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La Magna Grecia
Lezione VII Le colonie greche: la società La società magnogreca: incontri tra etnie diverse nella fase della colonizzazione • Di regola tra i primi coloni vi erano solamente maschi adulti. • Non si può escludere che dopo la creazione della colonia i fondatori fossero raggiunti da mogli e figli. • Ma è ragionevole supporre molti matrimoni misti tra coloni greci e ragazze indigene nella fase della colonizzazione anche in Magna Grecia (forse con l’eccezione di Locri). 2 La stratificazione sociale nelle colonie greche • Nella prima ondata migratoria si suppone una omogeneità sociale, nonostante la partecipazione all’impresa di qualche artigiano e forse di alcuni nobili (esuli politici, cadetti privi di mezzi). – Le (scarse) necropoli dell’VIII e del VII sec. a.C. nei loro corredi non lasciano l’impressione di una differenziazione sociale netta. – La possibilità che una nobiltà arcaica rimanga a noi “nascosta”: un’ideologia egualitaria impedisce lo sfoggio del lusso. • Le ondate successive di coloni, tendenzialmente discriminate dai fondatori e dai loro discendenti, avviano il processo di differenziazione sociale. 3 La nobiltà • La distinzione di uno strato sociale nobiliare, se non è un carattere originario della società coloniale, certo è evidente nelle fasi successive. – La nobiltà si manifesta con maggiore evidenza sul campo di battaglia, nel corpo della cavalleria. – In campo politico la preminenza dei nobili si estrinseca nell’esercizio del potere esecutivo, attraverso le magistrature. • Una nobiltà che fonda le sue fortune sul possesso d e l l a 4 • Un corpo ristretto di cittadini in possesso dei pieni a C • Il modello nasce probabilmente n possono essere i coloni originar sancita dalla legislazione di Zale e Oligarchia e Pitagorismo a Crotone • L’esperienza di Pitagora e dei suoi seguaci a Crotone è intesa a mantenere il potere nelle mani dell’oligarchia dei Mille. • Allo stesso tempo i Pitagorici tentano di limitare le sperequazioni economiche e sociali all’interno del corpo civico. • Un tentativo che si scontra con le possibilità di arricchimento offerte dall’impero crotoniate dopo la sconfitta di Sibari. 6 Il ruolo degli indigeni nella società delle colonie greche • Dopo una fase di vuoto nel momento della fondazione delle colonie, l’archeologia torna ad attestare presenze indigene nei territori delle poleis greche. • Queste fonti non ci dicono nulla sulla posizione sociale degli indigeni. – Una ragionevole ipotesi ne fa uno strato dipendente, utilizzato come manodopera agricola. – Resta da chiarire se questa forma di dipendenza assumesse le forme della schiavitù classica o di un servaggio, del tipo dell’ilotismo spartano, come pare più probabile. – Possibile la concessione dei diritti civici agli indigeni a Sibari, che potrebbe spiegare la forza demografica della città. • L’esistenza di schiavi è comunque attestata dal ricordo di una loro emancipazione da parte del tiranno crotoniate Clinia (inizi del V sec. a.C.) 7 Un caso particolare: le tradizioni sociali di Locri • A Locri la nobiltà di sangue si trasmette per via femminile (Polibio, XII, 5, 6-8). – Una regola sociale che pare estranea alle tradizioni greche: un’eredità dalle popolazioni preelleniche delle Locridi o piuttosto un’influenza delle genti indigene della Calabria? – Tradizioni matriarcali anche nelle leggende della fondazione, che sarebbe stata guidata da nobildonne, con i loro mariti in posizione subordinata. • In connessione con queste tradizioni forse la singolare pratica della prostituzione sacra (oggetto di discussione). • Alla legislazione di Zaleuco era attribuita una legge che impediva di alienare i lotti e proibiva ai cittadini di pieno di diritto il commercio al minuto. • Conferma il conservatorismo economico e sociale di Locri il fatto che la monetazione locale inizi solo alla metà del IV sec. a.C. 8 Polibio, XII, 5, 6-8: la trasmissione della nobiltà per via femminile a Locri Pavnta ta; dia; progovnwn e[ndoxa par j aujtoi`~ ajpo; tw`n gunaikw`n, ouk j ajpo; tw`n ajndrw`n ejstin, oi|ou eujqevw~ eujgenei`~ para; sfivsi nomivzesqai tou;~ ajpo; tw`n eJkato;n oijkiw`n legomevnou~: tauvta~ d j ei\nai ta;~ eJkato;n oijkiva~ prokriqeivsa~ uJpo; tw`n Lokrw`n pri;n h] th;n ajpoikivan ejxelqein, ejx w|n e[mellon oiJ Lokroi; kata; to;n crhsmo;n klhrou`n ta;~ ajpostalhsomevna~ parqevnou~ eij~ [Ilion. • Tutte le glorie ereditarie presso di loro vengono dalle donne, non dagli uomini; così, per esempio, presso di loro sono ritenuti nobili quelli che si dice discendano dalle cento case: queste sono le cento case prescelte dai Locresi prima che fosse inviata la colonia, per sorteggiarne, secondo l’oracolo, le vergini che dovevano essere mandate a Ilio. 9 Polibio, XII, 5, 6-8: la trasmissione della nobiltà per via femminile a Locri Touvtwn dhv tina~ tw`n gunaikw`n sunexa`rai meta; th`~ ajpoikiva~, w|n tou;~ ajpovgonou~ e[ti nu`n eujgenei`~ nomivzesqai kai; kalei`sqai tou;~ ajpo; tw`n eJkato;n oijkiw`n. • Alcune di queste donne, dunque, partirono all’atto dell’invio della colonia e i loro discendenti ancora oggi sono ritenuti nobili e detti discendenti delle cento case. 10 Demostene, Contro Timocrate, 139-141: Locri, una città conservatrice • βούλομαι δ᾽ ὑμῖν, ὦ ἄνδρες δικασταί, ἐν Λοκροῖς ὡς νομοθετοῦσι διηγήσασθαι: οὐδὲν γὰρ χείρους ἔσεσθε παράδειγμά τι ἀκηκοότες, ἄλλως τε καὶ ᾧ πόλις εὐνομουμένη χρῆται. • Voglio illustrarvi, signori giudici, come si legifera in Locri. In nulla infatti sarete peggiori se ascolterete un esempio, specialmente un esempio di cui si avvale una polis ben governata. 11 Demostene, Contro Timocrate, 139-141: Locri, una città conservatrice • ἐκεῖ γὰρ οὕτως οἴονται δεῖν τοῖς πάλαι κειμένοις χρῆσθαι νόμοις καὶ τὰ πάτρια περι-στέλλειν καὶ μὴ πρὸς τὰς βουλήσεις μηδὲ πρὸς τὰς δια-δύσεις τῶν ἀδικημάτων νο-μοθετεῖσθαι, ὥστ᾽ ἄν τις βού-ληται νόμον καινὸν τιθέναι, ἐν βρόχῳ τὸν τράχηλον ἔχων νομοθετεῖ, καὶ ἐὰν μὲν δόξῃ καλὸς καὶ χρήσιμος εἶναι ὁ νόμος, ζῇ ὁ τιθεὶς καὶ ἀπέρ-χεται, εἰ δὲ μή, τέθνηκεν ἐπι-σπασθέντος τοῦ βρόχου. • Colà infatti a tal punto ritengono che si debbano applicare le leggi anticamente stabilite e preservare le istituzioni avite e non legiferare per favorire o desideri e i sotterfugi dei trasgressori, che qualora uno voglia istituire una nuova legge egli presenta la proposta portando un cappio intorno al collo, e qualora la legge sia giudicata buona e utile, il proponente se ne va via vivo, altrimenti si tira il cappio ed egli è un uomo morto. 12 Demostene, Contro Timocrate, 139-141: Locri, una città conservatrice • καὶ γάρ τοι καινοὺς • E difatti leggi nuove μὲν οὐ τολμῶσι τίθεnon osano proporne, σθαι, τοῖς δὲ πάλαι bensì applicano con κειμένοις ἀκριβῶς scrupolo quelle stabiliχρῶνται. te da tempo. 13 La reazione contro le oligarchie • Nel V sec. a.C. in molte città magnogreche si assiste alla riscossa dei ceti esclusi dai pieni diritti civici. • L’approdo: costituzioni democratiche, ma anche una lunga stagione di lotte civili, ancora aperta al tempo della conquista romana. – Un’anticipazione forse nella Sibari del tiranno Telys, con la sua politica antinobiliare, che si appoggia su artigiani e commercianti, e nella Crotone di Clinia, che fida nell’appoggio di schiavi e altri elementi marginali per conquistare il potere. • Un elemento che complica il quadro: la presenza tra i ceti popolari di molti elementi indigeni – Il conflitto politico e sociale assume così anche contorni etnici e culturali. 14 Il crollo dell’oligarchia a Crotone • A Crotone il movimento democratico è animato dagli strati inferiori della società, ma anche da qualche nobile arricchito e ambizioso, stanco dell’egualitarismo pitagorico e desideroso di sfruttare pienamente le opportunità dell’impero. • Il contrasto sociale sfocia nella rivoluzione politica, con la violenta cacciata dei Pitagorici. • Esperimenti di democrazia radicale a Crotone, con provvedimenti economici e sociali di grave portata: abolizione dei debiti e redistribuzione delle terre. 15 La prima rivolta antipitagorica a Crotone • Guidata dall’aristocratico Cilone, chiede un’equa distribuzione delle terre, la soppressione dei poteri del sinedrio pitagorico e del Consiglio dei Mille, la restituzione dei pieni poteri all’assemblea popolare. • La proposta ottiene il sostegno dei Pitagorici moderati (contro gli intransigenti, guidati da Democede). • Apertura a tutti i cittadini delle magistrature, assegnate per sorteggio, obbligo di rendiconto per i magistrati. • La riforma degenera in rivoluzione, con il massacro dei Pitagorici. • Le numerose incertezze cronologiche che circondano questa prima rivolta (che oggi gli studiosi tendono a collocare intorno al 500 a.C.) e la sorte dello stesso Pitagora e di Milone. 16 La tirannide di Clinia • Approfittando del colpo inferto ai Pitagorici da Cilone, nella prima metà del V sec. a.C. Clinia si fa tiranno della città. • Una tirannide fondata sul sostegno degli esuli e degli schiavi liberati in massa. – Una possibile relazione con il gran numero di catene offerte nel santuario urbano di Era. • Uccisione e esilio degli aristocratici crotoniati e una più dura imposizione dell’egemonia crotoniate sulle città soggette. • La fine della tirannide, poco chiara, si connette al rientro degli esuli pitagorici, che avevano allacciato fruttuose relazioni politiche in altre città della Magna Grecia. 17 Dionigi di Alicarnasso, XX, 7: caratteri della tirannide di Clinia • ὅτι Κλεινίας ὁ Κροτωνιάτης τύραννος ὢν ἀφείλετο τὴν ἐλευθε-ρίαν ταῖς πόλεσι, φυγά-δας ἀθροίσας ἐκ παντὸς τόπου καὶ δούλους ἐλευθερώσας: οἷς τὴν τυραννίδα κρατυνάμε-νος τοὺς ἐπιφανεστά-τους Κροτωνιατῶν οὓς μὲν ἀπέκτεινεν, οὓς δὲ ἐξέβαλεν ἐκ τῆς πόλεως. • Clinia, il tiranno di Crotone, tolse la libertà alle città delle quali aveva ammassato i fuggiaschi e resi liberi gli schiavi da ogni luogo. Per rafforzare la tirannide uccise alcuni fra i più illustri crotoniati, altri li cacciò dalla città 18 La seconda rivolta antipitagorica • Pare esplodere intorno al 450 a. C . per cause politiche, con la richiesta di una maggiore apertura dei pieni diritti civici. • La contesa è sottoposta all’arbitrato di delegati di Taranto, Metaponto e Caulonia, le cui decisioni furono avverse ai Pitagorici, espulsi da Crotone. • Dopo la cacciata dei Pitagorici redistribuzione delle terre loro confiscate e cancellazione dei debiti. 19 Bibliografia di approfondimento (per le lezioni VI e VII) • C. Ampolo, Organizzazione politica, sociale ed economica delle «poleis» italiote, «Magna Grecia. Lo sviluppo politico, sociale ed economico», a cura di G. Pugliese Carratelli, Milano 1987, pp. 89-98 [Biblioteca digitale]. • J.C. Carter, Agricoltura e pastorizia in Magna Grecia (tra Bradano e Basento), ibid., pp. 173-212. • M. Gras, Vie e itinerari del commercio, ibid., pp. 213-224. • L. Braccesi - F. Raviola, La Magna Grecia, Bologna 2008. • F. Costabile et alii, Polis ed Olympieion a Locri Epizefiri: costituzione, economia e finanze di una città della Magna Grecia, Soveria Mannelli 1992. • G. De Sensi, La Calabria in età arcaica e classica. Storia, economia, società, «Storia della Calabria. La Calabria antica», a cura di S. Settis, Roma - Reggio Calabria 1988, pp. 227-303 [Biblioteca digitale]. • P.G. Guzzo, L'archeologia delle colonie arcaiche, ibid., 137-226. • G. Giudice, Il tornio, la nave, le terre lontane: ceramografi attici in Magna Grecia, Roma 2007. 20 Bibliografia di approfondimento (per le lezioni VI e VII) • P. Munzi Santoriello, Les fours de potiers et la production céramique de Laos (Calabre), «Artisanats antiques d'Italie et de Gaule. Mélanges offerts à Maria Francesca Buonaiuto», a cura di J.-P. Brun, Naples 2009, pp. 265-283 [Biblioteca digitale] • J.Ch. Sourisseau, La diffusion des vins grecs d’Occident du VIII e au IVe s. av. J.-C., sources écrites et documents archéologiques, «La vigna di Dioniso. Vite, vino e culti in Magna Grecia». Atti del XLIX Convegno di Studi sulla Magna Grecia (Taranto 24-28 settembre 2009)», Taranto 2011, pp. 145-252 [Biblioteca digitale]. • M. Taliercio Mensitieri, Le emissioni monetarie della Calabria dall'età di Dionigi II a quella di Annibale, «Storia della Calabria antica, II, l'età italica e romana», a cura di S. Settis, Roma - Reggio Calabria 1994, pp. 421-436. • C. Vandermersch, Vins et amphores de Grand Grèce et de Sicile, IVeIIIe s. avant J.-C., Naples 1994. 21