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Risalire alle origini Ma perché è successo?

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Risalire alle origini Ma perché è successo?
Un'attesa
che si interrompe è un evento che lascia
sempre il segno, in qualunque epoca si verifichi.
Ma non pregiudica affatto una nuova maternità e questo
è importante sottolinearlo. "Nella stragrande
maggioranza dei casi, un aborto spontaneo resta un
evento isolato, specie se si presenta nelle primissime
settimane", rassicura Giorgio Mello, Responsabile di
medicina prenatale e gravidanze a rischio della Maternità
di Careggi (FI). "Ricordiamo infatti che nel primo
trimestre, e in particolare nelle prime otto settimane,
circa il 15-20% delle gravidanze si interrompe, ma è
decisamente più raro (solo nell'1-2% dei casi) che la
donna abbia successivamente altri aborti". Riprovarci,
però, non è sempre facile per la coppia, frenata dal
timore che l'evento possa nuovamente ripresentarsi.
Ma perché
è successo?
Quando si verifica un aborto, la
prima cosa che i genitori vogliono
capire è quale sia stato il motivo.
"Le cause possono essere tante",
precisa Mello, "e difficilmente si
riuscirà a individuare un solo 'colpevole'. Più spesso si tratta del
confluire di diverse condizioni di
rischio, che in quella determinata
gravidanza, per una serie di motivi contingenti, possono aver portato a un esito negativo. Ma questo non significa che le condizioni
che si sono verificàte una volta
debbano ripetersi ancora, perché
le variabili sono tante e ogni gestazione è un evento a sé".
Risalire
alle origini
A prescindere dall'epoca in cui l'evento si è verificato, bisogna sempre risalire all'inizio della gravidanza, cercando di individuare i
fattori che potrebbero portare a
un esito negativo. Per esempio, la
mamma era in sovrappeso o soffriva di pressione alta? Nelle urine vi era presenza di proteine? I
valori glicemici erano normali?
"Sarebbe importantissimo, inoltre, conoscere l'esito delle analisi
sulla placenta", prosegue il ginecologo. "È un'indagine che, purtroppo, non viene fatta con la dovuta accuratezza in tutti i Centri,
ma è proprio nella placenta che,
nel 90% dei casi, si può trovare la
spiegazione di quanto accaduto".
"Teniamo presente, infine, un altro aspetto", dice Mello. "La gravidanza rappresenta uno sforzo
incredibile per il corpo, al quale
un organismo sano si adatta senza
problemi. Ma proprio perché si
tratta di uno sforzo, può essere il
momento in cui vengono a galla
condizioni di patologia latente di
cui non si era a conoscenza, come
la celiachia, l'ipotiroidismo subclinico o un'eccessiva insulino-resistenza, come accade nella policistosi ovarica". Detto ciò, proviamo a individuare le possibili cause
dell'interruzione in base al trimestre in cui è avvenuta, fermo restando che sono solo alcune tra le
più probabili e che non si tratta di
una suddivisione netta, visto che
molte possono verificarsi anche in
altri periodi della gravidanza.
)
Nel 1°trimestre
CAUSA GENETICA:
c'è stato un
'errore' nell'unione di ovulo e spermatozoo che ha reso impossibile la
prosecuzione della gravidanza. È la
causa più frequente e si verifica soprattutto con l'aumentare dell' età materna. Di solito è un fatto a sé e non
provoca nuove interruzioni, a meno
che non ci sia un'alterazione del corredo cromosomico dei genitori.
CAUSA ORMONALE: alcune alterazioni impediscono di rendere 'accogliente' l'ambiente intrauterino,
con conseguente aborto.
ANOMALIE UTERINE: la più frequente, sebbene abbastanza rara, è
l'utero setto. La cavità uterina, cioè, è
divisa in due da una membrana fibrosa e questo può interferire con l'impianto e la crescita dell'embrione.
TROMBOFILlA: è la tendenza del
sangue a coagulare in eccesso; limita la funzione placentare, riducendo
il passaggio di nutrimento e ossigeno al feto.
In caso di poliabortività,
lo specialista può chiedere
alla coppia di effettuare una
mappatura cromosomica
CAUSA IMMUNOLOGICA: la mam- .
ma è affetta da malattia auto-immune, che altera il processo di 'accoglimento' dell'embrione.
Nel
2°trimestre
INCONTINENZA CERVICALE
UTERINA: il collo dell'utero non
riesce a rimanere ben chiuso e si
apre, provocando la rottura del sacco amniotico con conseguente aborto tardivo.
INFEZIONI: alcune, come la toxoplasmo si, la rosolia, la varicella, possono attraversare la barriera placentare e contagiare il feto. Anche le infezioni vaginali, se non curate, possono risalire attraverso il canale cervicale, infettare la cavità amniotica e
indurre contrazioni che provocano
aborto o, in epoca avanzata, parto
pretermine.
Nel
3°trimestre
DIABETE GESTAZIONALE: porta a uno sviluppo eccessivo del bambino, ma la placenta, che non cresce
allo stesso modo, non è in grado di
Perdere un bambino è
sicuramente una vicenda molto
triste nella vita di una coppia
e, soprattutto nei primi tempi,
lascia un senso di vuoto che
sembra impossibile superare.
"È importante prendersi tutto
il tempo necessario per
rielaborare il lutto che si è
vissuto, senza farsi fretta e
senza pretendere di cancellarlo
dalla propria memoria",
dice Claudia Ravaldi,
psicoterapeuta e fondatrice
dell'Associazione Ciaolapo
Onlus, nata proprio per offrire
un sostegno ai genitori che
hanno perso un figlio. "Quello
del dolore è un passaggio
obbligato e la guarigione non
può essere resa più rapida,
altrimenti il lutto non verrà
superato.
Molti genitori cercano un altro
figlio al più presto, per colmare
il vuoto e soddisfare il bisogno
fisico di tenere in braccio una
passare al piccolo la quantità di ossigeno di cui ha bisogno.
IPERTENSIONE:
può provocare
una riduzione o il blocco della crescita del bambino, dal momento che
compromette
la funzionalità della
placenta, riducendo il passaggio di
ossigeno e nutrienti da mamma a
ban1bino.
DISTACCO DELLA PLACENTA:
è spesso la conseguenza di un cattivo 'ancoraggio' della placenta, il più
delle volte associato a disturbi ipertensiÙ della gravidanza, come polidranmios (cioè quantità eccessiva di
liquido anmiotico) o traumatismi.
n
te
DOLCE ATTESA
Gli accertamenti
e le terapie
J'
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Quali esami fare prima di riprovare a concepire un bebè?
-Ogni caso va valutato a sé", chiarisce
Giorgio Mello. "Sicuramente le inda-
nuova creatura. Ma se le due
esperienze sono troppo
ravvicinate, la mamma rischia
di provare ancora troppo
intensamente il dolore della
perdita: la conseguenza è che
o si sente in colpa perché crede
di dimenticare o rinnegare
in questo modo il precedente
bambino o, per scaramanzia,
vive la gravidanza con minore
partecipazione, con distacco,
nella paura di affezionarsi al
nuovo piccolo. Ci sono donne
che non si toccano la pancia
o non guardano il monitor
quando fanno l'ecografia,
che non preparano nulla per
il nascituro, nemmeno il fiocco;
molte mamme stanno assai
peggio quando si avvicinano alla
settimana in cui si è verificata la
che si sta vivendo, coltivare
il legame col bambino giorno
per giorno e non vivere
la gravidanza come 'in apnea',
in attesa della nascita".
Quanto sarebbe meglio
aspettare, dunque, prima di
riprovarci? "Ognuno ha i suoi
tempi, ma in genere almeno
sei-dodici mesi sono necessari",
risponde Claudia Ravaldi.
"Il momento 'giusto' può essere
quando sentiamo che la voglia
di amare è più forte della paura,
quando la sofferenza si è
trasformata in qualcosa
di caro da ricordare e pensiamo
al piccolo scomparso con
tenerezza, dolcezza e non più
solo con dolore, consapevoli che
non ruberemo niente se ameremo
anche un altro bambino".
perdita del bambino precedente,
e spesso cercano in tutti i modi
di anticipare la data del parto.
È invece molto importante
concentrarsi sull'unicità di quel
In questa fase di lutto, ma
anche successivamente, è
fondamentale non chiudersi in se
stesse. Tante donne tendono a
gini varierarmo a seconda che ci sia
stato un aborto spontaneo nel primo
trimestre o si siano verificate perdite
ripetute, specie se in epoche tardive.
E poi varierarmo in base a quel che
emerge dalla storia clinica della madre e, in alcuni casi, anche del padre".
• A livello indicativo, alla mamma verranno richiesti esami del
tendenza alla trombofilia, sin dall'inizio della nuova gravidanza le velTà
presclitta l'eparina o l'aspilinetta, che
fluidificano il sangue e in1pediscono
la formazione di coaguli.
• Se, invece, si è verificata incontinenza uterina, a seconda delle cause si potrà fare il cerchiaggio,
che aiuta a tenere chiuso il collo del-
sangue per individuare eventuali alterazioni ormonali, tendenza al diabete, problemi alla tiroide, condizioni di
trombofilia,
fattori immunologici,
presenza di infezioni. Sarà utile anche
un'ecografia pelvica, per escludere
anomalie uterine. In caso di poliabortività, il medico potrà consigliare una
mappatura genetica, per verificare il
corredo cromosomico dei genitOli.
Naturalmente, anche le eventuali terapie sararmo stabilite in base ai lisultati degli accertanwnti. Se, ad esempio, si riscontra che la madre ha una
l'utero o adottare altre terapie.
• In caso di celiachia, infine, per
condurre una gravidanza a buon esito
sarà sufficiente evitare, per circa un
armo, gli alimenti contenenti glutine.
Anche i problemi alla tiroide o una
tendenza al diabete, se curati adeguatamente, consentono di portare a termine i nove mesi senza problemi.
• Per quanto riguarda le infezioni, alcune, come la rosolia o la varicella, possono essere prevenute attraverso la vaccinazione; per la toxoplasmosi, durante l'attesa basterà evi-
tacere l'esperienza vissuta come
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se fosse qualcosa da nascondere
o di cui vergognarsi. Invece,
è indispensabile informare le
persone che ci seguiranno nella
nuova gravidanza di quel che
è successo, non solo per gli
opportuni accertamenti medici,
ma anche per avere un adeguato
sostegno psicologico. L'ideale
sarebbe confrontarsi con chi ha
già vissuto la stessa esperienza,
in modo da poter esternare
liberamente i propri sentimenti
e le proprie paure. Infine, nel
corso della nuova gravidanza
è molto importante coinvolgere
il papà nel legame con il nuovo
bambino, lavorando sul rapporto
madre-padre-bambino e sul
recupero di un contatto pieno
e profondo con il nascituro:
esistono tecniche di bonding
(che significa proprio 'legame')
che i genitori possono facilmente
imparare dagli educatori prenatali
e che, attraverso semplici
esercizi, consolidano la relazione
col bebè e allentano lo stress
dovuto alla paura di perdere
anche questo bambino.
tare i cibi che possono trasmetterla e
adottare adeguate norme igieniche.
Insonm1a, dopo aver fatto gli opportuni controlli, ci sono tutti i presupposti
perché la nuova gravidanza si concluda felicemente. L:importante è prendersi il tempo necessario per rielaborare l'esperienza vissuta e riprovare
quando ci si sente davvero pronte, fisicamente e psicologicamente .•
Associazione CiaoLapo Onlus,
www.ciaolapo.it. che fornisce
sostegno psicologico ai genitori
che hanno perso un figlio.
Associazione Nazionale per
l'Educazione Prenatale,
www.anep.org, che organizza
corsi di educazione prenatale.
DOLCE ATTESA
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