...

Lo spesometro mette nel mirino chi non fattura

by user

on
Category: Documents
35

views

Report

Comments

Transcript

Lo spesometro mette nel mirino chi non fattura
Il Sole
24 Ore
I
Giovedì 3 Marzo 2016 - N. 62
2
2
Compliance da rafforzare
Le risposte alle lettere delle Entrate
si sono fermate al 6% dei destinatari
Fisco e contribuenti
IL CONTRASTO AL SOMMERSO
Lo spesometro
mette nel mirino
chi non fattura
Sotto tiro le frodi con l’incrocio delle banche dati
Giovanni Parente
A BCD
ben EFGHJGHC
guardare KMN
c’è un
neo
FD DCO
p@
nella strategia delle lettere per la
compliance, che in linea generale hanno visto percentuali molto
elevate di risposta da parte dei
destinatari. La sensibilità dei
contribuenti raggiunti da alert su
dichiarazione Iva, 730 o il modello 770 non è stata la stessa delle
comunicazioni sullo spesometro. Già, perché come evidenziato nella conferenza stampa sui risultati 2015 delle Entrate (si veda
Il Sole 24 Ore di ieri), lo spesometro si è fermato a un misero 6% di
risposte (817 su 13.626).
La lettera per lo spesometro è
costituita da un prospetto riepilogativo delle anomalie in modo
da consentire al destinatario o al
suo intermediario di valutare la
correttezza dei dati in possesso
delle Entrate e presentare una dichiarazione integrativa, oppure
fornire elementi, fatti e circostanze per giustificare le riscontrate anomalie. Il ravvedimento
operoso o la giustificazione delle
anomalie rappresentano le
chance per evitare i controlli.
La domanda, però, è: ora che
succede a chi ha deciso di non
mettersi in regola con la propria
posizione? La conseguenza potrebbe essere il lato oscuro dell’accertamento, tanto per citare
l’espressione utilizzata dalla direttrice delle Entrate, Rossella
Orlandi, anche se, come sottolineato dal presidente dell’Ordine dei commercialisti di Milano, Alessandro Solidoro, «non
occorre agitare lo spauracchio
della faccia peggiore dell'Agen-
zia per spingere più contribuenti infedeli ad emergere e
mettersi in regola con gli adempimenti fiscali».
In realtà è necessario fare un
piccolo passo indietro e andare a
quanto era emerso nel corso dell’ultima edizione di Telefisco.
Già in quella occasione Orlandi
aveva indicato quale poteva essere la strada da seguire: «Lo
spesometro evidenzia moltissime anomalie su cui stiamo lavorando per individuare situazioni di tipo frodatorio e continueremo nei prossimi mesi per far
capire che non registrare fatture
è un comportamento sciocco
perché emerge dal confronto tra
banche dati».
Ecco che, quindi, lo spesometro e l’incrocio delle banche dati
L’ANTICIPAZIONE
Più forza alle banche dati
Dallo ŽŽ‘’“
spesometro più
forza
”• –“—‹
Š‹ŒŒ
alle banche dati.
L’anticipazione sul Sole 24 Ore
del 29 gennaio scorso
z{| }~€ ‚‚ƒ „…†‡ƒ ˆ‰{
La prospettiva
L’allargamento della fattura elettronica
può consentire di agire più sulla prevenzione
L diventano il veicolo attraverso
cui l’agenzia delle Entrate punta
a stanare i fornitori che hanno
“dimenticato” (per usare un eufemismo) di registrare le fatture
o le hanno registrate per importi
più bassi. Un percorso per far
emergere il nero attraverso appunto l’incrocio dei dati comunicati dai clienti con quelli dichiarati dai fornitori .
Non bisogna, però, dimenticare i ritocchi che la disciplina sullo
spesometro ha subito nel corso
del tempo e che potrebbero determinare proprio per gli esoneri
previsti (soprattutto nella fase di
debutto della trasmissione dei
dati) a informazioni carenti di alcuni dettagli.
Del resto la qualità dei dati rappresenta un obiettivo indicato
dall’Agenzia tra le strategie del
2016. Ma non solo perché l’altra
sfida è quella di implementare la
capacità di analisi dei dati, proprio nell’ottica di arrivare a una
valorizzazione del patrimonio
informativo a disposizione del fisco. A questo si aggiunge anche
la nuova prospettiva che potrebbe aprirsi dal prossimo anno con
l’estensione della fattura elettronica a privati (anche se sarà opzionale). In questo caso, però, si
potrebbe lavorare maggiormente sul fronte della prevenzione
piuttosto che sul controllo ex
post, con uno sguardo puntato
sempre sulla necessità di bloccare sul nascere i fenomeni di frode
che anche a livello comunitario
sono riconosciuti come il principale volano di evasione dell’Iva.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
! "#
I numeri e gli obiettivi
3 456789 7 :;9 <=97>>9?9
L’ANALISI
LE RISPOSTE ALLE LETTERE PER LA COMPLIANCE
Tipologia
Destinatari
Risposte alle lettere
Modello 730
Dichiarazione Iva
Plusvalenze
Modello 770
Spesometro
220.000
105.341
64.710
48.795
2.632
504
4.220
803
13.626
817
47,9%
75,4%
19,1%
19,0%
6,0%
% su destinatari
I RISULTATI 2015…
La composizione del recupero delle Entrate da lotta all'evasione. Importi in miliardi di euro e var. % 2015/2014
Recupero da attività di controllo
Attività di liquidazione
7,7 -4,9%
…E LE STRATEGIE DI DIGITALIZZAZIONE 2016
Gli obiettivi dell’agenzia delle Entrate per il 2016
Valorizzazione del patrimonio informativo
Versamenti spontanei
6,9 +13,1%
0,3
te accumulati per un valore di poco meno di 3 miliardi di euro.
Il sistema oggi produce sette
volte le segnalazioni rispetto
all'inizio nel 2012. Le banche, ha
detto il direttore dell’Unità d’informazione finanziaria, Claudio
Clemente, ne producono circa
70mila, nel 2015 erano 67mila con
un aumento dell’11%, meno partecipi sono le categorie dei professionisti con il 7% nel 2015». A
spingere verso l’alto le segnalazioni è stata anche la voluntary
disclosure. Ma al di là della quantità, Clemente evidenzia come
sia migliorata la tempestività e la
stessa qualità: «Sotto il profilo
degli esiti la situazione è profondamente diversa. Un terzo ha dato luogo ad approfondimenti investigativi, di cui 8.400 sono confluite in procedimenti penali».
Clemente ha indicato che nel
confronto con gli altri Paesi europei «l’8,8% delle segnalazioni italiane confluisce in procedimenti
penali, mentre la media europea
è molto al di sotto, il 5% in Polonia
e il 2% in Francia».
dati sulla crescita
dell’impiego del fattore
tecnologico da parte
dell’agenzia delle Entrate
nella lotta all’evasione
rappresentano un segnale
positivo. È infatti anche
grazie all’utilizzo
dell’incrocio delle varie
banche dati che si sono
registrati incassi record nel
2015. La direzione è quella
giusta, anche se la strada da
percorrere è ancora lunga,
basti pensare che dei circa 13
milioni di servizi erogati
nello scorso anno, oltre dieci
milioni sono stati effettuati
ancora presso i vari uffici.
Uno dei fattori su cui si è
molto puntato nel new deal
in tema di recupero del
gettito è stata la nuova
strategia della compliance.
Viene considerato un
successo la risposta positiva
a più della metà delle oltre
300mila comunicazioni
spedite dal fisco con l’invito
a rettificare
spontaneamente errori e
omissioni versando le
imposte mancanti e
applicando sanzioni ridotte.
Non è certamente stato
ancora raggiunto l’obiettivo
di un nuovo rapporto con i
cittadini improntato sulla
fiducia e sulla trasparenza
ma qualche passo su questa
via va registrato. Anche la
riduzione dei tempi per
l’erogazione dei rimborsi e
l’aumento della celerità delle
risposte agli interpelli ha
contribuito positivamente.
In questo scenario rischia di
suonare apparentemente
contraddittoria la
dichiarazione del direttore
delle Entrate, Rossella
Orlandi che, stigmatizzando
il comportamento dei circa
150mila contribuenti che
non hanno ancora accolto
l’invito del fisco, prospetta
per questi «il lato oscuro
dell’accertamento».
In particolare a fronte dei
buoni risultati sulle
comunicazioni riguardanti
le ritenute, le plusvalenze e
altre voci, si è registrato un
flop delle comunicazioni
inviate ai fornitori per
quanto riguarda lo
spesometro.
La tecnologia aiuta a
semplificare i rapporti con i
cittadini, che tuttora
soffrono a causa
dell’insopportabile carico
fiscale e del ricorrente caos
legislativo. La tutela del
contribuente onesto passa
infatti necessariamente per
una fase preliminare di
contraddittorio e di verifica
delle eventuali
incongruenze. Potranno
essere dunque utilizzati
questionari e incontri mirati
per il chiarimento delle
diverse posizioni, senza
giungere in ogni caso
all’avvio di una procedura di
accertamento. Questo
momento importante in cui
si cerca di modificare una
cultura di rapporti fondata
sulla diffidenza,
profondamente radicata nel
tempo, deve essere quello in
cui si sceglie se tentare di
conquistare la fiducia dei
contribuenti con un
atteggiamento improntato
alla collaborazione, ovvero,
cercare un risultato ancora
una volta fondato sulla forza
persuasiva degli strumenti
adoperati. In tale scelta deve
essere chiaro che la sola
deterrenza potrà pur
portare, nel breve periodo, al
raggiungimento di obiettivi
positivi in termini di gettito
ma mancherebbe di farci
cogliere il risultato più
significativo in termini di
civiltà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
QUALITÀ DEI DATI
Elemento per il raggiungimento degli obiettivi
dell’Agenzia ed elemento di riferimento
per il nuovo approccio «cambia verso»
LA PREVENZIONE
Prevenire i fenomeni evasivi o fraudolenti
posti in essere dalle imprese sleali a danno
della libera concorrenza
CAPACITÀ AVANZATA DI ANALISI DEI DATI
L’obiettivo è arrivare a una massima
valorizzazione del vasto patrimonio informativo
dell’Agenzia
IL SOFTWARE
Entro luglio l’Agenzia metterà gratuitamente
a disposizione dei privati un software per creare,
trasmettere e conservare le fatture elettroniche
Fonte: elaborazioni su dati agenzia delle Entrate
Le contromosse. PQ
Le RSTUQ
norme VQWXY
degli ZX[YUY
ultimi \RRY
anni ]\RRS
hanno ^TQ_Y`[S
previsto RZUQTS`Q
numerose eccezioni
da [T\`UQ[[QTQ
trasmettere
QaaQbYSRY nei
RQY dati
V\[Y V\
Benedetto Santacroce
L’agenzia lhmmh
delle niopfoh
Entrate qk
si frs
appcefghijkf
presta a utilizzare in modo più
ampio e sistematico i dati forniti
dai contribuenti con le diverse
comunicazioni Iva e, in particolare, con lo spesometro per accertare eventuali anomalie e di attivare specifici controlli.
Tuttavia le modifiche sullo
spesometro sono state diverse
sia sul piano normativo che regolamentare. Dalla versione originaria dell’articolo 21 del Dl
78/2010 fino ad arrivare al Dlgs
175/2014, lo spesometro e le altre
forme di comunicazione delle
operazioni rilevanti Iva hanno
subito delle sostanziali modifiche che, seppur dirette ad agevolare l’adempimento, si sono trasformate in un vero e proprio
rompicapo per contribuenti,
consulenti e softwarehouse.
Più in dettaglio le norme succedutesi nel tempo hanno creato
una serie di eccezioni che hanno,
di fatto, reso l’adempimento più
complessoesoggettoallearbitrarie decisioni dei contribuenti. In
particolare, la prima versione
dello spesometro prevista dal Dl
78/2010 prevedeva la comunicazione di tutte le operazioni per le
quali era obbligatoria l’emissione
di una fattura con l’esclusione di
quelle di importo inferiore a
3mila euro ovvero per le operazioni soggette a scontrino o ricevuta fiscale l’obbligo scattava solo per importi superiori a 3.600
euro. Ulteriori modifiche sono
state introdotte dal Dl 16/2012 che
ha previsto che per le fatture l’obbligo di comunicazione scattava
a prescindere dall’importo; inoltre sul piano delle eccezioni sono
state previste per esercenti pub-
blici e agenzie di viaggio l’esclusione dell’obbligo di comunicazione per tutte le operazioni al di
sotto di 3.600 euro (che nel 2015
sono state modificate prevedendo l’obbligo per le operazioni superiori a 3mila euro al netto dell’Iva). Anche i chiarimenti arrivati nel tempo hanno alimentato ulteriori problematiche a tal punto
che nel 2011 a pochi giorni dall’invio delle prime comunicazioni
un comunicato stampa dell’Agenzia ha autorizzato i contribuenti (anche se in modo non del
tutto esplicito) ad inviare i dati in
modo completo senza distinzione e eccezione di sorta.
Tutte le eccezioni e le modifiche avranno come conseguenza
cheleanomalieriscontratedalFisco dagli incroci dei dati tra fornitore e cliente non saranno automaticamente utilizzabili per atti-
vare controlli.
Le Entrate dovranno0 selezionare le anomalie più gravi e dovrà
verificare, attraverso le altre informazioni a sua disposizione, la
coerenzafiscaledelcontribuente
verificato. Se così non sarà, le richiesteaicontribuenti(siaoperatori economici che privati) saranno scarsamente attendibili e costringeranno quest’ultimi a difficili riscontri. In effetti, per gli
operatori economici sarà necessario per rispondere al fisco:
1 vhpktkufph
verificare km
il wxflpy
quadro phgymfs
regolamentare esistente nel singolo periodo d’imposta relativo alla specifica richiesta;
1 pkquyiopfph
riscontrare wxfmh
quale sia
in
qkf stato
qofoy ki
concreto la scelta che è stata
operata al momento della comunicazione.
Per i contribuenti/consumatori finali la richiesta potrebbe essere diretta a verificare la capienza del reddito dichiarato rispetto
alla spesa effettuata. Pertanto il
contribuente nel rispondere dovrà, prima di tutto verificare detta
congruenza analizzando la propria dichiarazione dei redditi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La lotta al denaro «sporco»
˜™ ;<>>™ ™; š74™8< ›œ<8ž<Ÿ
LE SEGNALAZIONI
82.425
Gli invii nel 2015
Le segnalazioni sospette
inviate dagli operatori
finanziari, dai consulenti e
dai liberi professionisti nel
corso del 2015
¡¢ ¢£¤¢¢ £¥¡ ¦§¨©
REATI FISCALI
20mila
Le deleghe alla GdF
Ventimila deleghe delle procure
alla Gdf hanno riguardato reati
fiscali, oltre 6.300 reati contro
la Pa, mentre 41mila sono i reati
a sfondo economico finanziario
ª« ¬«­«®¯«°­­° ±¬²
I PATRIMONI
3 miliardi
La lavorazione
Le segnalazioni approfondite
hanno consentito alla GdF di
aggredire patrimoni
illegalmente accumulati
per poco meno di 3 miliardi
³´ µ´¶·¸´¹º·»¼
PROCEDIMENTI PENALI
8,8%
Il confronto internazionale
L’8,8% delle segnalazioni
italiane confluisce in
procedimenti penali a fronte
del 5% in Polonia
e del 2% in Francia
½¾ ¿ÀÁÂÃÀÁÄÀ ÅÁÄÆÃÁÇÈÅÀÁǾÆ
Antiriciclaggio. ÉSR_QWRS
Convegno \XX\
alla PZY``
Luiss Ê- Ë\VS\RÌ
Padoan: ÍÎY\US
«Siamo YR
in prima
ma TQ`[\
resta \RaST\
ancora USX[S
molto da
fare»
^TYU\ linea,
XYRQ\Ï U\
V\ Ð\TQÑ
Nel 2015 oltre 82mila segnalazioni sospette
Marco Mobili
ROMA
La lotta all’evasione da riscospcfmyooffmmehvfqkyihlfpkquyqs
sione come nuova frontiera delle
Procure italiane. Non ha dubbi il
procuratore aggiunto di Milano,
Francesco Greco, nel suo intervento al convegno organizzato
ieri a Roma alla Luiss sulla “Lotta
al riciclaggio: per una strategia
condivisa”. «È giunto il momento
di intensificare la lotta ai latitanti
fiscali, ha detto Greco». Il riferimento è ai «600 miliardi annualmente non riscossi». In sostanza
«occorre presidiare la possibilità
di non far sparire i beni dei soggetti sottoposti a procedimenti».
Come ha detto Greco, «nessuno
Stato può sopravvivere con una
riscossione al 4 per cento».
Sullalottaalriciclaggiolaparola d’ordine resta comunque “armonizzazione delle regole”. Il
Prorettore vicario della Luiss ed
ex ministro della Giustizia, Paola
Severino, nell’aprire i lavori ha ribadito che la «lotta al riciclaggio è
una lotta culturale, il riciclaggio è
la matrice di gran parte dei reati».
Per combattere il riciclaggio oc-
corrono però «norme unitarie
con regole moderne e soprattutto con il coinvolgimento di tutti
gli attori coinvolti, istituzioni, associazioni e procure».
La necessità di una maggiore
cooperazione è stata sottolineata anche dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Che
ha lanciato l’allarme: «Siamo di
fronte ad una proliferazione della rete internazionale di finanziamento del terrorismo che sta
inquinando i sistemi finanziari e
i mercati e di conseguenza richiede particolare attenzione».
Ma di una cosa è certo il Ministro: «l’Italia sta giocando un
ruolo di primo piano sullo scenario internazionale grazie al contrasto del fenomeno». L'Italia è
dunque «in prima linea, ma molto resta ancora da fare».
«La direttiva europea sul riciclaggio rappresenta un salto di
qualità nella lotta al riciclaggio, se
vogliamo realizzare davvero
l’Unione europea e bancaria dobbiamo avere un unico diritto penale dell'economia». È quanto ha
sottolineato il presidente del-
l’Abi, Antonio Patuelli, sostenendo che «la banconota da 500 euro
dovrebbe essere ritirata dalla circolazione, credo sia un aiuto al riciclaggio molto elevato».
Per il comandante generale
della Guardia di Finanza, Saverio
Capolupo, va consolidata «la capacità di prevenire ogni genere di
minaccia attraverso un più tempestivo e costante scambio di informativo». Nel 2015, comunque,
le segnalazioni sospette hanno
sfiorato le 83mila unità, «69mila
delle quali portate termine», ha
aggiunto Capolupo. Ben 20mila
deleghe delle procure alla Gdf
hanno riguardato reati fiscali, oltre 6.300 reati contro la Pa (corruzione inclusa), mentre 41mila investigazioni riguardavano reati a
sfondo economico finanziario
(truffe, reati bancari, societari e
fallimentari, usura e fatti di criminalità organizzata). Il nucleo di
poliziavalutariahaanalizzatopiù
di 76.400 segnalazioni di cui quasi 17mila approfondite. Attività
che nel suo complesso, ha sottolineato Capolupo, ha consentito di
aggredire patrimoni illegalmen-
I controlli
non devono
dimenticare
il confronto
I
Fatturazione elettronica tra privati
La difesa può puntare
sugli esoneri agli invii
Angelo
Cremonese
A$%&'(
d)*+ ,-..) /01,/+*)
Fly UP