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Corso di STORIA E METODI DELLA PSICOLOGIA (6CFU) a.a. 2013-14 Prof.ssa Elena CALAMARI [email protected] LA RELAZIONALITÀ DEL DATO IN PSICOLOGIA: SPERIMENTAZIONE, OSSERVAZIONE, SELF-REPORT. A partire dalla presentazione di due esperimenti (Bruner e Postman 1947; Schachter e Singer, 1962) e di alcune tecniche di ricerca osservativa e di raccolta dei resoconti autobiografici dell’esperienza emotiva, il corso approfondirà il ruolo delle istruzioni e del contesto relazionale in cui si raccolgono i dati empirici sui soggetti umani, mostrando come tale aspetto metodologico sia spesso tenuto tra parentesi o addirittura scotomizzato nell’interpretazione dei risultati scientifici. Attraverso un excursus storico circa l’amnesia infantile e il recupero dei ricordi traumatici secondo la psicoanalisi, si porrà la questione dei formati di rappresentazione nelle teorie costruttive della memoria e della conservazione dell’esperienza ai livelli di analisi della neurobiologia. Dopo una breve introduzione, le lezioni si svolgeranno in forma seminariale. -Bruner J.S., Postman L. (1947), Emotional selectivity in perception and reaction, Journal of Personality, 16 (1), 69-77; tr. it. parz. Selettività emotiva nella percezione e nella reazione, in Esperimenti sulla percezione visiva 2. Aspetti dinamici e funzione della personalità, a cura di M.D.Vernon, Boringhieri, Torino, 1971, pp. 189197. -Dudycha G.J., Dudycha M.M. (1941) Childhood memories: a review of literature, Psychological Bulletin, 38, 668-682. Freud S. (1899) Ricordi di copertura (in Opere, vol.2, Boringhieri, Torino, 1968, pp.431-453) -Henri V. e C. (1897) Enquéte sur les premiers souvenirs de l'enfance, Année Psychologique, 3, 184-198. -Schachter S. (1962), La concezione cognitivo-fisiologica dell’emozione. In Anolli L., Gerbino W., Legrenzi P., Roncato S. (1996, a cura di), Psicologia generale. Fonti commentate su: emozione, percezione, pensiero, memoria. Il Cisalpino, Bologna, pp. 73-95. -Schachter S., Singer J. (1962), Cognitive, Social, and Physiological Determinants of Emotional State, Psycological Review, 69 (5), 379399. Testi a scelta: Aglioti S.M., Berlucchi G. (2013) Neurofobia. Chi ha paura del cervello? Cortina, Milano. Allen J.G., Fonagy P. (2006), La mentalizzazione: psicopatologia e trattamento. Il Mulino, Bologna, 2008. Bartlett F. (1932) La memoria. Studio di psicologia sperimentale e sociale. F.Angeli, Milano 1974. Bowlby J. (1979), Costruzione e rottura dei legami affettivi, RaffaelloCortina, Milano, 1982. Bruner J.S. (1982) Alla ricerca della mente. Autobiografia intellettuale, Armando, Roma, 1984. Bucci W. (1997), Psicoanalisi e scienza cognitiva, Fioriti, Roma, 1999. D’Urso V., Giusberti F. (2000), Esperimenti di psicologia, Zanichelli, Bologna, 2000. D’Urso V., Trentin R. (2001), Introduzione alla psicologia delle emozioni, Laterza, Roma-Bari. Damasio A. (1999), Emozione e coscienza, Adelphi, Milano, 2000. Darwin C. (1872), L’espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali, Bollati Boringhieri, Torino, 2000. Edelman G.M., Tononi G. (2000), Un universo di coscienza. Come la materia diventa immaginazione. Einaudi, Torino. Ekman P., Friesen W. V. (2003), Giù la maschera. Come riconoscere le emozioni dall’espressione del viso, Giunti, Firenze, 2007. Fonagy P., Target M. (2000), Attaccamento e funzione riflessiva, Raffaello Cortina Editore, Milano 2001. Goldstein K. (1951), Le emozioni: considerazioni dal punto di vista organismico. In Il concetto di salute ed altri scritti, a cura di E. Calamari e M. Pini, ETS, Pisa, 2007, pp. 19-46. Goleman D. (1995), Intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano, 1996. Harré R. (1986), La costruzione sociale delle emozioni, Giuffré, Milano, 1992. Kandel E.R. (2006) Alla ricerca della memoria. La storia di una nuova scienza della mente. Codice edizioni, Torino, 2010. Karmiloff-Smith A.(1992) Oltre la mente modulare. 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(2008) Manuale di storia della psicologia, Giunti, Firenze. Legrenzi P. (1999) Storia della psicologia, Il Mulino, Bologna. Le origini della psicologia Il termine PSICOLOGIA (scienza dell’anima) viene introdotto alla fine del XVI° secolo, quando nasce la scienza moderna Il DUALISMO di Cartesio fra res cogitans e res extensa consente di studiare l’uomo come macchina L’empirismo inglese (Locke, Hume, J. Mill, J. Stuart Mill) rivolge l’indagine sui PROCESSI Gli idéologues francesi (Condillac, Buffon, Cabanis) paragonano l’ORGANISMO umano a quello animale In Germania, J.F. Herbart afferma la necessità della MISURAZIONE dei fatti psichici La PSICOMETRIA Dal greco ψυχή "anima" e μέτρον "misura", il termine PSICOMETRIA fu coniato dal razionalista leibniziano Christian Wolff (1679-1754) per indicare la scienza che si propone la misurazione matematica dei fenomeni psichici: “psycheometria... mentis humanae cognitionem mathematicam tradit et adhuc in desideratis est” “haec non alio fine a me adducuntur, quam ut intelligatur, dari etiam mentis humanae cognitionem mathematicam, atque hinc psycheometriam esse possibilem, atque appareat animam quoque in iis, quae ad quantitatem spectant, leges mathematicas sequi” v. Psychologia empirica, 1732, §§ 522 e 61. Wolff distingue PSICOLOGIA EMPIRICA e PSICOLOGIA RAZIONALE. L’interdizione kantiana (Primi principi metafisici delle scienze della natura, 1786; Lezioni di psicologia, 1796) Una psicologia razionale, scientifica, è impossibile perché: -studia i fenomeni del senso interno, che hanno solo la dimensione del tempo e non quella dello spazio, forma a priori per il senso esterno; quindi non si può applicare loro la matematica come alla scienza dei corpi. -a differenza dell’intuizione, che si rappresenta grandezze estensive, fatte di parti, sensazione e percezione vertono su grandezze intensive, che hanno solo un grado (l’azzurro non è un aggregato di parti azzurre, la sua diminuzione consiste nell’ avvicinarsi al non azzurro). -inoltre, la psicologia empirica usa l’autoosservazione e l’introspezione, fallibili. Immanuel Kant (1724-1804) Il concetto di soglia Il filosofo neo-kantiano J.F. Herbart (1825) formula il concetto qualitativo di SOGLIA DI COSCIENZA, che la fisiologia dei sensi traduce in termini quantitativi, sfidando il veto kantiano. Osservazione qualitativa: si percepisce un aumento di illuminazione se si accende una candela in una sala buia, ma non se ci sono già molti candelieri accesi. SOGLIA ASSOLUTA è la quantità minima di stimolazione che produce una SENSAZIONE (gli stimoli fisici subliminali non sono percepiti coscientemente). LA PSICOFISICA E. Weber (1834) studia la soglia dei due punti (distanza spaziale sulla pelle) e la minima differenza percepibile nella modalità tattile, dimostrando il rapporto costante tra variazione e stimolo che produce una differenza: la SOGLIA DIFFERENZIALE è proporzionale allo stimolo di partenza G. Fechner (1860) generalizza ad altre variabili fisiche e modalità sensoriali la funzione matematica che mette in relazione la sensazione (Sinneswahrnehmung) con lo stimolo (Reiz) Legge di Weber-Fechner S = k log R + C Determinazione della soglia -METODO DELL’ERRORE MEDIO: il soggetto aggiusta uno stimolo variabile finché lo percepisce uguale a uno stimolo costante, compiendo un errore la cui media indica la soglia differenziale -METODO DEGLI STIMOLI COSTANTI (o dei casi veri e falsi): il soggetto confronta due stimoli, p.es. due pesi, e deve dire se uno è più pesante o leggero dell’altro. Si determina la differenza nel punto in cui il soggetto risponde correttamente tra il 50% e il 75% dei casi -METODO DEI LIMITI ( o delle minime differenze percepibili): si presentano due stimoli e si aumenta o si diminuisce uno di essi finché il soggetto dice di percepire una differenza. La media delle minime differenze percepibili è la soglia differenziale S.S. Stevens (1956) ha introdotto il METODO DELLA STIMA DI GRANDEZZA, dove lo sperimentatore presenta uno stimolo e ne comunica l’intensità al soggetto. Questi deve poi stimare gli stimoli successivi in reìazione al primo (se è 20, il doppio, è 40, ecc.) Stevens (1956) ha formulato la LEGGE DELLA POTENZA, che permette di includere l’andamento sensazione-intensità della scossa elettrica. La rivoluzione fisicalista in fisiologia Johannes Peter Müller (1801 –1858) Hermann von Helmholtz (1821 –1894) Emil Du BoisReymond (1818 –1896) Nel 1847 Hermann von Helmholtz, Ernst Wilhelm von Brücke, Emil Du Bois-Reymond e Carl Ludwig, allievi di Johannes Peter Müller, si incontrarono a Berlino per definire un programma di ricerca sulla fisiologia umana che prendesse definitivamente le distanze dalle concezioni della Naturphilosophie. Nella prospettiva che inaugurarono, ogni fenomeno fisiologico poteva considerarsi correttamente interpretato solo a queste condizioni: doveva essere spiegato nei termini di un'interazione tra componenti materiali; doveva essere traducibile nei termini della fisica e della chimica; doveva escludersi ogni riferimento che rimandasse a posizioni vitalistiche. Ernst Wilhelm von Brücke (1819 –1892) Carl Ludwig (1816-1895) I laboratori di PSICOLOGIA In Germania, nel1879, W. Wundt fonda il laboratorio di Lipsia Stati Uniti 1883 John Hopkins University Di Baltimora (G, Stanley Hall) W. James fonda il laboratorio di Harvard, che lascia nel 1902 alla direzione di H. Münsterberg Russia 1886 Università di Kazan (V.M. Bechterev) Francia 1889 La Sorbona, Parigi (H.Beaunis) Italia 1889 Roma (G.Sergi); 1903 Firenze (G. De Sarlo) Inghilterra 1897 Cambridge (W.H.Rivers) Giappone 1903 Tokyo (M. Matsumoto) Il CHIMOGRAFO Il chimografo, messo a punto da Carl Ludwig prima della fine degli anni '40 dell'Ottocento, divenne il primo mezzo tecnologico e il simbolo stesso di questo manifesto programmatico. Costruito mentre Ludwig lavorava per dimostrare che la circolazione del sangue non era il frutto di una forza innata, bensì il risultato di fenomeni misurabili, il chimografo si diffuse rapidamente in tutti i laboratori europei. Consiste essenzialmente in un cilindro ricoperto da un foglio spesso affumicato con il nerofumo che ruota alla velocità voluta mediante un meccanismo ad orologeria su cui venivano impressi i movimenti di uno stilo, ed era in grado di registrare le variazioni nel tempo di eventi fisici, producendo il tracciato del fenomeno fisiologico considerato. Fu usato per registrare dati sperimentali sulla meccanica umana, ad esempio le fluttuazioni di fenomeni fisiologici quali la pressione del sangue. Il tracciato era recepito da un apposito trasduttore e trasmesso per via meccanica, idraulica, pneumatica o – più tardi elettrica Il chimografo, inoltre, consentiva una trasposizione grafica degli stessi dati, una misurazione precisa e, di conseguenza, anche la rielaborazione in termini matematici. Il chimografo in vendita presso la C.H. Stoelting Company di Chicago (C.H. Stoelting Co., Psychology and physiology apparatus and supplies, Milwaukee, 1922) Il TAMBURO DI MAREY Il tamburo o timpano esploratore, messo a punto da Étienne-Jules Marey (1830-1904) a metà degli anni '60 dell'Ottocento, fu il primo importante contributo francese alla rivoluzione della fisiologia, uno strumento in grado di tradurre graficamente le variazioni di pressione. Costituito da una membrana di caucciù fissata tra due dischi di legno o metallo, il tamburo era collegato attraverso un tubo ad uno strumento applicato all'organo di cui si voleva analizzare il movimento, e attraverso uno stilo al chimografo. Tramite un sensore, applicato su una regione del corpo e collegato attraverso un piccolo tubo a una leva e a un tamburo o bobina da cui scorre la carta. Le variazioni vengono registrate sulla carta da una penna LO PNEUMOGRAFO Lo pneumografo o atmografo o cilindro elastico venne descritto nel 1865 in un articolo pubblicato da Étienne Jules Marey sul Journal de l'anatomie et de la physiologie. Si componeva di una camera d'aria formata da un sottile tubo di caucciù e di una molla inserita all'interno. Il cilindro elastico, impiegato per analizzare i "movimenti respiratori", veniva stretto al torace attraverso una cintura, lasciando la molla in posizione di riposo. Successivamente il cilindro veniva collegato a un tamburo attraverso un tubo che metteva in comunicazione la camera d'aria del cilindro con la membrana del tamburo stesso. Durante l'inspirazione, l'espansione del torace provocava un allungamento del cilindro elastico, innescando una suzione dell'aria presente nella membrana del tamburo e, di conseguenza, un abbassamento dello stilo che registrava il movimento sul chimografo. Nel momento dell'espirazione la molla tornava invece a contrarsi, "spingendo" nuovamente l'aria nella membrana del tamburo, il quale tornava ad espandersi risollevando lo stilo. Nel grafico registrato dal chimografo era leggibile la successione dei cicli respiratori: i movimenti di ascensione della curva corrispondevano all'espirazione, mentre i picchi verso il basso corrispondevano all'inspirazione. Nel campo della psicologia sperimentale lo trovò impiego soprattutto come mezzo di analisi delle reazioni fisiche indotte da uno stimolo psichico. La registrazione grafica dei processi fisiologici Scriveva Angelo Mosso (1846-1910), professore di psicologia a Torino, inventore dell’ERGOGRAFO e autore di una ricerca sulla fatica muscolare, nella commemorazione di Ludwig: “Perché la scienza progredisse occorreva un metodo di registrazione automatica, che scrivesse tutti i fenomeni di movimento. - Tale è il metodo grafico. – Il palpito del cuore, l’affanno del respiro, il tremito dei muscoli, la velocità del sangue, la parola, il pensiero e la percezione lasciano con il metodo grafico di sé una traccia indelebile. Nulla è tanto veloce nella vita e nell’universo che il metodo della registrazione automatica non riesca a seguire e direi quasi a trattenere per farne un’analisi minuta e darne una precisa misura”. Il sistema in cui erano allineati i diversi apparecchi durante l'analisi di un fenomeno costituiva un processo di traduzione in tre tempi, che rendeva infine leggibile il fenomeno matematicamente: le variazioni di pressione prodotte, ad esempio, dall'espansione della gabbia toracica su uno PNEUMOGRAFO, erano trasferite attraverso il tubo alla membrana del TAMBURO di Marey; in un secondo momento il gonfiarsi o sgonfiarsi della membrana di caucciù trasformava il segnale pneumatico nel movimento di uno stilo fissato sul disco superiore del tamburo; la rotazione del cilindro di un CHIMOGRAFO compiva l'ultima parte del processo, registrando i movimenti dello stilo e trasponendoli su carta. Il POLIGRAFO I tracciati prodotti dallo pneumografo, dal cardiografo ecc. si riferivano a un singolo organo o fenomeno e, soprattutto, venivano registrati in tempi diversi, sottoponendo ad esame, di volta in volta, la respirazione, l'attività muscolare o la pressione sanguigna. Il POLIGRAFO superava questo problema, poiché poteva rilevare e comparare i diversi fenomeni fisiologici che si manifestavano simultaneamente in un individuo sottoposto a uno stimolo. Lo strumento permetteva di scrivere su uno stesso grafico, con lo stesso asse temporale di riferimento, tutte le reazioni fisiologiche che si manifestavano in una precisa condizione Poligrafo portatile (C. Verdin, Catalogue des psicofisica spontanea o indotta. instruments de précision, Paris, 1890-1895) Il LIE DETECTOR Il lie detector, o macchina della verità, effettua una registrazione poligrafica delle modificazioni fisiologiche per obiettivare le reazioni emotive concomitanti alle risposte menzognere. Il BIOFEEDBACK Il soggetto umano può imparare a regolare i propri ritmi fisiologici, seguendo l’andamento grafico degli indicatori registrati su un monitor, che gli dà informazione di ritorno Riflesso psicogalvanico Diminuzione della resistenza elettrica somatica, correlabile all’attività delle ghiandole sudoripare, determinata dall’insorgenza di fenomeni emotivi. Si misura facendo passare attraverso il corpo di un soggetto una debole corrente elettrica: sotto l’effetto di un’emozione, o di un’attivazione sensoriale, si ha un aumento dell’intensità della corrente, per diminuzione della resistenza offerta dal corpo al suo passaggio (effetto Féré). La variazione della conducibilità della pelle in periodi di stress, eccitazione o shock può essere monitorata mediante tecniche di relax, come il controllo della respirazione. Il CRONOSCOPIO Strumento di precisione, messo a punto a metà dell’Ottocento per misurare la durata di fenomeni e processi psichici, combinava all'orologeria meccanica di precisione le tecnologie derivanti dai recenti progressi nel campo della telegrafia elettrica. Nei primi esperimenti sui tempi di reazione (cfr. Gabriele Buccola, La legge del tempo nei fenomeni del pensiero del 1883) fu molto usato il cronoscopio di Matthias Hipp, uno strumento che consente la misurazione di intervalli di tempo su una scala di grandezza che raggiunge il millisecondo. Il rilevamento degli intervalli di tempo veniva effettuato attraverso un circuito elettromagnetico del tutto simile a quello impiegato nel telegrafo: il passaggio o meno di una corrente attraverso un'elettrocalamita consentiva la chiusura e la riapertura del circuito. Nel caso del cronoscopio, l'apertura del circuito attivava il rilevamento cronometrico, mentre la chiusura lo fermava. W. Wund e il suo gruppo di ricerca, nel laboratorio dotato di strumenti: in basso, sul tavolo, il cronoscopio di Hipp I tempi di reazione Nel 1796 l’astronomo dell’osservatorio di Greenwich, Maskelyne, licenziò il suo assistente Kinnerbrook a causa degli errori di rilevazione al telescopio. Vent’anni dopo F. Bessel, riflettendo sull’influenza dei tempi fisiologici nell’osservazione dei pianeti, formulò il concetto di EQUAZIONE PERSONALE Il fisiologo S. Exner (1871) chiama “TEMPO DI REAZIONE” l’intervallo di tempo fra la presentazione di uno stimolo e la risposta del soggetto, cioè la LATENZA di essa Esperimento del fisiologo H. von Helmholtz (1821-1894) sulla velocità di conduzione delle fibre nervose: -il soggetto riceve uno stimolo elettrico e deve premere un pulsante -stimolando in successione due punti di un arto, la velocità dell’impulso nervoso è data dal rapporto tra la distanza dei punti di applicazione e la differenza fra i tempi di reazione -non tiene conto del diametro delle fibre Lo studioso di oculistica olandese F.C. Donders (1868) generalizza il METODO SOTTRATTIVO alla misura della DURATA dei processi mentali. Questa sarà poi considerata, dal primo COGNITIVISMO, come un indicatore di complessità dei compiti cognitivi. Le due psicologie di Wilhelm Wundt (1832-1920) Nel 1879 Wundt fonda il laboratorio di Lipsia, e ciò gli consente di ottenere la cattedra di Psicologia, dallo sdoppiamento di quella di Filosofia. La PSICOLOGIA SPERIMENTALE O FISIOLOGICA studia i contenuti della mente individuale (sensazione e percezione) con il metodo dell’introspezione (Selbstbeobachtung), un guardarsi dentro rigoroso riferito con una precisa terminologia. I “prodotti dello spirito” (lingua, miti, costumi) non possono essere studiati sperimentalmente ma con il metodo dell’osservazione (Beobachtung) dalla PSICOLOGIA DEI POPOLI (Völkerpsychologie) PSICOLOGIA FISIOLOGICA METODO DELL’INTROSPEZIONE PSICOLOGIA DEI POPOLI METODO DELL’OSSERVAZIONE Introspezione sperimentale (dal latino introspicere = guardarsi dentro) Metodo dell’ AUTOOSSERVAZIONE SISTEMATICA (T. Brown, 1820) per l’ accesso ai contenuti della propria esperienza cosciente Caratteristiche: -resoconto immediato -possibilità di replicare il dato -limitazione dei giudizi -addestramento degli osservatori -evitare l’errore dello stimolo -analisi per componenti semplici L’introspezione sistematica guidata dall’Aufgabe (disposizione, set) di O. Külpe a Würzburg porta al dibattito sul pensiero senza immagini e alla crisi della psicologia degli anni ’20 del novecento. Gli errori dell’introspezione, denunciati da Nisbett e Wilson (1977) aprono la strada al revival della coscienza e all’inconscio cognitivo La psicologia….tiene i piedi in due staffe W. DILTHEY (1833-1911) Scienze della natura/ scienze dello spirito (Naturwissenschaften)/ (Geistwissenschaften) Spiegazione /Comprensione (Erklären)/ (Verstehen) W. WINDELBAND G. ALLPORT (1897-1967) (1894) SCIENZE NOMOTETICHE ricerca di leggi e tendenze generali DISCIPLINE IDIOGRAFICHE studio del singolo individuo nella sua storia concreta WILLIAM JAMES E I PRINCIPLES OF PSYCHOLOGY (1890) La vera fondazione della psicologia coniuga i risultati sperimentali ottenuti nei laboratori europei con l’esperienza fenomenica del soggetto psicologico DEFINIZIONE DI PSICOLOGIA nel cap. I come: “the science of mental life, its phenomena and their conditions” “la scienza della vita mentale, dei suoi fenomeni e delle loro condizioni” Le condizioni sono quelle fisiche dell’esperimento, oltre che quelle materiali del funzionamento cerebrale, e si dà spazio alla psicologia sperimentale e alla neuropsicologia, ma la psicologia studia i fenomeni mentali e non esclude affatto l’immediatezza fenomenica del vissuto, le cui condizioni sono le differenze individuali. Infatti nei capp. IX e X James teorizza la stream of consciousness e il concetto di Self Lo psicologo interno (W. James, 1890) “Una mente divenuta consapevole della propria funzione cognitiva si comporta nei riguardi di se stessa come ciò che abbiamo chiamato‘lo psicologo’. Essa non soltanto conosce le cose che le stanno davanti, ma sa di conoscerle. Questo stadio di condizione riflessiva è, più o meno esplicitamente, il nostro stato abituale di menti adulte.” Il soggetto sperimentale in psicologia (K. Danziger, 1990) La pratica di ricerca del laboratorio di Lipsia ha due modelli: -la fisiologia che studia la coscienza privata individuale in condizioni di stimolo controllate -la comunità universitaria tedesca con la partecipazione degli studenti alla ricerca La ricerca su se stessi richiede divisione dei ruoli (all’inizio intercambiabili) e interazione tra -lo sperimentatore-osservatore (Beobachter, observer) che legge gli strumenti -il soggetto sperimentale (Versuchperson, subject) che dà i giudizi sensoriali semplici e rappresenta la coscienza in generale (oggi si parla di partecipanti agli esperimenti). MODELLO WUNDTIANO. Prevede l’interscambio di ruoli tra sperimentatore e soggetto, che risulta protetto, ma va in crisi per il conflitto tra i risultati prodotti nei diversi laboratori MODELLO DELL’ESPERIMENTO CLINICO sull’ipnosi in Francia. Si instaura su un rapporto medico-paziente tra psichiatra maschio e isterica femmina (Charcot), psicologo adulto-soggetto bambino (Binet) ed è caratterizzato dall’INFERIORITÀ DI POTERE del soggetto. All’origine della PSICOTERAPIA MODELLO DELLA MISURAZIONE ANTROPOMETRICA di Galton (1884): La prestazione individuale è un INDICE DI CAPACITÀ su base biologica, con competizione interindividuale: Emerge la natura statistica dell’informazione e l’importanza dell’assegnazione di valori quantitativi confrontabili alle prestazioni. All’origine della PSICOMETRIA Sir Francis Galton (1822-1911) Il “genio vittoriano” fondatore dell’eugenetica Hereditary genius (1869) inizia con "Mi oppongo nel modo più incondizionato alla supposizione di una uguaglianza naturale". Le differenze interindividuali non vanno negate ma studiate (e quindi accettate, senza pregiudizi). Inquiries into human faculty and its development (1883) passeggiata in Pall Mall, per studiare l'ASSOCIAZIONE DI IDEE Nel 1884 allestisce un Laboratorio antropometrico all’Esposizione universale di Londra, dove effettua misure psicofisiche e psicometriche (di capacità mentali primarie, tempi di reazione ecc.). Galton applica alla psicologia i metodi statistici di Quétélet e inventa il calcolo della correlazione tra due serie di misure. La passeggiata in Pall Mall Lungo i 400 metri di percorso in una strada di Londra, Galton notò circa 300 oggetti ai quali associare un’idea e fu sorpreso perché gli si presentarono alla mente fatti di tutta la sua vita, anche particolari che credeva dimenticati e immagini risalenti all’infanzia e all’adolescenza. Ripetendo la passeggiata, gran parte delle associazioni erano le stesse, compresi i molti ricordi autobiografici ESPERIMENTO Dopo aver annotato 75 parole, ciascuna su una strisciolina di carta, e averle dimenticate, le lesse una per volta, annotando sistematicamente il tempo di latenza dell’associazione e le prime due risposte. Inventò così il test di associazione verbale. Galton ripetè l’esperimento quattro volte, a distanza di un mese, calcolando la velocità dell’associazione (tempo di latenza da 1,4 a 4 sec.). Il 57% delle idee erano specifiche e provenienti da ricordi d’infanzia. Il 23% delle parole davano luogo alla stessa associazione nelle 4 prove. I ricordi erano spesso “idee cumulative” o “immagini generiche”, come nella tecnica del ritratto di famiglia. Proprietà della curva normale (curva a campana di Gauss) F R E Q U E N Z A -3 -2 -1 0 +1 +2 +3 VALORE z (numero di deviazioni standard dalla media) Indici di variabilità: range deviazione quadratica media o varianza deviazione standard = varianza F R E Q U E N Z A Distribuzioni ad alta, media e bassa variabilità VALORE La correlazione lineare fra due serie di misure diagramma di dispersione Il coefficiente prodotto-momento di Pearson Karl Pearson (1857-1936), allievo di Galton Il coefficiente di correlazione indica la tendenza che hanno due variabili (X e Y) a variare insieme, ovvero, a covariare. Quando non vale l’assunzione di correlazione lineare, le variabili potrebbero corrispondere a modelli di relazione curvilinea, calcolabili con altri coefficienti (v. Eta in Bruner e Postman, 1949) IL MODELLO CLINICO J.-M. Charcot (1825-1893), neurologo e psichiatra, nel laboratorio della clinica della Salpetrière, studiava pazienti isteriche. Inducendo uno stato sonnambolico di trance (ipnosi), le pazienti obbedivano ai comandi del medico o mettevano in scena la crisi di grande isteria, sul modello della crisi epilettica. S. Freud trascorse a Parigi da Charcot alcuni mesi nel 1885-86 ma preferì, alla sua spiegazione fisiologica dell’ipnosi, quella psicodinamica di H. Bernheim (1840-1919), della scuola di Nancy, che poneva l’accento sulla suggestione. La relazionalità del dato in psicologia Alfred Binet (1857-1911) studiò la suggestionabilità dei bambini, che si mostrano particolarmente influenzabili e compiacenti quando un adulto li interroga e tendono a rispondere accogliendo i suggerimenti impliciti nelle domande. Ciò che il soggetto riferisce della propria esperienza (self-report verbale) dipende da quello che gli si chiede, come dimostra la psicologia della testimonianza, e dalla relazione con l’altro (la sua autorevolezza, il suo potere) nella comunicazione interpersonale. Un allievo di Binet, V. Henri, pubblicò insieme alla moglie l’ articolo sui ricordi infantili ripreso da Freud (1896), in Ricordi di copertura La nascita dei test psicologici Nel 1901 Alfred Binet fu incaricato dal Ministero dell’istruzione francese di costruire uno strumento per diagnosticare anticipatamente il cattivo rendimento scolastico dei bambini da inserire in classi differenziali Sul modello della pratica sociale dell’esame, universitario o medico, nacque il primo TEST D’INTELLIGENZA, composto da prove (item) di tipo scolastico. Indipendentemente dall’età cronologica, al soggetto viene attribuita l’ ETÀ MENTALE corrispondente alle prove che è in grado di superare. Il Quoziente Intellettivo (Q.I.) è definito da Stern come il rapporto tra ETÀ MENTALE ed ETÀ CRONOLOGICA Secondo Danziger, lo sviluppo dei test mentali portò alla ridefinizione del problema delle DIFFERENZE INDIVIDUALI nei termini di un CONFRONTO DI PRESTAZIONI. Il modello di normalità del soggetto medio va nella direzione del controllo sociale. I test psicologici sono COMPITI STANDARDIZZATI (problemi e domande uguali per tutti), che devono avere le seguenti caratteristiche, da verificare empiricamente: VALIDITÀ in base a un criterio (come i giudizi degli insegnanti nel caso dell’intelligenza misurata da Binet, costrutto teorico definibile in molti modi, tanto che uno psicologo disse “è quello che il mio test d’intelligenza misura”); ATTENDIBILITÀ o FEDELTÀ (stabilità dei risultati a breve distanza temporale. Poiché ripetere il test produce per lo più effetti di apprendimento si costruiscono test equivalenti o si usa la tecnica dello split-half). La DEFINIZIONE OPERATIVA di una varabile psicologica da inserire in una ricerca consiste nell’individuarne gli indicatori obiettivi e comportamentali osservabili, o ridurla ad essi, ovvero costruire lo strumento per misurarli (per esempio, la fame come tempo trascorso dall’ultimo pasto, l’aggressività infantile come frequenza di azioni come strappare un giocattolo a un altro bambino ecc., descritti ed elencati con precisione). A partire dai dati raccolti in una ricerca osservativa preliminare è possibile costruire questionari e test. Tipi di test: di LIVELLO e di PROFITTO di PERSONALITÀ I test dovrebbero fornire una diagnosi obiettiva e una descrizione delle peculiarità di un individuo in termini di differenze interindividuali quantificabili, consentendo un confronto con altri soggetti. IL TEST DELLE ASSOCIAZIONI VERBALI Introdotto da F. Galton, lega tra loro PSICOLOGIA SPERIMENTALE, PSICOPATOLOGIA e PSICOLOGIA GIUDIZIARIA o FORENSE C.G. Jung inizia a pubblicare nel 1904 il suo studio sull’associazione di parole, che amplia la TECNICA DELLE ASSOCIAZIONI LIBERE, usata da Freud nell’analisi psicoanalitica dei sogni. La considera una tecnica di PSICOPATOLOGIA SPERIMENTALE, capace di individuare i nuclei dei COMPLESSI anche in pazienti psicotici cronici dal linguaggio deteriorato. Il metodo motorio combinato di A. Lurija mostrerà lo sfasamento tra risposta motoria e verbale come indicatore di CONFLITTO. La LATENZA prolungata della risposta verbale viene studiata nell’ambito della DIAGNOSTICA DEL FATTO (di cui si occupano M. Wertheimer nel 1905 e Freud nel 1906) e della PSICOLOGIA DELLA TESTIMONIANZA (W .Stern, L. Biswanger 1904, V. Benussi, 1914). La latenza dell’associazione risulta correlata alle risposte fisiologiche concomitanti (riflesso psicogalvanico e respirazione) come indicatori di una reazione emozionale. La latenza dell’associazione si avvia a diventare un indizio di emozione intensa e così verrà utilizzata dalle tecniche di registrazione poligrafica della macchina della verità o LIE DETECTOR. V. Esperimento di Bruner e Postman, 1947. Karl Gustav Jung, Opere, Boringhieri, Torino, (in 19 voll., 1965-2007) VoI. 2: Tomo I: L'associazione verbale negli individui normali Ricerche sperimentali sulle associazioni di individui normali. (In collaborazione con Franz Riklin.) 1904-05 Tomo II: Ricerche sperimentali Analisi delle associazioni di un epilettico. 1905 I tempi di reazione nell'esperimento associativo. 1905 Osservazioni sperimentali sulla facoltà di memoria. 1905 La diagnosi psicologica del fatto. 1905 Il significato psicopatologico dell'esperimento associativo. 1900 Psicoanalisi ed esperimento associativo. 1906 Notizie statistiche sul reclutamento. 1906 Associazione, sogno e sintomo isterico. 1906 Disturbi di riproduzione nell'esperimento associativo. 1907 Fenomeni psicofisici concomitanti nell’esperimento associativo. 1907 Ricerche psicofisiche col galvanometro e il pneumografo in individui normali e malati di mente. (In collaborazione con Frederick Peterson.) 1907 Altre ricerche sul fenomeno galvanico e la respirazione in individui normali e malati di mente. (In collaborazione con Charles Ricksher.) 1907 Le nuove vedute della psicologia criminale. 1908 Il metodo associativo. 1909 La costellazione familiare. 1909 I metodi di ricerca nella Clinica psichiatrica di Zurigo. 1910 Sulla dottrina dei complessi. 1911 La diagnostica psicologica del fatto in un processo in assise. 1937 Karl Gustav Jung (1875-1961) Il vecchio saggio di Küsnacht Jung e la moglie, Emma Rauschenbach Il TACHISTOSCOPIO Il tachistoscopio (dal greco tachys=rapido e skopèo=vedo) è uno strumento usato nei laboratori fin dalle origini della psicologia scientifica. Tachistoscopio a caduta Doppio tachistoscopio a caduta di Enzo Buonaventura, Dipartimento di Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze. Nel corso del Novecento, lo strumento fu più volte modificato: si costruirono tachistoscopi a disco, a rotazione, a specchio, fino ad arrivare ai più recenti tachistoscopi elettronici. Il tachistoscopio a caduta Falltachistoskop di Wundt, dal catalogo 1904 della Zimmermann Fabrik für psychologische und physiologische Apparate, una ditta specializzata in apparecchiature di laboratorio. Lo strumento si componeva di un otturatore a caduta trattenuto mediante un sistema elettromagnetico. Quando, attraverso un interruttore, veniva tolta corrente ai due solenoidi visibili nella parte alta della colonna, il pannello di otturazione scendeva verso il basso, scoprendo e ricoprendo la lastra usata come stimolo (nell'immagine è visibile una lastra con la parola Kunst). La velocità di caduta, e quindi il tempo di esposizione dello stimolo, era regolata attraverso un sistema a carrucola fissa, che consentiva di aumentare o diminuire il peso di bilanciamento. La struttura del manuale di PSICOLOGIA GENERALE Storia, oggetto (prospettive) e metodi di ricerca Basi biologiche, organizzazione del SN, genetica e evoluzione PROCESSI COGNITIVI: sensazione e percezione attenzione + coscienza apprendimento memoria e immaginazione pensiero e linguaggio intelligenza + decisione (volontà) Rispecchia ancora, in parte, la divisione della mente in “facoltà”, di derivazione filosofica Sviluppo psicologico personalità PROCESSI AFFETTIVI E MOTIVAZIONALI: motivazione e conflitto emozione stress e salute psicopatologia La psicologia è la scienza della vita mentale e studia sia l’ESPERIENZA sia il COMPORTAMENTO di agenti umani ed animali SETTORI della psicologia: Psicologia generale Psicologia fisiologica Psicologia dello sviluppo Psicologia dell’educazione Psicologia sociale Psicologia clinica Psicologia dinamica Psicometria Psicologia culturale Psicologia evoluzionistica Ecc. Ricerca di base METODI e TECNICHE di ricerca: Metodo sperimentale Osservazione sistematica Osservazione sul campo Test e questionari Scale di valutazione (rating scales) Analisi del contenuto di resoconti soggettivi (self report) Colloquio clinico Intervista Ricerca-azione Ricerca applicativa METODI DI RICERCA Esperimento Situazione controllata con variabili note Lo sperimentatore -produce o manipola il fenomeno -verifica ipotesi di relazione causa-effetto fra variabili indipendenti e variabile dipendente -assegna i soggetti in modo casuale al gruppo sperimentale e a quello di controllo Osservazione Situazione naturale o strutturata L’osservatore -registra un fenomeno dato e ne codifica gli aspetti rilevanti -usa interviste e questionari -misura il grado di associazione tra variabili (correlazione) Il problema piagetiano del pendolo Filo corto Filo lungo Peso leggero Peso grave Spinta leggera Spinta forte L’esperimento piagetiano del pendolo VARIABILI INDIPENDENTI: lunghezza del filo, peso del grave, forza della spinta (altezza di caduta) Si manipola una variabile alla volta, CETERIS PARIBUS (ogni altra cosa restando uguale) SE la frequenza di oscillazione (variabile DIPENDENTE) cambia, ALLORA la variabile indipendente studiata è causale nella direzione del cambiamento Filo corto Filo lungo Peso leggero Peso grave Spinta leggera Spinta forte Una disciplina pluralistica Nella storia della psicologia scientifica, che nasce tra filosofia e fisiologia, si sono affermati indirizzi e scuole diverse, che hanno definito in vari modi l’oggetto della disciplina e scelto in base a questo i metodi di studio più adeguati. Esempio: lo studio della percezione e del pensiero da parte della psicologia della Gestalt ha utilizzato il metodo fenomenologico e il resoconto verbale, lo studio dell’apprendimento da parte del Comportamentismo ha privilegiato il metodo sperimentale escludendo i processi interni dall’oggetto della psicologia. Il Cognitivismo li ha riammessi in continuità metodologica con il neo-comportamentismo, e in seguito alla sua svolta ecologica ha rivalutato anche le metodologie qualitative e l’uso dei resoconti verbali come fonte di dati La molteplicità dei paradigmi di ricerca e degli indirizzi teorici (scuole) viene rimproverata a torto alla psicologia, la cui vocazione al pluralismo corrisponde al compito applicativo dello psicologo: mettersi in relazione con altre menti rispettando le differenze individuali e adottando con elasticità mentale punti di vista alternativi. In questa prospettiva, una formazione eclettica in senso buono costituisce una risorsa. La psicologia della percezione Il REALISMO INGENUO vive come un dato di fatto la corrispondenza fra realtà fisica e percettivo-fenomenica, per quanto riguarda forma, movimento, localizzazione e numero degli oggetti. Situazioni di non corrispondenza: 1) PRESENZA fenomenica in assenza di stimolo fisico (triangolo di Kanizsa) 2) ASSENZA fenomenica in presenza di stimolo fisico (mimetismo, mascheramento) 3) DISCREPANZA fra stimolo fisico e realtà percettiva (illusioni otticogeometriche) Le situazioni paradossali costringono a considerare l’abituale corrispondenza come un dato da spiegare La PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE Il mondo fenomenico non è copia del mondo fisico ma il risultato di una serie di mediazioni, l’esito di una catena di processi. Nel caso della visione: -la fonte degli stimoli (oggetto o evento fisico) emette o riflette radiazioni luminose di varia frequenza e intensità (STIMOLO DISTALE) -queste danno luogo sulla retina dell’osservatore a un’area di stimolazione corrispondente alla proiezione ottica della fonte (STIMOLO PROSSIMALE) -si attivano processi fisiologici (reazioni fotochimiche dei recettori, coni e bastoncelli, produzione e conduzione di impulsi nervosi lungo le vie ottiche afferenti) che modificano lo stato della corteccia cerebrale -i processi corticali risultanti sono il sostrato psicofisico dell’esperienza visiva il dato percettivo è l’esperienza privata del singolo osservatore il cui organismo è stato così modificato Alexious Meinong (1853-1920) a Graz studia il costituirsi dell’oggetto (Gegestandtheorie) come: Percezione dei dati sensoriali grezzi (inferiora) Produzione di strutture (superiora) Il suo allievo Vittorio Benussi (1878-1927) nel 1919 si trasferisce a Padova, dove ha per assistente Cesare Musatti. Allievo di Musatti è: Gaetano Kanizsa (1913-1993), professore a Trieste, studia i margini quasi percettivi o contorni senza gradiente, nella percezione visiva, processo di completamento modale (v. triangolo), e il completamento amodale, distinguendo due modi di andare “beyond the information given”. Processo percettivo primario - organizzazione dell’input - VEDERE in senso stretto Processo secondario - riconoscimento percettivo- PENSARE Contro l’ipotesi raziomorfa (H. von Helmholtz, cfr. R. Gregory) per cui la percezione avrebbe origine da inferenze inconsce in base all’esperienza passata, opzione gestaltista per il carattere innato della percezione primaria. Triangolo di Kanizsa La prospettiva fenomenologica della Gestaltpsychologie Il CAMPO fenomenico, per analogia con quello elettromagnetico, è un tutto organizzato risultante dal sistema delle forze agenti Per GESTALT s’intende la forma organizzata o strutturata in base alle relazioni fra gli elementi componenti LA TOTALITÀ NON È UGUALE ALLA SOMMA DELLE SUE PARTI Il costituirsi dell’oggetto fenomenico risponde al principio dell’articolazione FIGURA-SFONDO E. Rubin (1921) studiò le FIGURE REVERSIBILI, caratterizzate da alternanza automatica fra figura e sfondo M. Wertheimer (1923) formulò le leggi della segmentazione del campo visivo in base alle quali si formano le unità fenomeniche: SOMIGLIANZA, VICINANZA, CONTINUITÀ DI DIREZIONE, CHIUSURA, PREGNANZA DELLA BUONA GESTALT Illusione di Müller-Lyer Illusione di Hering I “tre moschettieri” della scuola di Berlino Max WERTHEIMER (1880-1943) Wolfgang KÖHLER (1887-1967) Kurt KOFFKA (1886-1941) Kurt LEWIN (1890-1947) Wolfgang Köhler (1887-1967) e gli scimpanzé della Stazione di ricerca sugli antropoidi a Tenerife L’insight di Sultano Max Wertheimer (1880-1943) Le leggi della Gestalt (somiglianza, vicinanza, chiusura, buona continuazione) e la percezione del movimento apparente Le qualità formali Nel 1890 Christian von Ehrenfels pubblica l’articolo Über gestaltqualitäten La forma sonora è qualcosa di diverso dalla somma delle note che la compongono: si possono cambiare tutti gli elementi, trasporre i toni in una nuova chiave (lasciando invariati gli intervalli musicali), ma l’insieme rimane lo stesso e la melodia è riconoscibile come totalità data nell’esperienza con immediatezza Max Wertheimer (1912) e il fenomeno phi Presentando in successione due stimoli luminosi identici, per esempio i segmenti a e b, collocati nelle posizioni dello spazio A e B, al variare dell’intervallo temporale si producono diversi effetti di movimento apparente: con intervallo ottimale, l’impressione visiva è di un unico stimolo che si muove da A a B (attraversando le posizioni intermedie, dove non è proiettato alcuno stimolo) a a’ A b B Le leggi di Wertheimer somiglianza vicinanza buona continuazione chiusura Competizione fra le leggi di Wertheimer (1923) vicinanza<chiusura buona continuazione>chiusura chiusura>buona continuazione Cubo di Necker Edgar Rubin (1886-1951), psicologo danese pubblicò nel 1915 una monografia sulle figure reversibili, tradotta in tedesco nel 1921. Il suo lavoro è importante per la formulazione del concetto di ORGANIZZAZIONE FIGURA-SFONDO nell’ambito della psicologia della percezione della scuola di Berlino o psicologia della Gestalt (v.) Solitamente un campo visivo complesso si organizza in modo stabile, privilegiando come figura (forma buona che emerge in primo piano sullo sfondo, che resta in secondo piano) un insieme i elementi in relazione fra loro. In particolari situazioni percettive sono possibili due esiti fenomenici che segmentano in modi alternativi gli elementi fisicamente presenti: si tratta delle FIGURE REVERSIBILI o alternanti e delle FIGURE AMBIGUE, come le figure mascherate, che richiedono, per essere viste, una ristrutturazione del campo stimolante. FIGURE MASCHERATE Figura di Boring La figura di Yastrow commentata da L. Wittgenstein, da cui Else Frenkel-Brunswik, coautrice della ricerca di T.W. Adorno et al. (1950), La personalità autoritaria, costruì un filmato a cartoni animati per studiare l’intolleranza dell’ambiguità e la rigidità percettiva che ostacolano la ristrutturazione cognitiva Cosa vedete? Un’anatra? Un coniglio? Il filmato iniziava con un’anatra non ambigua, che cambiava gradualmente, passando da gradi di ambiguità crescente e assomigliava sempre più a un coniglio. Alcune persone riconoscevano prontamente l’ambiguità e vedevano il coniglio prima di altre. Qualcuno non diceva mai di vedere il coniglio! “Ecco! Ora lo vedo!” è un’esperienza di scoperta percettiva…… L’APPROCCIO COMPORTAMENTISTA Nel 1913, John Watson pubblicò Psychology as the behaviorist views it, il manifesto del COMPORTAMENTISMO Watson lavorava nel campo della psicologia animale statunitense, che aveva posto il problema dell’antropomorfismo, e prese sul serio l’obiezione di Durkeim circa il metodo dell’introspezione, che stava portando la psicologia europea alla crisi degli anni ’20: oggetto e oggetto dell’osservazione devono essere distinti e la ricerca prende come dati le risposte motorie pubbliche, escludendo ogni riferimento a stati interni. Questo approccio studia l’APPRENDIMENTO come ACQUISIZIONE DI ABITUDINI, cioè nessi associativi fra RISPOSTE motorie osservabili e STIMOLI prodotti nell’ambiente DAL CONCETTO DI RIFLESSO AL COMPORTAMENTISMO 1770 Luigi Galvani ottiene contrazione sia stimolando elettricamente il muscolo della zampa della rana sia collegando muscolo e fibre nervose lombari con un arco metallico 1811 Charles Bell dimostra l’esistenza nei nervi periferici di due vie distinte, quella afferente (dai recettori sensoriali al midollo spinale) e quella efferente (dal midollo spinale ai muscoli effettori) 1820 Francois Magendie stabilisce le funzioni delle radici del midollo spinale I..M. Secenov (1863) I riflessi cerebrali estende il concetto di arco riflesso a tutto il comportamento umano 1913 J.B. Watson pubblica il manifesto del comportamentismo (behaviorism) Watson, Rosalie Rayner e il piccolo Albert (1920), che “impara” ad aver paura del topolino bianco quando gli viene presentato contemporaneamente a un forte rumore John B. Watson (1878-1958) L’ambientalismo radicale di Watson "Give me a dozen healthy infants, well-formed, and my own specified world to bring them up in and I'll guarantee to take any one at random and train him to become any type of specialist I might select-doctor, lawyer, artist, merchantchief, and, yes, even beggarman and thief, regardless of his talents, penchants, tendencies, abilities, vocations, and race of his ancestors. I am going beyond my facts and I admit it, but so have the advocates of the contrary and they have been doing it for many thousands of years.” (John B. Watson, Behaviorism, 1930) Legge di associazione per contiguità (vicinanza spazio-temporale) Esperienza di apprendimento Stimolo A La parola “palla” Stimolo B La vista di una palla Pensiero di B (immagine di una palla) Dopo l’apprendimento Stimolo A La parola “palla” Pensiero di B (immagine di una palla) Il CONDIZIONAMENTO CLASSICO studiato da I.P. Pavlov è un processo di apprendimento nel quale uno stimolo neutro viene associato ad uno stimolo che provoca una risposta riflessa in seguito al loro ripetuto abbinamento, creando abitudine Procedura di condizionamento Stimolo neutro (campanello) Stimolo incondizionato (cibo) Risposta incondizionata (salivazione) Dopo il condizionamento Stimolo condizionato (campanello) Risposta condizionata (salivazione) Il condizionamento classico I.P. Pavlov (1849-1936) IVAN P. PAVLOV (1849-1936) 1904 premio Nobel per la medicina per gli studi sul sistema digerente Teoria dell’attività nervosa superiore Neurofisiologia molare dell’animale integro Riflesso condizionato Lo stimolo incondizionato (cibo in bocca) determina la reazione incondizionata (salivazione) in presenza di uno stimolo neutro (suono) che diventa stimolo condizionato e produce da solo la risposta condizionata Linguaggio come secondo sistema di segnalazione -Scuola di fisiologia di I.M. Secenov (1829-1905) elettrofisiologia delle funzioni elementari -Riflessologia di V.M. Bechterev (1857-1927) analoga al comportamentismo Il condizionamento classico Legge dell’effetto di E.L.Thorndike (1898) Nel comportamento per prove- ed- errori (trials-and-errors) l’azione seguita da una ricompensa viene rafforzata Il CONDIZIONAMENTO OPERANTE è un processo di apprendimento delle risposte che agiscono sull’ambiente B.F. Skinner ha studiato lo shaping (modellamento) e il rinforzo parziale (a rapporto o a intervallo) RINFORZO è ogni evento che aumenta la probabilità che una risposta venga emessa RINFORZO POSITIVO è uno stimolo piacevole o RICOMPENSA che segue un comportamento desiderato RINFORZO NEGATIVO è l’eliminazione di uno stimolo sgradevole dopo un comportamento desiderato L’evitamento dell’evento aversivo fa apprendere una nuova risposta (di fuga) PUNIZIONE è uno stimolo spiacevole (o l’eliminazione di uno piacevole) dopo un comportamento indesiderato L’evento aversivo fa diminuire la probabilità della risposta B. F. Skinner (1904-1990) (1948) Walden II Il titolo è tratto da Walden (Vita nei boschi) romanzo di Henry David Thoreau del 1854 Trama: un soldato invita dei suoi amici e professori a visitare una comunità di circa 1000 abitanti che vivono felicemente, in una sorta di utopia. Il suo fondatore, Frazier, spiega che i comportamenti industriosi sono stati modellati con le tecniche behavioriste: i bambini sono educati dalla comunità, le donne lavorano, i lavori meno desiderabili danno un credito maggiore e sono svolti da tutti solo per brevi periodi. La pianificazione totale della comunità è stata criticata ampiamente, fino a considerare il mondo di Walden II un esempio di utopia negativa, o distopia (cui nessuno, tuttavia, si ribella). Il condizionamento skinneriano Una prospettiva alternativa…. Meccanismo dell’arco riflesso Il midollo spinale collega il corpo e l’encefalo. Le FIBRE SENSORIALI ascendenti dai recettori entrano nella RADICE DORSALE, le FIBRE MOTORIE discendenti dalla RADICE VENTRALE della vertebra agli organi effettori Le leggi dell’associazione fra idee Già in Platone e Aristotele, l’associazione delle idee avviene per SOMIGLIANZA e contrasto, oltre che per CONTIGUITÀ spaziale e temporale: due idee che si presentano vicine e simultaneamente o in rapida successione tendono a richiamarsi l’una con l’altra. Principio della frequenza dell’associazione dell’empirismo inglese (D. Hume, J.Locke, D. Hartley, J.Mill, J.S.Mill): quanto più spesso e frequentemente si è ripetuta la presentazione dei due elementi vicini, tanto più forte, e quindi permanente nel tempo, è l’associazione fra loro. La teoria dell’apprendimento usa la metafora del consolidamento di una qualche traccia biologica delle associazioni ripetute….. La familiaritè dell’associazione ripetuta rende più facile e rapido coglierla percettivamente quando si ripresenta…… e ricordare i nessi appresi. L’associazione riguarda quindi l’apprendimento, la percezione e la memoria H. Ebbinghaus (1850-1909) Laureato in filosofia, precettore a Parigi, lesse i Principi di psicofisica di Fechner comprati su una bancarella. Decise di applicare la misurazione rigorosa e sistematica nello studio della MEMORIA e sperimentò per 5 anni su se stesso, tutti i giorni alla stessa ora. I suoi risultati sono stati sempre replicati e confermati in esperimenti su ampi gruppi. Per regolare il ritmo di lettura delle sillabe usava un METRONOMO. Georg Elias Müller (1850–1934) e Friedrich Schumann (1862-1940) trasformarono un chimografo montando sul suo rullo il materiale da memorizzare, in modo che la rotazione regolare mostrasse attraverso uno schermo un elemento alla volta: avevano inventato il memory drum o TAMBURO DELLA MEMORIA. H. Ebbinghaus (1885) Über Gedächtnis Materiale: 2300 terne di lettere dell’alfabeto, consonante-vocaleconsonante, scelte casualmente e in successione a costituire liste di diversa lunghezza: BAZ FUB ZIR DAC VUM PID CAL SUG VAB TUV ZOB GEC CIV Metodo di apprendimento: memorizzazione meccanica seriale di LISTE DI SILLABE SENZA SENSO, lette a velocità uniforme con un ritmo rapido e ripetute fino ad apprendimento perfetto Test di memoria: rievocazione seriale e per coppie associate Misure: RISPARMIO DI RIAPPRENDIMENTO, cioè differenza fra il tempo impiegato ad apprendere una lista la prima volta e poi per riapprenderla a distanza di tempo RISULTATI il NUMERO DI RIPETIZIONI necessarie per apprendere il materiale cresce con la sua DIFFICOLTÀ. Apprendere 80 sillabe senza senso è 9 volte più difficile che apprendere 80 sillabe del Don Juan di Byron (materiale significativo) EFFETTO DELLA LUNGHEZZA del materiale da ricordare, che aumenta la difficoltà e il tempo medio di apprendimento per ogni sillaba Ampiezza o SPAN di memoria immediata: dopo una sola lettura vengono ricordate 7 sillabe EFFETTO DELLE RIPETIZIONI o del TEMPO dedicato all’apprendimento: il materiale superappreso, con un numero di ripetizioni superiore al necessario, viene ricordato meglio più a lungo Ipotesi del tempo totale: rapidità dell’apprendimento Verifica del PRINCIPIO DI FREQUENZA DELLE ASSOCIAZIONI secondo il quale un'associazione è tanto più forte quante più volte l’ESPERIENZA DELLA CONTIGUITÀ è stata ripetuta Recitando al ritmo di due sillabe e mezzo al secondo un elenco di 16 sillabe (ogni giorno un elenco nuovo) per 8, 16, 24, 32, 53, 64 ripetizioni e riapprendendolo il giorno dopo Ebbinghaus trovò che LA QUANTITÀ DI MATERIALE APPRESO DIPENDE DAL TEMPO DEDICATO ALL’APPRENDIMENTO Pratica massiva / frazionata L’ESERCIZIO DISTRIBUITO (poco e spesso) è più efficace di quello CONCENTRATO Curva dell’oblio (percentuale di materiale ricordato in funzione dell’intervallo di ritenzione, cioè del tempo trascorso dopo l’apprendimento ) 100 80 60 % 40 20 20 minuti 1 ora 8 ore 2 giorni 31 giorni Cap. VII Ritenzione e oblio in funzione del tempo •In realtà la curva è derivata da una tabella in cui Ebbinghaus indicava, in funzione del tempo trascorso) (variabile indipendente), il ricordo inteso come risparmio nel riapprendimento (variabile dipendente). •La metodologia è la seguente: •163 doppi test in cui otto serie di 13 sillabe ciascuna vengono portate al criterio (due recitazioni senza errori) e poi, agli intervalli di ritenzione prescelti (20 minuti, 1 ora, 3 ore, 31 giorni), riportate allo stesso criterio. Il dato grezzo è la differenza fra i tempi di studio (in secondi, grazie al ritmo costante e alle correzioni, come trasformazione in scala di misura a intervalli della misura originaria in termini di numero di ripetizioni) al primo e al secondo test (tempo minore, differenza positiva). •La misura ottenuta, di risparmio nel riapprendimento (D), viene inserita in una complessa formula. Si calcola la relazione percentuale fra questo risparmio di tempo e il tempo impiegato per il primo apprendimento (L) meno 85 sec. (tempo calcolato per le due ripetizioni, a 0,41 sec per sillaba, v. cap.III), secondo la formula: •Q = 100 D / L – 85 •Questo quoziente è una misura indiretta del ricordo in positivo, della traccia salvata dall’oblio. Bruner e Postman (1947) Emotional selectivity in perception and reaction Gli autori prendono le mosse dalla distinzione tra fibre afferenti ed efferenti di Bell e Magendie (v. slide 76) e mettono in discussione la separazione funzionale tra percezione e motricità, sostenendo che sono ambedue al servizio di PROCESSI CENTRALI, sostenuti da bisogni (needs), atteggiamenti (attitudes) e sistemi di abitudine (habit), e governati da uno stesso sistema di principii. Si tratta dei concetti principali del New Look on Perception, un movimento che tenta, nel secondo dopoguerra, di allentare i vincoli metodologici del comportamentismo, che si occupava solo di apprendimento motorio, per collegare motricità e percezione e per rimettere in comunicazione settori isolati della psicologia, come gli studi psicodinamici su motivazione, emozione e personalità. Applica la teoria gestaltista della percezione della totalità organizzata e precorre l’idea cognitivista di processi top-down. Gli autori ipotizzano che le associazioni verbali veloci dipendano dalla sensitization (sensibilizzazione) e quelle lente dal blockage (blocco) nei confronti di stimoli emozionalmente carichi (emotionallly charged), che saranno interpretate rispettivamente come funzionali alla VIGILANZA e alla DIFESA percettiva. Fanno l’ipotesi che gli stessi principi agiscano sulle soglie di RICONOSCIMENTO PERCETTIVO. Il rapporto fra le parti e il tutto nella percezione Secondo Wertheimer e i gestaltisti, la percezione non procede dagli elementi alla totalità, ma semmai DAL TUTTO ALLE PARTI: “DAL SOPRA AL SOTTO”. Diversamente dalla teoria associazionistica della percezione come sommatoria di sensazioni elementari, già criticata da W. James, secondo la teoria gestaltista l’organizzazione totale del campo percettivo è primaria rispetto all’analisi dei dettagli. Il cognitivismo postulerà due tipi di processi di elaborazione dello stimolo: -DAL BASSO VERSO L’ALTO (BOTTOM-UP), che si basa sui dati sensoriali; -DALL’ALTO VERSO IL BASSO (TOP-DOWN) che si fonda sulle rappresentazioni mentali, cioè sulle tracce già contenute nella memoria dell’osservatore. I processi rappresentazionali top-down danno significato a quelli sensoriali bottomup. La percezione non è costituita solo da processi di elaborazione guidati dai dati (data driven processing), ma anche da processi guidati da concetti e teorie (conceptually-driven); questi due tipi di processi lavorano insieme durante ogni atto percettivo. L’esperimento si svolge in due fasi, su 19 studenti universitari I fase – determinazione dei TEMPI DI REAZIONE associativa L’individuazione preliminare del materiale stimolo verbale è ispirata allo studio di C.G. Jung (1904) sull'associazione di parole. Gli psicotici cronici con linguaggio deteriorato della clinica Burghölzli di Zurigo mostravano tempi di latenza particolarmente lunghi ad alcune parole. Jung le utilizza per individuare i COMPLESSI inconsci, cioè le costellazioni di elementi conflittuali del singolo paziente. Ai partecipanti vengono presentate 99 (perché non 100?) parole di cinque lettere (eccetto nome, cognome del soggetto, e dollar), alcune delle quali potenzialmente ansiogene per studenti universitari, come crime e bitch. Violazione della regola della standardizzazione degli stimoli sperimentali: per ciascun soggetto furono selezionate le sei parole che avevano prodotto la reazione associativa più lenta, le sei con la reazione più rapida e le sei con latenza intermedia. Gli stimoli non sono gli stessi per tutti i soggetti, e questo “sporca” l’esperimento. Gli esperimenti trasgressivi in psicologia sono spesso molto istruttivi….. II fase – Misura dei TEMPI DI RICONOSCIMENTO Due settimane dopo ciascun soggetto furono presentate al TACHISTOSCOPIO le 18 parole selezionate per lui, stampate a caratteri minuscoli, una per volta con tempo di esposizione crescente a partire da 10 msec., chiedendo che cosa aveva visto o “pensava di aver visto”, fino al riconoscimento corretto. La SOGLIA individuale di riconoscimento, cioè il tempo di presentazione minimo necessario al soggetto per leggere la singola parola, poteva essere prevista in base alla latenza dell'associazione, con eccezioni. Gli autori individuarono due modalità di risposta, quella difensiva (defence) di innalzamento della soglia e quella vigilante (sensitization), di abbassamento della soglia. L'ipotesi della difesa percettiva verrà sviluppata nei dieci anni seguenti. Due riferimenti Circa la velocità di riconoscimento di stimoli con diversa rilevanza personale, Bruner e Postman (1947) citano un lavoro in corso di pubblicazione: Bruner, Postman, McGinnies (1948) Personal value as selective factor in perception, Journal of Abnormal and Social Psychology, 43, 142-54 , dove si occupano di bisogni e valori, con il test di Allport-Vernon, che misura i valori di Spranger: estetico, religioso, economico, teorico, sociale e politico. Presentando al tachistoscopio sei parole per ciascuno dei sei valori: i soggetti leggono le parole consonanti con il loro profilo valoriale in media 25 millisecondi “prima” delle altre… Parole attinenti ai valori dei soggetti vengono percepite con tempi di esposizione più brevi, si verifica cioè una sensibilizzazione selettiva, mentre parole contrarie ai valori sono riconosciute con tempi più lunghi. Bruner e Postman (1947) riprendono lo stesso lavoro a proposito delle ipotesi di prericonoscimento, date prima della risposta corretta: i soggetti vedono parole e sillabe senza senso al posto di quelle dotate di senso. Queste ipotesi erano prodotte dalle parole a basso valore personale, mentre, ad esempio, Easter=Pasqua diventava Sacred=sacra in un soggetto religioso. Questo risultato empirico è importante per il concetto di PROCESSI PREATTENTIVI del cognitivista U. Neisser (1967). Bruner e Postman (1947) trovano significativamente più ipotesi di prericonoscimento per le parole con risposta associativa verbale lenta che per quelle a risposta rapida (tabella 3) ecc. Effettuano un confronto di medie con il t di Student e livello di probabilità P di .01-.02). Elaborazione dei dati e risultati Relazione curvilinea fra tempi medi di riconoscimento (in ordinata, in unità standardizzate) e tempi di reazione associativa verbale (in ascissa). Il coefficiente di correlazione Eta è significativo per 17 su 19 soggetti. T e m p o di R i c o n o s c i m e n t o Tempo di reazione L’ipotesi intepretativa di due andamenti generali: 1) Il tempo di riconoscimento cresce in funzione dell’attivazione emozionale D I F E S A c r e s c e n t e 2) Il tempo di riconoscimento dapprima cresce, poi decresce, secondo una curva a U rovesciata. EMOZIONALITÀ CRESCENTE S E N S I B I L I Z Z A Z I O N E d e c r e s c e n t e L’interpretazione dei risultati e le critiche al New Look L’interpretazione dei risultati può essere effettuata anche in base alla legge di Marbe (Karl Marbe, psicologo di Würzburg, 1869-1953): la familiarità con le parole più frequenti nel linguaggio quotidiano facilita la percezione (favorendo la chiusura) e l’associazione (di popolar responses, cioè risposte prevedibili in generale, che chiunque tende a dare, indièpendentemente dall’emozinalità. Ricordano le risposte banali al test di Rorschach, v.). Gli autori mettono le mani avanti e anticipano, nella parte finale del lavoro, l’ipotesi interpretativa più ardita, ma anche la critica più probabile, che puntualmente riceveranno. Howes e Solomon (1950) sostengono che le parole tabù, nella lista delle 99 parole, sono molto meno frequenti delle altre nella lista di Thorndike-Lorge, uno strumento costruito nel 1944 campionando un’ampia gamma di testi a stampa (di vario genere letterario, compresi molti libri scolastici e per bambini, ma anche giornali, riviste su temi vari ecc) per consentire ai ricercatori di usare parole della stessa frequenza d’uso, controllando tale variabile. Critiche filosofiche Secondo l'argomento del paradosso logico ci si chiede: se la difesa percettiva è realmente percettiva, come può il percipiente difendersi da uno stimolo senza averlo prima percepito? Deriva dall'errore semantico di parlare di percezione come processo al singolare anziché come molteplicità di processi e dall'attribuzione di successione sequenziale ai processi cognitivi paralleli. Secondo l'argomento del set di risposta, il fenomeno è una conseguenza delle aspettative del soggetto circa la natura dello stimolo: poiché non ci si aspettano parole sconce nell'ambiente asettico del laboratorio, e gli stimoli inattesi vengono riconosciuti con soglia più elevata. Inoltre i soggetti potevano essere riluttanti a riferire allo sperimentatore di aver letto una parola sporca, poco opportuna e prevedibile in un contesto formale come quello del laboratorio sperimentale. Tavola del test di Rorschach La questione della soglia di riconoscimento La DURATA DI ESPOSIZIONE dello stimolo visivo ha anch’essa del valori di soglia? Per distinguere e identificare una figura disegnata o un oggetto e per leggere una parola a stampa occorre un tempo di esposizione minimo, variabile a seconda delle condizioni di presentazione, del materiale e del compito, oltre che delle caratteristiche di personalità del percipiente. Bruner e Postman (1947) iniziavano con 1/100 di secondo (10 millisecondi) e aumentavano il tempo di esposizione di 10 msec alla volta fino al riconoscimento corretto. Una presentazione di durata inferiore alla “soglia di riconoscimento” è chiamata SUBLIMINALE (dal latino sub, sotto, e limen, soglia, in riferimento al confine del pensiero conscio). La teoria della DETEZIONE DEL SEGNALE di Tanner e Swets (1954) mostra che la soglia non è una linea di demarcazione rigida, ma è un punto variabile nel continuum della trasmissione dell'informazione, sul quale cade la decisione del soggetto di riferire il segnale. Il problema dell’attenzione Nel 1967 Ulrich Neisser, in Cognitive psychology, sostiene che i processi cognitivi sono PROCESSI COSTRUTTIVI A DUE STADI che usano più o meno informazione sensoriale: “il primo è rapido, approssimativo, globale e parallelo, il secondo è volontario, attentivo, particolareggiato e sequenziale”. Definisce l’attenzione come una “assegnazione di meccanismi analizzatori a una porzione limitata del campo” e distingue i PROCESSI PREATTENTIVI, operazioni preliminari che hanno la funzione di segregare le unità su cui esercitare l’attenzione e la cognizione, dagli ATTI DI SINTESI FIGURALE, che preludono al riconoscimento percettivo e alla categorizzazione. Neisser insiste che la presentazione tachistoscopica di stimoli per una durata inferiore alla soglia (SUBCEZIONE di Lazarus e McCleary, 1951) non simula l'esperienza quotidiana in cui lo stimolo passa inavvertito perché su di esso non viene focalizzata l'attenzione. Ciò avviene invece nel fenomeno evidenziato dal neurologo Otto Pötzl nel 1917(cfr. S. Freud, Traumdeutung, ed. 1919), che presentava tachistoscopicamente una sola volta una figura e chiedeva di descriverla, poi la cercava nei sogni della notte successiva, e trovava aspetti non menzionati nella descrizione del percetto: per dimostrare la teoria freudiana dei resti diurni, cioè che materiale incidentale non pervenuto alla coscienza ricompare nei sogni. In realtà il materiale presentato tachistoscopicamente viene messo in enorme evidenza, al centro dell'attenzione, anche se è visto poco chiaramente, e occorrerebbe, secondo Neisser, studiare presentazioni alla periferia del campo visivo. Movimenti saccadici degli occhi e attenzione L’attenzione selettiva è un insieme di filtri che escludono l’informazione irrilevante, dirigendo la percezione su aspetti rilevanti. Fa questo orientando fisicamente i recettori sensoriali attraverso movimenti oculari, finché l’oggetto di interesse cade nella FOVEA, la regione più sensibile della retina destinata a elaborare i dettagli. L’esplorazione visiva avviene tramite FISSAZIONI (brevi periodi, di circa 300msec, cioè un terzo di secondo, durante i quali gli occhi sono relativamente immobili) separati da SACCADI (repentini spostamenti degli occhi da una parte alla successiva, che sono molto veloci, dell’ordine di 20msec, e durante i quali la visione è soppressa). Tecniche per registrare i movimenti oculari producono video in cui alla scena si sovrappone la sequenza dei movimenti oculari. I punti di fissazione cadono sulle aree della scena che veicolano la quantità maggiore di informazioni, ad esempio, se si guarda un volto, su occhi, naso e bocca, caratteristiche salienti per distinguere una faccia dall’altra. La mancanza di attenzione non blocca del tutto gli stimoli (TEORIA DEL FILTRO di D. Broadbent) ma li attenua (A. Treisman) in modo che essi vengono elaborati solo parzialmente, senza arrivare per lo più alla coscienza. Percezione subliminale e influenza sulle preferenze - una leggenda metropolitana? Negli anni cinquanta si diffuse la storia, forse inventata, di una trovata pubblicitaria: in un cinematografo fecero balenare sullo schermo le parole pop-corn e Coca-cola e gli spettatori corsero a comprarli! (Cfr. V.Packard (1958) I persuasori occulti e J.S. Bruner (1983) Autobiografia. Alla ricerca della mente). Negli anni ottanta studi attendibili mostrarono che preferenze e sentimenti possono essere plasmati da esperienze singole, episodiche, non ricordate a livello esplicito. Un paziente amnesico, Boswell, partecipò a un esperimento dove un ricercatore gli faceva regali, un altro lo trattava male mentre un terzo restava neutrale: quando gli fu chiesto di scegliere quella che preferiva fra le fotografie dei tre (che non ricordava di aver mai incontrato!) mescolate ad altre, scelse più spesso quella del “buono”. Gli psicologi sociali (Wilson e Brekke, 1994) chiamano “contaminazione mentale” l’influenza implicita della pubblicità. Registro sensoriale visivo o memoria iconica (Sperling 1960) Presentando per 50 millisecondi una matrice 3x3 di lettere dell’alfabeto, I soggetti dicono di averle viste tutte, ma riescono a nominarne soltanto tre o quattro. Con una PROCEDURA DI RESOCONTO PARZIALE, cioè se un suono di diversa altezza segnala immediatamente quale riga dev’essere nominata, le riportano sempre tutte e tre. Il vantaggio scompare con un ritardo del segnale di 1 secondo. F T X M P R D L V suono alto suono medio suono basso L’effetto dell’esperienza precedente e il ruolo dei processi top-down Effetti del set e dell’aspettativa sul riconoscimento (Bruner, Minturn e Leigh, 1955, ) Il significato dipende dal contesto….. La percezione come verifica di ipotesi Nel 1957 in On perceptual readiness Bruner propone una teoria generale della percezione, che va beyond the information given, come scriveva Bartlett. Comprende due processi: -organizzazione spazio-temporale qualitativa dello stimolo e -identificazione o riconoscimento come formulazione di ipotesi percettive top-down, tratte dalla conoscenza precedente conservata in memoria, e verifica di esse attraverso l’analisi dei dettagli, con i vincoli delle aspettative dovute al contesto. La percezione è un processo di decisione che usa spunti discriminanti per l'operazione di inferenza di identità dello stimolo, fino alla corretta categorizzazione (categoria è una regola per classificare gli oggetti come equivalenti) se la percezione è veridica. Avviene in quattro stadi: -categorizzazione primitiva, ad esempio di "un oggetto rettangolare", isolamento percettivo di un oggetto o di un evento con caratteristiche spazio-temporali distinte. -ricerca di spunti, inconsapevole se consente una categorizzazione immediata (un oggetto viene visto con immediatezza fenomenica come un libro), oppure dà luogo a un'esperienza cosciente del tipo "che cos'è questo?" con ulteriore esplorazione alla ricerca di spunti. E' una ricerca aperta in condizioni di incertezza. -controllo di conferma: restrizione selettiva degli spunti rilevanti a verificare l'identificazione. E' già una ricerca selettiva di spunti confermanti l'ipotesi in condizioni di certezza parziale. -completamento della conferma, chiusura a ulteriori spunti che, se incongrui, vengono tagliati fuori o normalizzati. C'è sbarramento sensoriale e distorsione allorché lo stimolo è stato categorizzato con certezza IL COGNITIVISMO ECOLOGICO Ulric Neisser (1928-2012) in Conoscenza e realtà, del 1976,ha riformulato la teoria della percezione, chiudendo il circolo tra memoria, percezione e azione con il concetto di SCHEMA PERCETTIVO CICLICO Nel 1978, al convegno di Cardiff sugli aspetti pratici della memoria, Neisser ha denunciato la mancanza di rilevanza ecologica della ricerca psicologica classica, alla Ebbinghaus, inaugurando l’indirizzo ecologico di ricerca sulla everyday memory. Il ciclo percettivo di U. Neisser Oggetto (informazione disponibile) seleziona modifica Schema dirige Esplorazione L’APPROCCIO COGNITIVISTA Dal paradigma S – R, dove l’ORGANISMO è una black box, aperta dall’ambiente dal quale riceve passivamente stimoli dal basso in alto (bottom-up) al paradigma S - O - R che riammette i PROCESSI INTERNI, processi centrali che influenzano gli ingressi e le uscite dall’alto in basso (top-down) Nel 1956 J. Bruner studia le STRATEGIE COGNITIVE in A study of thinking e nel 1967 U. Neisser pubblica Cognitive psychology La MENTE viene concepita in base alla METAFORA DEL COMPUTER come un ELABORATORE DI INFORMAZIONI Le scienze umane e la psicologia La psicologia ha radici positivistiche e ha tentato di conoscere il suo oggetto, la psiche umana, entro il paradigma che si andava costituendo nell’ambito delle scienze della natura. L’adozione dell’operazionalismo di P.W. Brigman (1882-1961) ha privilegiato, negli esperimenti comportamentisti, le variabili osservabili pubblicamente e quantificabili mediante scale di misura, escludendo in un primo tempo le variabili interne all’organismo e non direttamente osservabili, come in psicologia animale. La ricerca psicologica richiede una DEFINIZIONE OPERATIVA dei concetti come corrispondenti alle operazioni di misura impiegate, per cui, ad esempio, l’apprendimento è definito in termini di frequenza di certe risposte in determinate condizioni, senza riferimento a stati mentali. Il Cognitivismo, pur ponendosi in continuità metodologica con il comportamentismo quanto all’adozione del paradigma sperimentale, consente di inferire i processi mentali da indicatori comportamentali, indirettamente. Oggi le scienze umane (psicologia, sociologia, antropologia) hanno adottato esplicitamente concezioni costruttivistiche e relativistiche, che hanno attenuato l’antipsicologismo filosofico, sul versante culturalistico della controversia naturenurture (natura e cultura), mentre il predominio delle neuroscienze orienta le scienze cognitive verso un nuovo riduzionismo mente-corpo (divulgato come “nient’altro che” biologia). Le condizioni interne dell’organismo Il neo-Comportamentismo allenta i vincoli metodologici di stampo positivistico, in una prima liberalizzazione dell’empirismo. Dapprima riammette le variabili interne all’organismo per RIDUZIONE AGLI OSSERVABILI dei TERMINI DISPOSIZIONALI (la fame è misurata mediante il tempo trascorso dall’ultimo pasto) considerati come VARIABILI INTERVENIENTI, poi come COSTRUTTI IPOTETICI, che vengono introdotti come termini primitivi nell’esperimento psicologico (la forza dell’abitudine negli esperimenti di C. Hull sui gradienti motivazionali nel conflitto, che dipende da variabili come la fame, ma anche dal fatto che ci sia del cibo come rinforzo). Il Cognitivismo rivaluta come precursori della riammissione delle condizioni interne nell’esperimento psicologico autori come F. Bartlett (concetto di SCHEMA), E. Tolman (concetto di MAPPA COGNITIVA) e J. Piaget (STRUTTURE dell’intelligenza come interiorizzazione dell’azione). J.S. Bruner (1956) studia le STRATEGIE cognitive, inferite dalla sequenza temporale delle risposte alla situazione problematica. Frederic C. BARTLETT (1886-1969) psicologo di Cambridge, laureato in Lettere alla London University, incontra l’antropologo H.R. Rivers, fondatore nel 1897 del Laboratorio di Psicologia di Cambridge, che dirigerà a sua volta dal 1922. Come primo professore di psicologia sperimentale di quell’università, dal 1931 al 1951, fonda, con il suo allievo K. Craik, e dirige l’unità di psicologia applicata del Medical Research Council. Precorre il Cognitivismo, proponendo il concetto di SCHEMA, definito come "UN'ORGANIZZAZIONE ATTIVA DELLE REAZIONI O DELLE ESPERIENZE PASSATE"(p.265), che determina il comportamento attuale in funzione di tutta una serie di comportamenti precedenti analoghi. La sua ricerca sulla memoria, intesa come funzione, processo connesso con gli altri processi cognitivi: percezione, immaginazione, pensiero, e con l’emozione, è ECOLOGICA poiché usa materiale significativo. Opere: Remembering (1932) Thinking (1956) F. Bartlett (1932) Remembering - Cap. 2 Esperimenti sulla percezione Percezione di disegni e configurazioni semplici, dettagli interpretabili, con presentazione breve, si chiede la DESCRIZIONE e la RIPRODUZIONE grafica L’ASSEGNAZIONE DI UN NOME (schema verbale) modella ciò che viene visto e ricordato. La figura descritta come "due squadre da carpentiere" fu riprodotta correttamente nei dettagli. Quando invece venne definita come "una cornice”, le riproduzioni furono scorrette: La teoria di Jean Piaget (1896-1981) ORGANIZZAZIONE (strutturale) ADATTAMENTO (funzionale) ASSIMILAZIONE ACCOMODAMENTO Lo sviluppo dell’intelligenza secondo Jean Piaget STADIO SENSO-MOTORIO (fino a 18 mesi) STADIO PREOPERATORIO (fino a 5-6 anni) STADIO DELLE OPERAZIONI CONCRETE (fino a 11-12 anni) STADIO DELLE OPERAZIONI FORMALI Il concetto di “schema” di Jean Piaget Piaget teorizza, all’origine dell’intelligenza nel bambino piccolo, lo schema sensomotorio come INTERIORIZZAZIONE DELL’AZIONE e in Memoria e intelligenza (1968) disegna lo schema dello “schema” senso-motorio (estendibile ad ogni altra struttura cognitiva): AZIONI (Trasformazioni della realtà) INPUT ORGANIZZAZIONE (Trasformazioni interne) Feedback delle azioni (Costruzione degli schemi) Feedback dei risultati (Costruzione delle funzioni rappresentative) Il mito dell’arco riflesso come unità di analisi del comportamento è una comoda semplificazione, ma una finzione teorica Per colmare il vuoto teorico fra cognizione e azione occorre tener conto dello svolgimento dell’azione complessa nel tempo Il modello per un’analisi del comportamento a livelli multipli, senza perdere le caratteristiche strutturali degli schemi di azione, è la descrizione linguistica chomskiana, con la sua struttura gerarchica, ad albero They are flying planes È una frase ambigua che può significare 1) (They) (are) (flying planes) - Sono aereoplani volanti 2) (They) (are flying) (planes) - Stanno pilotando degli aerei E.C. TOLMAN (1886-1959) Il libro di Tolman (1932) dedicato al Mus norvegicus albinus, il topo bianco da esperimento, è intitolato Purposive behaviour in animals and men Introduce l’idea di PURPOSE, cioè che il comportamento è INTENZIONALE, nel senso di ORIENTATO A SCOPI L’unità di analisi è il COMPORTAMENTO MOLARE, irriducibile a elementi più semplici, MOLECOLARI, e caratterizzato da proprietà emergenti, da un significato Il libro di Tolman (1932) dedicato al Mus norvegicus albinus, il topo bianco da esperimento, è intitolato Purposive behaviour in animals and men Introduce l’idea di PURPOSE, cioè che il comportamento è INTENZIONALE, nel senso di ORIENTATO A SCOPI L’unità di analisi è il COMPORTAMENTO MOLARE, irriducibile a elementi più semplici, MOLECOLARI, e caratterizzato da proprietà emergenti, da un significato Edward Tolman (1886-1959) e la MAPPA COGNITIVA Studiando l’APPRENDIMENTO SERIALE dimostra che i topi nel labirinto non imparano una sequenza di risposte motorie a stimoli critici nei punti di svolta perché •allagando il labirinto nuotano lungo il percorso appreso •ponendo ostacoli al cammino abituale scelgono il percorso alternativo più breve •cambiando il punto di partenza si comportano come se consultassero una mappa Tolman e Honzik (1930) sottoposero a prova quotidianamente tre gruppi di ratti •1) non ricompensati •2) ricompensati regolarmente •3) non ricompensati fino all’11°giorno e con l’introduzione della ricompensa, il gruppo 3) raggiunse le prestazioni del gruppo 2) Quindi la semplice ESPLORAZIONE del labirinto produce un APPRENDIMENTO ORIENTATIVO LATENTE PER OSSERVAZIONE che si manifesta la prima volta che il rinforzo viene introdotto Tolman concluse che l’animale acquisisce una STRUTTURA-SEGNO (SIGN-GESTALT) , una sorta di IMMAGINE del labirinto o di RAPPRESENTAZIONE mentale complessa del percorso La nascita del COGNITIVISMO Tolman viene accusato da Guthrie di aver lasciato il ratto “in balia dei suoi pensieri”, di non aver affrontato, cioè, il problema del passaggio DALLA CONOSCENZA ALL’AZIONE In Piani e struttura del comportamento, uno psicolinguista, George A. Miller, uno psicologo matematico, Eugene Galanter e un neuropsicologo Karl H. Pribram, trasformano l’idea di mappa cognitiva o IMMAGINE collegandola con un PIANO d’azione, un comportamento organizzato gerarchicamente da una lista di istruzioni o flow-chart analoga al programma di un calcolatore IMMAGINE è la conoscenza accumulata da un organismo circa se stesso e il suo mondo PIANO è l’insieme delle istruzioni per eseguire il comportamento complesso che porta allo scopo L’unità TOTE di Miller, Galanter e Pribram (1960) TOTE =Test-Operate-Test-Exit Uscita, cessazione dell’azione input TEST (congruenza) CIRCUITO A FEEDBACK applicabile ricorsivamente (incongruenza) OPERAZIONE output ESEMPIO TOTE TEST DEL CHIODO (La testa è a livello) (La testa sporge) COLPISCI CON IL MARTELLO Che cosa scorre lungo le frecce? ENERGIA? Nel caso dell’impulso nervoso, che supera la soglia intesa come test INFORMAZIONE nel senso di scelta binaria tra alternative CONTROLLO cioè comando al sistema di attivarsi e disattivarsi, o di passare ad eseguire l’istruzione successiva nell’albero gerarchico Il primo Cognitivismo adottò per la mente umana il modello del calcolatore seriale, privilegiando le ultime due risposte GLI STADI DELLA MEMORIA APPRENDIMENTO (LEARNING) di abitudini motorie, anche associative. In questo stadio avviene la CODIFICA, modo in cui l’input percettivo o informativo viene rappresentato in un sistema RITENZIONE (RETENTION) modo in cui Iil ricordo viene conservato nel corso del tempo, ha ha che fare con le tracce registrate a livello neurobiologico nella memoria dell’organismo RECUPERO (RETRIEVAL) modo in cui in ricordo viene estratto dal sistema per essere riutilizzato nella situazione di adattamento attuale W. James memoria primaria /memoria secondaria Memoria a Breve Termine MBT (decine di secondi) Capacità limitata (7+o -2 item o chuncks) Codifica acustica (o visiva) Span di memoria (Hamilton 1859) CONSOLIDAMENTO Il magico numero 7 (G.A.Miller, 1956) Memoria a Lungo Termine MLT Capacità illimitata Codifica del significato Il Cognitivismo HIP (Human Information Processing) Costruisce modelli di elaborazione dell’informazione nella mente IL MODELLO DELLA MEMORIA DI ATKINSON E SCHIFFRIN (1971) ripetizione input Memoria a breve termine MBT Memoria sensoriale Memoria a lungo codifica termine MLT attenzione recupero Le informazioni non ripetute vanno perdute entro 1/2-3 secondi Le informazioni non ripetute vanno perdute entro 10-15 secondi Conserva le informazioni durevolmente, alcune possono andare perdute col tempo Esperimento di Sternberg (1966) Il tempo di ricerca in memoria a breve termine (MBT) aumenta con il numero di alternative (criterio di accuratezza) Dopo aver presentato un set di cifre, alla domanda se una certa cifra era contenuta nella serie, il TEMPO DI REAZIONE o LATENZA della risposta è PROPORZIONALE ALLA LUNGHEZZA del numero, cioè aumenta linearmente con il numero delle cifre, ma è INDIPENDENTE DALLA POSIZIONE dell’elemento nella serie ed è lo stesso per le risposte positive e negative. 6 9 3 2 1 . . . . Quindi, concluse l’autore, il processo di ricerca non si interrompe quando la cifra viene trovata ma è esaustivo, cioè confronta l’elemento target con tutte le cifre (oppure, come sembrò più plausibile vent’anni dopo, non è seriale…..). Il Connessionismo PDP A metà degli anni ottanta, D.E.Rumelhart, J.L. McClelland e il gruppo di ricerca PDP propongono di superare le difficoltà del modello dell’ELABORAZIONE SERIALE dell’informazione, sostituendolo con il modello dell’ELABORAZIONE PARALLELA PARALLEL DISTRIBUTED PROCESSING (PDP) In seguito tende ad affermarsi l’idea che il modello dell’elaborazione in serie sia più adeguato per una rappresentazione proposizionale dei processi simbolici, analoghi al linguaggio, mentre l’elaborazione in parallelo, che fa riferimento alla ricerca sulle RETI NEURALI, simula meglio il modello associazionistico dell’apprendimento da parte di unità subsimboliche. La memoria di lavoro secondo A. Baddeley (1986) La MEMORIA DI LAVORO (concetto che sostituisce quello di MBT) è un sistema che mantiene attiva una QUANTITÀ LIMITATA di informazioni (7 + - 2) per un breve periodo ed esegue su di esse delle operazioni mentali. È lo SPAZIO MENTALE in cui l’input esterno viene sottoposto alle strategie di codifica che ne consentono la conservazione a nel tempo e combinato con le informazioni richiamate dalla memoria a lungo termine per la soluzione dei problemi e l’attività del pensiero. Esecutivo centrale Taccuino visuo-spaziale MEMORIA VISIVA Ciclo fonologico MEMORIA VERBALE Verso l’inconscio cognitivo….. Gli stimoli visivi subliminali (input inconsci) hanno un effetto cognitivo e/o emotigeno Il PRIMING (INNESCO) è l’attivazione, ad opera di un input sensoriale, di un’informazione già presente in memoria a lungo termine, che diventa più accessibile. Può riguardare oggetti o parole. Per esempio, in psicolinguistica sperimentale: il riconoscimento di una parola è facilitato dalla presentazione di un'altra parola ad essa correlata (il prime) semanticamente. Studi sugli stereotipi: preattivando automaticamente lo stereotipo mediante presentazione subliminale di volti afro-americani, partecipanti europei valutano aggettivi positivi e negativi con tempi di risposta più diversi fra loro, e danno più velocemente i giudizi negativi; l’opposto accade per gli afroamericani. TEST DI MEMORIA INDIRETTI COMPLETAMENTO di parole presentate fornendo le lettere iniziali o di frammenti o di parole degradate PRIMING o INNESCO l’esposizione precedente ad uno stimolo ne facilita la successiva elaborazione Presentando tachistoscopicamente una lista di parole e successivamente un test di completamento dove sono mescolate a parole non presentate, i soggetti producono una percentuale significativamente più elevata delle parole già presentate. Il PRIMING è misurato dal numero di parole della lista, meno quelle nuove, che vengono completate. Studi PET dimostrano che, mentre nel riconoscimento aumenta l’attivazione ippocampale dx, il priming si accompagna per lo più a una diminuzione del flusso ematico nelle aree corticali interessate. Memoria implicita ed esplicita La MEMORIA IMPLICITA (Graf e Schacter, 1985) comprende tutti gli effetti dell’esperienza passata sul comportamento di cui non siamo consapevoli ed opera in modo automatico. Definizione di Schacter: “l’essere influenzati da una esperienza passata senza avere la consapevolezza di ricordare” (p.169) IDENTIFICAZIONE PERCETTIVA (Jacoby, 1983) Presentando una per volta una lista di parole e poi ripresentandole tachistoscopicamente, è più facile leggere le parole già viste di quelle nuove La MEMORIA ESPLICITA è recupero cosciente di informazioni e ricostruzione conscia del passato (RECOLLECTION), ricordo riflessivo. Secondo Brewer (1996) la RECOLLECTION è il ricordo di un evento specifico nel passato del soggetto, che rivive l’esperienza fenomenica sotto forma di debole immagine mentale, e contiene informazioni su luogo, azioni, persone, oggetti, pensieri ed emozioni. Il ricordo è accompagnato dalla credenza di aver fatto quell’esperienza nel passato, è per lo più veridico e comporta un elevato grado di fiducia nell’accuratezza che è spesso ben riposta. La memoria negli amnesici Edouard Claparède (1873-1940), psichiatra svizzero fondatore nel 1912 del’Istituto J.-J. Rousseau a Ginevra, direttore delle Archives de Psychologie. Nel 1911 racconta che una mattina si nascose in mano uno spillo e strinse la mano ad una paziente amnesica con sindrome di Korsakoff; il giorno dopo la paziente non ricordava l’episodio, ma era riluttante a porgergli la mano. Quando le fu chiesto perché, rispose che a volte nelle mani della gente si nascondono degli spilli! I pazienti con amnesia pura possono avere memoria semantica normale, ma non consolidano a LT nuove esperienze (amnesia anterograda). Possono mantenere abilità percettivo-motorie e capacità di apprendere in modo “inconscio” (cognitivamente). Test di completamento lessicale I neurologi di Oxford Elizabeth Warrington e Laurence Weiskrantz (1970) fecero studiare a un gruppo di pazienti amnesici un elenco di parole comuni. Quando si chiedeva loro di riconoscerle in un secondo elenco dove comparivano mescolate a parole non presentate, non riuscivano a distinguerle. Presentando tre lettere iniziali e chiedendo di completare le parole, riproducevano significativamente più parole dell’elenco studiato che se avessero completato a caso. TAVOLO GIARDINO …. TAV…… GIA……. Esperimento sul PRIMING Con soggetti normali, l’effetto di facilitazione, sia nel riconoscere parole già presentate in un elenco dove compaiono insieme a parole non presentate, sia nel test di completamento lessicale di parole degradate (presentando solo le lettere iniziali e finali), si mantiene invariato con lungo intervallo di ritenzione (1 ora) e si verifica a prescindere dalla memoria conscia. Nell’effetto priming si esprime la MEMORIA IMPLICITA, che può spiegare la criptoamnesia e il plagio involontario L’effetto non è intermodale (se i soggetti ascoltano le parole senza vederle stampate non si ha facilitazione nel test visivo e viceversa). Ciò fa pensare a un effetto legato al SISTEMA PERCETTIVO e alla codifica superficiale e dipendente da una registrazione automatica dello stimolo Priming semantico concettuale Esperimento sulle frasi ambigue (McAndrews, Glisky e Schacter, 1987) “Il covone fu importante perché si erano aperte le cuciture” Suggerimento che disambigua la frase: paracadute Ripetendo il test, i pazienti amnesici riproducono immediatamente la parola chiave senza ricordare di averla già incontrata Riconoscimento implicito, in assenza di consapevolezza Pazienti con prosopoagnosia (per lesioni nell’area occipito-temporale del giro fusiforme, area per i volti) non riconoscono i volti noti, ma manifestano la risposta di conduttanza cutanea (aumento di potenziale elettrico registrato da due elettrodi fissati sul palmo della mano, in seguito a sudorazione come indicatore di attivazione emozionale) a quelli familiari (Tranel e Damasio, 1985) I sistemi di memoria MEMORIA Dichiarativa (ESPLICITA) Non dichiarativa (IMPLICITA) Abilità e Abitudini (PROCEDURALE) Condizionamento classico semplice Innesco (priming) e apprendimento percettivo Fatti e conoscenze generali (SEMANTICA) Apprendimento non associativo Eventi specifici (EPISODICA) Risposte emotive Risposte motorie SISTEMI DI MEMORIA COHEN e SQUIRE 1980 TULVING, 1985 Ho guidato la mia prima bicicletta EPISODICA SEMANTICA PROCEDURALE DICHIARATIVA sapere che So che la bicicletta ha due ruote PROCEDURALE saper fare So andare in bicicletta