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IGIENE E SICUREZZA
SUL LAVORO
Dott.G.M.Comito
MEDICINA DEL LAVORO
DEFINIZIONE
La medicina del lavoro studia i
rapporti tra lo stato di salute
dell’uomo che lavora, lavoro
svolto e condizioni ambiente di
lavoro.
MEDICINA DEL LAVORO
Si pone 2 OBIETTIVI:
1. Promuovere il più alto stato di benessere
psico-fisico del lavoratore
2. Adoperarsi a prevenire qualunque malattia
che possa derivare dal lavoro
RISCHIO E PERICOLO
RISCHIO :
PROBABILITÀ CHE SI VERIFICHI UN DETERMINATO EVENTO che può
comportare un danno all’integrità psico-fisica dell’operatore durante l’attività
lavorativa
PERICOLO
proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare
danni
L’entità del RISCHIO è data da
R=PxG
P = probabilità che si verifichi un evento negativo
G = gravità del danno che ne può derivare all’operatore.
IL D.Lgs.vo 626/94 ci chiede di ragionare in termini di “fattori di rischio”
ovvero di situazioni rischiose.
Fattore di rischio professionale
agente fisico, chimico, biologico presente nell'ambiente di lavoro in grado di
causare un danno al lavoratore.
LEGISLAZIONE
Il medico titolare dell'ambulatorio si
trova nella condizione di datore di
lavoro e dunque deve rispettare tutti
gli obblighi previsti dalle norme
vigenti in materia di
SALUTE E SICUREZZA DEI
LAVORATORI
NEI LUOGHI DI LAVORO
D.Lgs. n. 81/2008
•Autocertificare, trattandosi di strutture con meno di 10
dipendenti, di aver eseguito la valutazione dei rischi.
L’autocertificazione va fatta anche se si hanno solo
collaboratori o soci
l’autocertificazione vale non oltre il 30 giugno
2012.
Entro tale data bisognerà predisporre il DVR
vero e proprio!
•Provvedere all'informazione o formazione dei propri
lavoratori sia per far loro conoscere i rischi lavorativi
specifici presenti nell’ambiente di lavoro, sia per addestrarli
alle procedure messe in atto per eliminare i rischi o per
ridurli al più basso livello possibile, onde raggiungere
l'obiettivo di lavorare in sicurezza.
D.Lgs. n. 81/2008
•Provvedere a nominare il responsabile del servizio di prevenzione e
protezione, qualora non lo possa svolgere personalmente,
( in questo caso bisogna possedere un attestato di formazione di
durata minima di 16 ore e massima di 48 ore, adeguati alla
natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività
lavorative )
•Provvedere a nominare il medico competente laddove dalla
valutazione dei rischi sia emersa la necessità della sorveglianza
sanitaria,
Ciascuna mancanza è punita con l’arresto da 4 a 8 mesi
o con l’ammenda da € 5.000 a € 15.000;
Per lavoratori la legge comprende anche i soci lavoratori di cooperative o di
società che prestino la loro attività per conto della società.
IL Medico Competente
E’ un medico di qualificata professionalità, in grado di diventare l’interlocutore del
datore di lavoro e del responsabile del Servizio di prevenzione e protezione in
possesso di uno dei seguenti titoli:
• Specializzazione in medicina del lavoro
Autocertificazione
o in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica
dei propri titoli
presso il Ministero
• Docenza in medicina del lavoro
della Salute
o in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica
o in fisiologia e igiene del lavoro
o in clinica del lavoro
o in tossicologia industriale
o in igiene industriale
• Autorizzazione di cui all’articolo 55
del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277
• Specializzazione in igiene e medicina preventiva
o in medicina legale
percorsi formativi universitari
Elenco dei
medici competenti
NOMINA
Il datore di Lavoro nomina nei casi previsti il Medico Competente
(art.4 dl 626/94)
E’un atto che presuppone una scelta fiduciaria del medico competente, per la
delicatezza dei compiti normativamente individuati
Il medico competente è l’unico titolare dei compiti previsti dalla normativa
vigente che deve svolgere direttamente;
Non può, a sua volta, delegare ad altri sanitari l’esecuzione dei compiti (e delle
relative attività) che gli sono propri.
Può essere
•dipendente da una struttura esterna pubblica o privata convenzionata con
l'imprenditore
•libero professionista;
•dipendente del datore di lavoro.
Medico Competente
Il datore di lavoro assicura al medico competente le condizioni
necessarie per lo svolgimento di tutti i suoi compiti
garantendone l'autonomia
Il medico competente può avvalersi , per accertamenti
diagnostici, della collaborazione di medici specialisti scelti in
accordo con il datore di lavoro che ne sopporta gli oneri
Obblighi del medico competente
( art. 25 D. Lgs . 81/2008 )
• Collabora con il Datore di lavoro e con il Servizio di prevenzione e
protezione alla valutazione dei rischi , anche ai fini della programmazione,
ove necessario, della sorveglianza sanitaria,
• Collabora alla predisposizione della attuazione delle misure per la tutela
della salute e della integrita’ psico fisica dei lavoratori
• Collabora alla attivita’ di formazione e informazione dei confronti dei
lavoratori, per la parte di competenza
• Collabora alla organizzazione del servizio di primo soccorso
considerando i particolari tipi di lavorazione ed esposizione e le peculiari
modalita’ organizzative del lavoro
• Collabora alla attuazione e valorizzazione dei programmi volontari di
“ promozione della salute” , secondo i principi della responsabilita’
sociale
Obblighi del medico competente (
art. 25 D. Lgs . 81/2008 )
• Fornisce informazioni ai lavoratori sul significato della sorveglianza sanitaria
cui sono sottoposti e, nel caso di esposizione ad agenti con effetti a lungo
termine , sulla necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la
cessazione della attività che comporta l'esposizione a tali agenti .
• Fornisce a richiesta , informazioni analoghe ai rappresentanti dei lavoratori
per la sicurezza .
• Informa ogni lavoratore interessato dei risultati della sorveglianza sanitaria e a
richiesta dello stesso , gli rilascia copia della documentazione sanitaria
• Visita gli ambienti di lavoro almeno una volta all’anno o con cadenza diversa
in base alla valutazione dei rischi
L’indicazione di una periodicità diversa deve essere comunicata al datore di lavoro
e annotata nel documento di valutazione dei rischi
Obblighi del medico competente
( art. 25 D. Lgs . 81/2008 )
Alla cessazione del rapporto di lavoro del lavoratore,
invia all’ISPESL , esclusivamente per via telematica,
le cartelle sanitarie e di rischio nei casi
previsti,(esposizione ad agenti cancerogeni/mutageni
o uso di agenti biologici gr. III e IV )
Il lavoratore interessato puo’ chiedere copia delle
predette cartelle all’ISPESL anche attraverso il
proprio medico di medicina generale
Obblighi del medico competente
( art. 25 D. Lgs . 81/2008 )
• Programma ed effettua la sorveglianza sanitaria
• Istituisce , aggiorna e custodisce , sotto la propria
responsabilità , una cartella sanitaria e di rischio per ogni
lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria.
Nelle aziende o unita’ produttive con più di 15 lavoratori il
medico concorda con il datore di lavoro il luogo di custodia
• Consegna al datore di lavoro, che firmerà per ricevuta alla
cessazione dell’incarico, la documentazione sanitaria in suo
possesso, con salvaguardia del segreto professionale ;
•
Consegna al lavoratore, alla cessazione del rapporto di
lavoro,la documentazione sanitaria in suo possesso e gli
fornisce le informazioni riguardo la necessità di conservazione
SORVEGLIANZA SANITARIA
L'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'Organizzazione
Internazionale del Lavoro nel 1959 hanno dichiarato che gli obiettivi
della Medicina del Lavoro sono quelli di:
• promuovere e mantenere il più alto grado di benessere
fisico, mentale e sociale dei lavoratori
• adoperarsi per prevenire ogni danno causato alla salute da
condizioni legate al lavoro
• proteggere i lavoratori contro i rischi derivanti dalla presenza di
agenti nocivi
•destinare e mantenere i lavoratori in occupazioni consone alle loro
attitudini fisiologiche e psicologiche
E quindi
Adattare il lavoro all'uomo e sistemare ogni
persona al posto giusto".
Definizione di Salute
Secondo l'Organizzazione Mondiale
della Sanità,
salute
non assenza di malattia,
ma
completo benessere fisico, psichico e
sociale.
Insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di
salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di
lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di
svolgimento dell’attività lavorativa;
SORVEGLIANZA SANITARIA
Insieme di indagini clinico strumentali volti a
stabilire l’idoneità del lavoratore alla mansione
specifica e a prevenire le malattie da lavoro
ATTRAVERSO LA VERIFICA
DELLA
Compatibilità
tra condizioni
di salute e
compiti lavorativi
DEGLI
Effetti precoci
sulla salute
correlati alla
esposizione
professionale
DELLA
Misure di
prevenzione
dei rischi
MEDICO COMPETENTE E
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Il Medico Competente esegue la Sorveglianza Sanitaria sulla base del
Documento di Valutazione del Rischio.
Programma-Protocollo di sorveglianza sanitaria
che contenga anche le motivazioni per cui vengono eseguiti gli accertamenti previsti
Copia di questo programma diventa parte del documento di valutazione dei rischi e
va presentata alla riunione periodica di prevenzione e protezione dai rischi.
Strumenti operativi della SS
• le visite mediche (preventiva, periodiche, straordinarie);
• gli accertamenti laboratoristici e strumentali;
• le visite specialistiche;
• la conoscenza dei processi e dei rischi connessi con l'attività
produttiva;
• i giudizi di idoneità,
• l l'istituzione e l'aggiornamento della cartella sanitaria e di rischio.
Giudizio di Idoneità
Giudizio di Idoneità
idoneità al lavoro specifico
e non
idoneità specifica al lavoro,
la specificità è essenzialmente da riferire al lavoro organizzato e non al
soggetto
idoneità non concetto astratto ma riferita
• a una determinata mansione,
• in quel posto di lavoro,
• in quella azienda in cui esiste una precisa organizzazione del lavoro
che determina tempi e modalità di esposizione a specifici rischi.
• PRIMO ATTO VALUTAZIONE AMBIENTE DI LAVORO
Formulazione del Giudizio di Idoneità
Il giudizio di idoneità deve essere formulato all’atto
•
della visita di assunzione
•
delle visite periodiche
•
della visita di rientro al lavoro dopo malattie extralavorative
Esso non sempre è assoluto (idoneo, non idoneo) ma può essere formulato per gradi
intermedi
1. idoneità con prescrizione, quando il lavoratore è ritenuto idoneo con la
prescrizione dell’uso di dispositivi di protezione individuale;
2.
idoneità parziale, per cui si preclude al lavoratore lo svolgimento di alcune
operazioni pericolose alla sua o all’altrui incolumità ;
3. inidoneità temporanea, quando si presume che le condizioni del lavoratore
possano modificarsi nel tempo e quindi è resa necessaria una successiva verifica ;
(vanno precisati i limiti temporali di validità)
4.
inidoneità totale, in qual caso occorre suggerire al datore di lavoro le mansioni
che il lavoratore può svolgere in alternativa, in maniera che si possano rendere
operative le conclusioni del medico competente senza peraltro rendere palese
l’eventuale diagnosi clinica
Requisiti di Igiene e Sicurezza
dei locali di lavoro
LUOGHI DI LAVORO
Definizione
Luoghi destinati a ospitare posti di lavoro,
ubicati all'interno dell'azienda o dell'unità
produttiva,
nonché ogni altro luogo di pertinenza
dell'azienda o dell'unità produttiva
accessibile al lavoratore nell'ambito del
proprio lavoro;
REQUISITI STRUTTURALI
• Gli Edifici che ospitano i luoghi di lavoro devono essere stabili
• I luoghi utilizzati come deposito devono avere l’indicazione sul carico massimo
ammissibile per unità di superficie dei solai ei carichi non devono superare tali
massimi
• I luoghi di lavoro devono avere una cubatura non inferiore a 10 mq per lavoratore
che deve disporre di una superficie di almeno 2 mq
• Vi devono essere
• Locali appositamente destinati a spogliatoi i quando i lavoratori devono indossare
indumenti di lavoro specifici
• Gli spogliatoi devono essere distinti fra i due sessi e
Nelle aziende che occupano fino a cinque dipendenti lo spogliatoio può essere unico
per entrambi i sessi; in tal caso i locali sono utilizzati secondo opportuni turni
prestabiliti e concordati
• Gli spogliatoi devono essere dotati di attrezzature che consentono a ciascun
lavoratore di chiudere a chiave i propri indumenti durante il tempo di lavoro
REQUISITI STRUTTURALI
.
• Lavabo in acciaio o ceramica attivabile con pedale o fotocellula;
Attrezzato con dispensatore di sapone e/o detergente antisettico e
con salviette
• Servizio/i igienico/i per gli utenti
• Servizio igienico dedicato al personale
VIE ED USCITE DI EMERGENZA
DEFINIZIONE
• Vie di emergenza percorso senza ostacoli al deflusso che consente alle
persone che occupano un edificio o un locale di raggiungere un luogo
sicuro;
• Uscita di emergenza: passaggio che immette in un luogo sicuro;
• Luogo sicuro: luogo nel quale le persone sono da considerarsi al
sicuro dagli effetti determinati dall'incendio o altre situazioni di
emergenza
Le vie e le uscite di emergenza devono rimanere sgombre e consentire di
raggiungere il più rapidamente possibile un luogo sicuro in caso di
pericolo
Qualora le uscite di emergenza siano dotate di porte, queste devono
essere apribili nel verso le vie dell'esodo e, senza impedimenti. Le vie
e le uscite di emergenza devono essere evidenziate da apposita
segnaletica, collocata in luoghi appropriati.
La pavimentazione e le pareti
•
•
•
•
• I Pavimenti dei locali devono essere
lavabili e disinfettabili, così come le pareti per un’altezza non
inferiore a m 2 ;laddove vi fossere fughe non congrue queste
possono essere sigillate con idoneo materiale impermeabile e
lavabile.
fissi, stabili ed antisdrucciolevoli nonché esenti da
protuberanze,cavità o piani inclinati pereicolosi
Il raccordo tra pavimento e parete può essere arrotondato o
realizzato con idonea sigillatura del battiscopa.
le pareti completamente vetrate, nei locali o nelle vicinanze dei posti
di lavoro e delle vie di circolazione, devono essere chiaramente
segnalate e costituite da materiali di sicurezza fino all'altezza di 1
metro dal pavimento
Continua requisiti
• Locale o spazio per attività amministrative,
accettazione, archivio, consegna referti;
• Locale attesa adeguatamente arredata con numeri
di posti a sedere commisurato ai volumi di attività;
• Locale o spazio per deposito materiale di pulizia;
• Piano prevenzioni incendio;
• Locale spazio dedicato per i processi di
decontaminazione,
pulizia,
disinfezione
e
sterilizzazione dispositivi medici riutilizzabili.
Particolari sulle normative
• La legge 46/90: un impianto elettrico è adeguato
quando:
• - possiede un dispositivo di sezionamento posto
all’origine dell’impianto (int. Generale)
• - possiede dispositivi di protezione contro le sovra
correnti (int. Automatici, fusibili ecc…)
• - possiede protezione contro i contatti indiretti
(dispositivo differenziale coordinato con la messa
a terra) oppure int. Differenziale
• - possiede le protezioni contro i contatti diretti
(isolamenti, involucri ecc..)
MICROCLIMA
insieme dei componenti (es. temperatura, umidità, velocità dell’aria) che
regolano le condizioni climatiche di un ambiente chiuso o semi-chiuso e che
influenzano gli scambi termici tra soggetto e ambiente
Un microclima incongruo è spesso fonte di disagio che si ripercuote con
conseguenze più o meno gravi sulle capacità lavorative e, in condizioni
estreme,da manifestazioni patologiche.
Il benessere termico
E’ una sensazione soggettiva in cui il lavoratore non è costretto ad attivare i
propri meccanismi di termoregolazione (sudorazione-brividi )per mantenere
costante la temperatura interna del corpo
Tale situazione dipende
• dall’attività svolta (dispendio metabolico)
•dal tipo di vestiario indossato e
•da parametri ambientali quali la temperatura dalla velocità dell’aria e l’umidità
relativa
MICROCLIMA
Attualmente non esistono delle norme precise che prevedano dei limiti fissi, salvo che per alcune
lavorazioni particolari.
Diversi articoli di leggi e decreti danno comunque delle indicazioni riguardo le caratteristiche del
microclima negli ambienti di lavoro.
art. 2087 Codice civile
L'imprenditore è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarità
del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale
dei prestatori di lavoro
D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626° 81/08
La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all'organismo umano durante il tempo di
lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori.
Nel giudizio sulla temperatura adeguata per i lavoratori si deve tener conto della influenza che possono
esercitare sopra di essa il grado di umidità ed il movimento dell’aria concomitanti
Dl 81/08 allegato 4°
Nei luoghi di lavoro chiusi, è necessario far sì che tenendo conto dei metodi di
lavoro e degli sforzi
fisici ai quali sono sottoposti i lavoratori, essi dispongano di aria salubre in
quantità sufficiente anche ottenuta
con impianti di areazione.
MICROCLIMA
• Se sono utilizzati impianti di condizionamento dell'aria o
di ventilazione meccanica, essi devono
• funzionare in modo che i lavoratori non siano esposti a
correnti d'aria fastidiosa.
• 1.9.1.4. Gli stessi impianti devono essere periodicamente
sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e
• sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori.
• 1.9.1.5. Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe
comportare un pericolo immediato per la salute dei
• lavoratori dovuto all'inquinamento dell'aria respirata deve
essere eliminato rapidamente
Zona di benessere termico in condizione di lavoro sedentario
e vestiario di stagione
PERIODO
TEMPERATUR UMIDITA’
A °C
RELATIVA %
VELOCITA’
ARIA m/sec
ESTATE
19-24 (22)
40-60
<0,2
INVERNO
17,521,5(19,5)
40-60
<0,2
Illuminazione areazione
• A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità delle lavorazioni e salvo
che non si trattidi locali sotterranei, i luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente
luce naturale.
• In ogni caso, tutti i predetti locali e luoghi di lavoro devono essere dotati di
dispositivi che consentano un'illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la
sicurezza, la salute e il benessere di lavoratori.Il rapporto d’illuminazione/aereazione deve essere non inferiore a 1/8; si calcola con la
divisione tra la superficie finestrata e quella della pavimentazione;
Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione devono
essere installati in modo che il tipo d'illuminazione previsto non rappresenti un
rischio di infortunio per i lavoratori.
Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale devono essere
tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza.
• Gli ambienti, i posti di lavoro ed i passaggi devono essere illuminati con luce
naturale o artificiale in modo da assicurare una sufficiente visibilità.
RISCHI PER LA
SICUREZZA E
SALUTE
DEL LAVORATORE
Rischi per la sicurezza
Sono i rischi infortunistici,
INFORTUNIO
Evento traumatico, violento, che in occasione di lavoro provoca lesioni
all’operatore, ne comporti la morte o l’invalidità permanente
assoluta o parziale o una inabilità temporanea assoluta che comporti
l’astensione dal lavoro per più di tre giorni
Elementi caratterizzanti:
• Lesione alterazione psicofisica (anatomica o funzionale)
dell’organismo del lavoratore che causi inabilità al lavoro,
temporanea, assoluta,permanente, parziale
• Causa violenta fatto esterno che agisce con modalità concentrata nel
tempo (un turno di lavoro)
• Occasione di lavoro connessione tra evento lesivo e attività
lavorativa, ovvero l’evento lesivo deve essere avvenuto per finalità di
lavoro e non per concomitanza di tempi o luoghi
INFORTUNIO IN ITINERE
Infortunio che si verifica al lavoratore mentre percorre il tragitto che
porta dalla casa al lavoro e viceversa.
L’infortunio è indennizzabile solo se è avvenuto durante il normale
tragitto:
• di andata e ritorno fra l’abitazione e il luogo di lavoro,
• tra due posti di lavoro, se il lavoratore presta più di un’attività
• tra la sede di lavoro e il luogo di consumazione dei pasti, nel caso in cui
non vi sia la mensa.
Sono escluse le deviazioni non necessitate; per “necessitate” s’intendono
le deviazioni dovute a cause di forza maggiore, quelle dettate da
esigenze essenziali ed improrogabili e quelle legate all’adempimento di
obblighi penalmente rilevanti
INFORTUNIO IN ITINERE
MALATTIA PROFESSIONALE
Evento dannoso che, correlato alla prestazione
lavorativa, agisce lentamente e progressivamente sulla
capacità lavorativa del soggetto assicurato
• Elementi caratterizzanti:
• Lesione alterazione psicofisica (anatomica o
funzionale) dell’organismo del lavoratore che causi
inabilità al lavoro, temporanea assoluta o permanente
parziale
• Causa lenta e progressiva componente specifica della
attività lavorativa, che agisce con modalità diluita nel
tempo (più di un turno di lavoro)
Oggetto dell’assicurazione
Non è un qualunque evento dannoso, ma solo quello che si
verifica per causa violenta ed in occasione di lavoro
(INFORTUNIO)
o le patologie che insorgono nell’esercizio ed a causa del lavoro
(MALATTIE PROFESSIONALI)
INFORTUNIO SUL LAVORO _MALATTIE
PROFESSIONALI
Essendo la salute dei lavoratori un bene collettivo, anche
le conseguenze dei danni causati ad essa dal lavoro, devono
essere oggetto di una tutela privilegiata
attraverso l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie
professionali, Soggetti dell’assicurazione sono
Assicuratore (INAIL)
Assicurante Tutti i titolari di un rapporto di lavoro pubblici e
Privati
Assicurato Tutti coloro che prestano la propria attività alle
dipendenze o sotto la direzione altrui in modo permanente o
avventizio, con ogni forma di retribuzione
Procedure per fornitura di prestazioni da
parte dell’INAIL
• Infortunato deve denunciare immediatamente
al datore di lavoro gli infortuni e le malattie
professionali
• Datore di lavoro deve denunciare all INAIL gli
infortuni entro due giorni e le malattie
professionali entro cinque giorni
Infortunio sul lavoro e danno biologico
• L'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali
esonera il datore di lavoro dalla responsabilità civile, tranne nei casi in cui
sussiste anche la responsabilità penale,
• La Corte Costituzionale nel.1991 ha affermato che l'oggetto di tale assicurazione
e le relative prestazioni non comprendono il danno biologico.
• Il datore di lavoro pertanto non viene esonerato dalla responsabilità civile,
limitatamente ai casi in cui sussista una condotta colposa o dolosa da parte del
datore di lavoro.
L'evento colposo è di norma dovuto a violazioni di specifiche norme in materia di
prevenzione di infortuni e di igiene del lavoro.
In caso di danno biologico causato dal datore di lavoro, il dipendente potrà dunque
richiedere al datore di lavoro il risarcimento del danno biologico, da liquidare in
aggiunta alle prestazioni rese dall'INAIL, in quanto esse non lo comprendono.
Rischi infortunistici
•Urti contro ante di armadi cassetti di scrivanie lasciati aperti dopo il
loro utilizzo
•Caduta di materiale disposto in modo disordinato e irrazionale sui
ripiani degli armadi e sulle mensole
•Cadute per uso improprio di sedie o di ripiani di scaffalature
•Ribaltamento di scaffalature non opportunamente fissati al muro
•Cadute per urti contro attrezzature posizionate nelle aree di
passaggio o per scivolamento sul pavimento bagnato od i
eccessivamente incerato
•Infortuni elettrici dovuti alle apparecchiature utilizzate.
• Possibili lesioni da taglio o punture con aghi,
Rischi infortunistici - Prevenzione
•Scegliere i mobili in funzione dell’utilità
• distribuirli nella posizione più opportuna prevedendo l’esigenza di movimento
• garantirne l’uso senza intralci e senza compiere sforzi inutili
•verificare l’assenza di spigoli vivi e parti sporgenti e/o taglienti
•variare la disposizione degli elementi di arredo in funzione dell’illuminazione,di
eventuali ostacoli pericolosi (ad es rubinetti dei termosifoni,quadri elettrici
• verificare la collocazione di classificatori,cassetti di scrivania schedari etc che
potrebbero essere causa di urto o inciampo
•E’ fatto obbligo ai titolari del rapporto di lavoro di tenere a disposizione il registro
delle verifiche periodiche di tutti gli impianti elettrici e di provvedere alla
manutenzione degli apparecchi elettromedicali
La normativa prevede l'obbligo di registrare sul registro infortuni tutti gli eventi che
comportino l'assenza di almeno una giornata lavorativa e non solo quella da segnalare
all'INAIL ossia superiore a tre giorni di assenza di lavoro.
Rischi per la salute del lavoratore
Rischi biologici,
legati oltre che all'intervento sanitario diretto sul paziente con possibile esposizione a liquidi
biologici (sangue, urina, saliva), anche alle eventuali fasi di raccolta, analisi o di
eliminazione dei liquidi stessi;
Rischi chimici,
legati in gran parte alle sostanze utilizzate (detergenti,disinfettanti...)
Rischi allergici
legati a una possibile manifestazione allergica sia nei riguardi delle sostanze utilizzate, sia nei
confronti di alcune componenti dei guanti o di altri strumenti in lattice presenti
nell'ambulatorio;
Rischio radiologico
può derivare dalle apparecchiature utilizzate per possibile esposizione a radiazioni ionizzanti,
Rischio da utilizzo di videoterminali
Rischio da agenti fisici
può assumere importanza negli studi dentistici per l'utilizzo di strumenti vibranti ad alta
frequenza (turbine, micromotori, ablatori);
IL RISCHIO
BIOLOGICO
RISCHIO BIOLOGICO
DEFINIZIONE
Il rischio biologico è la probabilità di sviluppare una
malattia in conseguenza di un contatto con un
AGENTE BIOLOGICO
AGENTE BIOLOGICO:
DEFINIZIONE
• microrganismo anche se geneticamente modificato
• coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate
da organismi pluricellulari
• endoparassita umano che potrebbe provocare
– Infezione
– Allergia
– Intossicazione
– Microrganismo :qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in
grado di riprodursi o trasferire materiale genetico
CLASSIFICAZIONE
La classificazione riportata nell'allegato XI del D.Lgs. 626,è stata studiata
valutando la pericolosità dei vari agenti biologici per la salute del lavoratore e
della popolazione generale.
Tra le caratteristiche di pericolosità sono state considerate:
• l'infettività, intesa come la capacità di un microrganismo di penetrare e
moltiplicarsi nell'ospite;
• la patogenicità, riferibile alla capacità di produrre malattia a seguito di
infezione;
• la trasmissibilità, intesa come la capacità di un microrganismo di
essere
trasmesso da un soggetto infetto a uno suscettibile
• la neutralizzabilità, intesa come la disponibilità di efficaci misure
profilattiche per prevenire la malattia o terapeutiche per la sua cura.
Sulla base dei rischi infettivi per l'uomo, gli agenti biologici vengono distinti in
4 gruppi
VIE DI TRASMISSIONE
• AEREA
• CONTATTO
• PARENTERALE
VIA AEREA
AVVIENE PER DISSEMINAZIONE DI
goccioline (emesse dal paziente mentre parla o con la tosse, oppure
ancora durante manovre invasive quali bronconcoscopia,
aspirazione endotracheali)
• particelle di polvere contenenti l’agente infettivo.
I microrganismi trasportati in questo modo possono essere
ampiamente dispersi dalle correnti d’aria ed essere inalati da un
ospite suscettibile, nella stessa stanza o ad una maggiore distanza
dalla sorgente, in rapporto a fattori ambientali
CONTATTO
Il passaggio di microrganismi da un paziente infetto o
colonizzato verso un ospite recettivo (ad es. infermiere)
può avvenire per contatto cute contro cute.
Può verificarsi quando si svolge un’attività assistenziale
che richieda un contatto fisico stretto col malato
PARENTERALE
ATTRAVERSO IL SANGUE O ALTRI LIQUIDI
BIOLOGICI
Le modalità d’infezione più frequenti sono le seguenti:
• Lesioni della cute non protetta o non adeguatamente
protetta provocate da aghi, bisturi o da altri strumenti
contaminati.
• Contaminazione della mucosa degli occhi e/o della
bocca mediante lo schizzo di liquidi biologici
contaminati.
• Infezione mediante il contatto della cute delle mani
caratterizzata da lesioni o abrasioni con materiale
contaminato.
Vie di penetrazione
• CUTE E MUCOSE
• VIE AEREE
• APPARATO DIGERENTE
Le malattie più frequenti
• AIDS,
• epatiti B e C,
• Tubercolosi
• Altri sporadici casi di
malattie infettive
 maggior interesse pratico per gli
operatori sanitari.
 specifiche indicazioni operative
ci si limita di solito a
raccomandare il
rigoroso rispetto
della buona pratica
d’ igiene.
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Ma qual è la reale portata del rischio di contrarre l’epatite B,
l’epatite C, l’AIDS, la tubercolosi a causa del loro lavoro?
VALUTARE IL
RISCHIO DI ESSERE
ESPOSTI
• PREVALENZA della malattia nella
popolazione
• TIPO DI ATTIVITA’ svolta misure di
prevenzione adottate
VALUTARE IL
RISCHIO DI
INFETTARSI UNA
VOLTA ESPOSTI
• carica infettante (combinazione di potere
infettante dell’agente e dell’entità
dell’esposizione)
• resistenza della vittima dell’infortunio
INFEZIONE
PREVALENZA della Malattia nella popolazione
per HBV-HCV-HIV
DIPENDE DA:




area geografica
fasce di età
condizioni socio economiche
presenza o meno di specifici fattori di rischio
POPOLAZIONE IN
GENERALE
• HBV 1%
• HCV 3%
• HIV 0,1%
POPOLAZIONE AFFERENTE
ALLE STRUTTURE
SANITARIE
• HBV = 2%
• HCV = 4%
• HIV = 1%
PREVALENZA della Malattia nella popolazione
per TUBERCOLOSI
Negli ultimi anni si è assistito ad una recrudescenza della TBC per
• epidemia di infezione HIV e la tubercolosi associata a tale infezione
• aumento dell’immigrazione da paesi ad alta endemia tubercolare
• sviluppo della multiresistenza ai farmaci antitubercolari di prima
scelta, associato al rischio di sviluppare tubercolosi in pazienti anziani
infettatisi nel passato
• progressiva diminuizione del livello di attenzione che ha comportato
una minore incisività dei programmi di controllo
• L’incidenza della malattia in Italia è stimata attualmente in 28
casi/100.000 il rischio di TBC
• nel personale sanitario è risultato essere fino a 30 volte superiore a
quello della popolazione generale
PROCEDURE A MAGGIOR
RISCHIO DI ESPOSIZIONE
• Procedure in cui le mani dell’operatore, anche
se indossa i guanti, possono venire a contatto
con strumenti affilati e appuntiti oppure con
tessuti taglienti (quali spicole ossee o dentarie)
all’interno di una cavità corporea aperta, di una
ferita o di uno spazio anatomico confinato dove
possono non essere visibili in ogni momento
Malattie Emotrasmesse
Rischio di contrarre infezione
una volta che l’esposizione sia
avvenuta
• Varia a seconda dei virus coinvolti
• HCV
• HIV
• HBV
0,45%
0,13
5-30%
(dipende dalla modalità di esposizione e viremia della fonte)
PREVENZIONE
PREVENZIONE
• Prevenire gli infortuni a rischi biologico e le loro
conseguenze oltre che per condivisi motivi etici è
necessario anche per l’’importanza che rivestono
motivazioni economiche e di responsabilità penale:
• costo delle giornate lavorative perse per inabilità
temporanea in caso di lesioni
• costo, anche in assenza di conseguenze, degli
infortuni, in massima parte evitabili,
• costo per il risarcimento in caso di sieroconversione
• responsabilità penale per lesioni personali colpose
Misure di prevenzione e protezione per
la gestione del rischio
• Misure organizzative e procedurali
• Prevenzione tecnica (dispositivi di protezione
collettiva)
• Sorveglianza Sanitaria
• D.P.I.
• Informazione e formazione
LE PRECAUZIONI UNIVERSALI
CHE COSA SONO
insieme delle misure di barriera e dei
comportamenti volti a prevenire
o contenere la trasmissione
dei microrganismi attraverso il sangue
o liquidi biologici
A QUALI PERSONE DEVONO
APPLICATE?
A tutti i pazienti routinariamente
indipendentemente dalla diagnosi
possibile
A CHI SONO INDIRIZZATE?
A tutti gli operatori sanitari
la cui attività comporta un contatto
con sangue e liquidi organici,
QUANDO DEVONO
ESSERE APPLICATE?
durante l’esecuzione di
procedure che prevedono un
contatto accidentale con sangue o
materiale biologico;
PRECAUZIONI UNIVERSALI
CHE COSA PREVEDONO?
• LAVAGGIO SOCIALE E/O ANTISETTICO DELLE MANI;
• ADOZIONE DI IDONEE MISURE DI PROTEZIONE;
• ADEGUATE PROCEDURE DI DECONTAMINAZIONE,
PULIZIA, DISINFEZIONE E/O STERILIZZAZIONE DI
PRESIDI E ATTREZZATURE
• PULIZIA, SANIFICAZIONE E DISINFEZIONE DI
SUPERFICI E AMBIENTI
• CORRETTA GESTIONE E TRASPORTO DEI CAMPIONI DI
MATERIALE BIOLOGICO
Sicurezza per l’operatore
Igiene delle mani
Le mani del personale
sanitario sono il veicolo
più frequentemente
implicato nella
trasmissione dei patogeni
Sicurezza per il paziente
LAVAGGIO DELLE MANI
Circa 1 milione di cellule di desquamazione contenenti germi sono
eliminate ogni giorno dalla cute normale
Oggetti attorno al paziente (letto, arredo, oggetti) si contaminano con
germi del paziente (specialmente stafilococchi ed enterococchi)
Dopo contatto con pazienti e/o oggetti contaminati, i germi possono
sopravvivere sulle mani per un tempo variabile (2-60 minuti)
In assenza di azioni di igiene delle mani, più lunga è l’assistenza
fornita, più alto è il grado di contaminazione delle mani
LAVAGGIO DELLE MANI:
E’ una operazione semplice, ma deve avvenire secondo alcune regole
•
togliere bracciali, anelli, orologio
•
insaponare la mani accuratamente (dita, palme, dorso, polsi,
unghie) per almeno 10 secondi sciacquare con acqua corrente in
modo completo
•
asciugarsi con carta a perdere
•
chiudere i rubinetti con la carta a perdere per asciugarsi se non
presenti i dispositivi di azionamento a leva o pedale
•
Una quantità insufficiente di prodotto e/o una durata
insufficiente dell’azione di igiene delle mani
determina una scarsa decontaminazione delle mani
a) Lavarsi le mani anche dopo aver rimosso i guanti e
nel contatto tra un paziente e l’altro.
Lavaggio antisettico
Si basa sull’impiego di agenti antisettici ( sostanze che
arrestano o prevengono la crescita di microrganismi)
E’ praticato per ottenere riduzione di microrganismi residenti
oltre a quelli transitori
Si pratica
• Prima di:
• Effettuare punture asettiche
ceteterismo vescicale
• Entrare nelle terapie intensive
• Avere contatti con pazienti
immunodepressi
• Avere un contatto con ferite
• Sostituire linee infusionali a cvc
•Dopo il contatto con
•ferite
•
Secrezioni
•Escreti
•Sangue
•Oggetti contaminati
Anche se si sono usati i guanti
Lavaggio antisettico
i prodotti
Dopo essersi lavati con il sapone e risciacquati, bagnare le mani con
liquido antisettico in modo completo (dita, palme, dorso, polsi, unghie)
per almeno 30 secondi
PRODOTTI
E’ necessario tener conto della:
•
•
•
•
•
•
•
Composizione chimica
Aggressività sul mantello lipidico naturale
Possibili reazione allergiche
Costi
Spettro di attività del principio
Durata del suo effetto
Clorexidina e iodopovidone ( batteri gram +, batteri gram mycobacterium tubercolosis, funghi, virus)
buona / discreta
DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE INDIVIDUALE
Definizione
Attrezzatura destinata a essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di
proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la
salute durante il lavoro nonché ogni complemento accessorio destinato a tale
scopo
I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o
sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione
collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.
Devono Essere
• adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio
maggiore, adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro
• tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore
• poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità
DPI
•
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
•
GUANTI:
Devono essere utilizzati qualora si venga a contatto con liquidi biologici, cute
non integra, oggetti contaminati.
Devono essere sostituiti durante procedure effettuate sullo stesso paziente, se
si entra in contatto con materiale che può contenere un’alta concentrazione di
microrganismi.
Devono essere immediatamente rimossi dopo l’uso per evitare di inquinare
oggetti e superfici ambientali.
Devono essere rimossi prima di assistere un altro paziente.
Prima di indossarli è necessario togliere anelli, bracciali, orologi ed altri simili oggetti
che ne facilitano la rottura; inoltre
ci si deve lavare accuratamente le mani prima e dopo il loro impiego
Quando si rompono, i guanti vanno sostituiti immediatamente.
Dopo l’uso, i guanti vanno tolti avendo cura di non toccare la loro superficie esterna e
vanno eliminati negli appositi contenitori per i rifiuti
MASCHERE, OCCHIALI E SCHERMI FACCIALI PROTETTIVI:
devono essere indossati per proteggere le mucose degli occhi, naso e bocca
durante procedure ed attività di assistenza al paziente che possono dar luogo a
schizzi o aerosol di sangue, liquidi biologici, secrezioni ed escrezioni.
PRECAUZIONI UNIVERSALI
CAMICI:
•
•
Devono essere indossati per proteggere cute ed indumenti durante
l’esecuzione di tecniche che possono determinare schizzi di sangue o
di altro materiale biologico.
Togliere i camici imbrattati non appena possibile e lavarsi le mani per
evitare di trasferire microrganismi ad altri pazienti o all’ambiente
STRUMENTARIO E BIANCHERIA:
Manipolare lo strumentario e la biancheria usati che siano contaminati con
sangue liquidi biologici, secrezioni ed escrezioni in modo da prevenire
•
•
contaminazioni cutanee e mucose,
il trasferimento di microrganismi ad altri pazienti o all’ambiente.
Lo strumentario riutilizzabile deve essere trattato in modo appropriato prima
di essere usato su un altro paziente. I presidi monouso devono essere
eliminati in modo appropriato.
Misure di Prevenzione Norme di
corretto comportamento
• E’ vietato fumare mangiare al di fuori degli
spazi appositamente riservati
• E’ vietato toccare oggetti (telefono,porta,ecc
) con guanti utilizzati per prestazioni
sanitarie
PULIZIA E DISINFEZIONE AMBIENTALE
COLLOCAZIONE DEL PAZIENTE:
Assicurarsi che le superfici ambientali , letti ed altre superfici che vengono
frequentemente toccate; vengano regolarmente pulite e disinfettate
INFATTI
Il lavoro d’ufficio non è…………”pulito”
Su telefoni,scrivanie e tastiere vi sono in media più germi che nella toilette.
che possono sopravvivere anche 72 ore sulla superfici
Misure necessarie a prevenire incidenti
da aghi-bisturi-taglienti
• Gli aghi al fine di prevenire punture
accidentali non devono mai essere:
–
–
–
–
reincappuciati
volontariamente piegati o rotti
rimossi dalle siringhe
altrimenti manipolati,
Trattamento ed eliminazione di
materiale contaminato
• Il trattamento e l’eliminazione dopo l’uso dei vari materiali
venuti a contatto con sangue o altri liquidi o materiali
biologici potenzialmente infetti deve avvenire nella
massima sicurezza;
• I materiali pungenti o taglienti vanno riposti negli appositi
contenitori a pareti rigide immediatamente dopo l’uso
,sistemati in posizione vicina e comoda rispetto al posto
dove vengono usati
Trasporto dei campioni
Operativamente, prima che ogni provetta o altro venga inviata
al laboratorio si dovrà aver cura di verificare che:
• il liquido contenuto non sia sovrabbondante (in genere le
provette hanno una tacca che indica il limite di
riempimento);
• il tappo sia ben serrato;
• che non sia contaminata la superficie esterna dei campioni.
I campioni devono essere trasportati all’interno di
contenitori rigidi che consentano di disporre le provette
una separata dall’altra, dotati di sistemi di raccolta di
eventuali percolamenti di liquido.
Nel caso si debba trasportare una sola provetta questa può
in alternativa essere inserita all’interno di una busta di
plastica sigillata.
SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI OPERATORI
SANITARI ESPOSTI A RISCHIO
BIOLOGICO
Art. 86.
1. I lavoratori addetti alle attività per le quali la valutazione dei rischi ha evidenziato
un rischio per la salute sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria.
2. Il datore di lavoro, su conforme parere del medico competente, adotta misure
protettive particolari per quei lavoratori per i quali, anche per motivi sanitari
individuali, si richiedono misure speciali di protezione, fra le quali:
A. la messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già
immuni all’agente biologico presente nella lavorazione, da somministrare a
cura del medico competente;
B. l’allontanamento temporaneo del lavoratore
3. Ove gli accertamenti sanitari abbiano evidenziato, nei lavoratori esposti in modo
analogo a uno stesso agente, l’esistenza di anomalia imputabile a tale esposizione,
il medico competente ne informa il datore di lavoro.
A seguito dell’informazione il datore di lavoro effettua una nuova valutazione del
rischio
PROTOCOLLO ESAMI PER LAVORATORI
ESPOSTI A RISCHIO BIOLOGICO
•VALUTAZIONE STATO DI IMMUNIZZAZIONE con certificati di
vaccinazione
• ESAMI DI LABORATORIO ( esame emocromocitometrico completo
con formula leucocitaria, Glicemia, Creatininemia, Transaminasemia,
Elettroforesi proteica, Esame Urine completo, Markers Epatite A, B, C
Mantoux, etc)
• ESAMI COMPLEMENTARI per particolari categorie di lavoratori
Widal Wright –rubeotest etc
• VISITE SPECIALISTICHE (consulenze infettivologiche, etc)
LE VACCINAZIONI
• Gli operatori sanitari che vengano a contatto con pazienti affetti da
malattie infettive contagiose, corrono il rischio di esserne colpiti e di
diffonderle ad altri pazienti.
• Pertanto ridurre la circolazione di patogeni negli operatori sanitari
riduce la dimensione di un consistente serbatoio-fonte di trasmissione
nell’ambito della comunità
•L’attuazione della vaccinoprofilassi, così come l’adozione di
misure finalizzate al mantenimento delle difese cutanee e
mucose sono da intendersi come presidi di prevenzione
personali nei confronti del rischio biologico
Profilassi Epatite B
La vaccinazione antiepatite B rappresenta una indicazione
prioritaria nella prevenzione delle malattie infettive nel
personale sanitario
Nelle Linee guida della Commissione Nazionale del
Ministero della Sanità1994) viene precisato che tutti gli
operatori sanitari anche in formazione che seguono
procedure invasive debbono essere sottoposti a
vaccinazione contro l’epatite B quanto prima possibile e
comunque all’assunzione
Protocollo della vaccinazione anti epatite B
Ciclo Primario 0, 1, 6 mesi
Dopo un mese controllo antiHBs
Se negativo
Se positivo stop
Somministrare 4° dose
Dopo un mese controllo antiHBs
Se positivo stop
se negativo
non responder profilassi post
esposizione
Controindicazioni
• Ipersensibilità nota ai componenti del
vaccino: in particolare non devono essere
vaccinati soggetti con precedenti reazioni
anafilattiche al comune lievito di birra
• l’OMS ha affermato che non esistono dati
scientifici che provino l’esistenza di un rapporto
causa –effetto tra la somministrazione di vaccini
anti-epatite B e casi di sclerosi multipla o di altre
malattie demielinizzanti
Procedura post-esposizione da attuare in caso di
infortunio biologico degli operatori
Qualora non sia richiesto un intervento d’urgenza per il quale sia necessario
recarsi immediatamente in pronto soccorso
Gli operatori devono:
•
Far sanguinare la ferita, procedere al lavaggio abbondante e alla
disinfezione della parte interessata.
• se il “Paziente Fonte”, dal quale proviene il materiale biologico, è
identificabile fargli eseguire gli accertamenti sanitari,
richiedendo allo stesso il consenso che deve essere recepito in
forma scritta
• Accertarsi della propria situazione anticorpale circa il virus
dell’epatite B,
profilassi post-esposizione Per HBV
Paz.HbsAg +
Paz. HbsAg -
Stato sierologico
O.S
Paz non testato o
sconosciuto
Vaccinato con risposta Nessun trattamento Nessun trattamento Nessun trattamento
nota
Non vaccinato
Immunoglobuline
+ inizio
vaccinazione
inizio vaccinazione inizio vaccinazione
Non responder
Immunoglobuline
+ inizio
vaccinazione
Nessun trattamento
Se il paziente fonte è ad
alto rischio trattamento con
immuno globuline e
vaccino
Stato immunitario non
noto
Ricerca anti-HBs e
quindi comportarsi a
seconda del titolo
anticorpale
Nessun trattamento
Ricerca anti-HBs e
quindi comportarsi a
seconda del titolo
anticorpale
PROFILASSI POST
ESPOSIZIONE HCV
L’epatite C e’ un problema rilevante in quanto non e’
applicabile al momento nessuna profilassi specifica.
Si deve monitorare nel tempo l’operatore sanitario ed inviare
all’infettivologo in caso di sieroconversione. Gli operatori
sieronegativi all’esposizione devono essere testati al
momento:
• Al tempo zero
• A 6 mesi
• Ad un anno
PROFILASSI POST ESPOSIZIONE
PAZ HIV positivo-Ragioni
•Non esiste a tutto oggi una vaccinazione contro l’HIV.
•Recenti studi hanno dimostrare che il ciclo replicativo completo del
virus HIV si svolge continuamente fin dal primo giorno di
infezione.
•La combinazione di più farmaci antiretrovirali, somministrati nelle
fasi precocissime dell’infezione,sembra dimostrare come gli stessi
siano in grado di ridurre significativamente (fino ad una ipotizzata
eliminazione) la diffusione del virus nel circolo così come nelle
strutture linfonodali.
PROFILASSI POST ESPOSIZIONE
PAZ HIV positivo
• La potenziale efficacia della PPE nel ridurre il rischio di infezione
sembra dipendere in maniera significativa dal tempo intercorso tra
l’incidente e l’inizio della profilassi.
• Preferibilmente si deve perciò dare inizio alla profilassi:
Entro 4 ore dall’evento
Mai oltre le 24 ORE dall’evento
Fattori che aumentano il rischio di infezione
occupazionale e Ragioni della PPE
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
1 Esposizione ad alto rischio
Ferita profonda (spontaneamente sanguinante)
Puntura con ago cavo utilizzato per prelievo
Presenza di sangue in quantità visibile sulla superficie del presidio implicato
nell’incidente
Contaminazione congiuntivale massiva
2 Fonte ad alto rischio
Paziente in fase terminale per HIV
Paziente con infezione acuta per HIV
Paziente con valori ematici superiori a 30.000/ml copie di HIV RNA
Paziente con sospetta resistenza ai farmaci
Corretta applicazione della PPE
A chi deve essere offerta la Profilassi post-esposizione ?
Agli operatori che riportino un incidente caratterizzato da esposizione ad alto
rischio da fonte ad alto rischio
La PPE può essere offerta:
· Agli operatori che riportino un incidente caratterizzato da esposizione ad alto
rischio da fonte non identificabile o non testata sierologicamente ma ad alto
rischio di infezione (tossicodipendenti, partner di persone con infezioni da HIV o
ad alto rischio mai testati,politrasfusi prima del 1986) e deve essere valutata caso
per caso.
La PPE non deve essere offerta:
· Agli operatori che riportino un incidente caratterizzato da esposizione ad alto
rischio, ma da fonte non ad alto rischio;
· Alle operatrici gravide (per mancanza di studi relativi agli effetti collaterali della
PPE sulle donne gravide)
Effetti collaterali della PPE
La profilassi post-esposizione a HIV è responsabile di
numerosi effetti collaterali.
I più frequenti sono:
• Sistemi emopoietici: anemia, neutropenia.
• Sistema nervoso: neuropatie centrali e periferiche.
• Sistema gastrointestinale: nausea, diarrea, vomito,
pancreatite, epatopatia, iperbilirubinemia.
• Sistema renale: nefrolitiasi.
• Altri effetti: alopecia, ulcere orali.
• Non si conoscono gli effetti a lungo termine e su persone
non infette o in gravidanza.
Vaccinazione Anti TBC
obbligatoria per legge
(L-1088 del 14/12/70 e DP 447del 23/1/75)
ma, stante quanto riportato nelle Linee Guida pubblicate sulla
Gazzetta Ufficiale del 18/2/99 non è più consigliabile:
sussistono fondati dubbi sulla sua efficacia e il provvedimento
normativo stabilisce che deve essere attuata solo per gli operatori
sanitari ad alto rischio
(art 93 Legge 388/00 e DPR del 7/11/01 n. 465).
Specifici protocolli vanno attuati quando si sospetta
che, per una ragione qualsiasi, possa esserci stato un
contatto con un paziente affetto da tubercolosi con
lesioni aperte
PROFILASSI DEL PERSONALE IN CASO DI STRETTO
CONTATTO CON PAZIENTE BACILLIFERO
TEMPO 0
SI
POSITIVITA’
MANTOUX
NO
DOPO 1 MESE
VIRAGGIO
MANTOUX
NO
CONSULENZA
PNEUMOLOGICA
CONTROLLO MANTOUX
OGNI 3 ANNI
Contaminanti microbiologici
I microorganismi che possono proliferare in vari punti degli
impianti di condizionamento sono causa di epidemie o casi
isolati di
•asma e di
•Legionellosi
MORBO DEL LEGIONARIO : polmonite rapidamente
progressiva e in alcuni casi mortale (tosse-febbre-brividiastenia exitus per insufficienza renale e shock)
FEBBRE DI PONTIAC : forma extrapolmonare con
sintomatologia simil influenzale e regressione spontanea dopo 25 giorni
•“Febbre degli umidificatori o del lunedi" (sintomatologia similinfluenzale)che compare il primo giorno della settimana
lavorativa sia scatenata dalla diffusione, con la riaccensione
degli impianti, di microorganismi che avevano avuto modo di
proliferare durante la pausa del fine settimana
RISCHIO BIOLOGICO
CONCLUSIONI
Il rischio biologico per gli operatori sanitari in Italia
un problema significativo su cui è
• DOVEROSO
• POSSIBILE
• CONVENIENTE
INTERVENIRE
EFFETTI BIOLOGICI
DELLE RADIAZIONI
IONIZZANTI
RADIAZIONE: DEFINIZIONE
Propagazione di energia attraverso lo spazio o
un qualunque mezzo materiale sottoforma di
onde o di energia cinetica
RADIAZIONI IONIZZANTI
RADIAZIONI NON IONIZZANTI
R.I.
Radiazioni che posseggono energia sufficiente (12 eV) per produrre
eccitazione o ionizzazione degli atomi e delle molecole della materia
bersaglio con cui interagiscono modificando lo stato chimico
NIR
Radiazioni che hanno energia inferiore a 12 ev; non provocano
ionizzazione ma provocano nella materia che incontrano un effetto
termico causando riscaldamento
IONIZZAZIONE ED
ECCITAZIONE
L’atomo è composto di un nucleo e di particelle più
leggere, gli elettroni, di carica elettrica negativa che gli
ruotano intorno in orbite energeticamente ben definite.
Un elettrone, ricevendo energia, può passare da orbite
interne ad orbite esterne, oppure uscire dall'atomo. Nel
primo caso l'atomo risulta eccitato, nel secondo
ionizzato.
ISOTOPI RADIOATTIVI
Atomi caratterizzati da instabilità del nucleo
1) naturali: Decadimento radioattivo spontaneo
(uranio-torio-attinio)
2) artificiali: Ottenuti bombardando atomi stabili
con particelle accelerate (cobalto 60 iodio 131)
RADIATTIVITA’ NATURALE
Nella radioattività naturale si distinguono varie componenti:
• Radionuclidi del terreno cosiddetti primordiali presenti in varie
quantità nei materiali inorganici della crosta terrestre (rocce,
minerali) fin dalla sua formazione
• Raggi cosmici: Provengono, per la maggior parte, dal profondo
spazio interstellare. C'è anche una componente solare che trae
origine dalle esplosioni nucleari sul sole (che può essere
considerato un grosso reattore nucleare)
• Radon deriva da depositi naturali di uranio sotterraneo
• Elementi radioattivi del corpo umano(K40 C14) che entrano
attraverso la catena alimentare
Origine terrestre:
. Ancora adesso, malgrado il largo impiego di sostanze radioattive
artificiali e, la radioattività naturale continua a fornire il maggior
contributo alla dose ricevuta dalla popolazione
La concentrazione dei radionuclidi naturali nel suolo e nelle rocce varia
fortemente da luogo a luogo in dipendenza della conformazione
geologica delle diverse aree E’ >nelle rocce ignee e nei graniti
Numerosi materiali da costruzione sono radioattivi
il granito,
la pietra pomice,
alcuni prodotti di scarto usati nell'edilizia come il fosfato di gesso e le scorie
di altiforni,
nonché il tufo
Nel terreno sottostante le case. vi è la principale sorgente di radon
Anche le acque contengono una certa quantità di radioattività, dovuta sia alle
piogge che trasportano le sostanze radioattive dell'aria, sia alle acque di
drenaggio che convogliano nei bacini idrici sostanze radioattive presenti
nelle rocce e nel suolo
Origine extraterrestre
RADIAZIONI ARTIFICIALI
L'impiego di radiazioni ionizzanti è diventato ormai essenziale in
molte attività umane, nelle quali vengono abitualmente impiegate
sorgenti di radiazioni prodotte dall'uomo. E' qui sufficiente limitarsi a
ricordare l'impiego di radionuclidi artificiali e di macchine
radiogene nei settori industriale, sanitario e della ricerca.
Numerosissime sono le sorgenti radioattive artificiali contenute in
strumenti di uso quotidiano impiegate per le più svariate applicazioni
industriali (rivelatori di incendio, rivelatori di livello, rivelatori di
umidità e contenuto d'acqua, quadranti di orologio, sistemi antistatici,
insegne luminose, etc.
PATOGENESI DEL DANNO DA R.I.
• Meccanismo diretto: Vengono danneggiati DNA-Proteine-Rna
attraverso fenomeni di eccitazione o ionizzazione diretta
• Meccanismo indiretto: Scissione di molecole di H2Oformazione radicali liberi (OH-H) che reagiscono con le
macromolecole (Dna Rna Proteine)
Dal danno Molecolare al Danno Cellulare
Depressione velocità di sintesi Dna
Ritardo o blocco divisioni cellulari
Alterazioni cromosomiche
Morte cellulare
RADIOSENSIBILITA’DELLE
CELLULE
•
•
•
•
•
MIDOLLO OSSEO
EPITELIO MUCOSA INTESTINALE
CELLULE BASALI EPIDERMIDE
SPERMATOGONI E CELLULE FOLLICOLI OVARICI
LINFOCITI
Cellule che più frequentemente vanno incontro a mitosicellule dei tessuti in rapido accrescimento
MIDOLLO OSSEO
• Serie linfatica : si verifica una precoce caduta del tasso
linfocitario, il cui grado ed andamento temporale rappresentano un
indice di gravità
• Serie granulocitaria : spesso si ha un picco di granulocitosi nelle prime
ore ; l’entità e la durata sono correlabili con la gravità
dell’irradiazione; si ha poi una caduta già in 4°-5° giornata
• Serie piastrinica
ed
Caduta precoce
• eritrocitaria
ORGANO CUTANEO
R.I.
Blocco Mitotico cellule basali
atrofia cutanea e
caduta dei peli
L’evoluzione può essere : Acuta
eritema-epidermite
essudativa ulcerazione
necrosi sclerosi
CRONICA
Semplice
atrofia- discheratosi ipercheratosi-fragilità delle unghie
Evolutiva
verruche ed ulcerazioni
Cancerizzata
carcinoma spinocellulari-basaliomi-fibrosarcomi
I casi cronici non sempre sono di facile diagnosi
• Eritema iniziale
e tardivo nello stesso
soggetto
Flittena da
radioepidermite
essudativa
radioepidermite
essudativa al
21°giorno
RADIODERMITE CRONICA
ENDOTELIO INTESTINALE
R.I.
Blocco mitotico delle cellule basali delle cripte
intervillari
Atrofia della mucosa
Turbe dell’assorbimento
GONADI E ORGANO VISIVO
STERILITA’ TRANSITORIA
IL MASCHIO E’ PIU’
SENSIBILE DELLE FEMMINE
STERILITA’ PERMANENTE
ORGANO VISIVO :
CONGIUNTIVITE
CATARATTA DA RAGGI
TESSUTO OSSEO
Particolarmente sensibili
Zone di accrescimento
(cartilagini di coniugazione)
Poco sensibili
Il Tessuto dell’ adulto
Il Pericolo maggiore è la radioinduzione neoplastica
Apparato Respiratorio e Renale
Apparato Respiratorio
Generalmente poco sensibile
Nelle gravi esposizione si ha polmonite interstiziale e fibrosi
progressiva
APPARATO RENALE
Molto radiosensibile ma molto protetto
FEGATO E CUORE
FEGATO
Particolarmente resistente; in genere si hanno alterazioni aspecifiche
CUORE
Si credeva fosse dotato di scarsa sensibilità ; è in atto un processo
di revisione,sono state osservate pericarditi , endocarditi,alterazioni
ECG
EFFETTI BIOLOGICI DELLE R.I.
• Genetici: se interessano le cellule germinali (danni trasmessi ai
discendenti)
• Somatici: se non interessano le cellule germinali(danni che
interessano l’individuo esposto e si esauriscono con lui)
• Stocastici: probabilistici o casuali –la comparsa segue la legge della
probabilità statistica la possibilità che si verifichino aumenta con
l’aumentare della dose
• Non stocastici: non probabilistici,compaiono solo se viene superata
una dose soglia,la gravità dell’effetto è in relazione all’entità della
dose assorbita
• IMMEDIATI : da irradiazione forte e di breve durata
• TARDIVI : da esposizione protratta a piccole dosi ; aumentano con
l’aumentare della frequenza della esposizione e non con l’aumentare
della dose
EFFETTI NON STOCASTICIDETEMINISTICI
•Si manifestano solo se viene superato un determinato valore di dose
assorbita
•Colpiscono tutti gli individui esposti a dosi superiori a quella
soglia, salvo modeste differenze di suscettibilità individuale.
•La gravità delle manifestazioni cliniche è proporzionale alla
dose assorbita: relazione dose-effetto (all’aumentare della dose
assorbita aumenta la gravità degli effetti)
•Compaiono dopo un periodo di latenza che è inversamente
proporzionale alla dose assorbita e dipendono dal tipo di
irradiazione (globale o parziale)
EFFETTI STOCASTICI
•Per manifestarsi non richiedono il superamento di un valore soglia di
dose assorbita.
•Sono rappresentati da leucemie e tumori solidi.
•Sono a carattere probabilistico La probabilità di eventi dannosi
sull’individuo irradiato sono direttamente proporzionali alla dose
individuale assorbita
•. Sono caratterizzati da una relazione del tipo dose-risposta
(all’aumentare della dose assorbita aumenta il numero dei soggetti
della popolazione irradiata in cui compare l’effetto)
• La gravità degli effetti non è proporzionale alla dose in quanto sono
manifestazioni del tipo si/no (tutto o niente)
•Il periodo di latenza è del tutto indipendente dalla dose
.
EFFETTI BIOLOGICI DELLE R.I.
IMMEDIATI (NON STOCASTICI)
TOTALE
•PANIRRADIA
ZIONE
TARDIVI
SOMATICI
PARZIALE
GENETICI
GENERALI
•DERMATITE
•COGIUNTIVITE
•STERILITA’
•INVECCHIAMENTO
•PRECOCE ACCORCIAMENTO
VITA MEDIA
•LEUCEMIA
EFFETTI
•TUMORI SOLIDI
LOCALI
•RADIODERMITE
CRONICA
•CATARATTA
STOCASTICI
EFFETTI IMMEDIATI(ACUTI)
1. SINDROME DA PANIRRADIAZIONE
A sopravvivenza impossibile
–
–
–
Sindrome Sindrome Neurologica
Sindrome gastrointestinale
Sindrome midollare
A sopravvivenza possibile
A sopravvivenza probabile
A sopravvivenza virtualmente sicura
2. DERMATITE
3. STERILITA’TEMPORANEA O DEFINITIVA
4. Congiuntivite
EFFETTI TARDIVI ( CRONICI)
Il principale effetto tardivo è rappresentato dalla
cataratta
L’effetto cronico è rappresentato dalla
radiodermite cronica
EFFETTI GENETICI
 Mutazioni Geniche
 Si estinguono dopo numerose generazioni,se dominanti
compaiono in prima generazione,se recessive in successive o
mai
 Aberrazioni cromosomiche
Si estinguono tanto più precocemente quanto più sono gravi
causando
a) Aborti spontanei
b) Mortalità neonatale
Finora non è stato possibile rilevare nella progenie di soggetti
esposti a R.I un eccesso di malattie ereditarie.
Però studi sperimentali su piante e animali indicano che tali danni
possono insorgere
DANNI EMBRIONALI E FETALI
Sia l’embrione che il feto presentano un’elevata
sensibilità alle radiazioni.
Il danno radioindotto è in funzione della fase di
sviluppo intrauterino
• Morte in utero (primi nove giorni)
•
Malformazioni (2°-8° settimana)
•
Ritardo mentale (8-15° settimana)
TUMORI E LEUCEMIE( dalla 3° settimana alla
fine della gestazione)
TUTELA DELLA MATERNITA’
1) Le donne in stato di gravidanza e fino a
sette mesi dopo il parto non possono svolgere
attività in zone classificate
2) E’ fatto obbligo alle lavoratrici comunicare al
datore di lavoro lo stato di gravidanza non
appena accertato
3) E’altresì vietato adibire le lavoratrici che
allattano ad attività comportanti un rischio di
contaminazione
Rischio Chimico
Legato in gran parte alle sostanze utilizzate nell'ambulatorio
(detergenti, disinfettanti...)
La normativa dal 1992 obbliga a munire ogni ambulatorio delle
schede di sicurezza dei preparati utilizzati, ricordandosi di
chiederne sempre copia al venditore all'atto dell'acquisto.
Queste contengono informazioni relative alle caratteristiche
delle sostanze, alle loro proprietà chimico-fisiche, alle modalità
di manipolazione e di stoccaggio; inoltre riportano le eventuali
precauzioni da adottare per il loro utilizzo ed i relativi
provvedimenti sanitari da prendere in caso di intossicazione
accidentale.
I Detergenti
Sostanze in grado di portare in soluzione per diminuzione della
tensione superficiale le molecole di grasso, di sporco che aderiscono
alle superfici. Essi hanno una prima azione germicida.
Effetti sulla salute:
•
a)
b)
c)
•
•
Dermatite irritativa da contatto (DIC) per
effetto "sapone" dovuto all’azione sgrassante del prodotto per
asportazione del film idrolipidico cutaneo protettivo;
effetto pH: generalmente l’alcalinità dei detergenti altera il pH
cutaneo;
effetto "acqua" : la prolungata immersione in acqua provoca
macerazione dello stato corneo;
effetto irritante dovuto ai componenti dei detersivi.
Dermatite allergica da contatto (DAC) può essere primaria o
conseguente ad una dermatite irritativa.
Prevenzione
Norme di comportamento generale:
•scelta dei prodotti da acquistare preferendo quelli privi di
additivi spesso inutili quali profumi, balsami, coloranti;
•scegliere prodotti con pH vicino al neutro;
Disinfettanti e Sterilizzanti
Sostanze in grado di distruggere totalmente i microrganismi con metodi e
procedimenti di tipo
- chimico (es. con ossido di etilene),
- fisico (ad esempio con alte temperature o con radiazioni non ionizzanti).
Effetti sulla salute:
•
•
•
•
1.
2.
3.
Dermatite irritativa da contatto (DIC) soprattutto per alogeni inorganici,
aldeidi, fenolo e derivati;
Dermatite allergica da contatto (DAC) può essere provocata da tutti in
particolare da aldeidi e ammoni quaternari.
Forme acute quali ustioni o severe irritazioni acute da uso di soluzioni troppo
concentrate.
Effetti a lungo termine come ad esempio la
Formaldeide fortemente irritante per cute e mucose ha azione mutagena ed è
sospettata di essere cancerogena;
Ossido di etilene: irritante per cute e mucose neurotossico causa neuropatie
periferiche ha azione mutagena ed è potenzialmente cancerogeno;
Glutaraldeide irritante per cute e mucose.
Disinfettanti e Sterilizzanti
Norme di comportamento generale:
1. Informazione e formazione all’uso: concentrazioni, modalità di
uso, tempi di contatto;
2. Uso dei DPI (guanti monouso, creme barriera, maschere, etc);
3. L’ossido di etilene, la formaldeide e glutaraldeide vanno usati in
locali di sterilizzazione dedicati ed esclusivi (dotati di buona
ventilazione e adeguati ricambi d’aria)
Massima attenzione ovviamente alle indicazioni di uso delle altre
sostanze e prodotti disinfettanti,
occorre avere sempre sottomano etichetta e procedure di uso.
LATICE CICLO TECNOLOGICO
Il latice si ottiene a partire dalla linfa lattea di un albero (Havea brasiliensis) che viene
coltivato nell’America centrale e meridionale, in Africa e nel sud-est asiatico.
Ciclo tecnologico
Il tronco viene progressivamente inciso con speciali
viene raccolto in una tazza
coltelli ed il succo gommoso e ricco di proteine
legata all’abero (latex grezzo)
viene concentrato e stabilizzato prima del trasporto
in fabbrica utilizzando l'ammoniaca
Subisce poi ,utilizzando diversi additivi
un processo di vulcanizzazione
rende la gomma più forte
elastica resistente alla luce del
sole agli sbalzi di temperatura
imperbeabile ai gas e
non conducente l'elettricità
USI DEL LATICE
Viene utilizzato per produrre vari prodotti la cui conoscenza assume grossa rilevanza
per i soggetti sensibilizzati.
Oggetti per uso medico e
odontoiatrico
guanti, cateteri, cannule, maschere per anestesia, cerotti, apparecchi
ortodontici
Mezzi anticoncezionali
condom, diaframmi vaginali
Oggetti per l’infanzia
succhiotti, palloncini, giocattoli
Equipaggiamenti sportivi
pinne, maschere, accessori per la vela, palloni
Indumenti
bande elastiche, scarpe in gomma
Arredi o manufatti di uso
domestico
guanti, tende per la doccia, borse per l’acqua, materassi ad aria,
rinforzi per tappeti, isolanti per porte e finestre, adesivi
Oggetti d’uso quotidiano
gomme per cancellare, francobolli
Fattori di rischio
Evidenza epidemiologica
I soggetti intolleranti alla bigiotteria sono sicuramente predisposti allo sviluppo di
manifestazioni cutanee di tipo eczematoso: questi devono limitare i fattori irritativi
utilizzando saponi delicati e facendo ampio uso di creme idratanti prive di profumi.
Sono considerate persone ad alto rischio coloro che hanno subito parecchi
interventi chirurgici, soprattutto da bambini, ed i portatori di spina bifida ed
anomalie urologiche.
Inoltre bisogna ricordare che la presenza di soluzioni di continuo della cute come i
processi di infiammazione cutanea favoriscono la penetrazione dell’allergene e
dunque la comparsa di sensibilizzazione. Allo stesso modo manifestazioni
infiammatorie delle mucose favoriscono la penetrazione dell’allergene a questo
livello.
Fattori di rischio
Evidenza epidemiologica
Atopia
+++
Sesso femminile
+/-
Storia di asma Bronchiale
+
Pregressa dermatite alle mani
++
Sensibilizzazione per allergie
alimentari
+
Interventi chirurgici
++
Frequenza/modalità di
esposizione
+++
FATTORI PREDISPONENTI
OPERATORI SANITARI
Fattori irritativi per la cute della mani
•Lavaggio ripetuto delle mani,
Alterazione film idrolipidico
•Uso frequente di saponi medicati,
cutaneo e disidratazione
•Uso di disinfettanti
successiva
PATOLOGIE CORRELATE
•DISTURBI ASPECIFICI IRRITATIVI
•REAZIONI ALLERGICHE DI I° TIPO GELLS & COOMBS
• DERMATITI DA CONTATTO (IV° TIPO GELLS &
COOMBS)
DIC (Dermatite Irritativa da Contatto)
Puo' colpire chiunque venga a contatto con una sostanza irritante
La dermatite e' proporzionale alla quantita' di sostanza irritante ed al
tempo di contatto con essa.
Non vi e' alcun meccanismo allergico. Le differenze tra persona e
persona dipendono dal fatto che ognuno ha la pelle piu' o meno
delicata.
Si manifesta con
rossore,
Scarso
secchezza,
fissurazioni a volte sanguinanti,
Prurito
spesso dolenti.
DISTURBI ASPECIFICI IRRITATIVI
Nel caso dei guanti i disturbi iiritativi, sono collegati all’azione meccanica svolta
prevalentemente dal lubrificante pulverulento presente all’interno della maggior
parte dei guanti
Inoltre l’azione meccanica svolta dal guanto e l’ipersudorazione della cute tendono
ulteriormente ad accentuare questi disturbi
L'uso di sottoguanti in cotone per evitare/limitare l'ipersudorazione può essere un
ulteriore accorgimento utile a prevenire le recidive.
REAZIONI ALLERGICHE DI
I° TIPO GELLS & COOMBS
La reazione è dovuta ad una risposta IgE mediata nei confronti di alcune componenti
proteiche del latice. Si manifesta
nella sede di contatto
con manifestazioni orticarioidi
oppure a distanza
con rinite, congiuntivite
asma
dovute al contatto
delle mucose con
l’allergene.
Nella genesi dei disturbi respiratori da latice deve essere sempre tenuto presente il ruolo
svolto dalla polvere lubrificante presente nei guanti: questa infatti funziona da
adsorbente per le particelle proteiche di latice e contribuisce notevolmente alla
diffusione in aria dell’allergene
DERMATITI DA CONTATTO
(IV° TIPO GELLS & COOMBS)
Per l’instaurarsi della manifestazioni cliniche e' necessario che avvenga una
prima sensibilizzazione con l’aptene che
viene presentato ai linfociti che, si
sensibilizzano
Successivamente (mai prima di 5-7 giorni
( lo riconoscono al successivo contatto)
dall’inizio del contatto, a volte anche piu’ tardivamente
la nuova entrata dell'aptene
Scatena la reazione allergica cutanea
con la comparsa di manifestazione
eritematose- vescicolari - eczematose,ed
A limiti sfumati,tendenti a confluire
.
intensamente
pruriginose.
DERMATITI DA CONTATTO:
QUADRO CLINICO
Fasi delle lesioni:
• eritema
• edema
• papule e vescicole;
• essudazione sierosa;
• desquamazione (aspetti polimorfi).
Cronicizzazione:
• iperplasia degli strati epidermici fino
eczema lichenificato e ragadiforme.
PREVENZIONE
Con il diffondersi dell’utilizzo di guanti in latice si sono fatti più frequenti i disturbi
collegati all’uso di questi dispositivi di protezione. Proprio per limitare al massimo
l’insorgenza di sensibilizzazioni risulta fondamentale intervenire senso preventivo
con una
Prevenzione Primaria
Prevenzione Secondaria
sull'ambiente di lavoro
sull'uomo
Le misure di prevenzione . Primaria consistono nell'adozione di
•Comportamenti corretti che minimizzino i fattori favorenti la
sensibilizzazione e
•Uso di materiali il più possibile ipoallergenici.
PREVENZIONE PRIMARIA
Comportamenti Corretti
Evitare
l'uso di detergenti-antisettici a pH non fisiologico e ad azione irritante, in
quanto l'irritazione della cute favorisce l'insorgenza di sensibilizzazione;
Evitare
le manovre di eccessiva detersione e strofinio delle mani e degli
avambracci che ledono l'integrità del film idrolipidico cutaneo che
rappresenta una barriera essenziale per ridurre il passaggio di allergeni
agli strati cutanei più profondi.
PREVENZIONE PRIMARIA
Uso di materiali il più possibile ipoallergenici.
Di difficile attuazione perché il latice, per le note caratteristiche di elasticità, è
utilizzato ampiamente, sia in ambito sanitario sia nella vita comune.
Siringhe
hanno l'appendice del pistone in latex.
Utilizzare siringhe in vetro o siringhe
latex-free
Borse degli ambu - i soffietti ventilatori
sono in genere in latex sostituire
con borse e soffietti in neoprene
I tubi rossi nasofaringei
sono in latex: usare tubi in PVC.
PREVENZIONE PRIMARIA
Uso di materiali il più possibile ipoallergenici.
GUANTI
•
a.
b.
Va stabilito il tipo di guanti da usare per quali attività
Se possibile vanno usati guanti senza lattice.
in cloruro di polivinile (vinile), nitrile
lavori non
copolimero
sterili
in neoprene, policloroprene o
copolimeri
lavori sterili
PREVENZIONE SECONDARIA
SORVEGLIANZA SANITARIA
Il medico competente dovra’ sottoporre a controllo gli operatori sanitari
a)
in sede di prima destinazione lavorativa a specifiche mansioni che
comportino l’utilizzo di guanti in latice e/o in gomma
b)
successivamente per la comparsa di disturbi correlati all’utilizzo di guanti
Dovrà visitare gli studenti delle scuole professionali ed universitarie operanti
all’interno dell’azienda.
Non sembra invece necessario osservare una stretta periodicità per la valutazione
dell’insorgenza di manifestazioni allergiche successiva all’assunzione.
Identificazione dei soggetti a rischio più elevato di sensibilizzazione come
gli atopici o i portatori di dermatiti allergiche di altra natura.
DIAGNOSI
•Anamnesi accurata e acquisizione schede tecniche di prodotti o materiali
•Rilievi anamnestico della correlazione tra manifestazioni cliniche ed
esposizione professionale od extra professionale
•Prick test, patch test
•Dosaggio IgE specifiche (prima scelta se anamnesi positiva per anafilassi)
•Test di provocazione/ scatenamento
•Test respiratori
PREVENZIONE SECONDARIA
Procedura per le persone occupate con
allergia al lattice clinicamente manifesta
•
•
•
•
1.
2.
3.
4.
5.
Allontanamento di tale allergene dall'ambiente di lavoro,
Istruire all’adozione di anche alcune pratiche di comportamento
extralavorativo atte ad evitare il contatto con manufatti in latice.
È importante che questa allergia venga segnalata ai sanitari nel caso
di interventi chirurgici o anche di pratiche diagnostiche più semplici
(visite ginecologiche o interventi odontoiatrici).
E’ necessario che questi soggetti evitino l'assunzione di alimenti dotati
di reattività crociata con il latice, quali
banane,
kiwi,
castagne,
nocciole
avocados
PREVENZIONE SECONDARIA
Procedura per le persone occupate con
allergia al lattice clinicamente manifesta
Allontanamento dell’ allergene dall'ambiente di lavoro
•
•
•
•
•
Misure sul luogo di lavoro
Si possono usare soltanto guanti senza lattice.
Nel settore professionale ristretto, gli altri lavoratori non possono
utilizzare guanti di lattice naturale con «talco».
Occorre evitare il contatto con tutti gli articoli contenenti lattice
nell’ambito medico o nel rimanente ambiente professionale nonché nel
settore privato.
Si deve tendere al lavoro in una zona priva di allergeni del lattice.
L’evoluzione del quadro clinico deve essere sorvegliata da un medico.
Agenti chimici
•Rilascio di formaldeide dagli arredi
La formaldeide è ampiamente utilizzata nella produzione di resine a loro
volta usate nella produzione di pannelli
viene liberata dalla resina di cui è composto il pannello e rilasciata
nell’aria nel corso degli anni con conseguenze dannose per la nostra
salute
Può provocare
•dermatiti da contatto
•asma
• disturbi psicologici e neurologici come la perdita della memoria a breve
termine
Se si scopre o si sospetta di avere mobili che rilasciano formaldeide il
consiglio è di migliorare la ventilazione (mantenendo l’umidità intorno
al40-60%)
utilizzare piante come la dracena la gerbera l’aloe il giglio il ficus che
sono in grado di metabolizzare sostanze chimiche pericolose presenti
nell’aria delle stanze
Fotocopiatrici
Luce ultravioletta + O2 dell’aria
ozono
allergie infiammazione agli occhi e alle vie respiratorie
I sintomi sono di solito lievi, si presentano con frequenza
almeno settimanale, migliorano con l'allontanamento dal
lavoro.
RISCHIO DA
VIDEOTERMINALI
DEFINIZIONE
LAVORATORE ADDETTO AL VIDEOTERMINALE
Lavoratore che utilizza un'attrezzatura munita di videoterminale in modo
sistemico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni
VIDEOTERMINALE
Apparecchiatura che grazie a un tubo a raggi catodici permette la visualizzazione di
informazioni
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
Informazione e
formazione dei
lavoratori:
• misure applicabili al
posto di lavoro
• modalità
svolgimento attività
• protezione occhi e
vista
Elaborazione del
documento di
valutazione dei
rischi:
•valutazione
del rischio
•misure di
prevenzione adottate
•programma di
miglioramento dei
posti di lavoro
ANALISI DEL POSTO DI LAVORO
• Rischi per la vista e per
gli occhi
• Problemi legati alla
postura e
all’affaticamento
• Condizioni ergonomiche
e di igiene ambientale
DECRETO 2 OTTOBRE 2000
Linee guida all’uso del VT
indicazioni per lo svolgimento dell’attività al
videoterminale al fine di prevenire
disturbi
muscolo-scheletrici
affaticamento
visivo
fatica
mentale
DISTURBI VISIVI
Il lavoro al computer può sottoporre i muscoli degli
occhi ad uno sforzo notevole:
•
se i contrasti luminosi tra schermo,
documento e tastiera sono eccessivi
(possono avvenire sino a 25.000
movimenti al giorno di adattamento alla
luce)
•
se gli occhi fissano a lungo oggetti molto
vicini come uno schermo (i muscoli degli
occhi sono in posizione di riposo se
osservano oggetti distanti più di 6 metri)
•
se monitor e documenti da leggere non
sono posti all'incirca alla stessa distanza (i
muscoli degli occhi sono costretti ad una
continua variazione di messa a fuoco
POSSIBILI CAUSE DI DISTURBI VISIVI
• Abbagli diretti e riflessi
• Contrasti eccessivi di luminosità tra
schermo e ambiente
• Prolungata fissità dello sguardo sullo
schermo
• Scarsa leggibilità dello schermo
• Difetti visivi non corretti o mal
corretti
• Aria troppo secca
• Aria inquinata da sostanze irritanti:
toner, fumo, colle
DISTURBI VISIVI
Non vi è rischio di patologie quali:
• cataratta
• glaucoma
• comparsa o aggravamento di disturbi
refrattivi(miopia,ipermetropia, presbiopia)
SINTOMI OCULO-VISIVI
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Bruciore
Ammiccamento frequente
Lacrimazione
Secchezza
Stanchezza alla lettura
Visione annebbiata
Visione sdoppiata
Fastidio alla luce
Mal di testa
PREVENZIONE DEI DISTURBI VISIVI
•
•
•
•
•
•
•
LO SCHERMO
Va ruotato in modo da evitare riflessi e la
luce diretta delle finestre
Va inclinato in modo che il bordo superiore
sia appena sotto il livello degli occhi in
modo da evitare eccessive estensioni o
flessioni del capo
Bisogna regolare luminosità e contrasto
Bisogna sedersi in modo da mantenere una
distanza degli occhi dallo schermo di 50-80
cm
Bisogna sistemare il portadocumenti alla
stessa distanza dallo schermo
Bisogna interrompere l’attività durante la
giornata:
Utilizzare correzioni ottiche adeguate se
necessarie
PREVENZIONE DEI DISTURBI VISIVI
• L’illuminazione
• Per evitare che finestre o lampade
producano dei fastidiosi riflessi sullo
schermo è opportuno:
• regolare le tende eventualmente presenti
nell’ufficio a seconda delle condizioni di
illuminazione esterna (se le finestre non
sono schermate si dovrà porre lo schermo
ad angolo retto rispetto alle finestre in
modo che la direzione dello sguardo sia
parallela al piano delle finestre)
• aggiustare la posizione delle lampade da
tavolo
• controllare l’intensità delle luci artificiali,
accendendo solo le lampade necessarie
ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE
DEGLI OCCHI
• Socchiudere le palpebre per 1 o 2 minuti in
modo da escludere l’impatto con la luce
• Seguire con lo sguardo il soffitto
• Guardare oggetti lontani cercando di
distinguere i particolari
• Effettuare pause di alcuni minuti ogni ora
(cambio sostanziale di attività, senza impegno
della vista)
ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE
DEGLI OCCHI
• Ogni mezz’ora fare ciclo di ammiccamento per
una decina di volte
• Nelle pause abbassare le palpebre, ruotare i
bulbi oculari lentamente in senso orario e
antiorario alcune volte
• Abituarsi a percepire gli oggetti laterali al
monitor senza distogliere gli occhi dallo
schermo
• Chi porta lenti a contatto deve rinfrescare gli
occhi nelle pause
DISTURBI MUSCOLO
SCHELETRICI
Il sistema muscolo scheletrico è un’entità complessa composta da
ossa-articolazioni muscoli-tendini-borse-nervi e vasi sanguigni
Tutti i nostri movimenti e le nostre posizioni dipendono dal
funzionamento del sistema muscolo-scheletrico
Funzioni
•sostegno del corpo nei sui vari atteggiamenti (postura)
•Movimento
•Protezione degli apparati della vita vegetativa e del sistema
nervoso
•riserva dei sali minerali (Ca2+) che vengono mobilizzate
per le esigenze fisiologiche dell’organismo
La colonna vertebrale
E’ la struttura portante del nostro corpo è formata da ossa
dischi intervertebrali
ligamenti e muscoli
Ospita al suo interno il midollo spinale da cui originano i nervi che
raggiungono i diversi organi del nostro corpo
L’unità funzionale è costituita da due vertebre sovrapposte e da un
disco
Le vertebre servono da sostegno
Il disco assorbe ed ammortizza i carichi sovrastanti
I ligamenti tengono uniti dischi e vertebre
Fra tutte queste strutture il disco è quella maggiormente soggetta
ad alterazioni ed invecchia precocemente se sottoposto a stress
meccanici
Disco Intervertebrale
•E’ privo di vasi sanguigni e scambia le sostanze nutritive e di rifiuto
esclusivamente per diffusione.
•Il costante ricambio di sostanze nel disco è necessario per garantire
l'equilibrio fra biosintesi e catabolismo delle sue strutture cellulari.
• tale ricambio è fortemente condizionato dai carichi pressori applicati al disco
stesso.
Applicando una pressione sul sistema si ha
•fuoriuscita di liquidi e
•sostanze di rifiuto.
posizione in piedi o seduta appoggio
Togliendo la pressione si ha
• un richiamo di liquidi e
•sostanze nutritive all'interno.
posizione sdraiata o seduta con appoggio
Il regolare alternarsi di condizioni di carico e scarico sul disco è il
meccanismo con cui il disco è "nutrito
DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI
I disturbi muscolo scheletrici si sviluppano quando la capacità fisica di muscolitendini- articolazioni non è in equilibrio con le forze che agiscono sul corpo
Forze esterne possono provocare traumi acuti e causare fratture lacerazioni
erniazioni
MA
I DMS sono prevalentemente fenomeni cumulativi risultano cioè
dall’esposizione ripetuta a forze esterne o carichi di alta o bassa intensità che in
un certo periodo di tempo alterano progressivamente gli equilibri
DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI
CAUSE
• Alcuni muscoli ed articolazioni
sono sottoposti a posture fisse,
mentre i muscoli delle mani e delle
braccia si muovono
incessantemente.
• Le tensioni muscolari impediscono
il normale afflusso di sangue a
muscoli, tendini, nervi, dischi
intervertebrali.
DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI
CAUSE
• Errata disposizione o regolazione di
arredi e computer
• Postura fissa e/o scorretta per
lunghi periodi
• Capo e tronco protesi in avanti
• Spalle contratte nella digitazione o
nelle pause
• Ricevitore del telefono tenuto a
lungo tra testa e spalla
• Attività extra-lavorative, hobbies
(sport pesanti, ecc...)
POSSIBILI CAUSE DI DISTURBI
A BRACCIA, POLSI E MANI
• Movimenti rapidi, ripetitivi e
prolungati su tastiera e
mouse
• Forza eccessiva nel digitare e
nello stringere il mouse
• Polsi piegati verso l'alto e
non allineati agli avambracci
DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI
• Nel tempo si possono manifestare micro-lesioni,
dolori, infiammazione dei tendini, compressione dei
nervi (tendiniti, tenosinoviti, sindrome del tunnel
carpale).
• Alcune disfunzioni fisiche (diabete, peso eccessivo,
artrite, ipertensione, fumo, gravidanza) ed attività
extra-lavorative (sport, hobbies) aumentano il
rischio di questi disturbi.
SINTOMI MUSCOLO-SCHELETRICI
• Tendiniti: dolori a livello delle
articolazioni del braccio o della
mano durante i movimenti
• Sindrome del tunnel carpale:
indolenzimento, torpore, formicolii
alle mani, perdita di forza delle
mani
• Artrosi cervicale: indolenzimento,
senso di peso, dolori al collo ed
alle braccia
PREVENZIONE DEI DISTURBI
ALLA COLONNA ED AGLI ARTI
• Scegliere attrezzature adattabili alle
proprie esigenze
• Adottare una postura rilassata: il
tronco sullo schienale tra 90° e
110°
• Variare spesso la posizione del
corpo
• Effettuare pause brevi ma frequenti
• Variare le attività nel corso della
giornata
• Regolare con cura la posizione,
l'altezza e la distanza del monitor
PREVENZIONE DEI DISTURBI A
BRACCIA, POLSI E MANI
• Ridurre i movimenti rapidi e ripetitivi
prolungati
• Mantenere gli avambracci paralleli al
pavimento e bene appoggiati sul tavolo
• Mantenere polsi distesi e dritti nella
digitazione
SEDILE
Deve essere regolato in modo che :
• le ginocchia formino un angolo di circa 90°
senza che il cavo posteriore del ginocchio
venga compresso contro il bordo anteriore del
sedile
• i piedi siano completamente appoggiati al
pavimento
• lo schienale sostenga la parte lombare della
schiena
• il soggetto non sia costretto a stare con il
tronco flesso in avanti
• il soggetto possa posare gli avambracci sul
piano del tavolo.
• Nessuna posizione è ergonomica se
mantenuta per molto tempo.
• E’ raccomandabile cambiare posizione di tanto
in tanto cercando di muovere collo, spalle e
schiena. Più volte nella giornata il soggetto
dovrebbe muoversi e fare qualche
MISURE PER LA SCELTA
DELLE POLTRONE
Altezza lavoratore
(cm)
150 - 155
Altezza seduta da terra
(cm)
41
160 - 165
43
170 - 175
46
180 - 185
49
190 - 200
54
TASTIERA E MOUSE
• Tastiera davanti allo schermo
• Tastiera regolabile al fine di
mantenere i polsi in linea con gli
avambracci
• Mouse il più possibile vicino al
corpo
• Tastiera e mouse posti in modo da
poter appoggiare gli avambracci
sul piano di lavoro
PIANO DI LAVORO
• Dotato di superficie ampia per disporre i
materiali necessari (video, tastiera, mouse,
ecc.) e per consentire l’appoggio degli
avambracci
• Sufficientemente profondo da assicurare una
corretta distanza visiva dallo schermo
• Di colore chiaro (possibilmente non bianco),
non riflettente
• Dotato di spazio idoneo per l’alloggiamento
degli arti inferiori
AMBIENTE
• Rumore: segregazione o insonorizzazione di
stampanti o altre attrezzature rumorose
• Microclima: ridurre velocità di circolo dell’aria
(evitare correnti) e mantenere un’umidità
soddisfacente
• Calore: evitare fonti di calore radiante in
vicinanza
della
postazione
di
lavoro
(apparecchiature, ma anche finestre)
POSTURE CORRETTE
Per una corretta postura seduta,
il bacino deve essere
leggermente inclinato
in avanti per mantenere la
curva lombare.
Corretta postura con flessione
dell’anca e appoggio in avanti.
Corretta postura seduta a fondo sedia
POSTURE CORRETTE
Corretta postura seduta con appoggio
allo schienale leggermente
inclinato all’indietro..
Postura seduta al computer
corretta.
Postura seduta al computer
scorretta
DISTURBI DA ORGANIZZAZIONE DEL
LAVORO
• Monotonia, ripetitività
• Complessità
• Difficoltà di colloquio
con la macchina
(software)
PREVENZIONE DEI DISTURBI DA
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
• Scegliere software di uso
“amichevole”
• Fornire una adeguata
formazione ed informazione
• Pause (almeno 15 minuti
ogni 120 di applicazione)
ALTRI RISCHI PER LA SALUTE
• Dermatite irritativa:
rara, al volto,
causata dal campo
elettrostatico
PREOCCUPAZIONI
INGIUSTIFICATE PER LA SALUTE
• Radiazioni ionizzanti:
pari al fondo naturale
• Campi elettromagnetici:
pari al fondo ambientale a 5 cm dallo
schermo ed a 15 cm dal retro
• Radiazioni ultraviolette:
pari al fondo naturale a 5 cm dallo
schermo
PREOCCUPAZIONI INGIUSTIFICATE
PER LA SALUTE
• Non vi è rischio di
cancro
• Non vi è rischio di
aborto
SORVEGLIANZA SANITARIA
Visita preventiva
– visita medica generale (cartella
sanitaria e di rischio)
– esame degli occhi e della vista
– eventuali accertamenti specialistici
(oculista, ortopedico)
Giudizio di idoneità
– idoneo
– idoneo con prescrizione
– non idoneo
SORVEGLIANZA SANITARIA
•Visita periodica biennale se:
– oltre 50 anni
– idonei con prescrizione
•Visita periodica quinquennale:
– negli altri casi
•Controllo oftalmologico a richiesta
del lavoratore in caso di sospetta
sopravvenuta alterazione visiva
confermata dal medico competente
ESERCIZI UTILI PER IL
BENESSERE DEL COLLO
• Intrecciare le dita sulla testa e
tirare lentamente il capo in
basso. Restare così per 10
secondi e ripetere per 10 volte
• Ritrarre il mento e tornare in
posizione normale; spingere il
mento in avanti e tornare in
posizione normale. Ripetere 10
volte
ESERCIZI UTILI PER IL
BENESSERE DEGLI AVAMBRACCI
Mettere le mani come in figura e mantenere la
posizione per 20–30 secondi. Ripetere 5 volte.
ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE
DELLE SPALLE
In posizione seduta portare una mano tra le scapole
tenendo il gomito bene in alto. Per aumentare lo
stiramento aumentare progressivamente l’estensione
del capo. Mantenere la posizione per 20 secondi.
Ripetere alternando per 5 volte.
ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE
DELLA SCHIENA
Seduti su una sedia, schiena ben dritta, piedi
appoggiati a terra, gambe leggermente allargate.
Abbandonare le braccia tra le gambe, lasciarsi cadere
in avanti, a partire dalla testa, sino a toccare terra
con il dorso delle mani. Restare qualche istante, poi
tirarsi su. Ripetere 5 volte.
CONCLUSIONE
PUNTO DI DOMANDA
MA…………………………….
•SE LAVORARE FA BENE ALLA SALUTE
•QUELLO CHE TUTTI NOI DOBBIAMO
CHIEDERCI E’ PERCHE’………………..
•NON LO FACCIAMO FARE AGLI
ALTRI ?
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
DECRETO LEGISLATIVO 626/94
a)
b)
c)
d)
E’ un decreto che ratifica 10 direttive CEE di cui
quattro di carattere generale riguardanti
le misure per migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro,
le caratteristiche minime che devono possedere i luoghi di lavoro,
l’uso delle attrezzature di lavoro,
l’uso dei dispositivi di protezione individuali
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
sei che si occupano di rischi specifici quali
la movimentazione manuale di carichi,
l’uso di attrezzature munite di videoterminali,
la protezione da agenti cancerogeni
quella da agenti biologici.
quella da agenti chimici
quella da vibrazioni
quelle da n.i.r.
La nuova filosofia del
D.LGS.626/94
Il D.LGS.626/94 ha profondamente innovato le modalità con le quali
va fatta sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro.
Il provvedimento riveste un’importanza storica perché
• aggiorna e sistemizza la nostra legislazione in materia di sicurezza e
igiene del lavoro,
Istituzione di figure sostanzialmente nuove in ambito aziendale, quali
quelle del“ RSPP e del RLS
• cambia l’approccio culturale all’igiene e medicina del Lavoro con
un vero e proprio passaggio dalla logica della riparazione del danno a
quella della prevenzione,
•
Principali Innovazioni
•
L’obbligo per il datore di lavoro
– di elaborare un documento contenente la valutazione dei
rischi che possono derivare dai processi lavorativi
aziendali e dall’ambiente di lavoro,
– di individuare le misure di prevenzione necessarie in
base alle norme di legge e di buona tecnica
– di predisporre il programma di attuazione delle misure
stesse;
(Qualora si tratti di una struttura con meno di 10 dipendenti,
dovrà autocertificare,, di aver eseguito la valutazione dei
rischi.)
- di predisporre un organico programma di informazione e
formazione dei lavoratori,atto a realizzare una maggiore
consapevolezza nell’affrontare le tematiche di prevenzione
ATTORI DELLA PREVENZIONE
Datore di lavoro
SPP
Medico competente
Dirigente
• - PREPOSTO
• Lavoratore
• RLS
DEFINIZIONI 626/94 e T.U.
Datore di lavoro
Soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o,
comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’assetto
dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria
attività, ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o
dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di
spesa.
Nelle pubbliche amministrazioni per datore di lavoro si intende
il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, esso è
individuato dall’organo di vertice delle singole amministrazioni
tenendo conto dell’ubicazione e dell’ambito funzionale degli
uffici nei quali viene svolta l’attività, e dotato di autonomi poteri
decisionali e di spesa. datore di lavoro coincide con l’organo di
vertice medesimo;
LAVORATORE
• Persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività
lavorativa nell’ambito dell‘organizzazione di un datore di lavoro pubblico o
privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere,
un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al
lavoratore così definito è equiparato
• il socio lavoratore di cooperativa o di società, anche di fatto, che presta la sua
attività per conto delle società e dell’ente stesso
• il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento
promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro e/o di
agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del
lavoro;
• l’allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di
formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro
in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite
di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l’allievo sia effettivamente
applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione
RSPP
E’ il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai
rischi professionali,
che provvede:
all’individuazione dei fattori di rischio, alla valutazione dei rischi e
•all’individuazione delle misure per la sicurezza e la salubrità degli
ambienti di lavoro
ad elaborare, per quanto di competenza, le misure preventive e
protettive, e i sistemi di controllo di tali misure;
ad elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività aziendali;
a proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori;
a fornire ai lavoratori le informazioni sui rischi e sulle misure preventive
e protettive.
Rappresentante dei lavoratori per
la sicurezza»:
Persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto
concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro;
un rappresentante
200 lavoratori;
tre rappresentanti
201 a 1.000 lavoratori;
sei rappresentanti
oltre i 1.000 lavoratori.
I nominativi vanno comunicati annualmente all’INAIL
RIFIUTI SANITARI
Classificazione
•rifiuti sanitari non pericolosi taglienti ma inutilizzati (aghi, siringhe, lame,ecc.),
• rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani
•rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo pericolosi a rischio non infettivo
ifarmaci citotossici e citostatici.
•rifiuti sanitari richiedenti particolari modalità di smaltimento farmaci scaduti o
inutilizzati e i farmaci stupefacenti o psicotropi,
•rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo contaminati con sangue o altri liquidi
biologici (se sterilizzati sono assimilati ai rifiuti urbani)
RIFIUTI SANITARI
Enti e Imprese che producono rifiuti pericolosi
tenuta dei registri di carico e scarico e della comunicazione annuale al
Catasto
esercizio di professione intellettuale non inquadrata in un'organizzazione
(singoli professionisti, medici generici, medici di famiglia,)
Esclusi da tale obbligo
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