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Messaggi annuali per la Giornata Mondiale della Pace
1 LA PROMOZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO, VIA VERSO LA PACE Paolo VI - 1 GENNAIO 1969 La pace è intrinsecamente collegata al riconoscimento e all’instaurazione dei diritti dell’uomo. A questi fondamentali diritti corrisponde un fondamentale dovere, che è appunto la pace. Senza la pace nessuna fiducia radicata nella giustizia e nella lealtà, senza fiducia nessun progresso. Solo nel clima della pace si attesta il diritto, progredisce la giustizia, respira la libertà. Se questo è il senso e il valore della pace, la pace è il dovere della storia presente. La pace bisogna produrla. Dev’essere un risultato scaturito da spiriti liberi e generosi, un dovere inderogabile dei responsabili della sorte dei popoli e di ogni cittadino del mondo: tutti devono concorrere a produrre quella mentalità e coscienza che la rende possibile. La pace dev’essere dapprima negli animi, affinché poi sia negli avvenimenti. La pace esige la revisione degli abusi e coincide con la causa della giustizia. Affinché all’uomo sia garantito il diritto alla vita, alla libertà,all’eguaglianza, alla cultura, al godimento dei beni della civiltà, alla dignità personale e sociale, occorre la pace; dove non vi è pace il diritto perde il suo volto umano. Perché pace e diritto sono reciprocamente causa ed effetto uno dell’altro. Per i cristiani la pace è il risultato dell’attuazione del disegno di sapienza e d’amore con cui Dio ha voluto instaurare relazioni soprannaturali con l’umanità. La pace è il primo effetto di questa nuova economia divina, è un dono di Dio. Alla dignità dei cittadini del mondo la pace di Cristo aggiunge quella di figli del Padre celeste; all’eguaglianza naturale degli uomini aggiunge quella della fraternità cristiana. La pace di Cristo è sollecita dei diritti dell’uomo. Dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 emerge che i diritti umani fondamentali sono bisogni vitali. Tutelare i diritti vuol dire soddisfare i bisogni; assicurare la pace significa garantire la sopravvivenza. Ma qual è il primo bisogno vitale: la sopravvivenza o la pace? Noi diciamo che la sopravvivenza diventa vita solo se arricchita di pace, solo così degna di essere vissuta. 6 ti libera dalla paura della morte, Ti fa gustare la gioia e l’amore. Dalla Lettera agli Efesini (cap.1) Per tutto questo, per le notizie sulla vostra fede nel Signore Gesù e sul vostro amore verso tutti i fratelli, 16 io ringrazio continuamente Dio per voi. Nelle mie preghiere mi ricordo di voi: 17 al Dio del Signore nostro Gesù Cristo, a lui che è il Padre glorioso, io chiedo che vi faccia il dono della sapienza che viene dallo Spirito e che egli si riveli a voi, così che voi possiate conoscerlo ancora di più. 18 Chiedo a Dio di illuminare gli occhi della vostra mente e di farvi comprendere a quale traguardo egli vi chiama: così potrete conoscere la grandiosa ricchezza che egli ha preparato per quelli che sono suoi, 19 l’immensa potenza con la quale ha agito per noi che crediamo in lui. 15 Il Signore ti dà sempre fiducia, ti rinnova l’entusiasmo di vivere e il tuo spirito ritorna giovane come aquila librata nelle altezze. Dal Vangelo secondo Matteo (cap.5) “Sapete che è stato detto: Ama i tuoi amici e odia i tuoi nemici. 44 Ma io vi dico: amate anche i vostri nemici, pregate per quelli che vi perseguitano. 45 Facendo così, diventerete veri figli di Dio, vostro Padre, che è in cielo. Perché egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere per quelli che fanno il bene e per quelli che fanno il male. 46 “Se voi amate soltanto quelli che vi amano, che merito avete? Anche i malvagi si comportano così! 47 “Se salutate solamente i vostri amici, fate qualcosa di meglio degli altri? Anche quelli che non conoscono Dio si comportano così! 48 Siate dunque perfetti, così com’è perfetto il Padre vostro che è in cielo. 43 Salmo 102 Lascia sgorgare dal tuo cuore la gioia e traducila in lode al Signore; lascia sgorgare dal tuo cuore la gioia Ripensando ai tanti doni di Dio. Lui perdona ogni tuo errore, ti rincuora nelle sofferenze, IO HO UN SOGNO Io ho un sogno… Sogno un luogo in cui i bambini e le bambine, neri e bianchi, possono tenersi per mano e camminare insieme… Io ho un sogno… Sogno un mondo dove riusciremo a lavorare insieme, a pregare insieme, a lottare insieme, ad andare in prigione insieme, per difendere la libertà insieme, sapendo che un giorno saremo liberi… Io ho un sogno… Sogno che un giorno riusciremo ad estrarre dalla montagna della disperazione una pietra di speranza… (Martin Luther King) 7 2 EDUCARSI ALLA PACE ATTRAVERSO LA RICONCILIAZIONE Paolo VI - 1 GENNAIO 1970 L’umanità tende ad estendere i benefici del progresso a tutti; tende all’unità, alla giustizia, ad una perfezione che chiamiamo pace. La pace è fine, cioè coronamento dello sforzo mediante il quale cerchiamo di organizzare la società secondo un ordine che rispecchi giustizia e benessere. Essa non è una posizione statica, acquistata una volta per sempre; non è una tranquillità immobile. Sarebbe male intesa la definizione agostiniana che chiama la pace “la tranquillità dell’ordine”, se noi avessimo dell’ordine un concetto astratto e non sapessimo che l’ordine umano è un atto, più che uno stato; dipende dalla coscienza e dalla volontà di chi lo compone e ne gode, più che dalle circostanze che lo favoriscono; e per essere davvero ordine umano è sempre perfettibile. La pace non è un livello ormai raggiunto, è un livello superiore a cui sempre dobbiamo aspirare. Chi vorrà penetrare in questa convinzione scoprirà che occorre riformare le idee che guidano il mondo. Scoprirà che occorre subito un’educazione ideologica nuova, l’educazione alla pace. Che la lotta possa essere necessaria, che possa essere l’arma della giustizia, che possa assurgere a dovere noi non neghiamo. Ma diciamo ch’essa non può costituire l’idea luce di cui l’umanità ha bisogno. La pace che conclude un conflitto è di solito un’imposizione. Manca a questa pace, troppo spesso finta ed instabile, la completa soluzione del conflitto, cioè il perdono. Pace senza clemenza, satura di spirito di vendetta: come può essere vera? Da una parte e dall’altra occorre l’appello a quella superiore giustizia che è il perdono, il quale cancella le questioni di prestigio e rende ancora possibile l’amicizia. Abbiamo considerato la pace come una meta da raggiungere, passo dopo passo, valore su valore. Ma la pace è soprattutto un sentimento, un’esperienza emotiva da sentire, che deve diventare modo di essere e di agire. Per questo è possibile educare gli uomini alla pace, insegnare al cuore a sentire l’armonia con gli altri e con se stessi. 8 Senza di te mi è impossibile vivere; tradirti è più amaro della morte. Mia sicurezza è rimanerti vicino, mio impegno annunciare il tuo amore. Dalla Lettera agli Efesini (cap.6) Figli, davanti al Signore avete il dovere di ubbidire ai vostri genitori, perché così è giusto. 2 Il comandamento: Onora il padre e la madre nella Bibbia è il solo comandamento accompagnato da questa promessa: 3 perché tu sia felice e possa godere lunga vita sulla terra. 4 E voi, genitori, non esasperate i vostri figli, ma date loro un’educazione e una disciplina degna del Signore. 1 Dal Vangelo secondo Giovanni (cap.6) Attraversato il lago, trovarono Gesù e gli dissero: – Maestro, quando sei venuto qui? 26 Gesù rispose: – Voi mi cercate, ma non per i segni miracolosi! Ve lo dico io: voi mi cercate solo perché avete mangiato il pane e vi siete levati la fame. 27 Non datevi da fare per il cibo che si consuma e si guasta, ma per il cibo che dura e conduce alla vita eterna. Ve lo darà il Figlio dell’uomo. Dio ha messo in lui il suo segno di approvazione. 28 La gente domandò a Gesù: – Quali sono le opere che Dio vuole da noi? Siamo pronti a farle! 29 Gesù rispose: – Un’opera sola Dio vuole da voi, questa: che crediate in colui che Dio ha mandato. 25 Salmo 72 Dio è veramente buono e compassionevole con gli uomini onesti, dal cuore retto, con chi crede nei valori morali e li incarna nelle sue scelte di vita. La mia vita è preziosa per te, la tua mano la protegge, la tua parola la guida ad un futuro di pace. Cosa c’è di più arricchente nella vita Della tua vicinanza, Signore? Non cerco altro, nient’altro, questo solo mi basta! INTENZIONI DI PREGHIERA * Perché le Chiese d’Africa diano concretezza ed impulso al rinnovamento spirituale dei cattolici per una presenza cristiana più credibile e coraggiosa nella cultura e nello sviluppo della società africana. Venga il tuo regno, Signore * Perché avvenga la riconciliazione e la pace tra le diverse etnie che compongono il Continente africano. * Perché la Chiesa cattolica che è in Africa sia sensibile e responsabile del primo annuncio del Vangelo in tutto il mondo. Affinché la preghiera di Cristo venga pienamente esaudita, affinché Padre, Figlio e fedeli siano perfettamente una cosa sola. 9 3 LA VERITÀ, FORZA DELLA PACE Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1980 Se è certo che la verità serve la causa della pace, è altresì indiscutibile che la “non-verità” va di pari passo con la causa della violenza e della guerra. Per “non-verità” bisogna intendere tutte le forme di disprezzo della verità: la menzogna, l’informazione parziale e deformata, la propaganda settaria, la manipolazione dei mezzi di comunicazione e simili. La violenza ha bisogno della menzogna nel tentativo di assicurarsi una rispettabilità dinanzi all’opinione mondiale. Accuse selettive, insinuazioni perfide, manipolazione delle informazioni, discredito gettato contro l’avversario, ricatto e intimidazione. Alla base c’è una concezione errata dell’uomo e dei suoi dinamismi costitutivi. La falsità fondamentale è di non credere nell’uomo in tutto il suo potenziale di grandezza, ma anche nel suo bisogno di redenzione dal male e dal peccato che è in lui. Costruire la pace richiede la restaurazione della verità, il che significa chiamare con il loro nome gli atti di violenza, intraprendere uno sforzo costante per non utilizzare noi stessi le armi della menzogna, rafforzare la convinzione che il riconoscimento della vera natura dell’uomo lo porta all’incontro, al rispetto reciproco, alla fraternità e alla pace. La verità non consente di disperare dell’avversario. L’uomo di pace, che essa ispira, non riduce l’avversario all’errore, nel quale lo vede soccombere. Al contrario, egli riduce l’errore alle sue reali proporzioni e fa appello alla ragione, al cuore e alla coscienza dell’uomo, per aiutarlo a riconoscere e ad accogliere la verità. Una delle grandi menzogne che avvelenano le relazioni tra individui e gruppi consiste nel non prendere in considerazione tutti gli aspetti, anche giusti e buoni, della sua azione. Non c’è pace se non c’è disponibilità al dialogo sincero e continuo. In politica fare la verità che rafforza la pace significa avere il coraggio di mettere in luce le controversie latenti; riaprire al momento opportuno i “dossiers” riguardanti problemi momentaneamente sospesi, mediante leggi e accordi che servano ad evitare la loro esasperazione; avere il coraggio di prevedere l’avvenire: prendere in considerazione le nuove aspirazioni compatibili con il bene che sorgono con il progresso della cultura, al fine di adattare le istituzioni nazionali e internazionali alla realtà di una umanità in cammino. Dov’è diretto il genere umano? Dove vuole arrivare attraverso il progresso e la tecnologia? La rotta smarrita porta verso una meta che non dà soddisfazione, nemmeno a chi la persegue. Il denaro è diventato il motore del mondo, rinforzo obbligato ad ogni azione e pensiero. Il potere, ciò che fa sentire importanti, diventa strumento di possesso, che rischia di essere l’unico modo di relazionarsi con le cose e le persone. 10 Dalla Lettera agli Efesini (cap.2) L’uomo che non è capace di sognare Anche voi, tempo fa, vi comportavate alla maniera di questo mondo, ubbidivate al capo delle potenze che regnano tra cielo e terra, cioè a quello spirito maligno che ora agisce negli uomini i quali si ribellano contro Dio. Così, avendo commesso molti errori e molti peccati, eravate senza vita. 3 Del resto, anche tutti noi siamo stati ribelli, come loro: un tempo seguivamo le voglie della nostra fragile natura, facevamo tutto ciò che voleva il nostro corpo e la nostra mente corrotta; così che, naturalmente, avremmo dovuto meritare la condanna di Dio, come tutti gli altri. 1-2 L’uomo che non è capace di sognare è un povero diavolo, un eunuco. L’uomo che è capace di sognare e di trasformare i suoi sogni in realtà è un rivoluzionario. L’uomo che è capace di amare e di fare dell’amore uno strumento per il cambiamento è anch’egli un rivoluzionario. Il rivoluzionario quindi è un sognatore, è un amante, è un poeta, perché non si può essere rivoluzionari senza lacrime negli occhi e senza tenerezza nelle mani. (Thomas Borge) Salmo 84 Signore, sempre ci sei stato vicino e tante volte hai rinnovato la nostra situazione: hai perdonato i nostri sbagli, hai dimenticato i nostri tradimenti. Come Maria Aiutami, Signore, ad essere come Maria per tutti, colei che attende senza stancarsi, che ascolta senza fatica, che accoglie con bontà, che dà con amore. Colei che si è sempre certi di trovare quando se ne ha bisogno. Aiutami ad essere presenza sicura a cui ci si può rivolgere quando lo si desidera; ad offrire un’amicizia riposante, che arricchisce con Te e per Te; aiutami ad irradiare una pace gioiosa: la Tua pace, Signore; ad essere raccolto in Te, ed accogliente con tutti. Il Tuo pensiero non mi abbandoni perché io possa rimanere nella Tua verità e non venir meno alla Tua legge d’amore. E così, come Maria, senza compiere opere straordinarie, senza vanagloria, che io possa aiutare gli altri a sentirti più vicino perché la mia anima Ti accoglie ad ogni istante. Amen Torna a vivere con noi, a darci coraggio e gioia; mostraci il tuo volto di tenerezza e aprici il cuore alla fiducia. Sì, sono sicuro che Dio ci porterà salvezza, che la nostra terra gusterà ancora una volta la sua amorosa presenza e i frutti del suo amore. Dal Vangelo secondo Matteo (cap.11) “Venite con me, tutti voi che siete stanchi e oppressi: io vi farò riposare. 29 Accogliete le mie parole e lasciatevi istrui-re da me. Io non tratto nessuno con violenza e sono buono con tutti. Voi troverete la pace, 30 perché quel che vi domando è per il vostro bene, quel che vi do da portare è un peso leggero”. 28 (Suor Maria Pia Giudici) 11 4 PER SERVIRE LA PACE RISPETTA LA LIBERTÀ Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1981 È necessario che comprendiamo qual è la vera libertà, radice e frutto della pace. La libertà nella sua essenza è connaturale alla persona umana, segno distintivo della sua natura e trova il proprio fondamento nella dignità trascendente della persona: una dignità donata da Dio, suo creatore, che la orienta verso Dio. L’uomo è inseparabile dalla libertà, che costituisce un suo diritto fondamentale. L’uomo è libero perché possiede la facoltà di autodeterminarsi in funzione del vero e del bene, perché possiede la facoltà di scegliere, “mosso e indotto da convinzioni personali, e non per un cieco impulso interno o per mera coazione esterna”. L’uomo deve poter fare le sue scelte in funzione dei valori ai quali concede la propria adesione; egli si mostrerà in ciò responsabile, ed è compito della società favorire questa libertà, tenendo conto del bene comune. La libertà non è solamente un diritto per sé, è anche un dovere nei riguardi degli altri. Per servire veramente la causa della pace, la libertà di ognuno deve rispettare le libertà e i diritti degli altri. In questo rispetto essa trova il suo limite, ma anche la sua logica e la sua dignità, perché l’uomo è un essere sociale. La vera libertà non è promossa nella società permissiva, la quale confonde la libertà con la licenza di fare qualunque scelta. Il rispetto della libertà dei popoli e delle nazioni è una parte integrante della pace. Senza la volontà di rispettare la libertà di ogni popolo sarà difficile creare le condizioni della pace. La migliore garanzia della libertà poggia sulla responsabilità delle persone, perché la libertà dev’essere incessantemente conquistata e cammina di pari passo col senso della responsabilità. Non si possono rendere liberi gli uomini senza renderli al tempo stesso più coscienti delle esigenze del bene comune e più responsabili. Un dialogo sincero fra i paesi donatori e quelli destinatari del sud del mondo può offrire molte nuove opportunità di promozione dello sviluppo umano. Questa collaborazione dovrebbe essere intesa come una politica mirata all’autosviluppo del paese ricevente e non all’assistenzialismo, per uscire dalla dimensione dei giorni nostri, di un nuovo colonialismo travestito da aiuto umanitario. 12 Dalla Lettera agli Efesini (cap.5) Dal Vangelo secondo Giovanni (cap.6) A causa del rispetto che dovete avere per Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri. 22 Le mogli ubbidiscano al marito come al Signore. 23 Perché il marito è capo della moglie, come Cristo è capo della Chiesa; anzi, Cristo è il salvatore della Chiesa che è il suo corpo. 24 E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli ubbidiscano in tutto al loro marito. 25 E voi, mariti, amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa, fino a sacrificare la sua vita per lei. 26 Cristo ha sacrificato sé stesso per fare in modo che la Chiesa fosse santa, purificata dall’acqua e dalla sua parola; 27 per vederla davanti a sé piena di splendore, senza macchia né ruga, senza difetti. Egli l’ha voluta santa e immacolata. 28 Anche i mariti devono amare così la moglie, come amano il loro proprio corpo. Infatti chi ama la propria moglie ama se stesso. 29 Nessuno mai ha odiato il proprio corpo, anzi ciascuno lo nutre e lo cura. Così fa Cristo con la Chiesa, 30 poiché noi tutti formiamo il suo corpo. 31 La Bibbia dice: Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due saranno una cosa sola. 32 Si tratta qui di una grande e misteriosa verità e io dico che riguarda Cristo e la Chiesa. 33 Comunque riguarda anche voi: perciò ciascuno ami la propria moglie come se stesso, e la moglie rispetti il proprio marito. Dopo un po’ di tempo, Gesù attraversò il lago di Galilea, detto anche di Tiberìade. 2 Molta gente gli andava dietro, perché vedevano i segni miracolosi che faceva guarendo i malati. 3-4 Mancavano pochi giorni alla festa ebraica della Pasqua. Gesù salì sulla montagna, e si sedette lì con i suoi discepoli. 5 Poi si guardò attorno, e vide tutta la gente che era venuta. Allora disse a Filippo: – Dove potremo comprare il pane necessario per sfamare questa gente? 6 Gesù sapeva benissimo quello che avrebbe fatto, ma diceva così per mettere alla prova Filippo. 7 Filippo rispose: – Duecento monete d’argento non basterebbero neppure per dare un pezzo di pane a tutti. 8 Un altro discepolo, Andrea che era fratello di Simon Pietro, disse: 9 C’è qui un ragazzo che ha cinque pagnotte d’orzo e due pesci arrostiti. Ma non è nulla, per tanta gente! 10 Gesù ordinò: – Dite alla gente di sedersi per terra. Il terreno era erboso, e tutti si sedettero in terra. Erano circa cinquemila. 11 Gesù prese il pane, fece una preghiera di ringraziamento, poi cominciò a distribuire a tutti pane e pesce a volontà. 21 1 INTENZIONI * Affinché ciascun individuo si impegni nella ricerca di vie di sviluppo che permettano di conservare le antiche e nobili culture di ciascun popolo come base di un’esistenza da uomini e come dono all’intera famiglia umana. Salmo 116 Lodate il Signore, abitanti di tutta la terra; * Per tutti i popoli in guerra affinché si sentano rafforzati dallo Spirito Santo nella costruzione delle loro nazioni e nel lavoro per la pace e la giustizia. ognuno nella sua lingua e cultura canti al Signore del mondo, perché grande è il suo amore per l’uomo: amore forte come quello di giovani amanti, amore fedele come quello di sposi maturi. * Affinché ciascuno di noi possa essere rinnovato negli ideali cristiani di giustizia e libertà in modo da acquisire migliore coscienza nel donarsi per le necessità degli altri nel rispetto delle loro aspirazioni. 13 5 LA PACE, DONO DI DIO AFFIDATO AGLI UOMINI Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1982 La pace non è tanto un equilibrio tra interessi materiali divergenti, ma piuttosto un bene di ordine essenzialmente umano, proprio dei soggetti umani e, dunque, di natura razionale e morale, frutto della verità e della virtù. Essa risulta dal dinamismo delle volontà libere, guidate dalla ragione verso il bene comune. Questo ordine razionale e morale poggia sulla decisione della coscienza degli esseri umani alla ricerca di un’armonia nei loro rapporti reciproci, nel rispetto della giustizia e dei diritti umani inerenti a ciascuna persona. Non si vede come un tale ordine morale potrebbe rescindere da Dio, che è fonte primaria dell’essere, verità essenziale e bene supremo. Già in questo senso, la pace viene da Dio come dal suo fondamento: essa è un dono di Dio. Ma l’uomo non è mai dispensato dalla responsabilità di ricercarla e di sforzarsi di stabilirla. Il dono divino della pace, dunque, è sempre anche una conquista ed una realizzazione umana, perché esso è proposto all’uomo per essere accolto liberamente ed attuato progressivamente mediante la sua volontà creatrice. Se la formazione di una società politica ha come scopi l’instaurazione della giustizia, la promozione del bene comune, la partecipazione di tutti, allora la pace non si realizzerà che nella misura in cui questi tre imperativi saranno veramente rispettati. Essendo il peccato e l’odio a far da ostacolo alla pace con Dio e con gli altri, Cristo l’uno e l’altro ha distrutti mediante l’offerta della sua vita. L’ottimismo cristiano non giustifica in realtà alcuna illusione. Per il cristiano, la pace sulla terra è sempre una sfida, a motivo della presenza del peccato nel cuore dell’uomo. Lo sviluppo deve essere delle persone, promosso dalle persone per le persone. La gente deve avere la possibilità di investire nello sviluppo le proprie potenzialità, di sfruttare le proprie capacità, di essere coinvolta in tutti gli aspetti della vita. Affinché si possa parlare di sviluppo partecipato è necessario che le persone siano al centro. 14 Buono e paziente è il Signore, forte e insieme compassionevole, capace di quella dolce tenerezza che sgorga da un grande amore. Dalla Lettera agli Efesini (cap.2) Ricordate: voi, per nascita, non siete Ebrei. Gli Ebrei vi chiamano i “non circoncisi”, mentre chiamano se stessi “i circoncisi” a causa del segno fatto sui loro corpi. 12 Voi eravate lontani dal Cristo; eravate stranieri, non appartenevate al popolo di Dio; eravate esclusi dalle sue promesse e dalla sua alleanza; eravate nel mondo persone senza speranza e senza Dio. 13 Ora invece, uniti a Cristo Gesù per mezzo della sua morte, voi, che eravate lontani, siete diventati vicini. 14 Infatti Cristo è la nostra pace: egli ha fatto diventare un unico popolo i pagani e gli Ebrei; egli ha demolito quel muro che li separava e li rendeva nemici. Infatti, sacrificando se stesso, 15 ha abolito la legge giudaica con tutti i regolamenti e le proibizioni. Così, ha creato un popolo nuovo, e ha portato la pace fra loro; 16 per mezzo della sua morte in croce li ha uniti in un solo corpo, e li ha messi in pace con Dio. Sulla croce, sacrificando se stesso, egli ha distrutto ciò che li separava. 11 Quando sbagliamo con stupido orgoglio non se la lega al dito, non continua a rinfacciarcelo e non ci tiene il broncio. Dal Vangelo secondo Matteo (cap.12) Quando Gesù venne a sapere queste cose, andò in un altro luogo. Molta gente lo seguì; ed egli guarì tutti i malati, 16 ma raccomandò severamente di non dirlo a nessuno. 17 Così si realizzò quel che Dio aveva detto per mezzo del profeta Isaia: 18 Ecco il mio servo, quello che io ho scelto, – dice il Signore; – È lui che io amo, lui ho mandato. A lui darò il mio Spirito, e dirà a tutti i popoli che io li giudicherò. 19 Non farà discussioni, non griderà, non terrà discorsi nelle piazze. 20 Se una canna è incrinata, non la spezzerà; se una lampada è debole, non la spegnerà. Farà sempre così, fino a quando non avrà fatto trionfare la giustizia; 21 ed egli sarà per tutti i popoli una speranza. 15 Salmo 102 Liberazione è il lavoro del Signore, liberazione di tutti gli oppressi. La storia passata ce lo ha mostrato In tanti fatti e persone. Il senso della vita se io rifiuto di conoscerlo, rifiuto una parte del mondo e non avrò terminato la mia opera. Non che io voglia distogliermi dai grandi fini, ma quella bambina deve essere consolata. Perché soltanto allora il mondo andrà bene. Anch’essa è il contrassegno del mondo. (F. de Saint-Exupéry) Signore, stasera, mentre passeggiavo immerso nel deserto del mio amore, ho incontrato una bambina che piangeva. Le ho sollevato il capo per leggere nei suoi occhi e il suo dolore mi ha sconvolto. Signore, 15 6 IL DIALOGO PER LA PACE, UNA SFIDA PER IL NOSTRO TEMPO Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1983 Tutti sono sollecitati dalla necessità di preparare una vera pace, di mantenerla o di ristabilirla. Il dialogo è condizione essenziale. È difficile, ma possibile. Quando vi sono stati conflitti fu perché il dialogo non aveva avuto luogo, o era stato falsato, trasformato in una trappola, volontariamente ridotto. Il dialogo per la pace è sempre possibile. La convinzione poggia sulla considerazione della natura profonda dell’uomo. Gli uomini sono capaci di superare anche le opposizioni che paiono radicali. Il dialogo esige apertura e accoglienza: che ogni parte esponga i propri elementi, ma ascolti anche l’esposizione dell’altra parte e la recepisca sinceramente. Il dialogare suppone che ciascuno accetti questa differenza e questa specificità dell’altro, prenda la misura di ciò che lo separa dall’altro, e l’assuma senza rinunciare a ciò che sa essere vero e giusto, e senza pretendere di ridurre l’altro ad un oggetto, ma stimandolo come soggetto intelligente, libero e responsabile. Il dialogo è la ricerca di ciò che è comune agli uomini e poggia sul rispetto della vita umana. Esso è una scommessa sulla socievolezza degli uomini, sulla loro vocazione a camminare insieme mediante un incontro convergente delle intelligenze, delle volontà, dei cuori, verso lo scopo che il Creatore ha fissato: rendere la terra abitabile per tutti e degna di tutti. Il dialogo tra le nazioni deve essere basato sulla convinzione che il bene di un popolo non può realizzarsi contro il bene di un altro popolo: tutti hanno i medesimi diritti. Uno speciale appello a chi lavora nei mass-media: dolorosi avvenimenti hanno confermato l’importanza di un’opinione illuminata, affinché un conflitto non degeneri in guerra. L’opinione pubblica, infatti, può frenare le tendenze bellicose o, al contrario, appoggiare tali tendenze fino all’accecamento. Pesate la vostra responsabilità e mettete in luce col massimo di obiettività i diritti, i problemi e le mentalità di ognuna delle parti, al fine di promuovere la comprensione e il dialogo. Da piccoli gesti si può arrivare a grandi azioni, da un pensiero a grandi rivoluzioni, da una persona si può arrivare a tutto il mondo. L’uomo è inserito in una realtà storica ed è a questa che si deve rivolgere per dare significato e direzionalità alle proprie azioni. Ma non è solo, e con fiducia e speranza, fratellanza e cooperazione, può fare della comunità lo sfondo di ogni pensiero e il terreno fertile ad ogni cambiamento. 16 Basterebbe una sua parola per vedere tremare di paura i potenti; con le superpotenze sparirebbe finalmente la divisione del mondo in blocchi contrapposti. Dalla Lettera agli Efesini (cap.4) E così si costruisce il corpo di Cristo, 13 fino a quando tutti assieme arriveremo all’unità, con la stessa fede e con la stessa conoscenza del Figlio di Dio; finché diventeremo uomini perfetti, degni della infinita grandezza di Cristo che riempie l’universo. 14 Non saremo allora più come bambini messi in agitazione da ogni nuova idea, portati qua e là come dal vento. Gli uomini che agiscono con inganno e con astuzia non potranno più farci cadere nell’errore. 15 Al contrario, vivremo nella verità e nell’amore, per crescere continuamente e per avvicinarci sempre più a Cristo. Egli è il capo; 16 e ogni parte del corpo collegata dalle giunture che lo tengono bene unito, riceve da lui quella forza che fa crescere tutto il corpo, nell’amore. Il Signore è presente nella storia e la guida al traguardo fissato; non ascolteremo gli uccelli del malaugurio per diventare pessimisti con loro. Lui continua a far maturare fra noi uomini pieni di speranza che ci infondono coraggio. Ci riconosciamo nel popolo dei credenti in lui. Dal Vangelo secondo Matteo (cap.18) “Se un tuo fratello ti fa del male, va’ a trovarlo e mostragli il suo errore, ma senza farlo sentire ad altri. Se ti ascolta, avrai ricuperato tuo fratello. 16 “Se invece non vuole ascoltarti, fatti accompagnare da una o due persone, perché sia fatto come dice la Bibbia: Ogni questione sia risolta mediante due o tre testimoni. 17 “Se non vuole ascoltare nemmeno loro, va’ a riferire il fatto alla comunità dei credenti. Se poi non ascolterà neppure la comunità, consideralo come un pagano o un estraneo. 15 Salmo 45 Ci è vicino il Signore, forte e misericordioso, l’amico degli uomini ci protegge. Ci è vicino il Signore, forte e misericordioso, non saremo prigionieri dell’angoscia. Solo da mani piantate nel sentimento del mondo, nasce la pace. Respira e fatica in bocche piene di terra. Si svela in occhi aperti agli occhi di tutti. Raccolgo schegge di pace su cose lavorate da mani, e riflesse un po’ dovunque tra sentieri nel tempo. Le ricompongo con paziente pensare per capirne il disegno. Ho appena due mani e il sentimento del mondo per far pace. (Da “Ho appena due mani e il sentimento del mondo” di Giulio Alberto Girardello) 17 7 LA PACE NASCE DA UN CUORE NUOVO Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1984 È mia profonda convinzione, è il filo conduttore della Bibbia e del pensiero cristiano, è un’intuizione di molti, che la guerra prenda origine dal cuore dell’uomo. È l’uomo che uccide e non i suoi missili. Il “cuore”, nel senso biblico, è il fondo più intimo della persona nella sua relazione col bene, con gli altri, con Dio. Non si tratta tanto della sua affettività, ma piuttosto della sua coscienza, del sistema di pensiero al quale essa si rifà, delle passioni che la coinvolgono. La sregolatezza del cuore è quella della coscienza. Nella misura in cui gli uomini si lasciano sedurre da sistemi che fanno della lotta contro gli altri la condizione del progresso, essi si chiudono in una mentalità di guerra. Al di là dei sistemi ideologici, sono anche le passioni che sviano il cuore e lo spingono alla guerra. Le passioni nascono spesso da reali frustrazioni, ma a volte le passioni sono alimentate di proposito. Una volta scatenate le lotte, l’ostilità non fa che crescere, poiché si nutre delle atrocità che si accumulano. Il fatto, dunque, di ricorrere alla violenza e alla guerra deriva in ultima analisi dal peccato dell’uomo, dall’accecamento del suo spirito e dalla sregolatezza del suo cuore. Il ristabilimento della pace sarebbe illusorio se non ci fosse un vero mutamento del cuore. La fede cristiana ha un termine per questo cambiamento: "conversione". Questa trasformazione in profondità esige il coraggio dell’umiltà e della lucidità; essa deve raggiungere la mentalità collettiva, partendo dalla coscienza delle persone. Riscopriamo la forza della preghiera, che è accogliere la grazia che ci cambia; lo Spirito, unito al nostro spirito, ci impegna a conformare la nostra vita alla parola di Dio. Il termine shalom ha un significato molto più ricco di quello che poi normalmente associamo al termine pace. Significa armonia, pienezza, e include benessere e raggiungimento di una identità personale. Interessa tutte le dimensioni della vita, abbracciando la vita personale e quella familiare, così come l’ambito della società, sia nazionale che internazionale. È più della limitata sicurezza politica che oggi è spesso chiamata pace. Shalom indica piuttosto quella realtà divina che comprende i doni della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato nelle loro relazioni reciproche. (Dal documento finale Assemblea Ecumenica di Basilea 1989) 18 Dalla Lettera agli Efesini (cap.1) Dal Vangelo secondo Matteo (cap.5) Io, Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, scrivo ai fratelli della città di Èfeso che credono in Cristo Gesù: 2 Dio nostro Padre e Gesù Cristo nostro Signore, diano a voi grazia e pace. 3 Benedetto sia Dio Padre di Gesù Cristo nostro Signore. Egli ci ha uniti a Cristo nel cielo, ci ha dato tutte le benedizioni dello Spirito. 4 Prima della creazione del mondo Dio ci ha scelti per mezzo di Cristo, per renderci santi e senza difetti di fronte a lui. Nel suo amore 5 Dio aveva deciso di farci diventare suoi figli per mezzo di Cristo Gesù. Così ha deciso, perché così ha voluto nella sua bontà. Vedendo che c’era tanta gente Gesù salì verso il monte. Si sedette, i suoi discepoli si avvicinarono a lui 2 ed egli cominciò a istruirli con queste parole: 3 “Beati quelli che sono poveri di fronte a Dio Dio darà loro il suo regno. 4 Beati quelli che sono nella tristezza: Dio li consolerà. 5 Beati quelli che non sono violenti: Dio darà loro la terra promessa. 6 Beati quelli che desiderano ardentemente quello che Dio vuole: Dio esaudirà i loro desideri. 7 Beati quelli che hanno compassione degli altri: Dio avrà compassione di loro. 8 Beati quelli che sono puri di cuore: essi vedranno Dio. 9 Beati quelli che diffondono la pace: Dio li accoglierà come suoi figli. 10 Beati quelli che sono perseguitati per aver fatto la volontà di Dio: Dio darà loro il suo regno. 11 Beati siete voi quando vi insultano e vi perseguitano, quando dicono falsità e calunnie contro di voi perché avete creduto in me. 12 Siate lieti e contenti, perché Dio vi ha preparato in cielo una grande ricompensa: infatti, prima di voi, anche i profeti furono perseguitati. 1 1 Salmo 14 Signore, chi è un vero credente? Chi può celebrare con gioia la tua lode, cantare i tuoi salmi all’alba e al tramonto? Chi è onesto fino in fondo con se stesso e con gli altri e affronta i problemi con senso di giustizia; chi dice la verità, anche quando gli è scomoda, e non trincia giudizi sugli altri; chi sa dire con coraggio bene al bene e male al male. Non avevo il giallo per la sabbia ardente. Ma avevo l’arancio per la gioia della vita, e il verde per i germogli e i nidi, e il celeste dei chiari cieli splendenti, e il rosa per il sogno ed il riposo. Mi sono seduta ed ho dipinto la pace. HO DIPINTO LA PACE Avevo una scatola di colori. Brillanti, decisi, vivi. Avevo una scatola di colori. Alcuni caldi, altri molto freddi. Non avevo il rosso per il sangue dei feriti. Non avevo il nero per il pianto degli orfani. Non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti. (Tali Sorek) 19 8 LA PACE E I GIOVANI CAMMINANO INSIEME Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1985 Il primo invito che rivolgo ai giovani è questo: Non abbiate paura! In voi vedo una nuova consapevolezza della vostra responsabilità ed una schietta sensibilità per i bisogni della comunità umana. Alcuni possono esser tentati di fuggire dalle responsabilità: negli illusori mondi dell’alcool e della droga, nelle fugaci relazioni sessuali senza impegno per il matrimonio e la famiglia, nell’indifferenza, nel cinismo e nella violenza. Fra le domande che dovete porre a voi stessi, la prima è: qual è la vostra idea dell’uomo? Che cosa costituisce la dignità e la grandezza di un uomo? Chiedetevi quale tipo di persone volete essere, quale tipo di cultura volete forgiare. La prima domanda conduce ad un’altra domanda: chi è il vostro Dio? Un essere umano, “immagine visibile del Dio invisibile”, non può rispondere alla domanda circa chi sia lui senza dichiarare al tempo stesso chi sia il suo Dio. La risposta che date a queste domande determinerà il modo in cui risponderete alle grandi sfide della pace e della giustizia. I giovani non devono accontentarsi di un istintivo desiderio di pace: tale desiderio dev’essere trasformato in una convinzione morale che abbraccia tutto l’ambito dei problemi umani e costruisce valori profondamente apprezzati. Voi dovete ascoltare la verità, e per questo avete bisogno della purezza di cuore; voi dovete comprenderla, e per questo avete bisogno di una profonda umiltà; voi dovete sottomettervi ad essa e condividerla, e per questo avete bisogno della forza per resistere alle tentazioni dell’orgoglio, dell’egoismo e della manipolazione. Voi dovete formare in voi stessi un profondo senso di responsabilità. Quali che siano i sentieri per i quali v’incamminate, fate ciò con speranza e fiducia: speranza nel futuro che, con l’aiuto di Dio, voi potete costruire; fiducia nel Dio che veglia su di voi in tutto ciò che dite e fate. C’è oggi un ampio accordo sul fatto che non ci si possa limitare all’idea di “pace negativa”, intesa come semplice assenza di guerra e di violenza diretta (generata dai soggetti sociali), ma si debba invece intendere la pace in senso positivo, cioè come quella condizione della società nella quale è assente anche la violenza strutturale (generata dalla struttura), ovvero sono realizzati alcuni valori/ diritti/bisogni fondamentali inseparabili tra loro, in particolare: libertà, giustizia, diritto alla vita, equilibrio ecologico, ben-essere. (Daniele Novara - SCEGLIERE LA PACE - Guida Metodologica - Gruppo Abele) 20 Perché dite e proclamate, o potenti: “Questo è mio, è proprietà dello Stato e lo gestisco senza controlli come strumento del mio potere”? Dalla Lettera agli Efesini (cap.1) A Dio dunque sia lode, per il dono meraviglioso che egli ci ha fatto per mezzo di Gesù suo amatissimo Figlio 7 Perché Cristo è morto per noi e noi siamo liberati; i nostri peccati son perdonati. Questa è la ricchezza della grazia di Dio. 8 Egli l’ha data a noi con abbondanza. Ci ha dato la piena sapienza e la piena intelligenza: 9 ci ha fatto conoscere il segreto progetto della sua volontà: quello che fin da principio generosamente aveva deciso di realizzare per mezzo di Cristo. 10 Così Dio conduce la storia al suo compimento: riunisce tutte le cose, quelle del cielo e quelle della terra sotto un unico capo, Cristo. 6 Le armi e le prove di forza non creano certo il diritto e soprattutto non portano pace e una giusta divisione dei beni. Non è Dio a ispirare i proclami enunciati purtroppo a suo nome; Dio sconfessa tutti i progetti basati sul principio della forza. Dal Vangelo secondo Matteo (cap.5) “Siete voi il sale del mondo. Ma se il sale perde il suo sapore, come si potrà ridarglielo? Ormai non serve più a nulla; non resta che buttarlo via, e la gente lo calpesta. 14 Siete voi la luce del mondo. Una città costruita sopra una montagna non può rimanere nascosta. 15 Non si accende una lampada per metterla sotto un secchio, ma piuttosto per metterla in alto, perché faccia luce a tutti quelli che sono in casa. 16 Così deve risplendere la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano il bene che voi fate e ringrazino il Padre vostro che è in cielo. 13 Salmo 32 Lodate il Signore, o credenti, non stancatevi mai di benedirlo; il coro intoni i suoi canti festosi e lo accompagnino tutti i fedeli. Su una nuova melodia musicale adattate un brano della Parola perché essa è viva, efficace, più penetrante di una spada a due tagli. Caos nel mondo. Povertà ovunque. Divisione fra gli uomini. Guerra fra i popoli. Da nessuna parte pace. Abbiamo voltato le spalle al Tuo amore, eppure siamo costretti a confidare in Te. Da Te viene l’aria che respiriamo. Senz’aria siamo morti, incapaci di muoverci, imputriditi. Signore, fa’ che comprendiamo il Tuo amore, con i fratelli, neri, bianchi, rossi o gialli che siano. Fa’ del mondo un cesto di colori nella Tua mano possente e fa’ che in questo cesto ci sia pace. (Anonimo) 21 9 SVILUPPO E SOLIDARIETÀ: DUE CHIAVI PER LA PACE Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1987 Paolo VI: “Lo sviluppo è il nuovo nome della pace”. Può stabilirsi una pace genuina senza il riconoscimento effettivo di quella verità secondo cui noi siamo tutti eguali in dignità, perché siamo stati formati a immagine di Dio, nostro Padre? Riconoscere la solidarietà sociale della famiglia umana comporta la responsabilità di edificare su ciò che ci rende una sola cosa, promuovere l’eguale dignità di tutti come esseri umani, dotati di fondamentali e inalienabili diritti. Lo spirito umano risponde con grande generosità alle sofferenze degli altri. In queste risposte possiamo trovare una crescente attuazione di quella solidarietà sociale, che proclama che noi siamo una cosa sola, che dobbiamo riconoscere questa unicità. Non mancano gli ostacoli alla solidarietà derivanti da posizioni politiche e ideologiche, in particolare la xenofobia, la chiusura arbitraria dei confini cosicché le persone sono private della capacità di spostarsi, le ideologie che predicano odio o diffidenza, il terrorismo. Paolo VI fu tra i primi a richiamare l’attenzione sul fatto che il progresso economico è insufficiente e richiede anche il progresso sociale. Insisteva sul fatto che lo sviluppo dev’essere integrale, cioè dev’essere sviluppo di ciascuna persona e dell’intera persona. Non è più questione semplicemente di migliorare certe situazioni o condizioni economiche. Lo sviluppo diventa una questione di pace, perché aiuta a raggiungere ciò che è bene per gli altri e per la comunità umana nella sua interezza. C’è un’altra minaccia per la pace: la crisi della famiglia. La famiglia è la cellula fondamentale della società, il primo luogo dove avviene o non avviene lo sviluppo. Se il fine dello sviluppo non è la crescita, l’assenza di crescita spesso ne rappresenta la fine. Per raggiungere lo sviluppo umano bisogna promuovere una più equilibrata crescita economica e uno sviluppo più partecipato. Incrementare il reddito nazionale, ma assicurare uno stretto legame tra crescita economica e benessere umano. 22 Dalla Lettera agli Efesini (cap.3) Dal Vangelo secondo Matteo (cap.15) Per questo motivo, io, Paolo, rivolgo a Dio una preghiera... A causa di Cristo ora io sono in prigione, per voi che non siete Ebrei. 2 Penso che abbiate sentito parlare dell’incarico che Dio, nella sua bontà, mi ha affidato e che riguarda voi. 3 Io ho ricevuto una rivelazione che mi ha fatto conoscere il progetto segreto di Dio. Già nelle pagine precedenti ve ne ho scritto, 4 e leggendo potete capire fino a che punto conosco quel segreto che riguarda Gesù Cristo. 5 Nei tempi passati, questo progetto segreto non è stato manifestato agli uomini; ai nostri giorni invece, per mezzo dello Spirito Santo, esso è stato rivelato ai santi apostoli e profeti di Dio. 6 E il segreto è questo: anche i pagani accolgono il messaggio della parola di Dio e si uniscono a Gesù Cristo, ricevono la stessa eredità che Dio ha promesso al suo popolo e diventano un unico corpo con gli Ebrei. Poi Gesù chiamò la folla e disse: “Ascoltate e cercate di capire. 11 Non è ciò che entra nella bocca dell’uomo che può farlo diventare impuro. Piuttosto è ciò che esce dalla bocca: questo può far diventare impuro l’uomo!”. 12 I discepoli si avvicinarono e gli dissero: – Sai che i farisei si sono scandalizzati ascoltando le tue parole? 13 Ma Gesù rispose: – Tutti gli alberi che non sono stati piantati dal Padre mio, che è in cielo, saranno strappati. 14 Lasciateli dire! Sono ciechi che vogliono far da guida ad altri ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due andranno a cadere in una fossa. 15 Allora Pietro disse: – Spiegaci questa parabola. 16 Ma Gesù rispose: – Anche voi non riuscite ancora a capire? 17 Non capite che quello che entra in bocca va allo stomaco e quindi va a finire in una fogna? 18 Ciò che invece esce dalla bocca viene dal cuore dell’uomo e per questo può renderlo impuro. 19 Perché, è dal cuore che vengono tutti i pensieri malvagi che portano al male: gli assassinii, i tradimenti tra marito e moglie, i peccati sessuali, i furti, le menzogne, gli insulti... 20 Sono queste le cose che fanno diventare impuro l’uomo. Invece, mangiare senza purificarsi prima le mani, questo non fa diventare impuri. 1 10 Salmo 81 Il Signore, Dio di giustizia, convoca un’assemblea di giudici per verificare il loro operato, soprattutto dei disonesti e corrotti. “Per quanto tempo ancora giudicherete ingiustamente applicando arbitrariamente le leggi, usando due pesi e due misure? Un giorno sarete giudicati anche voi che inquinate il nostro vivere insieme e l’immagine di Dio per l’uomo. Con la stessa misura sarete misurati!” Preghiera di Madre Teresa di Calcutta Da’ loro oggi, attraverso le nostre mani, il pane quotidiano, e per mezzo del nostro amore comprensivo dà pace e gioia. Rendici degni, o Signore, di servire i nostri simili in tutto il mondo, coloro che vivono e muoiono in povertà e indigenza. 23 10 SE VUOI LA PACE RISPETTA LA COSCIENZA DI OGNI UOMO Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1991 La persona nonostante la sua fragilità ha la capacità di cercare e conoscere il bene, di riconoscere e respingere il male, di scegliere la verità e opporsi all’errore. Dio, infatti, creando la persona umana, ha inscritto nel suo cuore una legge che ognuno può scoprire e la coscienza è proprio la capacità di discernere e di agire secondo questa legge: obbedire ad essa è la dignità stessa dell’uomo. Nessuna autorità ha il diritto di intervenire nella coscienza di alcun uomo. Questa è inviolabile. Essa, però, non è un assoluto, posto al di sopra della verità e dell’errore; anzi, la sua intima natura implica il rapporto con la verità obiettiva, universale e uguale per tutti, che tutti possono e devono cercare. In questo rapporto con la verità obiettiva la libertà di coscienza trova la sua giustificazione, in quanto condizione necessaria per la ricerca della verità degna dell’uomo e per l’adesione ad essa. Ciò implica che tutti devono rispettare la coscienza di ognuno e non cercare di imporre ad alcuno la propria “verità”. La garanzia dell’esistenza della verità obiettiva risiede in Dio, Verità assoluta, e la ricerca della verità si identifica con la ricerca di Dio. Rivendicare il diritto di agire secondo la propria coscienza, senza riconoscere il dovere di cercare di conformarla alla verità e alla legge inscritta nei nostri cuori da Dio stesso, vuol dire far prevalere la propria limitata opinione. Ciò è lungi dal costituire un contributo alla pace. Malgrado il costante insegnamento della Chiesa cattolica, secondo il quale nessuno deve essere costretto a credere, nei secoli conflitti sono sorti tra i cristiani e i membri di altre religioni. Lo Stato ha l’obbligo di riconoscere la libertà di coscienza, di promuoverla, sempre alla luce della legge morale naturale e delle esigenze del bene comune, oltre che nel rispetto della dignità di ognuno. I giovani portano personalmente i segni dell’amore di Dio nel desiderio di vita, nell’intelligenza e nel cuore. I poveri rappresentano ancor di più una realtà da cui partire, da recuperare, proprio per il desiderio di una vita più degna, per l’intelligenza ancora da sfruttare e valorizzare e per il cuore sofferente da consolare. 24 più i cani, i gatti, i guardaroba che gli affamati lazzari neri sbarcati clandestinamente nei porti Con i carghi di merci espropriate. Dalla Lettera agli Efesini (cap.6) Schiavi, ubbidite ai vostri padroni di questo mondo con grande rispetto e con cuore sincero, come di fronte a Cristo. 6 Non fatelo per essere visti e per far piacere ai padroni; ma come servi di Cristo, fate la volontà di Dio per convinzione, 7 e compite volentieri il vostro servizio, servendo così il Signore e non gli uomini. 8 Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavo o no, sarà ricompensato dal Signore secondo il bene che avrà fatto. 9 E anche voi, padroni, comportatevi allo stesso modo verso i vostri schiavi. Lasciate da parte le minacce e ricordate che, per loro come per voi, c’è un unico Padrone in cielo, il quale non fa distinzione di persone. 5 Solo in te è la mia fiducia, o Allah! Per me tu se più grande e potente di tutte le potenze occidentali e del loro Dio che non amano e non pregano. Nelle tue mani affido il mio futuro! Dal Vangelo secondo Giovanni (cap.6) Gesù disse: “Io sono il pane che dà la vita. Chi si avvicina a me con fede non avrà più fame; chi mette la sua fiducia in me non avrà più sete. 36 Ma come vi ho già detto, non volete credere. Eppure mi avete veduto! 37 “Tutti quelli che il Padre mi dà si avvicineranno a me; e chi si avvicina a me con fede io non lo respingerò. 38 Non sono venuto dal cielo per fare quello che voglio io: devo fare la volontà del Padre che mi ha mandato. 39 E questa è la volontà del Padre che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che mi ha dato, ma lì risusciti nell’ultimo giorno. 40 Il Padre mio vuole così: chi riconosce il Figlio e crede in lui avrà la vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. 35 Salmo 60 Mi prostro fino a terra riverente, ti adoro e ti prego, grande Allah, creatore e luce dell’umanità che sorridi i tuoi raggi sul mondo e lo guidi come un faro nella notte. Sono un giovane emigrante africano e il mio cuore è nero d’angoscia come la mia pelle e i miei capelli, come il lavoro che mi offrono e i loro sguardi venati di razzismo. Ancora oggi, Signore, essi curano Dal Kenya Signore, non so come si deve pregare. Anche se ho sentito come pregano gli adulti, non amo il loro modo di pregare. Chiedono troppe cose. Tutto quello che io ti chiedo, o Dio, è che tu mi ascolti, poiché nessuno mi ascolta, nessuno conosce il mio dolore. Signore, ascolta le mie lacrime. Ascolta il lamento di tutti i ragazzi di questa nostra terra... che vengono maltrattati sfruttati e sgridati. 25 11 SE CERCHI LA PACE, VA’ INCONTRO AI POVERI Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1993 Diventa sempre più grave una minaccia per la pace: intere popolazioni vivono in condizioni di estrema povertà. La disparità tra ricchi e poveri s’è fatta più evidente. Difendere la dignità della persona, impegnarsi per un’equa distribuzione dei beni, promuovere in modo armonico e solidale una società dove ognuno si senta accolto ed amato. Sono questi i presupposti imprescindibili per costruire la vera pace. Dire “pace”, infatti, è dire molto di più della semplice assenza di guerre; è postulare una condizione di autentico rispetto della dignità e dei diritti di ogni essere umano così da consentirgli di realizzarsi in pienezza. Uno Stato resta fragile ed instabile se non dimostra attenzione per i suoi membri più deboli. Il diritto allo sviluppo dei paesi più poveri pone ai paesi sviluppati un preciso dovere di intervento in loro soccorso. Nell’interesse della persona, e quindi della pace, è urgente apportare ai meccanismi economici quei necessari correttivi che consentano loro di garantire una distribuzione dei beni più giusta e più equa. E’ noto il problema della disoccupazione, con il conseguente impoverimento di individui e famiglie. Vorrei evocare alcuni problemi che affliggono i poveri e minacciano la pace: il problema del debito estero; il problema della droga. In alcune regioni del mondo sono le popolazioni più povere a coltivare piante per la produzione di stupefacenti perché i guadagni promessi costituiscono una tentazione a cui difficilmente riescono a resistere quanti dalle coltivazioni tradizionali traggono un reddito insufficiente. La moderazione e la semplicità devono diventare i criteri del nostro vivere quotidiano. La quantità di beni, consumati da una modestissima frazione della popolazione mondiale, produce una domanda eccessiva rispetto alle risorse disponibili. La riduzione della domanda costituisce un primo passo per alleviare la povertà, se ad essa si accompagnano efficaci sforzi per assicurare una giusta distribuzione della ricchezza mondiale. Non è la mancanza di risorse a provocare cambiamenti, è più spesso la mancanza di volontà e di desiderio di farlo. Allora è sulle persone che bisogna puntare per promuovere il cambiamento, investire sulle motivazioni e sulle potenzialità, sulle competenze professionali ma di più sulla disposizione di cuore per riuscire a fare cose laddove non si pensava nemmeno di poter arrivare. 26 Progetti spaziali e nuovo riarmo si squagliano al sole del Dio della vita; segregazioni, ingiustizie, torture e violenze diventano annuncio di nuove vittorie. Dalla Lettera agli Efesini (cap.2) Come dice la Bibbia: Egli è venuto ad annunziare il messaggio di pace: pace a voi che eravate lontani e pace a quelli che erano vicini. 18 Per mezzo di Gesù Cristo noi tutti, Ebrei e pagani, possiamo presentarci a Dio Padre, uniti dallo stesso Spirito Santo. 19 Di conseguenza, ora voi non siete più stra-nieri, né ospiti. Anche voi, insieme con gli altri, appartenete al popolo e alla famiglia di Dio. 20 Siete parte di quell’edificio che ha come fondamenta gli apostoli e i profeti, e come pietra principale lo stesso Gesù Cristo. 21 È lui che dà solidità a tutta la costruzione, e la fa crescere fino a diventare un tempio santo per il Signore. 22 Uniti a lui, anche voi siete costruiti insieme con gli altri, per essere la casa dove Dio abita per mezzo dello Spirito Santo. 17 I falchi da preda del dio della guerra e i fabbri ferrai mercanti di morte sono scoperti, umiliati, derisi. Sarà una festa la loro rovina. Dal Vangelo secondo Matteo (cap.12) Gesù stava parlando alla folla. Sua madre e i suoi fratelli volevano parlare con lui, ma erano rimasti fuori. 47 Un tale disse a Gesù: – Qui fuori ci sono tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlare con te. 48 Gesù a chi gi parlava rispose: – Chi è mia madre? e chi sono i miei fratelli? 49 Poi, con la mano indicò i suoi discepoli e disse: – Guarda: sono questi mia madre e i miei fratelli: 50 perché se uno fa la volontà del Padre mio che è in cielo, egli è mio fratello, mia sorella e mia madre. 46 Salmo 96 Lo Spirito chiama: l’Arena è in festa, canti di gioia dai costruttori di pace, pur se osteggiato risuona l’annuncio: pace, giustizia e amore al creato. con la Samaritana, con Nicodemo, con Pietro, come fai con me. Voglio cominciare oggi stesso a capire ciascuno nel suo mondo, con le sue idee, con difetti e virtù e anche con i suoi pallini. Aiutami, Signore, a vedere tutti come li vedi tu. Ad ammirarli per l’intelligenza e la capacità, ma soprattutto per la disponibilità Ad ammirare e la capacità di donarsi che c’è in loro. Che nell’altro veda te, Signore, che ti veda dentro ogni volto. Signore, insegnami a vedere al di là di ogni parola, un fratello. Qualcuno che si nasconde. Con la sua sofferenza e la sua gioia. Qualcuno che a volte non si fa vedere come è realmente dentro. Qualcuno che ha paura di comunicare con gli altri per timidezza, o magari perché l’ha fatto una volta e non è successo niente. Signore, fammi scoprire dietro ad ogni volto, nel profondo di ogni sguardo, un fratello. Simile a te ed allo stesso tempo completamente diverso da tutti. Vorrei, Signore, trattare ciascuno alla sua maniera, come hai fatto tu (Dialogo ed esperienze: centro pastorale giovanile di Caracas) 27 12 DALLA FAMIGLIA NASCE LA PACE DELLA FAMIGLIA UMANA Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1994 La pace sembra una meta irraggiungibile. Non dobbiamo tuttavia rassegnarci. La pace è possibile perché iscritta nell’originario progetto divino. Dio volle per l’umanità una condizione di armonia e di pace, ponendone il fondamento nella natura dell’essere umano, creato “a sua immagine”. Tale immagine divina si realizza nell’individuo, ma anche nella comunione di un uomo e di una donna, uniti a tal punto nell’amore da divenire “una sola carne”. A questa specifica comunità di persone il Signore ha affidato la missione di dare la vita e prendersene cura. L’iniziale armonia fu spezzata dal peccato ma l’originario piano di Dio permane. La famiglia resta, pertanto, il fondamento della società, costituendone, come è detto nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, “il nucleo naturale e fondamentale”. Compito specialissimo della famiglia è di contribuire ad un avvenire di pace mediante il reciproco amore dei coniugi e attraverso il compito educativo che impegna a formare i figli al rispetto della dignità di ogni persona ed ai valori della pace. Tali valori, più che essere “insegnati”, devono essere testimoniati. La famiglia si rivela non di rado luogo di tensione e di sopraffazione, oppure vittima della violenza. La famiglia ha diritto al sostegno dello stato. Di fronte alla tendenza a legittimare forme di unione che per loro natura o per loro intenzionale transitorietà non possono in alcun modo esprimere il senso e assicurare il bene della famiglia, è dovere dello stato incoraggiare e proteggere l’autentica istituzione familiare, rispettandone la naturale fisionomia e i diritti innati ed inalienabili. Il dovere dello stato non disimpegna i singoli. Nessuno può sentirsi tranquillo finché il problema della povertà, che colpisce famiglie ed individui, non ha trovato soluzione. La pace sarà sempre insidiata finché persone e famiglie si vedranno costrette a combattere per la sopravvivenza. La pace non è vista come qualcosa che esiste indipendentemente dall’uomo, dai suoi pensieri e dalle sue azioni. È invece un punto di arrivo, una meta da raggiungere. Il percorso da fare comprende tanti passi, tanti quanti sono i valori da apprendere e da esprimere: il dialogo con gli altri, l’incontro con le altre religioni, l’assenza di pregiudizio, la valorizzazione di aspetti positivi. 28 Dalla Lettera agli Efesini (cap.1) Dal Vangelo secondo Matteo (cap.5) È la stessa energia e forza onnipotente 20 che Dio ha mostrato quando ha risuscitato Cristo dalla morte e lo ha portato nel mondo celeste e gli ha dato potere accanto a sé. 21 Là, egli si trova al di sopra di tutte le autorità, le forze, le potenze di ogni genere, sia quelle di questo mondo, sia quelle del mondo futuro. 22 Infatti, come dice la Bibbia, Dio ha messo tutte le cose sotto di lui e lo ha dato alla Chiesa come capo supremo. 23 E la Chiesa è il corpo di Cristo. È Cristo, il quale domina completamente tutta la realtà, è in essa pienamente presente. “Quando pregate, non usate tante parole come fanno i pagani: essi pensano che a furia di parlare Dio finirà per ascoltarli. 8 Voi non fate come loro, perché Dio, vostro Padre, sa di che cosa avete bisogno, prima ancora che voi glielo chiediate. 9 Dunque, pregate così: Padre nostro che sei in cielo, fa’ che tutti ti riconoscano come Dio, 10 che il tuo regno venga, che la tua volontà si compia in terra come in cielo. 11 Dacci oggi il nostro pane necessario. 12 Perdona le nostre offese come noi perdoniamo a chi ci ha offeso. 13 Fa’ che non cadiamo nella tentazione, ma liberaci dal maligno 14 Perché, se voi perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è in cielo perdonerà anche a voi. 15 Ma se non perdonerete agli altri il male che hanno fatto, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. 7 Salmo 45 Il Signore è per noi rifugio e forza, con lui ci sentiamo rassicurati quando ci prende l’angoscia per la situazione attuale del mondo. Costruiscano pure bombe atomiche e ai neutroni installino missili a media e lunga gittata minacciando la distruzione totale del mondo, non riusciranno a farci perdere la fiducia! Guerre regionali e colpi di stato, intrallazzi politici e ricatti economici, attentati terroristici e scandali vari non ci spaventano più. Da San José (Costarica) Nella mia casa ci sono due stanze, due lettini, una piccola finestra e un gatto bianco. Nella mia casa mangiamo solo la sera quando il mio babbo torna a casa con il sacchetto pieno di pane e di pesce secco. Nella mia casa siamo tutti poveri ma il mio babbo ha gli occhi celesti, la mia mamma ha gli occhi celesti, il mio fratello ha gli occhi celesti e anche il mio gatto ha gli occhi celesti. Quando siamo seduti a tavola nella nostra casa sembra che ci sia il cielo. (Una bambina di otto anni) 29 13 LA DONNA EDUCATRICE DI PACE Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1995 Desidero rivolgere il messaggio soprattutto alle donne, chiedendo loro di farsi educatrici di pace. Alla donna Dio “affida in modo speciale l’uomo, l’essere umano”. Ciò non va inteso in senso esclusivo, ma secondo la logica di ruoli complementari nella comune vocazione all’amore, che chiama gli uomini e le donne ad aspirare alla pace ed a costruirla insieme. La costruzione della pace non può prescindere dal riconoscimento e dalla promozione della dignità personale delle donne, chiamate a svolgere un compito insostituibile nell’educazione alla pace. Per educare alla pace, la donna deve innanzitutto coltivarla in se stessa. La pace interiore viene dal sapersi amati da Dio e dalla volontà di corrispondere al suo amore. Molte donne, specie a causa dei condizionamenti sociali e culturali, non giungono però ad una piena consapevolezza della loro dignità. Nell’educazione dei figli ha un ruolo di primissimo piano la madre. In questo compito nessuna madre deve essere lasciata sola. I figli hanno bisogno della presenza e della cura di entrambi i genitori, i quali realizzano il loro compito educativo innanzitutto mediante l’influsso derivante dal loro comportamento. Se le bambine vengono emarginate o considerate di minor valore, sarà gravemente intaccato il senso della loro dignità e compromesso il loro sviluppo. L’iniziale discriminazione si ripercuoterà su tutta la loro esistenza, impedendo un pieno inserimento nella vita sociale. Le donne hanno pieno diritto di inserirsi attivamente in tutti gli ambiti pubblici e il loro diritto va affermato e protetto anche attraverso strumenti legali. Il riconoscimento del ruolo pubblico delle donne non deve sminuirne quello insostituibile all’interno della famiglia: qui il loro contributo al bene e al progresso sociale è di valore inestimabile. Madre, maestra, sostenitrice della famiglia, lavoratrice dei campi, depositaria di valori, con una cultura tutta “al femminile” espressiva e non strumentale, la donna sembra essere la figura chiave in quel passaggio, a lungo sognato, ad un diverso stile di vita, di pace e di armonia, mediatrice di un processo di riconciliazione dell’umanità intera. 30 Dalla Lettera agli Efesini (cap.4) Dal Vangelo secondo Matteo (cap.9) Perciò, basta con le menzogne! Come insegna la Bibbia, ciascuno dica la verità al suo prossimo, perché noi tutti formiamo un unico corpo. 26 E se vi arrabbiate, attenti a non peccare: la vostra ira sia spenta prima del tramonto del sole, 27 altrimenti darete una buona occasione al diavolo. 28 Se qualcuno rubava, ora non rubi più: anzi si dia da fare, lavorando onestamente con le proprie mani, per avere la possibilità di aiutare chi si trova nel bisogno. 29 Nessuna parola cattiva deve mai uscire dalla vostra bocca; piuttosto, quando è necessario, dite parole buone, che facciano bene a chi le ascolta. 30 Non rendete triste lo Spirito Santo che Dio ha messo in voi come un sigillo come garanzia per il giorno della completa liberazione. 31 Fate sparire dalla vostra vita l’amarezza, lo sdegno, la collera. Evitate le urla, la maldicenza e le cattiverie di ogni genere. 32 Siate buoni gli uni con gli altri, pronti sempre ad aiutarvi; perdonatevi a vicenda, come Dio ha perdonato a voi, per mezzo di Cristo. Gesù salì in barca, rifece la traversata del lago e tornò nella sua città. 2 Qui, gli portarono un uomo paralizzato steso su una barella. Quando Gesù vide la fede di quelle persone disse al paralitico: – Coraggio, figlio mio, i tuoi peccati sono perdonati. 3 Allora alcuni maestri della legge pensarono: – Costui bestemmia! 4 Ma Gesù capì subito i loro pensieri e disse: – Perché pensate cose cattive dentro di voi? 5 È più facile dire: I tuoi peccati sono perdonati, o dire: Alzati e cammina? 6 Ebbene, io vi farò vedere che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati. Si voltò quindi verso il paralitico e gli disse: – Alzati, prendi la tua barella e va’ a casa. 7 L’uomo si alzò e andò a casa sua. 8 Vedendo queste cose, la folla fu presa da timore e lodava Dio perché aveva dato un tale potere agli uomini. 25 1 A Maria Ausiliatrice O Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, noi crediamo che tu occupi un posto singolare nella storia della salvezza e che sei la maestra e la guida della Famiglia Salesiana. Con gioia contempliamo e vogliamo imitare la tua fede e la tua disponibilità al Signore, la tua riconoscenza per le grandi cose operate dal Padre, il tuo spirito di servizio e la tua fedeltà nell’ora della croce. Ci affidiamo a te con amore di figli: Immacolata, tu ci educhi alla pienezza del dono di noi stessi. Ausiliatrice, tu ci infondi coraggio e fiducia nel servizio del Popolo di Dio. Ti preghiamo, o Vergine Santa, di continuare la tua protezione su ciascuno di noi, sull’intera Famiglia Salesiana, e sui giovani più poveri. Salmo 32 Il Signore osserva dal cielo il tumulto dei popoli in lotta; lui conosce le vere intenzioni dei potentati che guidano la scelte. Non è certo la potenza militare a fare grande una nazione civile; non sono certo conquiste o rappresaglie a dare prestigio e benessere ad un popolo. Che pazzi, che pazzi questi uomini che si vantano dei loro armamenti, che si credono forti e invincibili e vogliono il dominio sul mondo. Ma alla fine restano solo dei lutti, la fame e lo sfruttamento dei poveri perché è sempre la gente a pagare la pazzia militarista dei capi. 31 14 OFFRI IL PERDONO, RICEVI LA PACE Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1997 Nessun processo di pace potrà essere avviato se non si matura un atteggiamento di perdono. Senza di esso le ferite continuano a sanguinare, alimentando un astio fonte di vendetta e nuove rovine. Il perdono s’ispira alla logica dell’amore che Dio riserva a ciascuno. Tutti abbiamo bisogno del perdono di Dio e del prossimo. Tutti dobbiamo essere disposti a perdonare e a chiedere perdono. La storia porta un pesante fardello di violenze e di conflitti. I loro effetti rimangono vivi, alimentando paure, odi. Eppure non si può rimanere prigionieri del passato. Non si tratta di dimenticare quanto è avvenuto, ma di rileggerlo con sentimenti nuovi. Una corretta rilettura della storia favorirà l’accettazione e l’apprezzamento delle differenze esistenti, primo passo verso la riconciliazione, perché il rispetto delle diversità costituisce una condizione necessaria. Il perdono non è spontaneo e naturale; nella sua forma più alta è un atto di amore gratuito. Ha le sue esigenze: la prima è il rispetto della verità. Il perdono, lungi dall’escludere la ricerca della verità, la esige. Il male compiuto dev’essere riconosciuto e, se possibile, riparato. Altro presupposto è la giustizia, che ha il suo criterio ultimo nella legge di Dio e nel suo disegno di amore e di misericordia. La giustizia non si limita a stabilire ciò che è retto tra le parti in conflitto, ma mira a ripristinare relazioni autentiche con Dio, con se stessi, con gli altri. Non sussiste alcuna contraddizione tra perdono e giustizia. Il perdono non elimina né diminuisce l’esigenza della riparazione propria della giustizia, ma punta a reintegrare nella società. Nessuna punizione può mortificare l’inalienabile dignità di chi ha compiuto il male. La porta verso il pentimento e la riabilitazione deve restare aperta. I cristiani rinnovino il pentimento per “quelle circostanze in cui, nella storia, si sono allontanati dallo spirito di Cristo, offrendo al mondo modi di pensare e di agire che erano vere forme di antitestimonianza e di scandalo”. La pace è dono di Dio; ma dipende dagli uomini accoglierlo per costruire un mondo di pace. Essi lo potranno solo se avranno la semplicità di cuore dei bambini. È questo uno degli aspetti più profondi e paradossali dell’annuncio cristiano: farsi piccoli, prima che un’esigenza morale, è una dimensione del mistero della Incarnazione. 32 cretino” sarà portato di fronte al tribunale superiore. Chi gli dice: “Traditore” può essere condannato al fuoco dell’inferno. 23 “Perciò, se stai portando la tua offerta all’altare di Dio e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, 24 lascia lì l’offerta davanti all’altare e vai a far pace con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta. 25 “Così, se stai andando con il tuo avversario in tribunale, fa’ presto a metterti d’accordo con lui, perché può consegnarti alle guardie per farti mettere in prigione. 26 Io ti assicuro che non uscirai di là, fino a quando non avrai pagato anche l’ultimo centesimo. Dalla Lettera agli Efesini (cap.1) E anche noi, perché a Cristo siamo uniti, abbiamo avuto la nostra parte nel suo progetto. Dio ha scelto anche noi fin dal principio. E Dio realizza tutto ciò che ha stabilito. 12 Così ha voluto che fossimo una lode della sua grandezza, noi che prima degli altri abbiamo sperato in Cristo. 13 E anche voi siete uniti a Cristo, perché avete ascoltato l’annunzio della verità, il messaggio del vangelo che vi portò la salvezza, e avete creduto in Cristo. Allora Dio vi ha segnati con il suo sigillo: lo Spirito Santo che aveva promesso. 14 Lo Spirito Santo è garanzia della nostra futura eredità: di quella piena liberazione che Dio ci darà, perché possiamo lodare la sua grandezza. 11 Signore, concedici il dono dell’amore. Il dono di amare tutta la terra, di amare tutto su tutta la terra, e soprattutto gli uomini, nostri fratelli, che sono talvolta così infelici, e sono spesso dei poveri diavoli! Dacci la forza di amare coloro che non ci amano, coloro che non amano nessuno. Che la nostra vita sia un riflesso del tuo amore. Amare il prossimo che è in capo al mondo, amare lo straniero che vive accanto a noi, consolare, perdonare, benedire, tendere le braccia. Amare gli egoisti, gli scettici, i distruttori, far scaturire una sorgente nel deserto del loro cuore. Liberare coloro che sono solitari, liberare con un sorriso i loro cuori chiusi: amare, amare... Allora una grande primavera sconvolgerà la terra e tutto in noi rifiorirà. Salmo 119 Ho una grande tristezza dentro; ho bisogno di sfogarmi con qualcuno e mi rivolgo a te, Signore, perché so che mi ascolti e capisci. Fa’ smettere per sempre, Signore, la falsa propaganda dei militari e le nere previsioni dei politologi a servizio delle multinazionali. “Quanto vi pagano per ingannare la gente anime nere dell’informazione? Pagherete cara questa manipolazione delle coscienze, questa strumentalizzazione del potere che avete!” La pace, invece, è la mia grande preoccupazione, il mio impegno primario; ma quando propongo qualcosa mi si fa intorno il deserto! Dal Vangelo secondo Matteo (cap.5) “Sapete che nella Bibbia è stato detto ai nostri padri: Non uccidere. Chi ucciderà un altro, sarà portato davanti al giudice. 22 Ma io vi dico: anche se uno va in collera contro suo fratello sarà portato davanti al giudice. E chi dice a suo fratello: “Sei un 21 (Raoul Follereau) 33 15 NEL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI IL SEGRETO DELLA PACE VERA Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 1999 La pace fiorisce quando i diritti umani vengono osservati integralmente, mentre la guerra nasce dalla loro violazione e diventa causa di ulteriori violazioni. La dignità della persona umana è un valore trascendente. La Dichiarazione Universale riconosce i diritti che proclama, non li conferisce; essi sono inerenti alla persona umana ed alla sua dignità. La difesa dell’universalità e dell’indivisibilità dei diritti umani è essenziale. Vorrei porre in evidenza alcuni diritti. Il diritto alla vita: la vita umana è sacra ed inviolabile dal suo concepimento al suo naturale tramonto. La religione esprime le aspirazioni più profonde della persona umana, ne determina la visione del mondo, ne guida il rapporto con gli altri. La libertà religiosa costituisce pertanto il cuore stesso dei diritti umani. Ciascuno è tenuto a seguire la propria coscienza e non può essere costretto ad agire in contrasto con essa. Per questo nessuno può essere obbligato ad accettare una determinata religione. Il ricorso alla violenza in nome del proprio credo religioso costituisce una deformazione degli insegnamenti stessi delle maggiori religioni. Ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita della propria comunità, diritto che viene vanificato quando il processo democratico è svuotato della sua efficacia con favoritismi e corruzione. Ogni persona possiede native capacità che attendono di essere sviluppate. Ne va della piena realizzazione della sua personalità ed anche del conveniente inserimento nella società. Per questo educazione e formazione professionale devono essere in prima linea. Altro diritto è quello al lavoro ed a un ambiente sano. Per pagare i debiti che i paesi in via di sviluppo hanno verso i paesi occidentali, vengono spese numerose e rilevanti risorse che andrebbero, invece, investite all’interno. 2000 miliardi di dollari, debito complessivo, è il danno sociale ed economico che paralizza le iniziative nazionali bloccando le spese indispensabili a favore dello sviluppo umano. Dilazionare i termini di pagamento equivale a far crescere il debito. 34 ma io li citerò in giudizio. Nel libro segreto del suo cuore ha trascritto i fatti della storia per rivelarli nel giorno del giudizio e rendere giustizia alle nazioni. Dalla Lettera agli Efesini (cap.4) Eppure a ciascuno di noi Cristo ha dato la grazia sotto forma di doni diversi. 8 Dice la Bibbia: – Quando è salito in alto, ha portato con sé dei prigionieri, ha distribuito doni agli uomini. 9 Se la Bibbia dice è salito in alto vuol dire che prima era disceso sulla terra. 10 Colui che è venuto sulla terra è lo stesso che è salito nella più alta regione del cielo, per riempire tutto l’universo con la sua presenza. 11 Ebbene, è proprio lui che ha dato diversi doni agli uomini: alcuni li ha fatti apostoli, altri profeti, altri evangelisti, altri pastori e maestri. 12 Così egli prepara il popolo di Dio per il servizio che deve compiere. 7 In un calice ha raccolto con cura il sudore, le lacrime e il sangue con l’ira e la rabbia degli oppressi Per trasformarli in un vino drogato. Dal Vangelo secondo Matteo (cap.18) “State attenti! Non disprezzate nessuna di queste persone semplici, perché vi dico che in cielo i loro angeli vedono continuamente il Padre mio che è in cielo. 11-12 “Provate a pensare: se un tale possiede cento pecore e gli accade che una si perde, che cosa farà? Non lascerà le altre novantanove sui monti per andare a cercare quella pecora che si è perduta? 13 E se poi la trova, vi assicuro che sarà più contento per questa pecora, che non per le altre novantanove che non si erano perdute. 14 Allo stesso modo, il Padre vostro che è in cielo vuole che nessuna di queste persone semplici vada perduta. 10 Salmo 74 Verrà un giorno – dice il Signore – in cui io siederò in giudizio per rivelare i protocolli segreti siglati nelle stanze dei bottoni. I potenti tessono intrighi per stravolgere il senso della giustizia e minare la pace fra gli uomini PREGHIERA Beati saremo, se non facciamo dell’egoismo il principio che dirige la nostra vita e del piacere il suo scopo, ma se sappiamo scoprire nella temperanza una fonte di energia, nel dolore uno strumento di redenzione, nel sacrificio il culmine della grandezza. Beati saremo, se poveri in spirito sappiamo liberarci dalla ingannevole fiducia nelle ricchezze materiali e volgere la nostra tensione verso i beni spirituali e religiosi, rispettando e amando i poveri, come fratelli. Beati saremo, se formati nella dolcezza dei forti sappiamo rinunciare alla mortale potenza dell’odio e della vendetta, preferendo la generosità del perdono, l’alleanza nella libertà e nel lavoro, la conquista con la bontà e la pace. Beati saremo, se preferiremo essere oppressi che oppressori, avendo sempre fame di una giustizia che progredisce. Beati saremo, se per il Regno di Dio sapremo, ora e sempre, perdonare e lottare, agire e servire, soffrire e amare. 35 16 “PACE IN TERRA AGLI UOMINI, CHE DIO AMA!” Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 2000 La pace è possibile. Essa va implorata come un dono di Dio, ma anche costruita giorno per giorno. Ci sarà pace nella misura in cui tutta l’umanità saprà riscoprire la sua originaria vocazione ad essere un’unica famiglia. Devono essere superate le concezioni che subordinano al dato ritenuto assoluto della nazione e dello Stato ogni altro valore. Chi offende i diritti umani offende la coscienza umana in quanto tale, offende l’umanità stessa. I crimini contro l’umanità non si possono considerare affari interni di una nazione. Di fronte ai conflitti armati lo strumento del negoziato assume la massima rilevanza. Quando le popolazioni civili rischiano di soccombere sotto i colpi di un ingiusto aggressore e a nulla sono valsi gli sforzi della politica e gli strumenti di difesa non violenta, è legittimo e persino doveroso impegnarsi con iniziative concrete per disarmare l’aggressore. Queste devono essere circoscritte e precise, condotte nel pieno rispetto del diritto internazionale, garantite da un’autorità riconosciuta a livello soprannazionale e mai lasciate alla mera logica delle armi. È necessario un rinnovamento del diritto internazionale e delle istituzioni internazionali. Non c’è pace vera se ad essa non si accompagnano equità, verità, giustizia e solidarietà. Resta destinato al fallimento qualsiasi progetto che tenga se parati due diritti indivisibili e interdipendenti: quello alla pace e quello ad uno sviluppo integrale e solidale. È giunto il momento di una nuova ed approfondita riflessione sul senso dell’economia e dei suoi fini. È urgente una riconsiderazione dei modelli che ispirano le scelte di sviluppo, un ripensamento della cooperazione internazionale, nei termini di una nuova cultura di solidarietà, tale da rendere i poveri protagonisti del loro sviluppo. Quanto vale la vita di un uomo? E quello che vale è uguale dappertutto? Ci sono posti al mondo dove la vita è lunga e si può sceglierla e costruirla avendo tante possibilità; e posti dove, invece, non si può scegliere cosa fare e cosa essere perché l’unica cosa possibile, ma già difficile, è sopravvivere. In questi posti la vita di un uomo non vale quasi niente. Perché? Eppure un uomo è un uomo dappertutto! 36 Dalla Lettera agli Efesini (cap.4) Dal Vangelo secondo Matteo (cap.18) Ora, in nome del Signore, io vi scongiuro: non comportatevi più come quelli che non conoscono Dio, che hanno per la mente pensieri che non valgono nulla. 18 I loro ragionamenti li rendono come ciechi, il loro cuore indurito li fa diventare ignoranti e li allontana dalla vita di Dio. 19 Ormai sono diventati insensibili, e si sono lasciati andare a una vita corrotta; commettono impurità di ogni genere e non sono mai contenti. 20 Voi invece non avete imparato niente di simile quando avete conosciuto Cristo 21 se, come è vero, proprio di lui avete sentito parlare e siete stati istruiti nella sua verità. 22 Allora sapete cosa dovete fare: la vostra vecchia vita, rovinata e ingannata dalle passioni, dovete abbandonarla, così come si mette via un vestito vecchio; 23 e invece dovete lasciarvi rinnovare cuore e spirito, 24 diventare uomini nuovi creati simili a Dio, per vivere nella giustizia, nella santità e nella verità. Allora Pietro si avvicinò a Gesù e gli domandò: – Signore, quante volte dovrò perdonare a un mio fratello che mi fa del male? Fino a sette volte? 22 Rispose Gesù: – No, non dico fino a sette volte, ma fino a settanta volta sette! 23 “Perché il regno di Dio è così. “Un re decise di controllare i servi che avevano amministrato i suoi beni. 24 Stava facendo i suoi conti, quando gli portarono un servitore che doveva pagargli un’enorme somma di denaro. 25 “Ma costui non poteva pagare, e per questo il re ordinò di venderlo come schiavo e di vendere anche sua moglie, i suoi figli e ciò che possedeva, per fargli pagare il debito. 26 “Allora il servitore si inginocchiò davanti al re e si mise a pregarlo: “Abbi pazienza con me e ti pagherò tutto!”. 27 “Il re ebbe pietà di lui: cancellò il suo debito e lo lasciò andare. 28 “Il servitore uscì e per la via incontrò un suo compagno che doveva pagargli una piccola somma di denaro. Lo prese per il collo e lo stringeva fino a soffocarlo mentre diceva: – Paga quel che mi devi! 29 “L’altro cadde ai suoi piedi e si mise a supplicarlo: – Abbi pietà con me e ti pagherò. 30 “Ma costui non volle saperne, anzi lo fece mettere in prigione fino a quando non avesse pagato tutto il debito. 31 “Gli altri servitori videro queste cose e rimasero molto dispiaciuti. Andarono dal re e gli raccontarono tutto quel che era accaduto. 32 Allora il re chiamò di nuovo quel servitore e gli disse: “Servo crudele! Io ti ho perdonato quel debito enorme perché tu mi hai supplicato. 33 Dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te”. 34 “Poi, pieno di collera, lo fece mettere in prigione fino a quando non avesse pagato tutto il debito”. 35 E Gesù aggiunse: “Così il Padre mio che è in cielo farà con ciascuno di voi, se non perdonerete generosamente al vostro fratello”. 17 21 Salmo 27 Beato l’uomo che sa fare silenzio per ascoltare la voce dello Spirito e contemplare l’eterna Parola che siede alla destra del Padre. Dalla sua bocca usciranno canzoni di lode e riconoscenza gioiosa a Dio, Signore del mondo, che trionfa sugli umani silenzi. Rallenta la mia corsa, Signore, calma il battito del mio cuore, acquietando la mia mente. Trattieni il mio passo frettoloso con la visione dell’eternità. Dammi in mezzo alla confusione della mia giornata la pace, così che io possa crescere verso le stelle del mio grande destino. (Anonimo) 37 17 DIALOGO TRA LE CULTURE PER UNA CIVILTÀ DELL’AMORE E DELLA PACE Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 2001 Essere uomo significa necessariamente esistere in una determinata cultura. Perché il senso di appartenenza culturale non si trasformi in chiusura, un antidoto efficace è la conoscenza non condizionata da pregiudizi delle altre culture. Le culture mostrano spesso significativi elementi comuni. Tale continuità è fondata sulle caratteristiche essenziali e universali del progetto di Dio sull’uomo. In diverse parti del mondo assistiamo al polemico affermarsi di alcune identità culturali contro altre culture. Non è meno rischiosa la supina omologazione delle culture a modelli culturali del mondo occidentale. A motivo della loro connotazione scientifica e tecnica, i modelli culturali occidentali appaiono attraenti, ma rivelano un progressivo impoverimento umanistico, spirituale e morale. Il dialogo tra le culture emerge come un’esigenza intrinseca alla natura stessa dell’uomo e della cultura. Esso porta a riconoscere la ricchezza della diversità e dispone gli animi alla reciproca accettazione. Lo stile e la cultura del dialogo sono particolarmente significativi rispetto alla complessa problematica delle migrazioni. Gli immigrati vanno sempre trattati con il rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umana. A questo principio deve piegarsi la pur doverosa valutazione del bene comune, quando si tratta di disciplinare i flussi immigratori. Si tratterà di coniugare l’accoglienza con la valutazione delle condizioni indispensabili per una vita dignitosa e pacifica per gli abitanti originari e per quelli sopraggiunti. Quanto alle istanze culturali di cui gli immigrati sono portatori, nella misura in cui non si pongono in antitesi ai valori etici universali, insiti nella legge naturale, ed ai diritti umani fondamentali, vanno rispettate e accolte. Più difficile è determinare dove arrivi il diritto degli immigrati al riconoscimento giuridico pubblico di loro specifiche espressioni culturali, che non facilmente si compongano con i costumi della maggioranza dei cittadini. La soluzione, nel quadro di una sostanziale apertura, è legata alla concreta valutazione del bene comune in un dato momento storico e in una data situazione territoriale e sociale. “Dicevo prima come la trasparenza verso l’esterno di una realtà interiore come la pace dipenda esclusivamente dall’autenticità di ciò che si vive: la bocca parla – e, aggiungerei, le mani agiscono – dalla pienezza del cuore. Senza accettazione di sé e dei propri limiti, senza riconoscimento del proprio peccato non ci può essere pace interiore, così come senza accoglienza dell’altro, apertura a chi è diverso da me, non ci sarà mai pace concreta, visibile nel quotidiano. In questo senso la vita comune è schola pacis, scuola di pace autentica, a caro prezzo”. 38 Dalla Lettera agli Efesini (cap.4) Dal Vangelo secondo Matteo (cap.17) Perciò, io che sono prigioniero a causa del Signore, vi raccomando: fate in modo che la nostra vita sia degna della vocazione che avete ricevuto! 2 Siate sempre umili, cordiali e pazienti; sopportatevi l’un l’altro con amore; 3 cercate di conservare, per mezzo della pace che vi unisce, quella unità che viene dallo Spirito Santo. 4 Uno solo è il corpo, uno solo è lo Spirito come una sola è la speranza alla quale Dio vi ha chiamati. 5 Uno solo è il Signore, una sola è la fede, uno solo è il battesimo. 6 Uno solo è Dio, Padre di tutti, al di sopra di tutti, che in tutti è presente e agisce. Sei giorni dopo, Gesù prese con sé tre discepoli: Pietro, Giacomo e Giovanni fratello di Giacomo, e li condusse su un alto monte, in un luogo solitario. 2 Là, di fronte a loro, Gesù cambiò aspetto: il suo volto si fece splendente come il sole e i suoi abiti diventarono bianchissimi, come di luce. 3 Poi i discepoli videro anche Mosè e il profeta Elia: essi stavano accanto a Gesù e parlavano con lui. 4 Allora Pietro disse a Gesù: “Signore, è bello per noi stare qui. Se vuoi, preparerò tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia”. 5 Stava ancora parlando, quando apparve una nuvola luminosa che li avvolse con la sua ombra. Poi, dalla nuvola venne una voce che diceva: “Questo è il Figlio mio, che io amo. Io l’ho mandato. Ascoltatelo!”. 6 A queste parole, i discepoli furono talmente spaventati che si buttarono con la faccia a terra. 7 Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi. Non abbiate paura!”. 8 Alzarono gli occhi e non videro più nessuno: c’era infatti Gesù solo. 9 Mentre scendevano dal monte, Gesù diede quest’ordine ai discepoli: “Non dite a nessuno quel che avete visto, fino a quando il Figlio dell’uomo sarà risuscitato dai morti”. 10 Poi i discepoli fecero una domanda a Gesù: – Perché dunque i maestri della legge dicono che prima di tutto deve tornare il profeta Elia? 11 Egli rispose: – È vero, prima deve venire Elia per mettere in ordine ogni cosa. 12 Vi assicuro però che Elia è già venuto, ma non l’hanno riconosciuto e gli hanno fatto quel che hanno voluto. Perciò faranno soffrire anche il Figlio dell’uomo. 13 Allora i discepoli capirono che aveva parlato di Giovanni il Battezzatore. 1 1 Salmo 146 Lodiamo, o comunità dei credenti, lodiamo il Signore con gioia; è bello ringraziarlo per quello che ha fatto, dolce ripensare alla sua presenza nella storia. Ha consolato chi aveva sofferto e soccorso gli invalidi e gli orfani suscitando numerose iniziative e persone dedicate a questo scopo. Il Signore disprezza la potenza delle armi, l’astuzia e le strategie dei comandanti. Il Signore ama chi ha fiducia nel bene, chi crede e opera per la pace. Io credo… Nella multiformità delle espressioni umane come multiformità delle espressioni di Dio. Io credo nei mille colori dell’arcobaleno che, composti insieme, danno una luce che è calore e tenerezza. Io credo nelle cinque dita della mano, nessun dito è più bello o più brutto e nessun dito è veramente dito senza le altre dita e senza essere mano. Io credo nell’unità delle diversità come espressione della fantasia di Dio. (G. Martirani) 39 18 NON C’È PACE SENZA GIUSTIZIA NON C’È GIUSTIZIA SENZA PERDONO Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 2002 - 1ª parte La speranza che sostiene la Chiesa all’inizio del 2002 è questa: con la grazia di Dio il mondo, in cui il potere del male sembra ancora una volta avere la meglio, sarà realmente trasformato in un mondo in cui le aspirazioni più nobili del cuore umano potranno essere soddisfatte, un mondo nel quale prevarrà la vera pace. La convinzione, a cui sono giunto ragionando e confrontandomi con la Rivelazione biblica, è che non si ristabilisce appieno l’ordine infranto, se non coniugando fra loro giustizia e perdono. I pilastri della vera pace sono la giustizia e quella particolare forma dell’amore che è il perdono. Si tende a pensare alla giustizia e al perdono in termini alternativi. Ma il perdono si oppone al rancore e alla vendetta, non alla giustizia. La vera pace, pertanto, è frutto della giustizia, virtù morale e garanzia legale che vigila sul pieno rispetto di diritti e doveri e sull’equa distribuzione di benefici e oneri. Ma poiché la giustizia umana è sempre fragile e imperfetta, esposta com’è ai limiti e agli egoismi personali e di gruppo, essa va esercitata e in certo senso completata con il perdono che risana le ferite e ristabilisce in profondità i rapporti umani turbati. Il perdono non si contrappone in alcun modo alla giustizia, perché non consiste nel soprassedere alle legittime esigenze di riparazione dell’ordine leso. Il perdono mira piuttosto a quella pienezza di giustizia che conduce alla tranquillità dell’ordine, la quale è ben più che una fragile e temporanea cessazione delle ostilità, ma è risanamento in profondità delle ferite che sanguinano negli animi. Il terrorismo si è trasformato in una rete sofisticata di connivenze politiche, tecniche ed economiche, che travalica i confini nazionali e si allarga fino ad avvolgere il mondo intero. Il terrorismo nasce dall’odio ed ingenera isolamento, diffidenza e chiusura. Violenza si aggiunge a violenza, Il terrorismo si fonda sul disprezzo della vita dell’uomo. Proprio per questo esso non dà solo origine a crimini intollerabili, ma costituisce esso stesso, in quanto ricorso al terrore come strategia politica ed economica, un vero crimine contro l’umanità. È profanazione della religione proclamarsi terroristi in nome di Dio, far violenza all’uomo in nome di Dio. Esiste perciò un diritto a difendersi dal terrorismo. E un diritto che deve, come ogni altro, rispondere a regole morali e giuridiche nella scelta sia degli obiettivi che dei mezzi. L’identificazione dei colpevoli va debitamente provata, perché la responsabilità penale è sempre personale e quindi non può essere estesa alle nazioni, alle etnie, alle religioni, alle quali appartengono i terroristi. La collaborazione internazionale nella lotta contro l’attività terroristica deve comportare anche un particolare impegno sul piano politico, diplomatico ed economico per risolvere con coraggio e determinazione le eventuali situazioni di oppressione e di emarginazione che fossero all’origine dei disegni terroristici. 40 Dalla Lettera agli Efesini (cap.5) Dal Vangelo secondo Matteo (cap.9) Poiché siete figli di Dio, amati da lui, cercate di essere come lui: 2 vivete nell’amore, prendendo esempio da Cristo, il quale ci ha amati fino a dare la sua vita per noi, offrendola come un sacrificio che piace a Dio. 3 Di impurità, vizi e immoralità di ogni genere, voi non dovreste nemmeno parlare, perché non sono cose degne di voi che appartenete a Dio. 4 Lo stesso vale per tutto ciò che è sciocco, volgare ed equivoco: sono cose sconvenienti. Piuttosto dovreste continuamente ringraziare Dio. 5 Sappiatelo bene: i depravati, i viziosi o gli avari (l’avarizia è un modo di adorare gli idoli) non troveranno posto nel regno di Cristo e di Dio. 6 Non lasciatevi ingannare da ragionamenti senza senso: sono queste le colpe di chi non vuole ubbidire a Dio e perciò si tira addosso la sua condanna. 7 Non abbiate niente in comune con questa gente. 8 Un tempo vivevate nelle tenebre: ora, invece, uniti al Signore, voi vivete nella luce. Comportatevi dunque da figli della luce: 9 bontà, giustizia e verità sono i suoi frutti. Passando per la via, Gesù vide un uomo, un certo Matteo, il quale stava seduto dietro il banco dove si pagavano le tasse. Gesù disse: “Vieni con me!” e quello si alzò e cominciò a seguirlo. 10 Più tardi, Gesù si trovava in casa di Matteo a mangiare. Erano venuti anche certi agenti delle tasse e altre persone di cattiva reputazione e si erano messi a tavola insieme con Gesù e i suoi discepoli. 11 Vedendo questo fatto, i farisei dicevano ai suoi discepoli: – Perché il vostro maestro mangia con quelli delle tasse e con gente di cattiva reputazione? 12 Gesù sentì e rispose: – Le persone sane non hanno bisogno del medico; ne hanno bisogno invece i malati. 13 Andate a imparare che cosa significa quel che Dio dice nella Bibbia: Voglio la misericordia, non i sacrifici. Perché io non sono venuto a chiamare quelli che si credono giusti, ma quelli che si sentono peccatori. 9 1 Dal Kenya Alcuni giorni fa ho sentito delle persone che parlavano. Ho teso l’orecchio e ho sentito che parlavano di migliori condizioni di vita per i bambini poveri. Ho visto che una di quelle persone ha tirato fuori la macchina fotografica e voleva fotografarmi. Dal momento che la mia faccia e i miei vestiti erano molto sporchi me la sono data a gambe. Sentivo infatti che era proprio per questo che quella persona voleva fotografarmi. Salmo 2 Perché questa ressa di gente, queste grida deliranti: “Crocifiggilo”? I capi religiosi sobillano il popolo e chiedono una condanna esemplare. Si dicono: “Per noi è troppo scomodo questo giovane Rabbi di Galilea, il suo messaggio di amore e di perdono, il suo Dio che chiama a libertà. Il Signore li osserva dal cielo e sorride di questo complottare; attraverso gli uomini del potere Lui realizza il suo progetto di salvezza. 41 19 NON C’È PACE SENZA GIUSTIZIA NON C’È GIUSTIZIA SENZA PERDONO Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 2002 - 2ª parte Ma che cosa significa, in concreto, perdonare? E perché perdonare? In realtà, il perdono è innanzitutto una scelta personale, una opzione del cuore che va contro l’istinto spontaneo di ripagare il male col male. Tale opzione ha il suo termine di confronto nell’amore di Dio, che ci accoglie nonostante il nostro peccato, e ha il suo modello supremo nel perdono di Cristo che sulla croce ha pregato: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23, 34). La persona, tuttavia, ha un’essenziale dimensione sociale, in virtù della quale intreccia una rete di rapporti in cui esprime se stessa: non solo nel bene, purtroppo, ma anche nel male. Conseguenza di ciò è che il perdono si rende necessario anche a livello sociale. Il perdono mancato, al contrario, specialmente quando alimenta la continuazione di conflitti, ha costi enormi per lo sviluppo dei popoli. Le risorse vengono impiegate per sostenere la corsa agli armamenti, le spese delle guerre, le conseguenze delle ritorsioni economiche. Vengono così a mancare le disponibilità finanziarie necessarie per produrre sviluppo, pace, giustizia. Quanti dolori soffre l’umanità per non sapersi riconciliare, quali ritardi subisce per non saper perdonare! La pace è la condizione dello sviluppo, ma una vera pace è resa possibile soltanto dal perdono. Il perdono infatti comporta sempre un’apparente perdita a breve termine, mentre assicura un guadagno reale a lungo termine. La violenza è l’esatto opposto: opta per un guadagno a scadenza ravvicinata, ma prepara a distanza una perdita reale e permanente. Le confessioni cristiane e le grandi religioni dell’umanità devono collaborare tra loro per eliminare le cause sociali e culturali del terrorismo, insegnando la grandezza e la dignità della persona e diffondendo una maggiore consapevolezza dell’unità del genere umano. Proprio per questa ragione, la preghiera per la pace non è un elemento che “viene dopo” l’impegno per la pace. Al contrario, essa sta al cuore dello sforzo per l’edificazione di una pace nell’ordine, nella giustizia e nella libertà. Pregare per la pace significa aprire il cuore umano all’irruzione della potenza rinnovatrice di Dio. Per tutti questi motivi ho invitato i rappresentanti delle religioni del mondo a venire ad Assisi, la città di san Francesco, il prossimo 24 gennaio, a pregare per la pace. Vogliamo con ciò mostrare che il genuino sentimento religioso è una sorgente inesauribile di mutuo rispetto e di armonia tra i popoli: in esso, anzi, risiede il principale antidoto contro la violenza ed i conflitti. Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono: questo monito non mi stancherò di ripetere. 42 Sono orgoglioso di Dio, del suo modo di agire per noi, della sua infinita pazienza. Non smetterò mai di ringraziarlo! Dalla Lettera agli Efesini (cap.2) 4 Ma la misericordia di Dio è immensa, e grande è l’amore che egli ha manifestato verso di noi. 5 Ricordate, è per grazia di Dio che siete stati salvati: infatti, a causa dei nostri peccati, noi eravamo senza vita, ed egli ci ha fatti rivivere insieme con Cristo. 6 Uniti a Gesù Cristo, Dio ci ha risuscitati e ci ha portati nel suo regno per farci regnare con lui. 7 Così, egli è stato buono verso di noi – per mezzo di Gesù Cristo –, e così ha voluto mostrare anche a quelli che verranno, quanto ricca e generosa è la sua grazia. 8 Ricordate, è per grazia di Dio che siete stati salvati, per mezzo della fede. La salvezza non viene da voi, ma è un dono di Dio; 9 non è il risultato dei vostri sforzi. Dunque nessuno può vantarsene, 10 perché è Dio che ci ha fatti. Egli ci ha creati e uniti a Cristo Gesù, per farci compiere nella vita quelle opere buone che egli ha preparato fin da principio. Uniamoci insieme a lodare il Signore, recitiamo un salmo di lode e cantiamogli riconoscenti la gioia Del suo amore per noi. Dal Vangelo secondo Matteo (cap.10) “Tutti quelli che dichiareranno pubblicamente di essere miei discepoli, anch’io dichiarerò che sono miei, davanti al Padre mio che è in cielo. 33 Ma quelli che pubblicamente diranno di non essere miei discepoli, anch’io dirò che non sono miei, davanti al Padre mio che è in cielo. 34 “Non pensate che io sia venuto a portare pace nel mondo: io sono venuto a portare non la pace, ma la discordia. 35 Infatti sono venuto a separare: il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera. 36 E ognuno avrà nemici anche nella propria famiglia. 37 “Perché, chi ama suo padre o sua madre più di quanto ama me, non è degno di me; chi ama suo figlio o sua figlia più di me, non è degno di me. 38 Chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me. 39 Chi cerca di conservare la sua vita la perderà; chi è pronto a sacrificare la propria vita per me, la ritroverà. 32 Salmo 33 Non mi stancherò mai di ripetere: se sono giunto a questo punto non è merito mio, è un dono del Signore. Vorrei che ve ne rendeste conto soprattutto voi che vi sentite deboli e avete complessi di inferiorità: trovereste motivo per essere contenti. PREGHIERA che io possa aiutare per qualche momento, quando sono umiliato, fa’ che io abbia qualcuno da lodare, quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare, quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia, quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi, quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un’altra persona. Signore, quando ho fame dammi qualcuno che ha bisogno di cibo, quando ho sete mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda, quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare, quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare, quando la mia croce diventa pesante fammi anche condividere la croce di un altro, quando sono povero, guidami da qualcuno nel bisogno, quando non ho tempo, dammi qualcuno 43 20 “PACEM IN TERRIS”: UN IMPEGNO PERMANENTE Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 2003 - 1ª parte Sono trascorsi quarant’anni da quando Giovanni XXIII pubblicò l’Enciclica Pacem in terris. La prima affermazione: “La pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell’ordine stabilito da Dio”. Solo due anni prima della Pacem in terris, nel 1961, il “muro di Berlino” veniva eretto per dividere e mettere l’una contro l’altra non soltanto due parti di quella città, ma anche due modi di comprendere e di costruire la città terrena. Sei mesi prima della pubblicazione dell’Enciclica, mentre a Roma si era da pochi giorni aperto il Concilio Vaticano II, il mondo, a causa della crisi dei missili a Cuba, si trovò sull’orlo di una guerra nucleare. Giovanni XXIII non era d’accordo con coloro che ritenevano impossibile la pace. Nell’Enciclica parlò della comune appartenenza alla famiglia umana ed identificò le condizioni essenziali per la pace in quattro precise esigenze dell’animo umano: la verità, la giustizia, l’amore e la libertà. La verità – disse – sarà fondamento della pace, se ogni individuo con onestà prenderà coscienza, oltre che dei propri diritti, anche dei propri doveri verso gli altri. La giustizia edificherà la pace, se ciascuno concretamente rispetterà i diritti altrui e si sforzerà di adempiere pienamente i propri doveri verso gli altri. L’amore sarà fermento di pace, se la gente sentirà i bisogni degli altri come propri e condividerà con gli altri ciò che possiede, a cominciare dai valori dello spirito. La libertà infine alimenterà la pace e la farà fruttificare se, nella scelta dei mezzi per raggiungerla, gli individui seguiranno la ragione e si assumeranno con coraggio la responsabilità delle proprie azioni. L’umanità, egli scrisse, stava entrando in una nuova fase, caratterizzata dalla “convinzione che tutti gli uomini sono uguali per dignità naturale”. Egli era convinto che, malgrado la situazione fosse sotto alcuni aspetti drammatica, il mondo stava diventando sempre più consapevole di certi valori spirituali e sempre più aperto alla ricchezza di contenuto di questi quattro “pilastri della pace”. Attraverso l’impegno di portare questi valori nella vita sociale, sia nazionale che internazionale, uomini e donne sarebbero diventati sempre più consapevoli dell’importanza del loro rapporto con Dio, fonte di ogni bene, quale solido fondamento e supremo criterio della loro vita, sia come singoli individui che come esseri sociali. Questa più acuta sensibilità spirituale, il Papa ne era convinto, avrebbe avuto anche conseguenze pubbliche e politiche. La strada verso la pace, insegnava, doveva passare attraverso la difesa e la promozione dei diritti umani fondamentali. Sorsero i movimenti per i diritti umani, che contribuirono al rovesciamento di forme di governo dittatoriali e spinsero a sostituirle con altre forme più democratiche e partecipative. 44 Dalla Lettera agli Efesini (cap.6) Dal Vangelo secondo Giovanni (cap.6) Infine, prendete forza dal Signore, dalla sua grande potenza. 11 Prendete le armi che Dio vi dà, per poter resistere contro le manovre del diavolo. 12 Infatti noi non dobbiamo lottare contro creature umane, ma contro spiriti maligni del mondo invisibile, contro autorità e potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso. 13 Prendete allora le armi che Dio vi dà, per combattere, nel giorno della lotta, le forze del male e per saper resistere fino alla fine. 14 Preparatevi dunque! Vostra cintura sia la verità, vostra corazza siano le opere giuste e 15 sandali ai vostri piedi sia la prontezza per annunziare il messaggio di pace del vangelo. 16 Sempre tenete in mano lo scudo della fede con cui potete spegnere le frecce infuocate del Maligno. 17 Prendete anche il vostro elmo, cioè la salvezza, e la spada dello Spirito Santo, cioè la parola di Dio. Ve lo assicuro: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane che dà la vita. 49 I vostri antenati, nel deserto, mangiarono la manna e poi morirono ugualmente; 50 invece, il pane venuto dal cielo è diverso: chi ne mangia non morirà. 51 Io sono il pane, quello vivo, venuto dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà per sempre. Il pane che io gli darò è il mio corpo, dato perché il mondo abbia la vita. 47 10 48 Beati i poveri… Perché Dio è madre, li prende sulle ginocchia e, come una mamma li consola, li coccola, asciuga le lacrime, fascia le ferite e cerca ad ogni costo, di farli sorridere e sperare. Beati i poveri, perché soffrono nello spirito, devastati dal bisogno di potere degli altri. Perché sono fermati nella crescita della loro mente dalla noncuranza di coloro che si credono sapienti. Perché sono distrutti nel loro corpo, perché gli sono state negate infanzia ed adolescenza e li hanno fatti diventare adulti a forza. Perché sanno ancora piangere di amore e anche di rabbia. Perché si sentono salire il cuore in gola quando vedono fanciulle stuprate e bambini violati. Perché restano sconvolti quando vedono le piaghe sui corpi tumefatti… Perché sono tristi per l’indifferenza degli altri. Beati coloro che sono poveri e tristi perché in silenzio e con tenerezza il fazzoletto di Dio asciuga le loro lacrime. (G. Martirani) Salmo 52 Gli ideologi hanno detto: “Dio non esiste, è un mito e la religione l’oppio dei popoli; proclamiamo l’ateismo di Stato!” Ma un’idea imposta con la forza ha rinnovato dittature e scomuniche, prigioni, sangue, paure e la fame per la povera gente. Dio osserva spazientito dal cielo per vedere se in altre culture o in altri sistemi politici c’è maggiore rispetto per l’uomo. Dio guarda ancora nel mondo per vedere se esiste qualcuno al di fuori dei grandi sistemi che creda nei valori dello spirito. Ma in ogni popolo, razza e religione Pullulano gli ideologi che dicono: “Sono io la verità, la giustizia, solo in me troverai la salvezza”. 45 21 “PACEM IN TERRIS”: UN IMPEGNO PERMANENTE Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 2003 - 2ª parte Su di un altro punto l’insegnamento della Pacem in terris si dimostrò profetico: Giovanni XXIII suggerì che il concetto di bene comune per essere corretto doveva far riferimento al concetto di “bene comune universale”. Una delle conseguenze di questa evoluzione era l’evidente esigenza che vi fosse un’autorità pubblica a livello internazionale, che potesse disporre dell’effettiva capacità di promuovere tale bene comune universale. Perciò Giovanni XXIII guardava con grande speranza all’Organizzazione delle Nazioni Unite. In questa prospettiva, il Papa lasciava intendere che la difesa dei diritti umani da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite era il presupposto indispensabile per lo sviluppo della capacità dell’Organizzazione stessa di promuovere e difendere la sicurezza internazionale. Emerge la consapevolezza che la questione della pace non può essere separata da quella della dignità e dei diritti umani. Tutti devono collaborare alla costituzione di una nuova organizzazione dell’intera famiglia umana; non si vuol alludere alla costituzione di un super-stato, piuttosto sottolineare l’urgenza di accelerare i processi già in corso per rispondere alla pressoché universale domanda di modi democratici nell’esercizio dell’autorità politica, sia nazionale che internazionale, come anche alla richiesta di trasparenza e di credibilità ad ogni livello della vita pubblica. Nessuna attività umana si situa al di fuori della sfera dei valori etici. La politica è un’attività umana; perciò anch’essa è soggetta al giudizio morale. C’è un legame inscindibile tra l’impegno per la pace e il rispetto della verità. L’onestà nel dare informazioni, l’equità dei sistemi giuridici, la trasparenza delle procedure democratiche danno ai cittadini sicurezza, disponibilità a comporre le controversie con mezzi pacifici e volontà di intesa leale e costruttiva che costituiscono le vere premesse di una pace durevole. Gli incontri politici nazionali e internazionali servono la causa della pace solo se l’assunzione degli impegni è poi rispettata. In caso contrario, rischiano di diventare inutili e la gente è tentata di credere sempre meno al dialogo e di confidare nell’uso della forza come via per risolvere le controversie. La presenza della fiducia nelle relazioni internazionali è di valore fondamentale. La pace non è tanto questione di strutture, quanto di persone. Strutture e procedure di pace sono necessarie, tuttavia non sono che il frutto della saggezza e dell’esperienza accumulata lungo la storia mediante innumerevoli gesti di pace di uomini e donne. Gesti di pace sono possibili quando la gente apprezza pienamente la dimensione comunitaria della vita, così da percepire il significato e le conseguenze che certi eventi hanno sulla propria comunità e sul mondo nel suo insieme. La religione possiede un ruolo vitale nel suscitare gesti di pace e nel consolidare condizioni di pace. 46 Se tu Signore fossi una persona che tiene scrupolosamente il conto di ogni mio peccato, vivrei sempre nell’angoscia. Dalla Lettera agli Efesini (cap.6) Pregate sempre: chiedete a Dio il suo aiuto in ogni occasione e in tutti i modi, guidati dallo Spirito Santo. Perciò state svegli e non stancatevi mai di pregare per tutto il popolo di Dio 19 e anche per me. Pregate perché Dio mi faccia trovare parole decise con cui far conoscere la verità del suo messaggio. 20 Benché sia in prigione, io sono ambasciatore di questo messaggio del vangelo. Pregate perché io possa parlare coraggiosamente, come è mio dovere. 18 Tu, invece, sei un Dio di misericordia; tuo gusto è perdonare; così ritrovo fiducia e la gloria di ritornare a te. Dal Vangelo secondo Giovanni (cap. 6) Gesù replicò: – Io vi dichiaro una cosa: se non mangiate il corpo del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54 Chi mangia il mio corpo e beve il mio sangue ha la vita eterna, e io lo risusciterò l’ultimo giorno; 55 perché il mio corpo è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane unito a me e io a lui. 57 Il Padre è la vita: io sono stato mandato da lui e ho la vita grazie a lui; così, chi mangia me avrà la vita grazie a me. 58 Questo è il pane venuto dal cielo. Non è come il pane che mangiarono i vostri antenati e morirono ugualmente; chi mangia questo pane vivrà per sempre. 53 Tichico, nostro caro fratello e fedele ministro del Signore, vi porterà mie notizie, così anche voi saprete come sto e che cosa faccio. Io lo mando a voi proprio per questo, per dare consolazione ai vostri cuori. 23 Dio nostro Padre e Gesù Cristo nostro Signore diano pace, amore e fede a tutti i fratelli. 24 La grazia sia con tutti quelli che amano il nostro Signore Gesù Cristo, per la vita eterna. 21-22 Salmo 129 In un momento di più lucida coscienza degli sbagli della mia vita mi rivolgo a te, Signore; ti prego, accogli la mia supplica. Beati i costruttori di pace... Perché non inquinano se stessi né con pensieri di vendetta né con parole di menzogna né con azioni di distruzione. Beati loro perché non distruggono se stessi non inquinando e distruggendo il mondo. Perché hanno mille occhi, mille orecchie e mille mani per vedere, ascoltare, carezzare e servire. Perché, mentre i violenti si scanneranno tra loro, essi garantiranno futuro al mondo e dai loro cuori uniti nascerà la cultura della pace. Beati coloro che costruiscono la pace anche a costo di rimetterci la vita perché non vogliono più uccisioni né guerre perché nessun territorio vale più della vita di un fratello. Beati voi, costruttori di pace, perché finalmente costruite la fratellanza fra gli uomini e noi, finalmente fratelli, potremmo essere figli di Dio. (G. Martirani) 47 22 UN IMPEGNO SEMPRE ATTUALE: EDUCARE ALLA PACE Giovanni Paolo II - 1 GENNAIO 2004 Nel Messaggio del 1979 lanciavo quest’appello: “Per giungere alla pace, educare alla pace”. Ciò è oggi più urgente che mai, perché gli uomini sono tentati di cedere al fatalismo quasi che la pace sia un ideale irraggiungibile. La pace è possibile, anzi la pace è doverosa. Essa va costruita sui quattro pilastri indicati da Giovanni XXIII: verità, giustizia, amore e libertà. Un dovere s’impone ed è quello di educare le nuove generazioni a questi ideali. La pace ed il diritto internazionale sono intimamente legati fra loro: il diritto favorisce la pace. Centrale è il principio pacta sunt servanda: gli accordi liberamente sottoscritti devono essere onorati. La seconda guerra mondiale condusse ad un profondo rinnovamento dell’ordinamento giuridico internazionale. I Governi chiamarono un’organizzazione appositamente costituita – l’ONU – con un Consiglio di Sicurezza investito di ampi poteri d’azione. Cardine del sistema: il divieto del ricorso alla forza, che prevede due sole eccezioni. Una è quella che conferma il diritto naturale alla legittima difesa, da esercitarsi secondo le modalità previste e nell’ambito delle Nazioni Unite. L’altra eccezione è rappresentata dal sistema di sicurezza collettiva, che assegna al Consiglio di Sicurezza la competenza e la responsabilità in materia di mantenimento della pace, con potere di decisione e ampia discrezionalità. Un ordinamento giuridico costituito da norme elaborate per disciplinare i rapporti tra Stati sovrani è in difficoltà a fronteggiare conflitti in cui agiscono anche enti non riconducibili ai tradizionali caratteri della statualità, in particolare gruppi terroristici. La lotta contro il terrorismo non può esaurirsi in operazioni repressive e punitive. E’ essenziale che il pur necessario ricorso alla forza sia accompagnato da una coraggiosa analisi delle motivazioni soggiacenti agli atti terroristici. I Governi democratici sanno che l’uso della forza contro i terroristi non può giustificare la rinuncia ai principi di uno Stato di diritto. Sarebbero scelte politiche inaccettabili quelle che ricercassero il successo senza tener conto dei fondamentali diritti dell’uomo: il fine non giustifica mai i mezzi! Ritengo doveroso ricordare che per l’instaurazione della vera pace nel mondo la giustizia deve trovare il suo completamento nella carità. Da sola, la giustizia non basta. Più volte ho ricordato la necessità del perdono. Non c’è pace senza perdono! Lo ripeto, avendo davanti agli occhi la crisi in Palestina e in Medio Oriente. 48 Dalla Lettera agli Efesini (cap.3) Dal Vangelo secondo Matteo (cap.16) Per questo motivo, dunque, io mi inginocchio davanti a Dio Padre, 15 a lui che è il Padre di tutte le famiglie del cielo e della terra. 16 A lui chiedo di usare verso di voi la sua gloriosa e immensa potenza, e di farvi diventare spiritualmente forti con la forza del suo Spirito; 17 di far abitare Cristo nei vostri cuori, per mezzo della fede. A lui chiedo che siate saldamente radicati e stabilmente fondati nell’amore. 18-19 Così voi, insieme con tutto il popolo di Dio, potrete conoscere l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo (che è più grande di ogni conoscenza), e sarete pieni di tutta la ricchezza di Dio. 20 A Dio, che già agisce in noi, con potenza, e in tutte le cose può fare molto più di quanto noi possiamo domandare o pensare, 21 a Dio sia gloria, per mezzo di Cristo Gesù e della Chiesa, in ogni tempo e sempre! Amen. Da quel momento Gesù cominciò a spiegare ai discepoli ciò che gli doveva capitare. Diceva: “io devo andare a Gerusalemme. È necessario. Gli anziani del popolo, i capi dei sacerdoti e i maestri della legge mi faranno soffrire molto, poi sarò ucciso, ma al terzo giorno risusciterò”. 22 Allora Pietro prese da parte Gesù e si mise a rimproverarlo: – Dio non voglia, Signore! No, questo non ti accadrà mai! 23 Gesù si voltò verso Pietro e disse: – Va’ via, lontano da me, Satana. Tu sei un ostacolo per me, perché tu ragioni come gli uomini, ma non pensi come Dio. 14 21 Poi Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuoi venire con me, smetta di pensare a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 25 Chi pensa soltanto a salvare la propria vita la perderà; chi invece è pronto a sacrificare la propria vita per me la ritroverà. 26 Se un uomo riesce a guadagnare anche il mondo intero, ma perde la vita, che vantaggio ne avrà? Oppure, c’è qualcosa che un uomo potrà dare per riavere, in cambio, la propria vita? 27 “Il Figlio dell’uomo ritornerà glorioso come Dio suo Padre, insieme con i suoi angeli. Allora egli darà a ciascuno la ricompensa in base a quel che ciascuno avrà fatto. 28 Io vi assicuro che alcuni tra quelli che sono qui presenti non moriranno prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo e il suo regno”. 24 Salmo 10 Ho radicato in Dio la mia fiducia, come potete consigliarmi: “Lascia andare tutto, pensa solo a te stesso”? Vi rendete conto di quello che sta succedendo? Gli uomini del potere, di ogni tipo di potere, stanno affinando i sistemi per opprimere e sfruttare i poveri del mondo! Io rinnovo la mia fiducia nel Signore, so che il suo nome è: “il Salvatore”. Dio è più potente degli uomini nelle sue mani è il futuro del mondo. La sete di Monin Compagne di ogni giorno sono la polvere, il fango, la noia, la voglia di morire. Vivo in una terra che non è mia, disegno una casa che non ho più, sogno l’abbraccio di mio padre che la guerra ha rapito. (Monin) Vivo con la mamma e spesso ricordiamo la casa distrutta, le marce interminabili, i piedi sanguinanti. La sete è insopportabile il pane spesso non c’è. La gente si uccide per un pugno di riso. 49