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Buono Pasto - Consorzio ABC
Incontro operativo sui buoni pasto Pesante Antonio Milano 7 Novembre 2013 1 Agenda Il Buono pasto definizione e storia Il Buono Pasto in Italia Aspetti contrattuali Il Buono Pasto Elettronico I buoni regalo 2 Agenda Il Buono pasto definizione e storia Il Buono Pasto in Italia Aspetti contrattuali Il Buono Pasto Elettronico I buoni regalo 3 Il Buono Pasto - Definizione Il buono pasto è un mezzo di pagamento dal valore predeterminato, in forma di tagliandi cartacei o di una tessera con microchip, che può essere utilizzato per acquistare esclusivamente un pasto o prodotti alimentari. Esso è comunemente ritenuto un cosiddetto fringe benefit. Sono utilizzati dai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato, i quali ricevono i tagliandi come servizio alternativo alla mensa per il personale; possono essere spesi solo in pubblici esercizi (bar, ristoranti ecc), cosiddetti "take away" o gastronomie di supermercati, convenzionati con le società emittenti i buoni stessi. In Italia i buoni pasto sono spesso indicati col termine inglese "ticket", dal marchio registrato del prodotto introdotto per primo sul mercato italiano. 4 Il Buono Pasto - Storia I primi buoni vennero utilizzati per la prima volta nel 1954 da alcune aziende nel Regno Unito. In quell’anno John R. Hack, uomo d’affari inglese, si trovava in un ristorante con amici: rimase incuriosito quando vide alcuni clienti pagare con biglietti di carta e chiese come funzionasse questo innovativo sistema di pagamento. Nel 1955 Hack fondò la “Luncheon Vouchers Ltd”, che divenne dal 1999 Accor Services. Erano gli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale e al razionamento alimentare e le aziende avevano difficoltà ad assumere e pagare il personale. Hack ebbe l’intuizione di istituire una società in grado di rilasciare un buon pasto standard che venisse accettato dai ristoranti sull’intero territorio nazionale del Regno Unito, i quali a loro volta lo restituivano alla Luncheon Vouchers Ltd ricevendo in cambio la somma di denaro pattuita. Il sistema riscosse successo grazie anche alla defiscalizzazione dei buoni pasto da parte del governo inglese. Nel 1957 le aziende inglesi che utilizzavano i buoni pasto della Luncheon Vouchers furono 3500, tre anni dopo erano più che raddoppiati (circa 8000). I buoni pasto vennero poi introdotti in Francia nascono negli anni sessanta: Nel 1962 Jacques Borel fondò la società Ticket Restaurant e grazie alla defiscalizzazione del servizio nel 1967, i “titre restaurant” diventano presto molto diffusi. In Italia, i buoni pasto arrivano a metà degli anni settanta 5 Agenda Il Buono pasto definizione e storia Il Buono Pasto in Italia Aspetti contrattuali Il Buono Pasto Elettronico I buoni regalo 6 Il Buono Pasto in Italia Il buono pasto è entrato nel mercato Italiano nella seconda metà degli anni 70. Nel mondo delle grandi aziende è oramai un servizio noto e consolidato, in particolare nel settore Bancario ed Assicurativo costituisce parte integrate del contratto nazionale di lavoro. 7 Il contesto normativo Il Buono Pasto viene definito dal legislatore italiano come un documento di legittimazione per beneficiare di un “servizio sostitutivo di mensa” incentivato con esenzione a 5,29 euro. Il buono non è cedibile, commerciabile, cumulabile ovvero convertibile in denaro ed è utilizzato principalmente dai prestatori di lavoro subordinato. HIGHLIGHTS NORMATIVI: Esenzione fiscale e contributiva (entro un tetto di 5,29€ giornaliero) e totale deducibilità dell’imponibile ai fii IRES, IRAP e IRPEF Utilizzabili per l’intero valore facciale (comprensivo di IVA al 10%) Può essere offerto a tutti i soggetti che hanno instaurato con l’azienda un rapporto di collaborazione anche non subordinato IVA al 4% totalmente detraibile Deducibile ai fini IRAP 8 Il contesto normativo – trattamento IVA L'articolo 75, comma 3 della Legge 30/12/1991, n° 41 chiarisce che le prestazioni di servizi sostitutivi di mense aziendali oggetto dei contratti, anche d'appalto, effettuate dalle aziende di ristorazione nei confronti dei datori di lavoro con l'utilizzazione di appositi buoni pasto sono soggette ad I.V.A. con aliquota del 4% già prevista al n° 37 della Tabella A parte seconda, allegata al D.P.R. 26.1.1972, n° 633, per le somministrazioni di alimenti e bevande rese nelle mense aziendali. L'articolo 75 sancisce inoltre l'indetraibilità dell'I.V.A. per il datore di lavoro in tutti i casi in cui il servizio di mensa non viene effettuato nei locali dell'impresa o in locali adibiti a mensa aziendale o interaziendale. Il ristoratore al termine della prestazione e sempre tenuto all'emissione di ricevuta o scontrino fiscale. Quale corrispettivo riceve il buono pasto ed eventualmente il prezzo della consumazione in eccedenza rispetto al valore del buono. Con cadenza periodica, normalmente mensile, viene emessa fattura a carico della società che ha emesso i buoni pasto con aliquota I.V.A. del 10% che attualmente e quella propria del servizio di somministrazione di alimenti e bevande. Tale documento, cosi come chiarito dalla, Risoluzione Ministeriale n. 383842 del 29/12/1980 potrà non riportare gli estremi delle ricevute fiscali cui la fattura si riferisce, purché nelle ricevute fiscali rilasciate al fruitore del servizio siano riportati oltre che l'intero corrispettivo della prestazione, l'importo rappresentato dal buono pasto sia che questo corrisponda in tutto o in parte al valore della consumazione. In base alle nuove norme art. 83 dal comma 28bis al 28quater del DI convertito in Legge 6/8/2008 n. 133 la detrazione dell’Iva è consentita indipendentemente dalle circostanze e dai luoghi ove i servizi vengono usufruiti per cui l’Iva e sempre detraibile dalle fatture emesse dalla società emettitrici per l’acquisto di buoni 9 Il contesto normativo – esclusione fiscale L’articolo 48 lett. d) del D.P.R. 22/12/1986, n. 917 dispone che non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente le somministrazioni in mense aziendali, o le prestazioni sostitutive, anche se affidate a terzi. Da tale definizione si evince che qualora il servizio mensa aziendale viene espletato mediante utilizzo di buoni pasto l'esclusione dalla base imponibile permane. L’articolo 3 della Legge 23/12/1996, n. 917, in vigore dal 01/01/97, modifica l'articolo 48 lett. d) del D.P.R. 22.12.86, n° 917 escludendo dalla determinazione del reddito di lavoro dipendente le prestazioni sostitutive di mensa fino all'importo complessivo giornaliero di lire 10.000. L’articolo 3 del Decreto Legislativo 02109/1997, n. 314 , assimila il trattamento fiscale a quello contributivo ed eleva la soglia di esclusione complessiva giornaliera per le prestazioni sostitutive di mensa a lire 10.240. Le norme di cui sopra sono state riprese e riordinate senza sostanziali modifiche nell’art. 285 della DLgs del 5/10/2010 n. 207 10 Il contesto normativo – esclusione contributiva L'articolo 17 del Decreto Legislativo n.S03 del 30/12/1992 sancisce l'esclusione dalla base imponibile, per il computo dei contributi previdenziali ed assistenziali e per gli effetti relativi alle conseguenti prestazioni, i corrispettivi dei servizi di mensa predisposti dal datore di lavoro con riguardo alla generalità dei lavoratori per attività connesse con 1'attività lavorativa. La Circolare 23 del 30/01/l997 fissa il tetto di esclusione dalla base contributiva in lire 10.240 a pasto (ora €. 5,29). 11 Il contesto normativo – la tracciabilità dei flussi finanziari 4.4 Servizio sostitutivo di mensa mediante buoni pasto Gli obblighi di tracciabilità trovano applicazione agli appalti aventi ad oggetto il servizio sostitutivo di mensa mediante buoni pasto: le stazioni appaltanti sono, quindi, tenute a richiedere il CIG al momento dell’indizione della procedura di gara per la selezione della società emettitrice e riportare tale CIG nei pagamenti effettuati a favore di quest’ultima (mediante l’uso di strumenti di pagamento tracciabili). I contratti sottoscritti devono, inoltre, essere muniti della clausola di tracciabilità. Ciò chiarito, attese le peculiarità che caratterizzano il servizio in esame, si rendono necessarie alcune specificazioni con riguardo alla filiera a valle delle società emettitrici e, cioè, con riferimento agli obblighi di tracciabilità in capo agli esercenti convenzionati. Al fine di non gravare la rete di esercenti di oneri sproporzionati, il CIG potrà essere riprodotto sul frontespizio del buono pasto in modo da rendere evidente la connessione tra il contratto principale ed il flusso finanziario da esso generato; non sarà quindi necessario inserire i singoli CIG nelle fatture, anche se gli incassi sono riferibili a più commesse. Inoltre non sono soggetti agli obblighi di tracciabilità gli acquisti di beni e servizi effettuati a monte dagli esercenti per la fornitura del servizio sostitutivo di mensa, dal momento che detti acquisti rientrano nell’ambito della normale operatività dei ristoratori e prescindono dall’eventuale spendita del buono pasto, presso i relativi esercizi commerciali, da parte di dipendenti pubblici. 12 Il contesto normativo – altri riferimenti L 25/3/97 n° 77 art. 4 - disposizioni in materia di commercio e di camere di commercio servizi sostitutivi di mensa; CIR 16/4/92 iva - servizi sostitutivi delle mense aziendali - aliquota applicabile; RIS 31/3/95 n° 79/E prot. 12-379 - iva - somministrazione di pasti su presentazione di buoni da parte di soggetti convenzionati - obbligo di emissione della ricevuta fiscale; RIS 3/4/96 n° 49/E prot. 7/166 - iva - base imponibile - prestazione di servizi sostitutivi di mensa aziendale finalizzati ad assicurare somministrazioni di pasti da parte di pubblici esercizi convenzionati; RIS 30/12/82 prot.8/1114 - accertamento - ritenuta sul valore della mensa aziendale; RIS. 17/05/05 N. 63/E - Somministrazione di alimenti e bevande mediante un badge elettronico, denominato "Card" 13 Il mercato italiano dei buoni pasto Le cifre del mercato sulla base di uno studio dell’Università Bocconi* • • • • 3,42 miliardi di euro di valore emesso 645 milioni di buoni pasto emessi 2,3 milioni di beneficiari annui di buono pasto (27% dipendenti pubblici) 120.000 esercizi convenzionati 15,9 Nord-Ovest Nord-Est Centro 45,3 Mezzogiorno 26,8 12,1 14 * Ricerca Bocconi - Il buono pasto in Italia - Effetti economici, impatti sociali e proposte per una riforma del settore- Giugno 2012 Le società emettitrici La gestione del servizio sostitutivo di mensa viene delegato a società specializzate che si occupano del recepimento dei bisogni delle aziende clienti, della produzione (stampa, fascicolazione, spedizione, ecc) dei buoni, della gestione commerciale e logistica del network di affiliati (bar ristoranti ecc) e di tutta l’attività amministrativa per conto degli attori coinvolti. Attualmente sono presenti in Italia 11 player … i primi 5 generano oltre il 90% del volume d’affari! 15 Le società emettitrici – dati significativi Fatturato: Quota di mercato: Esercizi affiliati: Buoni pasto emessi: Utilizzatori: Aziende clienti: 16,0% 120.000 100.000.000 10.000.000 7.000 Fatturato: Quota di mercato: Esercizi affiliati: Buoni pasto emessi: Utilizzatori: Aziende clienti: Fatturato: Quota di mercato: Esercizi affiliati: Buoni pasto emessi: Utilizzatori: Aziende clienti: Fonte: Cover Story - BB Giugno 2011 Fatturato: Quota di mercato: Esercizi affiliati: Buoni pasto emessi: Utilizzatori: Aziende clienti: 440.000.000 405.000.000 13,0% 100.000 65.000.000 400.000 12.000 150.000.000 5,1% 50.000 35.000.000 150.000 3.000 238.000.000 10,0% 100.000 50.000.000 300.000 3.000 Fatturato: Quota di mercato: Esercizi affiliati: Buoni pasto emessi: Utilizzatori: Aziende clienti: nd 44,0% 120.000 280.000.000 1.200.000 57.000 16 Le società emettitrici – dati significativi Quota di mercato % 11,9 16 5,1 Qui Group Pellegrini 10 Sodexo 44 Day Ristoservice 13 Edenred Altri buoni emessi 100000000,0 115000000,0 35000000,0 50000000,0 65000000,0 280000000,0 Qui Group Pellegrini Sodexo Day Ristoservice Edenred Altri 17 Alcuni dati statistici 18 L’importanza del buono pasto: i vantaggi… Il Buono Pasto ad oggi è il principale strumento di welfare sociale presente nel mercato Italiano! Il suo successo è da attribuirsi essenzialmente ad alcuni vantaggi chiave per aziende e beneficiari: Per i lavoratori... • Risponde a quello che è un bisogno primario dei lavoratori: la pausa pranzo, da sempre momento fondamentale nella cultura e nelle abitudini degli italiani • Impatta positivamente sul reddito delle famiglie • Ammortizza gli effetti della crisi garantendo al lavoratore un potere d’acquisto aggiuntivo vicino al 2%* … e per le aziende • Permette di incrementare la busta paga dei lavoratori senza oneri fiscali • E’ attualmente uno strumento motivazione a lavoro * Ricerca Bocconi - Il buono pasto in Italia - Effetti economici, impatti sociali e proposte per una riforma del settore- Giugno 2012 19 … esempio dei vantaggi economici per un’azienda Esempio comparativo con valore erogato 5,29 euro: INDENNITA' PAGATA IN BUSTA Netto percepito 3,52 euro Costo azienda 6,98 euro BUONI PASTO Netto percepito 5,29 euro Costo azienda 5,29 euro Esempio di spesa annua di una azienda che assegna la somma di 5,29 Euro al giorno per 220 giorni lavorativi a un lavoratore del terziario con un reddito lordo non superiore a 15.000 euro annui: COSTO PER INDENNITA’ DI MENSA IN BUSTA PAGA: Importo netto annuo 1.163,80 euro Irpef lavoro dipendente 347,63 euro COSTO TOTALE AZIENDA 2.156,25 euro Inps carico dipendente 8,89% 147,48 euro Inps carico azienda 28,98 % 497,34 euro COSTO PER ACQUISTO DI BUONI PASTO: Importo 1.163,80 euro Ovviamente in entrambi i casi il superamento della quota di 5,29 euro/giorno comporta l’assoggettamento in busta paga di ritenute proporzionali e contributi per la differenza attribuita. 20 … e le sue problematiche! Il Buono Pasto però reca con se alcune problematiche figlie di una regolamentazione normativa antiquata L’esenzione fiscale garantita a €5,29 (vecchie 10.000 Lire) è figlia di una legge entrata in vigore nel 1997: Si è via via eroso il potere d’acquisto, non garantendo più un pasto completo Non è possibile tracciare in maniera precisa il suo utilizzo: alto rischio di potenziale evasione (più si alza lo sconto al ristoratore più aumenta il rischio di «riutilizzo» del buono al posto di fatturarlo) La volatilità del voucher cartaceo espone gli affiliati ad alti rischi come il furto, lo smarrimento e la ricezioni di buoni falsificati Il processo produttivo , gestionale e logistico (dalla stampa, alle spedizioni, imballaggi, ecc) risulta parzialmente inefficiente e costoso per tutti gli attori coinvolti 21 … Analizziamole punto per punto L’esenzione fiscale: il potere d’acquisto Fino al 2011, come si evince dalla tabella Istat sottostante, le famiglie mediamente sono riuscite a mantenere i propri livelli di consumo. Nel 2012, con il protrarsi della difficile situazione economica e del mercato del lavoro, aumenta il numero delle famiglie costrette a mettere in atto strategie di contenimento della spesa, che comportano una riduzione della qualità e della quantità dei prodotti acquistati e un indirizzo delle scelte verso luoghi di distribuzione caratterizzati dal basso livello dei prezzi. Nel 2012 ben il 15,4 per cento delle famiglie dichiara di aver diminuito gli acquisti di generi alimentari 22 … Analizziamole punto per punto La scontistica Per vincere le gare a cui partecipano, le società emettitrici di ticket devono offrire uno sconto: ad esempio, se il buono ha un valore di 5 euro, potrebbe aggiudicarsi la commessa la società che vende il buono pasto a 4 euro. Il problema è che poi, per recuperare lo sconto, la società vincitrice applica una commissione all’esercizio convenzionato dove lo stesso ticket può essere speso. Il sistema entra in crisi perché per gli esercenti la commissione è così alta e il rimborso del ticket da parte della società emettitrice, in alcuni casi, avviene con un ritardo tale da trasformarsi in un aggravio che può arrivare fino al 15%: praticamente, da una parte l’esercente offre un pasto di 5 euro, mentre dall’altra ne ottiene 3,50. L’aspetto paradossale è che l’ente che con la sua forza contrattuale pretende gli sconti più alti è la Consip, cioè lo Stato. Per porre fine a questo anomalia bisognerebbe che: • le società che emettono buoni smettessero di prestarsi al gioco del ribasso senza mai reagire; • Le società mandassero deserte alcune gare, come qualche volta succede nei casi di gare per le mense nelle scuole o negli ospedali; • il prezzo della commissione applicata agli esercenti sia frutto di una trattativa, anziché obbligarli a prendere o lasciare; • le aziende facessero vertere le gare sulla qualità del servizio, salvaguardando il valore nominale del ticket. Competere a colpi di massimo ribasso non è un valore, ma un disvalore. Ciò vale ancora di più in un settore, quale quello dei buoni pasto, nel quale gli sconti offerti dalle imprese ai committenti si tramutano in maggiori oneri imposti ai pubblici esercizi convenzionati e nell'aumento dei prezzi 23 … Esempio di una gara Consip la controllata del Ministero dell’Economia e delle Finanze votata al public procurement ha aggiudicato in via definitiva i lotti del tender del valore complessivo di 910 milioni di euro per una convenzione della durata annuale con la Pubblica Amministrazione. La gara, suddivisa in sette lotti, è stata aggiudicata: 1. con sconti rispetto al valore nominale del voucher di servizio che oscillano tra il 15,86% e il 20,75%; 2. con commissioni per gli esercenti che variano tra l’1,80% e il 5,54%. Nello specifico, il lotto 1 (che include Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia per un massimale di fornitura di 153 milioni di euro) e il lotto 3 (Lazio, con un massimale di 200 milioni di euro) sono stati assegnati a Qui!Group; il lotto 2 (Friuli, Veneto, Trentino-Alto Adige, Emilia Romagna e Toscana, massimale 125 milioni) e il lotto 6 (Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, massimale 134 milioni) a Day Ristoservice; da ultimo, il lotto 4 (Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, massimale 90 milioni) e il lotto 5 (Campania, massimale 120 milioni) a Repas Lunch Coupon. Per il lotto 7, che si attiva solo in caso di esaurimento di almeno uno dei lotti geografici per garantire la possibilità alle amministrazioni di continuare ad approvvigionarsi di buoni pasto, la gara è stata vinta da EP, con uno sconto di 15,29% rispetto al valore nominale del buono pasto e una commissione agli esercenti di 6,40%. La convenzione prevede in questo caso un massimale di fornitura di 88 milioni di euro. 24 … Analizziamole punto per punto La volatilità del voucher cartaceo Considerando la struttura organizzativa e territoriale di molto aziende, cha comporta una alta mobilità del personale, la consegna di voucher cartacei comporta una serie di problematiche legate al furto e/o allo smarrimento dei buoni. Tale situazione si riflette anche sui ristoratori che rischiano di negoziare buoni provenienti da furti e/o smarrimenti e in alcuni casi anche abilmente falsificati. C’è inoltro il rischio derivante dal trasporto dei ticket verso i soggetti richiesti dall’appaltante e dei buoni negoziati dagli esercenti verso le società emettitrici. Non da ultimo vi è anche il rischio della conservazione in attesa della consegna ai singoli beneficiari. Come vedremo in seguito tale problematica viene eliminata quasi totalmente dall’adozione di ticket elettronici Normativa tratta dal portale Day in caso di furto di buoni pasto In caso di furto o smarrimento dei buoni, non è previsto alcun rimborso, sostituzione o blocco degli stessi poiché i buoni pasto sono spendibili su tutto il territorio nazionale fino a data scadenza e il contratto con i ristoratori non prevede verifiche/blocchi sugli stessi buoni. Per questo tipo di problematica, l’unica richiesta che si può fare è di monitorarne il rientro considerando che i tempi saranno piuttosto lunghi perché derivano dai tempi di rientro concessi ai ristoratori affiliati. La pratica relativa alla richiesta dovrà essere corredata da denuncia presso le Autorità competenti e dovrà pervenirci a firma del titolare dell’azienda o Legale Rappresentante o Resp. del Personale o Resp. Amministrativo, poiché tale procedura risulta essere sottoposta a specifica disciplina da parte delle norme contenute nella cosiddetta Legge sulla Privacy. 25 … Analizziamole punto per punto Il processo produttivo , gestionale e logistico lato appaltatore Il sistema di produzione dei voucher cartacei comporta una serie di inefficienze di tipo : L’Azienda appaltante deve fornire i file contenenti i nominativi e il numero dei buoni pasto da emettere con alcuni giorni di anticipo rispetto alla data di consegna al lavoratore, in modo da consentire alla società emettitrice di procedere con le fasi di elaborazione, stampa, collazionamento e trasporto L’Azienda appaltante è obbligata a dotarsi di una struttura amministrativa dedicata che deve occuparsi di gestire la trasmissione dei flussi, le modalità di consegna, la gestione delle giacenze, i reclami dei dipendenti, la gestione dei buoni da sostituire, ecc. Il pagamento delle fatture quando non emesse in modo elettronico L’Azienda appaltante è obbligata a dotarsi di idonei mezzi forti per garantire il deposito dei buoni emessi dalla società emettitrice fino al momento della consegna effettiva al beneficiario. Individuare modalità e mezzi con cui eventualmente trasferire i buoni per la consegna ad un beneficiario presso una sede periferica 26 Agenda Il Buono pasto definizione e storia Il Buono Pasto in Italia Aspetti contrattuali Il Buono Pasto Elettronico I buoni regalo 27 Pre-qualifica aziende 1/2 fatturato globale d'impresa ultimo triennio fatturato relativo al servizio di buoni pasto ultimo anno numero buoni pasto emessi nell’ultimo anno ultimo bilancio con indicazione utile/perdita numero di dipendenti: Durc certificazioni (es. ISO 9001) dichiarazione di essere in regola con le norme che disciplinano il diritto al lavoro dei disabili, ai sensi dell’Art. 17 della legge 68/99 ( specificare la motivazione nel caso in cui l’impresa non fosse soggetta agli obblighi della legge). autocertificazione dell’/delle imprese appaltatrici di possedere i requisiti di idoneità tecnico professionali relativamente a: a) disponibilità di forza lavoro; b) disponibilità di macchine ed attrezzature; c) esecuzione di attività analoghe dichiarazione relativa al contratto collettivo stipulato dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, applicato ai lavoratori dipendenti. numero delle sedi logistiche 28 Pre-qualifica aziende 2/2 dichiarazione, sottoscritta dal titolare o dal rappresentante dell’Impresa, che certifichi l’applicazione, nei confronti del personale dipendente, di condizioni normative e retributive non inferiori a quelle risultanti dai contratti collettivi di lavoro applicabili ai sensi di legge, vigenti nel periodo di tempo e nelle località in cui si svolgono i lavori, nonché l’adempimento regolare degli oneri assicurativi, assistenziali e di qualsiasi specie, in conformità alle Leggi, ai Regolamenti e alle Norme in vigore. dichiarazione di osservanza della normativa vigente in materia di sicurezza, prevenzione infortuni, salute e igiene sul lavoro di cui al D.Lgs n. 81 del 9.4.2008 e s.m.i.. dichiarazione di disporre di adeguato sistema informativo in grado di garantire un’ adeguata reportistica copia della iscrizione alla camera di commercio con dicitura anti mafia descrizione della struttura di controllo dell’organizzazione presente sul territorio. descrizione dell'ufficio gestione clienti e del servizio di customer - service per la gestione di tutte le segnalazioni/reclami descrizione del sistema che si propone in merito a: disaster Recovery sia in ambito stampa che recapito; normativa della privacy; sistemi HW e SW utilizzati; di gestione dei dati, dei resi descrizione del sistema di controllo qualità: processi, numero risorse impiegate, strumenti di controllo e tecnologia a supporto del processo 29 La contrattualistica • • • • • • • Schema Contratto; Descrizione, termini e modalità di svolgimento del Servizio; Livelli di Servizio e penali; Sconto applicato; Schema monitoraggi; Schema di documento redatto ai sensi dell’art. 26 del D.lgs. 81/2008; Attestazione dei dovuti versamenti (legge 134/2012) da parte dell’appaltatore o per il tramite di asseverazione rilasciata da un professionista (commercialista, consulente del lavoro) oppure da dichiarazione sostitutiva (DPR 445/2000); • Schema di lettera di nomina a responsabile del trattamento dati; • Polizza assicurative con primarie Compagnie per il risarcimento dei danni derivanti alla Società Cliente ed ai suoi Dipendenti e Collaboratori in occasione della fruizione del servizio sostitutivo di mensa: (R.C.T. con massimale almeno pari a € 15.500.000,00) 30 Principali elementi da osservare per disciplinare i rapporti con le aziende 1. orientare la scelta dei fornitori secondo criteri oggettivi e documentabili, nel rispetto delle regole sulla concorrenza in ogni fase della procedura di affidamento, in applicazione delle normative di riferimento, ed –in particolare- di quanto previsto dalla legge n. 287 del 1990. 2. di favorire la progressiva estensione del sistema di selezione e gestione dei fornitori attraverso l’utilizzo di specifici Albi Fornitori, nei quali vengono individuati ed iscritti solo i soggetti idonei a partecipare alle gare di appalto, in relazione alle vigenti disposizioni normative ed ai requisiti di appartenenza per essi definiti; 3. di intensificare, la promozione di standard etici di comportamento da parte dei fornitori, anche incentivando il conseguimento di certificazioni di qualità, certificazioni ambientali, certificazioni sociali e certificazioni correlate alla sicurezza e salute dei lavoratori e di prevedere controlli di verifica del rispetto degli standard di qualità previsti; 4. di prevedere, nell’ambito delle clausole contrattuali, specifici obblighi volti ad assicurare l’osservanza, da parte delle imprese appaltatrici dei diritti fondamentali dei propri collaboratori, con particolare riferimento al rispetto delle pari opportunità, della dignità personale, della privacy, della garanzia della retribuzione minima prevista dalla contrattazione collettiva di riferimento, nonché del rispetto della normativa vigente in materia di orario di lavoro e della piena osservanza delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro. 31 Il codice etico (D.Lgs 231/2001) Il codice etico, introdotto dal D.Lgs 231/2001, è un mezzo efficace a disposizione delle imprese per prevenire comportamenti irresponsabili o illeciti da parte di chi opera in nome e per conto dell’azienda, perché introduce una definizione chiara ed esplicita delle responsabilità etiche e sociali dei propri dirigenti, quadri, dipendenti e spesso anche fornitori verso i diversi gruppi di stakeholder. 1) principi etici generali che raccolgono la missione imprenditoriale ed il modo più corretto di realizzarla; 2) Le norme etiche per le relazioni dell’impresa con i vari stakeholder (consumatori, fornitori, dipendenti, etc.); 3) Gli standard etici di comportamento - Principio di legittimità morale - Equità ed eguaglianza - Tutela della persona - Diligenza - Trasparenza - Onestà - Riservatezza - Imparzialita' - Tutela ambientale - Protezione della salute 4) Le sanzioni interne per la violazione delle norme del Codice 5) Gli strumenti di attuazione 32 Agenda Il Buono pasto definizione e storia Il Buono Pasto in Italia Aspetti contrattuali Il Buono Pasto Elettronico I buoni regalo 33 Una opportunità ancora da scoprire In altre parole…. Il Buono Pasto in Italia non ha vissuto un’evoluzione progressiva di Digitalizzazione/Informatizzazione del mercato riscontrato invece nella maggior parte dei mercati dei servizi…. Un esempio fra tutti, l’evoluzione del sistema bancario! Un trend in continua crescita, confermato anche dalle nuove normative sulla tracciabilità emanate dal Governo e sui più recenti progetti di digitalizzazione in atto 34 Il buono pasto elettronico Il buono pasto elettronico è diffuso da anni in più di 30 paesi di tutto il mondo, è un sistema innovativo per la gestione della pausa di tutti i lavoratori che usufruiscono del servizio sostitutivo di mensa. In Italia il Buono pasto elettronico è comparso per la prima volta sul mercato dal 2000. Fra i primi clienti la Pubblica Amministrazione, che ha visto in questa innovazione un’opportunità di saving ma anche di semplificazione gestionale e maggior controllo. 35 Gli attori del mercato Ad oggi i volumi di questo settore sono in costante crescita e rappresentano circa il 10% del totale del mercato del buono pasto (circa 250M€). 5 player principali, ognuno con il suo sistema di Pos proprietari 36 La tecnologia al servizio di tutti gli operatori Uno strumento che genera un circolo virtuoso per tutti gli stakeholder interessati…dalle aziende clienti, ai dipendenti, dalle società emettitrici agli affiliati I VANTAGGI: della gestione logistica ed Ottimizzazione amministrativa per le aziende emettitrici: Nessun onere di distribuzione dei buoni, nessuna spedizione Sicurezza : Blocco card smarrite o furtate TuttiTracciabilità: i flussi sono monitorati e verificabili: nessun rischio di una potenziale evasione ai fini fiscali Personalizzazione: Configurazione tecnica in funzione delle necessità del cliente 37 Alta potenzialità di integrazione La tecnologia del buono pasto elettronico porta con se in dote anche un’altra aspetto spesso sottovalutato…la possibilità di poter integrare il buono pasto elettronico con una serie di altri servizi a mezzo card: • Badge aziendale • Servizi di rendicontazione in busta paga • Piattaforme gestione delle note spese • …e tanti altri servizi bancari 38 Le inefficienze dell’attuale rete 39 39 E il futuro… ………………. unico documento multi funzione e reti intelligenti integrate 40 Il ruolo delle banche Gli scenari futuri legati al mondo del buono pasto elettronico costituiscono una nuova opportunità per il settore bancario e per i gestori dei gateway di pagamento. Maggior traffico e efficienza nell’utilizzo della rete Estensione del proprio network di pos presso locali non ancora contrattualizzati Integrazione di nuovi servizi bancari e/o in partnership ecc 41 Agenda Il Buono pasto definizione e storia Il Buono Pasto in Italia Aspetti contrattuali Il Buono Pasto Elettronico I buoni regalo 42 Descrizione del prodotto I buoni regalo o buoni shopping sono dei «titoli di legittimazione», cartacei o online, dal valore predefinito (ad esempio possono esser disponibili in tagli da 10, 20, 50 €) che consentono al possessore di acquistare prodotti o servizi presso un network di esercizi convenzionati come ad esempio catene della grande distribuzione specializzata (abbigliamento, casalinghi, elettronica di consumo, ecc), ma anche viaggi, benzina, ecc I VANTAGGI PER L’AZIENDA: Potenziale defiscalizzazione* per incentivare e premiare i dipendenti, sostenendo anche le loro spese quotidiane Nessun onere gestionale e la tranquillità di utilizzare uno strumento in linea con le norme vigenti Personalizzabile nel pack, nei messaggi e nella creatività Possibilità di consegna a casa o sul luogo di lavoro I VANTAGGI PER IL BENEFICIARIO: Libertà di spendere il proprio credito frazionandolo sui diversi retailer nazionali Possibilità di scegliere tra shopping, buoni benzina, spese quotidiane, viaggi e…molto altro ancora. Non concorre a far reddito 43 Normativa di riferimento Il buono regalo può costituire una forma di retribuzione in natura (Non concorre alla formazione del reddito imponibile del dipendente il valore delle retribuzioni in natura se complessivamente di importo non superiore ad EUR 258,23 nel periodo di imposta - 3 com Art. 51 T.U.I.R. e C.M. 326/E punto 2.3) 44 Grazie per l’attenzione Per ogni informazione [email protected] 06-48169.323 45