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Diapositiva 1
PREVENZIONE DELLA TRASMISSIONE DEI MICRORGANISMI IN OSPEDALE A) PRECAUZIONI STANDARD SONO UN’INSIEME DI COMPORTAMENTI PROTETTIVI STABILITI PER L’ASSISTENZA DI TUTTI I PAZIENTI IN OSPEDALE, LA CUI STRATEGIA PRIMARIA E’ LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI NOSOCOMIALI. B) PRECAUZIONI BASATE SULLA TRASMISSIONE SONO FINALIZZATE ALL’ ASSISTENZA AI PAZIENTI CON MALATTIE INFETTIVE NOTE O SOSPETTE, DIFFUSIBILI ATTRAVERSO UNA DELLE SEGUENTI VIE: LE VIE AEREE, LE GOCCIOLINE O IL CONTATTO. 1 IL LAVAGGIO DELLE MANI; LA PREVENZIONE DELLE PUNTURE DA AGO; L’USO DEI GUANTI; L’USO DI MASCHERE; A PROTEZIONE DEGLI OCCHI (VISIERE); L’USO DI CAMICI MONOUSO; LA MANIPOLAZIONI DEI PRESIDI PER L’ASSISTENZA AL PAZIENTE; IL CONTROLLO AMBIENTALE; L’ATTENZIONE PER I PATOGENI TRASMESSI ATTRAVERSO IL SANGUE; LA SALUTE SUL LAVORO: 2 PRECAUZIONI BASATE SULLA TRASMISSIONE Le precauzioni relative alla trasmissione aerea: Sono richieste per quei pazienti con presunta o comprovata patologia a tale trasmissione. Durante l’Ospedalizzazione i pazienti dovrebbero essere posti in una stanza a pressione negativa. La porta dovrebbe rimanere chiusa e gli operatori sanitari dovrebbero indossare una mascherina mentre sono nella stanza del paziente. 3 PRECAUZIONI BASATE SULLA TRASMISSIONE Le precauzioni relative alle goccioline. Sono adottate per quei microrganismi che possono essere trasmissibili attraverso uno stretto contatto faccia a faccia. L’infermiere che assiste un paziente, che richiede tali precauzioni, dovrebbe indossare una mascherina facciale, la porta può essere chiusa. 4 PRECAUZIONI BASATE SULLA TRASMISSIONE Le precauzioni relative al contatto. Sono usate per quei microrganismi che si diffondono attraverso il contatto da cute a cute, come i microrganismi resistenti agli antibiotici . Il paziente va isolato in una stanza. Per l’operatore sanitario sono utili: i camici monouso e i guanti, non servono le mascherine ne tenere le porte chiuse. 5 INFEZIONI OSPEDALIERE RESPONSABILITA’ PROFESSIONALE: GIURIDICA E DEONTOLOGICA LE INFEZIONI OSPEDALIERE POSSONO DETERMINARE UNA RESPONSABILITÀ DI TIPO GIURIDICO PER COMPORTAMENTI COMMISSIVI O OMISSIVI, OVVERO PER CIÒ CHE SI È ESEGUITO IN MODO NON CORRETTO E PER CIÒ CHE NON SI È ESEGUITO PER NEGLIGENZA. QUANDO NON SI SEGUONO LE REGOLE DI CARATTERE PREVENTIVO, (AD ESEMPIO NON FORNIRE GLI ADEGUATI PRESIDI PER L’ESECUZIONE DI MANOVRE IN STERILITÀ); QUANDO NON SI SEGUONO LE REGOLE CORRETTE DI PREPARAZIONE INDICATE DAI REGOLAMENTI O DAI PROTOCOLLI (AD ESEMPIO NON UTILIZZARE IN MODO CORRETTO I PRESIDI A DISPOSIZIONE: COME USARE PIÙ VOLTE IL MATERIALE MONOUSO); QUANDO NON SI SEGUONO LE REGOLE PRECAUZIONALI DI CARATTERE PROFESSIONALE (AD ESEMPIO IL NON RISPETTO DELLA ASEPSI DURANTE LE DIVERSE TECNICHE CHE LA PREVEDONO PER IL PROPAGARSI DELLE INFEZIONI). IN ALCUNE INFEZIONI NON È FACILE STABILIRE IL NESSO CAUSA EFFETTO. RIFERIMENTI NORMATIVI CIRCOLARE MINISTERO DELLA SANITÀ NR. 52/1985 “LOTTA CONTRO LE INFEZIONI OSPEDALIERE”; CIRCOLARE MINISTERO DELLA SANITÀ NR. 8/1988 “LOTTA CONTRO LE INFEZIONI OSPEDALIERE: LA SORVEGLIANZA”; A CURA DEL MINISTERO DELLA SALUTE RACCOMANDAZIONE PER LA PREVENZIONE DELLE VIE URINARIE 1996. 6 COME MIGLIORARE IL CONTROLLO DELLE INFEZIONI NELLE: TECNICHE INFERMIERISTICHE QUOTIDIANE Strumenti medici e chirurgici possono essere suddivisi in tre categorie in base al rischio potenziale di infezione che deriva dal loro uso: noncritici, semicritici, critici. 1. Gli strumenti non critici vengono in contatto con la cute integra ma non con le mucose. Questi oggetti raramente o mai trasmettono malattie e possono essere puliti con un detergente e una soluzione disinfettante a basso livello (ad esempio alcol isopropilico, cloro…..) Esempi di ogetti non critici. a) padelle, comode, pappagalli; b) bracciali di sfingomanometri, forbici per bendaggi; c) lenzuola; d) superfici di lavoro. 2. Gli strumenti semicritici vengono in contatto con le mucose e richiedono la decontaminazione e una disinfezione di livello intermedio o alto o la sterilizzazione (ad esempio glutarldeide, iodofori,….) Esempi di oggetti semicritici. a) termometri orali e rettali; b) speculum vaginali, nasali e anali; c) endoscopi. 3. Gli strumenti critici entrano direttamente nel torrente ematico o in altre zone del corpo. Gli strumenti non a perdere devono essere decontaminati e sterilizzati. Esempi di oggetti critici. a) pinze per biopsie utilizzate con gli endoscopi. b) tutto lo strumentario con punte e lame; 7 TERMOMETRI NON PERSONALI E/O IMMERSI IN LIQUIDI (DISINFETTANTI, ALCOL …….) TERMOMETRO PERSONALE O CONI MONOUSO AURICOLARI SE NON C’E QUESTA REALTA’ IL TERMOMETRO DOPO L’ USO VA LAVATO DISINFETTATO ASCIUGATO PERCHE’ ? NEL LIQUIDO DOVE VENGONO TENUTI IMMERSI I TERMOMETRI SI SVILUPPANO MICRORGANISMI CHE FAVORISCONO L’INSORGENZA DI INFEZIONI LOCALI. 8 STESSO PROBLEMA PER: PADELLE PAPPAGALLI, BACINELLE USARE LO STESSO PAIO DI GUANTI PER SVOLGERE PROCEDURE SU PIU’ PAZIENTI. CAMBIARE I GUANTI DOPO L’ASSISTENZA A OGNI MALATO E LAVARSI LE MANI PRIMA DI INDOSSARE I NUOVI GUANTI PERCHE’? I GUANTI HANNO LA PROPRIETÀ DI PROTEGGERE IL PERSONALE IN OGNI SITUAZIONE, MA IL LORO UTILIZZO ASSOCIATO AL LAVAGGIO DELLE MANI RIDUCE NOTEVOLMENTE L’INFEZIONE CROCIATA TRA PAZIENTE E STAFF. 9 TRE BUONI MOTIVI PER INDOSSARE I GUANTI IN OSPEDALE 1.FORNIRE UNA BARRIERA PROTETTIVA PER PREVENIRE ACCIDENTALI CONTAMINAZIONI DELLE MANI DELL’OPERATORE CON LIQUIDI INFETTI; 2.RIDURRE LA PROBABILITA’ DI TRASMIS-SIONE DI MICRORGANISMI PRESENTI SULLE MANI DEL PERSONALE AL PAZIENTE DURANTE LE PRATICHE ASSISTENZIALI; 3.RIDURRE LA PROBABILITA’ DI TRASMETTERE, ATTRAVERSO IL CONTATTO CON LE MANI DELL’OPERATORE, MICRORGANISMI DA UN PAZIENTE ALL’ALTRO; 10 MASCHERINE CHIRURGICHE UMIDE O INDOSSATE PER LUNGHI PERIODI DI TEMPO E PER PIU’ I PAZIENTI CAMBIARE LE MASCHERINE DA PAZIENTE A PAZIENTE MAI ABBASSARLE SUL COLLO E POI RIUTILIZZARLE PERCHE’ ? PERDONO LA LORO EFFICACIA SE UTILIZZATE COME NEL PRIMO CASO. ……… E L’EDUCAZIONE SANITARIA? 11 MALATTIE DIARROICHE NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO LA DIARREA INFETTIVA UCCIDE CIRCA QUATTRO MILIONI DI PERSONE ALL’ANNO. LA DISIDRATAZIONE E’ IL FATTORE PIU’ IMPORTANTE SIA PER MORBOSITA’ SIA PER MORTALITA’ TRASMISSIONE LA PORTA D’ INGRESSO DI TUTTI GLI AGENTI PATOGENI DIARROICI E’ L’INGESTIONE ORALE DIMINUZIONE DELL’ACIDITA’ GASTRICA, VARIAZIONE DELLA NORMALE FLORA INTESTINALE, SINDROMI DI IMMUNODEFICENZA PORTANO ALLA DIMINUZIONE DELLE DIFESE INTESTINALI CAUSE SPECIFICHE VIRALI; BATTERICHE; ESCHERICHIA-COLI (SALMONELLA) PARASSITICHE (GIARDIA LAMBLIA) 12 E’ IL PIU’ COMUNE MICRORGANISMO AEROBICO CHE COLONIZZA L’INTESTINO. PUO’ DERIVARE DALL’INGESTIONE DI CARNE POCO COTTA. QUESTO BATTERIO VIVE NELL’INTESTINO DEL GATTO E PUO’ ESSERE INTRODOTTO NELLA CARNE AL MOMENTO DELLA MACELLAZIONE. CUOCERE ADEGUATAMENTE LA CARNE 13 GRAM NEGATIVO NELLE SPECIE NON TIFOIDI MOLTI MICRORGANISMI PREVALGONO NELLE FONTI DI CIBO ANIMALE: DERIVATI DI POLLI D’ALLEVAMENTO E SPESSO NELLE UOVA (ANCHE SE I GUSCI NON SONO ROTTI), NEL LATTE NON BOLLITO E A VOLTE NELLA CARNE. OLTRE ALLA CONTAMINAZIONE DEL CIBO E DELL’ACQUA PUO’ VERIFICARSI LA TRASMISSIONE DA PERSONA A PERSONA. UNA BUONA IGIENE SPECIE QUANDO SI MANEGGIANO PADELLE, CAMPIONI DI FECI E ALTRI OGGETTI CONTAMINATI DA FECI 14 PROTOZOO TRASMISSIONI: QUANDO IL CIBO O LE BEVANDE SONO CONTAMINATE DA CISTI MOBILI DEL MICRORGANISMO LE PERSONE POSSONO CONTRARRE L’INFEZIONE DURANTE UN VIAGGIO IN AREE ENDEMICHE DI PAESI INDUSTRIALIZZATI E NON, O BEVENDO ACQUA CONTAMINATA. L’INFEZIONE E’ SPESSO PIU’ FACILMENTE RICONOSCIUTA NEI BAMBINI. L’ESAME MICROSCOPICO DI UN CAMPIONE DI FECI RIVELA LA PRESENZA DEL TROFOZOITA. I PAZIENTI DOVREBBERO ESSERE ISTRUITI SULLA POSSIBILITA’ CHE IL MICRORGANISMO POSSA ESSERE FACILMENTE TRASMESSO ALLA FAMIGLIA O A GRUPPI COMUNITARI. 15 PIANO DI ASSISTENZA IL PAZIENTE CON DIARREA INFETTIVA ACCERTAMENTO STATO DI IDRATAZIONE SETE SECCHEZZA DELLE MUCOSE ORALI OCCHI INFOSSATI POLSO DEBOLE PERDITA DI TURGORE CUTANEO MISURAZIONE DELLE ENTRATE E DELLE USCITE (LE FECI LIQUIDE ANDREBBERO MISURATE E REGISTRATE COSI’ COME LA FREQUENZA DELLE EVACUAZIONI IMPORTANTE VALUTARE LA CONSI-STENZA E L’ASPETTO DELLE FECI) DIAGNOSI INFERMIERISTICHE DEFICIT DEL VOLUME DEI LIQUIDI CORRELATO A PERDITA DEI LIQUIDI ATTRAVERSO LA DIARREA; DEFICIT DI CONOSCENZA SULL’INFEZIONE E SUL RISCHIO DI TRASMISSIONE AGLI ALTRI. 16 POTENZIALI COMPLICANZE BATTERIEMIA; SHOCK; PIANIFICAZIONE E OBIETTIVI MANTENIMENTO DEL BILANCIO IDROELETTROLITICO; CONOSCERE LA MALATTIA E I RISCHI DI TRASMISSIONE E L’ASSENZA DI COMPLICANZE. 17 INTERVENTI INFERMIERISTICI QUALE TERAPIA REIDRATANTE PER LA DIARREA? LA TERAPIA ORALE PUO’ REIDRATARE BENE ED E’ POCO COSTOSA. L’OMS E UNICEF SONO D’ACCORDO NEL DEFINIRE UNA UNICA SOLUZIONE PER IL TRATTAMENTO DELLA DISIDRATAZIONE E DELLO SQUILIBRIO ELETTROLITICO ASSOCIATO A SINDROME DIARROICA. SOLUZIONE (IN MILLIMOLI/LITRO): • SODIO 90; • POTASSIO 20; • CLORO 80; • BICARBONATO 30; • GLUCOSIO 111. 18 TIPI DI DISIDRATAZIONE DISIDRATAZIONE LEGGERA PAZIENTE CON MUCOSE ORALI SECCHE E SETE AUMENTATA. SI SOMMINISTRANO ALMENO 50 ML/KG DI SOLUZIONE REIDRATANTE ORALE A INTERVALLI DI 4 h. DISIDRATAZIONE MODERATA PAZIENTI CON OCCHI INFOSSATI, PERDITA DEL TURGORE CUTANEO E MUCOSI ORALI SECCHE. (IL NEONATO PUO’ AVERE ANCHE UNA FONTANELLA INFOSSATA). SI SOMMINISTRANO CIRCA 100 ML/KG OGNI 4 h 19 TIPI DI DISIDRATAZIONE DISIDRATAZIONE GRAVE PAZIENTE CON SEGNI DI SHOCK SI SOMMINISTRANO LIQUIDI E.V. DOPO CHE IL MIGLIORAMENTO E’ EVIDENTE IL PAZIENTE PUO’ ESSERE TRATTATO PER VIA ORALE. QUANDO LA DIARREA E’ ASSOCIATA A VOMITO E PER UN’ADEGUATO APPORTO CALORICO SI PREFERISCE USARE COME VIA REIDRATANTE SOLO QUELLA ENDO-VENOSA 20 AUMENTARE LE CONOSCENZE E PREVENIRE LA DIFFUSIONE DELL’INFEZIONE RISPETTARE I PRINCIPI PER UNA SANA PREPARAZIONE DEI CIBI (SPECIE PER LA COTTURA DELLA CARNE). LA CARNE DOVREBBE ESSERE CONSERVATA O SOTTO I 7° C O SOPRA I 60° C. E’ IMPORTANTE SCONGELARE LA CARNE A TEMPERATURA ADEGUATA. VA EVIDENZIATA L’IMPORTANZA DELL’IDRATAZIONE. E’ FONDAMENTALE IL LAVAGGIO DELLE MANI E L’USO DEI GUANTI PER EVITARE LA PROPAGAZIONE. 21 MONITORAGGIO E TRATTAMENTO DI POTENZIALI COMPLICANZE BATTERIEMIA SHOCK LE SPECIE ESCHERIACHIACOLI, SALMONELLA SONO TUTTI MICRORGANISMI CHE POSSONO ESSERE INTRODOTTI NEL CIRCOLO SANGUIGNO ED ESSERE DISSEMINATI AD ALTRI ORGANI. PER QUESTO IL PAZIENTE CON DIARREA E IN STATO FEBBRILE E’ SOTTOPOSTO A EMOCULTURA UNO STATO DI SHOCK ASSOCIATO A MALATTIA DIARROICA RICHIEDE UN ACCURATO BILANCIO DELLE ENTRATE E DELLE USCITE E UN RIPRISTINO DEI LIQUIDI 22 VALUTAZIONE IL PAZIENTE: 1. RAGGIUNGE L’EQUILIBRIO DEI LIQUIDI: - USCITE CHE APPROSSIMANO LE ENTRATE; - MUCOSE CHE SEMBRANO UMIDE; - TURGORE DELLA CUTE NORMALE; - INGESTIONI DI ADEGUATE QUANTITA’ DI LIQUIDI E CALORIE; - ASSENZA DI VOMITO; - FECI DI COLORE E CONSISTENZA NORMALE. 23 2. ACQUISISCE CONOSCENZE E COMPRENSIONE SULLA DIARREA INFETTIVA E SULLA POTENZIALITA’ DI TRASMISSIONE: - ASSUME PRECAUZIONI PER PREVENIRE LA DIFFUSIONE DELL’INFEZIONE AGLI ALTRI; - ACQUISISCE NUOVE TECNICHE DI CONSERVAZIONE CONSUMO E PREPARAZIONE DEI CIBI; 3. NON HA COMPLICANZE - NON E’ FEBBRILE; - COLTURE EMATICHE NEGATIVE; - RIACQUISTA L’EQUILIBRIO IDRICO. 24 TUBERCOLOSI POLMONARE LA TBC RAPPRESENTA LA PRINCIPALE CAUSA DI MORTE DA SINGOLO AGENTE INFETTIVO NEL MONDO. INCIDENZA = 10.000.000 DI NUOVI CASI AL MONDO ATTUALMENTE E’ UNA EMERGENZA SANITARIA IN MOLTI PAESI (INDIA E CINA) E LO STA’ DIVENTANDO NELL’EUROPA DELL’EST (ROMANIA) AGENTE EZIOLOGICO MYCOBACTERIUM TUBERCOLOSIS. E’ UN GERME AEROBICO ACIDO RESISTENTE CHE CRESCE LENTAMENTE ED È SENSIBILE AL CALORE E AI RAGGI ULTRAVIOLETTI. 25 TRASMISSIONE LA TBC SI DIFFONDE DA PERSONA A PERSONA ATTRAVERSO LA TRASMISSIONE AEREA. MANIFESTAZIONI CLINICHE FEBBRE, AFFATICAMENTO, PERDITA DI PESO, TOSSE (CHE PUÒ ESSERE PRODUTTIVA O NON PRODUTTIVA. PUÒ VERIFICARSI EMOTTISI). ACCERTAMENTO ED ESAMI DIAGNOSTICI TEST CUTANEO ALLA TUBERCOLINA – RADIOGRAFIA DEL TORACE COLTURA DELL’ESCREATO (ALMENO TRE CAMPIONI) QUANTIFERON-TB GOLD. 26 IN ITALIA SONO AUMENTATI I CASI PER I MULTI CONTATTI ANCHE DI BREVE DURATA. CI SONO MAGGIORI CASI DI TBC LATENTE. LE FORME DI TBC MULTIRESISTENTE SONO ORMAI IL 15% DI TUTTI I CASI DI TBC IN ESTONIA ED IL 10% IN ALCUNE AREE DELLA RUSSIA. 27 TEST CUTANEO ALLA TUBERCOLINA MANTOUX DERIVATO DELLA PROTEINA PURIFICATA NELLO STRATO INTRADERMICO DEL BRACCIO. PONFO REGISTRAZIONE IN CARTELLA E “LETTURA” ERITEMA (ARROSSAMENTO) E/O UN INDURIMENTO. QUANDO UNA REAZIONE È CONSIDERATA SIGNIFICATIVA? QUANDO È MAGGIORE DI 5 MM 28 TEST CUTANEO ALLA TUBERCOLINA IL TEST DI MANTOUX PRESENTA DUE PROBLEMI: • LA CROSS-REATTIVITA’ CON MICO BATTERI NON TUBERCOLARI; • LA POSITIVITA’ NEI VACCINATI CON BCG; ATTUALMENTE SONO DISPONIBILI DUE NUOVI TEST DA EFFETTUARSI SU CAMPIONI DI SANGUE: • QUANTIFERON-TB GOLD: DOSA UNO SPECIFICO INTERFERONE CHE VIENE PRODOTTO AL PRIMO CONTATTO CON IL MICO BATTERIO, FAVORISCE LA DIAGNOSI DI TBC LATENTE ED E’ ADATTO ANCHE PER GLI IMMUNODEPRESSI, DISTINGUE GLI INFETTI DAI VACCINATI, E’ UTILE PER I NEONATI. T SPOT-TB. TINE TEST: È USATO PER TESTARE GRANDI GRUPPI. 29 PAZIENTE CON TUBERCOLOSI: PIANO DI ASSISTENZA ACCERTAMENTO VALUTAZIONE DELLA FEBBRE, TOSSE, ESCREATO PRESENTE), AFFATICAMENTO, MALNUTRIZIONE. (SE DIAGNOSI INFERMIERISTICHE LIBERAZIONE INEFFICACE DELLE VIE AEREE, CORRELATA A COPIOSE SECREZIONI TRACHEO-BRONCHIALI; DEFICIT DI CONOSCENZE SULLE MISURE PREVENTIVE DI ASSISTENZA; RIDOTTA MOBILITÀ LEGATA ALL’AFFATICAMENTO, ALL’ALTERATO STATO NUTRIZIONALE E ALLA FEBBRE. 30 ALTRI PROBLEMI/POTENZIALI COMPLICANZE MALNUTRIZIONE; EFFETTI COLLATERALI DELLA TERAPIA FARMACOLOGICA: EPATITI, ALTERAZIONI NEUROLOGICHE (SORDITÀ O NEURITI; ERITEMI CUTANEI, DISTURBI GASTROINTESTINALI; RESISTENZA MULTIFARMACOLOGICA; DIFFUSIONE DELL’INFEZIONE DA TBC (TBC MILIARE) 31 PIANIFICAZIONE E OBIETTIVI PERVIETÀ VIE AEREE; AUMENTO DELLE CONOSCENZE SULLA MALATTIA E SULLA TERAPIA; AUMENTARE LA MOBILITÀ; ASSENZA DI COMPLICANZE. INTERVENTI INFERMIERISTICI PROMUOVERE LA LIBERAZIONE DELLE VIE AEREE: (DRENAGGIO POSTURALE) ADESIONE AL REGIME TERAPEUTICO E PREVENZIONE, PROMUOVERE L’ATTIVITÀ E UNA NUTRIZIONE ADEGUATA. 32 TRATTAMENTO DELL’INFEZIONE TUBERCOLARE LATENTE DIAGNOSI PRECOCE, TRATTAMENTI DI CASI CONTAGIOSI, IDENTIFICAZIONE DEI CONTATTI INFETTI E IL LORO TRATTAMENTO SONO L’UNICO PROVVEDIMENTO EFFICACE PER LA PREVENZIONE DI NUOVI CASI DI TBC. INTERVENTO MIRATO A SPECIFICI GRUPPI SOGGETTI ESPOSTI A CONTATTI RECENTI: IMMIGRATI DI RECENTE; ANZIANI; PAZIENTI IMMUNODEPRESSI E BAMBINI. ISONIAZIDE PER SEI MESI; TERAPIA DEI CASI LIEVI POLICHEMIOTERAPIA DI ALMENO TRE FARMACI ANTI-TB PER ALMENO SEI MESI. 33 TERAPIA DEI CASI BACILLIFERI TERAPIA DI ATTACCO DI QUATTRO FARMACI LA TUBERCOLOSI MULTI-RESISTENTE LA DURATA DEL TRATTAMENTO DEVE PROSEGUIRE ALMENO UN ANNO DOPO LA NEGATIVIZZAZIONE DELLE COLTURE. I FARMACI PIU’ USATI SONO I FLUOROCHINOLONICI LA VACCINAZIONE ANTI-TUBERCOLARE IL BACILLO DI CALMETTE E GUERIN (BCG) E’ L’UNICO VACCINO DISPONIBILE PER LA PREVENZIONE DELLA TB. L’UNICA PROVATA UTILITA’ E’ LA RIDUZIONE DI MORTALITA’ E DELLO SVILUPPO DI FORME DISSEMINATE NELLE POPOLAZIONI PEDIATRICHE DEI PAESI AD ALTA ENDEMIA TUBERCOLARE. PER IL RESTO IL SUO EFFETTO PROTETTIVO E’ QUASI NULLO. 34 INFEZIONI DA HIV E AIDS GENNAIO 1998 U.S.A. 688.200 CASI DI AIDS 410.800 MORTI DI AIDS E’ IN AUMENTO L’INCIDENZA DI INFEZIONI DI HIV TRA GLI ETEROSESSUALI. L’AIDS E’ LA 2^ CAUSA DI MORTE DEGLI AMERICANI TRA I 25 E I 44 ANNI. E’ LA PRIMA CAUSA DI MORTE DEGLI AMERICANI DI COLORE. AIDS = SINDROME DA IMMUNODEFICENZA ACQUISITA HIV = INFEZIONE DA VIRUS DELL’IMMUNODEFCENZA UMANA FISIOPATOLOGIA ED EZIOLOGIA RETROVIRUS , CIOÈ VIRUS CHE PORTANO IL LORO CODICE GENETICO NELL’RNA 35 IL RETROVIRUS INFETTA E DIMINUISCE LE CELLULE PROTETTRICI DEL SISTEMA IMMUNITARIO (LINFOCITI) ANCHE I MONOCITI ED I MACROFAGI POSSONO ESSERE INFETTATI (PRESENTANO L’ANTIGENE ALLE CELLULE “T”) L’HIV DISTRUGGE LE MOLECOLE CD4 CHE SONO SULLA SUPERFICE DEI LINFOCITI T CON PROGRESSIVA INVASIONE DI HIV L’IMMUNITA’ DECLINA E COMPAIONO LE INFEZIONI OPPORTUNISTICHE I LIQUIDI DEL CORPO CHE TRASMETTONO L’HIV SONO: SANGUE SECREZIONI VAGINALI SPERMA LATTE LIQUIDO AMNIOTICO L’HIV E’ TRASMESSO: INIEZIONE DEL SANGUE O SUE COMPONENTI CONTATTO SESSUALE DURANTE LA NASCITA DA MADRE INFETTA AL BAMBINO 36 GRUPPI AD ELEVATO RISCHIO PER TRASMISSIONE DI HIV 1. UOMINI E DONNE OMOSESSUALI E BISESSUALI 2. UTILIZZATORI DI DROGHE ENDOVENA 3. TRASFUSIONI DI PRODOTTI DEL SANGUE 4. CONTATTI ETEROSESSUALI DI SOGGETTI HIV POSITIVI 5. NEONATI DI MADRI HIV POSITIVE 37 STORIA NATURALE DELLA MALATTIA CIRCA L’85% DEI SOGGETTI DOPO 2/4 SETTIMANE DALL’ESPOSIZIONE ALL’HIV PRESENTANO UNA BREVE MALATTIA SIMILE INFLUENZALE. (FEBBRE LINFOADENOPATIA FARINGITE RASH). LA DIAGNOSI E’ POSTA RARAMENTE ANCHE SE IL SISTEMA IMMUNITARIO E’ COMPROMESSO. C’E’ LA SIERO CONVERSIONE QUANDO SI HANNO ANTICORPI CONTRO L’HIV (3/6 MESI). LE MALATTIE CORRELATA ALL’AIDS COMPAIONO ANNI DOPO L’ESPOSIZIONE ALL’HIV E NON SEMPRE L’HIV DEGENERA IN AIDS. 38 TRASMISSIONE AGLI OPERATORI SANITARI L’INCIDENZA DELL’HIV NEGLI OPERATORI SANITARI ESPOSTI ALL’HIV ATTRAVERSO FERITE INFETTE DA PUNTURE D’AGO VIENE STIMATO INTORNO ALLO 0,3%. PROFILASSI POST ESPOSIZIONE PER OPERATORI SANITARI LA PROFILASSI POST ESPOSIZIONE (P.E.P.) E’ PROPOSTA A TUTTI GLI OPERATORI CHE ABBIANO SUBITO UNA ESPOSIZIONE SIGNIFICATIVA. LA P.E.P. E’ A BASE DI DIVERSI FARMACI. (AD ESEMPIO ZIDOVUDINA AZT…..) DEVE INIZIARE ENTRO POCHE ORE DOPO IL CONTAGIO . IL FARMACO VA PRESO ALMENO DUE VOLTE AL DI’ PER QUATTRO SETTIMANE. ALTI COSTI 39 TRASMISSIONE GENERALE L’HIV VIENE TRASMESSO PER MEZZO: • DI FLUIDI CORPOREI CON LINFOCITI: SIERO, FLUIDO SEMINALE, SECREZIONI VAGINALI, LIQUIDO AMNIOTICO E LATTE MATERNO. NEGLI OMOSESSUALI IL RISCHIO DI TRAUMA DELLA MUCOSA RETTALE AUMENTA LA POSSIBILITA’ DI ESPOSIZIONE AL VIRUS ATTRAVERSO LE SECREZIONI CORPOREE. • USO DI DROGHE INIETTATE CON AGHI E SIRINGHE CONTAMINATE. • ABITUDINI SESSUALI PROMISCUE; • SANGUE E I SUOI DERIVATI; • TRASFUSIONI: SE SI CERCA L’ANTIGENE (DETTO ANTIGENE P 24), CI VOGLIONO CIRCA TRE SETTIMANE DOPO L’ESPOSIZIONE (CHE VA DA CINQUE A DIECI GIORNI) PERCHE’ SI TROVI NEL SANGUE DEL SOGGETTO INFETTATO. 40 MANIFESTAZIONI CLINICHE SONO MOLTE E POSSONO COINVOLGERE PRATICAMENTE OGNI ORGANO. 1. MANIFESTAZIONI RESPIRATORIE DISPNEA, TOSSE, DOLORI TORACICI, FEBBRE SONO SINTOMI ASSOCIATI A VARIE INFEZIONI OPPORTUNISTICHE (AD ESEMPIO POLMONITE DA PNEUMOCYSTIS CARINII CHE E’ LA 1^ MANIFESTAZIONE DELL’AIDS NEL 60% DEI PAZIENTI ED E’ UN FUNGO) 2. MANIFESTAZIONI GASTROINTESTINALI CHE DETERMINANO: PERDITA D’APPETITO CNON SINDROME CACHETTICA, NAUSEA, VOMITO CANDIDOSI ORALE ED ESOFAGEA, DIARREA CRONICA. LA DIARREA E’ UN DISTURBO CHE COPLISCE IL 50/80% DEI PAZIENTI. 41 3. MANIFESTAZIONI ONCOLOGICHE I PAZIENTI CON AIDS HANNO UNA INCIDENZA DI CANCRO PIU’ ALTA DEL NORMALE, CIO’ E’ DOVUTO ALLO STIMOLO DELL’HIV SULLO SVILUPPO DELLE CELLULE CANCEROGENE O ALL’IMMUNODEFICENZA (I PIU’ FREQUENTI SONO IL SARCOMA DI KAPOSI CHE INTERESSA LO STATO ENDOTELIALE DEI VASI SANGUIGNI E LINFATICI). 4. MANIFESTAZIONI NEUROLOGICHE CIRCA L’80% DI TUTTI I PAZIENTI CON AIDS SOFFRE DI QUALCHE FORMA NEUROLOGICA NEL CORSO DELL’INFEZIONE. LE NEUROPATOLOGIE SONO IL RISULTATO DEGLI EFFETTI DIRETTI DELL’HIV SUL TESSUTO NERVOSO, DELLE INFEZIONI OPPORTUNISTICHE, DELLA NEOPLASIA, DELLE ENCEFALOPATIE O DELLE COMPLICANZE CHE DERIVANO DALLE TERAPIE (PIU’ FREQUENTE L’ENCEFALOPATIA DA HIV O DEMENZA COMPLESSA DA AIDS) 42 5. MANIFESTAZIONI DEPRESSIVE LE CAUSE SONO MULTIFATTORIALI. 6. MANIFESTAZIONI CUTANEE OLTRE AL SARCOMA DI KAPOSI LE INFEZIONI OPPORTUNISTICHE PIU’ FREQUENTI SONO L’HERPES ZOSTER E L’HERPES SIMPLEX 7. MANIFESTAZIONI LEGATE ALLA TERAPIA BUFFALO HUMP E LIPODISTROFIA DEL VOLTO QUANDO SI SOSPENDE LA TERAPIA ANTIVIRALE DEVONO ESSERE SOSPESI TUTTI I FARMACI CONTEMPORANEAMENTE PER NON SVILUPPARE RESISTENZA ALL’HIV NO SUCCO DI POMPELMO: MODIFICA IL LIVELLO DEGLI INIBITORI DELLE PROTEASI 43 ESAMI DI LABORATORIO E’ OBBLIGATORIO IL CONSENSO AL PRELIEVO RISPETTO DELLA PRIVACY. QUANDO UNA PERSONA E’ INFETTA DA HIV IL SISTEMA IMMUNITARIO RISPONDE PRODUCENDO ANTICORPI, CHE SI SVILUPPANO GENERALMENTE IN TRE-DODICI SETTIMANE DAL CONTAGIO, A VOLTE PERO’ IL PERIODO DI INCUBAZIONE E’ DI SEI QUATTORDICI MESI. I TEST PIU’ USATI SONO: TEST ELISA: E’ IL TEST DI PROVA DI IMMUNOASSORBENZA ENZIMATICA CHE PERMETTE DI INDIVIDUARE LA PRESENZA DI ANTICORPI SPECIALIZZATI NELL’ATTACCO AL VIRUS DELLA IMMUNODEFICENZA ACQUISITA. NON E’ UNA DIAGNOSI DI AIDS MA PROVA CHE IL SOGGETTO E’ STATO ESPOSTO AL VIRUS E’ PUO’ ESSERE INFETTO ED E’ DETTO SIEROPOSITIVO. 44 ESAMI DI LABORATORIO WESTERN BLOT TEST: RICERCA ANTIGENE P.24: PUO’ CONFERMARE LA POSITIVITA’ E AIUTARE DIAGNOSI DI AIDS. SIERONELLA E’ UTILIZZATO PER TESTARE LE TRASFUSIONI. COMPARE DA TRE SETTIMANE DOPO L’ESPOSIZIONE ALL’HIV (PERIODO FINESTRA). 45 TRATTAMENTO CONSIDERAZIONI DI BASE 1. TERAPIE PER LA IMMUNODEFICENZA DI BASE 2. RICERCHE SU UN VACCINO HIV (PER PROLUNGARE LA VITA DEI SOGGETTI GIA’ INFETTATI CON HIV) 3. E’ POSSIBILE CURARE ALCUNE INFEZIONI OPPORTUNISTICHE 4. IL TRATTAMENTO PREVEDE LA COLLABORAZIONE DI MOLTI SPECIALISTI 46 TRATTAMENTO SPECIFICO 1. IL TRATTAMENTO ANTIVIRALE CONSISTE IN TRE DIVERSE CLASSI DI FARMACI CHE AGISCONO IN TRE DIVERSI PUNTI DEL PROCESSO DI REPLICAZIONE DELL’HIV 2. CLASSE DI FARMACI ANTI RETROVIRALI: AZT ZIDOVUDINA SUSTIVA NEVIRAPINA CRIXIVAN INDINAVIR 3. SCOPO DELLA TERAPIA ANTIVIRALE PROLUGARE LA VITA E MIGLIORARNE LA QUALITA’ MANTENERE IL PIU’ BASSO POSSIBILE E IL PIU’ A LUNGO POSSIBILE IL CARICO VIRALE AUMENTARE IL TASSO DI CD4 47 LINEE GUIDA STANDARD PER L’ASSISTENZA HIV/AIDS QUANDO SI ASSISTONO PAZIENTI CON LA MALATTIA DA HIV E CON L’AIDS, CI SI ASSICURI DI FARE QUANTO SEGUE: UTILIZZARE LE PRECAUZIONI UNIVERSALI; PROTEGGERE LA CONFIDENZIALITA’; EDUCARE SUI METODI DI PREVENZIONE DELLA TRASMISSIONE DI HIV; ESEGUIRE UNA VALUTAZIONE PSICOSOCIALE; ELABORARE STRATEGIE DI ACCETTAZIONE DEI PAZIENTI CHE RICEVONO TERAPIA ANTIVIRALE; FORNIRE EDUCAZIONE E INTERVENTI PER IL TRATTAMENTO DEI SINTOMI. 48 PIANO DI ASSISTENZA: IL PAZIENTE CON AIDS L’ASSISTENZA INFERMIERISTICA AL PAZIENTE CON HIV E’ MOLTO IMPEGNATIVA, POICHE’ PRATICAMENTE OGNI ORGANO PUO’ ESSERE INTERESSATO DA PROCESSI INFETTIVI O DA PATOLOGIE MALIGNE. INOLTRE QUESTA MALATTIA E’ ACCOMPAGNATA DA MOLTE IMPLICAZIONI EMOTIVE ED ETICHE CONTROVERSE. 49 ACCERTAMENTO INCLUDE L’DENTIFICAZIONE DI POTENZIALI FATTORI DI RISCHIO, COME LE ABITUDINI SESSUALI E L’USO DI DROGHE PER VIA ENDOVENOSA. SI CONSIDERA SIA LO STATO FISICO SIA QUELLO PSICOLOGICO DEL PAZIENTE. STATO NUTRIZIONALE VIENE VALUTATO OTTENENDO I DATI RELATIVI ALLA DIETA E AI DISTURBI CHE INTERFERISCONO CON L’ALIMENTAZIONE COME: L’ANORESSIA, LA NAUSEA, IL VOMITO, LA STOMATITE, LA DIFFICOLTA’ ALLA DEGLUTAZIONE, IL PESO, LA VALUTAZIONE DELLA PLICA CUTANEA DEL TRICIPITE, L’AZOTO UREICO NEL SANGUE, LE PROTEINE DEL SIERO, L’ALBUMINA FORNISCONO LE INFORMAZIONI NECESSARIE A VALUTARE LO STATO NUTRIZIONALE 50 CUTE E MUCOSE DEVONO ESSERE OSSERVATE GIORNALMENTE PER RILEVARE LESIONI, ULCERE, INFEZIONI. SI OSSERVA LA CAVITA’ ORALE PER RILEVARE INFIAMMAZIONI, ULCERE E LA PRESENZA DI PLACCHE BIANCHE CHE INDICANO UNA CANDIDOSI. E’ IMPORTANTE VALUTARE L’AREA PERIANALE PER EVENTUALI ESCORIAZIONI NEI PAZIENTI CON DIARREA CONTINUA. E’ UTILE ESEGUIRE COLTURE DELLE LESIONI PER DETERMINARE LA NATURA DELL’ORGANISMO RESPONSABILE. STATO RESPIRATORIO SI MONITORA LA TOSSE, LA PRODUZIONE DI ESPETTO-RATO, IL FIATO CORTO, TACHIPNEA E DOLORI TORACICI. POSSONO ESSERE RICHIESTE: RX DEL TORACE, EMOGAS ANALISI, PROVE DI FUNZIONALITA’ RESPIRATORIE. 51 LO STATO NEUROLOGICO VIENE ACCERTATO DETERMINANDO IL LIVELLO DELLA COSCIENZA, DELL’ORIENTAMENTO NELLO SPAZIO E NEL TEMPO. E’ IMPORTANTE VALUTARLO SUBITO POICHE’ VI POSSONO ESSERE DELLE VARIAZIONI COMPORTAMENTALI IN BREVE TEMPO. INOLTRE VANNO VALUTATI I DEFICIT SENSORIALI (CAMBIAMENTI DELLA VISTA, CEFALEE, FORMICOLII ALLE ESTREMITA’), E IL COINVOLGIMENTO MOTORIO (ANDATURA, PARESI) E LE CONVULSIONI. L’EQUILIBRIO IDRO-ELETTROLITICO SI VALUTA ESAMINANDO LA CUTE E LE MUCOSE PER TURGORE E/O SECCHEZZA. CI PUO’ ESSERE UNA DIMINUZIONE DEGLI ELETTROLITI NELLA DIARREA 52 PA B.C. DIURESI. IL PAZIENTE PUO’ PRESENTARE: DEBOLEZZA E CRAMPI MUSCOLARI, POLSO IRREGOLARE, NAUSEA E VOMITO RESPIRO SUPERFICIALE. LIVELLO DI CONOSCENZA INTESO COME CONOSCENZA DELLA MALATTIA E LE VIE DI TRASMISSIONE, ANCHE DELLE FAMIGLIE. DARE ADEGUATO AIUTO PSICOLOGICO. 53 DIAGNOSI INFERMIERISTICHE SI CITANO, VISTA LA COMPLESSITA’ DELLE PATOLOGIE, SOLO LE PRINCIPALI: COMPROMISSIONE DELL’INTEGRITA’ CUTANEA CORRELATA A MANIFESTAZIONI CUTANEE DELLA INFEZIONE DA HIV, ESCORIAZIONI E DIARREA DA AGENTI PATOGENI ESTERNI; RISCHIO DI INFEZIONI CORRELATE ALLA IMUNOIDEFICENZA; INTOLLERANZA ALL’ATTIVITA’ CORRELATA A DEBILITAZIONE, AFFATICAMENTO, MALNUTRIZIONE, SQUILIBRI IDROELETTROLITICI E IPOSSIA ASSOCIATA A INFEZIONI POLMONARI; ALTERAZIONI NEI PROCESSI MENTALI CORRELATE A DIFFICOLTA’ DI CONCENTRAZIONE, LACUNE DELLA MEMORIA, CONFUSIONE E DISORIENTAMENTO RELATIVI ALL’ENCEFALOPATIA DA HIV; 54 DIAGNOSI INFERMIERISTICHE INSUFFICENZA RESPIRATORIA CORRELATA ALLA POLMONITE PNEUMOCISTICA, ALL’AUMENTO DELLE SECREZIONI BRONCHIALI E ALLE MINORI CAPACITA’ DI TOSSIRE A CAUSA DELLA DEBOLEZZA; DOLORE IN AREA PERIANALE PER LESIONI CUTANEE DA DIARREA, SARCOMA DI KAPOSI E NEUROPATIA PERIFERICA; NUTRIZIONE ALTERATA; ISOLAMENTO SOCIALE PER IL TIPO DI PATOLOGIA; DEFICIT DI CONOSCENZE SULL’INFEZIONE E SULLE MISURE PER PREVENIRE LA TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI. 55 POTENZIALI COMPLICANZE INFEZIONI OPPORTUNISTICHE; REAZIONI INDESIDERATE A FARMACI; RESPIRAZIONE COMPROMESSA; SINDRONE CACHETTICA E SQUILIBRIO IDROELETTROLITICO; 56 PIANIFICAZIONE E OBIETTIVI GLI OBIETTIVI PER I PAZIENTI POSSONO INCLUDERE LA RICERCA E IL MANTENIMENTO DELL’INTEGRITA’ CUTANEA, LA SCOMPARSA DELLA DIARREA, L’ASSENZA DI INFEZIONI, UNA MIGLIORE TOLLERANZA ALL’ATTIVITA’ FISICA, UN MIGLIORAMENTO DELLE FACOLTA’ MENTALI, UNA RESPIRAZIONE MIGLIORE, UN MINOR ISOLAMENTO, UN MIGLIOR STATO NUTRIZIONALE, UNA MIGLIORE CONOSCENZA DEL PROPRIO STATO DI MALATTIA. 57 INTERVENTI INFERMIERISTICI PROMUOVERE L’INTEGRITA’ CUTANEA SI INCORAGGIA IL PAZIENTE PER QUANTO POSSIBILE, A UN EQUILIBRIO TRA RIPOSO E ATTIVITA’; QUANDO IL PAZIENTE E’ IMMOBILE VA AIUTATO A CAMBIARE POSIZIONE OGNI DUE ORE; • SI UTILIZZANO MATERASSI ANTIDECUBITO PER PREVENIRE LE LESIONI CUTANEE; • SI CONSIGLIA AL PAZIENTE DI NON GRATTARSI; • DI USARE SAPONE NEUTRO; • DI NON USARE PROFUMI; 58 • DI AVERE UNA ADEGUATA IGIENE ORALE; • SE CI SONO LESIONI CUTANEE SI APPLICANO POMATE; MEDICAZIONI PRESCRITTE DAL MEDICO; • SI EVITA QUANTO POSSIBILE L’USO DEI CEROTTI; • SI EVITA L’UTILIZZO DI CERATE SALVALETTO CHE FANNO MACERARE LA CUTE; • L’AREA PERIANALE DEVE ESSERE MANTENUTA PULITA PER EVITARE LESIONI; • DOPO OGNI LAVAGGIO ASCIUGARE BENE SENZA STROFINARE; • SE C’E’ UN SOSPETTO DI INFEZIONE O UNA LESIONE CUTANEA SI PROCEDE ALL’ESECUZIONE DI UN TAMPONE COLTURALE; • I PAZIENTI DEBILITATI POSSONO AVERE BISOGNO DI ASSISTENZA PER MANTENERE L’IGIENE PERSONALE. 59 CONTROLLO DELL’ATTIVITA’ INTESTINALE SE IL PAZIENTE HA LA DIARREA L’INFERMIERE DEVE ESAMINARE LA FREQUENZA E LA CONSISTENZA DELLE FECI, LA PRESENZA DI DOLORI ADDOMINALI O CRAMPI NELLA DEFECAZIONE. SI VALUTA LA PERDITA DEI LIQUIDI. SI SUGGERISCE AL PAZIENTE QUALI CIBI EVITARE: FRUTTA E VERDURA CRUDA, BEVANDE GASATE, CIBI CALDI O PICCANTI. COMPITO DELL’INFERMIERE SOMMINISTRARE AD ORARIO LA TERAPIA PRESCRITTA DAL MEDICO ED ESEGUIRE CORRETTAMENTE ESAMI COLTURALI. 60 PREVENZIONE DELLE INFEZIONI SIA IL PERSONALE INFERMIERISTICO SIA IL PAZIENTE DEVONO ESSERE INFORMATI SU QUALI SONO I SINTOMI INDICATORI DI INFEZIONI: FEBBRE, BRIVIDI, DISPNEA, DOLORI ORALI O NELLA DEGLUTIZIONE, PLACCHE BIANCHE NELLA CAVITA’ ORALE, PERDITA DI PESO, INGROSSAMENTO DEI LINFONODI, NAUSEA, VOMITO, DIARREA PERSISTENTE, DISTURBI URINARI, MAL DI TESTA, ALTERAZIONI DELLA VISTA E LACUNE DELLA MEMORIA, VESCICOLE SUL VISO, LABBRA O ZONA PERIANALE. L’INFERMIERE PUO’ VALUTARE ANCHE I RISULTATI DEGLI ESAMI EMATICI CHE CERTIFICANO LA PRESENZA DI INFEZIONI: L’AUMENTO DEI LEUCOCITI, DELLA VES. 61 MIGLIORARE LA TOLLERANZA PER L’ATTIVITA’ FISICA VA VALUTATA LA CAPACITA’ DEL PAZIENTE A DEAMBULARE E A COMPIERE LE NORMALI ATTIVITA’. I PAZIENTI POSSONO NON ESSERE IN GRADO DI SVOLGERE LE LORO MANSIONI ABITUALI A CAUSA DELLA DEBILITAZIONE, DELL’AFFATICAMENTO, DELLE DIFFICOLTA’ RESPIRATORIE, DEI DEFICIT NEUROLOGICI. MIGLIORAMENTO DELLO STATO MENTALE A VOLTE NON E’ FACILE DISTINGUERE LE ALTERAZIONI DELLA FUNZIONALITA’ NEUROLOGICA DALLE REAZIONI PSICOLOGICHE COME COLLERA O DEPRESSIONE. E’ IMPORTANTE USARE CON IL MALATO UN LINGUAGGIO SEMPLICE E CHIARO, LASCIANDOGLI IL TEMPO SUFFICIENTE PER RISPONDERE ALLE DOMANDE; E’ IMPORTANTE SPIEGARE AL MALATO LE ATTIVITA’ GIORNALIERE E QUELLO CHE STA PER ACCADERE. 62 MIGLIORARE LA RESPIRAZIONE SI DOVRA’ VALUTARE GIORNALMENTE LO STATO RESPIRATORIO, INCLUSI LE FREQUENZE, L’USO DEI MUSCOLI ACCESSORI, LA PRESENZA DI TOSSE E DELL’ESCREATO. SI DOVRA’ INCORAGGIARE IL DRENAGGIO POSTURALE E LA GINNASTICA RESPIRATORIA: PUO’ ESSERE PRESCRITTA OSSIGENOTERAPIA, ASPIRAZIONE NASO FARINGEA O TRACHEALE. 63 MIGLIORARE LO STATO DELLA NUTRIZIONE SI CONTROLLA IL PESO, L’APPORTO DIETETICO, GLI ESAMI EMATICI. SI VALUTANO ANCHE FATTORI CHE POSSONO INTERFERIRE CON UN’ADEGUATA ALIMENTAZIONE COME: ANORESSIA, INFEZIONE DA CANDIDA ORALE ED ESOFAGEA, NAUSEA, DOLORE, INTOLLERANZA VERSO IL LATTOSIO. SI PUO’ CONTROLLARE NAUSEA E VOMITO CON FARMACI ANTIEMETICI ; SI PREDILIGONO CIBI FACILI DA INGHIOTTIRE, NE’ CALDI NE’ FREDDI. SI EVIDENZIA L’IMPORTANZA DELL’IGIENE ORALE PRIMA E DOPO I PASTI. I PASTI NON DEVONO ESSERE SERVITI SUBITO DOPO PROCEDURE DOLOROSE O INVASIVE. A VOLTE SI DEVE RICORRERE ALLA TERAPIA ENTERALE O PARENTERALE. 64 COMPLICANZE INSUFFICIENZA RESPIRATORIA CHE PUO’ PORTARE ALLA VENTILAZIONE MECCANICA. CACHESSIA: GRAVE COMPROMISSIONE DELLO STATO DI IDRATAZIONE, NUTRIZIONE, SQUILIBRIO IDROELETTROLITICO E DEFICIT NEUROLOGICI. 65 VALUTAZIONI RISULTATI ATTESI: 1. CUTE INTEGRA; 2. FUNZIONALITA’ INTESTINALE NELLA NORMA; 3. ASSENZA DI INFEZIONI; 4. MIGLIORE ATTIVITA’ FISICA; 5. FUNZIONALITA’ MENTALE NORMALE; 6. VIE RESPIRATORIE LIBERE; 7. DIMUNUZIONE DEI DOLORI; 8. NUTRIZIONE ADEGUATA; 9. IL PAZIENTE SI SENTE MENO ISOLATO; 10. IL PAZIENTE CONOSCE MEGLIO LA MALATTIA E COLLABORA AL PROGRAMMA DI ASSISTENZA; 11. IL PAZIENTE SI MANTIENE SENZA COMPLICANZE. 66 PIANO DI ASSISTENZA IL PAZIENTE CON MALATTIA INFETTIVA DIAGNOSI INFERMIERISTICA: RISCHIO DI TRASMISSIONE DI INFEZIONE OBIETTIVO: PREVENIRE LA TRASMISSIONE DI AGENTI INFETTIVI 67 INTERVENTI INFERMIERISTICI PREVENIRE LA DIFFUSSIONE DELL’INFEZIONE DA PAZIENTE A PAZIENTE • ISOLAMENTO IN BASE ALLE LINEE GUIDA E ALLE PRECAUZIONI STANDARD; • I PAZIENTI CON INFEZIONI DELLE VIE AEREE RIMANGANO IN STANZE SINGOLE DURANTE LA DEGENZA, USARE LE DOVUTE PRECAUZIONI SE DEVONO LASCIARE LA STANZA VENTILAZIONE USO CORRETTO DIP; • SE IL PAZIENTE E’ AFFETTO DA MICRORGANISMI TRASMISSIBILI PER CONTATTO DEVE ESSERE ISOLATO. 68 PRINCIPI SCIENTIFICI I MICRORGANISMI CHE SONO DIFFUSI ATTRAVERSO LA VIA AEREA SONO MOLTO CONTAGIOSI E POSSONO ESSERE TRASMESSI IN STRUTTURE SANITARIE; • L’ISOLAMENTO RIDUCE LA POSSIBILITA’ DI TRASMISSIONE DA PAZIENTE A PAZIENTE; • SONO IMPORTANTI I CONTROLLI DELL’ADEGUATA VENTILAZIONE E PRESSIONE DELLE STANZE. 69 VALUTAZIONE • NESSUNA EVIDENZA DI TRASMISSIONE DI INFEZIONE DA PAZIENTE A PAZIENTE; • NESSUNA EVIDENZA DI OPERATORI SANITARI; TRASMISSIONE ATTRAVERSO • NESSUNA EVIDENZA DI TRASMISSIONE MATERIALE CONTAMINATO; ATTRAVERSO • ASSENZA DI SANGUIGNO. INFEZIONI PRIMARIE DEL CIRCOLO 70 INTERVENTI INFERMIERISTICI 1. PREVENIRE IL TRASFERIMENTO DI MICRORGANISMI DA PAZIENTE A PAZIENTE ATTRAVERSO GLI OPERATORI SANITARI a. LAVAGGIO DELLE MANI: PRIMA CONTATTO CON IL PAZIENTE; E DOPO IL b. I GUANTI DEVONO ESSERE USATI QUANDO SI MANEGGIANO I LIQUIDI CORPOREI DI QUALSIASI PAZIENTE, DOPO LA RIMOZIONE LE MANI SI DEVONO LAVARE; c. GLI INFERMIERI DOVREBBERO CONTROLLARE CHE GLI ALTRI OPERATORI SANITARI UTILIZZINO IN MODO CORRETTO I GUANTI E SI LAVINO LE MANI. 71 PRINCIPI SCIENTIFICI 2. IL TRASFERIMENTO DI MICRORGANISMI DALLE MANI DEGLI OPERATORI SANITARI E’ UNA VIA COMUNE DI TRASMISSIONE a. IL CORRETTO LAVAGGIO DELLE MANI RIDUCE LA FLORA TRANSITORIA SULLO STRATO EPIDERMICO ESTERNO; a. I GUANTI SONO UNA EFFICACE BARRIERA DI PROTEZIONE PERO’ SI CONTAMINANO FACILMENTE E POSSONO DIVENTARE VEICOLI PER MICRORGANISMI INOLTRE C’E’ PROLIFERAZIONE DELLA MICROFLORA DELLE MANI QUANDO SI INDOSSANO; a. L’IMPORTANZA DEL LAVAGGIO DELLE MANI TRA GLI OPERATORI SANITARI E’ STATA DOCUMENTATA. E’ IMPORTANTE L’EDUCAZIONE SANITARIA. 72 INTERVENTI INFERMIERISTICI 3. PREVENIRE LA TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI DAL PAZIENTE ALL’OPERATORE SANITARIO. IL RISCHIO DI INFEZIONI DA TBC PUO’ ESSERE EVITATO CON: • PARTECIPAZIONE ALLA PRECOCE IDENTIFICAZIONE DELLA PATOLOGIA; • TENERE IL PAZIENTE IN STANZA SINGOLA E PORTA CHIUSA E USARE TUTTI I PRESIDI QUANDO SI ESEGUONO PROCEDURE CHE GENERANO TOSSE; IL RISCHIO DI TRASMISSIONE DI MALATTIE TRASMESSE ATTRAVERSO IL SANGUE COME EPATITE B, EPATITE C, HIV SARA’ EVITATO CON: • VACCINAZIONE CONTRO L’EPATITE B; • USO DI PRECAUZIONI STANDARD; • EVITARE IL RISCHIO DI MALATTIE TRASMESSE ATTRAVERSO LE VIE AEREE; • VACCINAZIONI. 73 PRINCIPI SCIENTIFICI 4. GLI OPERATORI SANITARI POSSONO ACQUISIRE INFEZIONI SUL LAVORO PER CONTATTO CON I PAZIENTI a) CONTROLLARE SEMPRE LE RISPOSTE DEGLI ESAMI E SE POSITIVE SEGNALARLO. LE MASCHERE DI 3° LIVELLO SERVONO (CON GLI ASPIRATORI) A RIDURRE IL RISCHIO PER GLI OPERATORI SANITARI. a) GLI OPERATORI SANITARI POSSONO CONTRARRE MALATTIE TRASMESSE ATTRAVERSO IL SANGUE PER LESIONI PAERCUTANEE COME PUNTURE D’ AGO O PER CONTATTO CON SANGUE E LIQUIDI DEL CORPO CONTENENTI SANGUE SU MUCOSE (OCCHI O BOCCA) 74 IL VACCINO PER L’EPATITE B RIDUCE IL RISCHIO DI QUESTO CONTAGIO. PER GLI OPERATORI SANITARI “TUTTI” I PAZIENTI SONO DA CONSIDERARE COME POTENZIALMENTI INFETTI. a) AD ESEMPIO: VACCINO DELL’INFLUENZA E’ RACCOMANDATO PER GLI OPERATORI SANITARI. 75