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SONO IN MEZZO A VOI E NON MI VEDETE, VI PARLO E NON MI

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SONO IN MEZZO A VOI E NON MI VEDETE, VI PARLO E NON MI
Associazione Sposa di Sion
Lettera di gennaio 2016
SONO IN MEZZO A VOI E NON MI VEDETE,
VI PARLO E NON MI SENTITE
Messaggio per tre sacerdoti
4-5 luglio 2007
Caro figlio,
le tue pene e quelle dei tuoi amici in Cristo sono la conseguenza di un amore a
Dio limpido e fruttuoso.
Continuate a portare a Dio tanti fiori appassiti che vengono rigenerati dal
Sangue di mio Figlio Gesù.
Ora il mio cuore è triste, il sorriso rischia di spegnersi per l’insensatezza dei
miei figli devoti, i quali predicano di amarmi senza capire che io voglio essere
amata non con gli onori degli uomini ma con quelli di Dio, espressione più
profonda del suo amore.
Dal giorno del mio sì, mi sono rivestita del prezioso dono dell’umiltà e ora vi
dico: voi volete portare in processione un pezzo di storia antica e lontana,
volete tener vivo il ricordo di una mia venuta di tanto tempo fa’, in un luogo
lontano da voi … e questo è giusto.
Ma ora vi chiedo: come mai io sono in mezzo a voi e voi non mi vedete,
vi parlo e voi non mi sentite?
Preferite vivere di ricordi lontani e non ascoltarmi ora che sono presente in
mezzo a voi?
Mi riempite di onore ma siete voi che volete essere onorati!
Ora vi esorto: pentitevi e convertitevi, trasformate il vostro orgoglio in
umiltà, il vostro desiderio di gloria sia trasformato in servizio ai vostri
fratelli. Questo è quello che desidero.
Voi mi incoronate, eppure non riuscite a togliere la corona di spine dalla
testa di mio Figlio; mi incatenate le mani con la corona del Rosario ma
lasciate ancora infissi i chiodi nelle mani di mio Figlio; mi riempite di fiori
profumati ma lasciate mio Figlio appeso alla croce maleodorante del suo
sudore e del suo sangue.
Forse vi chiedete: cosa significa tutto questo?
Mentre passerò in processione cercherò con cura lo sguardo di tante
persone umili e sincere a cui sorriderò perché, loro, mi ricordano il sorriso di
mio Figlio.
******
Questo messaggio fu trasmesso dalla Vergine a Giulio nella notte tra il 4 e il
5 luglio 2007 ed è indirizzato all’allora Prevosto di Rho, don Gianpaolo
Citterio, al Parroco di Mazzo don Mario Cocuzzoli e al prete
dell’Associazione Sposa di Sion don Rodolfo Pozzi.
Il contesto è quello delle tensioni createsi tra i responsabili
dell’Associazione e alcuni membri della Parrocchia di Mazzo in occasione dei
preparativi per le celebrazioni del 2° Anniversario del passaggio della statua
della Madonna Pellegrina di Fatima a Mazzo di Rho.
Come Associazione, voluta da Maria per far conoscere le sue apparizioni e
rivelazioni di “Sposa della Famiglia”, potevamo prendere parte a questi
festeggiamenti e, nel contempo, tacere sugli avvenimenti soprannaturali
accaduti da quel luglio 2005 in poi?
Non sarebbe stato un tradimento della nostra chiamata e del senso stesso
della nostra presenza a Mazzo? Di fatto ci furono scintille … Finché Maria
stessa intervenne a mettere ordine, e lo fece con questo messaggio
indirizzato ai tre presbiteri coinvolti nella vicenda.
Secondo la richiesta della Vergine questa lettera avrebbe dovuto essere
letta pubblicamente il 13 luglio 2007, giorno centrale dei festeggiamenti, ma
l’autorizzazione fu concessa solo per il successivo 2 agosto.
L’espressione “Caro figlio” con cui inizia lo scritto è rivolta a Giulio.
Il testo, secondo le bella definizione che ne diede don Gianpaolo, è “in tipico
stile profetico”:
“Voi volete portare in processione un pezzo di storia antica e lontana, volete
tener vivo il ricordo di una mia venuta di tanto tempo fa’, in un luogo lontano
da voi [gli avvenimenti del 1917 a Fatima] … e questo è giusto.
Ma ora vi chiedo: come mai io sono in mezzo a voi e voi non mi vedete,
vi parlo e voi non mi sentite?
Preferite vivere di ricordi lontani e non ascoltarmi ora che sono presente in
mezzo a voi?”
Chiaramente una cosa è celebrare, a debita distanza, avvenimenti
soprannaturali del passato, un’altra cosa è l’incontro col divino che si
manifesta nel momento presente!
Quando Dio si manifesta in un’esperienza di “tipo profetico” avviene come un
terremoto nella vita delle persone coinvolte; la loro esistenza viene
letteralmente sconvolta: abitudini, progetti, attività lavorative, affetti,
priorità, scale di valori su cui ci si era basati in precedenza, aspettative …
tutto viene rimesso in discussione e, spesso, demolito pezzo dopo pezzo, per
lasciare posto alla “novità” dello Spirito Santo in azione. E’ la novità del
Regno dei Cieli introdotta da Gesù con l’immagine del vino nuovo: “Nessuno
versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si
perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!” (Mc 2,22) Questo cambia
molte cose. Facciamo solo un esempio: una delle prime realtà a fare i conti
con questa nuova dinamica è sicuramente la famiglia che, con le sue abitudini
di vita ed equilibri affettivi, si trova ora a doversi confrontare con un nuovo
sconcertante principio: quello del primato di Dio su tutte le cose, anche
sulla vita familiare stessa! Questo non può che creare tensioni e divisioni in
famiglia, situazioni non sempre ricomponibili se già Gesù le mise in conto
quando affermò “Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io
vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone,
saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro
figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre,
suocera contro nuora e nuora contro suocera.” (Lc 12,51-53)
Ma torniamo al nostro messaggio:
“Mi riempite di onore ma siete voi che volete essere onorati! Ora vi esorto:
pentitevi e convertitevi, trasformate il vostro orgoglio in umiltà, il vostro
desiderio di gloria sia trasformato in servizio ai vostri fratelli. Questo è
quello che desidero.”
Anche oggi Maria ci esorta a fare un attento esame di coscienza sui motivi
profondi del nostro operare, persino quando, esternamente, ci stiamo
impegnando tanto ”in suo onore!” E’ veramente così o stiamo solo annaffiando
il giardinetto del nostro orgoglio e del nostro desiderio di autoaffermazione
di noi stessi?
“Voi mi incatenate le mani con la corona del Rosario ma lasciate ancora infissi
i chiodi nelle mani di mio Figlio; mi riempite di fiori profumati ma lasciate
mio Figlio appeso alla croce maleodorante del suo sudore e del suo sangue.”
Già gli antichi profeti d’Israele si erano scagliati contro le pratiche religiose
di un culto staccato dalle esigenze della giustizia e dell’amore per i bisognosi
del paese: “Io detesto, respingo le vostre feste solenni e non gradisco le
vostre riunioni sacre; anche se voi mi offrite olocausti, io non gradisco le
vostre offerte, e le vittime grasse come pacificazione io non le guardo.
Lontano da me il frastuono dei vostri canti … Piuttosto come le acque scorra
il diritto e la giustizia come un torrente perenne.” (Am 5,21-24)
Direi che c’è da riflettere per tutti, Associazione e parrocchia, laici e preti,
celibi e famiglie.
Ancora assaporiamo le forti emozioni vissute insieme nel ritiro spirituale di
Carenno in cui, con tante famiglie, abbiamo pregato e meditato sulla figura
del “discepolo amato” nel Vangelo di san Giovanni. Possa questa figura
spirituale, modello dell’autentico discepolo di Gesù, insieme con Maria,
guidarci nel nostro cammino di sequela a Cristo l’unico salvatore del mondo
ieri, oggi e sempre. Il prossimo 2 febbraio, Giornata mondiale della Vita
Consacrata, pronunceremo i sette voti di Consacrazione a Maria Sposa della
Famiglia in questo decimo anniversario dall’inizio delle apparizioni di Mazzo.
Seguirà il cammino della “Scuola della Parola di Dio nella tradizione
profetica” che anche quest’anno comporterà una tappa in Terra d’Israele e
sul Monte Carmelo.
In questa 16° Giornata della Memoria, a settantuno anni dall'abbattimento
dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, vogliamo rinnovare
l’invito a pregare e operare per giungere alla Consacrazione delle terre e
delle nazioni mediorientali richiesta da Maria al fine di evitare un nuovo
Olocausto di proporzioni mondiali.
Come ebbe a dire Monsignor Elias Chacour, Arcivescovo melchita emerito di
Akko-Haifa-Nazaret:
“Non abbiamo bisogno di contemplatori di pace. I contemplatori stanno
seduti e pensano, niente di più. Noi abbiamo bisogno di operatori di pace.
Gli operatori di pace si danno da fare e agiscono!”
Un saluto di pace a tutti.
Angelo Ansalone
Lainate, 27-01-2016
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