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Le Galapagos - itec2marconimodena
Le Galapagos La geografia delle Galapagos Le Galápagos, note anche come Arcipelago di Colombo, sono un arcipelago di quattordici isole vulcaniche (otto maggiori e sei minori) situate nell'Oceano Pacifico,l'arcipelago appartiene all'Ecuador. Le isole sono distribuite a nord e a sud dell'equatore, che attraversa la parte settentrionale dell'isola più grande, Isabela. Le più vecchie datano circa 4 milioni di anni, mentre le più giovani sono ancora in via di formazione. L'arcipelago è infatti considerato una delle zone vulcanicamente più attive della Terra.Il relativo isolamento dovuto alla distanza dal continente e l'ampia varietà di climi e di habitat dovuta alle correnti marine della zona hanno portato all'evoluzione di numerose specie endemiche di animali e vegetali, dalla cui osservazione Charles Darwin ha tratto ispirazione per la formulazione della teoria dell'evoluzione. Il suo celebre L'origine delle specie contiene numerosissimi riferimenti ai propri studi sulle specie endemiche delle Galápagos. Un po’ di storia L'arcipelago è stato conosciuto con molti nomi diversi, i nomi delle singole isole hanno avuto una storia ancora più complessa, e oggi quasi tutte le isole dell'arcipelago dispongono di almeno tre nomi. Una prima mappa approssimativa dell'arcipelago fu fatta dal bucaniere Ambrose Cowley nel 1684; Cowley battezzò le isole con i nomi di suoi compagni pirati e di alcuni dei nobili inglesi che ne sostenevano economicamente le scorrerie. I navigatori spagnoli battezzarono le isole in modo indipendente, e su molte carte nautiche, fino a gran parte del XIX secolo, per ogni isola erano segnati sia il nome inglese che quello spagnolo. Nel 1892, il governo dell'Ecuador ribattezzò ogni isola ex novo. Le isole oggi sono: SanCristóbal, Española, SantaFé, Genovesa, Floreana, South Plaza, Santa Cruz, Baltra, North Seymour, Marchena, Pinzón, Rábida, Bartolomé, Santiago, Pinta, Isabela, Ferdinanda, Wolf, Darwin. La tipica pianta delle Galapagos: il cactus I cactus conservano l’acqua nelle loro foglie carnose e sono quindi capaci di sopravvivere a lunghi periodi di siccità. Si pensa che le spine si siano evolute a partire dalle foglie, mentre le foglie attuali si sono evolute da antichi rami. Tutte le specie sono endemiche. I fiori sono gialli, i frutti dal verde al rosso.Durante le calde ore del giorno le Opuntie chiudono i pori che riaprono poi durante la notte per ridurre il consumo di acqua. Dato che non hanno delle radici profonde, le forti piogge causate dal El Niño possono sradicarle facilmente. Il caffè Il genere Coffea (pianta del caffè) comprende circa 90 specie di piccoli alberi e arbusti della famiglia delle Rubiacee, alcune delle quale sono coltivate per la produzione del caffè. Le specie più importanti per l'economia umana sono tre:Coffea arabica, la specie di più antica domesticazione; Coffea canephora, la specie più ampiamente coltivata; Coffea liberica. Ci sono numerose altre specie che vengono coltivate in specifiche regioni geografiche; tra esse menzioniamo:Coffea mauritiana; Coffea racemosa; Coffea stenophylla. Il pomodoro Il pomodoro, della famiglia delle Solanaceae, è una pianta annuale i cui frutti plurisperme dal caratteristico colore rosso sono alla base di molti piatti della cucina italiana.Tutte le parti verdi della pianta sono tossiche, in quanto contengono solanina, un glicoalcaloide steroidale, che non viene eliminato nemmeno per mezzo dei processi di cottura.Il frutto maturo è invece ricco di principi nutritivi seppure a basso contenuto calorico, ed è comunemente utilizzato a scopi alimentari La passilflora Passiflora è un genere di Passifloraceae che comprende circa 465 specie di piante erbacee perenni ed annuali, arbusti dal portamento rampicante e lianoso, arbusti e alberelli, alti fino a 5-6 m, originarie dell'America centro-meridionale, con alcune specie provenienti dal Nord America, Australia e Asia.Il nome del genere, adottato da Linneo nel 1753 e che significa "fiore della passione", gli fu attribuito dai missionari Gesuiti nel 1610, per la somiglianza di alcune parti della pianta con i simboli religiosi della passione di Cristo. Il peperoncino Il peperoncino è un genere di pianta della famiglia delle Solanaceae, originario delle Americhe ma attualmente coltivato in tutto il mondo. Oltre al noto peperone, il genere comprende varie specie di peperoncini piccanti, ornamentali e dolci. Secondo alcuni, il nome latino "Capsicum" deriva da "capsa", che significa scatola, e deve il nome alla particolare forma del frutto che ricorda proprio una scatola con dentro i semi. Altri invece lo fanno derivare dal greco kapto che significa mordere, con evidente riferimento al piccante che "morde" la lingua quando si mangia. Tartaruga delle Galápagos Come sono La tartaruga delle Galápagos è la più grande tartaruga terrestre vivente sul pianeta. Oltre a essere grandi sono anche molto longeve. Questo tipo di tartaruga vive oltre 100 anni. È il vero simbolo delle isole. Infatti il nome stesso delle isole, Galápagos, deriva proprio dal nome spagnolo di questi animali. Cosa mangiano Le tartarughe delle Galápagos sono animali erbivori. Mangiano qualunque vegetale disponibile sulle isole. Non hanno denti. Le mascelle sono rivestite da una lamina cornea che forma un becco particolarmente tagliente con il quale strappano grossi bocconi che ingoiano interi. Hanno una digestione molto lenta. Protezione Le tartarughe hanno sofferto molto a causa dell’uomo, che le ha cacciate e mangiate per molto tempo. Oltre alle Galápagos c’è un unico posto al mondo dove vivono le tartarughe giganti, l’isola indiana di Aldabra . Rispetto a una volta oggi sono meno di un decimo. Iguana marina Cosa mangiano Come sono Raggiunge i 150 centimetri di lunghezza, compresa la coda, e i 13 chilogrammi di peso. Grosse squame corrono dal capo lungo tutta la colonna vertebrale fino alla coda formando un lunga cresta. Il corpo è ricoperto da squame di colore nero. Il muso è piatto, le zampe, corte e goffe, sono munite di robusti artigli ricurvi, e la coda, schiacciata lateralmente, consente all’iguana di nuotare agilmente con movimenti serpentini. Si nutrono quasi esclusivamente di alghe specialmente dell’ulva che cresce sulle rocce intorno alle isole. Se durante El Niño la temperatura dell’oceano sale troppo, l’ulva può scomparire, e rischiano di morire di fame. Le iguane hanno sviluppato delle speciali ghiandole capaci di eliminare il sale in eccesso che mangiano con le alghe. Lo sputano in due getti dalle narici, più o meno come un grande starnuto. Insieme alla tartaruga, rappresenta il vero simbolo delle isole. L’iguana marina è endemica delle Galápagos, ed è l’unica lucertola acquatica del mondo. Alle iguane piace stare in compagnia, sebbene non abbiano una vera organizzazione. Iguana di terra Come sono Cosa mangiano Sono animali erbivori e mangiano principalmente le foglie e i frutti dei cactus Opuntia, con le spine e tutto. Le foglie e i frutti dei cactus sono molto succosi, e quindi le iguane possono stare molti giorni senza bere acqua. Sono rettili di colore bruno-giallastro, sembrano sorridere sempre e hanno un’aria un po’ stupidotta. Sono in grado di fare dei balzi sorprendenti appena si sono scaldate sufficientemente al sole. Le iguane di terra hanno sviluppato un comportamento simbiotico con alcuni uccelli, fringuelli e uccelli mimi. Il corpo è ricoperto di squame piccole e regolari, sulla testa e lungo la schiena scorre una lunga cresta.Le iguane vivono nell’interno delle isole nelle zone più aride. Scavano delle tane nel terreno, fatte da una semplice galleria che si apre in una camera più ampia, dove dormono. Oggi di iguane ne sono rimaste poche e su alcune isole sono scomparse del tutto. Arctocefalo delle Galápagos Quelle delle Galápagos sono le più piccole del mondo, e se ne stanno appartate senza farsi troppo notare, al riparo nelle ombrose spaccature delle rocce. Come sono I maschi raggiungono solo i 65-80 chilogrammi di peso, mentre le femmine non superano i 30 chilogrammi. Hanno una pelliccia molto fitta che cresce tra i peli più grossi. Hanno grandi occhi e un’ottima vista notturna. Cosa mangiano Vanno a pesca in mare dopo il tramonto e si nutrono prevalentemente di pesci lanterna che di notte migrano verso la superficie. Sula piediazzurri Sula piedirossi Cosa mangiano Il cibo preferito sono le sardine e le acciughe, che pescano poco sotto la superficie dopo un tuffo spettacolare. Le sule piediazzurri, che pescano vicino a riva, mentre le sule piedirossi, che pescano al largo. Come sono Sono grandi uccelli marini, quelle dai piedi blu e hanno un’apertura alare di oltre 1 metro. Sono ricoperti di un piumaggio molto compatto per scivolare meglio nell’acqua. Le zampe sono azzurre e sono molto importanti nella fase di corteggiamento prima dell’accoppiamento. Stanno moltissimo tempo in mare, e si trasferiscono sulla terra solo per nidificare su scogli, isole deserte, pareti a picco inaccessibili. La sula piedirossi ha ovviamente i piedi palmati colorati di un rosso vivo. Sono un po’ più piccole e nidificano sugli alberi e sugli arbusti. Otarie Alle Galápagos vivono due specie di otarie, gli arctocefali e i leoni marini. Le otarie delle Galápagos sono le uniche che vivono a latitudini tropicali. I maschi sono molto territoriali e possono diventare aggressivi e pericolosi. Come sono Le otarie delle Galápagos sono mammiferi di medie dimensioni. Ci sono evidenti differenze tra maschi e femmine. Dato che sono efficienti nella pesca hanno molto tempo libero, che passano giocando o riposandosi sulla spiaggia. Cosa mangiano In acqua sono agili e non danno scampo ai pesci. Mangiano aringhe e naselli che inseguono in mare. Mangiano anche calamari, polpi e pesci che vivono tra gli scogli. I pinguini delle Galápagos I pinguini endemici delle Galápagos sono gli unici a vivere ai tropici La loro presenza si spiega con i movimenti delle correnti marine. Si trovano solo nelle acque più fresche intorno a Isabela, Floreana e Bartolomé. Nel 1982, El Niño ha prodotto un riscaldamento delle acque che ha causato la scomparsa di molti pesci e di conseguenza dei pinguini che di pesci si nutrono. Come sono Sono piccoli, di colore bianco e nero come tutti i pinguini. Per le loro tane, dove fanno il nido, scelgono delle grotte naturali o delle spaccature della roccia lavica. Anche se non sono capaci di volare in aria, “volano” nell’acqua . Cosa mangiano I pinguini delle Galápagos mangiano pesci d’alto mare e molluschi. I fringuelli di Darwin Non sono uccelli particolarmente vistosi: assomigliano ai passeri, piccoletti con il corpo rotondetto, un piumaggio grigio-marroncino, la coda corta. Non cantano nemmeno tanto bene. Ma Darwin si rese conto che gli potevano fornire importanti indizi sulla sua teoria dell’evoluzione. I fringuelli delle Galápagos infatti sono diversi dai loro simili sulla costa dell’America del Sud e, soprattutto, sono diversi da isola a isola: alcuni hanno il becco piccolo per prendere i minuscoli semi tipici di una piana di una particolare isola. Su un’altra isola invece i fringuelli hanno il becco sottile e appuntito in grado di scavare piccoli buchi. Altri hanno il becco grande e robusto per rompere i grossi semi delle piante di ancora un’altra isola. Ogni isola dell’arcipelago ha la sua specie particolare di fringuelli, anche se a un primo sguardo tutti i fringuelli sembrano uguali. È in queste differenze e similitudini che si nasconde il segreto di queste isole che le trasforma in un vero paradiso per i biologi. Dato che le Galápagos sono isolate, rappresentano un ottimo laboratorio per studiare l’evoluzione in atto. Ogni isola infatti ha un ecosistema differente (per esempio diversi tipi di semi) che ha forzato l’evoluzione degli animali verso forme leggermente diverse. Darwin pensò che se l’evoluzione, che lui chiamava trasmutazione delle specie, è un buon modo per spiegare la varietà di esseri viventi sulle Galápagos lo può essere altrettanto per spiegarlo su tutto il pianeta. Tutte le specie che oggi osserviamo, compresi noi stessi, sono il risultato dell’evoluzione di specie più antiche. Creato da: - Nicolini Filippo - Morisi Alessandro - Bridgette magtibay - Gavoli Gabriele Tratto da: - Galapagos Wikipedia - http://medialab.sissa.it/minidarwin/index.html