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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI «Aldo Moro» FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA Laurea di Primo Livello in Infermieristica Polo Didattico Formativo Pia Fondazione “Card. G. Panico” – Sede Tricase (LE) CORSO DI GERIATRIA Lezione 2 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 1 DISIDRATAZIONE Che cos’è l’osmolarità? La osmolarità esprime la concentrazione di una soluzione, sottolineando il numero di particelle in essa disciolte indipendentemente dalla carica elettrica e dalle dimensioni. L’osmolarità è espressa in osmoli per litro (osMol/L) o quando la soluzione è particolarmente diluita in mOsM/L Che cosa serve? Esami di laboratorio (emocromo, proteine…) Disidratazione: emocromo e proteine sieriche elevate (eccezione emorragia) Iperidratazione: ematocrito e proteine sieriche ridotte 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 2 DEFINIZIONE La disidratazione nel paziente anziano, consegue a un ridotto apporto o ad un’aumentata perdita di liquidi. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 3 VIE ELIMINAZIONE H2O CORPOREA Urina (1000 – 1500 ) Feci (150) Polmoni (500 -700) Cute (200) 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano ml /die 4 SINTOMI Si può manifestare con rapida perdita di peso, secchezza delle mucose (lingua arida, secca), bulbi oculari infossati, astenia, oliguria, confusione mentale o letargia, difficoltà nell’eloquio, tachicardia e ipotensione ortostatica. Va rilevato che una grave disidratazione aumenta il rischio di ospedalizzazione e di mortalità e inoltre può causare nell’anziano tromboembolie secondarie all’emoconcentrazione, aritmie cardiache secondarie ad alterazioni elettrolitiche, insufficienza renale acuta, rabdomiolisi, deliri, aumentato rischio di infezioni urinarie e polmonari, di cadute traumatiche, di ulcere da decubito e di tossicità da farmaci. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 5 INTERVENTI DI PREVENZIONE Gli interventi utili sono: • definire il quantitativo giornaliero di liquidi da assumere; • documentare attraverso una scheda di rilevazione l’ammontare dei liquidi introdotti quotidianamente; • attuare strategie incentivanti l’idratazione; • valutare lo stato di idratazione mediante il rilevo dei segni clinici e di laboratorio; • valutare e trattare i fattori modificabili di maggior rischio per la disidratazione. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 6 Una adeguata idratazione orale giornaliera di norma non dovrebbe essere inferiore a 1600 ml/24 ore per l’anziano medio La registrazione scritta delle quantità giornaliere di liquidi assunte è il metodo migliore per controllare l’adeguatezza dell’idratazione. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 7 Il momento di assunzione dei farmaci è un’occasione importante per incoraggiare l’offerta di liquidi, come pure per esempio il momento dei pasti, il momento di uno spuntino a metà mattina e a metà pomeriggio, il momento delle attività di gruppo e il momento della visita dei familiari nelle residenze protette. È dimostrata l’utilità dell’assunzione regolare di 5-8 o più bicchieri d’acqua al giorno, mentre va spiegato che caffè, tè e alcol hanno effetti diuretici. Il rischio di disidratazione e delle sue cause può essere stimato anche attraverso la compilazione di una specifica checklist (tabella 2). 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 8 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 9 DIAGNOSI DI DISIDRATAZIONE < 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 10 Lieve una disidratazione che causa una perdita del peso corporeo abituale del 3-5%, moderata di circa il 10% e grave >15%. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 11 Il rapporto azotemia/creatininemia è l’indicatore laboratoristico più sensibile e specifico per la diagnosi di disidratazione. Il rapporto si eleva perché in corso di disidratazione il rallentamento del flusso urinario aumenta il riassorbimento renale dell’urea, ma non della creatinina. Nella pratica clinica però un test accurato e allo stesso tempo accessibile per valutare la disidratazione è la determinazione del peso specifico delle urine, attendibile solo in presenza di una funzionalità renale conservata. Secondo il National Guideline Claringhouse gli interventi diagnostici sequenziali per riconoscere la disidratazione sono: • rilevare i parametri vitali (frequenza cardiaca e respiratoria, pressione arteriosa, stato di coscienza, temperatura corporea); • rilevare peso corporeo, altezza e calcolare il BMI; confrontare il peso attuale con il peso abituale; • rilevare lo stato delle mucose (lingua arida e arrossata) e gli altri segni di disidratazione; • valutare il peso specifico urinario o almeno il colore delle urine; 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 12 • valutare l’assunzione (quanto beve) e eliminazione (volume delle urine) di liquidi nelle 24 ore, registrando le quantità/24 ore rilevate; • valutare la capacità individuale effettiva di bere e mangiare; • valutare la necessità e l’effetto delle terapie in corso (diarrea da uso di antibiotici o di lassativi, aumento della diuresi da diuretici, ridotta assunzione di liquidi da farmaci ad azione sedativa, eccetera); • valutare lo stato cognitivo (Mini Mental State Examination); • valutare il grado di autonomia (Katz Activities of Daily Living scale); • valutare lo stato dell’umore (Geriatric Depression Scale); • valutare patologie in atto e fattori di rischio presenti; • determinare elettroliti sierici (sodiemia, potassiemia), glicemia, azotemia, creatininemia, equilibrio acidobase, esame urine; • definire il tipo di disidratazione, il grado di severità e le cause riconoscibili e trattabili; • documentare i dati rilevati in scheda/ cartella sanitaria; • informare anziani capaci e familiari sul problema e sulle cure. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 13 TERAPIA E MONITORAGGIO La terapia comprende una fase precoce di rapida correzione della disidratazione e poi in una fase di gestione cronica richiedente la costruzione di un piano di assistenza individuale (PAI) multidisciplinare, preceduto da una valutazione multidimensionale collegiale del caso da parte di tutte le figure professionali coinvolte nell’assistenza, per garantire un’adeguata idratazione e nutrizione. L’obiettivo del trattamento è la reintegrazione della carenza di liquidi e di elettroliti preferibilmente per via orale, possibile quando l’anziano è stabile ed è in grado di bere, oppure per via enterale mediante sondino nasogastrico (SNG) o protesi endogastrica (PEG) o per ipodermoclisi o per via endovenosa, per esempio in caso di vomito incoercibile, alterazione dello stato di coscienza, disfagia grave, ileo paralitico, necessità di rapida reintegrazione di liquidi per grave disidratazione. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 14 Negli anziani instabili con disidratazione severa è necessario eseguire una rapida reidratazione per via venosa, infondendo circa un quarto del fabbisogno stimato di liquidi entro le prime 12 ore, così da indurre una ripresa della diuresi, e il successivo fabbisogno entro 48-72 ore. L’idratazione richiede un monitoraggio della risposta individuale (esame mucose, parametri vitali, peso corporeo, diuresi, ecc) e verifiche periodiche del piano terapeutico. È utile monitorare l’anziano dal rischio di un’eccessiva somministrazione di liquidi per via venosa, che può indurre uno scompenso cardiaco con edema polmonare, in particolare negli anziani che presentano edemi, turgore delle vene giugulari e dispnea. Le patologie e i rischi individuali degli anziani condizionano la velocità di reitegrazione dei liquidi, le vie di somministrazione e la scelta dei liquidi da somministrare. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 15 CONSIGLI UTILI PER GLI ANZIANI In alcuni periodi di caldo afoso e di umidità particolarmente accentuata un numero rilevante di pazienti anziani veniva ricoverato con sintomi e segni di una disidratazione intensa. La normale idratazione di un paziente deriva da un equilibrio tra i liquidi assunti e quelli persi nell'arco della giornata. Normalmente viene introdotto circa 1 litro di acqua con i cibi solidi, un altro litro con le bevande e vengono prodotti dal nostro organismo circa 300 ml di acqua metabolica. Sia la quantità introdotta con i cibi sia quella assunta con le bevande possono variare considerevolmente. Le perdite devono normalmente pareggiare l'assunzione di liquidi. Esse sono costituite dall'evaporazione transcutanea e per via polmonare (in condizioni normali 1 litro al dì), dall'eliminazione per via fecale (di solito 100-200 ml/die), dal sudore e dalle urine. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 16 Durante l'estate la necessità di termoregolazione accentua le perdite cutanee e polmonari e quelle di sudore, mentre quelle renali diminuiscono e sono in grado, entro certi limiti, di compensare un eventuale squilibrio tra introiti e perdite. Tuttavia se le perdite aumentano sensibilmente (la quantità di sudore prodotto può essere anche di alcuni litri, dipendendo dall'esercizio fisico, dalla ventilazione dell'ambiente, dal grado di umidità e dalla temperatura) e se gli introiti non aumentano in modo proporzionale, il compenso da parte del rene che cerca di trattenere liquidi è insufficiente e si può instaurare anche in modo rapido uno stato di disidratazione. Il riflesso della sete è ridotto nella età avanzata, e il vecchio è perciò meno pronto a compensare la carenza idrica aumentando l'introito di liquidi. Inoltre gli anziani sono spesso non autosufficienti e quindi non sono in grado di assumere in modo autonomo la quantità di liquidi e di cibo necessaria. Non va dimenticato che essi sono frequentemente trattati con una terapia diuretica per le loro condizioni cliniche (ad esempio per lo scompenso cardiaco o per l’ipertensione arteriosa) e che spesso durante l'inverno e la primavera precedenti è stato loro consigliato dal medico di ridurre per lo stesso motivo l'apporto di acqua e di sale. Questa raccomandazione deve essere interpretata con minor rigore nella stagione di gran caldo. L'abbondante sudorazione e l'uso dei diuretici provocano inoltre un’accentuazione della perdita di sali di potassio che bisognerà cercare di reintegrare con l'alimentazione. Negli ambienti molto ventilati e con l'uso dei ventilatori l'evaporazione cutanea può essere molto accentuata. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 17 L'esercizio fisico, sempre raccomandato se eseguito con prudenza e secondo le capacità di ciascuno, dovrà essere svolto preferibilmente nelle ore più fresche della giornata e quindi soprattutto al mattino. La terapia diuretica ed ipotensiva dovrà essere continuata, ma potrà richiedere un aggiornamento posologico (che dovrà comunque essere deciso e monitorato più strettamente dal medico curante), anche alla luce dell’uso di altri farmaci potenzialmente complicato da ipotensione arteriosa. Particolare attenzione andrà inoltre posta nei confronti della sorveglianza di pazienti con degrado cognitivo per contrastare un ’ abitudine, che fa parte della fase dei disturbi cognitivocomportamentali di questi pazienti, che è quella della vestizione incongrua od a strati attuata da molti di questi soggetti se lasciati alle loro abitudini. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 18 Sarà utile un condizionamento ambientale moderato, evitando di creare esagerati sbalzi termici tra l’ambiente interno e quello esterno, soprattutto nei luoghi di cura. Andrà quindi consigliata cautela nell ’ esporre gli anziani a brusche variazioni di temperatura, come ad esempio l’esposizione solare diretta nelle ore più calde. L’uso dei ventilatori, di efficacia modesta o addirittura controindicati, dovrà comunque essere indiretto, mai orientato direttamente verso i soggetti o i pazienti. Relativamente all'alimentazione, dovranno essere evitati pasti particolarmente abbondanti e "pesanti". Sarà consigliabile al contrario frazionare i pasti, alleggerendo quelli principali e favorendo l'assunzione di cibo anche negli orari intermedi (spuntini e merende leggere). 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 19 Andrà invece favorita l'assunzione di frutta e di verdura. Durante i pasti sarà opportuno aumentare il consumo di cibi liquidi (minestre e frullati). Nella dieta andranno ridotti i grassi e i sughi in eccesso, e usati con moderazione i formaggi secchi e fermentati e i salumi troppo ricchi di grassi. L'uso di sale andrà moderatamente aumentato durante questo periodo, a meno che non vi siano controindicazioni cliniche certe e ribadite dal medico. Se l'anziano non è pienamente autosufficiente, i liquidi e i cibi vanno offerti attivamente, e non lasciati alla sua discrezione: in questo modo sarà possibile prevenire la disidratazione, che una volta instauratasi diventa un problema clinico del tutto rilevante. Un piccolo strappo alle regole ed un altro piccolo consiglio relativamente al gelato, ottimo e piacevolissimo nutriente. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 20 Malnutrizione “Uno stato di alterazione funzionale, strutturale e di sviluppo dell’organismo conseguente alla discrepanza tra fabbisogni nutrizionali specifici ed introito o utilizzazione dei nutrienti essenziali e di calorie” Council on Food and Nutrition dell’American Medical Association 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 21 • Può essere il risultato di una nutrizione in eccesso o in difetto: ipernutrizione o iponutrizione sarebbero termini più appropriati. • Nell’uso corrente il termine malnutrizione è abitualmente impiegato nel senso di iponutrizione 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 22 La più comune forma di malnutrizione, che si osserva in pazienti ospedalizzati e nei paesi industrializzati, è quella proteico-energetica, cioè la carenza di calorie e di proteine, che può comparire a causa di malattie acute e di malattie croniche. Questo tipo di malnutrizione è caratterizzato sia da una perdita di tessuto grasso che da una riduzione della massa muscolare. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 23 Epidemiologia Gli studi epidemiologici mostrano che il rischio di malnutrizione è piuttosto basso (0-6%) negli anziani autosufficienti, diviene elevato (10-30%) tra i pazienti istituzionalizzati e tra i pazienti che ricevono assistenza domiciliare (fino al 50%), raggiunge proporzioni epidemiche negli individui affetti da patologie acute. (Finch et al., 1998; Guigoz et al., 2002; Ruiz-Lopez et al., 2003; Saletti et al., 2005). 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 24 La presenza di malnutrizione ha conseguenze rilevanti non solo sulla qualità di vita del soggetto (malessere, depressione, irritabilità, apatia, perdita di concentrazione e di capacità intellettuale), ma anche sull’incidenza di complicanze e sulla prognosi a distanza della patologia di base, aumentandone la mortalità. Linee guida sulla nutrizione – Ministero della salute 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 25 Conseguenze della malnutrizione nell’anziano malnutrizione deplezione riserve tessutali alterazioni funzionali e microstrutturali alterazioni funzionali macroscopiche segni e sintomi clinici PRIMARIE conseguenze < tempo di guarigione delle ferite < funzionalità intestinale < funzionalità muscolare < risposta ventilatoria < risposta immunitaria > rischio di infezioni SECONDARIE morbilità durata della degenza uso di farmaci durata della riabilitazione mortalità costi sanitari da Bissoli et al. modif.. Gio. Ger. 2001; 49: 4-12 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 26 DATI INCHIANTI STUDY DIFFICOLTA’IN ATTIVITA’ CORRELATE CON L’ALIMENTAZIONE AUMENTATO RISCHIO di MALNUTRIZIONE SCARSO APPORTO MICRONUTRIENTI CONDIZIONE DI FRAGILITA’ Bartali B, Frongillo EA, Bandinelli S, et al. “Low nutrient intake is a essential component of frailty in older persons” Journal of gerontology 2006; Bartali B, Salvini S, Turrini A, et al. “Age and disability affect dietary intake” J Nutr. 2003. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 27 CAUSE DI IPONUTRIZIONE PROTEICO-ENERGETICA NELL’ANZIANO Morbo di Addison Ipertiroidismo Alcolismo Paranoia tardiva Anoressia nervosa, anoressia tardiva Solitudine Infezioni croniche (p. es., tubercolosi, diarrea da Clostridium difficile, infezione da Helicobacter pylori) Sindrome da malassorbimento (p. es., malattia celiaca tardiva, insufficienza pancreatica) Colelitiasi Mania Cancro Feocromocitoma Pneumopatia cronica ostruttiva Inabilità fisica (p. es., tremori) Demenza Povertà Problemi odontoiatrici Ictus Depressione Diete terapeutiche Astinenza da farmaci (p. es., ansiolitici e altri farmaci psicoattivi) Assunzione di farmaci (p. es., digossina, teofillina) Riduzione del gusto e dell’olfatto Ipercalcemia Disfagia Xerostomia Difficoltà ad acquistare o a prepare il cibo 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 28 Malnutrizione e demenza Negli stadi precoci della malattia il calo ponderale è correlato a modificazioni della dieta e della condotta alimentare conseguenti alla ridotta autonomia (difficoltà nel decidere riguardo all’acquisto e alla scelta degli alimenti e nella preparazione dei cibi); negli stadi più avanzati possono presentarsi disturbi del comportamento alimentare (comportamenti di resistenza, comportamenti selettivi) e incapacità a mangiare senza aiuto (per aprassia, disfagia); nella demenza grave, reazioni di avversione al cibo possono impedire al soggetto di alimentarsi. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 29 Valutazione Clinica O. Bosello et al. Linee guida per la valutazione della malnutrizione nell’anziano. Giorn Geront 2001; 49: 4-12 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 30 Albumina • < 3,5 g/dl • 3 < > 2,5 g/dl malnutrizione certa • < 2,5 11/08/2016 malnutrizione malnutrizione grave Dott. Federico Vasquez - Giuliano 31 Prealbumina • Range 10 – 40 mg/dl • < 10 mg/dl malnutrizione Transferrina sierica • Range 180 – 380 mg/dl < 150 mg/dl malnutrizione 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 32 Body Mass Index (BMI) <18.5 • Sottopeso • Normopeso • Sovrappeso • Obesità lieve 25-29.9 (classe I) 30-34.9 (classe II) 35-39.9 • Obesità moderata • Obesità grave 11/08/2016 18.5-24.9 (classe III) >= 40 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 33 Plicometria - tecnica 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 34 Plicometria - sedi Sottoscapolare: la plica viene presa in diagonale, all'angolo inferiore della scapola; Ascellare: la plica viene presa orizzontalmente al di sotto della zona ricoperta di peli; Soprailiaca: la plica viene presa in obliquo, appena sopra la cresta iliaca; Addominale: la plica viene presa in verticale (od orizzontale a seconda degli autori),2 cm lateralmente all'ombelico; Tricipite: la plica viene presa in verticale, a metà del braccio misurato flesso; Bicipite: la plica viene presa in verticale, a metà del braccio misurato disteso; Coscia: la plica viene presa in verticale, al centro della distanza tra la piega inguinale e la rotula; Polpaccio: la plica viene presa in verticale, nel punto di maggior sviluppo della parte e nella sua porzione mediale; 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 35 Mini Nutritional Assessment (MNA) È lo strumento più utilizzato per la valutazione nutrizionale nel paziente geriatrico (Guigoz et al., 1994; Guigoz et al., 1996; Rubenstein, 1998). La metodica si caratterizza per la non-invasività, la semplicità d’uso e l’economicità. Il protocollo è raccomandato dalla European Society of Parenteral and Enteral Nutrition (Kondrup et al., 2003), dal Programme National Nutrition Santé francese (Hasselmann e Alix, 2003), e in Italia dalle linee guida per la valutazione della malnutrizione nell’anziano (Bissoli et al., 2001). Secondo Nourhashemi et al. (1999) il MNA è un indicatore di malnutrizione più sensibile della albuminemia. Il MNA è di semplice realizzazione e può essere completato in circa 10 minuti. Il test consiste nella compilazione di un questionario di 18 domande, ripartite in tre ambiti: antropometria; alimentazione; stato cognitivo e disabilità. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 36 Il mini nutritional assessment nella malattia di Alzheimer La malattia di Alzheimer (AD) è caratterizzata da variazioni dello stato nutrizionale, che comportano significative riduzioni di peso (Gillette-Guyonnet et al., 2000; Vellas et al., 2005; White et al., 1996, 1998). L’analisi dello stato dell’arte mostra che i pazienti Alzheimer presentano valori di MNA indicativi di rischio di malnutrizione o di malnutrizione conclamata. Balardy et al., (2003) trovano che il 77,2% dei pazienti presenta un MNA < 24. McGrath et al. (2001) rilevano uno score ridotto in pazienti AD rispetto ai controlli, anche in assenza di differenze significative per il BMI. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 37 ASSESSMENT ANTROPOMETRICO 1. BMI (peso/altezza2, in kg/m2) 2. Circonferenza media del braccio (MAC, in cm) 3. Circonferenza del polpaccio (CC, in cm) 4. Perdita di peso negli ultimi 3 mesi BMI<19 (0); 19<BMI< 21 (1); 21<BMI<23 (2); BMI>23 (3) MAC<21 (0); 21<MAC<22 (0,5); MAC>22 (1) CC<31 (0); CC>31 (1) perdita di peso>3 Kg (0); non sa (1); perdita di peso tra 1 e 3 Kg (2); non perdita di peso (3) ASSESSMENT GLOBALE 5. Il paziente è ricoverato in una casa di riposo o casa protetta (nursing home)? Sì (0) No (1) 6. Assume più di 3 farmaci al giorno ? Sì (0) No (1) 7. Negli ultimi 3 mesi ha sofferto di stress psicologici o malattie acute ? Sì (0) No (2) 8. Mobilità costretto a letto o su sedia (0); è capace di alzarsi dal letto/sedia ma non esce di casa (1); esce di casa (2) 9. Problemi neuropsicologici 10. Ulcere da decubito MNA demenza o depressione grave (0); lieve deficit cognitivo (1); non problemi psicologici (2) Sì (0) No (2) ASSESSMENT DIETETICO 11. Numero di pasti al giorno 12. Consuma: - almeno una volta al giorno prodotti caseari (latte, formaggio, yogurt)? - due o più volte la settimana legumi o uova? - carne, pesce o pollo ogni giorno? se 0 o 1 si (0); se 2 si (0,5); se 3 si (1) 1 pasto (0); 2 pasti (1); 3 o più pasti (2) Si Si No No Si No 13. Consuma due o più volte al giorno frutta o verdura ? (1) No (0) 14. Negli ultimi 3 mesi ha assunto meno cibo per perdita di appetito, difficoltà di digestione, masticazione o deglutizione?0: perdita marcata di appetito; 1: perdita moderata di appetito; 2: non perdita di appetito 15. Quanti bicchieri/tazze di bevande assume al giorno (acqua, succo di frutta, caffè, tè, latte, vino, birra)? meno di 3 bicchieri (0) da 3 a 5 bicchieri (0,5) più di 5 bicchieri (1) 16. Modo di mangiare ha bisogno di assistenza (0); mangia da solo con qualche difficoltà (1); mangia da solo senza problemi (2) ASSESSMENT SOGGETTIVO 17. Pensa di avere problemi di nutrizione ?malnutrizione grave (0); non sa (0,5); moderata malnutrizione (1); non problemi di nutrizione (2) 18. Rispetto ad altre persone della stessa età, come considera il suo stato di salute ? peggiore o non risponde (0); non sa (0,5); uguale (1); migliore (2) Punteggio totale >24 punti: normonutrito 11/08/2016 da 17 a 23.5 punti: a rischio di malnutrizione < 17: malnutrizione Dott. Federico Vasquez - Giuliano 38 STRATEGIE DI ASSISTENZA PER I SOGGETTI CON IPONUTRIZIONE PROTEICO-ENERGETICA Nella iponutrizione lo scopo principale è fornire la maggiore quantità di calorie possibili in un volume ristretto, mantenendo un rapporto sufficientemente equilibrato tra i vari nutrienti. Bisogna: evitare alimenti che apportino poche calorie in un volume grande, come le verdure che hanno poche calorie evitare pasti copiosi (frazionare in almeno 5 pasti nella giornata: colazione, pranzo, cena e 2 spuntini) preparare piatti unici che garantiscano l'apporto di vari nutrienti e calorie in una unica confezione ed in volumi ridotti frazionare l'acqua della giornata, cercando di bere prevalentemente fuori pasto. sostituire le bevande analcoliche (orzo, thè) o solo zuccherine (succhi di frutta, coca cola, aranciata) con integrazioni nutrizionali 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 39 Stipsi E’ un disturbo diffusissimo che consiste nella riduzione della evacuazione spontanea a due giorni la settimana o meno; le persone che soffrono di stipsi riferiscono inoltre di evacuare con difficoltà e con dolore a causa di feci talora molto dure. La stipsi può riguardare persone di ogni età ma è più frequente in età avanzata e nel sesso femminile. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 40 Prevalenza della stipsi In Italia ne soffre il 20 % della popolazione 7 soggetti su 10 sono donne Riferisce stipsi anche il 10 % dei soggetti con transito intestinale normale il 15-20% nei pazienti ricoverati presso case di cura soffre di stipsi Study of the motile activity of the small intestine in constipated subjects. Hepatogastroenterology. 2001 Nov-Dec;48(42):1665-8. Frequency of bowel movements and the future risk of Parkinson's disease Neurology 2001 57: 456-462. Constipation in children. N Engl J Med 1998; 339: 1155. An Epidemiological Survey of Constipation in Canada: Definitions, Rates, Demographics, and Predictors of Health Care Seeking, The American Journal of Gastroenterology 2001;96:3130-3137 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 41 Prevalenza della stipsi in uomini e donne di diversa età. (Da Sonnenberg A, Koch TR. Epidemiology of constipation in the United States 1989; 32; 1-8) 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 42 Una persona si definisce affetta da stipsi se nell’ultimo anno per almeno 12 settimane, non necessariamente consecutive, ha avuto meno di due evacuazioni a settimana o almeno due dei seguenti disturbi (in assenza di assunzione di lassativi e con una frequenza di almeno un quarto delle evacuazioni) Sforzo ad evacuare Feci dure e/o caprine Sensazione di evacuazione incompleta Sensazione di blocco / ostruzione retto-anale Utilizzo di manovre manuali Meno di tre evacuazioni a settimana 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 43 Oltre alle evacuazioni molto diradate, in caso di stipsi la massa fecale risulta diminuita, le feci sono spesso dure, l'espulsione risulta difficoltosa e si può avvertire un senso di svuotamento incompleto del retto. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 44 Cause di stipsi Inadeguato apporto di fibre e di acqua Cause Funzionali: colon irritabile Cause Endocrine: ipotiroidismo, iperparatiroidismo, diabete mellito Fattori psicologici Squilibrio idro-elettrolitico Ostruzione meccanica: cancro, infiammazione cronica, ischemia cronica, endometriosi, ernie, neoplasie dell’ovaio, dell’utero, volvolo cronico Farmaci (abuso di lassativi, anticolinergici, oppiacei) Mancanza di innervazione (malattia di Chagas, malattia di Hirschsprung's) Neuromuscolari (paralisi, lesioni spinali o sacrali, sclerosi multipla) Patologie anorettali (emorroidi, ragadi, cancro, ascessi, fistole) 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 45 I nemici dell’intestino Alimentazione scorretta (troppe proteine animali, poca acqua, poche fibre vegetali) Digiuno e dieta dimagrante Cambiamenti improvvisi della dieta Cattivo funzionamento del fegato Scarsa motilità intestinale Gravidanza Abuso di lassativi Alcuni farmaci Stress e ansia Cambiamenti climatici Abitudine a ignorare lo stimolo Prolungata permanenza a letto Vita sedentaria Vacanze e/o viaggi 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 46 Cause di stipsi nell'anziano immobilità debolezza dei muscoli perineali alimentazione inappropriata politerapie 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 47 Complicanze della stipsi nell'anziano diverticolosi e diverticolite semplice o complicata da ascessi, fistole, peritonite fecalomi ragadi emorroidi con stillicidio ed anemia cronica ernia inguinale prolasso rettale incontinenza fecale confusione mentale e turbe comportamentali malnutrizione disidratazione 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 48 Farmaci da limitare in caso di stipsi Analgesici (soprattutto stupefacenti) Anestetici Ansiolitici Antiacidi (contenenti alluminio) Antibiotici Alcuni antipertensivi Antipsicotici Antispastici Antistaminici Diuretici Farmaci a base di bismuto Lassativi (se usati in eccesso) Oppiacei Sedativi della tosse a base di codeina Anticolinergici Anticonvulsivanti Antidepressivi Antiparkinsoniani 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 49 Lassativi I lassativi sono farmaci atti a migliorare il transito intestinale. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 50 Incontinenza Fecale Definizione L’incontinenza fecale (IF) è usualmente definita come involontario o inappropriato passaggio di feci e gas e può presentarsi come perdita passiva o conseguente all’impellente bisogno di defecare (urgenza). L’IF è un segno o un sintomo, non una diagnosi, pertanto devono essere ricercate le cause che l’hanno determinato. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 51 Classificazione IF nell’anziano è multifattoriale (a differenza del giovane). Classificazione sulla base della causa primaria (eziologica) in una modalità clinicamente significativa: 1. Overflow: incontinenza fecale da sovrafflusso (stipsi) 2. Incontinenza funzionale 3. Incontineza fecale associata a demenza 4. Incontinenza associata ad alvo diarroico: conseguente ad abuso di lassativi, intolleranze alimentari, uso di antibiotici e infezioni gastroenteriche 5. Incontinenza conseguente a comorbilità 6. Incontinenza conseguente a disfunzioni ano rettali 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 52 1. Overflow: incontinenza fecale da sovrafflusso secondaria a stipsi - 27% dei pazienti in ospedale - 52% dei soggetti in casa di riposo Principali cause di stipsi: - Immobilità - effetti secondari da farmaci - malattia di Parkinson - dieta povera di fibre - scarsa idratazione. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 53 2. Incontinenza funzionale La prevalenza dipende dal grado di dipendenza funzionale e dalla scala di valutazione di disabilità usata. L’incontinenza fecale funzionale si verifica nei soggetti che non sono in grado di accedere al bagno in tempo per difficoltà nella mobilità, nella destrezza, o nella visione. 3. Incontineza fecale associata a demenza 46% dei soggetti con IF in RSA I pazienti con demenza avanzata possono avere una disibinizione neurologica del retto, con una tendenza a svuotare l’ampolla rettale una volta o due volte al giorno in conseguenza ai movimenti peristaltici. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 54 4. Incontinenza associata ad alvo diarroico Le feci liquide aumentano il rischio di incontinenza fecale negli anziani normalmente continenti (44% dei pazienti in RSA). Le più frequenti cause reversibili di feci liquide sono: - Abuso di lassativi (oltre 30% della popolazione geriatrica) - intolleranza al lattosio (50% degli ultra-60enni) - diarrea conseguente all’utilizzo di farmaci antibiotici - infezioni gastroenteriche. 5. Incontinenza conseguente a comorbilità Patologie causa di incontinenza fecale: -stroke (40% dei soggetti con stroke recente, 10% a 6 mesi), -diabete mellito -disfunzioni nell’innervazione sacrale. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 55 6. Incontinenza conseguente a disfunzioni ano rettali riscontrato nel 34% delle donne ultra65enni con IF La disfunzione correlata all'età dello sfintere anale può contribuire all’aumentata prevalenza di IF negli ultraottantenni. Vanno distinti i problemi fisiologici da quelli anatomici pregressi: - Lesioni di tipo ostetrico: sono relative alla muscolatura dello sfintere anale. - Precedenti interventi chirurgici anorettali: emorroidi, polipectomia transrettale, dilatazione anale terapeutica e iniezioni di tossine di botulino possono danneggiare gli sfinteri e i nervi. - Lesioni traumatiche: fratture pelviche. - Prolasso rettale: un disordine predominante nelle donne. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 56 NUTRIZIONE ARTIFICIALE (NA) Procedura terapeutica per nutrire pazienti che non sono in grado di alimentarsi sufficientemente per via naturale Nutrizione artificiale Nutrizione parenterale Nutrizione enterale 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 57 Quando usare la NA ? • • • • 11/08/2016 Presenza di malnutrizione Rischio di malnutrizione Situazioni che inducono ipercatabolismo “riposo intestinale” Dott. Federico Vasquez - Giuliano 58 NUTRIZIONE ENTERALE (NE) Somministrazione di nutrienti direttamente all’interno del canale gastrointestinale tramite l’ausilio di sonde posizionate a diversi livelli del canale gastrointestinale stesso 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 59 Scelta della via di somministrazione della NA Indicazione alla NA Funzione intestinale adeguata insufficiente Nutrizione Enterale Nutrizione Parenterale La NE deve sempre rappresentare la prima scelta e deve sempre essere preferita alla NP ogni qualvolta il tratto gastrointestinale sia funzionante 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 60 NE vs NP • Più fisiologica • Mantiene integrità anatomo-funzionale della mucosa intestinale • Più facilmente gestibile • Minori effetti collaterali • Minori rischi • Minori costi 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 61 Controindicazioni all’uso della NE Mancanza di adeguata funzione intestinale assorbente Compromissione del transito intestinale Negato consenso da parte del paziente o del tutore 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 62 Condizioni cliniche nelle quali è controindicata la NE Occlusione o subocclusiuone intestinale cronica di origine meccanica Grave ischemia intestinale Fistole digiunali o ileali ad alta portata (>400ml/die) Grave alterazione della funzione intestinale secondaria ad enteropatie o insufficienza della superficie assorbente 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 63 VIE DI ACCESSO PER LA NE 1. 2. 3. 4. 11/08/2016 Sondino naso-gastrico Sondino naso digiunale PEG - Gastrostomia chirurgica PEJ - Digiunostomia Dott. Federico Vasquez - Giuliano 64 Scelta della via di accesso Stato clinico del paziente Accessibilità e capacità di assorbimento dell’apparato digerente Durata prevista del trattamento nutrizionale 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 65 Vie di accesso: 1) sondino naso gastrico Consigliabile l’uso di sondini morbidi, di piccolo calibro, di materiale biocompatibile (silicone, poliuretano). Metodica utilizzata per NE di breve durata (<30 gg). Vantaggi: Svantaggi: • • • • • 11/08/2016 Facilità posizionamento Basso costo Dott. Federico Vasquez - Giuliano Scarso comfort Facile dislocamento Maggiore facilità di reflusso gastroesofageo e polmonite ab ingestis 66 COMPLICANZE DELLA NE A. B. C. D. 11/08/2016 Le complicanze possono essere divise in 4 gruppi principali: Complicanze meccaniche Complicanze gastro-enteriche Complicanze metaboliche Complicanze infettive Dott. Federico Vasquez - Giuliano 67 MONITORAGGIO DEL PAZIENTE IN NE Il monitoraggio è indispensabile per: • prevenire e minimizzare le complicanze • valutare l’efficacia della terapia nutrizionale, adeguarla alle variazioni cliniche del paziente in relazione alla patologia di base, al suo grado di autonomia e al suo stato nutrizionale 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 68 Parametri da monitorare • Alvo (frequenza, consistenza delle feci, ecc.) • Tollerabilità della miscela (dolori addominali, nausea, ecc.) • Ristagno gastrico • Bilancio idrico • Funzionamento e corretta gestione della via di accesso • Fabbisogni nutrizionali (rivalutazione periodica dei fabbisogni calorici e di nutrienti) 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 69 Parametri da monitorare • Parametri nutrizionali: – – – – – – – – – 11/08/2016 Peso corporeo Impedenziometria Bilancio azotato Proteine plasmatiche- Prealbumina Glicemia - Linfociti Elettroliti plasmatici Funzionalità renale Ferritina/transferrina Esame clinico Dott. Federico Vasquez - Giuliano 70 CONCLUSIONI La Nutrizione Enterale deve sempre essere preferita alla Nutrizione Parenterale quando l’apparato gastro enterico è funzionante Gli effetti collaterali e le complicanze della NE sono rari e si minimizzano con l’esperienza e con un attento addestramento tecnico e gestionale del paziente e/o dei familiari 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 71 “In generale tutte le parti del corpo che hanno una funzione, se vengono usate con moderazione e utilizzate nei lavori a cui sono abituate, mediante questa attività diventano sane, bene sviluppate e invecchiano lentamente, ma se non vengono utilizzate e vengono lasciate impigrire, sono soggette a malattie, non crescono ed invecchiano rapidamente”. 11/08/2016 Dott. Federico Vasquez - Giuliano 72