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STORIA ECONOMICA - Giorgio Roverato

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STORIA ECONOMICA - Giorgio Roverato
STORIA ECONOMICA
- presentazione del corso -
_____
slides lezione 24.02.2010
STORIA ECONOMICA
e
STORIA DELL’IMPRESA
La Storia economica può essere:
● Ricostruzione storica dell’economia
(del mondo, di una nazione, di un
territorio) attraverso i grandi aggregati
statistici
(Storia macroeconomica)
● Ricostruzione storica dell’economia
di un settore, o di una impresa…
In Italia, la storia d’impresa è stata a
a lungo giudicata con diffidenza dagli
storici accademici, che la consideravano
nulla più che “microstoria”,
e quindi di scarsa utilità…
E, tuttavia,
la STORIA D’IMPRESA,
nata negli Stati Uniti,
e da lì diffusasi rapidamente
in Europa, costituisce un elemento
qualitativamente fondamentale
per la conoscenza del tessuto
economico di un paese.
I MOTIVI ?
 La storia d’impresa generalmente indaga
le grandi imprese, e dal loro studio
emerge non solo la vita dell’azienda
studiata ma – soprattutto – le problematiche del settore di appartenenza.
 La storia d’impresa mette a fuoco le
problematiche organizzative, e quindi la
maggiore o minore “modernità”, nonché
le dinamiche imprenditoriali, senza la cui
conoscenza lo studio dello sviluppo
economico di un paese risulterebbe
monco.
 La storia d’impresa, attraverso lo studio
dei casi delle aziende significative di un
paese, consente infine di conoscere i
suoi percorsi di internazionalizzazione.
 In conclusione, la storia d’impresa è
uno strumento di straordinaria utilità
che completa la storia economica
classica, consentendole di arricchire le
sue ricostruzioni quantitative con dati
qualitativi di rilievo.
 IL CASO ITALIANO…
La Storia economica in una immagine
di Carlo Maria Cipolla, uno dei più
rilevanti storici italiani dell’Economia:
“Uno spettacolo teatrale normalmente lo si
segue dalla platea: e allora (se le cose van
bene) son solo luci e sfavillii e il pubblico
è tutto assorbito dallo svolgersi della
vicenda o dal susseguirsi delle note
musicali o da tutte e due le cose insieme.
Ma uno spettacolo teatrale può essere
seguito anche da dietro le quinte: e allora
le cose appaiono ben diversamente.”
“La vicenda recitata o musicata non interessa
più. Quel che interessa è lo sforzo produttivo
ed il modo in cui viene portato avanti.
Si vedono cordami, cavi elettrici, riflettori, macchinari, attori appena usciti di scena con i
segni dello sforzo compiuto e il trucco colante
assieme al sudore, altri attori pronti ad entrare in scena che si danno gli ultimi ritocchi e si
preparano l'espressione facciale richiesta dal
ruolo, un via vai silenzioso di attori,
comparse, amministratori che si sussurrano
frasi o si fanno cenni incomprensibili, il tutto in
una apparenza di gran confusione.”
“L'opera dello storico è normalmente seguita
dal pubblico dal punto di vista della platea, e il
pubblico è invitato ad immergersi nella vicenda storica narrata, senza preoccuparsi di tutto
quel che c'è dietro le quinte, cioè di tutto ciò
che sta dietro la narrazione storica: i materiali
che lo storico ha raccolto e come li ha raccolti
e come li ha ricomposti nella interpretazione
di quel gran puzzle [...] che è la storia…”
“La Storia economica è materia eminentemente interdisciplinare: essa occupa
un’area dell'umano sapere piazzata al
crocevia di due altre discipline, la Storia
e l'Economia politica.
La Storia economica non può ignorare né la
Storia né l'Economia politica.
Se cede su uno solo di questi due fronti si snatura e perde la propria identità.”
“Il problema è che le due discipline che stanno per così dire alla sua base appartengono
a due culture diverse.
La Storia è e rimane la disciplina umanistica
per antonomasia.
L'Economia politica dai tempi di Ricardo si è
venuta invece progressivamente destoricizzando e deumanizzando.
Pur restando quanto mai debole sul versante
della sperimentazione e della previsione, si
è andata ostinatamente abbarbicando
all'area culturale delle cosiddette scienze
esatte mediante l'uso e l'abuso dello
strumento logico-matematico come
strumento di base della propria analisi.”
“Di conseguenza la Storia economica è
venuta a trovarsi nella difficile posizione
di dover mediare tra due culture e due
modi di pensare che purtroppo continuano a
restare stranieri l'uno all'altro.”
da Carlo M. Cipolla
Tra due culture. Introduzione
alla Storia economica.
Di cosa ci parla questa “immagine”?
Qualche riflessione, prima di passare alle fonti
per la storia dell’impresa nel nostro paese…
Le fonti
per la storia dell’impresa
 Fonti pubbliche. Edite.
 Fonti pubbliche. Inedite.
 Fonti private: gli archivi aziendali,
ma non solo...
(le fonti orali, la memorialistica,
gli epistolari degli imprenditori...)
Le fonti “altre”…
 GLI ARCHIVI
delle associazioni imprenditoriali
 GLI ARCHIVI
delle organizzazioni sindacali
***
I problemi del lavoro sugli archivi…
TEMI DEL CORSO
 La grande impresa quale si è andata
determinandosi nel tempo, a partire
dalla sua prima tipologia (le compagnie
ferroviarie americane).
Vedremo tale evoluzione studiando otto
casi nazionali
 L’industrializzazione del Veneto, che
è però terra di piccola/piccolissima
impresa.
I motivi di questa lettura contraddittoria…
VENETO ARRETRATO
e
VENETO INDUSTRIALE
una prima approssimazione
_____
slides lezione 25.02.2010
L’ARRETRATEZZA ECONOMICA
DEL VENETO
● Il Veneto al momento dell’annessione
all’Italia
● Agricoltura arretrata e piccola
manifattura…
● La grande emigrazione degli anni ‘80
dell’Ottocento
***
● Il Veneto del “boom” degli ultimi due
decenni del ‘900: il grande miracolo!
Ma corrisponde al vero questa
rappresentazione?
Non proprio…
 la lunga incubazione protoindustriale
 un luogo “storico” dell’industrializzazione
italiana ed europea:
l’Alto-Vicentino (anni ‘10-’20 dell’800)
 l’unione del Veneto all’Italia: trauma
ed opportunità…
E ancora…
 la modernizzazione dell’industria laniera
 la formazione di un ceto imprenditoriale,
e più complessivamente di un ceto
dirigente
 sviluppo della piccola manifattura e
decollo
una antica imprenditoria
le cinque imprese ultrabicentenarie
 Barovier & Toso vetrerie artistiche riunite,
Venezia
[1295; 1890-1892]
 Colbachini (Fonderia Campane Daciano)
& Figli, Saccolongo (Padova)
[1745]
 Conte (Lanificio G.B.), Schio (Vicenza)
[1757]
[1757]
 Nardini (Bortolo), Bassano (Vicenza)
 Silca, Vittorio Veneto
[1779]
[1770]
azienda oggi, però, in mano a una multinazionale americana
La lunga incubazione
protoindustriale
ovvero della
“industrializzazione prima della industrializzazione”
 Il ruolo della fascia pedemontana, non solo
veneta, e a prevalente agricoltura povera,
nello sviluppo della c.d. “manifattura
casalinga”, ovvero nella produzione di
manufatti da parte degli agricoltori.
 L’intervento del c.d. mercante-imprenditore,
quale fattore di organizzazione del lavoro
casalingo, e veicolatore delle merci lì
prodotte su mercati vasti.
 Il lavoro casalingo da semplice integrazione

di reddito delle famiglie contadine, a
elemento di cambiamento economico e
sociale.
Parte della famiglia contadina si estrania
presto dal lavoro agricolo e si concentra
nella sola produzione di manufatti.
Da ciò emergono rilevanti mutamenti sociali:
- indipendenza dalla famiglia di origine
- dipendenza dal mercante-imprenditore.
Il mercante-imprenditore accentra via via tali
lavoratori in un sito appositamente dedicato
alla produzione.
Nasce il “sistema di fabbrica”, con tuttavia
un avvio lento, graduale, per fasi…
 IL RUOLO DELL’ALTO-VICENTINO, dal
‘600 dell’Ottocento attivo nella trasformazione
della lana locale.
 Al sistema di fabbrica questo territorio veneto
si avvia nei medesimi anni (Dieci e Venti
dell’Ottocento) nei quali ciò avviene in quella
vasta regione sovranazionale costituita dai
paesi tedeschi nord-occidentali, dai Paesi
Bassi all’epoca comprendenti anche il futuro
Belgio, e dalla Francia nord-orientale.
 L’Alto-Vicentino come uno dei protagonisti
della prima industrializzazione continentale.
Ma che significato ha studiare una
singola area regionale?
 problema della dimensione “regionale”...
 spazializzazione dello sviluppo economico: le
regioni possono variare nel tempo e nella loro
fisicità spaziale
 una determinata entità spaziale è tale in
quanto sottosistema di un insieme più grande: la
regione è cioè un qualche cosa che appartiene
ad un tutto, e ad esso è assimilabile, e tuttavia
da esso si distingue e si differenzia per un
insieme di caratteri relativamente omogenei...
 il comune retroterra degli antichi domini di
terraferma della repubblica veneziana
 permeabilità: mobilità di merci, uomini e
contaminazione di culture...
 permeabilità, unita però a separatezze…
 la dicotomia dello sviluppo veneto: aree
“forti” (la Pedemontana), aree “deboli”
(Belluno e Rovigo)
ancora sul
.
MERCANTE-IMPRENDITORE
_____
slides lezione 26.02.2010
● il ruolo della Repubblica di Venezia
nella promozione delle attività
manifatturiere di terraferma
● il nodo nelle corporazioni cittadine
● il contrasto città/campagna
● il mercante-imprenditore
come motore dello sviluppo
 la rottura dei vincoli corporativi nelle
campagne, dapprima strisciante e
illegale, poi giuridicamente sancita dalla
Serenissima
 natura e caratteristiche delle
corporazioni…
 le attività più rilevanti sono nella lana e
nella seta, mentre la lavorazione dell’oro
è tipicamente urbana, e quindi
rigidamente regolamentata dalle
corporazioni
 l’anticipata esperienza di “fabbrica” a
schio, nell’Alto-Vicentino:
il caso di Nicolò Tron
 le fasi di accentramento della produzione:
dapprima la rifinitura del prodotto, poi la
tessitura, infine il ciclo completo
 l’importanza per le attività manifatturiere
di essere il Veneto territorio di “frontiera”,
e quindi di intensi rapporti con i paesi
vicini, ma anche più lontani.
 rapporti e scambi = trasferimento
reciproco di innovazione e tecnologia
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