerne gli aspetti della salute e della
sicurezza durante il lavoro.
(Art. 2, comma 1, lettera i) del D. Lgs. n° 81/2008)
L’elezione dei rappresentanti per la sicurezza avviene secondo
le modalità previste nell’ art.47 comma 6 del T.U. e l’art.50 stabilisce le
sue attribuzioni.
In
tutte le aziende che occupano fino a 15 lavoratori il RLS
è eletto direttamente dai lavoratori mentre in aziende con più
di 15 lavoratori il RLS viene scelto nell’ambito delle
rappresentanze sindacali in azienda, ove presenti.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_E
Natura, funzioni e modalità di nomina o di
elezione dei rappresentanti dei lavoratori per la
sicurezza (R.L.S.)
Se non si procede all’elezione del RLS aziendale, le relative funzioni sono
esercitate dal rappresentante territoriale o dal rappresentante di sito
produttivo, salvo diverse intese tra le associazioni datoriali e sindacali
comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.
Il RLST è una figura esterna che esercita le attribuzioni, pari a quelle del RLS
aziendale, previste all’articolo 50, esclusivamente nelle aziende in cui non si è
provveduto all’elezione del rappresentate interno.
Le modalità di elezione o designazione del RLST sono individuate dagli Accordi
Collettivi Nazionali, Interconfederali o di Categoria, che definiscono anche le
modalità di accesso e di preavviso cui deve attenersi il RLST per entrare nei
luoghi di lavoro del comparto o del territorio a cui è assegnato.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_E
Natura, funzioni e modalità di nomina o di
elezione dei rappresentanti dei lavoratori per la
sicurezza (R.L.S.)
N° RLS
•Per Aziende o Unità Produttive fino a 200 dipendenti è previsto: 1 RLS
•Per Aziende o Unità Produttive da 201 a 1000 dipendenti sono previsti 3 RLS
•Per Aziende o Unità Produttive con oltre 1000 dipendenti sono previsti: 6 RLS
N.B.: in ogni unità produttiva deve essere eletto uno o più RLS.
Ciò non significa che in ogni sito aziendale debba essere presente un RLS. L’unità
Produttiva è, infatti, unicamente quello stabilimento o struttura dotato di
autonomia finanziaria e tecnico funzionale. Quindi autonoma per quanto attiene
alle scelte e alla gestione della sicurezza.
Permessi
Sonoprevisti:
- 40 ore annue per ciascun RLS;
- possibilità di attingere al monte ore di cui ciascun RLS possiede come RSU;
- tempo necessario all'espletamento degli obblighi di legge riportati all'art.19
commi b), c), d), g), i), l).
Formazione
La durata dei corsi per i rappresentanti dei lavoratori è di 32 ore, fatte salve diverse
determinazioni della contrattazione collettiva.
R.S.P.P._Modulo 4_Relazionale_formazione e consultazione dei lavoratori_E
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