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rolleiflex: il medio formato è meglio
Postatarget magazine N.. 88 Novembre 2013 Trimestrale CAMERA € 7.90 BLACK & WHITE NICK BRANDT: LA MIA AFRICA O ROLLEIFLEX: IL MEDIO FORMATO È MEGLIO GEORGE TODD: MAESTRO DI BIANCONERO O HOLGA CHE PASSIONE LE MEDIO FORMATO A TELEMETRO O ASTE: I PREZZI DIRETTORE Sergio Namias DIRETTORE EDITORIALE Paolo Namias TECHNICAL EDITOR Danilo Cecchi ART DIRECTOR Rosanna Checchi FOTO IN COPERTINA Nick Brandt REDAZIONE E COLLABORATORI Marco Antonetto, Paolo Ascenzi, Massimo Bertacchi, Gerardo Bonomo, Renato Corsini, Luigi Cane, Sara Namias, Alberto Novo, Paolo Pasini, Eugenio Tursi. REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Viale Piceno 14 - 20129 Milano Tel. 02/70002222 - telefax 02/713030 ABBONAMENTI HPDLODEERQDPHQWL#IRWRJUD¿DLW Italia (4 numeri) € 30,00 Estero (4 numeri) € 40,00 FASCICOLI ARRETRATI Una copia € 10 + spese spedizione COME EFFETTUARE I PAGAMENTI $VVHJQR &DUWDGLFUHGLWR &&31 %RQL¿FR(GLWULFH3URJUHVVR ,EDQ,7F © Editrice Progresso s.r.l. 2013 ZZZIRWRJUD¿DLW È vietata qualsiasi riproduzione, adattamento, traduzione senza autorizzazione. Registrazione del Tribunale di Milano N.572 del 25/7/91. Stampa Tip.Le.Co., Piacenza. Distribuzione: Press-Di Via Trentacoste 7, Milano ISSN: 1125 - 6443 EDITORIALE /HLPPDJLQLGL1LFN%UDQGWVLLGHQWL¿FDQRFRQLOELDQFRQHURLQSHOOLFRODH FRQLJUDQGLDQLPDOLLQYLDG¶HVWLQ]LRQHGHOFRQWLQHQWHDIULFDQR,OVXRVWLOH qDVVROXWDPHQWHRULJLQDOHXVDOD3HQWD[,,XQDIRWRFDPHUDVHPSOLFH PDFRQLOQHJDWLYRPHGLRIRUPDWRHVRORWUHRWWLFKH¿VVHFKHQHOIRUPDWR PPHTXLYDOJRQRDOUDQJHGLIRFDOL±PLOOLPHWUL,IRWRJUD¿QDWXUDOLVWLQRQSRVVRQRSUHVFLQGHUHGDOOHOXQJKHIRFDOLPDQRQqLOFDVRGL1LFN FRPHQHVVXQRVLVRJQHUHEEHGLULWUDUUHXQDSHUVRQDFRQXQPPD PHWULGLGLVWDQ]DDOORVWHVVRPRGR1LFNULIXJJHGDLWHOHSHUFKpLQWHQGH UDSSUHVHQWDUHJOLDQLPDOLFRPHHVVHULXPDQL(ODSHOOLFRODJOLSHUPHWWHGL DFFHQWXDUHO¶DWPRVIHUDDWHPSRUDOHFKHLOGLJLWDOHQRQSXzGDUH 'DOODSHUIH]LRQHWHFQLFDGHOOHLPPDJLQLVFDWWDWHFRQXQD3HQWD[,,SDVVLDPR DOO¶DSSURVVLPD]LRQH GHOO¶+ROJD XQD IRWRFDPHUD ³JLRFDWWROR´ FKH SHUzQHJOLXOWLPLWHPSLVWDLQFRQWUDQGRXQFUHVFHQWHVXFFHVVR6FDWWDUH FRQ+ROJDqGLYHUWHQWHSHUFKpOLEHUDGDOSHQVDUHDJOLDVSHWWLWHFQLFLTXHVWRQRQVLJQL¿FDFKHFLSHQVLODIRWRFDPHUDVHPSOLFHPHQWHQRQFLSHQVD QHVVXQR,OULVXOWDWRqXQRVWLOHIRUWHPHQWHFDUDWWHUL]]DWR6HQ]DGLPHQWLFDUH SHUz FKH OD SHOOLFROD q SXU VHPSUH GL PHGLR IRUPDWR ULFFD TXLQGL GL³LQIRUPD]LRQL´HQRLO¶DEELDPRVWDPSDWDFRQXQDSURIHVVLRQDOH3L[PD 3UR- GD LQFKLRVWUL GHL TXDOL GHGLFDWL DOOD VWDPSD GHO ELDQFRQHUR 'RSRRYYLDPHQWHODVFDQVLRQH (DQFRUDVXOWHPDGHOODULSUHVDFRQODSHOOLFRODPHGLRIRUPDWRHFFRO¶DUWLFROR GHGLFDWRDOOD5ROOHLÀH[XQDIRWRFDPHUDFKHVLWURYDVXOPHUFDWRGHOO¶XVDWR DSUH]]LWUDHHXURÊXQDUWLFRORHVVHQ]LDOPHQWHSUDWLFRFKHVXJJHULVFHFRPHXVDUHDOPHJOLRTXHVWDLQWHUHVVDQWHIRWRFDPHUD 3HU OD FDPHUD RVFXUD DEELDPR FKLHVWR D 5HQDWR &RUVLQL GL UDFFRQWDUFL FRPHKDVWDPSDWROHIRWRSHUODPRVWUDGL7D]LR6HFFKLDUROLDOOD:DYH*DOOHU\qXQFRPSLWRFKHKDFRPSRUWDWRXQDJUDQGHUHVSRQVDELOLWjDQFKH SHUODQRWRULHWjGHOO¶DXWRUHYHUDLFRQDGHL³SDSDUD]]L´5LVSHWWDUHRQRLO VDSRUHYLQWDJHGLTXHVWHLPPDJLQL"8QDGHFLVLRQHGLI¿FLOHGDSUHQGHUHH FKHFRQGL]LRQDLOULVXOWDWR¿QDOHPDVWDPSDUHVLJQL¿FDLQWHUSUHWDUH (¿QLDPRODUDSLGD³OHWWXUD´GLTXHVWRQXPHURFRQO¶DUWLFRORGHGLFDWRD *HRUJH7RGGLQFXLDSSURIRQGLDPRXQDVHULHGLWHPDWLFKHGDOODIRWRJUD¿D LQOXFHVFDUVDDOODULSUHVDLQVLWXD]LRQLGLJUDQGHFRQWUDVWRGLOXFH¿QRDOOD VFHOWDGHOO¶LQTXDGUDWXUDHDOOHWHFQLFKHGLVWDPSDLQFDPHUDRVFXUD*HRUJH qXQYHURPDHVWURGHOELDQFRQHURFKHVDFRQLXJDUHODULSUHVDFRQLOODYRUR GLVWDPSD&¶qPROWRGDLPSDUDUH Paolo Namias SOMMARIO NICK BRANDT IN MOSTRA ALLA YOUNG GALLERY 2 GEORGE TODD, MAESTRO DI BIANCO E NERO 8 ROLLEIFLEX: IL MEDIO FORMATO È MEGLIO CLASSIC CAMERA NOVEMBRE 2013 - GENNAIO 2014 88 17 COME HO STAMPATO LE FOTO DI TAZIO SECCHIAROLI 24 HOLGA CHE PASSIONE 28 IL MEDIO FORMATO A TELEMETRO E LA BRONICA RF645 34 LE ASTE: UNO SGUARDO ALL’ANTIQUARIATO 40 RIPRESA ROLLEIFLEX: IL MEDIO FORMATO È MEGLIO La Rolleiflex 2.8F utilizzata per questo lavoro monta lo Zeiss Planar 80mm f/2.8. La matricola, 2435866 appartiene al lotto fabbricato in 75.000 esemplari tra il giugno del 1960 e il gennaio del 1973 (da 2.400.000 a 2.984.999). La RolleiÀex è nata come fotocamera professionale, come ferro da lavoro, ed infatti era la macchina preferita dai reporter e dai fotogra¿ di matrimonio. È robusta, apparentemente spartana e dotata di una serie di accessori a loro volta robusti e rapidi da montare. Per un professionista la macchina deve sempre essere pronta all’uso e quindi il cambio di pellicola deve poter avvenire in una manciata di secondi; la RolleiÀex, soprattutto i modelli più recenti come la III F che abbiamo usato per questo articolo, lo consente. Niente frecce stampate sul dorso di carta da far collimare, come invece su modelli apparentemente più evoluti di Hasselblad. Il modello III F dispone anche di un esposimetro incorporato al selenio collegato alla ghiera dei tempi e dei dia- frammi che permette di far collimare istantaneamente l’ago dell’esposimetro con il suo riferimento, oltre a informare sull’estensione della profondità di campo a un certo diaframma. Un accessorio (¿ltro diffusore) oggi dif¿cile da reperire, anteposto alla fotocellula permetteva di trasformare la misurazione da luce riÀessa in quella a luce incidente. Queste fotocellule però hanno una durata limitata e i ricambi sono ormai impossibili da trovare per cui è uso comune proteggere dalla luce la cellula con del nastro adesivo nero e usare un esposimetro esterno. Il loro grande vantaggio è il funzionamento senza alimentazione elettrica, lo svantaggio la necessità di sostituire la fotocellula una volta esaurita. Ho quindi usato il Lunasix III di Gos- sen in modalità luce incidente insieme a un più evoluto Sekonic, anch’esso in luce incidente. Per maggiore sicurezza ho anche effettuato ampi bracketing: meglio un negativo sovra-esposto che sotto-esposto, ma attenzione a non esagerare.Rollei produceva ¿ltri a baionetta differenti a seconda del tipo di ottica montata sul corpo macchina (l’ottica non è intercambiabile) ed io ne ho fatto ampio uso, soprattutto del ¿ltro arancione, sovra-esponendo di circa due stop per compensare l’assorbimento del ¿ltro. Ho usato anche i Rolleinar, pregevoli lenti addizionali disponibili in tre differenti diottrie che venivano vendute insieme a un aggiuntivo per innestarle sull’ottica e che era studiato per tenere conto del forte effetto di decentramenCLASSIC CAMERA 17 RIPRESA ROLLEIFLEX: IL MEDIO FORMATO È MEGLIO Vittoriale degli Italiani, dettaglio del sistema di alzo di uno dei cannoni della Nave Puglia. Ho impostato il tempo più rapido possibile (1/500s) in quanto non potevo usare il treppiedi e il diaframma f/5,6 per far salva la profondità di campo. Fotocamera Rolleiflex con lente addizionale Rolleinar 1, lente frontale opportunamente mascherata ad evitare il controluce. to, quindi di parallasse; la fotocamera infatti non è una reÀex TTL. Dove possibile ho sempre lavorato su treppiedi e con lo scatto Àessibile; non avendolo si può usare l’autoscatto. La RolleiÀex è una macchina molto stabile: la si impugna dal basso facendo passare la cinghia attorno al collo; inoltre non ha lo specchio mobile della reÀex, né l’otturatore a tendina, e l’otturatore centrale negli obiettivi che non produce contraccolpi. 18 CLASSIC CAMERA L’acquisto dell’usato: cosa controllare Di RolleiÀex e relativi accessori c’è una grande disponibilità sul mercato: ancora oggi è facile imbattersi in modelli di 60 o 0 anni fa in splendide condizioni. Spesso sono modelli appartenuti a privati, in molti casi usati davvero poco. Quasi tutte le RolleiÀex erano vendute nella loro custodia originale in robusto cuoio, in grado di proteggere in modo davvero ef¿cace la macchina. I professionisti però non l’usavano per la necessità di cambiare la pellicola il più velocemente possibile; per questo se il corpo mostra segni evidenti è probabile che sia appartenuto ad un fotografo. Tra i controlli da fare vi è la valutazione dello specchio, che può denunciare fenomeni di “¿oriture” o di perdita dello strato di argento. L’integrità della lente frontale dell’ottica dedicata all’inquadratura è un fat- ROLLEIFLEX: IL MEDIO FORMATO È MEGLIO RIPRESA Treppiedi e posa di un secondo con diaframma f/11: le differenze di illuminazione tra le varie zone hanno superato ampiamente la gamma tonale ottenibile da una stampa senza interventi. Lo stesso negativo sul quale lo stampatore è intervenuto con mascherature e variazione della gradazione di contrasto nelle diverse zone dell’immagine, migliorando la leggibilità sia nelle zone di alte luci che nelle ombre ma senza perdita di contrasto. COME SFRUTTARE AL MEGLIO LA ROLLEIFLEX: s Provate la procedura di inserimento della pellicola, che pure è facilissima una volta che la si è compresa. Scaricate sempre la fotocamera in luce attenuata e riponete poi la pellicola esposta in un contenitore ermetico alla luce (in alternativa avvolgerla in carta d’alluminio). s Dopo aver caricato il rullo richiudete i due perni che liberano i rocchetti donatori / riceventi della pellicola e quando chiudete il dorso della fotocamera assicuratevi che il fermo alla base impegni perfettamente il puntale di acciaio di fermo alla base. s Evitate di cambiare frequentemente il tipo di pellicola, così che il rocchetto ricevente sia il medesimo del rocchetto su cui è avvolta la pellicola: eviterete il rischio di sfiammate sia durante l’esposizione che soprattutto dopo aver estratto la pellicola esposta. s L’esposimetro incorporato lavora con un cellula al selenio non alimentata elettricamente che col tempo si esaurisce. Usate l’esposimetro esterno quindi, ed eseguire dei bracketing per il fatto che se la macchina non è stata correttamente revisionata i tempi di scatto potrebbero non essere precisi. s Effettuate anche un bracketing sulla messa a fuoco: lo schermo smerigliato e lo stigmometro a immagine spezzata sono d’aiuto, ma per avere la certezza dei risultati il bracketing è consigliabile. s Se portate la macchina al collo con la sua cinghia, tirate la macchina verso il basso mettendola in tensione per stabilizzarla; in questi casi ricordatevi che il punto di ripresa si abbassa, modificando quindi l’angolo di ripresa. s Usate sempre il paraluce per evitare flare e riflessi indesiderati. s Quando lavorate su treppiedi usate sempre lo scatto flessibile e in alternativa ricorrete all’autoscatto. Se la posa è superiore al secondo, è possibile premere il pulsante di scatto ruotando la flangia alla base e bloccando l’otturatore aperto sulla posa T, che evita di continuare a premere il pulsante di scatto che provoca vibrazioni alla fotocamera. s Se scattate in bianconero usate i filtri in funzione dell’effetto voluto: il risultato che otterrete con il filtro in ripresa non potrete ottenerlo sotto l’ingranditore. s Non lavorate mai a diaframma completamente chiuso per evitare la diffrazione, ma usate le aperture intermedie (f/5,6 o f/8). s Tra le miriadi di accessori disponibili vi suggerisco il mirino a pentaprisma che sostituisce in un istante quello a pozzetto; oltre a traguardare l’inquadratura da un punto i vista più alto, inverte anche i lati destro/sinistro, con una visione più naturale e ingrandita; usando invece il pozzetto abituatevi a comporre l’inquadratura con la lente d’ingrandimento in posizione; questo vi aiuterà ad osservare l’intera area inquadrata ingrandita evitando al contempo che riflessi della luce ambiente vi rendano difficile la composizione. s Evitate di cercare di riparare voi stessi la fotocamera, ma affidatevi a un laboratorio competente. s Usate un treppiedi con testa dotata di aggancio rapido, così da poter rimuovere rapidamente la macchina dal treppiedi, e rimetterla in posizione. CLASSIC CAMERA 19 RIPRESA ROLLEIFLEX: IL MEDIO FORMATO È MEGLIO L’automatismo di posizionamento sul primo fotogramma è dovuto a un “sensore” (contrassegnato con l’asterisco rosso e posto al di sotto del primo rullo) che rileva lo spessore della pellicola; la macchina consente allora di ruotare la manovella di riavvolgimento solo di quel tanto necessario a portare in posizione il primo fotogramma, per poi bloccarsi. Una volta esposto il primo fotogramma basta mezzo giro di manovella per riarmare l’otturatore e far avanzare la pellicola al fotogramma successivo. È un sistema efficiente, superiore anche a quello di molti magazzini Hasselblad che necessitavano, per il primo posizionamento, di accoppiare le frecce stampate sulla carta di protezione del negativo con i riferimenti incisi all’interno del magazzino. Il sistema di caricamento t della d ll Rolleiflex è molto rapido: dopo aver ver inserito nel vano inferiore il rullino nuovo è sufficiente infilare la carta sagomata di protezione al di sotto del primo rullo, per poi agganciare la carta sagomata al rullino ricevente. A questo punto si richiude il dorso e si ruota la manovella di avvolgimento fino a che non si blocca automaticamente sul primo fotogramma. 20 CLASSIC CAMERA to puramente estetico, diverso è il caso dell’ottica da ripresa: una eccessiva presenza di graf¿ o l’opacità delle lenti possono indubbiamente togliere brillantezza all’immagine. Va naturalmente controllato anche l’otturatore, che può comunque essere tarato da un riparatore. L’otturatore delle RolleiÀex dispone di un meccanismo di controllo dei tempi di scatto veloci e di un ritardatore per quelli lenti: questo meccanismo tende a stararsi in quanto la sua molla in acciaio armonico, negli anni, perde elasticità, ma può essere sostituita. In Italia ci sono diversi laboratori di riparazione in grado di fare la manutenzione delle RolleiÀex; a Milano suggerisco la TGF Riparazioni dell’abilissimo Carlo Giussani che, oltre ad aver lavorato nell’assistenza Erca (all’epoca l’importatore di RolleiÀex per l’Italia) dispone di una grande quantità di ricambi originali. Pochi sanno, per esempio, che per accedere al complesso meccanismo di trascinamento, disposto su uno dei lati della fotocamera, è necessario strappare letteralmente il rivestimento in pelle che va poi necessariamente sostituito con uno nuovo (vecchio) ¿ammante. Nel mondo delle RolleiÀex vi è una diatriba tra i sostenitori delle RolleiÀex con ottica Tessar f/3.5 e quelli dell’ottica Planar f/2.8 e l’opinione prevalente è che i Tessar siano più incisi dei Planar. Nella pratica, lavorando ai corretti diaframmi di lavoro e sviluppando bene la pellicola non ho notato particolari differenze. Differenze che diventano abissali se non si cura la ripresa e il trattamento della pellicola. SuperÀuo dire che il passo successivo, la stampa del negativo, incide in modo determinante sul risultato ¿nale: stampare è una vera e propria arte, rendendo giustizia all’origine del termine artigiano nell’accezione latina di “artifex”. Una macchina perfetta La RolleiÀex usata per questo articolo è in ottime condizioni e l’otturatore è stato di recente controllato e regolato da Carlo Giussani. Nonostante questo sono rimasto colpito andando a esaminare i negativi sviluppati da Jacopo Anti: non una s¿ammata, non uno spazio tra i fotogrammi. In una parola, 120 scatti perfetti. Ottime le esposizioni, anche se io tendo a sovra-esporre a causa di un mio piccolo “trauma infantile”: uno dei primi rulli che feci alla ¿ne degli anni Sessanta mi venne sviluppato da un caro amico, ma parsimonioso, che diluì in modo eccessivo lo sviluppo restituendomi un ROLLEIFLEX: IL MEDIO FORMATO È MEGLIO RIPRESA negativo talmente diafano che sembrava uscito da una seduta spiritica. Da quella volta ho cominciato a sovraesporre per limitare i danni nel caso di sotto-sviluppo. L’uso del ¿ltro arancione ha portato bene¿ci negli scatti con grandi campiture di cielo sereno; l’uso del treppiedi in quasi tutti gli scatti ha virtualmente eliminato ogni micromosso. Ho rilevato qualche imperfezione nella messa a fuoco, nonostante abbia utilizzato il pozzetto con la lente di ingrandimento in posizione e soprattutto controllando lo stigmometro al centro dello schermo di messa a fuoco; in altri casi ho utilizzato un pentaprisma Rollei che raddrizza l’immagine ingrandendola in modo notevole. Confesso che era da almeno un paio d’anni che non caricavo la mia RolleiÀex e averla usata in modo intensivo per una settimana, con eccellenti risultati, mi ha fatto venire la voglia di lasciare a casa le pur prestanti macchine digitali e di tornare a lavorare esclusivamente a pellicola, medio formato naturalmente. La scelta delle pellicole Ho esposto una decina di rulli con l’intenzione di mettere a confronto quattro pellicole storiche: le T Max 100 e 400 di .odak e le RPX 100 e 400 di Rollei. Sul piano della nitidezza e del contenimento della grana la palma va alle due emulsioni di .odak e tra queste io preferisco la T Max 400; infatti, nonostante sia un sostenitore convinto del treppiedi, nella pratica non sempre è possibile usarlo e due stop di differenza si traducano in tempi di posa 4 volte più veloci, a parità di illuminazione, rispetto a un’emulsione di 100 ISO. Quando poi si usa un ¿ltro giallo o uno arancio che sottrae da uno a due stop di luminosità, la sensibilità di 400 ISO consente di usare gli stessi tempi di scatto di una pellicola a 100 Iso senza ¿ltri. Le emulsioni Rollei RPX 100 e 400 corrispondono alle compiante APX 100 e 400 di Agfa: rispetto alle .odak la grana è più evidente ma, specie nel medio formato che richiede un minore ingrandimento rispetto al 24x36mm, proprio per questo permette di rivelare la trama della grana che è parte del linguaggio fotogra¿co. Il piacere di fotografare FRQOD5ROOHLÀH[ RolleiÀex, e più in generale il medio formato, consentono di apprezzare la nitidezza e soprattutto l’estensione Vista posteriore e del box interno dopo rimozione d dell d dorso. La Rolleiflex incorpora un esposimetro al selenio che non richiede alimentazione elettrica. Lo svantaggio è che col tempo la cellula al selenio si esaurisce e deve essere sostituita. Se la cellula è ancora funzionante si consiglia di coprirla con del nastro adesivo nero per prolungarle la vita. Ponendo sull’esposimetro della Rolleiflex l’accessorio diffusore, l’esposimetro lavora in luce incidente. della gamma tonale che è possibile ottenere nella fotogra¿a argentica. Non è certo il formato più adatto alla street photography, ma ricordiamo che la RolleiÀex era la macchina dei paparazzi ai tempi della dolce vita di Via Veneto! L’autonomia della fotocamera è di 12 scatti, ma con un apposito accessorio può lavorare anche con la pellicola 35mm; io però considero questa compatibilità superÀua in quanto uno dei maggiori pregi della RolleiÀex è proprio il medio formato. Osservando la tenuta della grana della pellicola 120 a elevatissimi ingrandimenti è evidente che per i lavori in cui sono fondamentali la nitidezza e la gamma tonale il formato 120 è insostituibile. Un fotogramma 6x6cm ha un’area tripla rispetto al 24x36mm e richiede quindi, a parità di formato di stampa, un ingrandimento del 300% inferiore, che si traduce appunto nel contenimento della grana. Ma anche quando si decide di utilizzare il formato 6x4,5cm ci troviamo di fronte a un neCLASSIC CAMERA 21 RIPRESA ROLLEIFLEX: IL MEDIO FORMATO È MEGLIO Uno scatto eseguito con una Rolleiflex, probabilmente una Rolleicord, negli anni Quaranta: presepe, albero di Natale e giocattoli per i bambini. Le comuni negative di allora avevano delle sensibilità bassissime, tuttavia l’immagine è esente da mosso (Foto Bruno Bonomo) gativo che richiede un ingrandimento decisamente inferiore. Come fotocamera poi la RolleiÀex è insospettatamente compatta e leggera per essere una medio formato. Se a questo si aggiunge che gli accessori si riducono a ¿ltri e lenti addizionali (l’ottica non è intercambiabile) è un sistema davvero comodo da portare con sé, anche senza la necessità di una borsa. Tanto la macchina che gli accessori sono facilmente reperibili nei migliori punti vendita di materiale usato. Si parte dai 400 / 500 euro per una Rolleicord, per passare ai 00 / 800 euro di una 3,5F; volendo salire ancora, una 2.8F in eccellenti condizioni è intorno ai 1000 euro. I modelli Tele e :ide sono invece ricercati e i loro prezzi sono decisamene superiori; se in condizioni eccellenti e con gli accessori originali a corredo è un tipo di fotocamera che può arrivare tranquillamente a 4000 / 5000 euro e anche oltre. Parlando di medio formato non si possono dimenticare marchi come Hasseblad, Mamiya, Bronica ma, non c’è niente da fare, una RolleiÀex rimane sempre una RolleiÀex. 7HVWLHIRWRJUD¿HGL*HUDUGR%RQRPR DISTRIBUZIONE Le pellicole Rollei sono distribuite da Punto Foto Group Via Aristotele 67, 20128 Milano Tel: 0227000793 www.puntofoto.it Sirmione, probabilmente 1940; un’immagine eseguita con una Rolleiflex (Rolleicord), un autoscatto in controluce. La pellicola ha permesso di recuperare l’immagine dal negativo originale a distanza di decenni e fa riflettere sulla “consistenza” dello scatto su negativo a fronte della caducità del file digitale. ( Foto Bruno Bonomo) 22 CLASSIC CAMERA Le pellicole Kodak sono distribuite da Fowa, Via Vittime di Piazza Fontana 52bis, 10024 Moncalieri (To). Tel: 011.81441 www.fowa.it ROLLEIFLEX: IL MEDIO FORMATO È MEGLIO RIPRESA A distanza di quasi ottant’anni sono tornato a Sirmione più o meno nello stesso luogo dello scatto precedente sotto gli strapiombi delle Grotte di Catullo, e ancora con una Rolleiflex. La migliore qualità dell’immagine dipende soprattutto dall’assenza di controluce. RINGRAZIAMO PER LA COLLABORAZIONE Jacopo Anti, che ha eseguito gli sviluppi e le stampe di questo lavoro JacopoBianco&Nero, Via Andrea Solari 72, 20144 Milano Tel: 02-42293542 - Cell. 338-6568560 www.jacopoanti.com Carlo Giussani che ha messo a punto la Rolleiflex 2.8 F utilizzata per questo lavoro TGF, Viale Giovanni da Cermenate 61, Milano. Tel.: 02.89-53.10.11 CLASSIC CAMERA 23 ROLLEI RPX 100 UND 400 S/W FILME Die Vergangenheit wird heute unsere Zukunft (Il passato diventa oggi il nostro futuro) Abbiamo percorso insieme a voi una strada lunga 65 anni... nel campo fotografico. La passione ci accomuna e ci accompagnerà anche in futuro. DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIA DEI MATERIALI ARGENTICI ROLLEI/MACO: Punto foto Group by Karl Bielser s.a.s. - Via Aristotele, 67 - 20128 Milano Tel: 0227000793 - Fax: 0226000485 www.puntofoto.it [email protected]