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SFERA AFFETTIVO
Percorsi didattici per lo svantaggio socio-culturale e il decondizionamento scolastico Lo svantaggio socio-culturale È una condizione (di tipo culturale, affettivo, linguistico, socio-relazionale) in cui si trova un determinato alunno Un alunno è svantaggiato quando: •non apprende come gli altri •non è inserito bene •l’ambiente di provenienza presenta una qualche forma di condizionamento che può essere di natura affettivo-relazionale, economica, culturale, ecc. •non si integra adeguatamente nel gruppo-allievi Conoscere le cause è utile per: • agire in maniera mirata • comprendere meglio le problematiche che l’allievo presenta e, conseguentemente, sostenerlo con cognizione di causa Indicatori dello svantaggio in classe •Iperattività •Mutismo •Introversione •Attenzione labile •Svogliatezza •Aggressività •Assenza di concentrazione •Esibizionismo •Lentezza nell’apprendimento •Scarso possesso delle abilità strumentali •Apatia •Scarsa disponibilità a relazionarsi con gli altri •Scarse capacità comunicative a livello linguistico Sfere da non sottovalutare SFERA COGNITIVO-INTELLETTIVA (acquisizione di conoscenze, abilità e competenze) SFERA AFFETTIVO-RELAZIONALE (sicurezza di sé, intraprendenza, autostima, interesse, motivazione, attenzione) La sfida Riuscire a coinvolgere tutti i cittadini per diventare protagonisti consapevoli nella società conoscitiva Nodi rilevanti da sciogliere Comunicazione Investe lo sviluppo delle dimensioni: • affettivo-emotiva •socio-relazionale •cognitivo-intellettiva •dinamiche sociali •contesti in cui si trova a vivere Formazione posta come: •punto di intersezione tra soggetto/soggetti •contesto e cultura •accesso alla cittadinanza •luogo di sintesi tra il particolare dell’umano formarsi e l’universalità di una forma democratica ancora non del tutto delineata •offerta a tutti, qualora ci si avvalga di una comunicazione basata sulla relazionalità positiva Gli strumenti e le procedure per la rilevazione dello svantaggio Osservazione intenzionale e sistematica (cosa, quando, perché osservare) Quando: bisogna costruire le occasioni in maniera calibrata, proponendo, ad esempio, lavori di gruppo o giochi che richiedano particolari prestazioni da parte dell’allievo per rilevarne la presenza/assenza; il “quando” è funzionale al “cosa”, giacché ogni attività organizzata ha come presupposto il fatto che il docente vuole rendersi conto se sussistono determinate conoscenze, abilità e competenze nell’allievo (o negli allievi) L’osservazione non può prescindere dall’utilizzazione di uno strumento di registrazione, costruito dal docente per il monitoraggio dei comportamenti dell’alunno (lo strumento più in uso è un “prospetto” in cui registrare le date di osservazione e la presenza/assenza/intensità/ripetitività di quel determinato comportamento o prestazione. Colloquio con l’allievo (il colloquio è detto “clinico” quando avviene mediante l’uso di una check-list mentale adoperata dal docente nell’ambito di un’occasione apparentemente informale e, magari, impostata non a livello dualico bensì durante l’espletamento di altre attività, onde evitare che la cosa possa essere vissuta dall’allievo come un interrogatorio; chiaramente le domande devono essere poche e ben camuffate) Colloquio con gli esponenti della famiglia, con figure amicali, con operatori professionali, ecc. Indagine relativa all’ambiente di provenienza attraverso strumenti e forme di rilevazione adoperati anche a livello interistituzionale Disegno conoscere le diverse tipologie di test adoperabili mediante il disegno e saper leggere effettivamente i risultati. (Spesso i docenti presumono di saper interpretare elementi di matrice psicoanalitica presenti nel disegno, la qualcosa, invece, richiede una particolare competenza professionale) •Giochi •Prove oggettive di classe •Test •Strumenti e procedure per la rilevazione delle cause dello svantaggio e del disadattamento Tecniche di matrice relazionale e comunicativa: Brainstorming Circle-time Problem solving Problem setting Messaggio-Io Toutoring è una TECNICA che si può efficacemente utilizzare sia nel gruppo di lavoro con gli adulti , sia nell’esperienza scolastica con i ragazzi. Si tratta di una modalità espressiva improntata all’ immediatezza, alla spontaneità e all’ intuizione di idee liberamente espresse da parte dei presenti invitati a pronunciarsi su un tema, un problema o anche su una sola parola Questa TEMPESTA DEI CERVELLI consente a tutti i partecipanti di esprimere l’idea che in quel momento passa per la loro mente INTUITO ASSOCIAZIONE RAPIDA RIFERIMENTO AD ALTRI CONCETTI non esistono RISPOSTE GIUSTE o SBAGLIATE tutte concorrono ad “ACCERCHIARE” la QUESTIONE IN ESAME dando origine anche a possibili SITUAZIONI UMORISTICHE E DIVERTENTI Il conduttore annota ogni intervento e, al termine, con la collaborazione dell’assemblea, commenta e valorizza il materiale raccolto Si tratta di una TECNICA che aiuta a “costruire” ed a “scoprire” elementi originali e interessanti L’esperienza risulta efficace sia sul piano della partecipazione, sia sul piano della motivazione e dell’apprendimento In alcuni casi può aiutare i presenti più restii, e abitualmente passivi, a prendere la parola senza sentirsi criticati I partecipanti, attraverso questa esperienza, possono scoprire reali risorse creative in loro stessi e vivere anche con maggiore intimità la vita di gruppo TECNICA volta a favorire la COMUNICAZIONE e l’ ASCOLTO MODALITA’ DI CONDUZIONE Una o Due volte a settimana per alcuni minuti 12 – 15 alunni seduti in circolo Discutere un argomento o un problema con l’obiettivo di creare un clima collaborativo ed amichevole attraverso la conoscenza reciproca Far leva sul tipo di PROSSEMICA per favorire la COMUNICAZIONE, stabilendo modalità fisse di riunione e organizzazione della partecipazione di tutti TECNICA efficace in contesti di apprendimento e ricerca e in situazioni di conflitto emotivo discutere in gruppo il problema emerso sia esso una controversia o un problema di disciplina esponendolo con chiarezza ed invitando gli alunni a proporre soluzioni considerando, per ognuna di esse, gli aspetti positivi e quelli negativi Insieme si sceglierà, poi, la soluzione ritenuta migliore e della quale dovranno essere verificati i risultati TECNICA che consiste nel mettere a confronto con genuinità i propri sentimenti e i propri bisogni con il comportamento indesiderato dell’alunno senza reagire nervosamente o irritarsi inutilmente HA SOSTANZIALMENTE DESCRIZIONE (senza giudizio) del comportamento indesiderato DESCRIZIONE delle possibili concrete esperienze COMUNICAZIONE del proprio stato d’animo in relazione alle possibili conseguenze Si tratta di esprimere autenticamente ciò che si prova quando l’alunno compie azioni che possono avere un effetto indesiderato NON che esprime COLLERA e COLPEVOLIZZAZIONE dell’altro MA che esprime ciò che l’insegnante prova effettivamente e non scarica direttamente sull’alunno valutazioni e giudizi negativi GESTIONE DELLA SEZIONE STRATEGIA CON “MEDIAZIONE DELL’INSEGNAMENTO” GRUPPO COOPERATIVO A “MEDIAZIONE SOCIALE” Fare insieme Perseguire fini comuni Operare in gruppo Promuovere le potenzialità di ciascuno FUNZIONE DELL’INSEGN ANTE ORGANIZZA UN CLIMA SOCIALE POSITIVO ALIMENTA UNA CALDA RELAZIONE EDUCATIVA SVOLGE FUNZIONI DI REGIA DIFFERENZIA LA NATURA DEL CONTRATTO FORMATIVO INTERDIPENDENZA positiva INTERAZIONE faccia a faccia Uso di COMPETENZE sociali Controllo del COMPORTAMENTO di gruppo Le CARATTERISTICHE della RELAZIONE EDUCATIVA La FUNZIONE del DOCENTE L’ IMMAGINE dell’alunno La natura del CONTRATTO FORMATIVO